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L’importanza delle parole

L’IMPORTANZAL’IMPORTANZA

Andrea Pellegatta, presidente della Società Italiana di Arboricoltura, ci ha illustrato per filo e per segno lo Standard europeo di potatura e ci ha spiegato la rilevanza della traduzione in italiano

di Rachele Pozzato

TEMPO DI LETTURA: 3 minuti

Da gennaio è possibile leggere in italiano il testo dell’European Tree Pruning Standard: lo Standard europeo di potatura. Questo documento è uno degli esiti del progetto Technical

Standards in Tree Work (TeST), a cui hanno preso parte diverse organizzazioni europee, tra cui la Società Italiana di Arboricoltura. Oltre a questo primo risultato, il progetto, finanziato dalla

Commissione Europea nell’ambito del programma

Erasmus+, prevede la stesura di altri due Standard: uno sul consolidamento, di cui i lavori sono già a buon punto, e uno sulla piantagione.

VERSO UN LESSICO SPECIFICO

L’obiettivo primario, per lo Standard sulla potatura così come per i prossimi, non è tanto quello di fornire indicazioni tecniche a interventi di questo tipo, quanto più quello di costruire un lessico specifico. La necessità di sopperire alla mancanza di un linguaggio comune nell’arboricoltura si è fatta sentire sempre più forte in Italia e negli altri Pesi europei, rendendo necessaria la creazione di una normativa, soprattutto linguistica, per definire e dare contorni sempre più netti a una scienza tanto giovane. «L’arboricoltura è una scienza di cui si parla nel nostro Paese da appena 30 anni, e il linguaggio è uno dei tasselli che mancano a questo panorama, per un problema culturale tanto quanto formale», sostiene Andrea Pellegatta, presidente della Società Italiana di Arboricoltura. «È importante definire dei termini e delle attività, ed è anche il motivo per cui noi ci siamo impegnati nella realizzazione di questo Standard e per cui ci impegneremo altrettanto nella stesura degli altri due. Lo scopo della SIA è anche quello di fare cultura, uniformando il linguaggio del settore, e se ci si è riusciti a livello europeo lo faremo senz’altro anche a livello nazionale, oltre a definire in modo univoco quelli che saranno gli interventi».

LA PRIMA TRADUZIONE

«Noi in particolare siamo stati i primi a tradurre lo Standard in lingua nazionale», continua Pellegatta, dando un messaggio ancora più forte nel sottolineare la necessità prioritaria di diffondere e rendere questo Standard un riferimento

delle PAROLE

univoco per gli operatori del settore. «Uno degli utilizzi più immediati sarà per esempio nei testi dei bandi dei Comuni italiani, ai quali, insieme ai soci dell’associazione, è già stata inviata una copia digitale della traduzione italiana del documento. È fondamentale che ci sia un’interpretazione univoca e unica delle richieste per i lavori e gli interventi, dando direttive comuni e allineando le varie tipologie di operazioni». Chiarezza e linearità, senza possibilità di fraintendimenti, sono anche al centro di interventi sempre più sicuri. «Le tecniche di cui si parla nello Standard non sono nuove, sono già utilizzate per la cura degli alberi – sottolinea il presidente SIA – Non si possono proteggere quindi, in modo assoluto, da operazioni dannose, ma è un importante primo passo per garantire chiarezza dove prima non c’era. Facendo riferimento a questo Standard le aziende applicheranno quanto richiesto nei bandi, cosa che a oggi non sempre succede». Si tratta così di una vera e propria definizione di un linguaggio, con la puntuale descrizione delle diverse tecniche di potatura; un’operazione nella quale sono stati decisivi gli interventi dei dottori forestali Paolo Pietrobon e Anna Barp, membri SIA e attivi ai lavori internazionali iniziati già nel 2019.

UN MODELLO NAZIONALE

Il vero scarto rispetto a documenti già redatti in passato sarà poi il riconoscimento istituzionale: a questo l’associazione sta già lavorando in modo attivo, ritenendolo un passaggio fondamentale perché lo Standard funzioni. «Esistono già prodotti tecnici molto validi su queste tematiche, ma finché non sarà riconosciuto come unico non si potrà parlare di Standard – conclude Pellegatta – Serve diventi il modello nazionale, affinché si abbia un documento ufficiale di riferimento per le amministrazioni pubbliche e i lavori, uniformando un settore e una scienza in continua crescita».

LE VERSIONI ITALIANE

Lo Standard sulla potatura, dalla sua versione in inglese, è stato tradotto e adattato per la versione italiana, anche in questo caso ponendo al centro dei lavori le parole: la revisione è stata, infatti, esclusivamente linguistica poiché un adattamento dei contenuti non era necessario per le caratteristiche paesaggistiche italiane. Anche per i prossimi in uscita, sul consolidamento degli alberi per mettere in sicurezza i fusti e sulla piantagione, sarà fondamentale la condivisione delle procedure: l’approccio sarà quindi lo stesso, concentrato su linguaggio e univocità.

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