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Mosaico Auchan. Ora Conad è più forte
La pandemia ritarda la soluzione del puzzle Auchan, ma il grande mosaico nazionale ricostruito da Conad è quasi completo. Per rimediare al disastro Auchan è stato messo in cantiere un gigantesco processo di ristrutturazione: Conad ha smontato pezzo per pezzo la vecchia struttura di sede, di rete e logistica. Alla fine ha integrato all’incirca il 55% della rete dei francesi e ha assorbito una piccola porzione dei quadri amministrativi. Circa
il 38% della rete commerciale è finito in uno spezzatino di vari player per i limiti antitrust e per l’indisponibilità di propri imprenditori. Il 7-8% della rete rimane da destinare. L’operazione ha generato la perdita di qualche migliaio di posti di lavoro, per lo più delle sedi e gli esuberi derivanti dalla riduzione delle superfici di vendita degli iper, oltre che una perdita d’esercizio, nel 2019, di circa mezzo miliardo di euro. Prima dell’esplosione del covid-19, i vertici della società veicolo Margherita Distribuzione e Conad avevano previsto di sbrogliare la matassa entro il settembre 2020. Oggi Margherita Distribuzione sostiene che il processo di integrazione della rete è completato mentre il piano di risanamento è in dirittura d’arrivo. Al momento del closing (31 luglio 2019), gli addetti di Auchan/Sma erano circa 17mila in 269 punti vendita gestiti direttamente e 49 in affitto a favore di terzi. In tutto 318 negozi, di cui 78 ipermercati, 176
supermercati e 64 superette. Oltre a diverse sedi amministrative, con un migliaio di addetti, e tutta la logistica. In 15 mesi di cantiere è successo di tutto: si sono svolti centinaia di incontri con sindacati a vari livelli, numerose mediazioni ministeriali, scioperi e manifestazioni di piazza, contrasti fra gli stessi sindacati, sentenze giudiziarie e verdetti dell’Antitrust. Poco più di un anno fa i dettaglianti avevano stimato che, al netto di ricollocamenti e ricorsi ai vari ammortizzatori, sarebbero rimasti circa 3mila esuberi. In una intervista dello scorso aprile, l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese aveva dichiarato: «Noi lavoriamo per dimezzare i 3mila esuberi. Chiunque uscirà verrà incentivato: è disponibile un fondo da 100 milioni e garantiamo fino a 5mila euro alle aziende che ricollocheranno gli esuberi, oltre all’assegno pubblico di ricollocazione. Inoltre, per la mobilità volontaria garantiamo più di un’annualità, compresa la funzione di
Francesco Pugliese,
Amministratore Delegato di Conad
staff di Rozzano». Per Luca Pellegrini, docente di marketing allo Iulm di Milano, «stabilito che Auchan faceva acqua da tutte le parti, Conad non poteva inglobare tale e quale il player transalpino. Ha spalmato gran parte di Auchan sulla propria struttura sociale, ma non completamente. Nel complesso, Conad ha mostrato un notevole coraggio perché l’operazione all’inizio era di quelle da far tremare le vene dei polsi».
LO STATO DELL’ARTE
Qual è oggi la fotografia più aggiornata del grande puzzle? L’ultima del dossier Auchan-Margherita Distribuzione è del 30 settembre: sono stati integrati esattamente 147 punti vendita sotto l’insegna Conad con 8.500 addetti mentre altri 101 negozi con 2.500 dipendenti sono passati nella rete di altri player. In tutto sono 248 su 270 iniziali. Circa il 92%. In gestione alla società veicolo Margherita Distribuzione ne restano 22, tra i quali anche quelli soggetti alle valutazioni dell’Antitrust: i supermercati di Pesaro e Ostia Capo Verde, al superstore di Pescara Tiburtina e agli ipermercati di Giugliano, Pompei, Pescara, Pescara Cepagatti, Cagliari Marconi, Antegnate, Nola, Fiumicino, Carini. Nel frattempo i tre negozi di Pescara sono passati al gruppo Maiora di Cannillo e Peschechera. «Per i 22 punti vendita – commenta la società – siamo ancora al lavoro per soluzioni che permettano, entro il 30 novembre, la loro messa in sicurezza, tenuto conto delle valutazioni dell’Antitrust su alcuni di essi». «Il destino dei 22 punti vendita in bilico – interviene Vincenzo Dell’Orefice, segretario nazionale di Fisascat-Cisl – dipenderà anche dalle valutazioni dell’Antitrust. Carini, Fiumicino, Misterbianco e Nola sono gli ipermercati sui quali si è
concentrata l’attenzione dell’Agm. Tuttavia, stando a ciò che i rappresentanti di Margherita Distribuzione hanno detto al ministero dello Sviluppo economico, la situazione dei 22 negozi è articolata: per 9 di questi – ubicati nelle regioni Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna – non c’è alcuna manifestazione di interesse da
parte di terzi. In questi 9 negozi (fra i quali c’è un ipermercato) lavorano 293 dipendenti».
IL PIANO PER I LAVORATORI
Per Margherita Distribuzione e Conad il piano industriale ha dato i suoi frutti, anche in termini di salvaguardia dell’occupazione: si sono avute circa 2mila uscite, dalle sedi e dalla rete, su “base volontaria” e incentivata e ci sono stati circa 3.100 interventi di ricollocazione, di cui circa 2.700 addetti nella rete e nelle sedi Conad e per la rimanente parte, circa 400 unità, nella rete di altri operatori. Ci sono stati anche quasi 300 conclusioni di rapporto per effetto del normale turnover. Poi Margherita Distribuzione conclude che per i 795 dipendenti ancora in esubero, si continua a lavorare per una soluzione entro la fine del 2020 nell’ambito delle misure già previste: cassa integrazione, uscite su base volontaria e incentivata, ricollocazione, anche attraverso le politiche attive del lavoro sui territori, in collaborazione con Regioni e istituzioni locali. E l’azienda sottolinea che ai lavoratori in cassa integrazione durante il periodo di attuazione degli interventi del piano sulla rete commerciale e sulle sedi dell’ex Auchan, Margherita Distribuzione ha anticipato, da aprile a settembre 2020, trattamenti di cassa per circa 3,6 milioni di euro. I sindacati però non condividono tutto. «Se a questi 795 addetti in esubero – osserva Dell’Orefice - aggiungiamo i 1.150 dei 22 negozi ancora da cedere, è chiaro che il numero dei lavoratori, a oggi senza una definita soluzione occupazionale, tocca
quota 1.945. Siccome il numero sopra citato è alquanto significativo, nutriamo qualche dubbio sul fatto che entro la fine di novembre – termine entro il quale Margherita Distribuzione intende chiudere la partita delle cessioni – si riesca a risolvere il problema occupazionale di queste persone». Diversa la campana del segretario nazionale della Uiltucs Marco Marroni, secondo cui il risultato ottenuto da MD/Conad non è tale da esserne orgogliosi. «Alla fine della fiera - sostiene il sindacalista - almeno il 25%, più probabilmente il 30%, cioè 4mila unità, delle persone che ad agosto 2019 erano dipendenti di Auchan, a febbraio 2021 saranno uscite non perché passate a un altro operatore o ricollocate, ma perché hanno dovuto scegliere di andarsene, incentivate con le risorse che Auchan ha lasciato in eredità a Margherita. E questi addetti, in buona parte, percepiscono e percepiranno l’indennità di disoccupazione». Si è invece quasi del tutto “risolto” il nodo delle sedi: la mobilità è scattata dallo scorso gennaio per 817 addetti, di cui 456 a Rozzano, 47 a Roncadelle, 27 a Vicenza, 40 a Offagna, 33 ad Ancona, 41 a Roma, 13 a Catania, 160 negli altri uffici distaccati. Per agevolare gli esodi incentivati è scattato un bonus di 34mila euro per gli addetti delle sedi e di 25mila euro per quelli della rete. Pugliese ha più volte ribadito che le sedi ex Auchan saranno chiuse a fine 2020. «All’inizio di ottobre – osserva Dell’Orefice - nelle sedi c’erano ancora 14 dipendenti che non avevano optato per l’incentivo».
LA PROPOSTA SPAZIO CONAD
A completare il quadro dei risultati del piano di salvataggio di Margherita Di-
stribuzione, ci sono anche i lavori di ristrutturazione di gran parte degli ipermercati della ex rete Auchan (28 punti vendita, con poco più di 4.500 addetti), per i quali è stata trovata una nuova formula commerciale (Spazio Conad) attraverso un radicale ripensamento del format, che ha previsto la riduzione delle superfici e la separazione delle attività commerciali tra alimentare ed extra alimentare. «Dallo sviluppo delle superfici per attività extra alimentare – sostengono i dettaglianti - potranno arrivare nuove opportunità commerciali e nuove opportunità occupazionali per il reimpiego del personale ancora in eccedenza, attraverso il coinvolgimento di altri primari operatori di mercato di vari settori, come nel caso del primo contratto firmato con Ovs, per l’apertura di 18 store nelle superfici libere degli ex ipermercati della rete Auchan in ristrutturazione, che potrebbe già portare a un recupero occupazionale stimabile in circa 130
unità». Margherita Distribuzione s’intesta anche gli interventi sui poli logistici dell’ex rete Auchan: gli interventi hanno permesso di trovare una soluzione per circa 900 lavoratori su 1.280 addetti, mediante interventi di ricollocazione e uscite su base volontaria e incentivata.
UN 2020 INCERTO
Il 2020 è stato, almeno fino a metà ottobre, un anno complessivamente positivo per la distribuzione moderna: Nielsen stima che le vendite, a parità di rete, siano cresciute dell’1,9% mentre Iri, per fine anno, prevede un balzo del 5,8% a rete corrente. Il balzo è stato propiziato anche dall’accelerazione delle vendite durante il lockdown e per la chiusura e le restrizioni imposte ai consumi fuori casa. Ma per il gruppo Margherita il 2020 sta andando male e, probabilmente, ancora di più con la seconda chiusura dei centri commerciali per
l’emergenza covid-19 decisa dal governo. «L’attuazione del piano industriale è proseguita - scrive in un documento ufficiale il presidente di Margherita Distribuzione, Antonio Brianti - in un contesto di mercato e di complessivo andamento (operativo ed economicofinanziario) del Gruppo Margherita di ulteriore peggioramento della situazione di crisi e dei trend negativi, ormai irreversibili, dei volumi di vendita, delle quote di mercato e della redditività, che hanno interessato tutta la rete distributiva. Situazione già difficile sulla quale hanno, inoltre, pesantemente inciso, dal secondo trimestre del 2020 in poi, anche i negativi effetti dovuti all’emergenza epidemiologica da covid-19, che, di fatto, non solo hanno definitivamente
compromesso ogni residua capacità operativa e commerciale dell’azienda e della sua rete (con riferimento, in particolare, al canale ipermercati e superstore), ma hanno altresì comportato rilevanti rischi per la tenuta e il completamento, nel suo insieme, del
La SPIGA BARRATA che fa la differenza
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identificare con un solo sguar-
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vello internazionale, che rende l’atto di acquisto degli alimenti un’azione del tutto normale e autonoma, anche per un celiaco.
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Ma Spiga Barrata non è cercato solo dai consumatori celiaci.
Le stesse Aziende, consapevoli del forte legame esistente tra l’Associazione e la comunità dei celiaci, fanno richiesta di concessione del Marchio per dotarsi di un importante vantaggio commerciale a cui non possono rinunciare. Attraverso il know-how maturato da AIC in materia di gestione e controllo del senza glutine, raggiungono e consolidano un sistema produttivo proiettato al miglioramento continuo, nel rispetto di precisi requisiti tecnici
verificati da AIC.
Un modo solido e duraturo per fidelizzare i propri consumatori, in un mercato sempre più competitivo.
Tutte le informazioni su AIC e sul processo di concessione del marchio Spiga Barrata sono disponibili sul sito spigabarrata.it oppure contattando la Segreteria Marchio al numero 010 4550685 o alla mail segreteria@celia-
chia.it.
progetto di risanamento e ristrutturazione delle attività aziendali». Prima della cessione, Auchan Retail Italia aveva perso 1 miliardo in 3 esercizi. «Noi abbiamo salvato un’azienda e ridotto gli esuberi al minimo - ha precisato Pugliese -. Il saldo zero è impossibile, ma lavoriamo per arrivarci vicino. Il sindacato dovrebbe rendersi conto che Auchan perde 1,1 milioni al giorno e che non siamo un fondo di investimento, ma un’impresa italiana che sta cercando di salvare il maggior numero dei dipendenti». Brianti precisa che l’esercizio 2019 (Margherita Distribuzione è però subentrata solo il 31 luglio) si è chiuso con un fatturato in calo del 18,2% e un’ulteriore perdita di oltre 488 milioni. Poi nel primo semestre del 2020, il calo del fatturato del canale ipermercati è stato mediamente del 38%, con punte anche superiori al
-50% per quelli maggiormente toccati dagli effetti dell’emergenza sanitaria da covid-19.
QUALE SVILUPPO
L’inaugurazione dello Spazio Conad da 10mila metri quadrati di Vimodrone conferma l’estremo pragmatismo del vertice e delle cooperative dei dettaglianti. Nella visione di Conad non ci sono ideologie ma solo valutazioni dei mercati, a cui tutto il resto deve adeguarsi. Questa filosofia ha consentito ai dettaglianti di mantenere il grande ipermercato di Vimodrone, nel Milane-
se. Ora è gestito dalla cooperativa Cia con l’imprenditore Stefano Frascolla. All’inaugurazione del grande punto vendita, lo scorso settembre, il direttore generale di Conad, Francesco Avanzini, ha tratteggiato la strategia: «Spazio Conad è un modello pilota con cui intendiamo strutturare una nuova generazione di ipermercati: sono 7, con Vimodrone, i punti di vendita che saranno attivati tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021». E dovrebbero avere una superficie di vendita variabile dai 3.500 mq a 10mila mq. Inoltre, Avanzini ha detto che «i 70 punti
Francesco Avanzini,
direttore generale di Conad
vendita di grande superficie, gli ex ipermercati, progressivamente si adegueranno a questo concept. Ridisegneremo anche il concetto di prossimità: negozi specializzati o che rispondano alle esigenze del territorio. Ci vorranno degli anni ma questa è la strategia del multiformat e della omnicanalità». Al nord Conad ha ceduto ai concorrenti molti punti vendita ex Auchan, non soggetti ai vincoli antitrust. Perché? «Bisognerebbe conoscere gli equilibri interni di Conad - commenta Pellegrini -. Dall’esterno percepisco che, nei fatti, è fallita l’operazione di conquista del nord, anche se sono più forti di prima. Ricordo che al nord il quadro competitivo è molto complesso: operano Esselunga, campione del retailing, e anche molti operatori regionali d’eccellenza». Pellegrini conclude rinviando il momento del bilancio del merger Auchan-Conad, a «quando il polverone si sarà posato»n