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Di che giardino sei?
GI ARDINO SEI? di che
Abbiamo chiesto a Moritz Mantero, presidente di Orticolario, di firmare un articolo in cui esprime la sua visione di giardino e la sua idea di giardiniere. È il pensiero di un grande appassionato, una bussola per comprendere quanto sia fondamentale il rispetto del genius loci
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Giardiniere io? Sarebbe un grave peccato di presunzione e di arroganza, oltre che una mancanza di rispetto nei confronti di chi lo è per professione. La mia è una passione che nasce da bambino, quando, sfollata la mia famiglia a Brunate, in provincia di Como,
ORTICOLARIO, DAL 2 AL 4 OTTOBRE A VILLA ERBA
Orticolario, giunto alla dodicesima edizione, è l’evento culturale dedicato a chi vive la natura come stile di vita, fonte di ispirazione anche per giardinieri e progettisti. Teatro della manifestazione è il parco botanico di Villa Erba a Cernobbio (CO), dimora ottocentesca affacciata sulle sponde del Lago di Como, residenza estiva del regista Luchino Visconti. Essenza di Orticolario: i giardini tematici allestiti nel parco, ispirati al tema dell’anno e selezionati tramite il concorso internazionale “Spazi Creativi”. Titolo dell’edizione 2020 è “Ipnotica”, il tema è la “Seduzione”, mentre la pianta protagonista è l’Acero. L’evento, che nel 2019 ha sfiorato la soglia dei 30.000 visitatori, è arricchito da un’ampia offerta di piante rare, insolite e da collezione, artigianato artistico e design con più di 290 espositori rigorosamente selezionati, da un fitto calendario di incontri e da numerosi laboratori didattico-creativi per i bambini, oltre a performance, proiezioni di film nelle segrete della Villa Antica e show floreali. Al centro della rassegna, l’arte, capace di andare oltre e di abbattere i confini tra interno ed esterno. Nel corso dei tre giorni vengono raccolti contributi da devolvere ad associazioni del territorio lariano impegnate nel sociale. A disposizione dei visitatori e incluso nel costo del biglietto, il viaggio sul battello da Como a Villa Erba. Info: www.orticolario.it
testo e foto di Moritz Mantero
dove sono anche nato, siamo ritornati per anni a trascorrere il periodo estivo. Allora non esisteva la televisione, né tantomeno il tablet, il computer o lo smartphone. Il telefono e la radio erano gli unici mezzi di comunicazione non cartacei. Ma c’era chi si occupava del giardino e dell’orto e che, giornalmente, svolgeva il suo lavoro seguito da me come osservatore incuriosito dalla sua perizia nel governare zappa, rastrello, falcetto e forbici varie. Lui ci provava a spiegarmi, ma io, pur restando attentissimo, ho dimenticato tutto.
LA “NATURA” DEL GIARDINO
Solo anni e anni dopo, quando, finalmente e dopo due traslochi, mi sono ritrovato a vivere contornato da un giardino, ho iniziato a riflettere sulle sue sembianze, i suoi colori e i suoi profumi nell’alternarsi delle fioriture. Allora, per non combinare guai, cosa ho fatto? Mi sono rivolto a un giardiniere professionista. Con lui abbiamo mappato quello che era il terreno affidato al massaro della villa padronale. Quindi, più che un giardino, un campo a balze, ben esposto a est, sud e ovest. Abbiamo trovato un disastro, dovuto a una realtà abbandonata da anni all’incuria. Lui ha mappato tutte le alberature e diagnosticato il “da farsi”, con destini alterni in funzione dell’età ma,
GI ARDINO SEI?
particolarmente, del loro stato di salute. Rispettando il genius loci, che voleva di quell’area una destinazione produttiva, e i desiderata del nuovo inquilino, Pierluigi Ratti di Rattiflora mi propose di dividere l’area in tre zone: l’approccio, all’entrata, con piante mediterranee, la zona più vissuta con essenze tipiche del lago e la zona alta con orto, frutteto e riserva floreale per la bella vista e per una copiosa raccolta da esporre all’interno, in vaso.
L’IMPORTANZA DELLA CONOSCENZA
Seguire il capo giardiniere Marco Sala è stata la mia scuola di giardinaggio, mentre inseriva le nuove essenze, secondo il piano di Ratti. L’importanza della conoscenza: non sono state proposte piante che non sarebbero potute sopravvivere, perché inadatte. Beh, sì, due melograni ci hanno abbandonato dopo alcuni anni, ma, chissà, forse non si sono trovati a loro agio, pur essendo piante ben ambientate sul nostro lago. La rimessa in opera del giardino durò un paio d’anni. Poi, pur seguendo le linee guida del progettista e del realizzatore, ho “personalizzato” i percorsi, tanto che, anni dopo, quando con l’amico paesaggista Emilio Trabella ne abbiamo ripercorso i camminamenti, lui, al termine, mi disse: «Ecco, prima era un giardino; adesso è diventato il tuo giardino». E aveva ragione.
Nelle foto, scorci del giardino di Moritz Mantero, un tripudio di piante e fiori, un omaggio alla natura.
Un appassionato di questo meraviglioso mondo non può non confrontarsi con esso attraverso prove e tentativi che, seguendo le linee fondamentali del comportamento delle piante, al massimo, ti possono deludere nei risultati pratici estetici. Ma questo, è da mettere in conto. Provare non è peccato, ma seguire le indicazioni di un bravo giardiniere, ti può permettere di abbreviare i tempi per una verifica. La natura, comunque, premia la tua passione se la rispetti. Questo concetto, da quando ero bambino non mi ha mai abbandonato.