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PENSARE INNOVAZIONE
PENSARE innovativo
Coltivare… in fondo al mare
di Penelope Moran
Una sfida lanciata nel 2012 da Sergio Gamberini e che oggi racconta una storia di successo, con ben nove ecosistemi progettati per l’agricoltura subacquea. No, non è fantascienza, ma il progetto Nemo’s Garden
Abbiamo sempre pensato all’agricoltura e alla coltivazione come a qualcosa legato alla terra, in parte al cielo, dove l’acqua è un elemento essenziale. Ma sarebbe possibile coltivare sott’acqua? La risposta è sì e arriva da Nemo’s Garden, progetto
lanciato nel 2012 da Sergio Gamberini, ingegnere e fondatore dell’azienda
di attrezzature subacquee Ocean Reef. L’idea alla base del progetto è: sviluppare una soluzione subacquea per proteggere i raccolti dal cambiamento climatico, nel rispetto dell’ambiente e autosufficiente. Un progetto che potrebbe risultare irrealizzabile, ma basta guardare le immagini per capire che sì, sott’acqua è davvero possibile coltivare piante.
IL PRIMO PROGETTO A NOLI Nel 2012 viene posizionata la prima cupola, a largo di Noli, in Liguria, tra i 6 e i 10 metri di profondità, an-
corata al fondale marino. Un primo esperimento che, alla fine, si è rivelato vincente. Infatti, all’interno della cupola si è scelto di coltivare del basilico, pianta tipica della zona, che si è sviluppata all’interno della struttura in breve tempo, germogliando dopo una trentina di giorni dalla semina. Così, in 10 anni le
biosfere del Nemo’s Garden sono diventate 9, tutte dotate di attrezzature idroponiche, ventilatori per la circolazione dell’aria e sensori wireless in grado di leggere in tempo reale umidità, temperatura e composizione dell’a-
ria a una torre di controllo centrale. «Ogni anno scopriamo nuove possibili applicazioni per le biosfere. Tra queste c’è l’ecoturismo, la piscicoltura, la coltivazione di alghe» ha dichiarato Gianni Fontanesi, coordinatore del progetto. «Le strutture possono essere usate anche come laboratori di ricerca o stazioni sottomarine per il monitoraggio, ad esempio, della fauna selvatica».
COME FUNZIONA UNA BIOSFERA La luce del sole, per il funzionamento ottimale delle biosfere, è essenziale. Infatti, filtrando attraverso il metacrilato, materiale con cui sono prodotte le strutture, l’aria all’interno si scalda, creando la giusta differenza
di temperatura per le piante. Questo processo, inoltre, permette all’acqua all’interno della biosfera di evaporare, lasciando i sali marini nello strato sottostante. L’acqua evaporata, in seguito, condensa in goccioline d’acqua dolce sulle pareti della biosfera e viene raccolta da particolari condensatori che la trasportano in un canale. Qui viene aggiunto un fertilizzante, utilizzato per fornire i nutrienti essenziali alla crescita delle piante, di origine naturale. Così, questo innovativo sistema di coltivazione potrebbe risolvere il problema dei pesticidi in agricoltura, tra i principali problemi per il settore.