Rimini IN Magazine 05 2017

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R I M I N I

DEITOS

Patrizia

LA FELICITÀ TI FA BELLA!

RIMINI / Tra cinema e turismo ROARING 50! / Vivere intensamente i 50 anni SARA MIRZIAI / Interpretare le idee

N° 5 OTTOBRE/NOVEMBRE 2017


NUOVA RANGE ROVER VELAR

A VOLTE LE PAROLE NON SERVONO.

Di Nuova Range Rover Velar capisci tutto al primo sguardo. Il suo design futuristico e l’armonia delle linee creano una perfetta combinazione di semplicità, raffinatezza e sofisticata eleganza in cui anche l’attenzione al minimo dettaglio è portata all’estremo. E se in poche parole non siamo riusciti a rendere giustizia alla bellezza di quest’auto, non ti resta che continuare a guardarla. Più a lungo.

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Cinema Fulgor di Antonella Zaghini Un cinema romagnolo in stile hollywoodiano. Così lo aveva definito il maestro Dante Ferretti, per tre volte vincitore dell’Oscar alla scenografia, mentre annunciava il suo intervento sul Cinema Fulgor. All’interno del più ampio progetto di restauro di Palazzo Valloni, redatto dall’architetto Annio Matteini, ecco il sogno Decò di Ferretti. E sogno più meraviglioso non poteva essere. Oro, stucchi, legni pregiati, vetri decorati, pennellate di rosso veneziano, disegnano gli interni della storica sala cinematografica di corso d’Augusto, a Rimini, così cara a Federico Fellini. In autunno, dopo una sapiente opera di recupero, durata cinque anni, il Cinema Fulgor torna ad accogliere i riminesi e gli ospiti della città del grande regista. È la prima importante opera che segna il nuovo volto del centro storico. Un ideale percorso felliniano che parte da Borgo San Giuliano, passa dal Cinema Fulgor e presto si allargherà al Castel Sismondo, fino alla sua ultima e preziosa tappa: il Teatro Galli.



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Foto: Alessandro Giovanelli


EDITORIALE

C

Con il cambio di stagione è arrivato l’autunno e non poteva esserci migliore testimonial di Patrizia Deitos, ex supermodella che ha saputo trasformarsi in un’apprezzata cantante jazz che lavora con il Simone Giannotti Jazz Septet. Segue un approfondimento sul binomio cinema-turismo che ha fatto della costa riminese, ma anche dell’entroterra e San Marino, location privilegiate per film, spot, corti e video musicali. Questo è un numero molto al femminile che racconta le storie di Milena Salvadori, Eleonora Cavalli, Paola Emiliozzi, Aurelia Fattori, Patrizia Franchini e Laura Ravasio, così come dell’avvocato penalista Giovanna Ollà. Spazio anche alla casa con l’attico per famiglia firmato Massimo Morandi e con le idee della interior designer Sara Mirziai. Un numero curioso in cui si parlerà anche di Circus Atmosphere e borse uniche. Andrea Masotti

SOMMARIO

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

Patrizia Deitos

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GIRARE

Tra cinema e turismo

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VIVERE

Roaring 50!

20

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50

INNOVARE

Giuliano Canzian

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RELAZIONARSI

VOLTEGGIARE

Giovanna Ollà

Circus Atmosphere

36

54

CUSTODIRE

Passione Cashmere

CREARE

Stileclettico

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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044

ORGANIZZARE

Andrea Albani

www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Gianluca Gatta Giulia Masci Ametta ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Irena Coso COORDINAMENTO REDAZIONE DI RIMINI: Irena Coso STAMPA: Seven Seas Srl - RSM Anno XVII - N. 5 Chiuso per la stampa il 9/10/2017 Collaboratori: Maria Luisa Bartolini, Cinzia Bauzone, Marco Bonanni, Giorgia Gianni, Alessandra Leardini, Lucia Lombardi, Manuel Spadazzi, Antonella Zaghini. Fotografi: Amanda Alessandrini, Riccardo Gallini.

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SCRIVERE

Danilo Bascucci

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SUONARE

Fabio Severini

PROGETTARE

GGA Architetti

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ESPORRE

ABITARE

Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine

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Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte

Augeo Art Space

Attico per famiglia

DISEGNARE

Sara Mirziai

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DEGUSTARE

Riccardo Agostini IN MAGAZINE

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ANNOTARE

Riviera Golf Resort PER L'ARTE SAN GIOVANNI IN MARIGNANO

San Marino TEATRO SAN MARINO Il cartellone di San Marino Teatro 2017/18 sarà distribuito tra il Teatro Nuovo di Dogana dove si susseguiranno grandi allestimenti rivolti a un pubblico numeroso, e il Teatro Titano deputato a appuntamenti più intimi e particolari. Il programma comprenderà venti spettacoli in abbonamento così suddivisi: quattro spettacoli al Teatro Nuovo, nell’ambito della rassegna Identità Teatrali con grandi interpreti (più sette fuori abbonamento tra i quali il segmento, Ridiamocisù, che prevede appuntamenti all’insegna della risata); sedici spettacoli al Teatro Titano. A questi, si aggiungono anche sette spettacoli fuori abbonamento della rassegna In scena a km0.

Tour Music Fest MICHELLE IN MUSIC SAN MARINO “Ho sempre considerato la mia voce un dono, per questo mi sento in dovere di regalarla agli altri. E, ogni volta, colgo l’occasione per sostenere concerti con finalità filantropiche!”. Con queste parole Michelle, manager e cantante, racconta la sua passione, che nasce da molto lontano, dalla sua infanzia a Bucarest, dove studia canto sotto la guida del soprano romeno Mirela Vlad. Nel ‘92 entra nella Cromatic Big Band, con la quale fa tournée e collabora per la tv romena. Giunta a San Marino Michelle studia all’Istituto Musicale canto lirico per dieci anni con il soprano Silvia Vico, proseguendo alla Voice Academy canto lirico e moderno, mentre alla Dreamroom si perfeziona in recitazione col metodo Strasberg seguita da Fabrizio Raggi. Michelle è reduce dal Tour Music Fest, il più grande contest europeo dedicato alla musica emergente. “Parteciparvi – afferma – ha significato vivere un’esperienza musicale senza paragoni. Ho inoltre avuto l’onore di aderire al Music Camp ospite di Mogol, alla Tenuta dei Ciclamini - CET, con l’insegnante Valter Sacripanti, produttore e punto di riferimento di molti artisti.”(L.L.)

Al Riviera Golf Resort, esclusivo complesso multifunzionale, si avrà la possibilità di vivere due aperitivi immersi nell’arte a novembre. In collaborazione con la nota Galleria Rosini Gutman – da quasi cinquant’anni punto di riferimento per quanto concerne l’espressione artistica dai Maestri del ‘900 a quelli Contemporanei –, si svolgeranno due serate ricche di gusto, stile e passione. Nella moderna sala meeting saranno allestite mostre di arte contemporanea a tema, mentre il Wellness Restaurant offrirà un buffet a tema impreziosito dalla presenza del bartender Charles Flaminio e da un dj-set. Il 5 novembre la serata sarà dedicata ad Andy Warhol – del quale la galleria possiede una collezione dei quadri più intimi ed europei – mentre il 26 novembre il focus tematico sarà Dal Futurismo alla Street Art. Due occasioni per vivere l’aperitivo stimolando i sensi.

Moda e salute AL RUBICONE FASHION SAVIGNANO SUL RUBICONE Un nuovo ambulatorio medico di medicina

generale per adulti e bambini va a implementare i servizi del centro commerciale Rubicone Fashion, dimostrando attenzione nei confronti della comunità che vive il retail, così da unire shopping e pubblica utilità sotto il segno della salute. Al taglio del nastro della struttura sanitaria non poteva mancare il brand Baldinini collocato nei locali adiacenti a quelli della farmacia del centro. La storica azienda calzaturiera, che ha sede poco distante da Savignano, a San Mauro Pascoli, è strettamente legata al centro commerciale e al territorio stesso, poiché l’attenzione alla dimensione locale è per il brand Baldinini da sempre una priorità anche nelle strategie globali. All’inaugurazione ha preso parte anche il sindaco di Savignano, Filippo Giovannini. 10

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ANNOTARE

Chamber Orchestra MUSICA CLASSICA RIMINI Nasce la Rimini

Banca Carim SOLIDALE RIMINI In ottobre torna Un dono lungo un mese, iniziativa solidale promossa da Banca Carim su www.eticarim.it, il primo portale di crowdfunding della Romagna, per coinvolgere cittadini e imprese riminesi nella raccolta fondi a favore dei sedici progetti di utilità sociale presenti sul portale. Tutti possono partecipare alla gara di solidarietà con un importo minimo di 10 euro donati con carta di credito tramite il sito. “I buoni risultati raggiunti – dichiara il presidente Sido Bonfatti –, ci convincono dell’utilità del portale. Ci auguriamo anche quest’anno una viva partecipazione, un invito rivolto anche al territorio perché adotti l’iniziativa in altri mesi dell’anno”. Per tutto il mese di ottobre Banca Carim raddoppierà le donazioni a favore dei progetti etico-sociali con un limite di 5mila euro a progetto.

Miglior bar d’Italia STACCOLI CAFFE CATTOLICA Il bar è un concept in netta evoluzione. Lo ha dimostrato Staccoli di Cattolica, con una proposta culinaria camaleontica, che spazia dal dolce al salato, dal cioccolato al gelato, con uno stile architettonico studiato per mettere in risalto i vari momenti gourmet, dalle prime luci dell’alba alla sera. Anche per il 2018, con grande soddisfazione, Staccoli rientra nella guida dei Bar d’Italia del Gambero Rosso, meritandosi tre chicchi e tre tazzine. La prima blasonata selezione per la maison avvenne ben 13 anni or sono, collocandosi a fianco dei più quotati bar storici del panorama nazionale, quale unica nuova realtà. La guida giunta alla 18esima edizione, decreta gli indirizzi migliori della Penisola, quello dei Chicchi (premio per la qualità del caffè) e delle Tazzine (giudizio complessivo che include anche l’offerta gastronomica) è ormai una benemerenza considerata al pari di Forchette, Cappelli e Stelle per i ristoranti. Ancora oggi, dopo svariate edizioni, per Paolo e Patrizia Staccoli è un moto di grande orgoglio, uno stimolo a offrire sempre il meglio. Nell’ultima edizione, Staccoli fu eletto miglior bar d’Italia secondo la giuria popolare, questo fa capire quanto questo luogo di ricerca e tradizione sia assolutamente mainstream. La magia si ripete.

Chamber Orchestra, con l’appoggio del comune di Coriano e di sponsor privati. Dopo l’esordio dello scorso 3 settembre, il prossimo evento sarà il 9 dicembre alle 21, alla Chiesa Sacro Cuore di Miramare con il direttore bielorusso Alexandr Sosnovsky, direttore principale dell’Orchestra della Radio, e il violinista Ucraino Ostap Shutko. “Avremo sicuramente ospiti di rilievo – svela il maestro di corno, Alberto Cappiello –, perché Rimini merita un’Orchestra importante. Per ora siamo un nucleo di dieci archi. L’Orchestra nasce per rieducare il pubblico ai grandi classici della musica”. Cappiello ha appena inciso il cd R. Strauss 2 Horn Concert Live in Farmhouse, Concerto numero 2 di Richard Strauss, compositore dei grandi poemi sinfonici del Romanticismo. “Nel brano di circa 25 minuti, il corno può esprimere tutte le sue caratteristiche, tecniche e musicali – chiosa Cappiello -. Per questo motivo l’ho scelto”. (L.L.)


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ESSERE

La felicità

TI FA BELLA! L’EX SUPERMODELLA E PRESENTATRICE RIMINESE PATRIZIA DEITOS, È ORA UN’APPREZZATA CANTANTE JAZZ INTERNAZIONALE CHE LAVORA CON IL SIMONE GIANNOTTI JAZZ SEPTET, OLTRE A INSEGNARE. di Lucia Lombardi / ph Riccardo Gallini

S

“Sono una donna libera, non attaccata a cose che mi potrebbero far sentire dipendente. Credo sia la conquista più importante. Non seguo mode o correnti, mi vesto come più mi piace, faccio tutto ciò che reputo importante per la mia crescita. Soprattutto sono lontana da ciò che di solito lusinga molte donne perché l’approvazione degli altri non rientra nei miei obiettivi”. A descriversi in questo modo è una donna moderna ed empatica, nelle cui parole si può trovare qualche consiglio per abbracciare al meglio la femminilità, ma anche qualche escamotage per far capire agli uomini cosa cercano veramente le donne. Lei è la riminese Patrizia Deitos, supermodella, cantante e presentatrice. Come ti sei avvicinata al mondo della moda? “Non rientrava nei miei piani, è arrivata da sola... Quindi, dei risultati ottenuti in quel settore, conservo solo un bel ricordo e nient’altro. È un mondo molto complesso, in cui se non si è in grado di vedere l’aspetto comico, o quantomeno ludico, si è sciocchi. Le persone ‘convinte’, lo vi-

vono molto male”. Presentare per te invece è... “Una sorta di ‘difesa’. Mi chiamavano spesso per fare la bella statuina a varie manifestazioni. Con un eufemismo, mi definivano ‘madrina’. Come donna mi sentivo abbastanza svilita, così un giorno mi sono detta: voglio anche parlare! E così ho usato una specie di tattica: ho cominciato a dire al telefono ‘Ma chi presenta la serata? Potrei farlo io!’. Non gli sembrava vero: con una fava, prendevano due piccioni. Così mi sono calata in quel ruolo che, non posso non ammetterlo, mi divertiva molto. Allora, ho continuato, ma solo per divertimento o, spesso, per beneficenza.” C’è poi il tuo ultimo lato: cantare... “È il mio modo di esprimermi, di sentirmi viva, utile. Lo considero una benedizione, un privilegio. Ho cantato con vari gruppi, ovviamente. Ho molti amici che sono grandi musicisti e che mi hanno onorato di accompagnarmi in varie situazioni. Non vorrei fare torto a nessuno e non citerò i nomi, sono troppi e ne dimen-


IN QUESTE PAGINE ALCUNI SCATTI DI PATRIZIA DEITOS. RINGRAZIAMO IL PRISMA DI BIAGETTI ALDO A RIMINI PER LA LOCATION, ANTO GIOIELLI PER GLI ACCESSORI E IL MAKE UP ARTIST VLADYSLAV ROTARU.

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IN MAGAZINE

ticherei qualcuno. Ora lavoro principalmente con il Simone Giannotti Jazz Septet. Simone è un grande musicista, un polistrumentista di livello. Con lui ho riscoperto il jazz che è stato il mio primo amore, anche se ne ho sempre avuto paura. Ora mi sento più sicura e credo di poter affermare che non potrei farne a meno.” Ti è mai balenata l’idea di insegnare canto? “Già lo faccio, da tempo. Amo insegnare, è una grande soddisfazione. Ho allievi straordinari che fanno costantemente grandi progressi. Sono pieni di entusiasmo e passione per la musica. In realtà quando insegno, sono io a imparare sempre qualcosa.” Qual è il tuo segreto di bellezza? “Ho imparato che solo la felicità interiore rende belli. Il resto è una grande sciocchezza. Tutto passa in un attimo, tutto è illusorio. È chiaro poi che madre natura deve dare un aiutino. Ma senza uno sguardo puntato sull’interiore è molto difficile che una persona si possa definire davvero bella. Può accadere ma dura poco. La luce che hai negli occhi è la stessa che hai in fondo al cuore. E se la luce è spenta, conta ben poco lavorare di mascara e fondotinta! Una cosa un po’ più banale ma tanto, incredibilmente vera, però la posso aggiungere: dormire molto, aiuta!”. Quanto conta il look quando sei sul palco? “Purtroppo tanto. Ma per una

DOPO AVER GIRATO IL MONDO COME SUPERMODELLA APPREZZATA DAI PIÙ NOTI STILISTI INTERNAZIONALI, SCOPRE LA SUA VERA VOCAZIONE: IL CANTO. LO CONSIDERA UNA ‘BENEDIZIONE, UN PRIVILEGIO’, PERCHÉ È IL SUO MODO DI ESPRIMERSI.

come me, alta 1,82 è tutto molto più complicato. E, a volte, molto imbarazzante. Molto meno all’estero.” Come ti prepari prima di uno shooting fotografico? “La sera prima vado a letto molto presto per avere il viso riposato. Nient’altro. Ma prima di questo mi assicuro che il fotografo sia una persona in gamba sotto il profilo umano. Non riesco a lavorare con persone superficiali o sciocche. Per non parlare di quelli che si credono grandi artisti… O quelli che ti considerano solo un oggetto. Le grandi foto si fanno in due. Sono frutto di una collaborazione un po’ magica e misteriosa. Un’alchimia che tocca l’anima. Altrimenti, senza cuore, non esiste risultato eccellente. Infatti siamo pieni di risultati mediocri.” Qual è l’indumento che indossi più spesso e volentieri? “Jeans e maglietta: un passepartout che mi fa sentire a mio agio.”


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In che modo ti rilassi? “Svuotando la mente dalle finte problematiche che ci creiamo tutti ogni giorno, facendo esercizi con il pensiero che mi aiutino a rendermi conto che il solo fatto di respirare è la più grande gioia e seguendo i ritmi della natura. La ‘Natura’ è la nostra più grande maestra” Sei madre e moglie. Come trovi le energie per tutto? “Ho una grande fortuna: ho un marito e un figlio straordinari. Mi aiutano quando ho bisogno e mi sostengono in ogni mia scelta. Inoltre ho l’importante appoggio dei miei genitori. Fare tutto da sola sarebbe impossibile, non sono una super mamma!”. Che tipo è tuo marito, il regista cinematografico Antonio Maria Magro? “Mio marito è un uomo dotato di un’intelligenza fuori dal comune. La caratteristica che lo contraddistingue è quella di sapere ascoltare e soprattutto di comprendere le

altre persone. Doti molto rare che mi hanno subito attratto. Siamo complici e la sincerità è alla base del nostro rapporto.” Hai paura di sbagliare? “Temere di sbagliare è in realtà un grande regalo della vita. Ci guida e ci aiuta nel mantenerci saldi ed equilibrati. Da un certo punto in poi occorre però affrancarsi da questa paura e camminare con le proprie gambe. Diversamente resteremmo a metà dell’opera. E io intendo arrivare alla fine.” Qual è la cosa più difficile per te? “Da qualche tempo... relazionarmi col mondo della superficialità.” Che tipo di educazione ti hanno impartito in famiglia? Che bambina eri? “Mi trattavano da adulta, non hanno mai usato con me le parole tipiche che si usano con i bambini. Da piccola ero serissima, tutto doveva essere sempre perfetto, soprattutto in ambito scolastico. Inoltre avevo capito da subito la

fatica che i miei genitori facevano ogni giorno per permettere alla famiglia di vivere dignitosamente. Quindi ho sempre odiato gli sprechi e sono sempre stata parca.” Qual è la cosa più importante che vorresti che tuo figlio imparasse da te? “L’onestà intellettuale, l’educazione e il rispetto per gli esseri umani. Tutto il resto è diretta conseguenza di queste tre cose.” Mi è giunta voce che tu sia tornata sui libri..

“TEMERE DI SBAGLIARE È IN REALTÀ UN GRANDE REGALO DELLA VITA. CI GUIDA E CI AIUTA NEL MANTENERCI SALDI ED EQUILIBRATI. DA UN CERTO PUNTO IN POI OCCORRE PERÒ AFFRANCARSI DA QUESTA PAURA E CAMMINARE CON LE PROPRIE GAMBE.”

“Sì, amo lo studio delle materie letterarie e del latino quindi, dopo aver preso una laurea in Storia Medievale, oggi ho ripreso gli studi umanistici.” Una dote che ti rappresenta? “Mi riesce difficile parlare di me sotto questo profilo. Ma anche un’intervista è un mettersi in gioco, e allora potrei dire: sono una persona molto educata e attenta ai bisogni degli altri.” Cosa ti ha condotta sin qui? “Il celebrare e respirare la vita. Fino in fondo.” Nel futuro, cosa vedi? “Sarebbe stato diverso se mi avessi chiesto in cosa spero. Viceversa quello che vedo è una lenta agonia delle cose, un’umanità che non si rende conto di essere finita in un circolo vizioso, un declino della cultura e dell’arte, il proliferare della più bieca stupidità. Nonostante questo, e molto altro, coltivo una grande fiducia nell’arrivo di un nuovo Rinascimento.” E quindi, Gaudeamus igitur! 18

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GIRARE

Tra cinema

E TURISMO QUELLO TRA CINEMA E TURISMO È UN BINOMIO FORTUNATO PER RIMINI: NON SOLO LA COSTA MA ANCHE L’ENTROTERRA E SAN MARINO, SONO STATI SCELTI PER FILM, SPOT, CORTI E VIDEO MUSICALI. di Alessandra Leardini / ph Riccardo Gallini

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Da La ragazza con la Valigia che porta a Riccione una bellissima Claudia Cardinale nel ‘61, a La prima notte di quiete, dove il mare in tempesta fa da sfondo, nel ‘72, alle vicende tormentate di un giovane Alain Delon. Per arrivare a tempi più recenti, nel 2002, quando Rimini ospita le riprese del film di Ligabue Da zero a dieci, mentre Riccione, dopo essere diventata un tormentone dell’ultima stagione estiva con l’omonimo brano dei The giornalisti (e tanto di video girato nella Perla Verde), torna a trasformarsi in set cinematografico con la black comedy di Gianluca Vannucci, l’attore riccionese al suo esordio in regia, con Famosi in 7 giorni. È un binomio fortunato per il territorio riminese, quello tra cinema e turismo. Non solo per la costa. Anche l’entroterra e San Marino sono stati spesso scelti come palcoscenici di più film, cortometraggi, spot pubblicitari e video musicali. E il turismo sorride: in gioco oltre al ritorno d’immagine, talvolta internazionale, c’è tutto l’indotto creato dalla presenza di attori, registi e interi staff tecnici al seguito, che si fermano in zona anche qualche settimana. Quello del ‘cineturismo’ inizia a essere insomma un segmento molto importante. Non a caso l’edizione 2017 di TTG Incontri, la manifestazione fieristica di IEG - Italian Exhibition Group dedicata al turismo (12-14 ottobre) fa luce – tra le novità del settore – proprio su questo mercato interrogandosi, attraverso l’intervento di Emanuela Zaccherini, organizzatore generale cinematografico e location manager, sulle relative prospettive per l’industria dei viaggi nazionale. Il cinema non solo come cultura, dunque, ma come vera e propria industria. Solo per fare un esempio concreto – riporta Zaccherini – le quattro puntate del Commissario De Luca con Alessandro Preziosi, girate a Bologna per Rai1, hanno lasciato in sedici settimane, sul territorio, una ricaduta di circa un milione e mezzo di euro. Location attrattive pos-

sono generare una vera ricchezza e in tal senso il Riminese, dalla costa alla collina, non ha nulla da invidiare alle grandi metropoli. Ne è convinto Massimiliano Giometti della Giometti Real Estate & Cinema, che per i suoi eventi (da Cinè a CineDonna a Cinema d’autore) porta in Riviera fior di registi e attori, e lo mostra nelle sue bellezze anche meno note, come l’entroterra. “Abbiamo la fortuna di avere un territorio molto variegato – sottolinea Giometti –, noto per il gran nome di Fellini, e le potenzialità per il settore cinematograf ico sono tantissime. In più offriamo strutture alberghiere, servizi e una logistica come pochi altri sanno fare. Ci sono però margini di miglioramento, a cominciare dalle risorse e dal supporto da parte delle pubbliche amministrazioni. Dovrebbero rendersi conto del grande indotto che il settore può portare. I comuni, per esempio, potrebbero dare un maggior sostegno logistico alle produzioni girate sul territorio”. Giometti

“ABBIAMO LA FORTUNA DI AVERE UN TERRITORIO MOLTO VARIEGATO, LE POTENZIALITÀ PER IL SETTORE CINEMATOGRAFICO SONO TANTISSIME. IN PIÙ OFFRIAMO STRUTTURE ALBERGHIERE, SERVIZI E UNA LOGISTICA COME POCHI ALTRI SANNO FARE.”

racconta anche dell’attore Marco Bonini e della sua passione per la nostra spiaggia e il nostro mare, in particolare durante la stagione invernale. Starebbe pensando di girare anche lui da queste parti, prossimamente, la sua prima da regista, ma per ora il condizionale è d’obbligo. È già una certezza invece il ritorno del Ciak si gira a Riccione. Grazie a Famosi in 7 giorni la Perla Verde torna a essere protagonista sul grande schermo. Merito di un attore, e IN MAGAZINE

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ora regista, che ‘gioca’ in casa, Gianluca Vannucci. Le riprese, iniziate il 18 settembre scorso, sono durate tre settimane. Le location? Tutte a Riccione e zone limitrofe, a cominciare dallo Spazio Tondelli, teatro di molte delle scene più cruciali della storia, quelle che vedono protagonista un gruppo di giovani attori che inseguono il successo. “Non si tratta della classica commedia che strappa la battuta – afferma il regista –, ma di una riflessione feroce sui giorni

DAL CINEMA ALLA PUBBLICITÀ, IL FERMENTO È UGUALMENTE IN CRESCITA. GRANDI BRAND HANNO SCELTO IL TERRITORIO RIMINESE PER GIRARE GLI SPOT DEI PROPRI PRODOTTI, PARTENDO DA BIRRA MORETTI A CARNE MONTANA, FINO AI BISCOTTI RINGO.

IN APERTURA, MASSIMILIANO GIOMETTI. DALL’ALTO L’ATTORE E REGISTA GIANLUCA VANNUCCI, I FOTOGRAFI AUGUSTO E MARTINE BETIULA E UNO SCORCIO DI UN SET PUBBLICITARIO.

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IN MAGAZINE

nostri. Una Riccione opposta rispetto a quella del divertimentificio puro. Il mio obiettivo è stato proprio questo: far vedere un lato nascosto della mia città e quanto essa sia affascinante e accogliente anche una volta finita la stagione turistica”. Il film è autoprodotto e autofinanziato dagli attori, tra i quali spicca Andrea Roncato, nei panni del regista di questo film nel film. La distribuzione è già confermata nelle sale della Romagna ed è in progetto la presentazione in vari festival nazionali. Negli ultimi anni sono aumentate le opportunità. “Oggi ci sono molte piccole ma vivaci realtà di videoproduzione – aggiunge –, dalle grandi professionalità, nel territorio che va da Gabicce a Ravenna, passando per San Marino e il Montefeltro. Si assiste a un forte aumento di videomaker, molti provenienti dal Dams di Bologna, che scelgono come location questa zona, complice


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“IL NOSTRO TERRITORIO OFFRE MOLTO, MA LE GRANDI PRODUZIONI ITALIANE E STRANIERE HANNO BISOGNO DI PERSONALE SPECIALIZZATO, INFRASTRUTTURE, INVESTIMENTI A FONDO PERDUTO. CI VORREBBE MAGGIOR SOSTEGNO E PIÙ FINANZIAMENTI.”

SUBITO SOTTO, PIERANGELO SPINA, TITOLARE DELLA CASA DI PRODUZIONE FILMGOOD DI SAN MARINO; A FIANCO UNA FOTO DI BACKSTAGE DALLO SPOT AMICA CHIPS CON BUFFON.

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una videoproduzione sempre più delocalizzata rispetto alle grandi metropoli”. Augusto e Martine Betiula sono fotografi di scena per il cinema, teatro, spot pubblicitari, videoclip musicali e concerti, impegnati tra Rimini e San Marino sul set di un video del regista Luca Lazzari per la casa di produzione La Ciao su un noto life coach riminese. “Il nostro lavoro – affermano –, consiste nel realizzare tutte le foto che serviranno per promuovere il prodotto (locandine, manifesti, copertine, social) e nel documentare il backstage delle varie fasi di lavorazione catturando l’atmosfera che si respira sul set. Abbiamo lavorato per molte produzioni ci-

nematografiche tra Rimini e San Marino, alcune autoprodotte, alcune arrivate anche al Festival di Cannes come il corto Fatti insoliti del regista africano Martin P. Ndong Eyebe o il film sulla seconda guerra mondiale Il viale delle rose, presentato a Cannes nel 2013, del regista sammarinese Philippe Macina”. Di quest’ultimo è anche la regia di un’altra produzione cinematografica sammarinese, La bandiera ritrovata sulla prima guerra mondiale, di cui i fratelli Betiula hanno seguito con i loro scatti il set. Dal cinema alla pubblicità, il fermento è ugualmente in crescita. Grandi brand hanno scelto questo territorio per i propri prodotti. Da Birra Moretti (il cui spot è stato girato tra Montegridolfo, Saludecio e Mondaino) a Carne Montana (sulla spiaggia di Riccione), fino ai biscotti Ringo (con il Palas di Rimini sullo sfondo). In ambito pubblicitario è specializzata la casa di produzione Filmgood di San Marino, attiva dal 2005 a livello internazionale, che ha lavorato con grandi registi del calibro di Dario Piana, Ferzan Ozpetek, Igor Borghi e Luca Lucini. Suoi gli spot per Amica Chips con Buffon, Cirio, Teneroni Casa Modena, De

Longhi, Beghelli, Opera La Pera. “Quest’ultimo girato in Teatro da noi”, precisa il titolare Pierangelo Spina, con un’esperienza di migliaia di spot alle spalle. Quando non si occupa di produzione diretta, la Filmgood fornisce supporto tecnico e logistico alle aziende che scelgono queste terre per le loro realizzazioni. “Il nostro territorio offre molto – afferma Spina –, ma le grandi produzioni italiane e straniere hanno bisogno di personale specializzato, infrastrutture, investimenti a fondo perduto. Ci vorrebbe un maggior sostegno da parte della nostra Regione e delle Film Commission, in modo da attirare più finanziamenti”. In media, uno spot di 30 secondi, richiede due giornate di lavoro. Tra le produzioni alle quali Filmgood ha collaborato, Spina ricorda anche Il Vichingo la cui ultima scena è stata girata due anni fa alla Basilica di San Vitale a Ravenna. Parliamo di un colossal russo da 17 milioni di euro. Una ventina gli uomini impiegati per l’occasione dalla società sammarinese che ha gestito l’intera operazione in terra italiana: dall’alloggio degli attori, al catering, dalle autorizzazioni alla logistica.


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VIVERE

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LE STORIE DI SEI DONNE MODERNE SEMPRE INTENSAMENTE IMPEGNATE NEL GIOCO ENTUSIASMANTE DELLA VITA. ANCHE E SOPRATTUTTO A CINQUANT’ANNI.

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Esiste una generazione di donne che ha vissuto gli anni ‘70 della protesta studentesca, gli anni ‘80 della disco-music, i ‘90 della seconda repubblica, il passaggio al terzo millennio e la digitalizzazione delle nostre vite? Sì. Sono le cinquantenni, quelle nate negli anni ‘60, quelle del baby boom. E, infatti, generalmente si tratta di donne toste, che affrontano la vita con sguardo proiettato nel futuro, che sanno coniugare lavoro, famiglia e passioni. Insomma, che sanno vivere con entusiasmo e senza pregiudizi nei confronti di quello che verrà. Abbiamo incontrato sei donne che vivono e lavorano nel nostro territorio e la foto di ognuna ha delle similitudini, dei tratti ricorrenti. A dimostrazione che la questione generazionale, a volte, ha la sua inf luenza. E se dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna questo è il caso di Milena Salvadori, moglie del campione di basket Carlton Myers. Dinamica, ha lavorato tre anni per il suo centro estetico e poi si è gettata a capofitto nel mondo della moda, disegnando una propria linea di vestiti per bambini e gestendo un negozio. Madre di due figli, Naigel e Joel anche loro ultra

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di I.C. / ph Riccardo Gallini


sportivi (buon sangue non mente), ora si dedica completamente alla famiglia. Ama correre e portare a spasso la sua bassottina Gina. Divoratrice di film, adora in particolare i thriller. “Quando lavoravo avevo meno momenti per stare insieme ai miei affetti. Ora che ho smesso posso trascorrere molto più tempo con loro – racconta Milena, che continua – Sono davvero contenta. In più, da quando riesco a dedicarmi alla mia cagnolina, ho avuto l’opportunità di intrecciare nuove conoscenze interessanti che condividono la mia stessa passione per gli animali”. Anche l’estetica per lei ha la sua importanza, ma senza farne una fissazione, le basta seguire poche regole e fare un po’ di sport per restare in forma. E ancora, Eleonora Cavalli, lavora per il Gruppo Atlantic di Riccione, dov’è responsabile di eventi e turismo d’affari. Eleonora è sposata, ha una bambina di nove anni, Sofia, e una forte passione per la scrittura e l’arte del cucito, attività che cerca di coltivare nel tempo libero. I suoi punti di forza? La simpatia e la gentilezza. “Una cosa fondamentale per mantenermi giovane? L’ironia! È lei che stende ogni ruga. Le donne che sorridono emanano luce e calore che le rendono superiori ai segni del tempo. L’ironia ha il potere di sfumare ogni pensiero, di confonderne i confini fino a ribaltarne la prospettiva. – spiega la manager, che aggiunge –. Quando esco dal lavoro la prima cosa che desidero fare è correre da mia figlia. Stare in mezzo ai bambini ha un effetto caleiodoscopico, mi immerge in un mondo di gioia e colori che mi diverte e mi rigenera”. C’è chi ha fatto della ricerca della bellezza e dell’armonia la propria professione, Paola Emiliozzi, chirurgo plastico specializzata in interventi di estetica. Ha due figli, Alice 20 anni e Tommaso di 19. Nel lavoro (come nella vita) Paola rifiuta categoricamente i clichè e dice: “Nei miei interventi ricerco l’armonia delle forme, non la bellezza stereotipata.

“UNA COSA FONDAMENTALE PER MANTENERMI GIOVANE? L’IRONIA! È LEI CHE STENDE OGNI RUGA. LE DONNE CHE SORRIDONO EMANANO LUCE E CALORE CHE LE RENDONO SUPERIORI AI SEGNI DEL TEMPO. L’IRONIA HA IL POTERE DI SFUMARE OGNI PENSIERO.”

È importante che la persona al risveglio dall’anestesia entri al più presto in sintonia con i cambiamenti apportati al proprio corpo. La prima cosa è sentirsi a casa, a proprio agio nelle nuove sembianze”. Allegra e solare, è sempre pronta ad accogliere amici in casa e a divertirsi con loro cantando al karaoke. La sua vita è un fiume in piena, con una grande attenzione anche al sociale. Ogni anno, infatti, vola in Africa per curare persone con patologie gravi: malattie congenite, malformaziomi e ferite. “Torno sempre più forte di quando sono partita”, commenta. E c’è anche chi ha fatto della propria vita un vero e proprio evento, Aurelia Fattori, meglio nota

IN APERTURA, MILENA SALVADORI, MOGLIE DEL CAMPIONE DI BASKET CARLTON MYERS, CON I FIGLI. IN QUESTA PAGINA, IN ALTO, ELEONORA CAVALLI.

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“NON TEMO IL TEMPO CHE PASSA, HO TANTA ENERGIA, MA SENTO CHE GLI ANNI CORRONO VELOCI. RISPETTO AL PASSATO MI DEDICO DI PIÙ ALLA MIA PROFESSIONE, CERCO DI CONDURRE L’ATTIVITÀ NEL MIGLIORE DEI MODI E MI SENTO REALIZZATA.”

come Lella, è una vera e propria icona per gli appassionati della notte. Ha una carica vitale che sa trasferire a tutte le persone che la circondano. Grandissima amante dello sport, la sua giornata inizia rigorosamente con una corsa alle

sei e trenta del mattino. E quando può, trova il tempo anche per giocare a tennis. Ama ballare di tutto, dal tango alla danza del ventre. D’inverno la si può trovare sulle cime innevate mentre disegna traiettorie armoniose sulle piste. “Lo sci è una delle mie grandi passioni. Faccio parte del direttivo dello Sci Club di Rimini e da dicembre a marzo cerco sempre di andare in qualche località montana”. Ogni tanto si siede?... “Sì”, dice sorridendo “Quando gioco a burracco che mi diverte molto. E ho cercato di coniugare questa passione con la solidarietà. Da un po’ di anni organizzo tornei per la Onlus Una Goccia per il Mondo ”. Agente di vendita di imbarcazioni presso la Mulazzani Trading Company, il suo è uno spirito spumeggiante.

Mamma di Federica, è incredebilmente anche nonna per la terza volta. Da non crederci... Patrizia Franchini invece è un’imprenditrice, ha cinque figli che ha cresciuto con disinvoltura, abita a Morciano di Romagna e lavora nell’azienda di famiglia dove gestisce il settore della vetrinistica e del packaging. Tra i cinque figli - Nicola, Martina, Francesca, Tommaso, Sofia - ci sono due gemelli che da piccoli caricava in bicicletta e da Morciano partiva per portarseli al mare. È una grande appassionata di disco music anni ‘80, con un marito ex dj, oggi tra i soci della nota azienda Mo.Ca. Sarà stato lo sport, sarà un po’ madre natura, la Titty, nonostante le gravidanze, ha un fisico invidiabile che si coniuga alla dolcezza dei modi

IN QUESTA PAGINA, DALL’ALTO, PAOLA EMILIOZZI CON SUO FIGLIO TOMMASO. A FIANCO AURELIA, DETTA LELLA, FATTORI.

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che ha verso le persone che lavorano con lei, gli amici e i clienti. “Non temo il tempo che passa, ho tanta energia, ma sento che gli anni corrono veloci. Rispetto al passato mi dedico di più alla mia professione, cerco di condurre l’attività nel migliore dei modi e mi sento realizzata quando riesco a comprendere e soddisfare le esigenze dei clienti”. Patrizia non è l’unica ad aver impostato la propria vita con dinamicità. Laura Ravasio, ad esempio, non lascia trascorrere una giornata senza infilarci almeno un po’ di sport. Nuoto, corsa o trekking, si reca ovunque in bicicletta e se

VERE PROTAGONISTE CHE, SENZA TONI ENFATICI, HANNO SEMPLICEMENTE VOGLIA DI SPERIMENTARE, PARTECIPARE, INSOMMA VIVERE INTENSAMENTE. E SE I CINQUANTA SONO RUGGENTI, LORO SANNO FAR SENTIRE IL LORO RUGGITO!

la si vede in giro in auto, forse nevica. Dirige la redazione del suo ufficio stampa Nuova Comunicazione che ha fondato insieme a un collega. Oltre a gestire le relazioni con i mass media, si occupa di comunicazione a tutto tondo, formazione e organizzazione di eventi. Anche lei ha cresciuto due gemelli (Gabriele e Benedetta) che oggi hanno 20 anni e frequentano l’università. “Quando il nido si è svuotato, dopo i primi momenti di smarrimento dove ho sentito la loro mancanza, adesso mi sono abituata... quasi abituata – si corregge Laura ridendo – e ne colgo anche gli aspetti positivi: l’ordine in casa, ad esempio. Ho meno tempo libero rispetto a prima, ma del resto la mia 30

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vita è sempre stata di corsa per le tante cose che ho voglia di fare. Certo è cambiata la prospettiva, ma oggi sono senza dubbio più determinata”. È un piacere ascoltare e chiacchierare con queste donne, che nel pieno della loro maturità psico-fisica non vivono di rimpianti e, seppur appagate dal loro percorso famigliare e professionale, non si dichiarano arrivate. Vere protagoniste che, senza toni enfatici, hanno semplicemente voglia di sperimentare, partecipare, insomma vivere intensamente. E se i cinquanta sono ruggenti loro sanno far sentire il loro ruggito!

IN BASSO, PATRIZIA FRANCHINI E LAURA RAVASIO.


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RELAZIONARSI

Scelta

DI VITA L’AVVOCATO PENALISTA GIOVANNA OLLÀ, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI RIMINI AL SECONDO MANDATO, AMA I VIAGGI, IL CIBO, LA LETTURA, LUPO ALBERTO E I SOCIAL MEDIA.

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di Giorgia Gianni / ph Riccardo Gallini

“Sono stata una bambina molto chiusa, introversa e restia ai contatti sociali. Ricordo che da piccola solitamente durante la ricreazione restavo sempre seduta nel mio banco, fino al giorno in cui la maestra mi sollecitò ad alzarmi: corsi via come una dannata, finii contro un bimbo e gli scheggiai due denti!”. Oggi quella bimba sfuggente è diventata una donna brillante e assertiva, a cui di certo non mancano doti comunicative e relazionali: Giovanna Ollà, avvocato penalista, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Rimini al secondo mandato. “Il mio è un lavoro di contatto e di relazioni – afferma –, anche per il mio ruolo nell’Ordine e in alcune commissioni di studio di organismi nazionali dell’avvocatura di cui faccio parte. La mia professione di avvocato penalista è il più grande ‘amore’, una vera scelta di vita, perché esprime quella funzione sociale e di guida culturale che l’avvocatura è chiamata a svolgere, in una realtà spesso lontana dal rispetto di quelle garanzie che, nel processo penale, devono essere riconosciu-

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Qualità Tradizione Gusto per vivere emozioni Posillipo l’Osteria e l’Enoteca Posillipo per i tuoi eventi di successo te a tutti i cittadini”. Nata a Portoferraio ma arrivata già a due anni sull’Adriatico (ndr, il padre apparteneva alla Guardia di Finanza), quando non indossa toga e bavaglino, Giovanna Ollà si dedica alle sue altre passioni. I viaggi innanzitutto. “Amo soprattutto la montagna d’inverno e sciare – ricorda –, ma anche il mare d’estate, gli oceani, i Caraibi... pur non sapendo nuotare. Con amici collaudati mi concedo un paio di viaggi all’anno. Il più bello finora è stato a Istanbul in Turchia, dove si incrociano realtà e culture affascinanti e diverse”. Chi viaggia ama solitamente anche conoscere attraverso il cibo ed è il caso di Giovanna Ollà. “Non cucino – sorride –, ma mi piace curiosare fra i ristoranti di altissimo livello, anche se allo stesso tempo non saprei rinunciare a un piatto di tagliatelle del nostro territorio”. Poi ci sono le letture, gli animali. E un affetto particolare per Lupo Alberto. “Nei suoi fumetti – precisa – è racchiusa una vera e propria filosofia di vita, ma anche i nostri limiti umani. I personaggi sono

quelli che poi ritroviamo nella realtà quotidiana: il capo, il secchione, la signorina frufrù. Lo adoro, lo vorrei come prossimo premier”. Ed è un ‘fumetto’, a suo modo, anche il Gippo, il pupazzetto protagonista di molti divertenti post di Giovanna Ollà su Facebook. “È ormai la mia interfaccia sui social, perché credo che il rapporto con i social media debba essere vissuto sempre con un pizzico di ironia. È una vignetta che può permettersi di dire tutto, strappando un sorriso. È questo che si dovrebbe fare sui social... La vita va affrontata serenamente e con grandi risate”. Lo stesso sorriso che vorrebbe portare ai bimbi insieme ai volontari di Dottor Clown. “Occasionalmente – conclude Giovanna Ollà –, ho fatto volontariato in passato, nel campo della protezione civile. Mi piace, ho amici in Dottor Clown e so che si entra a farne parte dopo una formazione seria e impegnativa che, in questo momento, i miei impegni non mi consentirebbero di seguire. Ma nel mio prossimo futuro è un’esperienza che mi piacerebbe fare”.

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CUSTODIRE

Passione

CASHMERE ERMIRA E MIRCO NEL LORO NEGOZIO QING’S THINGS NON VENDONO SEMPLICI CAPI DI ABBIGLIAMENTO MA STORIE, EMOZIONANDO CON COLORI E TESSUTI CHE PROVENGONO DA LONTANO. di Cinzia Bauzone / ph Riccardo Gallini

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Un lungo viaggio multicolore quello di Ermira e Mirco che da anni emoziona le loro vite. Dalla Mongolia alla Thailandia passando per l’India inseguendo con passione le più pregiate fibre tessili, seta, lino, cashmere. La stessa passione che oggi consente di affermare il loro punto vendita un’eccellenza in cui trovare i migliori tessuti al mondo. Qing’s Things è il nome del loro negozio, nato sull’antica vetta del monte Titano, un luogo dell’anima dove le creazioni attingono dalle suggestioni dei paesaggi e culture che Ermina e Mirco scoprono durante i loro viaggi. Abiti, cappotti, maglie e pashmine in caldo cashmere realizzati con sapienza artigianale e dal fascino ineguagliabile. “Noi non ven-

IN UN MONDO DAI RITMI INCALZANTI, LE FIBRE NATURALI RAPPRESENTANO IL GIUSTO COMPROMESSO PER FERMARSI UN ISTANTE E LASCIARSI COCCOLARE NEL BENESSERE DI UN ABBRACCIO. NON È DIFFICILE RIMANERE SEDOTTI DA QUESTA FIBRA STRAORDINARIA.

diamo capi di abbigliamento ma storie”, afferma Ermira nel suo racconto, sempre pronta ad aggiungere qualcosa di nuovo ai loro prodotti unici e preziosi. Un lavoro attento, fatto di conoscenza, selezionando i migliori filati, rivolto a chi ama indossare il calore e la morbidezza di fibre naturali pregiate che vantano antiche origini. “I capi che proponiamo nel nostro negozio sono realizzati in puro cashmere, caldi morbidissimi ma allo stesso tempo leggeri e resistenti. Viene dalla Mongolia il morbido cashmere, la preziosa ed elegante seta dalla Thailandia, mentre dal Belgio importiamo il lino: il tessuto naturale più antico del mondo. Senza dimenticare

l’India, dalla quale arrivano le pashmine dai colori brillanti. Essi hanno un’anima, una loro storia. In un mondo dai ritmi incalzanti, le fibre naturali rappresentano il giusto compromesso per fermarsi un istante e lasciarsi coccolare nel benessere di un abbraccio. Non è difficile rimanere sedotti da questa fibra straordinaria”. Ed ecco che un semplice capo diventa qualcosa di prezioso, da custodire con cura. Da Qing’s Things troverete molteplici varietà di prodotti esclusivi declinati in fibre nobili. Indossarli è come compiere un viaggio sensoriale che parte dal tatto e attraversa profumi di terre lontane e colori naturali.

IN APERTURA ERMIRA, TITOLARE INSIEME A MARCO DEL NEGOZIO QING’S THINGS. IN QUESTA PAGINA L’ATTORE PIERO MAGGIÒ VESTE I LORO ABITI IN CASHMERE.

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PROGETTARE

Un obiettivo

COMUNE

ALICE GARDINI E NICOLA GIBERTINI, DELLO STUDIO GGA ARCHITETTI DI RIMINI, RACCONTANO I LORO PERCORSI, LA POETICA E LA PASSIONE DIETRO IL LORO LAVORO.

A A FIANCO, GLI ARCHITETTI ALICE GARDINI E NICOLA GIBERTINI, NELLA PAGINA SEGUENTE IL PROGETTO DI UNA VILLA NELL’URBINATE.

di Lucia Lombardi / ph Riccardo Gallini

All’interno della suggestiva corte di palazzo Diotallevi, nel cuore di Rimini in un luogo raccolto e silenzioso si trova lo studio GGA Gardini Gibertini Architetti, una dimensione perfetta per il modo di lavorare di Alice Gardini e Nicola Gibertini. I due progettisti si sono incontrati a un Master di specializzazione a Lucca nel 2001. “Venivamo da percorsi diversi – racconta Alice – lui lombardo e laureato al Politecnico di Milano, dopo un percorso formativo tra Italia e Barcellona, lavorava nel suo studio di Milano; io ho completato gli studi a Firenze con un dottorato in progettazione architettonica a Genova e un mio studio a Santarcangelo. GGA si è formato dopo aver vinto il concorso per la riqualificazione del centro storico di Savignano sul Rubicone nel 2005 a quel concorso ne sono seguiti altri con riconoscimenti importanti. Poco dopo ho stretto un rapporto con l’Università di Ferrara dove svolgo tutt’ora attività didattica e di ricerca”. Il loro studio è una specie di laboratorio contemporaneo, dall’approccio artigianale. “Questo impone – dicono – uno sguardo multifocale e complessivo sulla sostanza del

progetto, che ogni volta è diverso, afferma la progettista. È un esercizio interessante e molto prolifico perché permette la contaminazione tra più ambiti, ci permette di avere il controllo della qualità del lavoro e una particolare attenzione verso il cliente, che viene sempre coinvolto e spesso diventa, se non lo è già, un amico”. Entrambi hanno una formazione accademica orientata alla progettazione architettonica nel senso più ampio, dall’edificio allo spa-

zio pubblico. “Abbiamo poi avuto occasione anche di lavorare nel campo del design – aggiungono – collaborando con diverse aziende italiane: Agape, Visentin, Riva1920, Reguitti, Viabizzuno, Panerai, per citarne alcune, sottolinea Nicola. Siamo maniaci del disegno e del dettaglio e abbiamo sempre curato il progetto nell’interezza del processo. Essendo una coppia anche nella vita privata, questo aspetto am-

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plifica ogni dettaglio della professione, con un riverbero inevitabile ma spesso proficuo nella sfera privata, in cui ogni progetto continua a definirsi in un dialogo ininterrotto attraverso la nostra quotidianità, lontano dallo studio, vedendo un quadro, facendo un viaggio, leggendo un racconto, scoprendo un nuovo materiale. Ci unisce la passione nell’affrontare il lavoro e l’obiettivo comune, ci differenzia il percorso per arrivare alla meta, ma è dal confronto su ogni progetto che si sviluppano per noi le idee migliori”. Spiegano che il loro modus operandi comincia focalizzandosi intorno a un concept

“PER FARE L’ARCHITETTO, OGGI È NECESSARIO ESSERE PARTICOLARMENTE OTTIMISTI, UN PO’ OSTINATI, MA SOPRATTUTTO VISIONARI, VEDERE IL POTENZIALE NASCOSTO DI UN LUOGO, SAPER IMMAGINARE SPAZI INNOVATIVI E ARMONICI.”

di progetto molto forte che tendono continuamente a verificare e a mettere in crisi. “Il risultato di questa indagine metodologica, che avviene attraverso l’ascolto e lo studio approfondito del tema di progetto ancor prima di cominciare a disegnare, si concretizza in segni molto semplici, dice Nicola. Ci contraddistingue sicuramente l’attenzione per la fase realizzativa di ogni lavoro”. Interviene poi Alice. “Per fare l’architetto oggi è necessario essere particolarmente ottimisti, un po’ ostinati, ma soprattutto visionari, vedere il potenziale nascosto di un luogo, saper immaginare spazi innovativi e armonici”. Tra gli ultimi progetti più significativi dello studio GGA c’è il 40

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progetto di una residenza per un committente straniero nei pressi di Urbino AP House. “Rappresenta una buona sintesi della nostra produzione – racconta Nicola –. Il nostro studio si è occupato di ogni aspetto della progettazione: architettonico, arredo, landscape design. È un progetto che ha coinvolto numerose aziende anche riminesi e che negli ultimi due anni ci ha impegnato nella coordinazione del cantiere. Altri progetti riguardano la realizzazione di alcuni negozi all’estero per brand italiani della moda e in particolare un edificio realizzato a Sochi in Russia, qualche anno fa per un marchio prestigioso.

Ci sono poi progetti a cui siamo affezionati: un sistema di piazze nella provincia di Lecce, due ville a Bellaria, ma anche i progetti rimasti sulla carta come il Padiglione Italia all’Expo 2015 di Milano o la nuova sede delle Officine Panerai a Bot Neuchatel in Svizzera del 2008, incarico vinto tramite concorso ad inviti, rimangono tappe fondamentali del nostro percorso professionale”. Cosa significa per voi progettare oggi? Risponde Alice “progettare significa da sempre, cogliere le sfide del proprio tempo per migliorare la vita dell’uomo. Questo per noi è sempre valido...”



ABITARE

Attico per

FAMIGLIA ALLE PORTE DI SANTARCANGELO, UN APPARTAMENTO DI CIRCA 280 METRI QUADRATI, IN CUI VIVE UNA COPPIA CON I FIGLI E UN CANE. SPAZI ELEGANTI IN CUI INTERNI ED ESTERNI SI COMPENETRANO. di Lucia Lombardi / ph Riccardo Gallini

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Dove c’è famiglia, c’è casa... recitava un vecchio slogan pubblicitario. Effettivamente l’ultimo progetto di restyling dell’architetto Massimo Morandi restituisce tutto il calore di cui una famiglia necessita senza minimamente tralasciare l’eleganza degli spazi. Pur dividendosi in questi mesi tra l’Italia e la Cina, è riuscito a seguire i lavori del nuovo attico di Alex e Naica, una coppia piena di vita che ha deciso di avvicinarsi alle porte di Santarcangelo senza rinunciare alle ampie metrature per vivere il quotidiano con agio. La famiglia aveva quindi l’esigenza di vivere liberamente gli spazi domestici, in un rapporto diretto con gli ambienti esterni delle terrazze che cingono l’appartamento di circa 280 metri quadrati. Interni ed esterni si compenetrano, permettendo ai figli e al cane di giocare in tutta tranquillità e sicurezza, e ai genitori di organizzare piacevoli momenti di convivialità. Entrando il marmo rosa del Portogallo amplifica esponenzialmente la luce naturale che penetra con di-

sinvoltura, soprattutto nel living e nella cucina abitabile. Nella zona giorno e notte convivono preesistenze, oggetti di design, tecnologia nascosta e nuovi concepimenti architettonici, come il camino con mobile a scomparsa del grande salone, ‘ingoiato’ dalla parete e incorniciato dalle mattonelle nere by Patricia Urquiola, cesellate da piccoli decori, quasi orientaleggianti, in dialogo con la boiserie. In sala spicca la Lounge Chair Vitra, uno dei progetti più noti di Charles e Ray Eames, sovrastata dalla lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni. Le due casse americane in legno a lato, amplificano la musica fungendo al contempo da arredo tecnologico. Illuminazione, riscaldamento e raffrescamento sono a soffitto. Il grande tavolo del living è sovrastato da due lampade Caboche a sospensione firmate da Patricia Urquiola ed Eliana Gerotto per Foscarini in vetro soffiato e metallo cromato, mentre a parete c’è un mobile vintage su cui campeggiano cimeli di famiglia. La cucina è stata adattata con grande perizia



IL PROGETTO DI RESTYLING È A CURA DELL’ARCHITETTO MASSIMO MORANDI CHE HA SEGUITO LE ESIGENZE DELLA FAMIGLIA: VIVERE LIBERAMENE GLI SPAZI DOMESTICI. ENTRANDO SI RESTA SUBITO COLPITI DAL MARMO ROSA DEL PORTOGALLO CHE AMPLIFICA LA LUCE.

dall’architetto Morandi a delle preesistenze: per caratterizzare l’ambiente, è stato creato appositamente un tavolo scultura, ottenuto da un cedro di 110 anni, abbattuto da un fortunale. Il monoblocco – lavorato con il

flessibile – ha forma ellittica utile per accomodarvisi in molti. Ad affiancare questo unicum sono le sedie DSW di Charles e Ray Eames in polipropilene e acero. Il lampadario è Ikea rivisitato. In terrazza, il verde è inserito a perimetro dentro fioriere in ferro arrugginito effetto corte, mentre in alto l’effetto cielo stellato è ottenuto con lucine a led dai filamenti in carbonio. Le sedie e i tavoli da esterno provengono da Migani Store, il pavimento è in gres chiaro galleggiante. I cuscini sono rigorosamente color ottanio, nuance amata dalla padrona di casa e dalla sua preziosa consigliera Enrica Biagetti del Prisma, che le ha elargito la sua preziosa formulazione color ottanio per la camera da letto. Stanza dall’esprit essenzia-

le, con letto in tessuto e cabina armadio provenienti da Prisma Arredamenti. Il bagno padronale è rivestito in gres grigio scuro sino al soffitto, mentre dal lato a contrasto è stata scelta una carta da parati resistente all’acqua dall’effetto bassorilievo. I sanitari dalla forma a uovo sono contenuti per dimensione e acquistati come tutti gli elementi presso Arké. La grande doccia è caratterizzata da un soffione a soffitto a forma di goccia in acciaio scuro della Gessi. Una casa deve essere l’espressione più vera di chi la abita e, in questo progetto ‘condiviso’, l’architetto Morandi ha messo a frutto tutta la sua professionalità senza prevaricare, anzi entrando in piena empatia coi suoi abitanti e le loro esigenze.

IN APERTURA, IL GRANDE SALONE DELL’ATTICO. IN QUESTA PAGINA, UNO SCORCIO DELL’AMBIENTE DELLA CUCINA E DEL BAGNO.

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Interpretare

LE IDEE

LA RICCIONESE SARA MIRZIAI LAVORA COME INTERIOR DESIGNER IN UN NOTO STUDIO IN FLORIDA, PORTANDO L’APPREZZATO GUSTO MADE IN ITALY NEGLI STATI UNITI, CON UN GIUSTO COMPROMESSO TRA COMODITÀ E STILE.

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Di Sara Mirziai sapevo poco. Un giorno d’estate, sua madre mi dice: “Mia figlia dovrebbe arrivare dalla Florida”. Pensavo a una studentessa in vacanza, invece, scopro che Sara lavora come interior designer in un noto studio statunitense. “Porta l’impronta di italianità nelle ville degli americani” mi rivela la madre con una punta di orgoglio. Così nasce la storia che vi racconto. “Sono nata negli USA e sono arrivata in Italia quando avevo un mese, poi, qualche anno fa, ho deciso di tornare in Florida e iscrivermi in un college specifico per il design. Sono mamma di un maschietto, la mia opera meglio riuscita” – esordisce Sara al nostro appuntamento -. “Ho frequentato il liceo artistico a Riccione, con indirizzo moda, che mi è piaciuto tantissimo. Coerentemente, quindi se avessi voluto continuare moda, avrei dovuto scegliere New York, ma non è proprio il mio ambiente e mio zio, che ha un’attività in Florida, mi ha suggerito il Southwest Florida College. il settore di Interior Design offre molte opportunità di lavoro a Naples, dove adesso abito.” Cosa offrono le scuole americane a uno studente appena

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di Irena Coso

laureato in interior design? “L’interior designer in USA ha un suo ruolo ben specifico e nella maggior parte delle occasioni la scuola ti offre il lavoro e inserisce in una compagnia che propone inizialmente uno stage e successivamente una posizione lavorativa. Mi sono laureata in tre anni perché ho avuto il figlio e ho ottenuto un lavoro all’interno di una compagnia importante dopo un

anno. La scuola, infatti, è molto selettiva. Nella nostra formazione viene data grande importanza allo sviluppo di modelli innovativi, anche ispirati ai canoni estetici tratti dalla storia d’arte e stimolando così la creatività.” Qual è la parte del tuo percorso professionale che ti è piaciuta di più? “Certamente, l’uso di diversi tessuti, materiali e colori, trasmes-


ph Veronica Frison

somi da mio padre di origini iraniane, e il disegno di interni con particolare attenzione ai soffitti alti e alle finestre scoperte. Il prodotto della nostra creazione lo confrontiamo poi con il cliente per capire se abbiamo interpretato correttamente la sua idea, le sue esigenze e il suo stato d’animo. Nello studio dove lavoro offriamo due tipi di progettazione: il design ad uso residenziale, che è quello che faccio io, e il design commerciale, che si dedica a spazi più orientati ad ambienti ad uso turistico o lavorativo.” Come viene considerato il design italiano fra i tuoi colleghi? “Il design italiano è il più apprezzato, anche da noi. Quando dichiari di essere italiano, per loro è una garanzia. Noi vediamo le cose con più attenzione al dettaglio, riuscendo ad ottenere un buon compromesso tra comodità e stile. Il gusto americano è molto più semplice, per come la vedo io. Lavoro in collaborazione con un ragazzo portoricano che ha studiato in Italia, e che dimostra una grande creatività è una grande capacità comunicativa.” Qual è il gusto dominante in Florida? “Nella nostra zona abbiamo le case in stile toscano, molto rustico. Ultimamente, la tendenza è uno stile più moderno in cui prevale l’uso di linee piu semplici e pulite in aggiunta di materiali come marmo, granito, quarzo e vetro. Inoltre, nei nostri progetti usiamo moltissimo gli specchi, perché danno molta luminosità e volume agli ambienti. Anche

la pelle è tornata di moda e per quanto attiene ai colori, prediligono il beige, il grigio, il bianco e il nero.” La casa più strana che hai disegnato? “È una villa costruita nella zona prestigiosa di Bonita Springs, tutta completamente bianca. In particolare, l’aspetto più eclettico è rappresentato dagli accessori, quali divani, poltrone e sedie, tutte viola. La stessa ha una bellissima vista sul lago, e nei suoi interni prevale il vetro, usato anche per la pavimentazione. Soffitti alti e ampie finestre. La cucina è stata disegnata con una forma a onda ed è tutta bianca con un bordatura in metallo.” Relazione fra interior designer e architetto? “Sono complementari. L’interior designer ha bisogno di conoscere l’idea dell’architetto per poi svilupparne il concetto e la realizzazione degli spazi e l’architetto contribuisce nella concretizzazione del design. In questo lavoro ci sono momenti in cui l’ego personale deve essere annullato. La parte più importante del mio lavoro è quella di interpretare.” Se tu dovessi arredare la tua casa, che materiali e colori useresti? “Tanta pelle: è morbida, durevole, fine ed elegante. Colori: rosso, rosso amore. Rosso e bianco... e poi, finestre enormi, tanta luce naturale e ornamenti floreali. In ultimo non deve mancare l’accento del tappeto, ovviamente Persiano, che offre design ed eleganza alla stanza. I materiali parlano, se sappiamo ascoltarli.”

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INNOVARE

Amare

LA CUCINA LO CHEF GIULIANO CANZIAN FIRMA LA RISTRUTTURAZIONE IN STILE DECÒ, CON UN TOCCO SFARZOSO DELLO STORICO RISTORANTE LO ZIO A RIMINI.

O SOTTO, LO CHEF GIULIANO CANZIAN DELLO STORICO RISTORANTE LO ZIO DI RIMINI CON IL SUO STAFF.

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di Marco Bonanni / ph Riccardo Gallini

Occhi profondi, scuri. Il corpo irrequieto cerca di seguire la mente vulcanica che è già al futuro, ma non ci riesce. Mi riceve a porte chiuse fra cavi e calcinacci, disponibile e concentrato sull’imminente riapertura. Giuliano Canzian, giovane chef e imprenditore di successo, patron della trattoria dallo Zio con altri quattro locali a Rimini che portano la sua firma. È molto difficile scindere il cuoco dal manager, in lui entrambe le personalità si interscambiano costantemente, l’una supporta l’altra e viceversa. “Parto con

un’enorme passione per la cucina impegnandomi tantissimo”. Mi racconta lo chef. “Sono il prodotto di una buona scuola alberghiera e ho avuto la fortuna di avere ottimi insegnanti motivati che mi hanno inculcato sia la tecnica della cucina sia l’importanza fondamentale della gestione. Ovviamente c’è qualche dote innata da una parte e dall’altra ma, tutti i giorni, cerco di coniugare queste due figure”. Parole che risuonano nella sala vuota queste di Giuliano, portando con sé una grande consapevolezza e gratitudine. Una persona centrata nel presente ma già in equilibrio con il divenire. “Dal 2003 a oggi sono accadute tante cose che mi hanno arricchito di soddisfazioni e successi ma li ho sempre condivisi con mia moglie in primis, che si occupa della gestione amministrativa, e con i miei ragazzi. Tutti loro sono cresciuti con me attraverso le scommesse che ho portato avanti e ora ricoprono ruoli importanti. Faticano tanto e lo fanno con grande entusiasmo, il mondo della ristorazione è duro. Mi piace vederli esprimere liberi, ascoltare le loro idee e capita che si decida assieme.” Concetto importante questo

per Giuliano che affronta con appassionata umiltà. “Ogni cosa fa parte del metodo d’impresa e il ruolo dei collaboratori all’interno dei progetti, partiti e conclusi, ricoprono una ruota fondamentale dell’ingranaggio.” Tutto è ancora da definire qui in trattoria. All’architetto Giovanni Tommaso Garattoni è stato affidato il compito di creare un qualcosa di unico a Rimini, un progetto pilota che ribalterà lo schema dei già sorpassati locali minimal. Pavimenti in stile primi novecento. Moderne luci per i soffitti a vista. Sfarzosi lampadari di Murano, su disegni originali dello stesso architetto, nelle sale più dèco del piano superiore. Giuliano si muove avanti e indietro per la sala guardando il da farsi con la testa riboccante di idee e di progetti. Lo guardo e per un momento mi immergo nei suoi pensieri a me sconosciuti. Non riesco a trattenere l’entusiasmo dell’incontro e un’ultima domanda fa capolino. Chi è Giuliano Canzian? “Bella domanda. Chi è? Mah, fondamentalmente Giuliano è un appassionato di vino e cucina che ama stare a contatto con la gente.”


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VOLTEGGIARE

Magiche

ATMOSFERE GUARDARE IL MONDO A TESTA IN GIÙ È POSSIBILE E LE RAGAZZE DI CIRCUS ATMOSPHERE CE LO DIMOSTRANO VOLTEGGIANDO SOPRA LE NOSTRE TESTE TRA TESSUTI, CERCHI E TRAPEZI.

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di Antonella Zaghini / ph Amanda Alessandrini

È un sogno fatto di leggerezza e di libertà, appesi a un tessuto aereo. Un sogno che quando diventa realtà ti fa volteggiare nell’aria come una ballerina che non conosce la gravità. È la ginnastica acrobatica aerea. Nasce dalle arti circensi, si pratica in palestre ad hoc; in occasioni speciali esce all’aperto con gli attrezzi ancorati agli alberi e in quel caso è un incanto. Alzi gli occhi al cielo e vedi volteggiare fra tessuti, cerchi, trapezi, silhouette che fluttuano nell’aria. Questo sogno è diventato realtà per quattro amiche che, dall’anno scorso, nella palestra della scuola Alba Adriatica di Rimini hanno creato Circus Atmosphere, associazione sportiva dilettantistica, dedita alla diffusione e allo sviluppo delle arti circensi e performative. L’idea è firmata Silvia Fonti, Valentina Latini Corazzini, Amanda Alessandrini e Francesca Del Bianco. Quattro destini che si sono incrociati nei vari workshop che si tengono in lungo e in largo per il Bel Paese e che accanto ai loro lavori (la prima receptionist, la seconda ingegnere civile, a seguire fotografa e guida turistica) condividono

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questa passione. “Come società - racconta Silvia - nasciamo nel 2016 ed è il risultato di sette anni di desideri tirati fuori dal cassetto, perseguiti con tenacia e pazienza. La svolta è arrivata l’anno scorso. Grazie a un bando comunale abbiamo trovato il posto perfetto: una palestra con il soffitto altissimo e travi a vista per agganciare i tessuti. Una palestra per noi, ma anche per condividere questa passione con altre persone”. L’i-

dea piace, parecchio. Tant’è che dalla sola lezione settimanale del 2016, quest’anno le possibilità di apprendere quest’arte - perché altrimenti non si può proprio definire - sono quadruplicate. A partire dall’autunno e per tutto l’inverno saranno proposti corsi per principianti e per più esperti, con una particolare attenzione per il settore bimbi che avrà giorni e orari dedicati. “La sicurezza - sottolinea Silvia - è il nostro


pallino. Tutto è stato testato e certificato. Avere un’ingegnere civile come Valentina che ricopre la duplice veste, professionista e artista, è un valore aggiunto. Inoltre la nostra associazione è affiliata Endas e iscritta al registro del Coni. Per il resto, non c’è limite di età per misurarsi con l’acrobatica aerea. Noi, riprendendo lo slogan della Lego, amiamo dire che dai 6 anni ai 99 c’è possibilità per tutti. Bisogna avere solo una motivazione d’acciaio. Per imparare a fare due bracciate e salire sul tessuto, se non si ha la muscolatura giusta, può passare anche un mese. L’importante è non demoralizzarsi. Le cose arrivano e quando un metro dopo l’altro arrivi a scalarli tutti è fantastico”. Valentina, Silvia, Amanda e

Francesca all’attività in palestra, alternano stage formativi e suggestivi spettacoli all’aperto. Dove è possibile agganciano i loro attrezzi a imponenti alberi. Basta dare un’occhiata alla loro pagina Facebook (Circus Atmosfere) per restarne incantati. In una delle loro ultime uscite hanno usato l’albero maestro della Goletta Verde in occasione della giornata promossa da Legambiente: Un mare pulito e senza barriere. Dove questo non è possibile l’arte di volteggiare sospesi nell’aria non arretra di un passo. Basta munirsi di una struttura portante (“si impacchetta in un attimo e trova spazio persino nelle utilitarie così care a noi donne”) e si guarda il mondo da sei metri di altezza. Anche se, conclude Silvia a nome di tutte e quattro: “Il desiderio

QUATTRO AMICHE, DALL’ANNO SCORSO, HANNO CREATO CIRCUS ATMOSPHERE: UN SOGNO CHE QUANDO DIVENTA REALTÀ TI FA VOLTEGGIARE NELL’ARIA COME UNA BALLERINA CHE NON CONOSCE LA GRAVITÀ. È LA GINNASTICA ACROBATICA AEREA.

più bello è potersi appendere alle strutture esistenti, ai nostri monumenti, e unire arte e bellezza. Un desiderio, causa l’enorme burocrazia, per il momento bello e impossibile. Ma noi continuiamo a sperarci”. IN MAGAZINE

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CREARE

Il mare

FRA LE MANI STILECLETTICO È IL BRAND DI MIRKO MACCIANTELLI, NATO DALL’IDEA DI RECUPERARE IL TESSUTO DELLE VELE PER PRODURRE BORSE UNICHE, RESISTENTI, ARTIGIANALI E CURATE NEI DETTAGLI.

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di Alessandra Leardini / ph Riccardo Gallini

Da un’idea di riutilizzo nasce Stileclettico. Si chiama così il brand ideato da Mirko Macciantelli, bolognese d’origine ma cattolichino d’adozione, da sempre amante del mare, fin da quando

IN APERTURA, MIRKO MACCIANTELLI DI STILECLETTICO, CON LE SUE BORSE FATTE CON IL TESSUTO DI RECUPERO DELLE VELE.

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arrivava in riviera per le vacanze estive, e di tutte le attività e risorse che vi ruotano attorno. Tra queste gli sport velici e acquatici ai quali si dedica da allora. A un designer come lui, cresciuto – da

buon bolognese – ricercando la cura per il dettaglio, non poteva sfuggire un particolare: il fascino che si cela dietro quei tessuti veleggianti tra le onde. “Pochi sanno davvero com’è


questa città –racconta –. La sua vera intimità, la scopre solo chi ha voglia di perdersi nei suoi vicoletti. Le vele mi hanno sempre incantato nei loro tessuti, colori e forme, ma soprattutto per la loro storia. Una volta, passeggiando su una banchina al porto, ho trovato una vela che aveva terminato la sua navigazione. Di lì a poco sarebbe stata buttata. Chiesi al proprietario se potevo prenderla, ne fu ben felice. Da lì iniziai i primi bozzetti e modelli su carta”. Un materiale inerte che per sua natura non può essere destinato al riciclo, trova così una sua seconda vita. Mirko, bozzetto dopo bozzetto, capisce che da quei tessuti possono nascere borse e accessori. Ma come realizzarli concretamente? “Iniziai a rivolgermi a qualche artigiano – aggiunge -, senza però riuscire a trovare un positivo riscontro. Il tessuto era troppo particolare. Così mi sono dovuto reinventare, ho iniziato a cucire i primi prototipi, e oggi seguo personalmente tutta la produzione”. Il secondo step è il passaggio dalla vendita online all’apertura di un negozio in centro a Cattolica dove Mirko può mostrare le creazioni finite e lo stesso processo di lavo-

razione, nel vicino laboratorio a vista. “Partendo da un modello esposto – afferma -, si possono aggiungere o modificare i ricami, cambiare il colore, apportare altre personalizzazioni. Il mio è un prodotto assolutamente su misura”. E dal contatto con il cliente nascono nuovi progetti. È il caso di Mario III, linea di accessori e abbigliamento che prende il nome dal logo di una barca d’epoca (un lancione del ’47), tra le più simboliche e storiche del porto cattolichino. Il suo proprietario, venuto a conoscenza delle creazioni di Macciantelli, si è presentato in negozio per chiedere di realizzare un borsello con alcuni scampoli della vela della sua imbarcazione e, sopra, il suo logo. “L’idea mi ha subito appassionato – conclude il designer-artigiano –. Il logo rimanda, nella sua linearità, alla storia della marineria locale, come il colore del tessuto della vela, il ruggine, tra i più utilizzati un tempo, insieme al nero e all’ocra”. Nelle borse, felpe e polo Mario III rivive così un pezzo di storia di Cattolica, insieme alle avventure di cui quel lancione è stato per decenni protagonista.


ORGANIZZARE

Dietro

LE PISTE L’AUTODROMO RIMINESE MARCO SIMONCELLI DI MISANO È DIRETTO CON PASSIONE DAL 46ENNE ANDREA ALBANI. UNA VITA DI CORSA… SU DUE RUOTE!

I SOTTO, AL CENTRO, ANDREA ALBANI CON IL SUO TEAM NELL’AUTODROMO MARCO SIMONCELLI DI MISANO, CHE DIRIGE.

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di Manuel Spadazzi / ph Riccardo Gallini

In pista, confessa lui, “ci sono andato solo una volta”. La moto l’ha avuta, ma adesso si muove soprattutto in auto e in aereo, “per visitare gli altri circuiti e vedere cosa combina la concorrenza”. Una vita di corsa, letteralmente, per Andrea Albani, il 46enne riminese che dirige l’autodromo Marco Simoncelli di Misano. Pensare che Albani è arrivato quasi per caso al mondo delle due ruote. “Vero – racconta lui –. Ho iniziato organizzando eventi con alcuni amici, e ho scoperto che mi piaceva. Curare eventi è diventato un lavoro, e nel 1999 mi ha cercato la Ducati, per seguire il progetto Terra dei motori. Un progetto che non ho mai lascia-

to: sono ancora vicepresidente dell’associazione Motorvalley». E la Romagna è davvero una terra di motori… “Lo siamo, sì, prima di tutto per i piloti. Solo nel Riminese ne abbiamo 13 originari di queste parti, e un’altra trentina che vive nei pressi. A Misano si allenano stabilmente tre team, lo Sky VR46 e le squadre di Gresini e Simoncelli.” Misano quest’anno ha fatto i conti con l’assenza di Valentino Rossi al Gran premio. Ma non è andata male… “No, anzi. Abbiamo fatto tra venerdì e domenica 158mila spettatori come nel 2016, che è stata un’edizione memorabile. Senza contare i 12mila arrivati giovedì per alcune manifestazioni. La forza del Gran premio di Misano è anche questa: la gara è l’evento principale, ma non è l’unico. Negli anni siamo riusciti a mettere in piedi con la Riviera e San Marino tante manifestazioni che creano un’atmosfera unica, che abbiamo sintetizzato con il brand The rider’s land. Nessun’altra tappa del Motomondiale può vantare tanti eventi ufficiali quanti i nostri: quest’anno ne abbiamo organizzati 35. Ecco perché sono convinto che la MotoGp funzionerà

anche quando Valentino non sarà più in pista.” Quante persone sono impiegate stabilmente al circuito? “Dirigo un team di 15 persone, più altri 7 collaboratori fissi. Ma nei weekend delle gare diventiamo un piccolo esercito. Durante la MotoGp ci sono mille persone che lavorano al circuito, ma anche nelle gare più piccole siamo sempre almeno un centinaio”. Lei però in pista non va… “Ho provato solo una volta da quando lavoro al circuito (ho iniziato nel 2009 a Misano). Ma in moto preferisco viaggiare che correre... Prima o poi mi comprerò una bella Scrambler”. Lei è figlio dell’ex gestore del noto ristorante Europa di Rimini. Ha mai pensato di mettersi ai fornelli? “No, quello del ristoratore non è un mestiere che faceva per me. Ma da mio padre e dal mio compianto zio ho imparato la passione per il lavoro. Una passione che metto ogni giorno nel circuito. È un lavoro molto stressante: spesso sei fuori casa, o perché ci sono manifestazioni a Misano o perché si va all’estero a vedere gli altri circuiti. Per fortuna mia moglie fa la psicoterapeuta...”.


cose buone dal territorio

“CI VUOLE TEMPO PER FARE LE COSE BUONE”... Scoprire nuovi accostamenti, semplici ma inaspettati, prestando attenzione a ogni singola materia prima, è per la nostra cucina una missione quotidiana. Assieme ai pilastri più tipici della tradizione del territorio di carne e di pesce il nostro menù propone infatti alcuni piatti differenti per origini e composizione, spaziando nel grande patrimonio della cucina italiana. La cantina offre un ampio assortimento di vini del territorio, assieme a etichette nazionali e internazionali di pregio.

Un piatto veloce? Una degustazione di terra o di mare? Un pranzo con gli amici? Una cena ricercata e rilassante?

ph © Giorgio Salvatori

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SCRIVERE

Manager

COACH

DANILO BASCUCCI È L’AUTORE DEL LIBRO MANAGER COACH IN PALESTRA, AL TERZO POSTO NELLA CLASSIFICA NAZIONALE DI AMAZON GRAZIE ALL’ESPERIENZA PLURIDECENNALE DELL’AUTORE.

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di Maria Luisa Bartolini / ph Riccardo Gallini

Danilo Bascucci Riminese doc, è volontario dell’associazione di protezione civile Micap Onlus attiva nel sostegno nella fase di ripristino alla normalità e assistenza alle popolazioni colpite da calamità. Opportunità ottenuta grazie alla frequenza biennale del MICAP, il Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni che forma autorevoli coach professionisti con docenti provenienti dai massimi livelli globali nell’industria, nello sport, nell’arte, nella finanza mondiale. Da questo Master Bascucci ne esce vincente con un libro che nasce grazie a una professionalità pluridecennale nel mondo del fitness che vanta risultati eccellenti: terzo posto nella classifica nazionale di Amazon, primo di settore e novità del momento. Manager Coach in Palestra è un lavoro editoriale molto utile per gli addetti ai lavori perché tratta con un nuovo linguaggio e con innovative strategie, un settore in continua crescita ma spesso (nella gestione) sottovalutato, quello delle palestre. Sono molti i centri fitness su tutto il territorio nazionale che utilizzano questo manuale e presto Bascucci terrà a Rimini un ciclo di conferenze sul tema,

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dove parteciperanno manager e istruttori in arrivo da tutta Italia. “L’idea di scrivere un libro sul fitness nasce dal desiderio di voler contribuire in maniera concreta a un settore al quale ho dedicato la mia vita e che tanto mi ha dato. Ho sintetizzato quanto appreso in trent’anni di fitness, mi sono preoccupato di trasferire non una singola esperienza replicata più volte, ma una serie sviluppate in ruoli diversi e in periodi diversi, dove l’evoluzione del mercato ha modificato strategie di gestione ed esigenze dei clienti. Nessun manuale empirico, ma la

volontà di mettere a disposizione uno strumento per la crescita della persona ancor prima del manager”, dichiara l’autore. Un libro che trasmette le competenze di Bascucci figura unica in Italia con esperienza da istruttore, manageriali e imprenditoriali maturate con studi approfonditi come l’accademia d’intelligenza emotiva e Pnl di Daniel Goleman e il Micap. Da queste esperienze e da questi studi, Bascucci crea una nuova figura professionale e imprenditoriale con capacità di comunicazione, tecnica e supporto.



SUONARE

L’incanto

DELL’OBOE FABIO SEVERINI SCOPRE SIN DA RAGAZZINO LA PASSIONE PER LA MUSICA, SPECIALIZZANDOSI POI NELLO STUDIO DELL’OBOE. OGGI È MAESTRO OBOISTA AL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA ED È SUO L’OBOE DE LA VITA È BELLA.

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di Cinzia Bauzone / ph Riccardo Gallini

Un f lauto dolce in plastica, un maestro di musica, il fascino del suono di un piccolo strumento. Potrebbero essere gli elementi per scrivere un racconto e invece sono le pagine di una storia vera, quella di Fabio Severini, maestro oboista al Teatro dell’Opera di Roma. Nato a Riccione nel 1963, Severini, si è diplomato in Oboe nel 1987 con il massimo dei voti, al conservatorio G. Rossini di Pesaro e ha al suo attivo collaborazioni, in qualità di primo oboe, con le più importanti orchestre italiane. Oggi è uno dei musicisti più apprezzati sulla scena internazionale. “La mia carriera musicale è iniziata quasi per caso – racconta -. Durante

NUS ET OFFICTIUS ALIQUAM, ODIT ALIAT VID UTEM VOLUPIT ASSINCI PISTOTAT IPSA IMIN EST ESTE CUSAM DOLORECUS CUSANIMOS NONSENIMI, UTE DEBITAT IUNDELENDAE. NE DOLUPTATUR

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le scuole medie suonavo il flauto dolce e, ogni musica che ascoltavo alla radio o in televisione, la ‘riproponevo’ in classe al professore che notò da subito in me un certo talento. In terza media, mio padre mi comperò un sassofono e cominciò così il mio primo percorso musicale nel corpo bandistico di Riccione. Nel 1979 mi iscrissi al conservatorio e l’unico corso disponibile era quello di oboe. Dovetti così abbandonare il sax, ma cominciò da subito la mia grande passione per questo meraviglioso strumento”. Ha intrapreso gli studi in conservatorio con il maestro Marcello Feliciani, un ‘uomo straordinario’ con che gli ha fatto da guida. Dopo il diploma e dopo anni studi e sacrifici, è riuscito a trasformare la sua passione in lavoro. Ben impressa nella mente è anche un’esperienza formativa di grande livello. “Riuscii ad avere un appuntamento con Pierre Pierlot – ricorda con soddisfazione -. Lui era il capostipite dell’oboista moderno e concertista di fama mondiale. Dopo aver ascoltato un brano che avevo preparato per un concerto, mi prese come allievo: fu un’esperienza formativa incredibile, una delle più gratificanti della mia

carriera. In contemporanea, vinsi il concorso al Teatro dell’Opera”. Da quel momento, nel percorso professionale di Fabio Severini, arrivano numerose esperienze: Morricone, Zeffirelli, Piovani, è suo infatti l’oboe de La vita è bella. E ancora, musiche per fiction, un disco musicale con Ivano Fossati e tanto altro. Indissolubile è però rimasto il suo legame con Riccione. “In questa città, ho vissuto gran parte della mia vita – afferma -. Prima di fare il musicista, facevo il bagnino. Quando torno dai miei impegni professionali, la prima cosa che faccio al mattino, è quella di andare di fronte al mare e respirare... forte. Quale compositore sento più vicino al suo stato d’animo? Vi sono tanti principi nella musica ma un solo re che è Bach. Ma apprezzo molto anche Mozart e Beethoven. Tra gli italiani, Puccini. Piango ancora quando ascolto Madame Butterfly. L’esperienza più emozionante è stata quando suonai alla beatificazione di Madre Teresa di Calcutta alla presenza di Papa Wojtyla”. I suoi prossimi appuntamenti? A Roma, con Giselle, poi l’opera Fra Diavolo di Auber e Tosca. A marzo sarà in Oman con I Pagliacci.



ESPORRE

Prendere

P'ARTE

AUGEO ART SPACE HA INAUGURATO UNA MOSTRA COLLETTIVA A PALAZZO SPINA DAL TITOLO P’ARTE. PER PROMUOVERE L’ARTE CONTEMPORANEA SUL TERRITORIO E NON SOLO.

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di Lucia Lombardi / ph Riccardo Gallini

Alla corte di Sergio e Luca Antolini, Augeo Art Space, in Palazzo Spina, nel cuore della città antica, è stata inaugurata una mostra collettiva per Rimini. Organizzata da Matteo Sormani e da Gianluca Zamagni, attenti conoscitori d’arte. Il titolo è Rimini P’ARTE all’interno del progetto Cartello Rimini, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune, voluto per promuovere l’arte contemporanea del territorio. L’intento è far conoscere artisti riminesi ai riminesi, capirne il ruolo nella società contemporanea locale in cui essi operano, vivono, si muovono, in un dialogo continuo tra micro e macrocosmo. Comprendere che fare arte è un vero e proprio

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mestiere, così come venderla. Gli artisti in mostra sono sette, e dopo essersi confrontati con la propria terra natìa, essi si affacceranno ad un mercato internazionale. Per chiunque voglia investire, le circa 30 opere esposte in galleria sono in vendita. Ogni settimana uno dei sette artisti incontrerà il pubblico, si racconterà in prima persona, mettendoci, oltre alle mani e al pensiero, la faccia. Gli appuntamenti con l’artista iniziano dal 10 al 14 ottobre con Cecchini per proseguire con Frisoni il 17-21 ottobre, poi sarà la volta di Giovagnoli 2428 ottobre, a seguire Lombardini dal 31 ottobre al 4 novembre. Manfroni dal 7 all’11 novembre e nei giorni 14-18 novembre Zavat-

ta, per concludere con Ronci nei giorni 21-25 novembre, tutti gli incontri saranno aperti al pubblico dalle 16 alle 18. Parallelamente all’esposizione delle opere esposte, si terranno alcuni eventi collaterali di spessore, menzioniamo L’arte e il gusto: un appuntamento con il magnifico sapore, un momento prezioso, in cui l’arte sarà esaltata da una raffinata degustazione di delizie locali d’eccellenza. Nel tardo pomeriggio del 18 novembre, gli artisti in mostra presenteranno un’opera esclusiva realizzata a sette mani il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione Italiana Fibrosi Cistica nel ricordo di Selly. Perché l’arte è socialità, è immergersi nel circostante fino al collo.



DEGUSTARE

L’arte

DEL VINO GESTORE DELL’ENOTECA DEL TEATRO DI RIMINI, RICCARDO AGOSTINI NEL SUGGESTIVO BORGO SAN GIULIANO, PARLA DELLA SUA PASSIONE PER IL VINO E DEL FELICE E CONTINUO SCAMBIO CON I CLIENTI-AMICI.

L SOTTO, RICCARDO AGOSTINI DAVANTI ALLA SUA ENOTECA DEL TEATRO NEL BORGO SAN GIULIANO.

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di Antonella Zaghini / ph Riccardo Gallini

Le donne e il vino sono un binomio vincente. Parola di Riccardo Agostini, gestore dell’Enoteca del Teatro di Rimini, da anni punto di riferimento per gli appassionati di vino. Se lo dice lui, infatti, la cosa va presa sul serio. Alle spalle ha oltre una ventina di anni passati nel settore del vino e della ristorazione: prima il ristorante a San Savino, poi l’enoteca a Santarcangelo e oggi è dietro al bancone dell’Enoteca del Teatro. Era l’estate del 2007, quando la rivendita di vini apre in piazza Malatesta, davanti al teatro Galli da cui prende il nome. Nel 2013, il trasferimento nel Bor-

go San Giuliano, in via Ortaggi. Immutata la formula: rivendita di vini e distillati di altissima qualità, etichette scovate con il gusto della ricercatezza, con la possibilità di fermarsi per un buon aperitivo. Il locale è molo facile da riconoscere con le sue botti di vino fuori al posto dei tavoli e quel capannello di gente che, fin da metà pomeriggio, si ferma per un saluto o un bicchiere. Agostini, cos’ha di particolare Borgo San Giuliano? “È un bel valore aggiunto per ciò che è in grado di regalare. C’è unione sia fra gli abitanti, sia fra gli esercenti. Se qualcuno ha bisogno, è proprio come una volta: si bussa alla porta del vicino e c’è subito qualcuno pronto a dare una mano.” Quest’anno l’Enoteca del Teatro ha festeggiato 10 anni... “Sì. Un bel risultato, con la consapevolezza che non si mette mai di imparare in questo meraviglioso mondo del vino. Si può sempre migliorare e mi piacerebbe vedere a ancora più qualità nel settore. I migliori consigli arrivano dai clienti. Sono soddisfazioni, quando vedo arrivare un cliente che mi racconta di un buon vino assaggiato in vacanza. E al-

lora vado a cercarlo, a provarlo e magari a portarlo in enoteca, per proporre qualcosa di nuovo. Ecco questo è molto edificante, sarebbe bello se accadesse un po’ più spesso. Ma ci vorrebbero un po’ più donne fra i clienti…” Intende dire che le donne hanno più naso? “Certo. Sono loro le clienti migliori perché mi regalano molte più soddisfazioni degli uomini. Hanno più naso, perché sono più curiose. Non so spiegarmi il motivo, forse sarà merito dei profumi che da sempre usano. Hanno un olfatto più sottile.” Dopo un’estate calda come quella appena passata, che vino ci si può aspettare? “La vendemmia ci ha portato grappoli piccoli, con poco succo e molto alcolici. Sarà un vino difficile da domare, dove le qualità del produttore faranno la differenza”. Un’ultima curiosità sul nostro sangiovese: un consiglio per abbinarlo al meglio? “Trattandosi di un vino robusto, ben si accosta con le carni e i formaggi della nostra zona. Soprattutto i formaggi stagionati come può essere il fossa. Con l’arrivo dell’autunno, il sangiovese conosce la sua stagione migliore.”


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“IL GIOCO E’ RISERVATO AI MAGGIORENNI”

“IL GIOCO PUO’ CAUSARE DIPENDENZA”

“ V E R I F I C A L E P R O B A B I L I T A ’ D I V I N C I T A S U L S I T O W W W. G I O C H I D E L T I T A N O. S M ”

IL PIACERE DI GIOCARE CON STILE


ADVERTORIAL

FOODSOUVENIRS.IT CIBO, STORIE, ECODESIGN

TUTTO IL BUONO DEL TERRITORIO IN UNA SCATOLA. QUESTO È FOODSOUVENIRS.IT IDEE ORIGINALI DA GUSTARE, REGALARE E RIUTILIZZARE.

Tel. +39 327 0938374 info@foodsouvenirs.it www.foodsouvenirs.it 1

IN MAGAZINE

Una milanese, un modenese e un romano trapiantati nelle colline romagnole, si sono piaciuti da subito e in pochissimo tempo hanno deciso di dare vita a un nuovo progetto imprenditoriale: foodsouvenirs.it. Elena Lazzerini Monaco, Vincenzo Verdini e Tito Intoppa, unendo esperienze professionali diverse e la loro passione per il Territorio, hanno fondato La Fattory srl, laboratorio di idee con cui hanno lanciato il brand Foodsouvenirs. Attraverso questo brand hanno ideato il concetto di “territorio in una scatola”. Cibo, storie ed eco-design sono, infatti, gli ingredienti delle “foodbox” che uniscono le cose buone (un mix di degustazioni, sapori e ricette), le storie dei produttori e la eco compatibilità, perché ogni box è creata con materiali sostenibili. In più possono essere riutilizzate e abbinate tra loro, cre-

ando un divertente e colorato sistema d’arredo. “È un modo anche per aiutare i produttori locali a crescere - dichiara Elena, ex manager di un’importante azienda di beverage e che nella vita ha un orto sinergico - attualmente abbiamo oltre 30 piccoli produttori di Romagna, San Marino e Montefeltro”. “La nostra è un’idea regalo duttile e flessibile - prosegue Tito - dato che proponiamo sia il prodotto completo, packaging e contenuto, che la sola scatola, che ogni azienda può personalizzare a proprio piacimento, anche per piccole quantità”. Una volta consumate, le specialità alimentari possono essere riacquistate attraverso il sito www.foodsouvenirs.it. “Le nostre box sono già un regalo di per sé: delle piccole opere d’arte”. Non è un caso che Tito nella vita sia un graphic designer

con la passione per la poesia. “In un certo senso abbiamo rivoluzionato il concetto di souvenir e di idea regalo eno-gastronomica, per i privati, gli operatori turistici e le aziende - conclude Vincenzo, che proviene dal mondo della pubblicità e comunicazione”. In effetti, la loro idea è stata premiata al concorso “Nuove Idee, Nuove imprese 2015” ed è una delle start up innovative del “Techno Science Park San Marino - Italia”. Mettere il tutto in una scatola originale, personalizzata, acquistabile anche on line, è stata quindi un’idea vincente. Chi cerca “gusto” nel design qui lo trova davvero: Foodsouvenirs è l’idea regalo che non c’era. Per le aziende c’è anche un servizio dedicato alla regalistica promozionale e alle strenne di Natale, con grafica su richiesta.


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