Galileo racconta Pisa

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racconta PISA

Cristina Cagianelli

GALILEO

na guida davvero eccezionale, Galileo Galilei, il cittadino pisano più famoso del mondo, che accompagna i giovani e i bambini alla scoperta dei “Miracoli” di Pisa, sorti in quella fase del Medio Evo che vide le glorie della Repubblica Marinara. Si parte dalla Piazza del Duomo con i suoi monumenti, la Cattedrale, la Torre Pendente, il Battistero, il Camposanto e l’Ospedale, per proseguire in un percorso attraverso la città che rivela gli altri capolavori dello Stile Romanico Pisano, acceso, in molti casi, dai bagliori del Gotico.

GALILEO racconta

PISA

Il Duomo, la Torre e altri Miracoli Illustrazioni di Silvia Sarperi

Edizioni ETS

€ 10,00

Pisa-Guida-950_cover sara corretta.indd 1

04/09/14 11:57



Cristina Cagianelli

GALILEO racconta

PISA

Il Duomo, la Torre e altri Miracoli Illustrazioni di Silvia Sarperi

Edizioni ETS



Non è solo uno slogan. “Pisa A.D. 2014” ha l’ambizione di essere un progetto di sviluppo e l’occasione di un percorso formativo per i giovani di tutto il mondo. La Cattedrale di Pisa e Galileo Galilei, in occasione delle celebrazioni che caratterizzano il 2014, possono diventare il faro guida per tutti coloro che nel mondo sono alla ricerca di un arricchimento interiore e di una spinta verso l’eccellenza. Questo libro è dedicato soprattutto ai più giovani ma contiene sufficienti dettagli anche per soddisfare le curiosità della maggior parte degli adulti. È proprio questa flessibilità trasversale alla lettura delle diverse generazioni che lo rende capace di ben rappresentare l’universalità assoluta dei due doni all’umanità che la storia ci ha lasciato in eredità e che noi vogliamo celebrare in queste pagine. Paolo Ghezzi Vicesindaco di Pisa con delega al Turismo

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Pisa, 2 Giugno 2014

In un tempo, come il nostro, in cui tutto sembra appiattirsi al momento presente, per cui scompaiono il passato e il futuro e viene meno il senso dello scorrere del tempo, quasi si potesse vivere una eterna giovinezza, dare voce a un personaggio del passato per raccontare una città con i suoi monumenti e la sua storia, sembra una operazione destinata sicuramente all’insuccesso. In realtà il testo di Cristina Cagianelli con le illustrazioni di Silvia Sarperi che danno voce ed immagine a Galileo Galilei per raccontare il Duomo, la Torre e altri “miracoli” d’arte pisani, è una “guida” fedele e pienamente leggibile anche da chi non ha avuto la sorte di essere introdotto agli avvenimenti del passato da anziani capaci di raccontare storie antiche, o da insegnanti che non possedendo il gusto della storia, non hanno saputo comunicare la passione per l’indagine sui fatti del passato con il risultato che molti dei giovani del nostro tempo non riescono a capire il presente e tanto meno sono capaci di immaginare il futuro. Il testo che viene proposto è scorrevole ed agile; con poche, ma precise pennellate, riesce a delineare gli avvenimenti che in qualche modo si sono materializzati in un volto di pietra in monumenti e chiese; ci fa conoscere artisti e committenze quasi fossero persone che ancora potrebbero uscire dagli edifici che hanno cotruito, insieme alla gente che con grande intensità ne viveva l’edificazione; ci aiuta a fare sosta davanti ad architetture che non soltanto mostrano la bellezza dell’arte, bensì promanano quella ricchezza spirituale e quella convinzione di fede che furono alla base della loro edificazione. In effetti, il racconto ci fa intravedere un filo che unisce dal di dentro i vari edifici – quasi tutti edifici sacri – nel segno della fede cristiana. È possibile scoprire le devozioni dei nostri antichi, i santi verso i quali maggiore era la devozione; gli ordini religiosi che curavano la vita liturgica delle varie chiese; la vitalità religiosa del popolo pisano che edificò queste opere. La voce narrante, come già detto, è quella di Galileo: uno scienziato e un credente; un grande della scienza e della storia e insieme un uomo del suo tempo, capace di saggiare criticamente il passato e di proiettarsi verso il futuro e insieme, pienamente partecipe del sentire sociale di quel momento storico. Un pisano che non era certamente un campanilista, bensì cittadino del mondo; un uomo di cultura a tutto tondo, capace quindi anche di parlare di arte e di monumenti. L’augurio è che Galileo possa anche oggi accompagnare molti giovani e anche meno giovani sulla strada della conoscenza di una civiltà che ci è stata donata dai nostri antichi e che attraverso il linguaggio della bellezza è capace di parlare anche agli uomini d’oggi, solo che abbiano il desiderio di non fermarsi alla “buccia” delle cose, ma penetrando i segreti recessi della Bellezza che si squaderna sui nostri monumenti, siano capaci di coglierne lo spirito più profondo che attinge sempre al mistero della Bellezza increata, di Dio, che si riverbera su quanto è frutto maturo di un ingegno artistico che ha l’umiltà di attingere alla sorgente della Vita e si lascia illuminare dalla Luce che non tramonta. + Giovanni Paolo Benotto Arcivescovo di Pisa 7


Legenda dei colori utilizzati per evidenziare alcuni contenuti del testo Duomo Pisa 1064 Galileo Galilei Arco

il rosso per edifici, aree monumentali e musei l’arancio per i luoghi il verde per le date l’azzurro per i nomi propri di persona il nero per i termini inseriti nel glossario

Legenda dei colori utilizzati per evidenziare gli itinerari

il rosso per l’itinerario 1 il blu per l’itinerario 2 il giallo per l’itinerario 3 il rosa per l’itinerario 4

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Indice

A.D. 1064 - A.D. 2014 950 anni dalla posa della prima pietra del Duomo di Pisa

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IO GALILEO GALILEI vi racconto…..

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Itinerario 1 - Gli edifici della Piazza del Duomo

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Duomo o Cattedrale, p. 17 - Battistero, p. 44 - Campanile o Torre Pendente, p. 53 - Museo dell’Opera del Duomo, p. 59 - Ospedale, Chiesa di Santa Chiara e Museo delle Sinopie, p. 61 - Camposanto, p. 64 Itinerario 2 - Chiese medievali nella parte nord della città

a ovest dell’asse Borgo Stretto, via Oberdan, via Carducci

75

Chiesa di San Nicola, p. 75 - Chiesa di San Frediano, p. 80 - Chiesa di San Rocco già di San Pietro in Cortevecchia , p. 81 - Chiesa di San Sisto in Cortevecchia, p. 83 Chiesa dei Santi Felice e Regolo, p. 87 Itinerario 3 - Chiese medievali nella parte nord della città

a est dell’asse Borgo Stretto, via Oberdan, via Carducci

88

Chiesa di Santa Caterina di Alessandria, p. 89 - Chiesa di San Zeno, p. 92 - Chiesa di San Francesco, p. 93 - Chiesa di San Paolo all’Orto, p. 95 - Chiesa di San Michele in Borgo, p. 97 - Chiesa di San Pietro in Vinculis o San Pierino, p. 100 - Chiesa di Sant’Andrea Forisportam, p. 102 - Chiesa di San Matteo, p. 104 - Chiesa di San Michele degli Scalzi, p. 107 Itinerario 4 - Chiese medievali nella parte sud della città

110

Chiesa del Santo Sepolcro, p. 110 - Chiesa di San Martino, p. 112 - Chiesa di Santa Cristina, p. 114 - Chiesa di Santa Maria della Spina, p. 116 - Chiesa di San Paolo a Ripadarno e Cappella di Sant’Agata, p. 119 Glossario

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A.D. 1064 – A.D. 2014 950 anni dalla posa della prima pietra del Duomo di Pisa La posa della prima pietra del Duomo di Pisa avvenne nel 1064, come ricorda un’iscrizione presente sulla facciata dell’edificio. Possiamo immaginare che in questa occasione si sia svolta una cerimonia solenne alla presenza delle autorità religiose, primo fra tutti il vescovo, e delle autorità civili, che allora si chiamavano consoli, e di una grande folla. A porre la prima pietra fu l’architetto Buscheto, che dette inizio ai lavori, come era la norma, dalla zona dell’abside, a est. Il progetto dell’edificio era a croce latina, con il braccio centrale più lungo di quelli laterali e fu completato solo dai successori di Buscheto. Sono passati 950 anni da quel giorno, ma il Duomo e gli altri monumenti della Piazza, il Battistero, il Campanile, più noto come Torre Pendente, l’Ospedale, il Camposanto e anche il Museo dell’Opera del Duomo e il Museo delle Sinopie, continuano a suscitare l’ammirazione e l’interesse dei cittadini e dei visitatori di tutto il mondo.



Io Galileo Galilei vi racconto...

Io Galileo Galilei sono un matematico, fisico, astronomo; ho dedicato la mia vita allo studio, agli esperimenti, ho fatto scoperte che hanno cambiato la storia dell’umanità, ho inventato, o perfezionato, importanti strumenti scientifici. Sono nato a Pisa il 15 febbraio 1564, primogenito di sette fratelli. Mio padre, Vincenzo Galilei, di famiglia fiorentina, era un noto musicista e teorico della musica, mia madre, Giulia Ammannati, apparteneva a una famiglia di ricchi mercanti originaria di Pescia e di Pistoia. Nel 1581 mio padre mi ha iscritto all’Università di Pisa per farmi studiare medicina e così ho fatto fino al 1585. Ma i miei veri interessi erano altri e così sono andato a Firenze per approfondire gli studi di matematica e fisica. Nel 1589 il granduca di Toscana, Ferdinando I dei Medici, mi ha fatto avere un contratto di tre anni per insegnare matematica all’Università di Pisa. Nel 1592 ho ottenuto la cattedra di matematica a Padova e mi sono trasferito in quella città, dove sono rimasto fino al 1610. In questi anni ho conosciuto una donna veneziana, Marina Gamba, che mi ha dato i miei tre figli, Virginia, Livia e Vincenzio. Nel periodo padovano ho perfezionato il cannocchiale e l’ho utilizzato per le mie osservazioni astronomiche, che ho pubblicato nel 1610 in uno dei miei molti libri, il Sidereus Nuncius. Non solo il libro è dedicato al granduca di Toscana Cosimo II dei Medici, ma è qui che, in suo onore, ho chiamato i satelliti di Giove da me scoperti Medicea Sidera, Pianeti Medicei. E così Cosimo II mi ha richiamato in Toscana, nominandomi Matematico dello Studio Pisano, senza l’obbligo di tenere lezioni, ma dandomi piena libertà di dedicarmi ai miei studi. Questi studi, però, cominciavano a crearmi problemi con alcuni potenti membri della Chiesa e così nel 1611 sono andato a Roma per presentare le mie scoperte e ho avuto 12


un’ottima accoglienza. Ma poi, purtroppo, le cose si sono complicate. Infatti le mie scoperte astronomiche mi avevano rafforzato nella convinzione che i pianeti ruotassero intorno al sole (Teoria Eliocentrica), come aveva già sostenuto lo scienziato polacco Niccolò Copernico (1473-1533) e non intorno alla terra (Teoria Geocentrica), come invece aveva affermato moltissimo tempo prima Claudio Tolomeo, astronomo e geografo greco del II secolo d.C. Questa seconda teoria, essendo in accordo con alcuni passi delle Sacre Scritture, era stata accolta dalla Chiesa di Roma ed era molto pericoloso mettere in dubbio credenze ormai fortemente radicate. Nel 1613 la pubblicazione di un’opera sulle macchie solari mi ha creato nuovi problemi con la Chiesa e Cosimo II mi ha quindi consigliato di tornare a Roma per chiarire la mia posizione e difendermi dalle accuse, ma questo nuovo viaggio, nel 1615, non migliorò la situazione e mi fu ordinato di non dichiarare pubblicamente la Teoria Copernicana. Ma io ho continuato nella mia attività scientifica e nel 1623 ho pubblicato Il Saggiatore. Di lì a poco è diventato papa, col nome di Urbano VIII, Maffeo Barberini, che era mio amico e sostenitore e così l’anno dopo mi sono recato nuovamente a Roma, sperando di ottenere tolleranza per le mie ricerche, ma anche questa volta le mie speranze sono state deluse. Sono comunque tornato ai miei studi e, fra l’altro, nel 1624 ho costruito un microscopio, con cui ho iniziato a studiare anche organismi piccolissimi, fino ad allora ritenuti insignificanti. Nel 1631 mi sono stabilito in una villa ad Arcetri, vicino a Firenze. Nel 1632 ho pubblicato il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, quello geocentrico e quello eliocentrico e a questo punto la situazione si è fatta drammatica. Sono stato convocato a Roma dal Tribunale dell’Inquisizione, ho subito un processo e per salvarmi la vita ho dovuto rinnegare la Teoria Copernicana, ma sono stato comunque condannato alla prigione. Non sono andato in prigione, ma ho potuto risiedere presso amici importanti e poi sono tornato nella mia villa di Arcetri, e nel 1638, in Olanda, ho pubblicato un’altra grande opera, che ha consacrato la mia fama, i Discorsi e dimostrazioni matematiche. L’8 gennaio del 1642, ad Arcetri, sono arrivato alla fine della mia vita. Sono considerato il fondatore del metodo scientifico, basato sul principio che non si deve accettare quello che è stato scritto nei libri da chi ci ha preceduto, anche se si tratta di autori di grande cultura, ma bisogna verificare ogni informazione in modo autonomo, sottoponendola alla verifica dell’esperienza, fatta osservando quel “grandissimo libro” che è l’universo, come io stesso l’ho definito.

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Itinerario 1 - Gli edifici della Piazza del Duomo

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Duomo 2 Battistero 3

Campanile o Torre Pendente 4 Museo dell’Opera del Duomo 5

Ospedale, Chiesa di Santa Chiara e Museo delle Sinopie 6 Camposanto

Itinerario 2 - Chiese medievali nella parte nord della città a ovest dell’asse Borgo Stretto, via Oberdan, via Carducci

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San Nicola San Frediano

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San Rocco già San Pietro in Cortevecchia San Sisto in Cortevecchia Santi Felice e Regolo

Itinerario 3 - Chiese medievali nella parte nord della città a est dell’asse Borgo Stretto, via Oberdan, via Carducci

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Santa Caterina di Alessandria 13 San Zeno

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San Francesco 15 San Paolo all’Orto

16 San Michele in Borgo 17 San Pietro in Vinculis o San Pierino

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18 Sant’Andrea Forisportam 19 San Matteo 20 San Michele degli Scalzi

Itinerario 4 - Chiese medievali nella parte sud della città

21 Santo Sepolcro 22 San Martino 23 Santa Cristina 24 Santa Maria della Spina 25

San Paolo a Ripadarno e Cappella di Sant’Agata

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racconta PISA

Cristina Cagianelli

GALILEO

na guida davvero eccezionale, Galileo Galilei, il cittadino pisano più famoso del mondo, che accompagna i giovani e i bambini alla scoperta dei “Miracoli” di Pisa, sorti in quella fase del Medio Evo che vide le glorie della Repubblica Marinara. Si parte dalla Piazza del Duomo con i suoi monumenti, la Cattedrale, la Torre Pendente, il Battistero, il Camposanto e l’Ospedale, per proseguire in un percorso attraverso la città che rivela gli altri capolavori dello Stile Romanico Pisano, acceso, in molti casi, dai bagliori del Gotico.

GALILEO racconta

PISA

Il Duomo, la Torre e altri Miracoli Illustrazioni di Silvia Sarperi

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