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Le cinque piante dell’anno
Et voilà le piante selezionate dal National Garden Bureau per quest’anno, la Lavanda, la Lantana, l’Ortensia, l’Iris e il Mais. Ve le raccontiamo per filo e per segno
di Bianca Boschi, foto del National Garden Bureau
Ogni anno il National Garden Bureau, organizzazione no-profit fondata nel 1920, seleziona ben cinque piante. Un’annuale, una perenne, un bulbo, una pianta edibile e un cespuglio, scelte per il fatto che sono popolari, facili da coltivare, adattabili, versatili e geneticamente differenti. Ecco quindi le Piante dell’Anno 2020: Lavanda, Lantana, Ortensia, Iris e Mais.
LAVANDA, PER BORDURE E TERRAZZI
Presente nei giardini, nelle cucine e nel décor, la Lavanda è di certo una delle piante più versatili che si possano coltivare. Parte delle Lamiaceae, la stessa famiglia della menta, la Lavanda si trova in moltissime regioni in tutto il mondo, specialmente nei climi temperati. I due tipi più comuni sono L. angustifolia e L. stoechas (o L. dentata). La prima è molto profumata, con foglie grigio verdi e spighe viola, benché esistano anche varietà bianche; la seconda invece è nativa dell’area mediterranea, dove si comporta da sempreverde. Le foglie sono sempre grigio-verde ma sono più lunghe, come anche le spighe fiorate. I fiori, viola-rosa, sono coronati da brattee colorate. La Lavanda, come sappiamo, dà il meglio in terreni ben drenati, posta in pieno sole. Non le occorre fertilizzante. È una delle piante preferite per le bordure o per terrazzi, ma prospera anche in vaso, diffondendo ovunque
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10 MOTIVI PER PROPORRE LA LANTANA
1. Fioritura continua 2. Bassa manutenzione 3. Pieno sole, terreno ben drenato 4. Tanti colori disponibili 5. I colori mutano a seconda della maturità 6. Resistente alla maggior parte delle malattie 7. Resistente alla maggior parte dei parassiti 8. Non ha bisogno di fertilizzante 9. Si può potare molto per mantenerla compatta 10. Le nuove varietà sono sterili, fioriscono ancora più a lungo
Hydrangea ‘Blushing Bride’ della serie Endless Summer.
il suo profumo. Insomma, è un vero must-have. E questo è l’anno giusto per proporre ai clienti di esplorare tutti i suoi usi. Il National Garden Bureau mette a disposizione sul suo sito una pagina dedicata, ricca di informazioni e di suggerimenti per sfruttare al massimo questa occasione.
LANTANA, RESISTENTE AL CALDO E AL SECCO
La Lantana è una pianta con una lunga storia alle spalle, nel diciottesimo secolo era popolarissima nelle serre e fu protagonista di un intenso lavoro di ibridazione, che ha dato come risultato centinaia di varietà. Oggi sono 150 le specie di Lantana, e la più comune in campo ornamentale è L. camara. È usata diffusamente perché la fioritura dura molto a lungo ed è coloratissima, perché ha una grande resistenza al caldo e perché attira le api e le farfalle. Inoltre, si adatta molto bene alla coltivazione in vaso. La Lantana si presta come pianta per attirare le farfalle e gli impollinatori, come pianta profumata e come macchia di colore per adornare gli spazi esterni. Un colore particolarmente attraente, perché a seconda della fase di maturazione muta e offre uno spettacolo sempre vario. Un’altra caratteristica su cui porre l’accento per proporla ai clienti, è che la Lantana è una pianta che resiste al caldo e al secco, perfetta per le condizioni climatiche estive più dure. Recentemente gli ibridatori hanno introdotto delle varietà sterili: questo significa fioritura ininterrotta, senza che la pianta vada mai a seme. Può essere scelta fra una forma più compatta, adatta ai vasi e, una forma strisciante, che copre in modo efficace ed economico anche vasti spazi. Quando la proponete è opportuno segnalare la dimensione che la pianta
Per maggiori informazioni: https://ngb.org
raggiungerà a maturità, perché potrebbe essere anche molto differente.
L’ORTENSIA, PUNTO FOCALE O SIEPE
L’Hydrangea, l’ortensia, è una pianta dalla indiscussa popolarità. È anche indubbiamente versatile: i grandi cespugli sono romantici e tradizionali, ma allo stesso tempo offre forme e colori in linea con i gusti più contemporanei. Infine, è sempre più apprezzata anche come fiore reciso. Nativa dell’Asia, prende il nome dal fatto che è una pianta che ha sempre sete. Non è una pianta facilissima, perciò nel proporla bisogna tenere conto di diversi fattori: il clima, lo spazio a disposizione, la composizione del terreno e l’esposizione. Una volta considerati questi elementi, ci sono più di 20 specie fra cui poter scegliere. Le più famose e diffuse sono Hydrangea macrophylla (la più comune), H. arborescens (la varietà “Annabelle” è la più famosa), H. paniculata (la migliore per le zone più fredde), H. quercifolia (la più spettacolare in autunno). Ogni anno per ognuna di queste vengono presentate nuove cultivar sorprendenti per colori e forme e sempre più adattabili. La potatura deve essere fatta in modo corretto per non perdere la fioritura dell’anno successivo. I suoi usi nei giardini privati possono essere diversi: è un magnifico punto focale, ma è perfetta anche per creare bordure e siepi. Le nuove cultivar sono molto più compatte e si prestano alla collocazione in vaso.
IRIS, UN ARCOBALENO IN GIARDINO
Gli Iris sono semplici da coltivare, il genere comprende ben 300 specie e tutte hanno una fioritura spettacolare: non per nulla il nome deriva dalla parola greca che indica l’arcobaleno. Barbati, non barbati, gli Iris si propongono in molteplici forme e colori, alcune molto bizzarre. I rizomi vanno interrati durante i mesi autunnali, per consentire alle radici di acclimatarsi prima dell’inverno. Il posto per gli Iris deve essere soleggiato almeno sei ore al giorno, con terreno ben drenato. Importante ricordarsi il verso che devono avere i rizomi per essere interrati correttamente. Un ultimo consiglio: se dopo due o tre anni le fioriture diminuiscono, significa che è arrivato il momento di dividere la pianta, tagliando con un coltello affilato le nuove parti del rizoma e scartando le
parti più vecchie. A seconda della specie, gli Iris possono avere esigenze differenti riguardo l’esposizione al sole e la fertilizzazione. Il gruppo di Iris che nasce da bulbo, non da rizoma, ha esigenze ancora diverse. Sono usati molto spesso come fiori recisi, e crescono bene anche in mezz’ombra.
Corn GlassGem Whaley Seed.
MAIS, AMATISSIMO NEGLI USA
Per quanto riguarda la pianta edibile del 2020, la scelta del National Garden Bureau è caduta sul mais. In America è amatissimo e anche usatissimo, non solo perché è a tutti gli effetti un cereale versatile, ma anche perché è intimamente legato alla storia del Nuovo Continente: coltivato già dagli indiani d’America, è il protagonista della tavola che vide riuniti indiani e Padri Pellegrini. Esistono diversi tipi di mais, a seconda dell’uso, anche ornamentale, con chicchi in colori variegati.
NUOVE COMPETENZE E SGUARDO IN AVANTI
Suggerimenti e riflessioni per affrontare il domani con una marcia in più. Per essere sempre più “mediatore” tra la natura e i desideri del cliente. E per anticipare future tendenze
Ecco qualche pensiero sul giardiniere futurista. Futurista non in termini artistici, per citare la corrente che ha pervaso l’Italia di altri tempi, dalla quale si potrebbero trarre spunti; futurista per quanto abbiamo vissuto a seguito del blocco totale imposto da normative sanitarie. Abbiamo un cliente che già aveva messo in atto una rivoluzione nel modo di consumare, e che ora disponendo di maggiore tempo da dedicare a guardarsi intorno, non più trascinato dalla impazzita, veloce quotidianità, ha osservato, pesato, pensato a cosa e come fare. Il mondo web è stato forse per moltissimi, per la prima volta l’unico mezzo di contatto con una realtà digitalizzata. Bene, come risultato abbiamo un settore che si è evoluto un poco di più verso la tecnologia, verso il web come strumento del vivere quotidiano. A quali caratteristiche, a quali nuove forme di consumo dovrà far fronte il giardiniere del futuro prossimo venturo? Ci sono molti aspetti che l’azienda giardinistica ha trascurato, non per cattiva volontà o per superficialità, ma solo perché era intenta a correre dietro a lavori, preventivi, incassi, ecc. E, non suo malgrado, grazie a questa emergenza ha avuto l’opportunità per la prima volta di fermarsi e riflettere. Ma è ora il momento di passare dal pensiero all’azione, ed ecco alcune riflessioni per un domani più verde.
DOMOTI GARDEN
L ´ internet delle cose e la domotica stanno sempre più entrando nella vita del consumatore. Lo sviluppo e l’attivazione definitiva della rete 5G (detrattori e complottisti a parte) aprirà a nuove opportunità anche l’azienda giardinistica. Pensare a un giardino domotizzato non è tanto difficile, ci sono già: di Nicolò Pensa
• sensori che accendono e spengono gli impianti di irrigazione, ecc.
Ma pensare oltre è fondamentale. Il giardiniere che si evolve sotto la spinta degli eventi, ha come opportunità quella di essere domotico anche lui:
• sito web
• pagina sui social
• azioni promozionali sui social (ricordiamo che promozione non significa necessariamente “sconto”, ma il modo per far muovere, “promuovere”, un consumatore in funzione di un interesse suscitato). vario titolo, perché il cliente riconosce solo una cosa, quando non ha strumenti di guida e comprensione: il prezzo. Se ci valorizziamo, se sviluppiamo concretamente quella conoscenza che dovrebbe contraddistinguerci, abbiamo molte più possibilità di acquisire lavori in cui il prezzo, certo, sarà sempre una leva importante, ma non la sola per smuovere decisioni. In questo è fondamentale che un giardiniere non sia solo un “pianta piante” o un tosasiepi, perdonate la terminologia riduttiva, ma se vuole essere un giardiniere con la G maiuscola, per essere individuato e trattato come professionista, ha l’obbligo di sviluppare, se non altro come conoscenza, anche altre competenze:
• deve saper interagire con le leggi
Essere presenti in un mondo digitale, dove si trova il consumatore, è fondamentale. Ma attenzione, non siti banali, quelle che furono definite “lapidi virtuali”, immobili, mai aggiornati (si sa il tempo serve per lavorare…); ma siti e social attivi con post che stimolino il potenziale cliente. Fatto questo si può pensare alla domotizzazione del giardino: un insieme integrato di sensori che possono definire se e quando irrigare (non s’intende la centralina, quella serve semplicemente per aprire e chiudere l’impianto). Domotica significa interagire con l’oggetto (in tal caso il giardino, che nella realtà è tutto tranne che un oggetto ma in informatica è definito come tale) e intervenire quando il giardino stesso ce lo richiede, quindi anche con interventi di fertilizzazione, calendarizzazione con promemoria su app delle attività da fare, illuminazione, tende parasole, robot tagliaerba, ecc.
CONSULENZA A TUTTO CAMPO
In cosa un giardiniere, un vero giardiniere, può essere indiscussa figura? Nella conoscenza del verde. Il giardiniere è interprete tra la natura e i desideri di un consumatore che solo in rari casi conosce e sa cosa vuole. Per cui alla stregua di un consulente finanziario che ci indirizza sulle forme di investimento più garantite o redditizie presentandoci i vari scenari e le varie opzioni, il giardiniere diviene il “personal gardner”, una figura che conosce, sa, sa interpretare, studia e individua le migliori soluzioni. Non lamentiamoci se poi a tagliare la siepe ci vanno anche gli improvvisati a • deve sapersi interfacciare con un progettista (architetto o geometra che sia)
• deve conoscere le norme locali, per guidare il cliente nella migliore scelta.
Difficile, mi direte. Ne sono consapevole, ma la formazione del giardiniere non può basarsi solo su come usare la motosega, deve soprattutto far comprendere se usarla o se ci sono alternative e perché; non si può più basare solamente sulla posa di un prato, ma anche su quale tipo di prato, su quale svilupperà meglio in quel giardino e secondo le aspettative di quel cliente. Quindi, un giardiniere deve conoscere molti aspetti per interagire con più elementi.
PERSONE E NON SOLO LAVORO
Infine, ha il compito di diventare capace di fare sentire il cliente unico, di presentargli soluzioni su misura, personalizzate ad hoc. La personalizzazione di un prodotto è oggi la via per restare sul mercato in modo conveniente ed efficiente: non basta avere quei prodotti o visitare quelle fiere; oggi è importante il rapporto venditore-cliente, o meglio giardiniere-cliente. Studiare, informarsi su ogni possibilità si possa reperire per creare un’interazione utile e proficua con il potenziale cliente è di assoluta necessità. In tutto questo ricordiamoci che il cliente evolve quotidianamente, più rapidamente di noi. Quindi, forza, cambio di passo per continuare a svolgere il mestiere più bello del mondo: realizzare il verde domestico che si integra con quello naturale.
Domani… Il dopo di un’emergenza che ha visto il blocco pressoché in tutta la penisola: decreti, pareri, faq, commenti, indiscrezioni, tutto all’insegna del non capirci più nulla. È già difficile fare il giardiniere oggi, lottando contro un lavoro sommerso, disponendo di pochi strumenti defiscalizzanti (il bonus verde, per quanto lodevole è nulla in confronto a elettronica di consumo, rottamazioni auto e via discorrendo) e adesso anche contro il blocco dell’attività su una necessità di salute pubblica, non discutibile, ma certo molto gravosa. Quindi? Domani? Cosa facciamo? Certo, il susseguirsi di eventi ha pesato enormemente sulle entrate soprattutto di un’azienda giardinistica artigianale o piccola che sia. Niente entrate, incertezze regionali sul potersi muovere esplicitando la propria attività. Se dobbiamo apprendere qualcosa da quanto è accaduto, direi che è il momento di pensare a come rilanciarsi dopo. Il dopo (e sarà un “dopo” che durerà a lungo) sarà più complesso del prima e del durante. Sarà caotico, perché si dovrà correre a sviluppare quanto non è stato possibile fare prima, ci sarà da correre a soddisfare nuovi ordinativi, avremo perso alcuni clienti e ne troveremo di nuovi, quindi complessità, tempi stetti. Il consumatore, che in questa prolungata quarantena ha appreso cosa può essere maggiormente prioritario o superfluo, sarà dotato di un piccolo ma maggiore potere di acquisto, dato che ha risparmiato forzatamente (ovvio questo per chi ha continuato a percepire ESSERE GIARDINIERI DOMANI di Lucio Brioschi uno stipendio) e tenderà a esprimerlo tutto, acquistando, rinnovandosi e rinnovando il proprio spazio abitativo, come reazione a un obbligo impostogli da circostanza vitali, ma comunque imposto. Quindi avremo la necessità di fare fronte a questo tsunami di lavoro e dovremo farlo con la professionalità che ci contraddistingue, che ci permette di essere giardinieri professionali, anche senza bisogno di avere un attestato specifico. È quello che sappiamo fare. Ma in tutto questo occorre prepararsi. Lo vedo dal web, sono molti i gruppi, le aziende di costruzione e manutenzione giardini che si scambiano messaggi e pubblicano post per combattere o solo per confermare la propria presenza. Bene, se c’è qualcosa di importante è che essere sul web, per quanto utile a confermare la nostra esistenza, richiede qualità nel messaggio. Perché un potenziale consumatore ci contatti è importante che ciò che gli viene detto sia interessante, utile e curioso al punto da indurlo a chiamarci, scriverci via mail, via messaggio, via qualunque cosa. Questo è il seminare! Dalla semina si passa alla coltivazione, e qui è fondamentale diventare bravi coltivatori di rapporti umani, coccolando, stando a fianco dei clienti e accudendoli nello stesso modo con il quale sappiamo curare un giardino perché dia eccellenti risultati. Se messaggi, post di qualità, seguiti a contatti telefonici di rammento (recall in termine tecnico) saranno ben sviluppati, il dopo si presenterà con una scaletta di lavori già operativa e definita in ogni suo aspetto. Il clima speriamo ci dia una mano, ma organizzare, prevedere, ci permette di fornire un servizio eccellente, inappuntabile, professionale ancor più di un sito web o di una pubblicità sul chi siamo e cosa facciamo. Questo è quanto possiamo apprendere da questa improvvisa, imprevedibile situazione che ha coinvolto tutti. Il verde si pianifica, si alleva per goderne i frutti… dopo. Buon lavoro!