7 minute read
GESTIONE È il momento dell’autocritica di Marta Meggiolaro
È IL MOMENTO DELL’AUTOCRITICA
Un passaggio necessario perché si generi un vero cambiamento. Le piccole aziende familiari che sono il reale tessuto del florovivaismo devono ripensare la loro gestione per proiettarsi, finalmente, nel futuro
di Marta Meggiolaro
Entriamo subito nel vivo della questione. Sono state pubblicate le “Linee Guida del Distretto Florovivaistico della Liguria”, che riportano, come sottotitolo, “Per un Distretto competitivo, sostenibile, integrato”. A pagina 33, si dice: “Ogni floricoltore, indipendentemente dalle caratteristiche strutturali e dalla dimensione fisica ed economica della propria azienda, dovrebbe ben cono-
scere e monitorare costantemente i costi dei processi
aziendali, ma è altrettanto evidente che non sempre, nelle numerosissime aziende ove l’apporto di capitali e di manodopera è dovuto pressoché esclusivamente all’imprenditore e ai suoi familiari, si tiene in debito conto il
AUMENTARE LA COMPETITIVITÀ, AUMENTANDO: • Efficienza del sistema produttivo e commerciale; • Qualificazione del prodotto; • Collaborazione tra i diversi soggetti della filiera; • Più consone scelte di pianificazione territoriale; • Infrastrutture adeguate; • Politiche di tutela e distintività per le produzioni in vaso; • Efficaci politiche di promozione e comunicazione. costo di tali fattori. Assai sovente, perciò, i bilanci delle coltivazioni sono sostanzialmente positivi se ci si ferma a considerare la differenza tra il ricavo dalla vendita del prodotto e i costi sostenuti per acquisire fertilizzanti, fi tofarmaci, materiali per la commercializzazione, ecc. e, spesso, i conti colturali risultano favorevoli allorché siano correttamente computate le spese per la manodopera salariata, per la meccanizzazione e per la manutenzione dei fabbricati. Un’analisi più approfondita che valuti il lavoro prestato in azienda dal conduttore e dalla famiglia, nonché gli interessi sui capitali apportati dall’imprenditore stesso permette, invece, di ottenere tutt’altra indicazione:
spesso si osserva che a seguito dell’attribuzione pro quota al singolo processo produttivo di questa tipologia di costo i risultati economici della coltivazione
assumono segno negativo, ovvero il costo di produzione unitario (per mille metri quadri, per quintale, per stelo) risulta superiore al ricavo unitario”. La questione che si pone è seria: aziende che pensano di essere in attivo che, invece, sono in passivo. Per questo, la sintesi di questo quadro si chiude così: “Occorre una presa di consapevolezza generale che porti il sistema produttivo, che presenta buone potenzialità, ad affrontare la globalizzazione dei mercati e delle produzioni”. Le analisi e le proposte che
ISTITUTI PER LA RICERCA IN LIGURIA CeRSAA: ripercorriamo qui si riferiscono al Di- www.cersaa.it tazione di nuove specie e varietà stretto Ligure; le riportiamo qui nella Istituto Regionale adatte alla coltivazione nel terriconvinzione che, mutatis mutandis, per la Floricoltura: torio (innovazione di prodotto) le indicazioni generali possano essere www.regflor.it e l’aumento della competitività applicate a tutto il territorio italiano. CREA a San Remo: delle aziende di miglioramento www.istflori.it varietale che operano in ambito FORMAZIONE E RICERCA: internazionale”. Tuttavia perché LA BASE DI TUTTO la filiera sia davvero competitiIl primo pilastro di un comparto che si prepara a superare va occorre anche estendere l’attività di ricerca al di le sfide che il mercato presenterà nei prossimi tempi, non là della selezione varietale. Occorre occuparsi di tutta ultima la concorrenza di Paesi in cui la coltivazione non la fase produttiva (tecniche agronomiche, tecniche di ha i costi che sosteniamo in Italia, nemmeno usando forzatura, conservazione post raccolta, moltiplicazione, manodopera a pagamento, è la possibilità di formare lotta integrata, risanamento, ecc.) sino alle fasi più a giovani alle professioni, in modo qualificato, e di continuare nella ricerca e nello sviluppo, con particolare attenzione alla genetica. Il Distretto Ligure beneficia della PIANO DI SVILUPPO RURALE, LE PRIORITÀ presenza di ben tre istituti che forniscono la propria • Riduzione dei costi; genetica: il CeRSAA ad Albenga, l’Istituto Regionale per • Prevenzione del dissesto; la Floricoltura, e il Crea a San Remo. Le Linee Guida del • Introduzione di attrezzature e sistemi di gestione Distretto sollecitano a una collaborazione più stretta fra finalizzati alla riduzione degli input; gli Istituti, in modo da “migliorare la gestione coordi- • Nella zona vulnerabile da nitrati, riduzione nata delle risorse economiche a favore delle attività che della dispersione di concimi, riduzione dei possano avere le ricadute più rilevanti per gli operatori, prelievi idrici nella falda sottostante, riduzione favorendo lo studio e il miglioramento varietale delle dell’impermeabilizzazione del suolo. produzioni tipiche locali senza tralasciare la sperimen-
I PROSSIMI OBIETTIVI • Incrementare la sostenibilità ambientale; • Ridurre i divari territoriali; • Stabile permanenza sui mercati; • Introduzione di strategie e sistemi innovativi di processo, tecnologiche e impiantistiche; • Migliorare le prestazioni, la sostenibilità globale, la sicurezza sul lavoro e la competitività; • Stimolare la realizzazione di progetti integrati; • Diffusione dell’innovazione di prodotto, che risponda ad esigenze di mercato in termini di qualità, servizi e diversificazione, accompagnata da adeguate azioni di informazione e promozione.
valle della filiera stessa, ovvero alla commercializzazione (conservazione, packaging) e al consumo (cura e conservazione, informazione, valorizzazione dei marchi). Altro punto da rinforzare, il contatto fra l’Assistenza Tecnica di base e specialistica e la base imprenditoriale e produttiva.
LUCI E OMBRE PER TUTTO IL COMPARTO L’analisi delle Linee guida si occupa, passo passo, di ogni aspetto della filiera, mettendone in luce potenzialità e pregi, evidenziando limiti e rischi: la produzione, favorita da un clima mite e dalla presenza di professionisti altamente qualificati, che però risente delle caratteristiche orografiche del territorio, della elevata stagionalità delle produzioni e del mancato ricambio generazionale; la commercializzazione si scontra con la debolezza logistica del territorio e con l’elevata specificità di alcune produzioni, che possono essere considerate di nicchia, e che non riescono a suscitare il giusto interesse per il retail. Per quanto riguarda la promozione, per cui il Distretto ha ricevuto ufficialmente la delega dalla Regione Liguria, i fondi non sono
sufficienti a realizzare campagne davvero ef-
ficaci. La leva giusta da usare per far conoscere la tradizione florovivaistica regionale sarebbe la notorietà che la regione ha già a livello turistico; mentre all’estero bisognerebbe puntare sulla sostenibilità della produzione, un valore già ampiamente riconosciuto nei Paesi che importano i prodotti liguri. Punto centrale la logistica,
fondamentale per migliorare
la competitività della filiera, sia per l’impatto che ha sulla qualità del prodotto una volta che raggiunge i clienti, sia per i costi rilevanti che ha. I processi di conservazione e di trasporto per i fiori recisi e le piante in vaso sono diversi, così come sono diverse le due zone produttive. In questo momento però non esiste una piattaforma logistica integrata, i collegamenti fra imprese e mercati sono inefficienti, e non vengono sfruttate le tecnologie più all’avanguardia, come gli strumenti di tracciabilità del prodotto. Infine, sarebbe necessario porre rimedio allo sfruttamento del suolo, regolamentare l’uso dei terreni agricoli, e migliorare le infrastrutture.
SERVE IL COINVOLGIMENTO DI TUTTI La proposta contenuta nelle Linee Guida è un cambio radicale, che deve avvenire partendo dalla radice e deve coinvolgere tutti gli attori. I punti da sviluppare sono quelli contenuti nel Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, e si tratta di: “Incremento delle attività finalizzate all’innovazione organizzativa, tecnologica e genetica e di processo produttivo; - un significativo investimento sulle risorse umane, non esclusa la formazione di una nuova “leva” di imprenditori e di ricercatori capaci di sviluppare innovazione genetica; miglioramento dell’efficienza della filiera con l’introduzione e la promozione di regimi di certificazione etico sociale e il miglioramento e la razionalizzazione della logistica, l’introduzione di sistemi di pianificazione economico, produttivo e commerciale”. A livello aziendale il PSR individua i seguenti ambiti di azione prioritaria: “Riduzione dei costi; prevenzione del dissesto; introduzione di attrezzature e sistemi di gestione finalizzati alla riduzione degli input; nella zona vulnerabile da nitrati, riduzione della dispersione di concimi, riduzione dei prelievi idrici nella falda sottostante, riduzione dell’impermeabilizzazione del suolo”. Importante anche “incrementare la sostenibilità ambientale, ridurre i divari territoriali e permettere la stabile permanenza sui mercati, attraverso l’introduzione di strategie e sistemi innovativi di processo, tecnologiche e impiantistiche, migliorando le prestazioni, la sostenibilità globale, la sicurezza sul lavoro e la competitività, stimolando anche la realizzazione di progetti integrati; la diffusione dell’innovazione di prodotto, che risponda ad esigenze di mercato in termini di qualità, servizi e diversificazione, accompagnata da adeguate azioni di informazione e promozione”. Un progetto ambizioso, in cui il Distretto Florovivaistico si pone a servizio
come mediatore per le piccole imprese che hanno bi-
sogno, ora che i nodi vengono al pettine e non possono più essere ignorati, di qualcuno che li aiuti a evolvere, e fare il loro ingresso a testa alta nel mercato di domani.
PER APPROFONDIRE www.distrettofloricololiguria.it