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PRODUZIONE
L’introduzione di piante autoctone, in un’area verde, garantisce l’incremento del valore ecologico. I nuovi regolamenti invitano sempre più a privilegiare specie botaniche locali. Un aspetto che i vivaisti non possono sottovalutare
di Filippo Tommaseo
La strada è segnata e non ci saranno tante scorciatoie: il futuro dovrà per forza essere più sostenibile, per il pianeta e per il bene di tutti. Certo, tanto dipenderà dai governi, dalle istituzioni, ma anche le scelte dei singoli potranno fare la differenza, ancor di più in ambito professionale. Così, un approccio più green eco-friendly anche per il manutentore del verde potrebbe essere una via, o quantomeno uno dei servizi, che un giardiniere potrebbe offrire alla propria committenza, soprattutto in ambito pubblico. Ma non solo. E oltre alle tecniche di manutenzione e alla gestione green degli spazi verdi – dall’utilizzo di prodotti biologici alla razionalizzazione delle risorse idriche, dall’introduzione di macchinari elettrici o a batteria I VANTAGGI L’utilizzo di una specie autoctona può avere notevoli vantaggi anche per quanto riguarda la gestione del verde. • Riduzione degli interventi gestionali e di manutenzione. • Riduzione nell’utilizzo dei pesticidi. • Riduzione nell’apporto dei fertilizzanti. • Riduzione del fabbisogno idrico.
all’utilizzo delle nuove tecnologie per il monitoraggio delle malattie – anche la scelta del materiale vegetale può
essere determinante per un approccio sostenibile di
un giardino o di un parco pubblico.
PIANTE NATIVE, UNA SCELTA AMBIENTALE
INTERAZIONI UNICHE Una delle tematiche fortemente di attualità negli ultimi anni – tanto che sono nati anche vivai specializzati – è quella dell’utilizzo delle piante native. Ma andiamo con ordine. Per pianta nativa si intende una pianta autoctona di una determinata area in tempi geologici: ovvero specie vegetali che si sono sviluppate, si sono manifestate naturalmente o sono esistite per molti anni in una determinata zona. Di
conseguenza, l’utilizzo di particolari alberi o arbusti, ma anche di specie erbacee, può avere un impatto am-
bientale maggiore o minore di altri e la scelta di varietà autoctone garantisce anche un incremento del valore ecologico del luogo dove verrà messa a dimora. Il meccanismo, con l’inserimento delle piante autoctone, è proprio quello di ricreare un ecosistema, grande o piccolo che sia, costituito da interazioni di piante, animali e microrganismi con le loro condizioni fisiche e climatiche. E le piante native svolgono un ruolo determinante: formano comunità vegetali e interazione biologica con flora, fauna, funghi e altri organismi specifici. Per esempio, alcune specie di piante creano dei legami esclusivi con insetti impollinatori, mentre altre si sono adattate a condizioni molto particolari, insolite o estreme e questo determina proprio la loro importanza ambientale.
Segue, un articolo su Vivai Guagno: azienda che ha come tradizione un vivaismo attento ai temi dell’ambiente e della sostenibilità. ne di un giardiniere, Ivano Guagno, che
nel suo modo di lavorare già intravedeva quanto fosse importante investire in spazi
verdi. E già era sensibile al tema delle piante autoctone, tanto da fondare proprio in quegli anni, nel 1982, Vivai Ivano Guagno. Una delle prime aziende vivaistiche venete che si è occupata di riforestazione, grazie alla stretta collaborazione con i protagonisti del settore e alla sua vocazione produttiva, che, nel tempo, si è sempre più indirizzata verso piante, alberi e cespugli “espressione del rapporto con la natura”. L’IMPORTANZA DEL LUOGO Provate a immaginare l’importanza dell’utilizzo delle piante native in interventi di ingegneria naturalistica o ripopolamento forestale, ma anche “semplicemente” per ripristinare un tessuto ecologico all’interno di uno spazio urbano o periurbano. Per esempio, quando si progettano interventi per ripristinare un sistema ecologico nativo disturbato dallo sviluppo economico o da altri fattori antropici, bisogna prestare massima attenzione alle interconnessioni ecologiche che si sono sviluppate nel corso degli anni, prima dell’alterazione del paesaggio, e poi programmare interventi specifici. Ormai, anche per quanto
riguarda gli appalti e i lavori pubblici, tanti regolamenti invitano espressamente, soprattutto in merito alle nuove piantagioni, a privilegiare l’inserimento di specie botaniche tipiche locali, autoctone o natu-
ralizzate. Scelte che devono tenere in considerazione la composizione del patrimonio arboreo presente sull’area di competenza in cui si andrà a operare e, più in generale, sul territorio circostante, comunale o regionale, e comunque ispirandosi al principio di mantenere un’elevata biodiversità e una compatibilità di fondo con l’ecosistema nel suo complesso. Linee progettuali ormai diffuse e condivise, ma che non valgono esclusivamente per interventi pubblici, perché anche i privati sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità e sempre più disposti a fare scelte che
VALORE AUTOCTONO
La tradizione di Vivai Guagno ha radici profonde, nel pieno rispetto delle origini geografiche di alberi e arbusti. Per un vivaismo attento ai temi del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità di Francesco Tozzi
Tutto nasce negli anni Ottanta dalla passio-
tutelino l’ambiente. Anche in giardino.
La tipica colorazione autunnale dell’Euonymus europaeus.
L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE La tradizione di famiglia viene oggi coltivata in Vivai Guagno da
Gloria e Riccardo, due fratelli poco più che ventenni con le idee molto chiare e la voglia di seguire le orme dei loro geni-
tori. «Il nostro – ci spiega Gloria – è un vivaio particolare, dove il rispetto per la pianta e, soprattutto, per la sua origine sono aspetti fondamentali. La nostra produzione parte
dal seme fino all’offerta di esemplari di particolare
valore e copriamo quasi tutte le specie, con piante già strutturate anche di due, tre e quattro anni. Insomma, qui trovi quello che non ti aspetti». Questo è uno dei punti di forza di Vivai Guagno, tanto da essere un fornitore ideale per diversi target: dai paesaggisti agli architetti, dai giardinieri ai grossisti, dalla pubblica amministrazione ai privati. Ma alla base, c’è sempre un approccio che tiene in considerazione l’importanza della pianta, dell’albero, del suo areale di origine e della giusta collocazione, una volta in cantiere. «La tematica delle
piante autoctone – continua Gloria – è per la nostra azienda un aspetto determinante, anche se in alcuni
casi difficile da spiegare, ma che ci contraddistingue sul mercato. Approcciare il settore del vivaismo ragionando nell’ottica del rispetto dell’origine di una specie, è di sicuro una delle possibili strade verso uno sviluppo diffuso del concetto di sostenibilità». Ed è proprio così: il tema delle piante native, delle piante a portamento naturale, trova sempre più spazio in progetti pubblici, ma anche tra i privati, a conferma di una rinnovata sensibilità ambientale. «Ma c’è ancora molto da fare – conclude Gloria – soprattutto per quanto riguarda la formazione degli operatori del settore, che spesso non hanno ben chiara l’importanza di questi argomenti. L’impegno di Vivai Guagno, nel nostro piccolo, sarà anche questo: investire in cultura verde, proprio per sensibilizzare addetti ai lavori e opinione pubblica».