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di Luca Salomone

Prénatal Retail Group: la leadership non è un gioco

Il Gruppo ha quattro insegne: Toys Center, Bimbostore e Prénatal, con le relative divisioni estere, alle quali si aggiunge King Jouet, operativo in Francia e Svizzera. Il 57% dei ricavi è rappresentato dal giocattolo, che è fondamentale e soggetto a continua innovazione.

Acquisito il 9 ottobre 2017 da Artsana, Prénatal Retail Group (Prg) è un colosso con 773 negozi in Europa, altamente diversificato nei prodotti per i bambini. Abbiamo chiesto all’amministratore delegato, Amedeo Giustini, di spiegarci, innanzitutto, come è articolata l’azienda e come ha reagito alle gravi turbative create dal Covid.

Come ha inciso la pandemia?

Prénatal Retail Group ha 773 punti vendita in sette geografie: Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Svizzera e Olanda. Questo dà immediatamente l’idea di quanto sia stato traumatico veder chiudere, da un giorno all’altro, tutta la parte di rete dedicata al giocattolo, dunque 200 mila mq di superficie commerciale. E questo nonostante il gruppo abbia fatto, negli ultimi anni, grandi passi sul versante della multicanalità. Nel periodo del lockdown primaverile – 24 marzo/18 maggio - il giocattolo, ovviamente, ha sofferto, mentre il settore dei beni di consumo per l’infanzia (omogeneizzati, pannolini, latte in polvere e via dicendo), composto da articoli di prima necessità, si è mantenuto in equilibrio, e i negozi, limitatamente agli articoli ‘permessi’, sono rimasti attivi. Ma dal 10 aprile, dunque con largo anticipo, il nostro legislatore ha recepito il concetto che – data la crescita - anche l’abbigliamento è fondamentale per i bambini.

E dopo il lockdown primaverile?

Subito dopo la serrata, che ha coinvolto tutti i Paesi in cui siamo presenti, i giocattoli hanno cominciato a correre. Questa fiammata semiestiva - nel frattempo era arrivato giugno -, ha interessato molti mercati, oltre a quello italiano, a cominciare dalla Francia, seconda nazione della nostra mappa, come attestano i dati di Npd. Abbiamo dunque recuperato almeno in parte, visto che lo shock è stato, per tutto il settore, lungo e drammatico.

E oggi?

Fortunatamente i due ultimi Dpcm hanno classificato il giocattolo come bene indispensabile, consentendone la vendita sia agli specialisti, sia agli ipermercati e non instaurando nuovamente la sperequazione tra online e offline. Inutile dire che la stagione in corso, dal Black Friday (27 novembre) in poi, è per noi fondamentale e determina una parte decisiva delle vendite, stimata, da Assogiocattoli, intorno al 70 per cento. Il nostro Black Friday ha avuto un ulteriore incremento quest’anno, soprattutto delle vendite online. Ma il Dpcm del 3 dicembre, con le chiusure dei centri commerciali, ci ha fortemente penalizzato e in più gli ipermercati presenti, autorizzati alla sola vendita di prodotti alimentari, vendono giocattoli.

Prima del Covid esisteva già una minaccia, la denatalità. Come avete risposto?

Con la creazione di Prénatal Retail Group sono state sommate e ottimizzate, in modo olistico, una serie di caratteristiche e competenze diverse, per mettere a disposizione un assortimento in grado di coprire tutto l’universo infantile: tessile, abbigliamento, consumabili e, naturalmente, giochi per ogni fascia di età. La proposta commerciale è diventata scalabile e questo ci ha consentito di dare una risposta efficace e adeguata al calo numerico del target. Per creare maggiore efficienza abbiamo anche messo sotto lo stesso tetto, in parecchi contesti, insegne con specializzazioni differenti, abbinando per esempio Prénatal e Toys Center. I risultati sono stati la crescita dei fatturati medi dei punti vendita, l’abbassamento dei costi fissi e dunque del punto di pareggio e l’innalzamento della redditività. Tutto questo ha fatto voltare pagina al gruppo che in tre anni - dalla fondazione, aprile 2015, alla fine del 2018 - ha raggiunto tutti i propri target patrimoniali, tornando in utile e ricominciando a generare cassa. Ora la proprietà è di Asrtana Spa per il 100 per cento.n

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