ISBN 978-88-6332-149-4
Francesca Ronchetti
RACCONTAMI L’IMPRESSIONISMO
La vita dei pittori narrata ai bambini
Edizioni Miele
Miele Educational
A Eleonora, a Leonardo, a Martina A tutte le bambine e i bambini Perché possano conoscere l’arte E farne bagaglio emozionale Perché l’arte nasce da emozioni E coltiva emozioni
“Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio” Pierre Auguste Renoir
RINGRAZIAMENTI Ringrazio tutti quei bambini che mi hanno accompagnato alla consapevolezza di quanto l’arte sia importante. Fondamentalmente apprezzata per quella che è. Essenza di vita. Ringrazio Cesare per aver condiviso il mio desiderio di scrivere sull’arte, grazie a lui ho seguito il mio cuore. Ringrazio i miei genitori per avermi appoggiato, mia sorella per avermi pazientemente ascoltato durante i miei dubbi; i suoi consigli sono per me fonte inesauribile. Ringrazio Eleonora, che nonostante l’età (9 anni) è stata una valida critica, ma soprattutto consigliera essendo ancora bambina. Ringrazio Sara, Claudia e Paola per i loro consigli, il sostegno, ma soprattutto per il loro affetto. Ringrazio tutti coloro che considerano l’arte non solo di pochi eletti, ma di tutti, in primis i bambini.
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PREMESSA L’arte è fondamento della nostra civiltà e i bambini, anche quelli più piccoli, dovrebbero avere la possibilità di conoscerla. Oltretutto, iniziando da bambini, si ha la possibilità di guardare le opere con gli occhi non inquinati dai pregiudizi. I bambini possono cogliere quelle sfumature che a noi adulti sfuggono, ormai troppo presi da altre cose. Pertanto questa raccolta di storie si pone l’obiettivo di educare all’arte i bambini, mediante un percorso di scoperta della vita di alcuni pittori del filone impressionista, citando alcune loro opere d'arte, per trarne emozioni, sensazioni, arricchimenti e soprattutto il piacere di sfogliare un libro in cui si narra, con un po’ di fantasia, la vita di Claude Monet attraverso gli occhi di un topolino oppure la vita di Alfred Sisley attraverso le parole di una vecchia quercia. Le storie vogliono essere il più veritiere possibili, ma per renderle più fruibili ai piccoli lettori sono stati introdotti elementi fantasiosi come Marco, il bambino che incontrò Pierre Auguste Renoir nella foresta di Fontainebleau oppure la Stellina a cui Manet si confiderà prima di trovare la strada da percorrere per diventare impressionista a tutti gli effetti. A volte si considerano i bambini troppo piccoli per comprendere diverse cose tra cui anche l’universo artistico. Beh, io non credo che sia così, infatti l’arte, è fruibile da tutti, se la si propone nel modo più adatto agli interlocutori che abbiamo di fronte. L’arte oltre ad essere apprezzata per il bello che porta con sé, è fondamentale e diversi studi lo testimoniano, per lo sviluppo della creatività e di abilità espressive personali che vanno oltre alla parola come mezzo di comunicazione. Del resto l’arte vuole comunicarci qualcosa: il dramma di un artista, il malessere di una società, la felicità per un dato evento, l’amore per qualcuno o qualcosa, 11
la difficoltà di seguire le proprie passioni o ambizioni. Oltretutto e soprattutto l’arte emoziona e indirettamente educa alle emozioni. I bambini, con il tempo impareranno che di fronte ad un quadro ci si può e ci si deve emozionare. Si renderanno conto che quel quadro vuole dirci qualcosa, raccontarci qualcosa e questa narrazione potremmo ascoltarla solo se educati a fermarci un attimo per ascoltarci dentro e lasciar emergere i sentimenti, in una società proiettata solo al fare. L’arte è darsi tempo, essa pertanto ci da la possibilità di sognare ad occhi aperti, come faceva del resto Edoard Manet con la sua stellina. In una società in cui l’arte è spesso in se-condo posto rispetto alle partite di calcio o ai talkshow, non potendo cambiare gli adulti, come del resto già affermava Bruno Munari, viene scelto di lavorare con i bambini in modo che possano crescere sensibili e dinamici di fronte al mondo artistico, d’altronde “i bambini di oggi sono gli adulti di domani”.
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CAPITOLO 1
CARA STELLINA FINALMENTE INIZIO A DIPINGERE Edoard Manet aveva sempre desiderato dipingere e finalmente aveva convinto il papà di questa sua scelta, ma era stato veramente difficile. Come tanti papà, anche quello di Manet pensava di poter decidere cosa avrebbe fatto da grande il suo piccolo Edoard. Appoggiato al davanzale della finestra della sua cameretta, Edoard guardava le stelle e parlava con quella che lui riteneva la “sua” Stella. Era grande, luminosa e, se guardava bene, sembrava perfino sorridergli. «Stellina, amica mia. Finalmente il papà ha capito. Da grande diventerò un pittore, ma non vuole che io scelga la scuola per pittori che più mi piace, vuole sceglierla lui! Mi ha fatto decidere tra la l’École des Beaux-Arts e lo studio del pittore Thomas Couture. Beh, cara Stellina, io ho scelto di andare a studiare nello studio di Thomas. L’importante per me è poter studiare pittura» e la Stellina gli fece un enorme sorriso. Tutti i giorni Edoard andava da Thomas, imparava tante cose, ma Edoard non era felice, lui voleva dipingere usando tecniche nuove, mentre Thomas gli insegnava solo le tecniche del passato perché diceva di essere amante del classicismo e dei tempi antichi. Erano passati già diversi anni, Edoard era cresciuto, ma la sua Stella non l’aveva dimenticata. «Cara Stellina, io mi stufo a studiare i quadri del passato. Lo so che sono belli, anzi bellissimi, ma io ho voglia di cambiare, di trovare modi nuovi per stendere la pittura sulla tela, ma come posso fare?» Quella notte Edoard sognò la sua Stella che per mano lo accompagnava a scoprire nuovi paesi per poter vedere nuovi pittori e i loro modi di dipingere. Così andarono in Germania, in Spagna, in Italia, nei Paesi Bassi. Ed era così elettrizzante volare a cavalcioni di una 13
delle cinque punte della sua Stellina. E divertente fare lo slalom tra le altre stelle che illuminavano la notte. «Che meraviglia questo viaggio… grazie Stellina, dai proviamo a passare di là, dove ci sono quei boschi…», ma il mattino era ormai alle porte e la Stella doveva ritornare in cielo ad aspettare una nuova notte. Al suo risveglio Edoard decise di partire per quei paesi visitati in sogno, anzi volle visitare molti più paesi. Così, dopo aver lasciato lo studio del suo maestro Thomas, andò in Italia a vedere Firenze, Roma e Venezia, poi andò in Olanda, in Spagna, in Austria e in Germania e quando tornò aveva imparato tanti modi nuovi di dipingere. Di tutti i paesi incontrati la Spagna fu quella che Edoard preferì e infatti, in molti suo quadri che dipinse, appena ritornato a Parigi, si possono osservare i suoi ricordi spagnoli come Victorine
Manet - Sulla spiaggia, 1873, cm 56 x 35,5, Parigi, Musée d’Orsay. 14
Meurent in costume di “Espada”, Balletto Spagnolo oppure Lola di Valenza. Edoard quindi iniziava a ricercare un modo nuovo per comporre le se Opere e questa cosa lo fece diventare un’impressionista, anche se lui, inizialmente non voleva. «Cara Stellina, oggi ho incontrato Claude Monet, un pittore impressionista, sai quelli che vogliono allontanarsi dalla pittura classica? Beh, mi ha detto che anch’io, con il mio modo di dipingere, faccio parte del loro gruppo. Ma io non credo, loro dipingono all’esterno e non in studio come faccio io. Non posso essere, né diventare un impressionista. Io poi mi chiedo, come faranno a dipingere all’esterno…? Io ho bisogno di tranquillità, di poter studiare il disegno che voglio ritrarre su tela. Ho bisogno di uno studio silenzioso in cui poter riflettere. Non potrei mai dipingere seduto in una foresta oppure su una spiaggia. E poi che fatica dover portare con sé cavalletto, tavolozza con i colori, pennelli e tele». Stellina lo ascoltò per tutto il tempo e poi gli fece l’occhiolino. «Chissà cosa voleva dire» pensò Edoard «Dovrò ascoltare i consigli di Claude? Mah, non ne sono sicuro». Ma l’indomani Edoard incontrò di nuovo Claude, che lo convinse a provare a dipingere fuori dallo studio, all’aperto. Così Edoard alla sera confidò alla sua Stellina: «Sai, amica mia che ho provato a dipingere all’aperto…beh a me sembrava di perder tempo, tanto, pensavo, devo rifare il quadro appena rientro in studio… non riuscivo a concentrarmi… o almeno così mi sembrava. Ma che sorpresa quando ho guardato le tele che avevo dipinto, appena rientrato nel mio studio! Erano così allegre, colorate. Davano una bellissima sensazione di armonia. Ho deciso! Li terrò così » ed Edoard iniziò così a dipingere all’esterno come i pittori impressionisti. Da questo suo nuovo modo di essere un pittore nacquero opere meravigliose come “Sulla Spiaggia” oppure “Argenteuil” o “La casa blu a Zaandam”. Manet era diventato a tutti gli effetti un pittore 15
impressionista, anzi, molti lo chiamavano il maestro degli impressionisti perché dava tanti consigli su come dipingere. «Cara Stellina, finalmente ho trovato il modo di dipingere che fa per me, mi sento realizzato con il pennello in mano, all’aperto, con il vento che ti scompiglia i capelli o con il cinguettio degli uccellini nelle orecchie. Non credevo, ma aveva ragione Claude Monet, i quadri che ne escono sono più veri, allegri e rendono felici chi li guarda» ma quella sera la Stella, invece che sorridere e fare l’occhiolino com’era suo solito fare, rispose: «Caro Edoard, finalmente hai capito qual’è la tua strada, ero certa che ci saresti riuscito. Io vedo il futuro e so che diventerai molto famoso, i tuoi quadri saranno mostrati in tutto il mondo e anche quando non ci sarai più, nessuno si dimenticherà di te ed il tuo nome lo conosceranno tutti. Ora però, devo lasciarti, non hai più bisogno di me… devo andare in un altro cielo dove ci sono persone che hanno bisogno di consigli, di essere ascoltati perché stanno cercando la loro strada… tu caro Edoard l’hai trovata... ma molti ancora no» così la Stella volò via lontano verso cieli sconosciuti. L’indomani Manet, ricordandosi la sua cara amica dipinse “Chiaro di Luna sul porto di Boulugne”. Se provate a guardare in alto, eccola luminosissima insieme ad altre stelle. Chissà chi starà ascoltando ora…
Manet - Chiaro di luna sul porto di Boulogne, 1869, cm 82 x 101, Parigi. Musée d’Orsay.
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INDICE
Prefazione .............................................................................................11 Capitolo 1 Cara Stellina finalmente inizio a dipingere (vita di Edoard Manet) ........................................................................13 Capitolo 2 Un topo in barca con Monet (vita di Claude Monet) ........................................................................17 Capitolo 3 A passeggio nella foresta di Fontainebleau (vita di Pierre Auguste Renoir) ..........................................................23 Capitolo 4 Zia Maria e la storia di Pissarro (vita di Camille Pissarro) ....................................................................29 Capitolo 5 Cezanne voleva diventare un pittore (vita di Paul Cezanne) ..........................................................................35 Capitolo 6 Vivaldo e Alfred Sisley (vita di Alfred Sisley) ...........................................................................39 Capitolo 7 Le ballerine di Degas (vita di Edvard Degas) ........................................................................45 Bibliografia ...........................................................................................51
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