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RIGENERAZIONE URBANA, minacce e opportunità

1 parte

L’esigenza di maggiore tutela ambientale e le nuove modalità di fruizione dei servizi in chiave tecnologica hanno stimolato un nuovo dibattito sul ruolo e sulla funzione delle città.

Non sorprendiamoci se la crisi dovuta all’attuale emergenza epidemiologica da Covid-19 avrà effetti duraturi sulle nostre città. La pandemia ha reso ancor più evidenti le sfide che i nostri insediamenti si trovano ad affrontare per i cambiamenti climatici, l’inquinamento degli elementi, il degrado diffuso nelle città. Le mutate tendenze della socialità, l’esigenza di maggiore tutela ambientale e le nuove modalità di fruizione dei servizi in chiave tecnologica hanno stimolato un nuovo dibattito sul ruolo e sulla funzione delle città riassunto dalla locuzione “rigenerazione urbana”. Il fenomeno è europeo e, almeno in questo settore, l’Italia non sta a guardare. Il tema è, infatti, emerso di recente in numerosi interventi legislativi (cfr. leggi di bilancio 2019-20-21) e in maniera ancor più specifica si prepara a dispiegare i suoi effetti quando vedranno la luce i numerosi disegni di legge attualmente

in discussione al Senato (cfr. d.l. 1131, 985, 970, 1302, 1943, 1981) e presso le competenti commissioni. Più concretezza potrà darsi anche grazie alle dotazioni finanziarie contenute nel PNRR, con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per le città sostenibili e più di recente con le dotazioni finanziarie e obiettivi di NextGenerationEU, nella declinazione “Nuovo Bauhaus europeo”. I contorni numerici di questo intervento ci vengono tracciati da M. Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, nel documento presentato nell’Audizione della 13ma Commissione permanente del Senato sui richiamati disegni di legge recanti misure per la Rigenerazione Urbana, se è vero che da questo processo sarebbero potenzialmente interessati in Italia circa 73mila edifici residenziali, almeno 1.300 a uso terziario e oltre 5 milioni di mq di siti o complessi artigianali/produttivi dismessi. Una quantità di immobili terziari o produttivi vuoti, abbandonati e non più recuperabili, di immobili residenziali da riqualificare sotto l’aspetto edilizio, energetico, sismico. Le opportunità sono certamente notevoli, basti pensare alla possibilità di rendere le città inclusive e sostenibili, favorendo il recupero delle periferie ovvero di aree degradate e al contempo densamente popolate, nonché ripensando la mobilità urbana e i collegamenti anche con i grandi spazi intermodali, nonché proponendo nuove modalità di fruizione dei servizi urbani con l’utilizzo della tecnologia e della transizione digitale in atto. Ancora: rendendo le città e gli insediamenti più vivibili e a misura d’uomo. Seppure il termine “smart” sia talvolta utilizzato in modo inappropriato, per le città, uno degli elementi che caratterizza la nuova concezione di rigenerazione urbana è che l’infrastruttura immobiliare debba accompagnarsi a una gamma di servizi gestiti attraverso piattaforme digitali, anche da remoto e durante tutto il ciclo di vita del prodotto immobiliare.n

Alberto Deiana

Project Management and Real Estate Executive, Mi.No.Ter.

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