5 minute read

Intervista alla distribuzione

A FARE IL PUNTO CON PL MAGAZINE È ROBERTO COMOLLI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI CUORE DELL'ISOLA.

Le eccellenze esclusive di Gruppo Abbi

L’azienda presieduta da Giangiacomo Ibba, pur essendo legata a due centrali, tiene alta la bandiera della propria indipendenza, sia nell’ideazione dei format, sia per quanto riguarda i marchi proprietari.

“Oggi non basta più vestire i prodotti, ma bisogna essere in grado di progettarli. Sono convinto che ci sia ancora tanto spazio e che si possano sostituire molti marchi industriali”

Presente in Sardegna, Lazio e Abruzzo, gruppo Abbi conta oggi 320 punti di vendita e sei insegne, dall’ingrosso alla prossimità, per un totale di oltre 150mila mq di superficie commerciale e 1.200 collaboratori. A livello finanziario, per limitarci a una sola cifra, il conto economico, a fine 2021, evidenziava una crescita eccezionale, fino a 511,9 milioni di ricavi netti, rispetto ai 382 del precedente esercizio. Associato storico di Consorzio Crai e, dalla primavera 2021, anche di Despar Italia, Abbi sviluppa, inoltre, format propri, come il nuovissimo Tuttigiorni, e Mdd esclusive. Ce ne parla Roberto Comolli, amministratore delegato di Cuore dell’isola.

Quali sono oggi le linee di Gruppo Abbi? Sono due, Cuore dell’isola e La rosa dei gusti. Il primo è un marchio etico con ingredienti sardi, quando disponibili, ma non si limita ai tipici, o solo alla nostra regione. Dunque, comprende, tanto per fare qualche esempio, le orecchiette, o le trofie. Certo ci sono anche

le orecchiette di Oristano. In sostanza vogliamo creare valore per l’isola, ma anche per i consumatori, cercando quel giusto equilibrio che è sempre difficile da conseguire, vista la ricchezza alimentare della nostra Italia.

E la storia dei due marchi? Cuore nasce 5-6 anni fa e da un anno e mezzo viene gestito dalla nostra sede di Milano. Aggiungo che, entro fine anno, completeremo un interessante progetto di rebranding. La rosa dei gusti è più recente, visto che è partita alla fine del 2020 e dunque non ha ancora compiuto i due anni. È una vera e propria marca, con un processo di progettazione alle spalle che si ispira a quello della moda, dove gli stilisti inventano e disegnano e i terzisti producono, cercando il migliore rapporto qualità/prezzo.

Qualche curiosità? Nell’ambito della propria offerta La rosa dei gusti propone, durante le ricorrenze, anche ricette dell’alta cucina, ma sempre accessibili, come i ravioli di Kobe, o granchio e caviale fresco. Non mancano i dolci delle feste, come i panettoni, realizzati con una nostra ricetta esclusiva, così come alcuni prodotti che abbiamo inventato: penso alla maionese con olio di oliva senza alcun tipo di additivo, al pesto fresco con aglio di Vessalico (Imperia), sempre senza aggiunta di conservanti o altro e, dunque, del tutto naturale. E potrei continuare ma, in sintesi, preferisco dirle che è finita l’epoca in cui era sufficiente vestire i prodotti: oggi devono essere progettati.

Quali sono le attuali cifre dei due brand? Parliamo di 170 referenze Cuore dell’isola, con un tasso di crescita che attualmente ha raggiunto il 70 per cento. Per La rosa dei gusti siamo, invece, già a 300 referenze, con una progressione del 150 per cento.

Novità di prodotto: cosa bolle in pentola? Più che bollire in pentola, cuoce in forno. Mi spiego: Cuore non ha ancora il segmento dei dolci, perché in Sardegna non si coltiva grano tenero, ma, se mai, lo si acquista. Ora, però, con Coldiretti, abbiamo individuato uno spazio per questa coltura. Dunque, il prossimo anno, avremo anche il dolciario. E se dalle novità passiamo ai best seller, scopriamo che le teste di ponte della gamma sono il pane Guttiau, i vini e il pesce fresco.

LE CIFRE CHIAVE DI GRUPPO ABBI

Fatturato netto consolidato 2021 511.936.682 mln/€ (+34%)

Totale punti vendita 320

Regioni presidiate 3

Sardegna, Lazio, Abruzzo

Fonte: Dati aziendali

Addetti 1.200

Totale insegne 6

(Crai, Centro Cash, Despar, Ibba mangimi, Leder Price, Tuttigiorni)

Pensate di “esportare” Cuore dell’Isola anche nel resto del mondo Crai? Tenga conto che Cuore è innanzitutto un marchio etico e che dunque deve favorire la produzione locale, ma senza debordare in lunghi trasporti che sarebbero ben poco coerenti in un’ottica di sostenibilità.

Che ruolo svolgerà, per lo sviluppo di Cuore dell’Isola, il nuovo format Tuttigiorni? Tuttigiorni, lanciato questa primavera e oggi presente a Cagliari e Sassari, ma con grandi piani di sviluppo, è un format Edlp che fonda la sua strategia sui nostri marchi e dunque non ci sono dubbi che darà un ottimo impulso. Detto altrimenti io ho due convinzioni, abbondantemente sperimentate: la distribuzione può fare, e molto bene, il proprio business senza volantini “a scadenza” e senza marchi industriali e Tuttigiorni ne è l’esempio. Cagliari e Sassari sono i due negozi che performano meglio di tutto il gruppo, e nonostante la bassa numerica di Mdd disponibili, registriamo il 32% di quota a volume nel capoluogo di regione e oltre il 40% a Sassari.

Non trova che ormai il segmento delle Mdd di fascia alta, soprattutto specialità alimentari, stia cominciando a diventare troppo affollato? Non penso. Ogni distributore ha un proprio ruolo sul mercato e un proprio posizionamento e dunque ci sono notevoli differenze, anche legate al territorio nel quale le diverse insegne operano. Inoltre, i prodotti industriali sono ancora “un mare” e c’è moltissimo spazio per le Mdd, di qualsiasi fascia esse siano, dai primi prezzi al premium. Ed è anche per questo che i nostri 41 fornitori di Cuore dell’isola sono destinati ad aumentare.

Parlando sempre di Gruppo Abbi, quanto conta oggi lo zoccolo del marchio o dei marchi Crai? Sono importanti e continueranno a esserlo visto che l’obiettivo è investire sulle Mdd. E questo vale anche per i marchi Despar, dal momento che Abbi, dopo l’acquisizione di 16 punti vendita Gieffe (marzo 2021) è diventato anche Despar Sardegna, convertendo in seguito 33 punti vendita da Simply a Despar.l

Luca Salomone giornalista professionista specializzato in beni di consumo, distribuzione, centri commerciali e finanza

This article is from: