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Fortunata combinazione
Mangave® Lavander Lady ha una rosetta colorata di sfumature di viola e verde salvia. Le foglie diventano completamente verdi con l’età formando un grazioso effetto bicolore e, alla luce diretta del sole, si colorano in modo più evidente.
© Plantipp.
Il portamento appuntito di Mangave® Pineapple Express ricorda il ciuffo di un ananas. Le foglie larghe, verde scuro, sono lunghe e slanciate, con spiccate macchie marrone scuro, più pronunciate quando la pianta è coltivata in pieno sole. Un rivestimento ceroso conferisce alle foglie dei piacevoli riflessi verde menta.
© Plantipp.
Dalle Manfreda e dalle Agave, ecco le Mangave®. Con forme scultoree e una colorazione delle foglie sempre diversa, sono facili da coltivare e non temono l’asciutto né il freddo
di Alessandro Coraggio
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Mangave® Mission to Mars ha una colorazione rosso intenso. Le foglie verdi spesse sono macchiate di rosso bordeaux. La pianta è costituita da una rosetta centrale di medie dimensioni con foglie strette simili a spade. Le foglie non sono molto spesse, sono flessibili e morbide, quindi questa Mangave® è facile da maneggiare e lavorare.
62 N°023 L e Mangave® combinano il meglio delle amici e appassionati, fino ad approdare in Italia Manfreda con quello delle Agave, due alla fine degli anni Novanta dello scorso secolo. Da generi che appartengono entrambe quella prima intuizione Hans Hansen ha dato vita alla famiglia delle Asparagaceae, e alle serie successive, riuscendo a catturare la crescita sono nate per un “incidente”, grazie veloce e la colorazione fogliare incantevole delle all’impollinazione incrociata involontaria in una Manfreda e il portamento raffinato e resistente coltivazione di Manfreda. Questa dell’Agave. Da circa 10 anni lavora prima pianta è stata trasmessa tra ai Walters Gardens di Zeeland, nello Per maggiori stato americano del Michigan, come informazioni direttore dello sviluppo di nuove www.plantipp.eu/it/ varietà, dove ha potuto espandere la sua passione per le Mangave®, riunendo una bella collezione di specie di Manfreda e un certo numero di Agave. Il valore principale di queste piante è la loro crescita, più rapida rispetto all’Agave, e la loro gamma di colori delle foglie: il rosso e il marrone in una ricca sovrapposizione di colori proprio dei geni delle Manfreda. Hanno bisogno di un contenitore capiente perché hanno delle radici forti. Se si bagnano regolarmente e se sono tenute al caldo crescono molto velocemente; se invece vengono lasciate in zone aride stupiranno con la loro grande capacità di resistere all’asciutto per molto tempo.
Strategie di incasso
Una serie di suggerimenti concreti per risolvere il frequente problema della presentazione del conto e dell’incasso della somma dovuta. Una “tattica” che farà bene alla vostra attività
di Nicolò Pensa
Da sempre, soprattutto per le piccole imprese del verde, la presentazione del conto e l’incasso del dovuto costituiscono un problema a volte poco valutato.
È noto che il flusso di denaro che scorre in un’azienda è la sua linfa vitale, ogni entrata corrisponde a un’uscita e il ciclo si perpetua ogni settimana, mese o anno di attività.
A parte fare i giusti conti per far tornare il tutto, occorre considerare che più tardi si incassa per un lavoro concluso, meno denaro abbiamo a disposizione, cioè manca la liquidità.
Si ricorre allora al credito bancario, sotto varie forme. L’istituto di credito ci presta denaro sul quale paghiamo gli interessi, ovvero il costo di quel prestito; così facendo ci sembra che tutto fili liscio come l’olio, mentre, sebbene sia utile disporre di un credito bancario, se questo non viene inserito all’interno di un sano e ben programmato piano di gestione del denaro, a poco a poco si affacciano i guai, soprattutto se la stagione non è delle migliori climaticamente parlando. SPESE E RICAVI L e spese sono quasi certe (a parte imprevisti) e quantificabili anche giornalmente se fosse necessario, i ricavi sono invece previsti ma incerti. Lo sono perché un’azienda giardinistica ha l’obbligo, per la sua continuità, di raccogliere costantemente nuovi lavori che sostituiscano quelli conclusi o in chiusura. Se non facesse in questo modo avrebbe andamenti oscillanti con periodi di forte disponibilità di denaro e altri in cui questo manca pressoché totalmente.
L’uniformare il flusso delle uscite con quelle delle entrate è spesso un’attività non gestita a dovere, per vari motivi:
• chi deve fare i conti ed emettere fatture, presentare le stesse al committente, incassare, è sempre il “giardiniere”, entusiasta, ricco di energia e pronto a fare;
• il suo tempo si disperde tra la realizzazione dello spazio a verde (sempre molto gratificante) e quello della gestione (certamente meno gratificante ma vitale);
sono invece previsti ma incerti
• se non raccoglie lavori, non produce reddito, per cui a volte è più importante il fare che l’incassare.
Ne consegue che questo stile imprenditoriale nel tempo può arrivare a minare le sorti economiche dell’azienda, creando non poche difficoltà.
CLIENTI NON NEMICI S pesso il presentare il conto a un cliente appare come una sorta di violenza, di qualcosa di non corretto; in realtà è la paura che detta tale comportamento, la pausa del sentirsi dire ad esempio, “siete cari!”; oppure, “non avete lavorato bene”, ecc… Bene, occorre sempre superare le proprie paure. Il nostro cliente è abituato a vedersi presentare il conto: il meccanico, il piastrellista, l’idraulico, ecc, presentano un preventivo, svolgono il lavoro e presentano il dovuto. Sono pronti alla trattativa ma fermi sul loro obiettivo: portare a casa il ricavo; difficilmente rimandano la partita dietro promesse di pagherò o di pochi spiccioli dati quale compenso temporaneo. Noi abbiamo bisogno del tutto, non del poco. La trattativa è innata in noi, trattiamo quando da giardinieri clienti visitiamo un vivaio per approvvigionarci di piante, oppure quando acquistiamo attrezzature, fa parte dell’uomo il trattare. Ma la trattativa è fatta di due parti ed entrambe hanno lo stesso scopo anche se opposto: il cliente non vuole darci tutto il denaro richiesto, mentre noi lo vogliamo eccome. Ed è qui che si instaurano le difficoltà; trattandosi di una paura, di una nostra debolezza rimandiamo la concretizzazione dei conteggi a domani, rimandiamo la presentazione del conto a domani, dell’incasso a domani, ma così facendo sviluppiamo il successo della nostra attività… domani!
PRENDERE IL TORO
PER LE CORNA T utto parte dalla strategia di presentazione del vostro operato e vendita del servizio di realizzazione o manutenzione a verde:
• avete un metodo, un sistema?
• esso prevede che definiate sin da subito le condizioni di pagamento?
• se la risposta è sì, bene; viceversa occorre costruirsene uno.
La presentazione delle condizioni di vendita sin dall’inizio è importante per definire il rapporto cliente-giardiniere nel modo più trasparente possibile: il cliente saprà come agite, quando gli presenterete il conto e come dovrà pagarvi, voi sarete consapevoli che nella presentazione il cliente ha ben chiaro cosa gli state offrendo e domandando.
Certo non sempre il rapporto è così lineare, ma a parte casi critici, questo è il modo corretto di gestire il rapporto economico tra la vostra azienda e il cliente.
CAPARRA O ACCONTO? L ´ acconto è un anticipo di parte di una somma, che andrà a scalare il valore complessivo. L’acconto non garantisce che prima dell’inizio dei lavori il cliente non possa cambiare idea e quindi chiedere indietro il denaro con ovvi problemi.
La caparra ha invece funzione di garanzia, certo come il primo, non dà alcuna conferma che il cliente non possa cambiare idea, ma in caso di problemi avrà un valore maggiore; nelle clausole si può decretare che se il cliente dovesse in qualche modo recedere o non dare seguito ai lavori, perde tutta o parte della caparra.
Ecco come funziona fiscalmente:
• l’acconto è soggetto all’emissione di fattura con Iva;
• la caparra non è assoggettata a Iva nel momento in cui per accordo tra noi e il committente si richiede tale somma. L’Iva verrà pagata con l’emissione della fattura complessiva a termine dei lavori.
Importante: nelle clausole contrattuali è bene che sia citata la forma “caparra confirmatoria” o non l’acconto proprio per le ragioni di cui sopra.
ARMONIA FINANZIARIA C he brutta parola! Indica solo, come già riportato, che entrate e uscite devono essere armonizzate al fine di disporre sempre una somma da gestire, anche per le sorprese. Nel settore, di norma (aziende artigiane mediopiccole) s’incassa con una dilazione del credito compresa tra i 15 e i 25 giorni massimo, salvo accordi con il cliente. Se anche le uscite hanno la stessa cadenza, nessun problema, ma spesso si paga a pronti una spesa e si incassa ben oltre il periodo citato, perché oltre a tardare nella preparazione, presentazione del conto, si aggiunge ancora una dilazione; ma tutto questo porta a una perdita sul conto economico.
IL METODO PER VERIFICARE C ome verificare quanto detto sopra? Ecco un metodo: crediti clienti (tutti gli incassi non conclusi) x 365 = giorni di dilazione concessa ai clienti. Totale vendite effettuate. Esempio; se la mia azienda giardinistica sviluppa un lavoro complessivo (vendite) tra realizzazione e manutenzione di € 185.000/anno e ho un credito verso clienti da esigere per lavori conclusi di € 13.500, i giorni di ritardo nell’incasso che concedo a quei clienti sarà di: (13.500/185.000) x 365 = 27 giorni che lascio al cliente per pagare. Se tale valore risulta superiore a quello che abbiamo ottenuto dai fornitori, avremo certamente ripercussioni finanziarie perché, oltre a non disporre di liquidità quando serve, avremo da pagare anche Iva, contributi ecc. senza avere denaro disponibile.
QUINDI? È il momento di affrontare il problema e risolverlo. Curate la vostra strategia di incasso, farà solo bene alla attività. “ad erba che spunta denaro incassato”, vecchio adagio dei giardinieri sapienti che sanno bene che quando il tappeto erboso appena seminato nasce, verde, vigoroso, è bene andare all’incasso, perché bastano due giorni senza irrigazione da parte del cliente per avviare contestazioni e incassi problematici.
Buon lavoro!
Il Giardiniere sapiente
di Anna Zottola «P ietro, mi può aiutare? È urgente riordinare il giardino. Vorrei iniziare a coltivare l’orto. Voglio coltivare la varietà di zucchini Zodiac e la lattuga Brasiliana. Con i miei bambini vorrei anche far crescere in terrazzo il pisello nano». Pietro è il nome – di fantasia – di uno dei tanti giardinieri chiamati dai propri clienti durante il lockdown. Un periodo durante il quale molte persone, chi più, chi meno appassionate di giardinaggio, hanno scoperto nuovi desideri, e valorizzato nuove esperienze. Per esempio, come vivere – per più tempo, e meglio – all’aperto, e come trovare benessere nell’operare con le piante. Comportamenti diversi, che hanno visto abbinare, alle classiche pratiche del giardino, e della manutenzione del terrazzo, la coltivazione di ortaggi e piante da frutta. Non solo per impegnare meglio il tempo, ma per una scelta consapevole: quella di rendere più funzionali i propri
spazi verdi, per scoprire – e gustare – i “risultati” prodotti con le proprie mani. Riviste e social hanno sostenuto con forza i lettori – “coltivatori” amatoriali o semplici “curiosi” del verde – a cercare nel proprio Giardiniere di fiducia un consulente versatile, in grado di conoscere vita, segreti e miracoli, di altre discipline “complementari” che appartengono al più ampio globo dell’Agricoltura. Nulla di nuovo, vorrei scrivere, soprattutto se pensiamo alla storia del Giardino. Ricordiamo lo sviluppo, nel Medioevo, dei giardini monastici, nei quali si accostavano specie con significato religioso alla coltivazione di erbe medicinali. Per arrivare, fino alla seconda metà del 1600, a quello che si ritiene uno dei parchi più belli del mondo, il Parco di Versailles. Il progetto e la realizzazione si deve all’ingegno, e alla competenza, del giardiniere architetto Le Notre che, da un terreno ingrato, riuscì a creare geometrici parterre coltivati a fiori e verzure, allo scopo di sorprendere i nobili ospiti di Luigi XIV, il Re Sole. Arrivando ai giorni nostri, assistiamo a moderne progettazioni di verde urbano, come il grande Orto-Giardino di City Life, che “trasferisce” la campagna nel cuore di Milano, per assolvere a importanti funzioni socio-ambientali. Le epoche e la storia talvolta ritornano. I nostri amati, o forse “santi” Giardinieri, dovranno sempre più – in futuro – ricercare tra i fornitori alcune varietà “esotiche” di ortaggi, per esempio l’antica varietà di Cetriolo limone o la miracolosa selezione blu di Pomodoro “J&L” ricca di antociani. Soprattutto, dovranno conoscere – e saper condividere con tutti i loro clienti – i consigli per una corretta coltivazione, tale da rendere unica, e ancora più gustosa, l’esperienza del consumo a tavola. Come sempre, il cliente ci metterà a dura prova, e questo ci conferma quanto scritto nello scorso numero: non interrompiamo mai la passione per lo studio e la ricerca.