Be happy! (anteprima)

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SINGIN’ IN THE RAIN

CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA P. 7

1 | Singin’ in the Rain | 2'58

2 | Make ‘Em Laugh | 2'28

3 | Good Morning | 2'51

CALL ME MADAM

CHIAMATEMI MADAME P. 10

4 | It’s a Lovely Day Today | 4'31

THE SOUND OF MUSIC

TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE P. 13

5 | Do-Re-Mi | 5'34

6 | My Favorite Things | 2'20

SOUTH PACIFIC P. 16

7 | I’m Gonna Wash That Man Right Outa My Hair | 2'55

AN AMERICAN IN PARIS

UN AMERICANO A PARIGI ................................ P. 18

8 | I Got Rhythm | 3'45

WEST SIDE STORY P. 21

9 | I Feel Pretty | 2'51

10 | Somewhere | 2'06

MY FAIR LADY P. 24

11 | I Could Have Danced All Night | 3'45

THE KING AND I

IL RE E IO ............................................. P. 26

12 | Getting to Know You | 4'43

TOP HAT

CAPPELLO A CILINDRO P. 28

13 | Cheek to Cheek | 5'03

GENTLEMEN PREFER BLONDES

GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE . P. 31

14 | Diamonds Are a Girl’s Best Friend | 3'31

THE WIZARD OF OZ IL MAGO DI OZ P. 34

15 | Over the Rainbow | 2'48

GUYS AND DOLLS

BULLI E PUPE .................................................. P. 37

16 | A Bushel and a Peck | 1'33

SUMMER STOCK

L'ALLEGRA FATTORIA P. 38

17 | Get Happy | 2'50

FIDDLER ON THE ROOF IL VIOLINISTA SUL TETTO P. 40

18 | If I Were a Rich Man | 5'24

ANNIE GET YOUR GUN

ANNA, PRENDI IL FUCILE P. 43

19 | There’s No Business Like Show Business | 2'40

© by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.

Direzione artistica: Gilles Avisse

le M ie più belle comm edie M usicali

Un libro scritto da Susie Morgenstern Illustrato da Sébastien Mourrain

Ci andavamo una volta al mese, come alla messa. Indossavamo i vestiti della festa, poi mio padre si metteva alla guida della nostra DeSoto rosa, percorreva il tunnel che collega il New Jersey a Manhattan e raggiungevamo Broadway, dove era costretto a parcheggiare. Di quanto costassero i biglietti non ci ha mai parlato, di quanto costasse il parcheggio invece sì! A casa nostra i soldi non crescevano sugli alberi e quelle poche ore di felicità erano un vero e proprio investimento per i miei genitori. Tuttavia, erano ben consapevoli del fatto che portarci a vedere i musical in un vero teatro era una scelta saggia: quelle canzoni sarebbero rimaste con noi per tutta la vita.

I musical sono spettacoli affascinanti e memorabili: sono opere teatrali con numeri di danza e canto. È una forma d'arte considerata spesso antiquata, superata e soprattutto un’americanata. Andando a vedere un musical al mese, a teatro o al cinema, eravamo sicuri di accumulare sorrisi sufficienti per i trenta giorni successivi, e forse per tutta la vita. Il pubblico esce sempre da questi spettacoli cantando. I testi delle canzoni sono espressivi, poetici, semplici quanto basta per essere memorizzati e imparare l’inglese e

abbastanza profondi da raggiungere il cuore e stimolare il cervello. Parlano a tutti e possono essere adattati a qualsiasi situazione della vita. A casa, cantavamo di continuo. « Oh what a beautiful morning / Oh what a beautiful day / I've got a beautiful feeling / Everything's going my way » ( Oklahoma! ) per una bella giornata di sole, o « I'm Gonna Wash That Man Right Outa My Hair » ( South Pacific ) in caso di cuore infranto. Un giorno, mentre mi stavo vestendo per il ballo della scuola, Sandra ed Effie, le mie sorelle, mi guardarono con aria addolorata e affranta perché non sembravo esattamente una reginetta di bellezza. Quindi iniziarono a cantare « You are beautiful, small and shy » dal film Flower Drum Song (1961). Scegliendo questa canzone, le mie sorelle fate avevano voluto restituirmi la fiducia in me stessa!

Ancora oggi, quando sono malata o arrabbiata, cantare una canzone è per me la migliore cura.

Se un posto a teatro era caro, il prezzo del biglietto al cinema era alla portata di tutti. Negli anni Cinquanta e Sessanta, novanta milioni di statunitensi andavano al cinema ogni settimana e i musical erano gli spettacoli più apprezzati. Nel clima sociale dell'epoca (guerra del Vietnam, omicidi politici, violenza razziale...), rappresentavano un balsamo per il cuore, un po' di leggerezza, entusiasmo ed esuberanza in tempi difficili. Come sarebbe bella la vita se vivessimo in un musical e potessimo esprimere ogni emozione con un ballo o una canzone!

Non dobbiamo comunque pensare che i musical siano solo produzioni frivole, una fabbrica di sogni musicali. Affrontano anche tematiche importanti: il razzismo in South Pacific , il sindacalismo in The Pajama Game ( Il giuoco del pigiama ), il «femminismo» in Annie Get Your Gun ( Anna prendi il fucile ).

The Sound of Music racconta la vera storia della famiglia von Trapp e della sua eroica fuga dall’Austria alla Svizzera in seguito all’annessione (Anschluss) dell’Austria alla Germania nel 1938.

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In The Wizard of Oz ( Il mago di Oz ), tratto dal romanzo di L. Frank Baum, uno dei primi romanzi fantasy statunitensi, Dorothy, l'eroina, fugge da una fattoria del Kansas per lasciarsi alle spalle i suoi problemi. Il film, in un certo senso, è una metafora della vita e del mondo dello spettacolo. Per farcela, bisogna avere quello che manca ai tre compagni di Dorothy, lo spaventapasseri, l’uomo di latta e il leone: cervello, cuore e coraggio. Con queste qualità essenziali, si possono conquistare mondi, compreso quello dell'intrattenimento.

Questo mondo si chiama «show business», un settore industriale serio, come lo è l'intrattenimento. E così i musical sono doppiamente seri. I produttori erano soliti avvertire gli artisti che scritturavano: «O lo fai bene o lo rifai!». Sullo schermo, Ginger Rogers e Fred Astaire sembravano fluttuare su una nuvola di zucchero filato, tanto naturale, fluido e facile appariva ogni ballo. Ma Fred Astaire era un perfezionista, proprio come lo è l’industria dello spettacolo. E la sua compagna doveva ripetere lo stesso passo fino allo sfinimento. Dopo le prove i suoi piedi sanguinavano. Tutte le persone coinvolte nel meccanismo erano consapevoli della necessità di perfezionare ogni dettaglio. I numeri di danza sono una macchina ben oliata, anche se le storie con cui ci trasmettono le emozioni non sono di qualità shakespeariana.

La parola inglese «entertainment» è traducibile in italiano con «intrattenimento» e il suo significato include sia il business sia la realizzazione di uno spettacolo impeccabile e universale. Il musical è la fabbrica dove si crea un momento di pura felicità combinando canto, danza e teatro. È un’attività che coinvolge eserciti di ballerini, cantanti, musicisti, scrittori, compositori, parolieri, coreografi, registi, produttori, scenografi, sarti... ma anche banchieri!

Inoltre, grazie agli effetti speciali, il cinema esalta ulteriormente l’elemento «spettacolare». In Anchors Aweigh (Due marinai e una ragazza), Gene Kelly entra in un mondo di cartoni animati dove un re triste e solitario (interpretato

dal topo di Tom e Jerry) ha vietato il canto e il ballo nel suo regno. «Ma perché non balla?», chiede Gene Kelly. «È una legge!». «È una legge stupida!», insiste Kelly mentre guida il re in una danza. Da qui proviene la celebre battuta di Gene Kelly: «Look at me, I’m dancing!». («Guardatemi, sto ballando!».)

Nei balli ci sono spesso molto umorismo e buonumore! Uno più esuberante di tutti tempi è quello durante la festa di paese in Sette spose per sette fratelli. Le acrobazie, i costumi, l'energia straripante lasciano senza fiato. Ma sono da ricordare anche i numeri di Fred Astaire che balla sul soffitto o con un attaccapanni in Sua altezza si sposa, o ancora, con scarpe senza corpo in The Barkleys of Broadway (I Barkleys di Broadway).

Questi balli e canzoni indimenticabili hanno ispirato e motivato generazioni. Quando siete depressi, disperati, scoraggiati, potete cantare!

Venite a cantare con me!

Affinché questo libro possa regalarvi una boccata d'aria fresca!

© by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.

Susie Morgenstern

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SINGIN’ IN THE RAIN

MAKE ‘EM LAUGH

GOOD MORNING

Film di Stanley Donen e Gene Kelly (1952). Con Gene Kelly, Debbie Reynolds, Donald O’Connor.

SINGIN’ IN THE RAIN

CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA

Non si chiamava «teatro» o «sala cinematografica», ma semplicemente «cinema». Nella nostra città ce n'era solo uno: The Capital in Washington Avenue.

Quando mia madre, le mie sorelle e io ci andammo quella sera del 1952, non immaginavamo che stavamo per assistere a uno dei più grandi capolavori della storia del cinema. Sapevamo però che la star era Gene Kelly, un ballerino di talento al pari di Fred Astaire. A quei tempi con un biglietto si potevano vedere due film, perché bisognava fare il pieno con i soldi che si avevano a disposizione. La mamma non ha mai avuto principi troppo rigidi, come quello di mandarci a letto presto se il giorno dopo c'era scuola. Diceva che avremmo recuperato il sonno un'altra notte. Invece, cercava di spendere il meno possibile e di approfittare delle tariffe ridotte del lunedì. Inoltre, per ogni biglietto acquistato, ci venivano regalate delle stoviglie... che erano particolarmente orrende!

A bocca aperta, quella sera abbiamo scoperto forse la più grande rivoluzione di Hollywood: il passaggio dal cinema muto a quello sonoro (e soprattutto cantato!). Anche se da allora ho rivisto più e più volte il numero di Gene Kelly che canta e balla sotto la pioggia e salta nelle pozzanghere come un bambino, lasciandosi andare a una libertà sfrenata, continuo a provare sempre lo stesso senso di meraviglia.

Quanto a «Make 'Em Laugh», esprime l'intera arte poetica dello spettacolo statunitense. «Falli ridere» è la regola numero uno. La risata è venerata, nutrita, coccolata. È così bello ridere. Donald O'Connor è un clown sublime. Tutti dovrebbero guardare quel numero almeno una volta al giorno!

Il contagioso buonumore del film ci accompagnò fino a casa. Ma quando il giorno dopo ci toccò svegliarci presto per andare a scuola, il mio entusiasmo per il «Good Morning» delle mie sorelle, che mi tirarono giù dal letto cantando a squarciagola, fu piuttosto contenuto.

Quando esce il primo film parlato, una star del cinema muto ingaggia un giovane cantante per doppiare sul grande schermo la voce sgradevole del suo partner. © by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.

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© by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati. © by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.

Film di Walter Lang (1953) basato sul musical di Irving Berlin (1950). Con Ethel Merman, Donald O’Connor, Vera-Ellen.

Una satira della politica estera statunitense.

CALL ME MADAM

CHIAMATEMI MADAME

Parcheggiare davanti al The Capital il lunedì sera era un gioco da ragazzi, perché non c'era tanta folla.

Anzi, era una specie di seduta privata, solo per noi. Io, mia madre e le mie sorelle non ci saremmo perse quell’appuntamento per nulla al mondo!

Mio padre restava a casa a giocare a carte con gli amici.

Avevo otto anni ed ero al settimo cielo per quel privilegio da adulti di andare a vedere Call Me Madam insieme alle mie sorelle più grandi.

Ethel Merman godeva del rispetto delle mie sorelle, perché aveva esperienza, cantava a pieni polmoni e aveva la forza e l'autorevolezza di tutte le donne della nostra famiglia. Ci piaceva, nonostante non fosse più giovanissima (aveva almeno quarant'anni!) e non fosse bella quanto Vera-Ellen, che interpretava la principessa e a cui invidiavamo il vitino da vespa. Donald O'Connor, il protagonista maschile, ci era molto simpatico. Era piccolo e bruttino, ma quando ballava sprigionava fascino: in quei momenti era come se ci trovassimo tra le sue braccia.

Sally Adams, interpretata da Ethel Merman, pur non avendo alcuna esperienza politica, viene nominata ambasciatrice degli Stati Uniti in un piccolo Paese europeo chiamato Lichtenburg, dove il suo addetto stampa s’innamora della principessa! Perché il vero tema del film non è la politica, ma l'amore!

La canzone « It's a Lovely Day Today» di Irving Berlin è tipica della mentalità statunitense, in cui non esistono passato e futuro, ma solo il presente, pieno di buon umore e senza rimpianti.

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4 IT’S A LOVELY DAY TODAY
© by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.
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playlist Online Suggerita e Crediti

SINGIN’ IN THE RAIN

(Arthur Freed, Nacio Herb Brown)

Gene Kelly

© 1952, MGM Records

MAKE ‘EM LAUGH

(Arthur Freed, Nacio Herb Brown) Donald O’Connor

© 1952, MGM Records

GOOD MORNING

(Arthur Freed, Nacio Herb Brown) Gene Kelly, Donald O’Connor, Debbie Reynolds

© 1952, MGM Records

IT’S A LOVELY DAY TODAY (Irving Berlin) Donald O’Connor, Carole Richards

© 1953, Decca

DO-RE-MI

(Oscar Hammerstein II, Richard Rodgers)

Julie Andrews, Charmian Carr, Heather Menzies, Nicholas Hammond, Duane Chase, Angela Cartwright, Debbie Turner, Kym Karath Tutti i diritti sono riservati.

P Originally released 1964. All rights reserved by Rodgers and Hammerstein: An Imagem Company/ SONY MUSIC ENTERTAINMENT Italy SpA

MY FAVORITE THINGS (Oscar Hammerstein II, Richard Rodgers) Julie Andrews Tutti i diritti sono riservati.

P Recorded in 1964. All rights reserved by Rodgers and Hammerstein Organization Production/ SONY MUSIC ENTERTAINMENT Italy SpA

I’M GONNA WASH THAT MAN RIGHT OUTA MY HAIR (Oscar Hammerstein II, Richard Rodgers) Nellie Forbush

© 1958, Williamson Music, RCA Victor

I GOT RHYTHM

(Ira Gershwin, George Gershwin) Gene Kelly

© 1951, MCA Records

I FEEL PRETTY

(Stephen Sondheim, Leonard Bernstein) Marni Nixon, Yvonne Wilder, Suzie Kaye, Joanne Miya

© 1960, Columbia Masterworks

SOMEWHERE (Stephen Sondheim, Leonard Bernstein) Richard Beymer, Marni Nixon © 1960, Columbia Masterworks

I COULD HAVE DANCED ALL NIGHT (Alan Jay Lerner, Frederick Loewe) Julie Andrews Tutti i diritti sono riservati. P 1998 SONY BMG MUSIC ENTERTAINMENT/ SONY MUSIC ENTERTAINMENT Italy SpA

GETTING TO KNOW YOU (Oscar Hammerstein II, Richard Rodgers) Deborah Kerr © 1956, Capitol Records

CHEEK TO CHEEK (Irving Berlin, Max Steiner) Fred Astaire © 1935, Brunswick

DIAMONDS ARE A GIRL’S BEST FRIEND (Leo Robin, Jule Styne) Marilyn Monroe © 1953, MGM Records

OVER THE RAINBOW (Edgar “Yipsel” Harburg, Harold Arlen) Judy Garland © 1938, EMI

A BUSHEL AND A PECK (Frank Loesser) Vivian Blaine © 1955, Decca

GET HAPPY (Ted Koehle, Harold Arlen) Judy Garland © 1950, MGM Records

IF I WERE A RICH MAN (Sheldon Harnick, Jerry Bock) Chaim Topol © 1971, United Artists Record

THERE’S NO BUSINESS LIKE SHOW BUSINESS (Irving Berlin) Betty Hutton, Howard Keel, Louis Calhern, Keenan Wynn © 1950, MGM Records

© by Edizioni Curci S.r.l. - Milano. Tutti i diritti sono riservati.

A Marie Oppert, stella nascente della commedia musicale. Susie Morgenstern

Per Aline. Sébastien Mourrain

Degli stessi autori: Mr Gershwin, i grattacieli della musica Scritto e narrato da Susie Morgenstern Illustrazioni : Sébast ien Mourrain

New York, luglio 1910. La famiglia Gershwin compra un pianoforte. Mamma Rose vuole che il figlio maggiore diventi un grande musicista. Ma, sorpresa! George, il fratello minore, si siede allo strumento e comincia subito a suonare...

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Titolo originale: Be Happy! Mes plus belles comédies musicales. P e C Didier Jeunesse, Paris, 2018 13 rue de l’Odéon, 75006 Paris www.didier-jeunesse.com Per l'edizione italiana Traduzione: Stefano Viviani Redazione: Cinzia Di Dio La Leggia Impaginazione: Anna Cristofaro C 2022 by Edizioni Curci srl Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tutti i diritti sono riservati EC12139 / ISBN 9788863953985 www.edizionicurci.it Prima stampa in Italia nel 2022, da Ciscra S.p.A, via S. Michele, 36 - 45020 Villanova del Gheppo (RO)

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