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Digital Club/Retail
Un orizzonte senza soli
LA VOGLIA DI SOCIALITÀ RICADRÀ SUL RETAIL TECNOLOGICO?
Un manager di un importante polo fieristico di Parigi recentemente intervistato ha espresso un pensiero molto chiaro: “Non torneremo più agli eventi solo fisici, neanche quando si potrà, superata l’emergenza sanitaria”. Ha spiegato che la componente digitale permette di coinvolgere persone altrimenti irraggiungibili con opportunità che il luogo fisico non può cogliere. Di conseguenza in futuro lui vede solo eventi ibridi con una componente on-line importante se non dominante, questo in un ambito come la moda, dove vedere e toccare sembra imprescindibile. Un recentissimo studio realizzato da Fondirigenti che ha sondato un campione di 1500 risposte dice che le aziende manterranno lo smart-working anche al termine della pandemia. Più della metà (54%) in maniera sostanzialmente permanente mescolando lavoro in presenza (in media 2,6 giorni alla settimana) con quello a distanza (2,4 giorni alla settimana). Si prospettano dunque scenari nuovi nel mondo lavoro che molti hanno già soprannominato il new normal. Non è solo il mondo del lavoro ad avere orizzonti e paradigmi diversi. Un mio amico si lamentava con me di una procedura che lo obbligava ad andare in posta, oggi che si fa tutto on-line. Prima del Covid l’ho visto usare il telefono solo per chiamare qualcuno e guai a non andare in banca di persona. Ne abbiamo parlato già in passato, una volta assaggiati i benefici del digitale perché tornare indietro? Varrà lo stesso nel mondo retail? Quale è il new normal in questo settore? Due direttive sono tanto semplici da dire quanto troppo generiche per alcuni versi: semplificare la vita del
cliente e implementare nuovi servizi. Settimana scorsa a Parigi ho visto lunghe code in strada per entrare in un department store. Sarà questo uno dei temi da affrontare? Gestire l’afflusso ai negozi? Prenotare gli acquisti o lo slot di ingresso al punto vendita? Forse. Più e-commerce? Sicuramente stando ai dati che possiamo avere. C’è un altro tema da sottolineare, fare shopping è per molti un piacere e un’attività sociale. La gente vuole tornare a vivere in strada, nei centri commerciali, a incontrarsi mentre fa gli acquisti o compierli in compagnia. Un retail troppo digitale potrebbe non rispondere pienamente a questa esigenze. In fondo anche online quali sono i casi più eclatanti di successo? I social network che mettono in relazione le persone. Il mondo fisico del punto vendita non deve essere superato dal digitale, piuttosto valorizzato da esso. Come? Non ho la risposta e non credo che nessuno abbia la sfera di cristallo. Oggi è importante fare investimenti giusti in ottica di lungo periodo, ma con grande flessibilità e capacità di adattamento. Perché tutto cambia velocemente, dalle norme sanitarie, alla propensione dei clienti fra efficienza (prevalente nel mondo digitale) ed esperienza sociale di acquisto (prevalente nel mondo fisico).n
Paolo Pelloni - Digital Club/Retail