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L’Italia green in mostra a Flormart

«Non era facile ripartire con Flormart dopo la lunga pausa dovuta al Covid, ma ci siamo impegnati perché siamo convinti che il florovivaismo sia un’altra eccellenza del made in Italy, anch’essa da esportare, potenziando maggiormente quanto già fatto finora». A riassumere l’importanza del ritorno alla fiera padovana è Gino Gandolfi, presidente di Fiere di Parma.

La 71esima edizione di Flormart, tenutasi a Padova dal 21 al 23 settembre, ha visto la presenza di circa 200 stand di aziende espositrici, 150 buyers esteri e

migliaia di operatori professionali. Tutti portati a Padova dal programma di Fiere di Parma, che quest’anno ha organizzato la manifestazione per la prima volta e continuerà a farlo per il prossimo decennio, e ICE-Agenzia. Da Flormart 2022 parte la grande campagna “The Green Italy”, un progetto per la riforestazione della città e per l’ampliamento delle aree verdi su tutto il territorio nazionale. L’Italia, ad oggi, ha una disponibilità immediata di circa 4 milioni di nuovi alberi l’anno, ma si potrà fare sempre di più. Questo, ovviamente, se si investirà sul florovivaismo e sullo sviluppo fisico dei vivai in particolare, per trovare nuove superfici utilizzabili per le piantagioni e superare ostacoli burocratici e vincoli ambientali. “The Green Italy” significa fare velocemente passi in avanti verso la transizione ecologica, con progetti per realizzare giardini verticali, riutilizzare aree industriali dismesse, vertical farming, logistica e tecniche sostenibili di produzione, sia in serra che in campo. Alla 71esima edizione di Flormart ha preso parte anche Josep Pagès, Segretario Generale di ENA (European Nurserystock Association), che ha dichiarato: «Il verde urbano ha un impatto notevole sull’ambiente perché riduce l’inquinamento, brucia CO2, produce ossigeno e rende le città più belle e i cittadini più sani e felici». L’ENA promuove “Green Cities

Europe”, progetto a cui aderiscono 13 Paesi europei, tra cui l’Italia, che prevede l’attivazione di congressi, seminari e incontri B2B per assistere i professionisti che svolgono un ruolo decisivo nell’urbanistica e nella piani-

ficazione del paesaggio.

GALABAU, UN’EDIZIONE VINCENTE NEL SEGNO DELL’INNOVAZIONE

Per la prima volta dopo 4 anni, il settore del verde si è

riunito per la 24esima edizione di GaLaBau, dal 14 al 17

settembre, al Centro Esposizioni di Norimberga. La fiera è stata caratterizzata dal tema centrale dell’innovazione, per discutere questioni urgenti relative al futuro. L’orticoltura e l’agricoltura, infatti, giocano un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici e necessitano di un continuo sostegno politico. «GaLaBau ha stabilito nuovi standard» ha dichiarato Lutze von Wurmb, presidente della BGL. «Finalmente abbiamo potuto ritrovare vecchi amici e stringere nuovi rapporti d’affari di persona, sperimentando ancora una volta quanto GaLaBau sia preziosa e insostituibile come motore propulsore per il nostro settore». Quest’anno sono stati 1102 gli espositori, provenienti da 33 Paesi, che nei 14 padiglioni della manifestazione hanno presentato i loro nuovi prodotti per la progettazione, la costruzione e la manutenzione ecologica. La maggior parte degli espositori proveniva dalla Germania (834), seguita da Paesi Bassi, Italia, Austria, Polonia e Francia. Il 93% ha valutato positivamente l’esito della propria partecipazione a GaLaBau. Quasi tutti, inoltre, hanno stabilito nuovi contatti commerciali e circa il 90% si aspetta un’intensa attività commerciale dopo la fiera. A sottolineare il grande successo di GaLaBau è anche la percentuale degli espositori già pronta per l’edizione 2024: oltre il 90% esporrà nuovamente tra due anni. Fondamentali anche i visitatori di GaLaBau, che quest’anno ha totalizzato 62mila presenze da 76 Paesi. Ma non solo. Perché la fiera è riuscita anche grazie agli eventi tematici, agli incontri e ai premi consegnati. GaLaBau

tornerà con la sua prossima edizione, già confermata, dall’11 al 14 settembre 2024 sempre al Centro espositivo

di Norimberga.

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FIERAGRICOLA TECH, VERONAFIERE PRESENTA LA PRIMA EDIZIONE

Una nuova iniziativa dedicata alle tecnologie digitali e all’innovazione. Parliamo di Fieragricola Tech, evento

nell’ambito dell’agricoltura presentato da Veronafiere

in programma l’1 e 2 febbraio 2023. «Fieragricola Tech nasce dall’esigenza dell’agricoltura di introdurre nuove tecnologie e innovazioni digitali con l’obiettivo di rispondere alle esigenze di qualità, sicurezza alimentare, ma anche sostenibilità economica, sociale e ambientale, di tutela dei rischi climatici e ambientali, di utilizzo razionale delle risorse idriche». A spiegarlo è Federico Bricolo, presidente di Veronafiere. Fieragricola Tech sarà caratterizzato da tre macro-aree: robotica e digitale, energie rinnovabili in agricoltura e soluzioni tecnologiche per la gestione e il risparmio idrico. Temi che, come ha spiegato Sara Quotti Tubi, responsabile dell’area Agritech, sono di «interesse prioritario per le imprese agricole e le catene di approvvigionamento del comparto, alla luce degli eventi legati alla crisi climatici, alla siccità che ha colpito l’emisfero Nord nei mesi scorsi e alle speculazioni in atto sui prezzi dell’energia e sulle commodity agricole, in parte legate alla guerra in Ucraina». L’innovazione digitale, al centro dell’evento di febbraio, è essenziale in agricoltura. A dimostrarlo è anche la

costante crescita del mercato della digital innovation nel settore, con investimenti in Agricoltura 4.0 che hanno raggiunto 1,6 miliardi in Italia nel 2021, segnando un +23%

rispetto al 2020. Inoltre, come sottolineato dalla professoressa Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, il mercato della digital innovation in agricoltura continuerà a segnare un trend positivo. «Gli investimenti cresceranno ad un tasso annuo dell’8,6% nei prossimi cinque anni, grazie a politiche di sostegno e all’esigenza di gestire con maggiore razionalità la risorsa idrica attraverso soluzioni per l’irrigazione di precisione, la gestione del suolo, la fertirrigazione, il bilancio idrico del suolo, la pianificazione dell’irrigazione o il monitoraggio dello stress culturale». Secondo le risposte al questionario dell’Osservatorio Smart AgriFood le priorità per il prossimo futuro sono: investimenti sui sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole (32%), sistemi di monitoraggio dei terreni (29%) e irrigazione di precisione (28%).

ROYAL VAN ZANTEN E INTERPLANT ANNUNCIANO UNA PARTNERSHIP IN AFRICA ORIENTALE

Portare ai coltivatori dell’Africa orientale una serie di varietà di fiori: è questo l’obiettivo della collaborazione tra Interplant e Royal Van Zanten. Interplant diventerà così un agente di Royal Van Zanten, per rappresentare le sue varietà nella regione, dove la prima azienda ha una forte presenza da anni. Così, le strutture

di Interplant in Kenya serviranno come base per le prove floreali con: Alstroemeria,

Statice, Chrysanthemum e Limonium. «Cerchiamo attivamente collaborazioni con partner di valore» ha spiegato Rick Kroon, direttore commerciale di Royal Van Zanten. «La collaborazione con Interplant rafforza le nostre attività in Africa orientale e i nostri servizi ai coltivatori in questa regione». E a sua volta Robert Ilsink, CEO di Interplant Summerflowers & Seeds, ha dichiarato: «Noi apprezziamo il know-how condiviso e la stretta relazione con i nostri clienti. A loro volta, beneficiamo di una scelta più ampia di varietà di alta qualità. La partnership con Royal Van Zanten farà crescere il nostro portafoglio e la nostra esperienza». Scelto per il microclima adatto nella regione di coltivazione dei fiori del Kenya, l’impianto di prova di Naivasha è posizionato strategicamente nel cuore della regione. Inoltre, in considerazione della crescente domanda di risorse naturali del territorio, si è cercato di riciclare gran parte

dell’acqua utilizzata nell’impianto, che

funziona principalmente a energia solare. STORIE BREVI news

ENCUBATOR, SALVARE IL PIANETA PARTENDO DALLE STARTUP

In un momento critico per l’umanità e il pianeta, con i cambiamenti climatici che incidono sempre di più anche sulla vita quotidiana, occorre mettere in atto un impegno concreto e soluzioni tangibili. Così, la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, PoliHubInnovation park & Startup Accelerator e Politecnico di Milano hanno raccolto questa sfida importante, scegliendo di impegnarsi nella lotta al climate change in modo attivo. In che modo? Attraverso Encubator,

programma nato per individuare progetti tecnologici nell'ambito

della sostenibilità, per valorizzare al massimo il loro potenziale. L’obiettivo è quello di individuare team che stanno progettando tecnologie in grado di indirizzare le sfide sociali, ambientali ed economiche, supportandoli nella crescita avverso programmi di accelerazione, grant e accesso agli investitori. Il progetto si rivolge a spinoff universitari e provenienti da centri di ricerca e a startup early stage italiane, europee e internazionali.

Le candidature sono aperte fino al 31 ottobre e il programma di

accelerazione si concluderà a maggio 2023. A gennaio, durante la finale, una Giuria istituzionale premierà i 7 migliori team, che avranno accesso a: un grant in denaro (40mila euro), di cui 25mila euro da investire per lo sviluppo del progetto e 15mila per usufruire del programma di accelerazione; un programma di accelerazione gestito da PoliHub di 4 mesi; un network di aziende, founder, mentor, subject matter expert e investitori del mondo imprenditoriale, dell’energia e dell’economia circolare; infine, un Demo day, dove incontrare gli investitori e avere l’opportunità di intraprendere un percorso privilegiato per accedere a investimenti seed. «La crisi climatica è sotto gli occhi di tutti, con conseguenze ambientali e sociali sempre più gravi» ha affermato Enrico Deluchi, CEO di PoliHub. «Impegnarsi per ridurne gli effetti è un obbligo ed è il momento di agire concretamente. Servono nuove tecnologie che tutelino le risorse naturali, soluzioni che non impattino sull’ambiente. Sono le startup i soggetti migliori per portare sul mercato le nuove invenzioni, soprattutto quelle provenienti dalla ricerca universitaria. Siamo convinti che da Encubator potranno emergere nuove tecnologie capaci di ridurre le emissioni, di tutelare le risorse naturali e limitare l’impatto ambientale delle attività umane».

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LEONARDO CAPITANIO È IL NUOVO PRESIDENTE DELL’AIPH

L’associazione Internazionale dei Produttori Orticoli ha eletto il suo nuovo presidente: Leonardo Capitanio. L’annuncio è stato dato durante l’Assemblea generale del 74° Congresso annuale dell’AIPH ad Almere, nei Paesi Bassi. Leonardo Capitanio, coltivatore di piante ornamentali a Monopoli, ha in passato ricoperto il ruolo di Presidente dell’ANVE, l’Associazione Italiana Esportatori di Materiale Vivaistico. Inoltre, è stato anche vicepresidente dell’AIPH.

«L’orticoltura è la mia vita»

ha dichiarato, commentando la sua elezione, il neo presidente dell’AIPH. «Mio padre era un vivaista e io avevo otto anni quando ho iniziato a seguire le sue orme. Ora mi propongo di aiutare il settore a superare questa

stagione difficile, attanagliata dalla pandemia di Covid-19 e dai costi folli dell’energia». E ha aggiunto: «Ho la visione

di un’industria orticola più sviluppata, supportata da soluzioni tecnologiche forti che possano aiutare l’intera

filiera». Tra i suoi obiettivi per l’AIPH, Capitanio ha quello di farne una risorsa globale per la promozione delle Città Verdi e la promozione di mostre orticole internazionali. Ma anche la raccolta e la diffusione di dati e informazioni sull’industria orticola internazionale e l’ulteriore sviluppo della preziosa rete dell’associazione. Soprattutto, il presidente dell’AIPH ha sottolineato di non dimenticare mai «l’importanza delle aziende a conduzione familiare che hanno segnato la storia Da sinistra: Leonardo Capitanio, nuovo presidente dell’orticola mondiale, dall’Asia dell’AIPH, l’ex presidente Bernard Oosterom e Tim all’America, passando per Briercliffe, segretario generale AIPH. l’Africa, l’Oceania e l’Europa».

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ALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA AZIONI CONCRETE PER LA SOSTENIBILITÀ E IL RISPARMIO ENERGETICO

L’Università di Bologna si muove verso un futuro all’insegna della sostenibilità, dell’innovazione e del risparmio energetico. Lo ha fatto presentando le nuove aule, già pronte ad accogliere gli oltre 1000 studenti di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, e

l’illuminazione sostenibile delle

Serre, durante l’inaugurazione con Giovanni Molari, rettore dell’Ateneo. Oltre alle nuove aule, al centro dell’attenzione anche le serre del dipartimento, dotate di un nuovo impianto di illuminazione artificiale basato sulla tecnologia C-LED volta al raggiungimento di una maggiore sostenibilità. L’utilizzo dei Led, infatti, permettere di abbattere i consumi energetici fino al 40%. Le azioni realizzate presso il DISTAL sono il primo esempio delle nuove strategie d’insieme che l’Università intende adottare per far fronte alla crisi energetica e diffondere una nuova cultura della sostenibilità. «Un’istituzione come la nostra non può che adottare comportamenti responsabili e lungimiranti che garantiscano la piena sostenibilità e rappresentino esempi da imitare» ha scritto il rettore.

Tutti i segreti del tulipano botanico

Piccoli e delicati. Sono i due aggettivi che meglio descrivono i tulipani botanici,

conosciuti anche come tulipani nani, eletti “bulbo

dell’anno”. Oltre che per l’altezza ridotta, questo fiore si caratterizza per la forma a stella che lo differenzia dai più classici tulipani. Un’altra differenza con la varietà più ordinaria riguarda i bulbi. Quelli dei tulipani botanici infatti, a differenza dei classici, si moltiplicano sottoterra, producendo così continuamente nuovi bulbi. I tulipani botanici, inoltre, danno un contributo importantissimo alla biodiversità del giardino. Il motivo? Fioriscono presto, producendo una grande quantità di polline e nettare, facilmente accessibile agli insetti, che da qui riescono a trarre una fonte di nutrimento irrinunciabile. Parliamo di tulipani non per caso adesso, visto che l’autunno è il mese

più indicato per piantarli,

a condizione che non geli.

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1. Tulipa-sylvestris. 2. Tulipalilac-wonder. 3. Tulipa-ladyjane. 4. Tulipa-pinocchio. 5. Tulipa-toronto Questo fiore resiste bene a freddo e vento e c’è una cosa essenziale da fare quando lo si pianta: esporlo alla luce solare, con la punta rivolta verso l’alto. Per quanto riguarda invece le varietà, c’è un

tulipano botanico per tut-

ti i gusti. Infatti, ad eccezione del blu, questo fiore è disponibile in tutti i colori, da quelli pastello a quelli più accesi. Tra le varietà più interessanti troviamo: Tulipa “Lilac Wonder” e “Lady Jane”, caratterizzati da delicate tinte pastello. Per chi ama i colori più audaci, invece, come resistere alle varietà Tulipa “Toronto” e “Sylvestris”. Se, invece, si vuole optare per qualcosa di particolare, la scelta non può che ricadere su Tulipa “Pinocchio”, irresistibile grazie ai suoi petali rossi e bianchi.

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CHRYSAL, IL FUTURO DEL TRASPORTO DELLE ROSE FRESCHE, E NON SOLO, È VIA MARE

Il trasporto delle rose, e dei fiori in generale, via mare rispetto a quello aereo riduce l’impronta di carbonio fino al 92%, secondo diversi studi. Tuttavia, il trasporto via mare richiede tempo e i fiori sono sottoposti a una forte pressione. Chrysal ha tenuto conto di tutti questi elementi per sviluppare, con un lavoro di più di dieci anni, il Chrysal Sea Freight Service:

una combinazione di un concetto unico di post-raccolta e di servizio che mantiene i fiori freschi e controlla la Botrytis

(conosciuta anche come “muffa grigia”) durante il trasporto via mare e il lungo stoccaggio. Le rose, in particolare, con la soluzione proposta dall’azienda, vengono trattate con Rose Dip e il trattamento anti-etilene, oltre ad essere monitorate da assistenti tecnici Chrysal lungo tutta la filiera, dalla raccolta all’arrivo in Europa. Il servizio riduce così lo spreco di fiori e il tasso di rifiuto, consentendo anche la condivisione di dati importanti con tutte le parti coinvolte durante la fase di trasporto.

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Plantarium|Groen-Direkt, una prima edizione di successo

Una prima volta da ricordare quella di Plantarium|Groen-Direkt, fiera tenutasi gli scorsi 24 e 25 agosto all’International Trace Center di Hazerswoude/Boskoop nei Paesi Bassi. «I risultati confermano che questa prima edizione è stata un successo» ha dichiarato a seguito della manifestazione la direttrice Linda Hoogendoorn-Veelenturf. «È

stato bello vedere che il nostro approccio è efficace e ci ha fornito informazioni utili per le prossime edi-

zioni». Nonostante le lamentele da parte di espositori e visitatori sulle elevate temperature all’interno degli spazi, che non saranno un problema nella prossima edizione, che si terrà in primavera il 7 e l’8 febbraio, le reazioni a seguito

di questa prima edizione sono state

entusiaste. Per la maggior parte degli espositori la partecipazione a Plantarium|Groen-Direkt è importantissima per mantenere i contatti con i clienti, ma anche per stabilire nuove relazioni commerciali. Inoltre, ad essere ap-

prezzati sono stati anche la “qualità dei visitatori” e le strutture utilizzate, che hanno ottenuto rispettiva-

mente 8 e 7,3 come punteggi. Numeri importanti, come sottolineato da Ids Boersma, direttore ad interim della fiera. «Ho organizzato decine di fiere e questi punteggi sono eccezionali, soprattutto per un evento nuovo» ha dichiarato Boersma. «Gli standisti olandesi tendono a essere piuttosto critici. È fantastico vedere che questa manifestazione ha ottenuto punteggi così alti, anche per aspetti spesso considerati problematici, come la ristorazione. La prova più evidente di quanto la fiera sia stata apprezzata è il numero di prenotazioni che sono state fatte subito dopo: circa il 35% degli esposito-

ri si è già registrato per partecipare

all’edizione primaverile!».

MACCHINE AGRICOLE, I LISTINI IN CRESCITA ALLARMANO L’INDUSTRIA ITALIANA

Un’industria che rischia di uscire dal mercato. È quella dei trattori, dei mezzi agricoli e delle relativa componentistica, che si sta ritrovando investita dalla crisi. Le spese per

l’energia, le materie prime e la logistica fanno impennare i costi di produzione, costringendo le aziende a continui

ritocchi sul prezzo finale dei prodotti. Così, un settore di punta della meccanica italiana, con un fatturato annuo superiore a 13 miliardi di euro, si trova a dover fare i conti con l’aumento dei costi di produzione. Questi sono attualmente molto onerosi per un settore che ha processi di lavorazione che consumano non solo molto energie, ma che utilizzano soprattutto materiali come ferro, plastica e semiconduttori. Secondo FederUnacoma, la Federazione italiana dei costruttori di macchine agricole, negli ultimi sei mesi il prezzo cumulativo delle varie fonti energetiche è cresciuto del 110%. Inoltre, prima della pandemia la voce “energia” incideva del 3,9% sul totale dei costi di produzione. Entro fine anno, secondo una stima realizzata da Confidustria sulla base dei valori medi di agosto, potrebbe salire fino al 10,2%. Ma non è solo l’aumento irrefrenabile del prezzo dell’energia a preoccupare. Infatti, anche sul fronte dei materiali la situazione è piuttosto complessa. Secondo quanto emerso, il prezzo complessivo degli acciai a caldo, di quelli legati e della ghisa è cresciuto in un anno fra il 30 e il 40%, mentre quello delle plastiche è aumentato fra il 20 e il 30%. Secondo Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, è il momento per mettere in atto in tempi rapidi «una strategia che sostenga il settore in modo ‘sistemico’, cioè tenendo conto di tutte le variabili che lo influenzano in modo sempre più allarmante».

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