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Leggere il giardino

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E all’estero?

E all’estero?

Davide Gabba, socio titolare di Luna Verde, ha scelto di fare il giardiniere per circondarsi di natura.

È questo che fa Davide Gabba. Lo comprende e s’impegna a seguire i comandamenti della natura. Nella nostra “chiacchierata” ci ha raccontato la sua idea di giardiniere, presente e futura

di Daniela Stasi

TEMPO DI LETTURA: 8 minuti

Con Davide Gabba ci siamo rincorsi a lungo. Entrambi impegnati su diversi fronti, abbiamo posticipato più volte il momento dell’intervista, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. È socio titolare di Luna Verde, una piccola realtà nata a Legnano (MI) nel 2000. Davide ha le idee molto chiare sul mestiere del giardiniere, per lui è stato un vero richiamo. “Inevitabile”, per anticipare le sue parole. Non spoileriamo altro, ecco qui cosa ci ha raccontato. all’apparenza semplice ma dall’affascinante complessità. Era inevitabile. Non fu una vera decisione, quanto più un’opportunità che ho colto al volo.

Come e perché hai deciso di diventare giardiniere?

Il mondo agricolo e del verde, ma soprattutto la Natura, hanno da sempre suscitato una fortissima attrazione in me. La tesina delle elementari fu una ricerca sulle api, non vedevo l’ora di trascorrere intere estati in campagna. I fiori, gli insetti, gli animali, le macchine agricole... Un mondo

Come hai iniziato?

Dopo il diploma in agraria ho fatto lavori diversi. Ero partito come giardiniere ma poi ho sperimentato diverse realtà, quasi tutte del settore. Quando puoi farlo si amplia la tua conoscenza e per un curioso è fondamentale. I progetti, la strada che volevo intraprendere, erano diversi, ma si è presentata l’occasione di entrare in un’attività

In queste pagine, i dettagli di alcuni lavori firmati da Davide Gabba. Tutti i suoi giardini sono di dimensioni piccole e medie, scelta fatta per seguire il mercato della zona in cui opera la sua impresa.

Per saperne di più visita il sito lunaverde.org

giardino

di giardinaggio già avviata con persone che ho sempre stimato. Non ho esitato. Ho portato diverse innovazioni tecnologiche, metodi di lavoro, esperienze che andavano ad aggiungersi a una base molto valida. All’inizio ovviamente è stato necessario approfondire, specializzarsi, ma la formazione che hai ti permette di arrivare ugualmente, serve solo applicazione. E qualche corso. Sono passati 15 anni, alcuni periodi

Adoro la possibilità di creare,

di rendere bello ciò che

ci circonda. Profumi, colori, forme. Questi aspetti rendono il mestiere

del giardiniere, molto artistico quanto concreto

economici non favorevoli, ma non abbiamo mollato e direi che abbiamo trovato una bella quadra. Sono contento.

Come definiresti il mestiere di giardiniere? Qual è la tua visione?

Il Giardiniere è un mestiere antico e complesso, o meglio, laborioso. Sicuramente faticoso, la terra è bassa, si sa, ma il bello è che poi puoi prenderti una pausa, magari godendoti una bella birra... Adoro la possibilità di creare, di rendere bello ciò che ci circonda. Profumi, colori, forme. Questi aspetti lo rendono un mestiere affascinante, molto artistico quanto concreto. La ricerca del bello non è solo un fatto estetico, è qualcosa di più profondo, che può dare energia. Senza bellezza la vita sarebbe molto triste. Di sicuro sarà un mestiere che rivestirà un ruolo sempre più importante, svolto da persone formate e competenti con un occhio alla sostenibilità. Questa è la via (Cit.).

Sei un giardiniere e vuoi raccontarci la tua storia? Scrivi a

d.stasi@laboratorioverde.net

Cosa rappresenta per te idealmente essere un giardiniere e come consideri oggi il giardinaggio professionale? Tra l’ideale e la realtà dei fatti trovi dissonanze?

egli ultimi tre anni mi N sono addentrato nel settore in maniera diversa e l’ho conosciuto sotto un altro punto di vista. Un mestiere che all’apparenza può sembrare semplice nello stereotipo del cappello di paglia e salopette, ma che nella realtà dei fatti è molto complesso. Questo stereotipo ha portato il livello verso il basso, alla portata di tutti, bastava farsi trascinare da un tosaerba. Con questo non intendo certo che il mestiere debba essere fatto da pochi selezionati, ma che prima di creare élite sia necessario far riconoscere la figura professionale. Ma soprattutto che questa professionalità venga fatta riconoscere ai clienti, che purtroppo oggi faticano a comprenderla permettendo la concorrenza di soggetti che di professionalità ne hanno ben poca. Credo che la figura del Giardiniere sia una e unica. Che certi concetti generali di professionalità e metodi di lavoro debbano essere uno standard per tutti. Poi ognuno può specializzarsi come meglio crede e nell’ambito in cui riesce meglio. Ma forse è ancora presto. Vedo molti colleghi a cui manca una mentalità imprenditoriale.

MISSIONE: GIARDINI DI PICCOLE E MEDIE DIMENSIONI

Una vera specializzazione quella di Luna Verde. Sin dalla nascita ha infatti scelto di dedicarsi a giardini di piccole e medie dimensioni.

La ragione è semplice: il mercato delle zone in cui opera è rappresentato prevalentemente da questo taglio. Quindi target ben centrato.

L’impresa è composta da soci titolari con competenze differenti, caratteristica che permette di offrire un servizio completo e di riuscire a soddisfare ogni esigenza. Nota interessante: Luna Verde ha creato una piccola rete di aziende con la quale collabora volentieri per soddisfare richieste più ampie. Ci sono ancora troppe divisioni. Ognuno guarda al proprio orticello e in questa categoria probabilmente trova la sua massima espressione...

Cosa pensi sia prioritario nel fare giardinaggio professionale? Il rispetto della natura, l’estetica, le scelte dei clienti? O un mix equilibrato di tutti questi fattori?

Credo che il Giardiniere sia semplicemente espressione della Natura dalla quale impara l’estetica, di cui segue ritmi e imposizioni imprescindibili che vanno assecondati. Sa che può cercare di sfruttarla, cercare di plasmarla ma avrà sempre un prezzo da pagare. Il Giardiniere deve porsi come mediatore tra la Natura e il cliente. L’unico in grado di accettare compromessi. Per questo non amo molto i giardini squadrati, con siepi dritte o arte topiaria. Preferisco sia lei a comandare.

Secondo te come si evolverà in futuro il mestiere del giardiniere?

Mi auguro che l’asticella della professionalità si alzi sempre di più e che soprattutto che venga riconosciuta.

Ci racconti un lavoro a cui sei particolarmente legato?

Realizziamo ogni giardino con passione, e questo ci porta a legarci a esso in modo profondo. Ogni volta cerchiamo di migliorare e così l’ultimo diventa sempre il preferito. C’è l’attesa di vederlo finito, quando le piante arrivano a maturazione. Però se proprio devo risponderti, c’è un giardino che abbiamo creato qualche anno fa di cui voglio parlarti: il proprietario era rassegnato all’idea di non avere un prato decente; noi eravamo convinti che, sistemato l’impianto e seguendo i nostri consigli, sarebbe stato possibile. Scommessa vinta!

Quale o quali sono i tuoi punti di forza sul lavoro?

Leggere il giardino e capire le esigenze del proprietario in modo da poterlo guidare nelle sue richieste con semplicità e concretezza, consigliandolo con l’esperienza e l’occhio lungo che il Giardiniere deve assolutamente avere. La passione poi è quel valore aggiunto che il cliente percepisce e che rende il lavoro più semplice.

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