ANNO XI | NUMERO 3 | MARZO 2019 | www.fsitaliane.it
PER CHI AMA VIAGGIARE
MARCO MENGONI ATLANTICO TOUR
VIAGGI DI PRIMAVERA TRA DIMORE NOBILIARI E MANDORLI IN FIORE A WOMAN’S TOUCH CINEMA, LIBRI, ARTE E FOOD
MEDIALOGANDO di Marco Mancini
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INDIPENDENZA E LAICITÀ E ROMA AL CENTRO DI TUTTO
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IL MESSAGGERO RACCONTATO DAL SUO DIRETTORE, VIRMAN CUSENZA
a Freccia di marzo odora di primavera e mandorli in fiore, si colora di mille volti femminili e si sofferma, in queste settimane di Quaresima, nei luoghi dello spirito, di cui il nostro Paese vanta testimonianze di rara suggestione. Tanti i volti e le storie, tra sport, spettacolo, scienza e cultura, che accompagneranno il viaggio dei nostri lettori,
arricchendolo con curiosità e spunti di riflessione. Come sempre, iniziamo dal mondo dei media, incontrando Virman Cusenza, direttore dal 2012 del Messaggero, il primo giornale di Roma, con 141 anni di storia alle spalle. L’ammiraglia, ben radicata nell’Italia centrale, di un gruppo editoriale che comprende, tra gli altri, anche Il Mattino di Napoli e Il Gazzettino di Venezia. 2
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Che quotidiano è Il Messaggero? È da una parte il giornale dei romani, naturalmente, ma allo stesso tempo è un giornale nazionale perché racconta con un occhio critico la Capitale e l'intero Paese nelle sue mille sfaccettature. Che significa “racconta la Capitale”? Significa avere un’attenzione particolare per tutto ciò che riguarda ovviamente la politica, non solo parlamentare, ma anche l'economia, con una capacità di leggere quello che avviene nei palazzi delle istituzioni e del potere, che è un nostro storico tratto distintivo e che deriva dalla profonda conoscenza dei luoghi in cui si prendono le decisioni pubbliche. Questo ci ha sempre consentito di fare un lavoro in prima linea, spesso anticipatore di decisioni o scelte che hanno un grande impatto sul Paese e sulla vita dei suoi cittadini. E anche di alimentare fondamentali dibattiti, come quello recente intorno all'autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario. Sì, perché vediamo nella riforma una seria minaccia all'integrità nazionale e al ruolo di Roma come Capitale, perché il disegno unitario voluto dai padri costituenti prevede che Roma non sia tanto la città della burocrazia quanto della rappresentanza degli interessi collettivi. Roma ospita le istituzioni di tutti, perché si è scelto, come in qualsiasi Paese civile e democratico, un luogo di aggregazione e di rappresentanza dell'anima collettiva e nazionale. Invece questo disegno depaupera ciò che è stato concepito come un qualcosa di unitario e di tutti. Anche con il timore di creare regioni di serie A e di serie B? Non essendo definiti i meccanismi di solidarietà fiscale, visto che questa riforma procede “a pezzi”, senza un disegno unitario, è concreto il rischio che le regioni più ricche garantiscano servizi diversi e migliori delle altre, lasciando al palo quelle più povere o comunque più indietro e creando così una insopportabile disparità tra cittadini nell'accesso alle prestazioni. La nostra battaglia, pur con un occhio di attenzione particolare verso Roma, tutela tutta la parte del Paese che rischia di essere travolta da una slavina e allontanata da un contesto competitivo ed europeo. Ci facciamo carico di questa ragione proprio per la quintessenza del giornale della Capitale che è anche quella di tenere unito il Paese. Che il giornale di Roma difenda il ruolo della città potrebbe apparire una battaglia un po’ partigiana. Ma non è così. Questa non è una città come le altre, è una città che per scelta di tutti rappresenta tutti. E nel momento in cui le si cambiano i connotati si impoverisce il tutto, non la parte. È un concetto semplice che in Europa nessuno mette in discussione, in nessun Paese c‘è qualcuno che contesti il ruolo della Capitale, di Parigi, di Londra, di Berlino. Solo in Italia c’è chi pensa che abbattendo Roma si risolva qualche problema altrove, ma è rischioso oltre che falso. La parte vale di più se resta all'interno di un tutto organico e omogeneo, ed è quel tutto per cui abbiamo 3
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combattuto e che ora è minacciato da possibili secessioni, al Sud come al Nord. Ma Roma, parlo della città, non ha solo “nemici” esterni. Non siamo indulgenti neppure nei confronti dei difetti della città e dei suoi "nemici" interni, ossia di quei romani, o comunque abitanti della Capitale, che non fanno il bene della città e non ne difendono la dignità, l'orgoglio e l'efficienza. In questo, per essere credibile, il giornale di Roma deve essere molto rigoroso e intransigente. E, nello spirito del difensore civico, cerchiamo di additare, denunciare e contestare tutti i giorni ciò che fa male a Roma. Difensore civico? Spiegaci meglio. Il Messaggero non intende limitarsi a informare i cittadini ma vuole interagire con loro, aiutandoli anche a risolvere i loro problemi. Così si fa carico delle loro denunce, oppure prende iniziative anticipando fenomeni che possono incidere sulla loro vita e, in qualche modo, fa pressione sulle istituzioni e su chi deve dare risposte politiche e di buon governo per risolvere quei problemi. Nel diritto scandinavo esiste proprio la figura del difensore civico, l’ombudsman, che rappresenta il cittadino di fronte a una realtà ostile o a un diritto negato. Per un giornale che ha un forte radicamento territoriale come il nostro, è una funzione fondamentale. Ovviamente siamo voce e sguardo di cittadini che hanno sia una cultura sia una sensibilità connotata dall'appartenenza a una realtà storica e territoriale precisa. C'è un modo romano, e un -MSGR - 20_CITTA - 1 - 10/02/19-N:RCITTA'
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ANNO 141- N° 40 € 1,40*ITALIA
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Domenica 10 Febbraio 2019 • S. Arnaldo
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IL GIORNALE DEL MATTINO
I 500 anni Leonardo Da Vinci celebrazioni in Europa e Usa nel segno del genio
Boom di vendite Barbie, un’icona irresistibile anche nell’era della tecnologia
All’Olimpico Rugby, Sei Nazioni l’Italia tiene testa al Galles ma cede nel finale: 15-26
Arnaldi a pag. 17
A pag. 14
Ricci Bitti nello Sport
Allarme economia
Invertire la rotta prima che sia troppo tardi Romano Prodi
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dati sull’andamento dell’economia italiana e le previsioni sul suo futuro continuano a peggiorare. Le modeste cifre relative alla crescita, che solo due mesi fa erano imputate di eccessivo pessimismo, si sono trasformate in un obiettivo quasi irraggiungibile. La produzione industriale peggiora ed è inferiore del 5,5% rispetto ad un anno fa: si tratta della caduta più grave degli ultimi cinque anni. Alla crisi produttiva si affianca una diffusa crisi di fiducia, in conseguenza della quale i consumi ristagnano ed aumenta il risparmio. Il futuro è fonte di crescente preoccupazione, anche se il nostro governo mantiene le sue previsioni di una impossibile crescita. Il tutto senza tenere conto delle recenti correzioni del Fondo monetario internazionale, della Banca d’Italia, di Prometeia e, infine, della Commissione Europea, che prevede addirittura un aumento del Pil italiano dello 0,2% , cioè assai prossima allo zero. Già eravamo tra i fanalini di coda dello sviluppo europeo: ora siamo all’ultimo posto tra i 28 Paesi dell’Unione. Una notevole parte di questo calo viene giustamente imputata alle tensioni internazionali e al rallentamento tedesco. Tutto questo non spiega tuttavia perché Paesi che molto più di noi dipendono dall’economia germanica come la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Olanda crescano più di noi. Continua a pag. 20
Il piano del Nord svuota-ministeri `
Le bozze segrete di Veneto e Lombardia: più risorse alle Regioni, ridimensionato il ruolo della Capitale Scuola, il ministro Bussetti: «Nel Sud non servono soldi, impegnatevi di più». Rivolta di presidi e professori
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Salvini twitta: preferivo l’artista romano. A Silvestri il premio della Critica
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Dubbi sull’analisi
Tav, la commissione del Mit si divide: contestato il «no» Umberto Mancini
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a commissione del Mit sulla Tav si divide sulle conclusioni. Uno dei membri, l’unico indipendente, contesta il «no». A pag. 6
`Un nuovo attacco all’indipendenza dell’istituto Il vincitore della 69ª edizione del Festival di Sanremo, Mahmood. In basso Daniele Silvestri
Sanremo, Mahmood vince a sorpresa Il successo del rapper italo-egiziano, sul podio Ultimo e Il Volo Marco Molendini
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l rapper italo-egiziano Mahmood vince a sorpresa il Festival di Sanremo. Sul podio il romano Ultimo e Il Volo. A pag 22 Scarpa e Turci a pag. 22
In Abruzzo la sfida giallo-verde è Salvini, in Abruzzo alleato con Fi e Fdi, che sogna il pieno. E, partendo da lontano, dalla base del 13,8% delle politiche 2018, di piantare la prima bandierina della Lega in una regione del Centrosud. E c’è il M5S, solo, mai tentato di rinnovare lo schema di accordo nazionale con i leghisti, che spera di capitalizzare il risultato delle ultime politiche. Test per gli equilibri dentro il governo. Il Pd punta invece sul civico Legnini. Oggi urne aperte per le elezioni regionali in Abruzzo dalle 7 alle 23. A pag. 10
a parola utilizzata è «ridimensionamento». I ministeri romani dovranno dimagrire. E non si tratta solo di un effetto collaterale del progetto autonomista di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, ma di una richiesta messa nero su bianco nelle riservatissime bozze predisposte dalle Regioni d’accordo con il ministero. Intanto è rivolta nella scuola contro il ministro Bussetti. A pag. 5 Calitri e Loiacono a pag. 4
Di Maio e Salvini: azzerare Bankitalia Quirinale in allerta
La capacità di unire padri e figli SANREMO Il vecchio Festival che è riuscito a unire padri e figli. Dai brani di Silvestri e Nigiotti, fino al dialogo di Bisio e Anastasio, la kermesse ha saputo far incontrare le generazioni. A pag. 23
Oggi le Regionali, il Pd spera nel civico Legnini
Giovanni Sgardi
Andrea Bassi
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Il giorno del ricordo
Foibe, quelle stragi anti-italiani Mattarella: «No ai negazionismi» Alessandro Campi
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ggi si celebra il Giorno del Ricordo, istituito con legge dello Stato nel marzo 2004 per commemorare le vittime italiane delle violenze consumatesi sul confine orientale tra il 1943 e il 1947: prima gli “infoibamenti”, più tardi l’esodo. A pag. 9 Conti a pag. 9
Bce in campo. Sindacati e imprese in piazza a Roma ROMA Affondo di Salvini e Di Maio contro la Banca d’Italia: i vertici vanno azzerati. Un ulteriore fronte di polemica che preoccupa il Presidente Mattarella e la Bce. L’attacco è arrivato all’assemblea degli ex azionisti delle popolari venete. Il leader leghista: «Anche in Consob occorre cambiare tutto». Sindacati e imprese in piazza a Roma. Conti, Di Branco, Dimito e Guasco alle pag. 2, 3 e 7
Scontri a Parigi
Tornano i Gilet gialli attacco al Parlamento Nuova offensiva dei Gilet gialli, ancora scontri a Parigi. Alcuni di loro hanno cercato di attaccare il Parlamento. Pierantozzi a pag. 8
Roma, pressing del ministro. E Grillo molla la sindaca PESCI, ASCOLTARE I CONSIGLI DEL CUORE Buona domenica, Pesci! Recita un proverbio olandese: «Non esprimere i tuoi desideri, potrebbero avverarsi». Voi, invece, fate bene a esprimere quello che desidera il cuore, le stelle annunciano amore. Oggi cominciano a preparare il bellissimo spettacolo del vostro compleanno, Mercurio entra nel segno e smuove il mare delle buone opportunità nel lavoro, in affari, durante i viaggi, in casa. Ci sarà forse qualche problema con Giove, ma basta seguire un’alimentazione adatta. Auguri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’oroscopo a pag. 33
Rifiuti, Costa alla Raggi: fai presto ROMA Il ministro all’Ambiente Sergio Costa segue da vicino la crisi, ora politica, dei rifiuti romani. Una crisi detonata nella giunta di Virginia Raggi con le dimissioni dell’assessore Pinuccia Montanari. Ora il ministro va in pressing sulla sindaca: «Vai avanti ma risolvi la crisi, fai presto». E intanto la Raggi prende l’interim sui rifiuti: «Gestisco io l’Ambiente. Ora si cambia, serve il pugno di ferro». Beppe Grillo intanto molla la sua sindaca e scrive all’ex assessore: hai fatto bene ad andartene. Canettieri e De Cicco a pag. 11
Marcia di solidarietà ad Acilia
Manuel, volevano uccidere un pugile amico dei boss ROMA Gli aggressori di Manuel Bortuzzo, giovane promessa del nuoto, volevano in realtà sparare a un pugile amico dei boss con cui si erano scontrati poco prima. Le indagini stanno cominciando a chiarire tutti i contorni della vicenda, mentre ieri ad Acilia si è radunata una folla per esprimere solidarietà a Manuel. Mozzetti e Polisano a pag. 13
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Prima pagina del 10 febbraio 2019 MAR2019
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modo dell'Italia centrale, di vedere le cose che è diverso dal modo lombardo, veneto o siciliano. Sulla questione di una visione originale dei fatti, nell’occasione dei festeggiamenti per i 140 anni del giornale, il tuo editore, Francesco Gaetano Caltagirone, ha detto, citando Seneca, che Il Messaggero vuole vivere secondo ragione, rinunciando all’imitazione e al conformismo. Il Messaggero è un giornale concepito all'insegna di una sfida: intende restare fuori dagli schemi, connotandosi per indipendenza, affrancamento dai poteri, dalle corporazioni professionali e sindacali, dalle aree di influenza politica e dallo schieramento partigiano. Però la capacità di distinguersi e offrire ogni giorno contenuti e una visione originali delle cose passa attraverso la possibilità di produrre avendo riconosciuto un valore a ciò che produciamo. E oggi i contenuti dei principali brand di informazione, anche di testate storiche come la nostra, vengono “saccheggiati”, mentre i social portano a una omologazione che al tempo stesso non è garanzia di qualità. Quindi occorre una maggiore tutela del lavoro giornalistico? I contenuti “saccheggiati” dai motori di ricerca, in particolare da Google, vengono diffusi gratuitamente nonostante produrli abbia un prezzo. Su questi Google raccoglie la pubblicità, con un duplice danno: la sottrazione dei contenuti e di quelle risorse finanziarie che garantiscono la copertura dei costi di un’informazione di qualità, libera, indipendente, pluralista, fondamentale per ogni democrazia. La legge sul copyright approvata in Europa è un passo giusto, ma temo occorrerà del tempo prima di vederla applicata. Il web ha in ogni caso messo in crisi l’editoria tradizionale? Non è un problema di mezzo, quanto la necessità di vedere riconosciuto un valore a ciò che viene prodotto: va garantita la tutela del diritto d'autore. Perché per produrre un contenuto giornalistico di qualità, oltre che sostenere costi, bisogna rispettare una serie di regole e avere un’adeguata preparazione professionale. Poi il modo di fruirne, sulla carta o sul web, lo sceglieranno il lettore e il mercato. Perché pagare l’informazione, anche su Internet, è un modo per assicurare un buon livello di qualità… Dare un valore al giornalismo significa caratterizzarlo per la sua importanza e tutelarlo rispetto alle contraffazioni, come le fake news e le informazioni di cattiva qualità, come i contenuti riportati in un social o attraverso siti gratuiti che spesso non garantiscono verifiche e controlli. Nessuno comprerebbe mai una macchina che non ha un sistema di freni collaudato, perché dunque risulta possibile ancora oggi spacciare per buona una notizia che potrebbe rivelarsi nociva, perché falsa, o dannosa, perché lesiva di diritti altrui? Una cattiva informazione nuoce alla democrazia? Sì, produce cattiva democrazia, cattiva politica, cittadini meno forti perché meno consapevoli dei loro diritti e di ciò che invece devono sapere. È una catena solo apparentemente confinata in un settore della società, in realtà non rappresenta 4
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Domenica 9 Dicembre 2018 • II d’Avvento - S.Siro
La storia di noi due Nino e Toni D’Angelo «Reduci da Parigi insieme esaltiamo la Napoli popolare»
Il campionato
Ippaso a pag. 19
Nello Sport
Lezione Bergoglio
LA RELIGIONE LAICA DEI FATTI
Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT
IL GIORNALE DEL MATTINO
Roma e Lazio, pari choc: rimontate da Cagliari e Samp all’ultimo secondo
La storica visita di Francesco alla redazione del Messaggero
Virman Cusenza
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rancesco al Messaggero. Un Papa che si fa notizia. Questa visita è la dimostrazione della straordinaria capacità di Francesco nel calarsi nella realtà del suo tempo. Lui che è chiamato ad ascoltare il tempo interiore per eccellenza. Ma è anche un gesto che dimostra simultaneamente la capacità di essere planetario. Un Santo Padre global, che si fa local, anzi glocal. Un Papa curioso che con l’umiltà del cronista viene a trovare i cronisti nel loro tempio laico: il giornale di Roma e voce dei romani, che si sforza di guardare con occhio critico la quintessenza di questa Capitale. Francesco il Cronista: dopotutto il Vangelo non è una Cronaca per antonomasia? Un Pontefice che ha voluto scoprire ciò che ogni giorno fanno i giornalisti, non solo quelli che lo raccontano. In Vaticano o peregrinando per il globo, incrocia assiduamente i taccuini della stampa, ma stavolta ha voluto farlo dall’altra parte della barricata, regalandoci una lezione sul linguaggio semplice, diretto, accogliendo il punto di vista non scontato del suo interlocutore. La «concretezza», ha ribadito davanti alla redazione del Messaggero, «è la virtù del giornalista, il non lasciarsi trascinare dalle cose solo riferite». Un invito esplicito a non demonizzare nessuno e dialogare laicamente con tutti, lanciato proprio nel momento in cui c’è chi mette pesantemente in discussione il ruolo strategico della libera informazione. Francesco il Comunicatore che mostra l’approccio nuovo ad una Capitale così sfaccettata che - come egli stesso ha detto in un’intervista rilasciata tempo fa su queste colonne alla nostra vaticanista Franca Giansoldati contiene dentro di sé almeno 7-8 città. Ecco, dunque il messaggio: un Papa cronista che aderisce ai problemi quotidiani di questa città-mondo, Roma, consapevole delle grandi questioni storico-culturali che la attraversano in simbiosi con ciò che accade negli altri punti-chiave del pianeta.
L’intervento
«Questo è l’unico giornale che leggo» Papa Francesco
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ran parte delle informazioni le prendo dal Messaggero. È l’unico giornale che leggo». A pag. 3
«L’informazione che ci fa bene» `
Il Papa in via del Tritone rilancia la centralità della stampa e incontra giornalisti ed editore «La virtù dei cronisti è la concretezza, non bisogna lasciarsi trascinare dalle cose solo riferite» Papa Bergoglio al momento dell’uscita dopo la visita al Messaggero (foto GIACOMO GABRIELLI/AG. TOIATI)
Macron: ho commesso errori. Verso il rimpasto
Ajello e Giansoldati da pag. 2 a pag. 5
Ancona, sospetti sulla banda dello spray urticante: furti nella ressa
Crolla l’uscita di emergenza strage di ragazzi in discoteca dal nostro inviato
Proclami in ritardo
Mauro Evangelisti
La battaglia dei gilet gialli devasta Parigi Duemila fermati, bloccata Ventimiglia Gli scontri agli Champs Elysees (foto AFP) Pierantozzi alle pag. 10 e 11
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CORINALDO (An) i sono sei morti: cinque ragazzini che avrebbero voluto raccontare di quel concerto e una giovane madre che aveva accompagnato la figlia undicenne e lasciato a casa gli altri tre più piccoli. A pag. 6 Servizi da pag. 6 a pag. 9
Il coro dei «mai più» e i controlli mancati Paolo Graldi
I primi soccorsi alla discoteca
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icono tutti, in un coro di
dolore e di rabbia: «Mai più!». Continua a pag. 18
NUOVO INIZIO PER IL CAPRICORNO
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ROMA NAPOLI MILANO FIRENZE VENEZIA PALERMO ENNA
Buona domenica, Capricorno! Oggi e domani, Luna effettua nel segno l’ultimo transito del 2018. Questo influsso può avere il significato di una conclusione e, di conseguenza, di un nuovo inizio. Se è vero che la vita è fatta di arrivi e partenze, Saturno, il grande rinnovatore, non coltiva troppe nostalgie per il passato, ma è felicemente proiettato verso il futuro. Prima del successo, apritevi all’amore. Persino Giove perde l’amante che si è dimenticato di baciare. Auguri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’oroscopo a pag. 35
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Prima pagina del 9 dicembre 2018
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un valore voluttuario o aggiuntivo, ma è un valore fondante delle democrazie liberali. Qualche mese fa papa Francesco ha visitato il vostro giornale… Una visita storica. Mai un pontefice era entrato nella redazione di un giornale, italiano o estero. L’unico precedente, sempre al Messaggero tra l'altro, risale al 1990, con papa Wojtyla che si fermò però soltanto all'ingresso principale. Niente di paragonabile all'incontro con l'intera redazione che Bergoglio ha voluto avere qui, in via del Tritone, l'8 dicembre scorso. Immagino l’emozione, qual è stato il senso di questo incontro? Da quando è nato, nel 1878, il giornale di Roma si è sempre distinto per le battaglie sui diritti civili, come l'aborto e il divorzio. Da questo punto di vista il fatto che il Papa sia voluto venire qui, in un giornale che ha mantenuto questa tradizione, è stato un modo per sottolineare il dialogo con la voce laica di Roma. Laica, ma rispettosa dell'identità cattolica di una città di cui il Vaticano è parte integrante. Bergoglio ci ha fatto l'onore di una riflessione sulla qualità del giornalismo e dell'informazione che deve mettere al centro di tutto il fatto. Lui ha insistito molto sulla centralità del fatto, distinguendolo nettamente dai pericoli del "relato". Quindi invitando chi fa il nostro mestiere a trattare soltanto i fatti verificati direttamente e non le voci riferite da altri. È una lezione etica di giornalismo fondamentale per l’intero panorama della nostra informazione.
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ti porta sulla neve
Le destinazioni: Courmayeur, Aosta, Cortina d’Ampezzo, S.Vito di Cadore, Tai di Cadore, Val Rendena (Madonna di Campiglio, Pinzolo), Val Gardena (Ortisei, S.Cristina, Selva), Val di Fassa (Canazei, Vigo di Fassa, Moena).
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SOMMARIO IL MENSILE PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XI | NUMERO 3
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In copertina
ANNO XI | NUMERO 3 | MARZO 2019 | www.fsitaliane.it
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE
pag. 28
MARZO 2019
Marco Mengoni
PER CHI AMA VIAGGIARE
MARCO MENGONI
A WOMAN’S TOUCH CINEMA, LIBRI, ARTE E FOOD
ATLANTICO TOUR
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VIAGGI DI PRIMAVERA TRA DIMORE NOBILIARI E MANDORLI IN FIORE
32 SPRING TRAVEL Tour tra le dimore nobiliari del Fondo Ambiente Italiano e i mandorli in fiore lungo la Strada degli Scrittori in Sicilia
Railway heArt 10 FS per i giovani 14 Save the date 16 What’s up 20 Fondazione FS 24 33
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42 VIAGGI DELL’ANIMA Alla scoperta di santuari, eremi, luoghi di culto e meditazione. La fede popolare si fonde con la storia e la cultura
46 A WOMAN’S TOUCH Cinema, libri, arte, scienza e food rosa shocking. I volti femminili della ricerca, le scrittrici e i segreti di bellezza dell’antichità per combattere gli stereotipi
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38 MATERA MILLENARIA 62 FOTOGRAFIA AL FEMMINILE 64 CHRISTIE'S: THINKING ITALIAN 66 MOIOLI DA ORO 69 LA MARATONA DI LONAH 72 POPOLIZIO A TEATRO 76 IN VIAGGIO CON PAPÀ 95 RACCONTO INEDITO
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MAR2019
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I numeri di questo numero
250
e oltre le iniziative gratuite del mese della fotografia [pag. 17]
70
i chilometri della Strada degli Scrittori in Sicilia [pag. 36]
100
donne contro gli stereotipi in mostra a Milano [pag. 54]
NUGO MAGAZINE Itinerari, interviste e curiosità sulle mete turistiche e gli eventi più cool del momento: nugo magazine è la rivista travel inspiration mobile friendly che affianca l’app nugo
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le giovani compagnie del programma StudioTeatro [pag. 74]
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PER CHI AMA VIAGGIARE
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XI - NUMERO 3 - MARZO 2019 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/97 Foto e illustrazioni Archivio Fotografico FS Italiane FS Italiane | PHOTO Copertina: Carolina Amoretti Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT Info su creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it EDITORE
Direzione Centrale Media Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma fsitaliane.it Contatti di redazione Tel. 06 44105298 lafreccia@fsitaliane.it Direttore Responsabile Marco Mancini Caporedattrice Claudia Frattini Coordinamento Editoriale Cecilia Morrico, Francesca Ventre Caposervizio Silvia Del Vecchio In redazione Gaspare Baglio, Serena Berardi, Michela Gentili, Sandra Gesualdi, Luca Mattei Segreteria di redazione Francesca Ventre Ricerca immagini e photo editing Michele Pittalis, Claudio Romussi Traduzioni Verto Group Hanno collaborato a questo numero Cesare Biasini Selvaggi, Felice Cavallaro, Gilda Ciaruffoli, Carlo Cracco, Marco Gemelli, Peppe Iannicelli, Itinere, Alberto Mattiacci, Giuliano Papalini, Bruno Ployer, Enrico Procentese, Andrea Radic, Flavio Scheggi, Mario Tozzi, Luisella Urietti
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QUESTA RIVISTA UTILIZZA OGNI 10.000 COPIE FA RISPARMIARE:
SUPPLEMENTO DI LA FRECCIA | MARZO 2019 | www.fsitaliane.it
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FRECCIA COVER di Flavio Scheggi
mescoupsdecoeur
Jamie Diamond, 5.28.12 (2012), da I Promise to be a Good Mother Courtesy the artist
SURROGATI D’AMORE Scene familiari e d’amore vissute e rappresentate attraverso surrogati, come possono essere le bambole che diventano compagne di vita. È questo l’elemento che lega i 42 scatti della mostra Surrogati. Un amore ideale, esposti fino al 22 luglio all’Osservatorio della Fondazione Prada nella Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Le opere sono state realizzate da due fotografe americane, Jamie Diamond (Brooklyn, 1983) ed Elena Dorfman (Boston, 1965). Entrambe le artiste hanno documentato senza pregiudizi le interazioni tra uomini e donne e i loro compagni di vita inanimati, ma realistici. La Diamond ha seguito i progetti Forever Mothers e Nine Months of Reborning, in cui racconta la vita di una comunità di artiste chiamate Reborners, che realizzano bambole iperrealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità. Poi in I Promise to be a Good Mother Jamie è ritratta indossando gli abiti di sua madre e confrontandosi con Annabelle, una bambola reborn. Still Lovers è invece una serie di fotografie realizzate dalla Dorfman e incentrate su persone che condividono la propria quotidianità domestica con bambole a grandezza naturale. fondazioneprada.org FondazionePrada
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RAILWAY heART A cura di Enrico Procentese
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PHOTOSTORIES PEOPLE Innamorati a Roma Termini © Gloria Luce glorialuce
IN VIAGGIO Stazione Milano Centrale © Simone De Paulis lafreccia90
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LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente, priva di watermark e non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, Direzione Centrale Media, FS Italiane.
LUOGHI Stazione Reggio Emilia AV © Edoardo Cortesi eddiecortesi
AT WORK Lucrezia Macchinista Frecciarossa © Enrico Procentese enryhills
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RAILWAY heART
A TU PER TU di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE
ANDREA, MACCHINISTA DELLE FRECCE
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i definisce un ragazzo tranquillo alle porte dei 40 anni, quasi un timido. Ma guida con entusiasmo i super treni veloci, quelli lanciati a 300 km l’ora. Quando rallenta per entrare in stazione e scorge i bambini sul binario, li saluta con fari e fischio: «Mi ricordo quando mio nonno mi portava a vedere i treni». Come hai iniziato a fare questo lavoro? A 19 anni, è stato il mio primo e unico lavoro. Terminato il liceo scientifico, ho tentato vari concorsi e alla fine ho vinto quello per il Genio ferroviario, dove mi sono formato. Strada facendo, mi sono accorto che fare il macchinista mi piaceva davvero. Prima, non ci avevo mai pensato. Un macchinista di quali treni? Da tre anni guido i treni AV, i Freccia 1000 e gli ETR 500, per i quali ho conseguito le abilitazioni. È un lavoro di grande responsabilità, non si "conduce" solo il treno. Descrivilo nei dettagli... Prima di partire occorre controllare che il treno sia “preparato”, ovvero che tutte le apparecchiature e i sistemi di sicurezza funzionino: che gli estintori siano carichi, i freni funzionanti, i condizionatori efficienti, i mezzi di segnalamento, come le torce luminose, e le porte perfetti e che il cavo di rame di shuntaggio si trovi a bordo. E si verificano anche tutte le strumentazioni, le spie, gli avvisi acustici, i manometri per la pressione dell’aria. Quali caratteristiche occorrono per essere un buon macchinista? Attenzione massima, non basta mai. Occorre essere vigili e con gli occhi aperti per tutto il viaggio. E poi la puntualità e la precisione. Io lo sono di indole, anche nella vita privata, e qualche volta mia moglie me lo rinfaccia, chiamandola pesantezza (ride, ndr).
Naturalmente a monte c’è stato un lungo percorso di studio e formazione. Ma come si mette in moto un Frecciarossa 1000? Semplificando al massimo, si schiaccia un pulsante, il treno si accende e il pantografo si alza per attaccarsi alla linea elettrica da cui riceve l’energia motrice. Con una chiave pneumatica si effettuano i controlli dell’apparecchiatura elettrica. A quel punto, spingendo una leva, il treno si muove. Pensiamo al meccanismo di un’auto con il cambio automatico. E la velocità? Al massimo a 300 km all’ora, è il limite imposto dall’infrastruttura, anche se i treni potrebbero correre ancora più veloci. Poi durante la corsa l’andatura rallenta in base alla segnaletica in linea, come sulle strade quando si incontrano i semafori. Ci sono tantissimi segnali: rosso, rosso-giallo, verde, lampeggiante, la segnaletica della ferrovia è molto complessa. Il primo viaggio alla guida da solo? A 20 anni su un treno merci da Verona a Udine, ero tanto emozionato e avevo paura di non ricordarmi tutto. I primi viaggi ero tesissimo. Ora è normale, come salire in auto. 12
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E da viaggiatore? È il mezzo più sicuro e comodo, con la famiglia lo uso per i viaggi lunghi. A bordo leggo o guardo film, ma non mi rilasso mai. Anche in borghese sono sempre vigile, capisco i rallentamenti, l’andamento e avverto il capo treno che sono a disposizione, dovesse mai servire. Una deformazione professionale! Hai tempo libero? Sì, facciamo i turni, su 365 giorni l’anno, e non esistono Natale o festivi. Quando non lavoro mi piace correre, giocare a calcetto, ma soprattutto stare con mio figlio. Sa che lavoro fai? Sì, e a quattro anni ha già dichiarato di voler fare il macchinista anche lui! È stancante come vita, ma ne sarei contento e orgoglioso. La prima cosa che fai appena entri in cabina? Regolo il sedile. La colonna sonora del viaggio? I rumori della ferrovia: la ventilazione dei motori, il suono della ruota sui binari, lo schiocco dello scambio. In cabina è tutto rarefatto, è come stare in una bolla, isolati dal mondo.
SILVIA, DIETRO LA NOTIZIA
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omana, simpaticissima e sempre di corsa. Il Frecciarossa, soprattutto quello delle 9 di mattina, è un po’ la sua seconda casa. E (anche da) qui organizza la sua quotidianità. Chi è Silvia? Ho 49 anni e lavoro a Sky Tg24. Sono sposata, ho due bimbe e mi piace tantissimo l’allegria. Se ti dovessi dire qual è il mio hobby, direi che è stare con gli altri. Poi amo cucinare e scrivere pensieri liberi. In cosa consiste il tuo lavoro? Sono in segreteria di redazione. Mi occupo della gestione logistica di tutto ciò che riguarda un determinato servizio che deve andare in onda: dall’organizzazione della trasferta del giornalista all’accredito per l’evento da coprire, fino ai turni. Faccio parte di un team che lavora insieme alla produzione, siamo una rotellina di un meccanismo complesso, così che tutti i pezzettini vadano al loro posto. Che tipo di viaggiatrice sei? Sono più che “frequent”. Vivo a Roma, lavoro a Milano. Viaggio due volte a settimana: una per salire a Milano e una per tornare nella Capitale, dove c’è la mia famiglia. Ora, per esempio, sto andando in ufficio, inizia la mia settimana lavorativa. Non mi sposto sempre negli stessi giorni, avendo i turni: se lavoro nel weekend, mi capita di restare a Roma nei giorni di riposo. Prima della partenza: quando arrivi in stazione che fai? Un tempo fumavo, ma adesso ho smesso. Faccio un giro per i negozi e mi concedo il lusso di una colazione più comoda, perché quella a casa è sbrigativa. E durante il viaggio? Raramente mi intrattengo in chiacchiere. Se i miei vicini vogliono rimanere in silenzio, cerco di rispettare la loro volontà. Anche se nella vita leggo moltissimo, sul
treno preferisco pensare. Sono un viaggiatore pensatore o un pensatore viaggiante. Leggi La Freccia? Sì, mi piacciono molto gli appuntamenti e le mostre segnalate nelle varie città. Guardo, ovviamente, quelle di Roma e Milano. Se non sono in procinto di prendere ferie, difficilmente posso andare da altre parti. Qualche episodio curioso da raccontare? Adesso mi prenderete per matta. Stavo andando a fare una settimana bianca ed ero su un treno regionale. Sono saliti due energumeni, con una sacca lunga, facevano fatica a metterla nel porta valigie. Al lavoro, seguendo la cronaca, avevamo da poco seguito la drammatica storia di una donna fatta a pezzi e ritrovata appunto in una valigia. Nella mia testa mi ero fatta un film 13
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horror e stavo per chiamare la Polfer, visto che i due uomini erano spariti. Poi però sono tornati e ho capito che si trattava di attrezzatura da pesca (ride, ndr). C’è qualcosa da cambiare o migliorare sui treni? Il tempo di viaggio spesso è un tempo morto. Mi piacerebbe una carrozza con una mini spa, un parrucchiere e un servizio manicure. Per noi donne, che andiamo sempre di corsa, sarebbe utilissimo. Se per un giorno fossi AD delle Ferrovie? Mi occuperei della puntualità dei treni, so che la rete è molto affollata ma questo genera dei disservizi. Se io faccio tardi provoco un problema sul lavoro. E credo che questo tema sia ancora più importante sui regionali.
FS PER I GIOVANI di Alberto Mattiacci [Professore di Marketing presso Sapienza, Università di Roma]
IL FRECCIAROSSA SFIDA GLI UNIVERSITARI ITALIANI © FS italiane | PHOTO
PARTE AD ALTA VELOCITÀ LA 31ESIMA EDIZIONE DEL PREMIO MARKETING PROMOSSO DALLA SOCIETÀ ITALIANA MARKETING
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l Premio Marketing è una di quelle eccellenze nascoste delle quali è piena l’Italia: la più importante competizione europea fra studentesse e studenti universitari. Una gara a squadre, in cui a vincere è l’idea più brillante e il progetto meglio sviluppato. Una gara nella quale i partecipanti mettono in pratica ciò che studiano nelle aule universitarie. E, al termine della quale, ai migliori classificati si aprono prospettive lavorative di qualità. Il Premio nasce nel 1988 a opera di un ristretto numero di docenti universitari, pionieri negli studi e nell’insegnamento del marketing nel nostro Paese, grazie al sostegno della Philip Morris, azienda all’epoca molto impegnata in operazioni di sponsorizzazione culturale.
Nel 2006 la Società Italiana Marketing, associazione culturale senza fini di lucro che riunisce gli studiosi in materia, i manager e le imprese, prende le redini del progetto e lo sviluppa adottando la formula della partnership. Ogni anno un comitato tecnico-scientifico cerca un brand da coinvolgere, privilegiando il made in Italy e i casi di eccellenza, studiando i quali gli studenti possono migliorarsi e apprendere cose nuove. Non esiste progetto culturale universitario che, in tutta Europa, possa vantare i numeri del Premio: 31 anni, nei quali sono stati affrontati brand di tutti i comparti; una media di 35 sedi universitarie e ottomila studenti coinvolti ogni anno in speciali lezioni universitarie, per oltre 500 progetti in gara. La 31esima edizione ha il piacere di 14
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fare scoprire agli universitari italiani un mercato inedito, quello dell’Alta Velocità, e unico caso in Europa in cui vi sia una effettiva competizione fra brand. Frecciarossa è protagonista e lancia ai partecipanti una sfida avvincente: lavorare sull’identità di marca, per far emergere tutto il valore che sta dietro l’offerta e renderne partecipi i clienti; mettere questi ultimi al centro degli sforzi di innovazione e miglioramento dell’offerta, potenziando quello straordinario canale di connessione che è la CartaFRECCIA. I progetti verranno esaminati, discussi e valutati da una giuria composta da professori universitari e manager, sia di FS Italiane che di altre aziende partner. La domanda di partecipazione scade il 31 maggio. LF simktg.it | premiomarketing.it
Da sinistra Daniele Maselli, Co-founder Cesop Communication, Gianfranco Battisti, Amministratore delegato e Direttore generale di FS Italiane, e Giuseppe Caliccia, Direttore scientifico Employer Branding Cesop Communication
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IL GRUPPO FS ITALIANE SUL PODIO DEL BEST EMPLOYER OF CHOICE PER IL QUINTO ANNO CONSECUTIVO
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é Ferrari né Gucci, per i neolaureati del Belpaese il vero made in Italy è Ferrovie dello Stato Italiane. Per il quinto anno consecutivo il Gruppo FS si aggiudica il primo posto di Best Employer of Choice, la survey di Cesop HR Consulting Company su atteggiamenti, aspirazioni e percezioni dei giovani nel passaggio dall’università al mondo del lavoro. Non è quindi il luxury & fashion il settore più ambito e ad affascinare non sono la tuta fiammante di Kimi Räikkönen né i codici estetici di Alessandro Michele, ma piuttosto l’innovazione, la solidità e il know-how tecnologico di FS. «Il Gruppo è costantemente impegnato per offrire ai giovani opportunità professionali di inserimento in azienda», sottolinea Gianfranco Battisti, Amministratore delegato e Direttore generale di Ferrovie dello Stato Italiane. «Per continuare a crescere come realtà industriale, abbiamo bisogno di talenti capaci di generare valore e innovazione, fondamentali per il nostro business. Nel nuovo piano industriale
mettiamo le persone sempre più al centro dei nostri processi, puntando al merito, all’efficienza e all’eccellenza. Guidare la classifica Best Employer of Choice per il quinto anno consecutivo è, dunque, una responsabilità e un onore». La ricerca prende in esame un campione di 2.500 neolaureati, statisticamente rappresentativo della popolazione nazionale (per sesso, area geografica e tipologia di laurea), i quali hanno valutato un panel di 100 imprese tra nazionali e multinazionali. Sul podio, dopo FS, Google e Ferrero, rispettivamente al secondo e al terzo posto. Un consolidato traguardo a conferma dell’impegno del Gruppo rivolto a far emergere i giovani per raggiungere gli sfidanti obiettivi aziendali di Ferrovie dello Stato Italiane. Master, academy e percorsi di formazione avviati con università e scuole di eccellenza negli ultimi anni hanno ridotto le distanze con il mondo del lavoro e si sono dimostrati un utile strumento per orientare i ragazzi nello sviluppo di competenze strategiche e multidisciplinari. In più job meeting e career day, seminari e presentazioni aziendali a cura di una rete di ambassador FS ogni anno coinvolgono circa ottomila studenti in tutta Italia. «Come Ferrovie proponiamo percorsi diversificati di ascolto, orientamento e formazione attraverso la progettazione e realizzazione di una didattica mirata, in collaborazione con le principali istituzioni accademiche 15
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sul territorio», continua Gianfranco Battisti. «Un modo per ridurre le distanze tra università e imprese, promuovere la ricerca e stimolare i ragazzi a individuare nuove soluzioni tecnologiche utili allo sviluppo non solo di FS Italiane, ma anche nel mondo dei trasporti, dell’economia e del Paese». Infine, lo scorso dicembre #FSRecruitingday ha permesso di selezionare, per l’assunzione già da quest’anno, 20 laureati in Ingegneria (elettrica, elettronica, meccanica, delle telecomunicazioni, informatica e gestionale) e Disegno industriale. Sono previste in tutto oltre quattromila assunzioni a livello nazionale. LF C.M. fsitaliane.it
Classifica Best Employer of Choice 2019
AGENDA A cura di Luca Mattei
ellemme1 – l.mattei@fsitaliane.it
SAV E MARZO THE DATE 2019 CA PIOGG’ DINT’ ‘O COR’ NAPOLI//2>30 MARZO Una dichiarazione d’amore alla città di Napoli e ai suoi giovani. L’intenzione dell’artista pugliese Michael Rotondi è evidente già dalla scelta di usare il dialetto per il titolo della mostra (in italiano Con la pioggia nel cuore), che è una citazione della canzone Tu t’e scurdat ‘e me di Liberato, misterioso musicista di successo che non ha mai rivelato né identità né volto. La personale si sviluppa con tre allestimenti, in altrettante sedi, da considerare come installazione unica. Nello Spazio Nea si trovano lavori su carta e tessuti. Nel Complesso di San Domenico Maggiore è proiettato il video Botte, ambientato nel quartiere di Bagnoli. La biblioteca Brau, infine, ospita opere digitali e un’installazione risultante dall’assemblaggio di cartoline del centro campano. «Rotondi mescola con un approccio punk tradizione e innovazione», spiega la curatrice dell’esposizione Marina Guida, «spaziando dall’arte antica all’illustrazione. Il racconto di un microcosmo che parte dalla periferia partenopea diventa quello di una generazione, con i suoi sogni, le speranze e i turbamenti, nei quali il pubblico è chiamato a identificarsi mediante differenti modalità fruitive». spazionea.it Michael Rotondi, The Dreamers (2018), spazio.nea spazionea
LA VITA ARTISTICA AL TEMPO DI NAPOLEONE MILANO//12 MARZO>23 GIUGNO Palazzo Reale propone una retrospettiva dedicata a Jean-AugusteDominique Ingres, artista punto di riferimento, insieme a JacquesLouis David e Antonio Canova, dello stile Impero, sviluppatosi a inizio del 1800. Percepito come erede di Raffaello e allo stesso tempo precursore di Picasso, il percorso del pittore francese è inclassificabile. Tanto da sfuggire persino all’etichetta di rappresentante del neoclassicismo, corrente così denominata in epoca romantica per stigmatizzare un banale ritorno all’antico e che solo un secolo più tardi ritrova un senso positivo, per indicare il profondo cambiamento del gusto che caratterizzò il passaggio tra XVIII e XIX secolo. La mostra vuole restituire alla vita artistica di quel periodo la sua carica rivoluzionaria di novità. mostraingres.it | palazzorealemilano.it
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Napoleone sul trono imperiale (1806) © Paris - Musée de l’Armée, Dist. RMN-Grand Palais/Emilie Cambier
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Sconti per i clienti Trenitalia
MESE DELLA FOTOGRAFIA ROMA//1>31 MARZO Oltre 250 iniziative gratuite in 31 giorni, tra mostre, talk, seminari, laboratori didattici, workshop e incontri con autori, tutti incentrati sul tema della fotografia nelle diverse forme ed espressioni. E con le location suggestive e prestigiose che la città di Roma offre, dal centro alla periferia, a fare da sfondo. Il maxi-evento organizzato dall’associazione Faro riunisce le voci di chi vive ogni giorno l’arte dello scatto non solo nella Capitale, ma in tutta Italia. Tra le mostre si segnalano quelle di Claudio Palmisano sui fondali dell’isola di Linosa e allo Stadio di Domiziano, e di Martino Cusano, sulla disabilità, allo Spazio Tetenal. Da non perdere il reportage di Rosario Cassala sui manicomi calabresi all’Ospedale Santo Spirito e la collettiva di Franco Fontana e i suoi allievi, dal 2 al 17 a Palazzo Merulana. Questa sede ospita anche importanti talk, come quelli di Fontana stesso domenica 3 e di Enrico Vanzina il 17. mesefotografiaroma.com Franco Fontana, Eur Roma (1979) © Franco Fontana
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SURREALIST LEE MILLER BOLOGNA//14 MARZO>9 GIUGNO Palazzo Pallavicini dedica la prima personale italiana a Lee Miller, una delle fotografe più importanti del ’900. Gli oltre 100 scatti esposti rappresentano tutta la sua produzione, iniziata negli anni ’30 sotto l’influenza di Man Ray, con cui sviluppa la tecnica della solarizzazione, e della cerchia dei surrealisti, grazie all’amicizia, tra gli altri, con Ernst, Mirò e Picasso. Il grande salto arriva prima della Seconda guerra mondiale, quando si trasferisce a Londra per lavorare come corrispondente accreditata al seguito delle truppe americane e collaboratrice del fotografo David Edward Scherman per le riviste Life e Time. Le sue immagini testimoniano in modo vivido e mai didascalico la liberazione di Parigi, la chiusura dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald e la scoperta degli appartamenti di Hitler. palazzopallavicini.com | leemiller.co.uk Lee Miller, David Edward Scherman, dressed for war London England (1942) © Lee Miller Archives England 2018. All Rights Reserved www.leemiller.co.uk
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ARTE GRECA NEL BELPAESE ITALIA>FINO AL 28 GIUGNO Nonostante la crisi economica e sociale che ancora ne pregiudica lo sviluppo, la scena artistica della Grecia risulta vitale. Nel progetto Return Trip di Aterballetto spettacoli e conferenze fino a giugno fanno conoscere meglio la danza di questo Paese. A marzo due appuntamenti: il 10 alla Fondazione Feltrinelli di Milano e il 12 alla Fonderia di Reggio Emilia. Nella stessa giornata si inizia con Move for your right, talk del docente Donatello Aramini che esamina il ballo come pratica di affermazione o negazione dei diritti. Segue Opus, performance della compagnia Leon and the Wolf, con la coreografia di Christos Papadopoulos. Arte ellenica anche alla Fondazione Re Rebaudengo di Torino fino al 31 marzo con la mostra Futuro Primordiale - Logos. La scultrice Venia Dimitrakopoulou esplora il tema della parola con lavori ricoperti di testi. aterballetto.it | fsrr.org
Venia Dimitrakopoulou, Senza titolo (2014) fondsrr fondazionesandretto aterballetto 17
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AGENDA
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A cura di Luca Mattei
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1 Andrey Esionov, Neo-nomadi (2018) aadfi Esionov aesionov AEsionov
2 Enne Boi, Painting as object (2016) JCE.jeunecreationeuropenne BiennaleJCE
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All’accademia Aadfi di Firenze fino al 28 aprile Neo-nomadi e autoctoni, personale di Andrey Esionov, maestro della figurativa russa che narra mutamenti e contraddizioni di un’umanità in costante movimento. [1] aadfi.it | esionov.it
A Como l’unica tappa italiana della biennale d’arte contemporanea Giovane creazione europea. Fino al 31 alla Pinacoteca civica e a San Pietro in Atrio 56 opere di altrettanti artisti provenienti da sette Paesi diversi. [2] jceforum.eu
Dal 1° al 10 Vie Festival, rassegna di teatro contemporaneo in scena a Modena, Bologna, Carpi, Vignola, Castelfranco Emilia e Cesena pone l’attenzione sulla nuova drammaturgia italiana e mondiale. viefestival.com
Dal 7 marzo al 19 maggio alla Gamec di Bergamo Io sono, retrospettiva di Birgit Jürgenssen, artista dell’avanguardia femminista che riflette con humor sovversivo su relazioni, sessualità, identità, bellezza. gamec.it
Apre l’8 marzo, fino al 16, la mostra Hermès. Dietro le quinte. All’Ara Pacis di Roma dieci artigiani della maison incontrano il pubblico per mostrare e condividere il know-how dei loro mestieri. hermes.com
Alla RizzutoGallery di Palermo fino al 16 Forme uniche nella continuità dello spazio, collettiva sulla pittura figurativa contemporanea che deve il titolo a una celebre scultura futurista di Umberto Boccioni. rizzutogallery.com
Il Complesso Vincenziano di Napoli ospita fino al 30 giugno Il genio del bene, mostra interattiva su Leonardo da Vinci con riproduzioni delle sue macchine che possono essere toccate e persino provate. tappetovolante.org
L’artista bambino, dal 17 marzo al 2 giugno alla Fondazione Ragghianti di Lucca, recupera freschezza e libertà del disegno infantile, esigenza sentita e rappresentata da molti autori di inizio ’900, da Giacomo Balla a Carlo Carrà. fondazioneragghianti.it
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4 Robert Capa, I civili accolgono le truppe americane. Monreale, Sicilia (luglio 1943) © Robert Capa © International Center of Photography/Magnum Photos
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5 L’immagine per la locandina di Detour realizzata dall’illustratore Marco Ferracina detourfilmfestival detourfestival
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Last days a Castel dell’Ovo di Napoli per I De Filippo. Il mestiere in scena, mostra sulla famiglia che tanto ha dato al teatro italiano. In esposizione costumi, locandine, manoscritti, foto e video inediti. [3] comune.napoli.it
Robert Capa, il più grande fotoreporter del XX secolo, in mostra ad Ancona fino al 2 giugno. Alla Mole Antonelliana più di 100 immagini in bianco e nero documentano i maggiori conflitti scoppiati nel ’900. [4] lamoleancona.it
Dal 18 al 24 a Cortina d’Ampezzo (BL) Cortinametraggio, festival della cinematografia breve. Novità della XIV edizione il progetto Proiezione futuro, per vivere i paesaggi della città con riprese aeree e a 360 gradi. cortinametraggio.it
C’è da pedalare nel fine settimana a Bergamo con BikeUp, il primo festival europeo tutto dedicato alle bici elettriche, il cui utilizzo sembra inarrestabile, con numeri in costante crescita su scala internazionale. bikeup.eu
Con Fuori percorso il Museo archeologico Pietro Griffo di Agrigento offre fino al 24 un’esposizione alternativa scegliendo fra i più significativi reperti, soprattutto aurei, dei suoi depositi. fondazionecrj.it
Al museo Marca di Catanzaro fino al 15 aprile Forme nel tempo, retrospettiva dedicata a Cesare Berlingieri, uno degli artisti calabresi più apprezzati e noti del panorama delle arti visive italiane e internazionali. museomarca.info
All’Auditorium S. Margherita a capo di Venezia dal 20 al 23 il Ca’ Foscari Short Film Festival, concorso internazionale con 30 titoli in gara, di cui molti sul tema migrazioni, masterclass e incontri con gli autori. cafoscarishort.unive.it
Con il progetto Infinito Leopardi Recanati (MC) fonde poesia e arte per celebrare i 200 anni della stesura di uno dei più noti componimenti della letteratura. Mostre, show e conferenze fino al 19 maggio. infinitorecanati.it
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Indagare il tema dell’esplorazione in tutte le sue sfaccettature, attraverso proiezioni, incontri e libri. Dal 22 al 31 marzo, a Padova e Abano Terme, Detour è il primo festival dedicato al cinema di viaggio. Tre le sezioni principali: Concorso internazionale, con otto film in gara mai usciti nel Belpaese; Viaggio in Italia, competizione tra sei pellicole dell’ultima stagione, opere prime o seconde di giovani autori nostrani; Agenda 2030, con opere legate al tema della sostenibilità ambientale lanciato dall’Onu in un programma d’azione per le persone e il pianeta. [5] detourfilmfestival.com
PREVIEW APRILE Per celebrare i 50 anni, l’Associazione Italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma (Ail) organizza il 9 aprile un charity gala allo Spazio Novecento di Roma. Ospite d’eccezione Tommaso Paradiso. I fondi ricavati sosterranno i servizi di assistenza domiciliare Ail in tutta Italia, rivolti a pazienti affetti da neoplasie ematologiche. L’evento è dedicato al professor Franco Mandelli, ematologo scomparso nel 2018 che ha dedicato tutta la vita alla cura dei tumori del sangue e alla solidarietà. ail.it
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© Cosimo Buccolieri
di Gaspare Baglio
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LA FORTUNA DI
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n quattro anni mi sono circondata di autori molto giovani e in gamba come Giovanni Caccamo, Giuseppe Anastasi, Federica Camba e Lorenzo Vizzini, che ha scritto Le nostre anime di notte, il pezzo presentato al Festival di Sanremo. C’è stata poi una ricerca di suoni con Placido Salomoni, che ha seguito gli arrangiamenti. Mi sono dedicata completamente a un progetto mio, senza farmi consigliare da nessuno, me ne prendo tutte le responsabilità». Con queste parole Anna Tatangelo presenta La fortuna sia con me, l’album con il quale cerca di intraprendere nuove strade e linguaggi. Un lavoro
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con bei pezzi pop, da non liquidare dopo il primo ascolto. I brani mantengono un certo legame con il passato: «Non rinnego quello che ho fatto, Ragazza di periferia è la mia carta d’identità. Ho voluto rispettare quella che sono, anche se vestita in maniera diversa». Infatti, il remake di Ragazza di periferia con la rivelazione Achille Lauro è una delle chicche dell’album: «Qui la melodia acquista sonorità più internazionali, la collaborazione con Achille è nata sui social, ho canticchiato una sua canzone e mi ha chiesto di fare un remix. Sia lui che Boss Doms (il suo produttore e chitarrista, ndr) hanno rispettato il pezzo. È stato bello, in fondo siamo
entrambi "ragazzi" di periferia». Una Tatangelo più matura, perché «la maschera è caduta, ora cerco di farmi scivolare le cose addosso, ma prima bisogna sempre passare per la sofferenza». Il 2 aprile, a Roma, la prima tappa di sei eventi speciali che toccheranno Napoli, Conversano (BA), Milano, Torino e Roncade (TV). Seguiranno il tour nei club e i live estivi. «Sono tre step, da febbraio in poi. Ci saranno tante sorprese, ospiti e una rivisitazione completa di ogni canzone, da Doppiamente fragili a Essere una donna fino a Bastardo». LF
PUNK TOUR
© Matteo Casilli
«Sarà un tour importante e pazzesco, per lo meno per me. Ho in mente di fare concerti intimi e dirompenti. Di energia ne esce fuori tanta nei miei live». Parola di Gazzelle, cantautore romano che ha sbancato con Punk, suo nuovo lavoro discografico. La tournée sta segnando un sold out dopo l’altro. Il 6 marzo si parte dai club, ma prima due super eventi, il 1° marzo a Milano e il 3 a Roma. Due metropoli care all’artista: «Di Milano mi piace l’ordine e il dinamismo, a Roma si respira invece l’eternità, è una città incredibile. E poi è casa mia, ho i miei affetti, le persone alle quali voglio bene». Gazzelle ama anche «viaggiare in treno: accorcio le distanze, è più veloce e romantico. C’è qualcosa di bello nel treno, che non so cos’è, ma mi piace. È uno di quei luoghi dove non mi viene mai paura di morire».
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WHAT'S UP
DUECENTO ANNI. SIGARO TOSCANO Oliviero Toscani Skira, pp. 208 ¤ 59 Nessun incentivo a iniziare o a continuare a fumare. Non si può, tuttavia, disconoscere che il sigaro Toscano è un’icona del made in Italy e rappresenta un vezzo e un vizio che, da due secoli, associa gente comune e personaggi più o meno famosi. Lo facciamo, anche se ripetere che nuoce gravemente alla salute non riuscirà a distogliere dai loro riti pagani i tanti estimatori che hanno provato quella decisa e ruvida carezza alla lingua degustando il sapore di un Toscano. Sigaro nato per caso, da una partita di tabacco Kentucky bagnata da un acquazzone e poi fermentata, che si credette andata a male. Tanto a male che nel 1818, a Firenze, se ne iniziò una produzione industriale ancora florida “dugento” anni dopo. M.M.
IL LABIRINTO ROSSO Barbara Sarri Supertascabili Harmony ¤ 5,90 L’investigatrice Isabel Blanco, su un treno diretto a Milano, si trova coinvolta in una nuova sfida che vede, al centro, la violenza di genere, ma anche il mondo dell’occulto. Un noir tutto da leggere che intreccia vicende di dolore con coraggio e amore. E tenta di contrastare la terribile piaga della violenza sulle donne tramite il confronto, la condivisione, il rispetto. Un intrigante e avvincente romanzo da leggere.
SCHOOL OF ROCK Il 5 marzo, al Teatro Sistina di Roma, debutta School of Rock, il musical di Andrew Lloyd Webber tratto dal film di Richard Linklater, con protagonista Jack Black, che arriva direttamente da Broadway e dal West End. Nei panni dell’irriverente chitarrista Dewey Finn c’è il bravissimo Lillo. Ad accompagnarlo in questa divertente commedia un cast di 25 performer e tre band dal vivo, con 13 protagonisti under 14, selezionati tra i 90 allievi dell’Accademia Sistina. Rock'n'roll! ilsistina.it 22
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DUMBO Regia: Tim Burton L’ex circense Holt Farrier, dopo la Grande guerra, trova lavoro nel circo di Max Medici: occuperà di Dumbo, un elefantino con orecchie sproporzionate, lo zimbello di tutti. Quando i figli di Holt scoprono che il piccolo pachiderma sa volare, l’imprenditore V.A. Vandevere (Michael Keaton) e l’artista aerea Colette Marchant (Eva Green) fanno di tutto per trasformarlo in una star. On screen dal 28 marzo.
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CAPTAIN MARVEL Regia: Anna Boden, Ryan Fleck Anni ’90. Il film catapulta il pubblico in un periodo storico mai visto prima nel Marvel Cinematic Universe. E segue le vicende che portano Carol Danvers a diventare l'eroina più potente della galassia. Quando una guerra tra due razze aliene raggiunge la Terra, la ragazza viene coinvolta nel conflitto insieme a un piccolo gruppo di alleati. Dal 6 marzo.
MECSPE 2019. VIENI A TROVARE L’IDEA CHE TI MANCA! COME AND FIND THE IDEA THAT FAILS YOU! INGRESSO GRATUITO PREVIA REGISTRAZIONE SU FREE ENTRANCE AFTER REGISTERING ON www.mecspe.com/av
Fiere di Parma, 28/30 MARZO/MARCH 2019 Parma Fairground
diciottesimaedizione/18thedition
I NUMERI DEL 2019/THE NUMBERS OF 2019
53.442 2.260 12 110.000
VISITATORI CERTIFICATI * QUALITY VISITORS *
ESPOSITORI * EXHIBITOR *
SALONI TEMATICI THEMATIC SHOWS
SPAZIO ESPOSITIVO EXHIBITING SPACE
M2
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CUORE MOSTRA, FABBRICA DIGITALE IL TUNNEL DELL'INNOVAZIONE FOCUS ON DIGITAL FACTORY
I SALONI DELLA FIERA MECSPE/MECSPE’S TRADE TOPICS SUBFORNITURA MECCANICA | EUROSTAMPI - MACCHINE E SUBFORNITURA PLASTICA, GOMMA E COMPOSITI | SUBFORNITURA ELETTRONICA | MACCHINE E UTENSILI | TRATTAMENTI E FINITURE | FABBRICA DIGITALE | MOTEK ITALY | CONTROL ITALY | POWER DRIVE | LOGISTICA | ADDITIVE MANUFACTURING | MATERIALI NON FERROSI E LEGHE * Dato edizione 2018/Info 2018 edition Progetto e direzione/Project and management
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FONDAZIONE FS di Cecilia Morrico
morricocecili
Photo Archivio Fondazione FS Italiane
UN PASSATO CARICO DI FUTURO Macchinista e aiuto macchinista (1970)
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el corso della prima metà del ’900, la rete ferroviaria italiana ha disegnato lo spazio e i confini del nostro Paese, favorendo la mobilità e aumentandone la conoscenza». Così inizia la prima pubblicazione della Fondazione FS Italiane in collaborazione con Rcs, Di uomini e ferro. A parlare del volume Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione, un racconto identitario
che illustra la storia dello Stivale. Dopo la miniserie L’Italia del treno su History Channel, adesso la Fondazione FS è in libreria con Di uomini e ferro. Ci racconta il progetto? Nasce dall’idea di rappresentare una precisa epoca del trasporto ferroviario italiano, che ha coinciso anche con alcune delle più importanti trasformazioni della nostra società. 24
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Mi riferisco a quel periodo che va dagli anni ’30 ai ’60-’70 del secolo scorso, quando la mobilità è cambiata e il lavoro organizzato di tipo industriale si è diffuso influenzando anche la cultura e le abitudini di vita delle persone. Le Ferrovie dello Stato furono, con la loro organizzazione, con i loro mestieri, con i loro mezzi e le loro grandi opere, lo specchio di un Paese che si modernizzava e nel quale si sviluppava
una cultura del lavoro e dell’impegno quotidiano. Ma anche un Paese che scopriva la velocità, il comfort, la bellezza del treno come mezzo di trasporto collettivo. Una Nazione che dal secondo dopoguerra viaggiava rapidamente verso il boom economico, costruendo un nuovo modello di sviluppo basato sulla dedizione al lavoro, la voglia di migliorare la propria esistenza e una grande cultura industriale, della quale le Ferrovie furono uno dei prodotti più alti. Tantissimi i volti ritratti, di passeggeri e ferrovieri. Tra le pagine, dunque, l’evoluzione di questa figura professionale? Questo mestiere è un unicum nel panorama del lavoro industriale nato con le prime organizzazioni di fabbrica all’inizio dell’800. Ma i ferrovieri sono un caso a parte: l’ambiente si rivela lontanissimo dalla routine del lavoro di fabbrica. Al ferroviere è chiesto qualcosa di più: senso del dovere, dedizione personale ma anche orgoglio per il servizio prestato e attenzione estrema alla sicurezza dei viaggiatori. Un mix di spirito di corpo, senso di appartenenza e possesso di capacità professionali originali. Quasi da subito il ferroviere indossa una divisa che agli occhi del passeggero rappresenta la forza e l’affidabilità dell’organizzazione ferroviaria. Ancora oggi è così, anche se il lavoro è stato investito da profondi cambiamenti derivati dalle rivoluzioni tecnologiche dell’ultimo secolo. La divisa, il senso di appartenenza e
Rizzoli illustrati, pp. 256 ¤ 65
Luigi Cantamessa, direttore Fondazione FS Italiane
l’orgoglio professionale sono sempre lì a cementare l’impegno delle giovani generazioni che entrano nel Gruppo FS. Chi è il ferroviere nell’immaginario collettivo? È sicuramente legato a quanto è stato trasmesso dalla letteratura, dalla fotografia e dal cinema. È difficile immaginare una partenza, una sosta, un addio o un incontro senza ricorrere all’ambiente ferroviario, a una stazione, a un ferroviere che alza la paletta, fischia alla partenza e ci guarda severo ma rassicurante mentre controlla i biglietti. Senza parlare poi della figura del macchinista, il “muso nero”, che olia la macchina, spala il carbone e sembra un tutt’uno con la forza del vapore della locomotiva. L’immagine del ferroviere è indissolubilmente legata con l’idea del viaggio, ma di un viaggio che percorriamo sempre con lo sguardo in avanti, verso il domani. Il volume è la rievocazione di un passato che guarda al futuro. Per usare un ossimoro, direi che le immagini del libro sono immagini di un passato carico di futuro. Quei treni, quelle tecnologie, quei mestieri che oggi appaiono datati, nell’istante rappresentato dalla fotografia erano quanto di più avanzato offrisse la tecnica e la produzione industriale. L’ambiente ferroviario è il campo dell’innovazione, sin dall’inizio. Nel 1938 un elettrotreno FS ruppe il muro dei 200 km/h: era passato solo un secolo da quando le prime locomotive 25
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sbuffavano alla velocità astronomica di 30-40 km/h. Oggi i nostri bolidi rossi sfrecciano quasi a 400 km/h e la frontiera del futuro sposta l’assicella della velocità verso livelli inimmaginabili. Insomma è un viaggio iniziato 180 anni fa e che ancora continua. È stato riaperto l’immenso archivio di oltre mezzo milione di fotografie recuperate negli ultimi cinque anni. Come è avvenuta la selezione delle immagini? Conserviamo un patrimonio di immagini e filmati straordinario. Lastre in vetro, album fotografici dell’800, negativi, diapositive, filmati, video che testimoniano lo sviluppo di una vicenda tecnica e aziendale lunga oltre un secolo. Abbiamo puntato sugli uomini, colti mentre lavorano, viaggiano o sostano in stazione: istantanee di un popolo laborioso, che affronta la vita quotidiana con ottimismo. Che sia un viaggiatore ripreso mentre transita nella grande galleria della stazione Termini o un ferroviere che completa una manovra impegnativa, magari sotto la neve o la pioggia. Ma la ferrovia è fatta oltre che di persone anche di tecnica, di materia, di meccanismi che debbono funzionare. Da qui il titolo, Di uomini e ferro. Oltre alla storia, il turismo. Quando la Fondazione FS ha iniziato la sua attività, nel 2013, erano circa seimila i viaggiatori sui treni storici, oggi invece se ne contano 100mila. Su cosa avete puntato?
FONDAZIONE FS
culturale che arricchisce, che richiama grandi, piccini, famiglie, singoli. A ciò si aggiunge l’intramontabile fascino dei nostri rotabili storici: vecchie vaporiere ottocentesche, littorine degli anni ’30, carrozze Centoporte con gli arredi originari. Da quando abbiamo avviato il progetto Binari senza tempo il successo di pubblico è stato esponenziale. E oggi ci presentiamo con un’offerta di treni che copre ogni mese dell’anno, dall’estremo Nord alla Sicilia. Circa 200 rotabili storici operativi, dislocati su tutto il territorio nazionale, il più vasto patrimonio d’Europa e uno di quelli conservati con i migliori criteri. Chi sale sui convogli storici? Sia turisti alla ricerca di tranquillità e riscoperta del territorio sia famiglie per la classica gita fuori porta. Negli ultimi anni abbiamo calamitato
l’attenzione dei grandi tour operator esteri che hanno richiesto numerosi servizi charter sulle pregevoli linee turistiche inserite nel progetto Binari senza tempo. Naturalmente un valore è il viaggiare slow e green… Certo. Il viaggio su un treno storico consente di godersi gli scorci più belli della provincia italiana da un finestrino di un convoglio d’epoca che si inerpica lentamente su colline e vallate attraversate da maestosi viadotti in pietra, ripide rampe e tortuose gallerie. Dalle antiche stazioni, riqualificate e messe a disposizione delle associazioni locali, si accede a meravigliosi borghi dove il tempo sembra essersi fermato. E all’arrivo del treno storico i passeggeri vengono accolti da musicisti in costume e avvolti dal calore delle comunità
© N. Malcangio - Archivio Fondazione FS Italiane
Soprattutto sull’unicità e la bellezza, a volte sconosciuta, della provincia italiana attraversata da tante linee ferroviarie a torto definite secondarie. Tratte che rappresentano veri e propri capolavori di ingegneria, che si inoltrano in luoghi incantati, che ci trasportano in viaggi attraverso la storia della nostra cultura, delle nostre tradizioni. Sta crescendo sempre più il desiderio di spostarsi in maniera consapevole, lenta, con la voglia di riscoprire una dimensione più umana e partecipata del turismo. Cogliere un paesaggio mai visto, apprezzare l’atmosfera irripetibile che si vive in una piccola stazioncina di montagna, attraversare le gole scoscese di un fiume su ponti ferroviari ottocenteschi. Insomma il viaggio sui nostri treni storici torna a essere un’esperienza sensoriale e
Ferrovia Transiberiana d’Italia, treno storico in transito sul viadotto di Cansano 26
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Treno a vapore sul ponte di ferro sul Po, nei pressi di Casalmaggiore (CR, 1948)
che allestiscono degustazioni di prodotti tipici ed escursioni guidate. Si recuperano tradizioni e sapori di un’Italia che, per molti, vive ormai solo nei ricordi dell’infanzia. Una riscoperta che ha consentito a tanti paesi dell’entroterra di essere meno isolati e riavviare aspetti nascosti della propria economia locale. A volte luoghi poco conosciuti, a volte ai piedi di celebri siti Unesco, come la Valle dei Templi di Agrigento e la Reggia di Caserta. E ancora, le meravigliose Crete senesi, le verdi vallate dell’Irpinia, i parchi archeologici di Pompei e Paestum, lo spettacolare Lago d’Iseo. Oltre 600 chilometri di binari che si insinuano dolcemente in ogni angolo remoto dello Stivale. Nel 2018 l’itinerario più gettonato è stato Sulmona-Carpinone, tra le vette d’Abruzzo e il Molise: la ormai richiestissima Transiberiana d’Italia. Sono stati oltre 21mila i passeggeri che hanno viaggiato a bordo dei treni storici su questa linea. L’ultima riaperta all’esercizio turistico, in ordine di tempo, è stata la Ferrovia del Monferrato, tra Asti, Castagnole delle Lanze e Nizza Monferrato, di straordinaria bellezza, tra i paesaggi vitivinicoli del Piemonte inseriti nella lista Patrimonio Unesco.
Volendo suggerire un viaggio per Pasqua e i ponti di aprile e maggio? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Sento di consigliare l’Archeotreno Campania, la cui offerta commerciale quest’anno è stata rimodulata al fine di consentire al viaggiatore di scegliere ogni domenica un itinerario turistico diverso. Sarà così possibile optare per le aree archeologiche di Ercolano, Pompei e Paestum, visitare la bella Salerno e addirittura arrivare a Sapri e Ascea. Anche il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa ha chiuso il 2018 in bellezza: oltre 170mila visitatori, il 50% in più rispetto al 2017. Quali le sorprese per il 2019? Oggi è uno dei maggiori spazi espositivi in Italia e polo di cultura ferroviaria tra i più importanti d’Europa. L’obiettivo per il futuro è quello di consolidare questo successo, proseguendo l’opera di valorizzazione del patrimonio custodito a Pietrarsa e migliorando ulteriormente la fruizione da parte dei visitatori. fondazionefs.it luigifrancescocantamessa 27
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SAVE THE DATE TRENI STORICI Marzo 8 Benevento-Avellino-Lioni 9 Sulmona-Roccaraso 10 Sulmona-Roccaraso Milano C.le-Belgioioso Napoli C.le-Caserta Palermo C.le-Agrigento C.le Agrigento C.le-Porto Empedocle Succ.le 17 Sulmona-Castel di Sangro Napoli C.le-Pietrarsa S.G.C.-Torre Annunziata C.le Napoli C.le-Pietrelcina Milano C.le-Novara FS-Varallo Sesia 19 Benevento-Avellino-TaurasiPaternopoli 21 Milano C.le-Novara FS-Varallo Sesia 23 Milano C.le-Paratico-Sarnico 24 Sulmona-Castel di Sangro Siena-Buonconvento-S.Giovanni A.Asciano-Siena Napoli C.le-Pompei-PaestumAscea-Sapri 31 Sulmona-Isernia Brescia-Pisogne-Iseo Napoli C.le-S.M. Capua Vetere-Capua Aprile 05 Agrigento C.le-Porto Empedocle Succ.le 07 Sulmona-Castel di Sangro Milano C.le-Como S.G.-Lecco Napoli C.le-Pietrarsa S.G.C. -Torre Annunziata C.le Napoli C.le-Bosco Redole
INCONTRO gasparebaglio
© Carolina Amoretti
di Gaspare Baglio
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VIAGGIO DEL CAMBIAMENTO IL
MARCO MENGONI SCALDA I MOTORI PER IL SUO ATLANTICO TOUR E RACCONTA ALLA FRECCIA L’EVOLUZIONE ARTISTICA CHE HA SEGNATO IL NUOVO PROGETTO DISCOGRAFICO
È
una fredda giornata di sole sui Navigli di Milano. L'appuntamento è in uno studio dove, in sottofondo, si ascolta Atlantico, il nuovo disco di Marco Mengoni. La crew dell’artista è come una famiglia e, quando arriva Marco, lo accolgono con abbracci e qualche domanda sul suo stato di salute: la promozione in Spagna gli ha regalato tante soddisfazioni, ma anche un fastidioso raffreddore. La cosa più bella di Mengoni è il suo essere una persona normale, senza grilli per la testa. Un ragazzo come tanti che, grazie al talento, è diventato una star di prima grandezza. Fatto, questo, che sembra non pesargli più di tanto. Lui vuole solo cantare. Se, poi, la sua musica l’ha portato alla popolarità è una questione che (quasi) non lo sfiora. Ci sediamo e iniziamo la chiacchierata. E di cose da dire ce ne sono parecchie.
La dimensione del viaggio è stata molto importante per questo album. Parte tutto dal viaggio. Non avevo nessun tipo di creatività. Alle fine del tour precedente non avevo più niente da dire. Ero emotivamente bloccato. Avevo bisogno di partire. Quali sono stati i luoghi che, nel tuo peregrinare, ti hanno colpito di più? Cuba, un’isola caraibica piccola rispetto al mondo, ma che ha una storia incredibile. Ho fatto un itinerario un po’ wild, di grandissima ispirazione. Quando sono tornato ho iniziato a capire. Lì, i ragazzi, hanno una gran voglia di guardare, imparare e confondersi con il resto del mondo. È utile anche per comprendere che, magari, anche se il 50% del pianeta è sbagliato, l’altro 50% si deve scoprire e conoscere. Loro non hanno avuto la possibilità di decidere. 29
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Da queste osservazioni che lavoro è uscito fuori? Di libertà e apertura. Per il lancio di Atlantico hai sfornato due singoli usciti contemporaneamente. Il primo è Voglio. lo avrei lanciato tre singoli, perché è un lavoro talmente tanto vario che, un solo estratto, non sarebbe riuscito a contenere tutte le diramazioni dell’album. Ma ho scelto Voglio perché è un pezzo energico, di ribellione, imperativo. E un po’ pazzo. E Buona vita, invece? Come in Voglio ci sono parole ripetute tante volte, una specie di mantra. Le ribadisco così spesso per far perdere il significato che hanno. Il senso di Buona vita lo inserisco nella mia quotidianità: da due anni e mezzo auguro cose belle a chiunque. Non solo alle persone che mi vogliono bene. Come mai?
INCONTRO
politici molto forti, esiliati dalla loro terra (come Lev Trockij, ndr). Non ha mai nascosto il suo essere provocatrice e bisessuale. Una donna-uomo, tenace. Tra l’altro, in questo pezzo c’è anche un cammeo di Celentano. Come l’hai convinto? È un onore, per me avere un grandissimo artista come Adriano nel disco. Ha ascoltato tre canzoni dell’album e ha voluto assolutamente fare qualcosa. Non ci potevo credere. Ovviamente era perfetto con la sua voce presente e riconoscibile. Arriviamo alla cantora di fado Amália Rodrigues, protagonista di Amalia. Forse è meno conosciuta di Frida, ma nel suo campo ha fatto tantissimo: è stata innovativa, con una forza fuori dal normale. E di Muhammad Alì che mi dici? Fa gioco a parte: era un boxeur
eccellente e, fuori dal ring, un comunicatore pazzesco: è stato il primo a utilizzare un linguaggio rap, il primo a condividere la sua vita, come si fa oggi sui social. Si faceva ritrarre mentre tagliava i capelli o mangiava, era un modo per farsi vedere più vicino alle persone. Poi è un uomo che è andato contro la sua passione per degli ideali, pagando con l’allontanamento dalla boxe per tre anni. Però ha continuato a lottare. Diceva ai giovani che non era giusta la guerra in Vietnam, per non parlare delle battaglie che ha fatto per la sua gente. Era un personaggio scomodo. Nei brani Mille lire e La ragione del mondo parli di cambiamento. In cosa sei cambiato? Quella che si è fatta più nitida è la mia visione del mondo e della vita. Non parlo di vero e © Lorenzo Giannotti Photography/Brainstorm Agency
Merito della crescita e della vita che ti mette davanti alla sua importanza. Nel disco ci sono tre canzoni che rappresentano un omaggio ad altrettante personalità del calibro di Frida Kahlo, Muhammad Alì e Amália Rodrigues. Sono tributi a personaggi che hanno avuto un crattere molto forte, verso i quali nutro un’invida positiva. Partiamo da Frida, che ritroviamo in La casa azul. Mi sono avvicinato a Frida Kahlo perché, avendo fatto l’istituto d’arte, ho approfondito la sua vita e le sue opere. Una donna fortissima, con tragedie che ne hanno segnato l’esistenza e il suo amore assurdo per Diego Rivera. L’ho voluta raccontare perché, nel periodo storico nel quale è vissuta, è stata una rivoluzionaria: pittrice, artista di sinistra, vicina a personaggi
Marco Mengoni durante il live del 28 novembre 2018 alla stazione di Milano Centrale per presentare il disco Atlantico
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proprio cambiamento, perché è un percorso complesso. Un conto è capire determinate cose, un altro è metterle in pratica. Ora sono in mutazione. Vedo dove voglio arrivare, ma non ci sono ancora arrivato. Possiamo dire che anche Rivoluzione ed Everest fanno eco a questa evoluzione che sfocia nell’accettare le difficoltà della vita? Sì, anche se La ragione del mondo, di cui ti parlavo prima, la toglierei da tutto questo perché racconto di rivelazioni, della fuoriuscita da un abisso. Lì mi sentivo vivo e ho vissuto veramente quelle cose: parole molto semplici che mi hanno portato a dire basta e a iniziare un percorso nuovo. In I giorni di domani racconti dell’influenza delle persone che ci sono state vicine. In che senso? È una riflessione sul fatto che credo nell’energia, sono convinto che i nostri atomi e molecole non siano legati solamente da qualcosa di chimico. Quando due energie si scontrano, si lasciano sempre qualcosa. Qualcuna in particolare? L’energia che mi ha lasciato mio nonno. È il mio porto sicuro quando gratto veramente il fondo. Perché caratterialmente, per me, non esiste il grigio ma solo il bianco o il nero. Arriviamo al tour che parte l’8 aprile da Berlino, per poi inaugurare le session italiche il 27 da Torino. Tasto dolente. Avevo disegnato un palco due anni e mezzo fa, prima di fare il disco. Sono convinto che, quel palco, abbia condizionato l’album. Ma poi ho cambiato idea e rifatto tutto. Prima di salutarci ho una curiosità: perché hai scelto la stazione di Milano Centrale come tappa finale del lancio di Atlantico? La stazione è un luogo magico.
Molte volte mi incanto a osservare le persone e rischio di perdere il treno. Perché tutto dipende da dove si guarda. Cioè? Appena si arriva, si dà un’occhiata a chi sta partendo, a chi rimane e a chi ha un'espressione triste o felice. Quando sali sul treno, poi, lo sgurado è rivolto alle facce che aspettano di sotto. È affascinante scrutare i volti. Ho visto anche scene forti, che potrebbero ispirarmi persino un libro. E poi in treno penso. Appena è uscito il Frecciarossa l’ho subito preferito all’aereo! marcomengoni.it mengonimarco marcomengoniofficial mengonimarcoofficial 31
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SAVE THE DATE ATLANTICO TOUR APRILE 8 | Berlino 10 | Zurigo 12 | Monaco 14 | Parigi 17 | Madrid 27 e 28 | Torino MAGGIO 1, 2, 4 e 5 | Milano 8, 10 e 11 | Roma 13 e 14 | Bari 16 | Caserta 18 | Eboli 21 e 22 | Firenze 24, 25 e 26 | Verona 29 | Rimini 30 | Bologna
TRAVEL di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it
WELCOMING SPRING WEEKEND TRA I TESORI DEL FONDO AMBIENTE ITALIANO, APERTI ECCEZIONALMENTE IL 23 E 24 MARZO
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23 e domenica 24 marzo. Luoghi solitamente mai accessibili o poco conosciuti conservano storie che meritano di essere scoperte. Dimore nobiliari, castelli, campanili, aree archeologiche, navi, musei e borghi particolari. Questa impresa del FAI richiama e riunisce ogni anno migliaia di persone nel segno dell’amore per
il patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico del Belpaese, oltre a rappresentare un’occasione importante di raccolta fondi a sostegno delle attività del Fondo Ambiente Italiano. A Roma si aprono le porte di Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale dal 1955, e di Palazzo
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© Comune di Badolato
ui tutto mi sembra un idillio, l’uomo si sente come nella capitale del mondo», scriveva Richard Wagner nel 1880 soggiornando a Villa Doria d’Angri, sulla collina di Posillipo a Napoli. Questo è soltanto uno degli oltre 1.100 luoghi aperti in 430 città italiane per le Giornate FAI di Primavera, sabato
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© neuartelena/AdobeStock
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A WEEKEND OUT ENJOYING THE TREASURES OF THE FONDO AMBIENTE ITALIANO (FAI), WITH A SPECIAL OPENING 23 AND 24 MARCH
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verything seems like an idyll, a man feels as if he were in the capital of the world,” wrote Richard Wagner in 1880 while holidaying at the Villa Doria d’Angri, on the Posillipo hill in Naples. This is just one of the over 1,100 places that are open, in 430 Italian cities and towns, for the FAI's spring days, on Saturday 23 and Sunday 24 March. These are places that are not normally accessible, or
are little known, that preserve stories that deserve to be heard. Aristocratic houses, castles, archaeological sites, ships, museums and unusual villages. Every year this undertaking from the FAI brings together thousands of people who share a love for our artistic and architectural heritage, and for our scenery. It is also an important fundraising opportunity in support of the Fondo Ambiente Italiano. In Rome, the doors are opened to the Palazzo della Consulta, which has been the home of the Constitutional Court since 1955, and to the Palazzo della Rovere, also known as Palazzo dei Penitenzieri, which nowadays is the headquarters of the Order of the Holy Sepulchre of Jerusalem and boasts the Semi-Gods Ceiling on its first floor, a masterpiece by Pinturicchio. In Milan the rooms of the Bank of Italy are open to visitors with their works of art and 33
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fine furnishings, while in Turin the Passeggiata del Re, inside the Royal Palace (1), will be entirely open for two days. The ship Italia, a 61-metre brig which is a symbol of the Italian Navy's commitment to social issues, shows its full worth in the harbour at La Spezia. Then there are the Palazzo Donn’Anna in Naples (entry reserved to FAI members) which is a splendid viceroy's residence built in the mid-17th century to the wishes of Donna Anna Carafa, and the nearby Villa Doria d’Angri (2), the official headquarters of the University of Naples with a room named after Richard Wagner following his numerous stays there. There are two places to discover in Matera, the European Capital of Culture this year: the Sassi route and filmset and the Geodesic Space Centre, then there is the Artemio Franchi stadium in Florence, the open-air Maria Lai
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della Rovere o dei Penitenzieri, oggi sede dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che al piano nobile custodisce il Soffitto dei semidei, capolavoro del Pinturicchio. A Milano si possono visitare i saloni del Palazzo della Banca d’Italia, ricchi di opere e arredi, mentre a Torino la Passeggiata del re, all’interno di Palazzo Reale (1), diventa per due giorni interamente accessibile. Nel porto di La Spezia mostrano tutto il loro valore la Nave Italia, brigantino di 61 metri simbolo dell’impegno sociale della Marina Militare, e la fregata Carlo Bergamini, utilizzata nell'operazione Mare Nostrum (2013-2014). Poi ci sono Palazzo Donn’Anna a Napoli (ingresso riservato agli iscritti al FAI), splendida residenza di viceré edificata a metà del ’600 per volere di Donna Anna Carafa, e la vicina Villa Doria d’Angri (2), sede di rappresentanza dell’Università Parthenope, che avendo ospitato più volte il compositore tedesco Richard Wagner ha una sala in suo onore. Numerosi i siti da scoprire a Matera, Capitale europea della cultura, come il percorso Sassi e set e il Centro Geodesia Spaziale. Poi lo stadio Artemio Franchi di Firenze, il Museo a cielo aperto Maria
© FAI - Fondo Ambiente Italiano
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Lai di Ulassai (NU) e il Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Infine, grazie al progetto FAI ponte tra culture, si promuovono luoghi per favorire l’integrazione e la connessione tra i popoli. Tra questi, il borgo medievale di Badolato (3), nel catanzarese, simbolo della convivenza virtuosa di differenti etnie, balcone naturale sullo Ionio. Definito paese dell’accoglienza nel 1997, in seguito all’approdo di una nave di migranti curdi, il suo progetto pilota di ospitalità e solidarietà ha ridato vita a una comunità morente ottenendo un ammirevole sviluppo turistico e culturale. Tra le numerose iniziative del FAI, l'ultimo censimento I luoghi del cuore ha raccolto oltre due milioni e 200mila voti. Una straordinaria mappatura che lega le persone ai territori ma anche una dimostrazione di impegno civico: al primo posto quest’anno il Monte Pisano, Calci e Vicopisano (PI), zona colpita da un disastroso incendio a settembre scorso e scelto dai partecipanti al censimento anche per lanciare un grido di dolore. Saranno infatti necessari decenni per una piena rinaturalizzazione dell’area. LF fondoambiente.it fondoambiente 34
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museum in Ulassai (Nuoro) and the Teatro Vittorio Emanuele in Messina. Finally, thanks to the FAI bridge between cultures project places that help the integration and connection between peoples are promoted. These include the medieval town of Badolato (3), in the province of Catanzaro, a symbol of the successful co-existence of different ethnic groups and a natural balcony over the Ionian Sea. It became an immigrant reception town in 1997 after a Kurdish migrant ship reached the coast, and its pilot project for hospitality and solidarity have given new life to a dying community while also leading to a remarkable level of cultural and touristic development. One of the many initiatives of the FAI is the listing of I Luoghi del Cuore which this year received over 2.2 million votes. It is an amazing work of mapping that links people to regions, but is also a demonstration of civic commitment: this year first place was taken by Monte Pisano, Calci and Vicopisano (Pisa), an area that was hit by a disastrous fire last September and which was chosen by a majority, in as an expression of pain. And indeed decades will be needed for nature to fully recover in the area. LF
TRAVEL di Felice Cavallaro
THE ROUTE
plendenti come luminarie in festa, a marzo i mandorli in fiore fanno da cornice al viaggio che accende la primavera siciliana lungo la Strada degli Scrittori. Dalla meraviglia della
Valle dei Templi alla Scala dei Turchi narrata da Andrea Camilleri nel Cane di terracotta. Dal giardino della Kolimbetra attraversato da Luigi Pirandello nei suoi Giganti all’affresco di Leonardo Sciascia
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hining like illuminations at a party, in March the almond trees blossom and are the framework to a trip that lights up spring in Sicily along the Route of Writers. From the marvels of the Valley of the Temples to the Scala
Š Distretto turistico
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OF WRITERS
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TRAVEL
© Salvatore Picone
La cartellonistica Anas lungo la Strada degli Scrittori/Anas Road Signs along the Route of Writers
sulle Parrocchie di Regalpetra. Dalla Caltanissetta di Pier Maria Rosso di San Secondo all'Agrigento dei Templi, cuore di questi 70 chilometri di letteratura che coincidono con la vecchia statale 640, rimodernata, resa sempre più sicura e rapida dall’Anas che l’ha, appunto, chiamata Strada degli Scrittori. Uno stimolo in più per scoprire case natali, fondazioni, castelli, miniere e spiagge che, oltre l’immaginaria Vigata del commissario Montalbano, offrono un approccio diretto con i grandi del ’900. Fino a lambire la Palma di Montechiaro del Gattopardo, perché nel convento della Beata Corbera il principe Tomasi di Lampedusa descrive il mare, «una macchia di puro colore», le montagne, «ammassi di vapori sul punto di dissolversi», e il sole «sovrano, violento e sfacciato, narcotizzante». Aggettivi rimodulati da Camilleri nel soffocante «cavudo estivo» del Tailleur grigio. Contrapposto alla quiete di stagioni miti, come spesso benevolo è anche marzo per Sciascia, radicato nella vecchia casa della Noce, la campagna di Racalmuto, il buen
dei Turchi which Andrea Camilleri writes about in The Terracotta Dog. From the Kolymbethra Garden which was crossed by Luigi Pirandello in his The Giants of the Mountain to the Leonardo Sciascia depiction in The Parishes of Regalpetra. From the Caltanissetta of Pier Maria Rosso di San Secondo to Pirandello's Agrigento, the true heart of these seventy kilometres of literature that coincide with the old 640 road, which has been updated, made safer and faster by the highway authority and named Strada degli Scrittori, the Route of Writers. It provides an added incentive to discover birthplaces, foundations, castles, mines and beaches that, beyond the fictional Vigata of Inspector Montalbano, bring direct contact with the great names of the twentieth century. Right up to touching the Palma di Montechiaro from The Leopard, because in the convent of the Beata Corbera the prince Tomasi di Lampedusa describes the sea as “a stain of pure colour”, the mountains “masses of steam which are about to disappear”, and the sun “sovereign, violent and brazen, like a drug”. These are adjectives reshaped by Camilleri in the suffocating “bald summer” of the Tailleur grigio. Contrasting with the calm of mild seasons, as March was often gentle for Sciascia, rooted in the old house 36
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in Noce, in the countryside in Racalmuto, the pleasant retreat “where light seems to rise from trees, the stones, water...” These are the words the maestro of Regalpetra wrote for a prcious collection that never reached the bookshops, but was published, as the title suggests, for his friends from Noce. It was the neighbourly group where the maestro welcomed Consolo and Bufalino, Guttuso and Tornatore, Sellerio and Scianna, writers, directors, and publishers. The Sciascia Foundation certainly deserves a visit, as does the mine where the young boys worked, and the Circolo Unione association, with the armchair used by the author of so many uncomfortable truths. A short distance away there is another stop on the Route of Writers: Favara, the city of Antonio Russello. As well as its Aragonese castle, it also boasts a surprising and beautiful modern art centre, set in the kasbah of seven courtyards, the Cultural Farm. It is an invitation to travel and to read. Presenting the opportunities offered by the local area through pages that have provided so much material to cinema and the theatre. From the inspiration of craftsmen and businesspeople to the evocative atmospheres which, during the first ten days of March, are the backdrop to concerts, dances, visual arts and events for
© Salvatore Picone
Statua di L. Sciascia a Racalmuto. Opera di Giuseppe Agnello/Statue of the writer Sciascia in Racalmuto. Artwork by Giuseppe Agnello
Strada e della segnaletica Anas che indica questo percorso dell’anima con i volti degli autori. Senza il rischio di insolenza per averli utilizzati, come assicura Camilleri in un video per i visitatori: «La Strada degli Scrittori è la strada del formaggio che assaggi, del vino che assapori...». Per dire quanto rapporto ci sia fra i luoghi della letteratura e un’intera economia. LF stradadegliscrittori.it
© Giuseppe Sole
retiro «dove la luce sembra sorgere da alberi, pietra, acqua...». È la pennellata del maestro di Regalpetra per una preziosa raccolta mai approdata in libreria, stampata, come dice il titolo, per gli amici della Noce. È la contrada dove il maestro accoglieva Consolo e Bufalino, Guttuso e Tornatore, Sellerio e Scianna, scrittori, registi, editori. Tappa obbligata come la Fondazione Sciascia, la miniera dei “carusi”, il circolo Unione con la poltrona dell’autore di tante scomode verità. A due passi un’altra sosta della Strada degli Scrittori, Favara, la città di Antonio Russello che, oltre il Castello aragonese, sorprende con un prezioso centro d’arte moderna immerso nella casbah di sette cortili, la Cultural Farm. Un invito al viaggio, alla lettura. Cogliendo, attraverso pagine che tanta linfa hanno dato a cinema e teatro, l’opportunità di scoprire ciò che presenta il territorio. Dall’estro artigianale e imprenditoriale alle suggestive atmosfere che fanno da sfondo nei primi dieci giorni di marzo a concerti, danza, arti visive e spettacoli per grandi e piccini. Scatta la Sagra del mandorlo in fiore. Una festa tutt’intorno al Parco archeologico, fondale della
Festa del Monte, Racalmuto (AG) 37
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old and young alike. It is the time of the Sagra del mandorlo in fiore festival. A celebration around the archaeological park, the backdrop to the Route and the road signs featuring portraits of the authors. There is no risk of their use being judged inappropriate as Camilleri explains in a video made for visitors: “The Route of Writers is the route of the cheese that you eat, the wine that you taste...” And that sums up how tight a relationship there is between places with literary significance and an entire economy. LF
TRAVEL di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it
MATERA, AN ANCIENT WONDER
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dare voce a Matera e alla sua parabola millenaria può essere solo Pietro Laureano. Professore, studioso, nato a Tricarico, adottato fin da piccolo dalla città lucana a pochi chilometri di distanza. A lei per gratitudine ha dedicato la vita e, su questa, ha creato un modello virtuoso da imitare. Una visione profetica la sua, prima non comprensibile a tutti, ma ora condivisa in occasione di Matera2019. Descriva il volto della “vergogna d’Italia” prima dell’evacuazione e il suo personale impegno per il riconoscimento Unesco fino alla
© Carlos Solito
PIETRO LAUREANO RACCONTA LA CITTÀ LUCANA DALLA LUNGA VITA E DAL DUPLICE VOLTO, FATTO DI SOPRA E SOTTO, DI SCAVATO E COSTRUITO. UN MODELLO PROFETICO DEL PASSATO, PER PENSARE AL FUTURO
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tappa di Matera2019, quella del riscatto. Nel secondo dopoguerra anche a Matera la situazione economica era critica. Le abitazioni scavate nella roccia erano sovrappopolate. Ventimila abitanti, soprattutto braccianti agricoli, vivevano in condizioni igieniche gravi in quelli che Carlo Levi paragona a gironi infernali nel best seller Cristo si è fermato a Eboli. Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti definirono Matera “vergogna d’Italia”, ormai oggetto di studi antropologici internazionali. Grazie al Piano Marshall si decise la costruzione
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PIETRO LAUREANO TALKS ABOUT THE ANCIENT CITY IN BASILICATA WITH ITS TWO SIDES, ONE ABOVE AND ONE BELOW, ONE DUG INTO THE ROCK AND THE OTHER BUILT ON TOP OF IT. IT IS A PROPHETIC MODEL OF THE PAST, SO WE CAN THINK ABOUT THE FUTURE
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t could only be Pietro Laureano who could give a voice to Matera and its trajectory that goes back thousands of years. A university teacher and scholar, he was born in Tricarico, and was adopted as a small child by Matera, which is just a few kilometres away. In gratitude he has dedicated his life to the city and based on it has created a virtuous model to be imitated. His is a prophetic vision, which previously wasn’t understood by
everybody, but is now shared because of Matera2019. Describe what the “shame of Italy” looked like before it was evacuated, and your personal commitment to win recognition from UNESCO, right up to Matera2019 and the city's redemption. In the time after the Second World War, the economic situation in Matera was critical. The houses dug out of the rocks were overpopulated. There were twenty thousand people, most of them
Paesaggio materano in una foto esposta nella mostra Mater(i)a P(i)etra/Landscape of Matera in a photo of the exhibition Mater(i)a P(i)etra
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MATERA 2
A DAY
TRAVEL
© Carlos Solito
Petra (Giordania), in un'immagine esposta nella mostra Mater(i)a P(i)etra/Petra (Jordan) in a photo exposed in the exhibition Mater(i)a P(i)etra
di nuove abitazioni, che però diventarono anche un’opportunità speculativa. A causa dell’industrializzazione del Nord Italia ed estera, inoltre, la maggior parte dei cittadini emigrò. Matera e i Sassi divennero una città fantasma, essendo anche venuta a mancare la fitta rete di solidarietà reciproca che durava da millenni. Come succede nei centri colpiti dai terremoti? Proprio così. Nella città nuova c’erano partorienti lasciate sole, anziani senza nessuno, il senso del vivere comune e la civiltà contadina erano distrutti. La svolta, però, arriva nel 1993, quando ho proposto l’scrizione nella lista Unesco. Era giusto parlare di vergogna? Questi posti erano solo folcloristici o suggerivano soluzioni interessanti da poter sfruttare? Per esempio nei sotterranei c’era sempre una temperatura costante di 15°C, d’estate freschissima e ottima per la conservazione dei prodotti, e, d’inverno, confortevole. La collocazione su un altopiano già dal 6000 a.C. non era un caso, anzi era adatta a raccogliere l’acqua piovana e distribuirla con un sistema idrico infallibile. I materiali prodotti da scavi, infine, erano sempre riutilizzati sul posto. Matera era ed è il risultato di un’alternanza di vuoti e pieni e un insegnamento di tutela ambientale. È una città del Sud diversa rispetto alle altre, perché la sua fortuna, per paradosso, è stata quella di ricominciare da zero? Questa cesura è stato un regalo della storia. Chi abitava in altre città meridionali le ha modificate costruendo in modo disordinato. A Matera, invece, si interviene
tuttora solo con ristrutturazioni approvate dall’Unesco. Nel 1993 è nato anche il centro studi Ipogea, che propone l’applicazione di usi tradizionali e tecnologie avanzate. Una buona esposizione solare adottata nei secoli, per esempio, oggi è sfruttata meglio con i pannelli. O mantenere le pareti spesse fa evitare la climatizzazione artificiale. Il giorno dell’inaugurazione, quando sono state accese le fiaccole nei Sassi, nei volti dei cittadini si notava l’orgoglio di vedere e far vedere uno spettacolo emozionante. Qual è il segreto di questa città? La ricostruzione di un’identità collettiva, un atto rivoluzionario che ora i materani mi riconoscono. L’immagine delle fiaccole è significativa. Ricorda che un tempo, guardando in giù, la visione dei Sassi somigliava a un cielo stellato. È una città sottosopra, con pieni e vuoti, scavata e costruita… È una sintesi degli opposti, è giorno e notte, sole e luna. Questi luoghi rupestri attirano e sconvolgono. La vergona è relegata a un periodo, molto limitato, rispetto a un racconto millenario. È il racconto che propone nella mostra Ars Excavandi, di cui è curatore, allestita a Palazzo Ridola e negli Ipogei di Palazzo Lanfranchi? Sì, è un messaggio che viene dal passato per arrivare a un futuro utopico. Solo da poco ci si è accorti che l’arte l’hanno inventata i trogloditi delle caverne e i popoli tribali che hanno vissuto anche a Matera. Gli stessi che hanno imparato ad allevare gli animali e a coltivare, entrando in empatia con la natura. 40
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agricultural day labourers, who lived in extremely unhygienic conditions in what Carlo Levi compared to different hell in his best seller Christ stopped at Eboli. Alcide De Gasperi and Palmiro Togliatti called Matera “the shame of Italy”, and it had by then become the subject of international anthropological research. Thanks to the Marshall Plan it was decided to build new houses, but these also became an opportunity for speculation. And with industrialisation taking place in Northern Italy and abroad, the majority of the inhabitants left. Matera and the Sassi neighbourhoods became a ghost town, as the strong network of reciprocal solidarity that went back millennia also evaporated. As happens in places hit by earthquakes? Just like that. In the new city there were women giving birth alone, old people without no support; the sense of communal existence and the agricultural way of life had been destroyed. But the big change came in 1993, when I put forward the idea of the town becoming a UNESCO World Heritage site. Was it right to talk of shame? Were these just places from folklore, or did they put forward interesting solutions which could be exploited? For example, the underground areas featured a constant temperature of 15°C, which in the summer was very cool and was very good for keeping produce fresh, and in the winter it was comfortable. The location on a plateau, going back to 6000 BC, was no accident, and indeed it was suitable for collecting rainwater and distributing it with an infallible water distribution system. And the material that was dug out was always reused right there. Matera was, and is, the outcome of an alternation of gaps and filled areas, and an example of environmental protection. Is it a southern city that is different to others, because, paradoxically, it has had the luck of starting again from nothing? This break was a gift of history. The people living in other cities in the south changed them by building in a disorganised way. Whereas in Matera, changes are still only made when approved by UNESCO. It was at that time that the Ipogea Research Centre was created, which encourages the application of traditional customs and advanced technologies. Places which boasted good exposure to the sun as
«In questa Lucania, dove si sta bene col vuoto arcano e il sole forte, mi piace farmi di silenzio, andare in pellegrinaggio sopra e sotto terra», dichiara Carlos Solito, autore delle immagini esposte nella mostra Mater(i)a P(i)etra, fino al 17 marzo a Palazzo Lanfranchi a Matera e del romanzo La ballata dei Sassi.
L’empatia è anche una delle componenti dell’esposizione, che si avvale di mezzi interattivi. Qualche esempio? Alla fine di un gioco, secondo le risposte date, si viene identificati con una tra quattro caricature: uomo di Neanderthal percettivo, homo sapiens innovatore, sciamano visionario e paleo astronauta. In base al proprio profilo si viene indirizzati a visitare un posto in Basilicata. Lei ha viaggiato molto, è andato anche a Petra, un altro luogo che ha vissuto un’evacuazione coatta, oggetto di un’altra mostra a Palazzo Lanfranchi… Io sono stato incaricato dall’Unesco per la salvaguardia della località giordana. Lì ho vissuto con i beduini, mandati via per obbedire a una visione ottocentesca dell’archeologia. Non sono riuscito ad applicare il modello Matera, Petra è rimasta disabitata e ora manca di manutenzione. Mi dedico anche a progetti in Arabia Saudita, Etiopia, Yemen e Algeria. Vorrei che nel 2019 Matera si accreditasse come capitale degli studi sul rupestre mondiale.
© Pietro Laureano
Sperling & Kupfer, pp. 288 ¤ 15,90
developed over centuries, for example, are now better exploited with solar panels. Or continuing to build thick walls as in the past enables one to avoid the need for air conditioning. On the opening day, when torches were lit in the Sassi districts, one could see you the pride of the local inhabitants in admiring a beautiful spectacle and sharing it with the world. What is the secret of this city? It was the rebuilding of a collective identity, a revolutionary move that the people of Matera now credit me for. The image of the torches is a significant one. It is a reminder that once, when you looked down, the Sassi districts looked like a starry sky. It is an upside down city, with full parts and empty bits, dug out and built up… It is a mixture of opposites, day and night, sun and moon. The underground areas both attract and repel people. But the shame is limited to quite a restricted time in comparison with a history that goes back thousands of years. Is that the story that you are telling in the Ars Excavandi exhibition, of which you are the curator? Yes, it is a message from the past for a utopian future. It is not long ago that we realised that art was invented by cavemen
matera-basilicata2019.it | ipogea.org MateraBasilicata2019 matera2019 41
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and the tribal peoples who also lived in Matera. They were the same people who learned how to raise animals and to grow crops, and found empathy with nature. Empathy is also one of the elements in the exhibition, which uses interactive methods. Can you give us some examples? At the end of a game, according to the answers that are given, people are identified with one of the four caricatures: a perceptive Neanderthal man, an innovative homo sapiens, a visionary shaman or an astronaut caveman. And then, according to your profile, you are ascribed a place to visit in Basilicata. You have also travelled a lot to Petra, another place that has experienced a forced abandonment, and which is the subject of another exhibition in Matera… UNESCO entrusted me with saving Petra. I lived there with the Bedouins, who were sent away to meet a nineteenth century vision of archaeology. I was not able to apply the Matera model there, and Petra has stayed uninhabited and is now in need of maintenance. I am also working on projects in Saudi Arabia, Ethiopia, Yemen and Algeria. I would like Matera to become the world capital of research into cave dwelling in 2019.
SPIRITUAL TOUR di Peppe Iannicelli
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© Gabriele Bignoli/AdobeStock
DELL’ANIMA
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È TEMPO DI SCOPRIRE SANTUARI, EREMI, LUOGHI DI CULTO E MEDITAZIONE DOVE LA FEDE POPOLARE SI FONDE CON LA STORIA E LA CULTURA
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a Quaresima 2019 coincide con la prima parte della primavera. Il risveglio della natura scandisce le settimane che precedono la Pasqua. Un’ottima occasione per partire alla scoperta del grande patrimonio spirituale e artistico della nostra bella Italia. Migliaia di santuari, monasteri, 42
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luoghi di culto accolgono viaggiatori, turisti e pellegrini desiderosi di vivere un’esperienza straordinaria che soltanto l’incontro fra arte, fede e tradizioni popolari possono consentire. Da Nord a Sud ecco una guida per un viaggio dell’anima attraverso riti secolari, canti, meditazioni, esercizi spirituali e vie crucis.
pietà popolare. Sono le testimonianze secolari della gratitudine dei fedeli per le grazie ottenute per intercessione di Maria. L’origine di questo luogo sacro risale a due apparizioni a Vincenza Pasini, nel 1426 e 1428, mentre portava il cibo al marito impegnato a lavorare nei boschi. La Madonna prometteva di salvare Vicenza dalla peste e chiedeva che in quel luogo fosse edificata una chiesa. I Servi di Maria oggi assistono i pellegrini nella penitenza, talvolta preceduta dalla salita a piedi fino al santuario, e condividono la celebrazione dell’eucarestia. L’apparizione della Vergine Maria a Giannetta Vacchi Varoli il 26 maggio del 1432 ha ispirato, invece, la nascita del santuario di Santa Maria del Fonte (2) a Caravaggio (BG). La Madonna
esortò, attraverso la veggente, alla conversione e sul posto sgorgò una sorgente d’acqua purissima. Bagnandosi in questa fonte molti ammalati ottennero la guarigione. Chi arriva a Caravaggio ha l’impressione di essere giunto in una piccola Lourdes. Le tappe fisse dei pellegrini sono la preghiera al cospetto della fonte, ancora oggi attiva, e del gruppo ligneo che riproduce l’apparizione. Emozionanti le celebrazioni accompagnate dalle note di un organo monumentale. Luoghi sublimi nati da grandi esperienze spirituali anche in centro Italia. Immerso nel suggestivo scenario delle Crete senesi sorge il Monte Oliveto Maggiore (SI). L’abbazia benedettina dal 1313 è un importante centro religioso e artistico (3).
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L’itinerario comincia dal santuario di Maria Assunta (1) presso il Sacro Monte di Varallo (VC), sorto per iniziativa di Padre Caimi. Il beato, di ritorno da un viaggio in Terra Santa nel 1486, ebbe un’intuizione geniale: riprodurre in Piemonte i luoghi e le scene della vita, passione e morte di Gesù. I pellegrini avrebbero vissuto un’esperienza religiosa molto realistica, quasi come se fossero a Gerusalemme o Betlemme. Quattromila affreschi e 800 sculture a grandezza naturale accompagnano infatti i visitatori in una meditazione personale e collettiva davvero coinvolgente. Risalendo il Monte Berico, sempre in provincia di Vicenza, svetta un altro santuario che custodisce un commovente Museo di ex voto e
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© alessand2o/AdobeStock
SPIRITUAL TOUR
4 Meraviglia del sito di culto il Chiostro Grande dove poter ammirare i 35 affreschi voluti dall’abate Domenico Airoldi, raffiguranti la vita di San Benedetto e dipinta prima da Luca Signorelli (1495) e poi da Antonio Bazzi detto il Sodoma (nel 1505). All’interno della chiesa spicca il coro ligneo intagliato da fra Giovanni da Verona, tra il 1503 e il 1505, che rappresenta uno dei più grandi esempi di opere d’intarsio al mondo. In più la ricca biblioteca con una dotazione di oltre 40mila volumi e la farmacia specializzata nella composizione di rimedi naturali per le malattie più diffuse. Il bosco circostante di cipressi, pini e quercie, il silenzio meditativo del chiostro e la solennità delle celebrazioni, accompagnate dal Canto gregoriano
permettono al visitatore di vivere per qualche ora un’intensa esperienza monastica. Preghiera ed ecologia si fondono nel Bosco di San Francesco ad Assisi (PG). Si trova tra la basilica dedicata al patrono d’Italia e la vallata del fiume Tescio. Racchiude, tra selve e radure, numerosi luoghi frequentati dal frate e dai suoi compagni. Tra i sentieri, recuperati e aperti al pubblico dal Fondo Ambiente Italiano, si svolgono momenti di preghiera itinerante a contatto con la natura. Si può così sperimentare quel rapporto armonico con il creato testimoniato da San Francesco con Fratello Sole, sorella Luna. Un’armonia ecologica visualizzata anche nella recente opera di land art del maestro Michelangelo Pistoletto, il Terzo Paradiso costituito 44
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dallo sviluppo di un doppio filare di 160 ulivi. Nel 529 San Benedetto scelse Montecassino (FR) per raccogliere la comunità dei suoi seguaci e fondare uno dei monasteri più famosi del mondo (4). La regola dell’ora et labora è nata a Cassino. E il monastero, diventato poi abbazia, ha avuto un ruolo determinante per la salvaguardia della cultura classica e la nascita del pensiero moderno. È stato più volte distrutto, l’ultima nel 1944 durante una delle più feroci battaglie della Seconda guerra mondiale, ma la ricostruzione è stata fedelissima all’originale. La visita a Cassino è un viaggio culturale e spirituale senza pari: la meditazione sulla tomba di San Benedetto Patrono d’Europa, la lettura dei codici miniati,
due momenti di saluto. A San Giovanni Rotondo (FG) è vissuto San Pio da Pietrelcina. Il santuario racchiude l’antico convento, la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la nuova chiesa progettata da Renzo Piano e il grande ospedale Casa Sollievo della Misericordia. I pellegrini pregano di fronte alla tomba del santo delle stimmate e visitano la sua cella, dove tutto è rimasto inalterato. I frati organizzano liturgie penitenziali, fiaccolate mariane, vie crucis ed esercizi spirituali. Il viaggio si conclude al santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, sorto dopo la prodigiosa lacrimazione di una statua del Cuore immacolato di Maria, avvenuta al cospetto dei coniugi Angelo Iannuso e Antonina Giusto il 29 agosto del
1953. Il prodigio si ripeté per tre giorni generando, come stabilito dalla commissione medica, oltre 300 guarigioni. Il tempio superiore è stato inaugurato nel 1994 da San Giovanni Paolo II e raggiunge un’altezza di 103 metri. È una sorta di faro della fede mariana ed esprime il desiderio di elevazione delle anime. Il momento più intenso della visita è certamente la preghiera al cospetto della teca che custodisce le ultime lacrime raccolte al termine del prodigio, mentre nei viali alberati si recita il santo Rosario. LF sacromontedivarallo.org santuariodicaravaggio.it monteolivetomaggiore.it sanfrancescoassisi.org abbaziamontecassino.org santuario.it madonnadellelacrime.it 2
© Claber/AdobeStock
i meravigliosi mosaici, la preghiera comune con i monaci. Nel Meridione la devozione popolare è pulsante. Il viaggiatore dell’anima incontra miracoli contemporanei e giganti della fede. Quello di Pompei (NA) è un santuario unico al mondo. La basilica mariana, fondata dal beato Bartolo Longo nel 1876, è l’unica ad aver ricevuto la visita degli ultimi tre papi: San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. È la “casa” della Madonna del Rosario venerata in tutto il mondo. La sua facciata è un inno universale alla pace. La giornata di Pompei comincia dal Saluto a Maria: il quadro che domina l’altare maggiore viene scoperto tra canti e preghiere. A sera, poi, sarà nuovamente coperto per tutta la notte. Migliaia di fedeli da tutto il mondo partecipano a questi
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WOMEN di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it
LA NOTTE È PICCOLA PER TUTTE UN FILM CORALE AMBIENTATO IN UNA BALERA, DOVE QUATTRO DONNE SONO PROTAGONISTE E COMPARSE. TRA IL BUIO DELLA PISTA DA BALLO E STORIE DI VITA COMUNE
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n poker di donne in balera. Michela Andreozzi, Francesca Reggiani, Thony e Teresa Mannino scendono in pista o, meglio, sul set di La notte è piccola per noi-Director's Cut, nelle sale dal 14 marzo. Un film corale in cui tutte e quattro, al fianco di altri attori e attrici, sono protagoniste. La storia si svolge in una sola sera, in cui luoghi comuni sono confermati o smentiti, alcune persone cambiano e altre no. Una pellicola che Gianfrancesco Lazotti ha girato in pochi giorni, molto intensi, regalando al cast una visita speciale. Qual è il ruolo di ciascuna nel film? [MA] Io interpreto una milf. Sono una donna adulta che chatta con un ragazzino fingendosi più giovane. Quando s’incontrano viene fuori l’aspetto tragicomico della delusione. Un’interpretazione amara e non comica, che è stata per me una sfida. [FR] Il mio ruolo si inserisce in una commedia in cui ognuno ha
Michela Andreozzi
un motivo per festeggiare, chiarire o sperare. Un lavoro di gruppo girato con molta attenzione nella postproduzione. [T] Io, che interpreto me stessa, sto sempre sul palco insieme agli Stag. Ci esibiamo lì, ma abbiamo anche altre ambizioni. Inoltre, rivedo il mio ex, un uomo violento, un legame sbagliato. [TM] La mia parte è quella di una professoressa che va a cena con
Francesca Reggiani 46
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le colleghe e in una sola notte si trasforma. Tira fuori il coraggio di opporsi alla sua amica bacchettona, interpretata da Francesca Reggiani, una palermitana come me, una trascinatrice. Le protagoniste, che rispecchiano anche tipologie femminili del mondo reale, quali caratteristiche hanno? [MA] Penso che siano fragili, non deboli, delicate ma non perdenti. Nel film non sono mai banali, si trovano a un crocevia e prendono delle decisioni. [FR] Ogni donna ha la sua aspettativa. Il film è vario, non delude e racconta molte cose. [T] Nella finzione scenica le donne si alleano, vorrei che succedesse anche nella vita. C’è una descrizione ampia di tipologie e ruoli diversi. [TM] Rispecchiano solo alcune delle donne di oggi. Se penso poi alle attrici, non considero fragile e nessuna. Gli uomini ne escono deboli: il giovane insicuro, il violento, l’anziano molto geloso, interpretato da Philippe Leroy. Siete d’accordo?
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[MA] Il regista li racconta con onestà intellettuale e autocritica. Con il sesso maschile è stato severo, come è giusto che sia. [T] Per essere un film diretto da un uomo c’è una rendicontazione onesta, spesso le donne hanno ruoli secondari e l’uomo è il supereroe, negativo o positivo che sia. [TM] Gli uomini sono fragili nella vita. Aggrediscono perché attaccati a dei valori costruiti nel tempo, in verità solo appiccicati. La coppia Philippe Leroy/Alessandra Panaro vince su tutti, un polo di attrazione dentro e fuori dal set. E un complimento per gli uomini? [MA] Io gliene faccio in continuazione. Lavoro in coppia con mio marito, siamo solidali, ho un fratello affiatato e un padre che stimo. Le figure maschili positive vanno lodate. [T] Mi sembra che gli uomini siano oggi più propensi all’ascolto e alla comprensione. Stanno diventando più presenti e si preoccupano della famiglia. L’ambientazione nella balera rende tutti uguali, senza differenze tra classi sociali o professioni. La notte, le scelte musicali, l’età dei frequentatori creano invece un’atmosfera amarcord… [MA] Sono rimasta colpita dalla
vita delle sale da ballo. Uniscono persone di estrazione diversa, a differenza dalle discoteche. Un mondo senza tempo che non conoscevo. [FR] Una realtà vitale che ho iniziato a scoprire con la partecipazione a Ballando con le stelle. Ho imparato che non è solo un gioco. Voglio però ricordare che abbiamo recitato con un freddo epocale. [T] Pensavo che le balere fossero anacronistiche, invece esistono eccome. Mi sono trovata a cantare, per la prima volta in italiano, un repertorio non tipico del mio background. Il segreto è stato rendere i brani più attuali. [TM] Uno spirito di eguaglianza nella
disperazione e nella rivincita. Sono mondi notturni affascinanti che ho scoperto lavorando nei cabaret. Gli arrangiamenti di Thony e degli Stag, poi, sono stupendi. Uscendo continuavamo a cantare le canzoni (e intona «Ragazzo triste come me...» con il suo accento siciliano, ndr). Il film è dedicato a Ettore Scola. Quali sono le affinità tra Gianfrancesco Lazotti e il regista morto due anni fa? [MA] Per me c’è un accenno a Ballando ballando. Scola è il mio preferito. Ha raccontato grandi cose che accadono nelle vite normali, come in C’eravamo tanto amati, La famiglia e Una giornata particolare. [FR] Stimo molto Scola, è un genio. I suoi sono capolavori del cinema italiano e mondiale e tali rimarranno. Tutta la vita ho sognato di stare sul set con lui e, visto che è venuto a trovarci, posso dire di esserci riuscita. Mi piace sottolineare che la scelta di Lazotti è contro corrente: ha dato l’opportunità a tanti attori, non solo ai grandi. [TM] Il regalo che ci ha fatto il nostro regista è stato di portare Scola sul set, poterlo ascoltare e condividerne un breve saluto. I due sono accumunati dall’ironia, anche se il maestro è il maestro. Lazotti ha una sensibilità straordinaria. Ci siamo divertiti tanto e lui rideva mentre giravamo, non mi era mai successo prima.
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WOMEN di Serena Berardi - s.berardi@fsitaliane.it
DI DONNE CARTA DA MILANO A ROMA, LE LIBRERIE CHE RIFLETTONO SUL MONDO A PARTIRE DALLE PAROLE DELLE SCRITTRICI. FONDENDO CULTURA, IMPEGNO E FEMMINISMO
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cchi che scorrono lungo storie di inchiostro, voci che discutono tra le geometrie legnose degli scaffali. Le librerie delle donne sono microcosmi avvolti dall’odore denso della carta dove si legge Virginia Woolf e si osserva il mondo attraverso il doppio cromosoma X. In queste isole urbane si respira uno spirito comunitario e un desiderio di confronto ormai scomparsi. La voglia di parlare e farsi sentire la Libreria delle donne di Milano (1) se la porta dietro dal 1975, quando aprì in via della Dogana (ora è in via Pietro Calvi) nel pieno dei movimenti giovanili e femministi. «L’idea è venuta dopo che un gruppo di attiviste andò a Parigi, dove era stata fondata da poco la Librairie des femmes. Volevano ricreare in Italia un spazio sulla strada accessibile a tutti – allora ci si riuniva molto nelle case e nei circoli – dove poter diffondere la parola femminile, inascoltata nella società patriarcale. Molte autrici, per esempio Jane Austen, erano per lo più ignorate e cominciavano a essere pubblicate in quel periodo. Serviva un posto dove si potesse conoscere quello che le grandi donne avevano fatto, scritto e pensato», racconta Clara, che oggi fa parte di quella sessantina di persone che lavorano e gravitano attorno alla libreria di
via Calvi. Dagli anni ’70 il Paese ha cambiato volto e le donne hanno acquisito diversi diritti, tuttavia ora «la società liberista e individualista ci illude di poter realizzare tutto facendo sembrare piena l’emancipazione. In realtà il femminismo storico ci ha insegnato che la nostra libertà è relazionale: non dipende solo dal nostro desiderio, ma è stata pensata ed esiste grazie ai rapporti tra le donne», precisa Clara. Il civico 29 di via Calvi accoglie tuttora donne che vogliono incontrarsi e ragionare insieme: il 9 marzo il reportage Il mito di Pretty Woman, della giornalista inglese Julie Bindel, offre lo spunto per parlare di prostituzione e delle lobby che vi ruotano attorno; il 23 si approfondisce la figura dell’intellettuale statunitense Susan Sontag attraverso alcuni suoi diari scritti tra il 1947 e il ’63; il 30 un focus sul libro Donne della Rive Gauche di Shari Benstock
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riflette sulla generazione di americane, francesi e inglesi che abitarono nei primi del ’900 sulla riva sinistra della Senna. Le stesse motivazioni delle fondatrici della libreria milanese hanno mosso 40 anni dopo Laura Capuzzo e Ilaria Durigon che, nel 2015, hanno inaugurato a Padova Lìbrati (2). «Volevamo creare un luogo di cultura, dove tramandare il sapere e la letteratura delle donne, che rappresentasse anche uno spazio di socialità e condivisione», ricorda Laura. Lìbrati propone narrativa e poesia di autrici, saggistica legata agli studi di genere, alla storia delle donne e del femminismo, una selezione di libri per bambini che contrastano la violenza e gli stereotipi di genere. E poi reading, dibattiti, incontri, laboratori di lettura interpretativa. Inoltre, qui ha sede la Scuola di scrittura Virginia Woolf che, oltre al master di scrittura
2 creativa, da quest'anno offre anche un corso di formazione su quella autobiografica. A Roma, nel caos vitale dell’isola pedonale del Pigneto, c’è un angolo con le pareti petrolio e le tessere di mosaico colorate, intervallate da volumi e fumetti. Tuba (3) è una libreria, un bar e un locale messo in piedi nel 2007 con l'obiettivo di diventare un’oasi dedicata al piacere delle donne: quello legato alla lettura, ma anche quello legato all’eros e al cibo. Dalla mattina a notte fonda si possono sfogliare le poesie di amore e di lotta di Audre Lorde, acquistare sex toys, sorseggiare vini
biologici, assaggiare torte artigianali. In più, Tuba organizza ogni anno due festival: a fine maggio si terrà Bande des femmes, che vede protagoniste fumettiste e illustratrici, mentre a novembre inQuiete riunirà le principali scrittrici, letterate e giornaliste culturali italiane. Il locale del Pigneto è anche un punto di riferimento per la comunità Lgbt e lotta contro le discriminazioni di genere, orientamento sessuale, razza, religione. Fa rete con associazioni, scuole e biblioteche. «Credo che il femminismo debba occuparsi dell’umanità in generale e di tutte le differenze che la dividono, siano
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esse sociali, economiche o culturali. Rappresenta una buona strada per costruire un mondo migliore per tutti. Tra l’altro vedo i maschi schiacciati dallo stesso patriarcato: gli si richiede di conformarsi a certi modelli e di raggiungere determinate prestazioni, tuttavia la società è attraversata da profondi mutamenti e non tiene conto delle sensibilità individuali», afferma Viola, una delle 12 giovani che lavorano nella libreria. E infatti sono sempre di più gli uomini tra gli scaffali di Tuba. A dimostrare che non esiste una letteratura rosa e che le librerie delle donne racchiudono tutte le sfumature. LF
WOMEN di Cecilia Morrico
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LA STORIA TI FA BELLA IL MAKE UP ARTIST ROSSANO DE CESARIS SVELA I SEGRETI BEAUTY DI NEFERTITI, POPPEA E ALTRE DONNE ANTICHE DEL MEDITERRANEO
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© kozlik_mozlik/AdobeStock
er le egiziane era impensabile uscire di casa senza il kohl sugli occhi, per le greche della Polis mai con i capelli fuori posto, finemente intrecciati in elaborate acconciature, mentre le matrone romane amavano usare il fondotinta, disegnarsi nei finti sul volto e colorare di rosso le labbra. Che la cura della persona sia da secoli una pratica dell’essere umano è cosa nota, ma a fare luce su preparati cosmetici e maquillage avanti Cristo ci ha pensato il make up artist Rossano De Casaris con il libro Trucco e bellezza nell’antichità. Con cinque volumi all’attivo, presenta quest’ultimo il 18 marzo al Cosmoprof Worldwide Bologna, la fiera leader per il beauty, ma intanto anticipa alla Freccia gli antichi segreti della bellezza. Come è nata l’idea del libro? In realtà è stata una maniera per conciliare le mie due grandi passioni, mettendo a frutto anni di ricerche e visite all’interno delle varie aree archeologiche di riferimento, con annessi musei. Poi, diciamolo pure, viviamo un momento politicamente e culturalmente triste, dove regnano sovrani ignoranza e oscurantismo: un po’ di luce dal e sul passato non può farci altro che bene. Tra gli usi e i costumi che hai descritto, qual è il più curioso? Mi ha colpito la composizione di una maschera astringente etrusca specifica per pelli grasse, a base di
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farina di orzo, lenticchie e gusci d’uovo, che venivano mescolati a miele, bulbi di narciso, resina e amido. Tuttavia, nel testo sono presenti tanti altri esempi per noi oggi decisamente grotteschi. Interessante il maquillage degli occhi degli egiziani, come il famoso occhio di Horus, che oltre a essere in onore al dio era anche un rimedio medicale. Cioè? Insieme alla funzione ornamentale e decorativa, nell’antico Egitto si usava il kohl sia per proteggere gli occhi dalle infezioni che, mescolandosi con l’umidità dei bulbi oculari, dal bagliore della luce intensa del sole, dal vento e dalla sabbia. Su molti antichi contenitori per il kohl sono state trovate iscrizioni come "buono per la vista", "adatto per arrestare la congiuntivite". Pertanto, l’usanza di truccare gli occhi veniva spesso prescritta come rimedio per alcune patologie oculari ed è probabilmente grazie alle sue proprietà mediche che era adottata indistintamente da uomini e donne di ogni ceto sociale. Tra le popolazioni prese in esame tornano spesso le labbra femminili di colore rosso. Il rossetto si consacra quindi il must have di tutti i secoli? Guardando al passato non si può fare a meno di notare come, proprio fin dall’antichità, le donne di qualunque etnia e civiltà abbiano applicato pigmenti scarlatti, di varia natura e provenienza, sulle proprie labbra. Da sempre la bocca è unanimemente considerata la parte più sensuale del volto. Applicandovi il rosso, se ne accentua il potere seduttivo e si invia un segnale ben preciso, fondamentalmente di richiamo sessuale. È in quest’ottica che si spiega il millenario successo del rouge sulle labbra. Per gli occhi, invece, le nuance più usate sembravano essere verde e azzurro, in alcuni periodi in Egitto e nell’antica Roma.
Come li producevano? Sostanzialmente, da polveri di minerali finemente tritate e applicate sulle palpebre mescolandole a grassi animali o vegetali. Il verde era ricavato dalla malachite, mentre per i vari toni dell’azzurro si ricorreva ai sali di rame, all’azzurrite o alla fermentazione delle foglie di Indigofera Tinctoria. Il giallo invece, molto in voga nella Roma imperiale, era ottenuto dalla pianta del croco. Le usanze di bellezza servivano anche per sottolineare una differenza sociale? Certo, per esempio le tonalità di rosso utilizzate per decorare le unghie tra gli egizi servivano a evidenziare la distinzione di classe: toni rossastri per le classi superiori e colori più delicati per quelle inferiori. Discorso analogo per ciò che concerne le acconciature, dove i modelli adottati dalle classi agiate erano decisamente più elaborati delle pieghe usate dai ceti inferiori. Oltre al trucco, poi, l’igiene personale: l’essere umano si depila dal 5500 a.C., in pratica sono sette millenni che combattiamo contro barba ispida e gambe villose… Oggi è un fattore estetico, ma nel mondo antico la rimozione dei peli corporei garantiva un’igiene più accurata, riducendo il cattivo odore causato dalla sudorazione. Quale tra le antiche creme di bellezza ti sembra valida ai giorni nostri? Molte delle pozioni realizzate e applicate anticamente risultano pressoché improponibili oggi. Forse, fra tutte, individuo una ricetta egiziana utilizzata per tonificare l’epidermide, dove venivano impiegati olio di semi di sesamo, di lino, di ricino, d’oliva e di mandorle. La tua indagine si ferma ai Bizantini, poi è arrivato il Cristianesimo e bellezza, specchi e vanità vengono collegati al demonio. Un passo indietro per il beauty e il make up?
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Ed. Sillabe, pp.112 ¤ 14
Purtroppo il Medioevo ha provocato una paralisi, durata circa mille anni, che ha coinvolto tutti gli aspetti della vita umana, includendo ovviamente anche la cosmesi. Si tratta di un periodo in cui i prodotti di bellezza entrano in stand-by e la cura del corpo non veniva vista di buon occhio, poiché avrebbe sottratto tempo a quella per lo spirito. Soltanto nel Rinascimento tornano alla ribalta belletti e cosmetici. Presenti il libro al Cosmoprof, cosa vedrai in fiera? Per me è un grandissimo onore essere con questo mio lavoro alla fiera leader mondiale dell’industria cosmetica e della bellezza. Terminata la mia relazione, farò come al solito un giro all’interno dei padiglioni per scrutare tutte le novità del settore. Quest’anno il tema del Cosmoprof è la sostenibilità, cosa ne pensi? Sono felice di constatare che l’impiego di oli essenziali, ingredienti a chilometro zero, packaging biodegradabili e prodotti cruelty free in assoluto rispetto della natura siano una tendenza sempre più diffusa nella cosmesi. Anche il make up ha fatto notevoli passi avanti per garantire prodotti performanti, senza fare rimpiangere quelli tradizionali. rossanodecesaris.com rossanodecesarismakeup
WOMEN di Cesare Biasini Selvaggi
LE P I O N I ER E
DEL RINASCIMENTO
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DAL MONDO DEL VINO A QUELLO FARMACEUTICO-SANITARIO E BANCARIO, PASSANDO PER LA MODA, IL TURISMO E L’INDUSTRIA METALMECCANICA: ECCO ALCUNE DELLE DONNE CHE STANNO INNOVANDO LE IMPRESE E LA SOCIETÀ CON LA CULTURA tra industrie del territorio e artisti, secondo il binomio ormai collaudato “lavoro e lavoratori nell’arte”. Così, per esempio, l’artista Nataly Maier, guidata da alcune parole chiave, e in collaborazione con Intertraco, azienda specializzata nella costruzione di trasmissioni meccaniche e oleodinamiche, ha concluso la propria opera Hand Map: un ritratto collettivo partendo dalle impronte digitali di un gruppo di impiegati della società. Irene Crocco, art dealer e volto, con il suo compagno, dell’azienda La Raia – dove sono di casa rinomati vini da
agricoltura biodinamica – a Novi Ligure ha saputo coniugare, invece, l’arte con la biodiversità attraverso progetti come il Palazzo delle Api (1), l’opera site-specific dell’artista Adrien Missika, una piramide rovesciata in pietra di Luserna con migliaia di piccoli fori adatti al ricovero delle api nomadi e di altri insetti. Quello del vino rappresenta ormai un segmento di mercato maturo ma che, nel campo più vasto del turismo enogastronomico, corre il rischio di un certo appiattimento dell’offerta. Anche qui la contaminazione con 1
© Anna Positano
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ono anticonformiste, rivoluzionarie, resilienti, changemaker. E la loro esperienza ci permette di toccare con mano l’efficacia e le potenzialità della contaminazione tra arti e scienza, arti e impresa, arti e società, in termini di cambiamento, di rigenerazione e di innovazione. Partiamo da Raffaella Zaldini, assessore alla Cultura di Suzzara (Mantova). Anche a lei si deve la trasformazione dello storico Premio d'arte contemporanea della sua città in una pratica collaborativa e virtuosa
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2 le arti fa la differenza. E lo sa bene Roberta Ceretto dell’omonima azienda vitivinicola legata a cult come il Barolo e il Barbaresco, che ha rinnovato con l’arte il volto delle cantine di famiglia e delle colline langarole grazie alla capacità degli artisti di aprire nuove visioni e domande. Per un turismo esperienziale. Come avvenuto per la Cappella del Barolo (2), rudere trasformato grazie alla reinterpretazione degli artisti Sol LeWitt e David Tremlett. Arte e vino per raccontare poi in modo innovativo la propria cultura e tradizioni, con format nuovi, anche oltre il solo vino. A questo scopo Giovanna Felluga (altro nome della tradizione vitivinicola italiana) ha innescato la nascita del Vigne Museum, e attualmente ne è direttore artistico. Realizzato a Rosazzo (Udine) dall’architetto Yona Friedman con l’artista Jean-Baptiste Decavèle per i 100 anni di Livio Felluga, è un museo ideale, senza porte, a cui si accede liberamente, dedicato al paesaggio e al rapporto uomo/natura. Francesca Planeta, uno dei volti dell’enografia siciliana, all’arte contemporanea ha deciso di affiancare in azienda altri linguaggi artistici, come il teatro. Il suo Sciaranuova Festival, programmato a fine giugno, nasce,
infatti, nel teatro in vigna realizzato sul versante nord dell’Etna, con i terrazzamenti in pietra lavica a fare da spalti. Musicali sono, invece, le Degustazioni in jazz di José Rallo, la signora Donnafugata, altra icona dei vini di qualità made in Sicilia. Si tratta di esperienze multisensoriali in cui, da produttrice-cantante, Rallo coniuga le sensazioni organolettiche di un vino alle emozioni della musica. Un’idea condivisa con il marito, che ha dato luogo al Donnafugata Music&Wine Live, un progetto che porta i prodotti dell’azienda nei luoghi dove al cibo si abbina la musica dal vivo. Si sta consolidando, inoltre, il trend dei cosiddetti Art Hotel. È il caso del Four Points by Sheraton Catania Hotel di Ornella Laneri, imprenditrice che è riuscita a tradurre l’ospitalità in una vera e propria esperienza culturale immersiva. Se ai piani dell’albergo capita di trovare allestite tante gallerie d’arte, nell’orto interno si rinviene, per esempio, un dispositivo in grado di generare, sulla base delle condizioni atmosferiche e di luce, un tappeto sonoro che stimola le piante. Questa l’idea alla base della tecnologia sviluppata dal sound artist Michele Spadaro. E il nostro racconto è solo all’inizio. Da Giovanna Forlanelli, direttrice generale 53
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della società di ricerca farmaceutica Rottapharm Biotech, che ha avviato a Milano il progetto di apertura del nuovo Museo di Arte Etrusca con la collezione di famiglia, a Diana Bracco presidente e Ad del gruppo leader mondiale nell’imaging diagnostico, che con le mostre d’arte nel suo CDI-Centro Diagnostico Italiano, ha dimostrato come l’interazione arte/scienza faccia bene anche alla salute, agendo positivamente sul morale e sul controllo dell’ansia dei pazienti. Straordinaria anche la figura di Maria Luisa Cosso, imprenditrice metalmeccanica, artefice, negli anni, della trasformazione degli spazi del Castello di Miradolo e del suo Parco storico nel pinerolese in un centro di sperimentazione e didattica tra arti e ambiente. L’impresa fa cultura anche nella moda e alcuni esempi sono Miuccia Prada, le sorelle Fendi e Beatrice Trussardi. Nel campo degli accessori e pelletteria, illuminante è l’esperienza di Giovanna Furlanetto, presidente di Furla a cui si deve tra l’altro la Fondazione Furla che dopo 15 anni di Premio (conclusosi nel 2015) e che ha conquistato il primato in Italia per avere mappato una intera generazione di giovani Artisti Italiani da qualche anno ha allargato gli orizzonti e ha intrapreso un nuovo progetto: Furla Series sotto la direzione artistica di Vincenzo De Bellis e Bruna Roccasalva, e in sinergia con grandi musei, ha l’obiettivo di sostenere e promuovere l’arte contemporanea in Italia. «A un certo punto mi sono accorta – racconta Furlanetto – che guardare al futuro attraverso lo sguardo degli artisti aveva anche effetti benefici sull’azienda, continuamente rivolta a capire e individuare il what's next». Per chi volesse approfondire questi temi, c’è la neonata Fondazione Selina Azzoaglio di Ceva (CN), che porta il nome di un’altra pioniera-imprenditrice (questa volta nel settore bancario), e ad Ancona, alla Mole Vanvitelliana, dal 16 al 19 maggio, la terza edizione di Art+b=love(?), il primo festival italiano dedicato appunto all’arte che innova la scienza, le imprese e la società: per un nuovo Rinascimento 4.0. LF
WOMEN di Michela Gentili michelagentili Photo Gerald Bruneau Courtesy Fondazione Bracco
UNA VITA DA SCIENZIATA
I VOLTI FEMMINILI DELLA RICERCA, IMMORTALATI DA GERALD BRUNEAU, IN MOSTRA A MILANO FINO AL 30 GIUGNO. PER COMBATTERE GLI STEREOTIPI 1
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urve sinuose si moltiplicano a ogni sguardo. Per sponsorizzare automobili, vendere cucine, esaltare la scia di un profumo. Il corpo delle donne è dovunque, ma la loro voce si percepisce a malapena. Talvolta riecheggia in un tg, tra i commenti della gente comune. Ma raramente acquista il timbro di un’opinione autorevole. Nell’82% dei casi, infatti, secondo i dati del Global Media Monitoring Project, a interpretare il mondo in tv e sui giornali sono gli uomini. Per ribaltare questa prospettiva, l’Osservatorio di Pavia e l’Associazione Gi.U.Li.A., in collaborazione con la Fondazione Bracco, hanno lanciato il
progetto 100 donne contro gli stereotipi: una banca dati online e due volumi che dal 2016 raccolgono i profili delle maggiori esperte italiane nei settori considerati spesso solo di dominio maschile. Un’iniziativa che si è trasformata ora nella mostra Una vita da scienziata, allestita fino al 30 giugno presso il Centro Diagnostico Italiano, a Milano, con l’obiettivo di dare un volto alle donne che si sono distinte nei principali campi della ricerca, dalla matematica alla chimica, dall’informatica all’ingegneria. Le migliori menti tecnico-scientifiche sono state immortalate dal fotografo francese Gerald Bruneau nel loro ambiente di lavoro, tra macchinari 54
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sofisticati e scrivanie affollate. Ritratta nel suo laboratorio, con i guanti di lattice e un fiore nel taschino del camice, spicca il sorriso di Caterina La Porta (1), docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano. «Nei settori a forte competizione maschile siamo costrette a dimostrare sempre qualcosa in più degli uomini», spiega la biologa, 52 anni e due figli, che da più di dieci si occupa di sistemi complessi applicati alla biomedicina. Per questo è fondamentale «far conoscere nomi e volti delle professioniste che sono riuscite a raggiungere i propri obiettivi, dimostrando che il successo professionale non è una questione di
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sesso ma solo di capacità e bravura». Anche se l’ingresso di una donna nelle stanze dei bottoni non è ancora un risultato scontato. «Se così fosse, avremmo il 50% di professoresse ordinarie e non appena il 20%», ci tiene a specificare Luisa Torsi (2), che si divide tra l’Università degli Studi di Bari e la Åbo Akademi University, in Finlandia, ed è l’unica donna al mondo ad aver ricevuto il premio Heinrich Emanuel Merck per le scienze analitiche. Non si può negare, poi, che «esista ancora un pregiudizio sottile per cui si tende a spingere verso un certo tipo di studi i maschi più delle femmine», aggiunge la chimica, 54 anni e due figli, circondata dalle sue ampolle colorate. Per modificare questa rappresentazione univoca, si batte da anni Paola Velardi (3), ordinaria al Dipartimento di
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Informatica della Sapienza di Roma. «Se le ragazze capissero quanto questa materia può contribuire a cambiare il mondo, il numero delle iscritte raggiungerebbe i livelli di 4
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medicina, dove le donne sono più del 50%. Mentre le laureate in Information and Communication Technology si attestano solo al 10-15% del totale», spiega l’ingegnera elettronica, fotografata tra flussi di luce con la sua collana di perle al collo. Due figli e 63 anni, ha lanciato il progetto Nerd - Non è roba per donne, con lo scopo di «far comprendere la creatività del coding». E sta lavorando alla conferenza internazionale ACM womENcourage, prevista a Roma per settembre: «Un’occasione per incoraggiare nelle loro scelte studentesse e professioniste del settore». È fondamentale «stimolare le ragazze a immaginarsi il futuro che vogliono in ogni campo», ribadisce anche Barbara Caputo (4), 47 anni, due figli, docente di Ingegneria Informatica presso la Sapienza e ricercatrice all’Istituto Italiano di Tecnologia. Un cambiamento che passa innanzitutto attraverso la liberazione dai condizionamenti sociali. «Ciascuna di noi», fa notare la fisica, «si è chiesta quali abiti fosse meglio indossare per questi ritratti. E la stessa domanda ce la poniamo a ogni evento pubblico, perché sappiamo bene che gli altri noteranno se siamo belle o brutte, truccate o meno. Una questione che non riguarda quasi mai gli uomini». Perché gli stereotipi sono duri a morire. Ma 100 donne e più hanno iniziato a combatterli. LF 100esperte.it fondazionebracco.com
FOOD & WINE di Marco Gemelli
IL VINO È
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© Francesca Pagliai
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n principio furono le Donne del Vino, l’associazione femminile mondiale nel settore enologico. Era la fine degli anni ’80, preistoria nel mondo dell’enologia tricolore: allora dirigere un’azienda vinicola era ancora affare da uomini, al massimo mogli e figlie potevano occuparsi di pubbliche relazioni. Poi arrivò Elisabetta Tognana, giovane e combattiva produttrice veneta, a guidare la rivoluzione "del fiasco", fondando l’associazione che oggi, 30 anni dopo, raggruppa circa 800 tra produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, enologhe e giornaliste. Da allora l’ascesa dell’imprenditoria al femminile nel mondo del vino italiano è stata lenta ma inarrestabile: ora l’immagine di belle ragazze che pigiano l’uva a piedi nudi nella tinozza muovendo civettuole le vesti sembra lontana anni luce. E se oggi, oltre al green, è il rosa il colore più in voga nel mondo dell’enologia e della viniviticoltura italiane, lo è perché le donne contano nei processi decisionali aziendali come testimoniano la qualità e la quantità di addette ai lavori con ruoli cruciali. Basti dire che nel 2018 un quarto delle cantine e delle enoteche presenti nel Belpaese è in mano a donne. Certo, la strada per colmare il gap di genere è ancora tutta da percorrere, visto che i Cda dei consorzi di tutela dei vini vedono meno del 10% di presenze femminili. Ma da un capo all’altro della Penisola, è tutto un fiorire di aziende di vino al femminile: decane e giovani, nomi storici e imprenditrici rampanti. Tra le leve emergenti nell’imprenditoria rosa va annoverata Diana D’Isanto (1), 34 anni, titolare de I Balzini di Barberino Val d’Elsa, in Toscana:
A cura di
vocate all’enologia. In Calabria, per esempio, c’è una generazione che tiene alte le insegne dell’imprenditoria in rosa. Alfiere è Lidia Matera da Montalto Uffugo (CS) che, alla guida della Tenuta Terre Nobili, ha saputo far fare un salto di qualità sia in termini di vigna – col recupero di vitigni come Nerello, Magliocco e Greco – sia in cantina, con bottiglie 2
© Luca Tonin
dal 2017 Diana ha affiancato la madre Antonella nella conduzione dell’azienda, celebre sia per aver prodotto I Balzini Gold Label, il Merlot più caro d’Italia (con l’etichetta di oro zecchino fuso nel vetro), sia per l’attenzione rivolta all’ambiente e all’ecosostenibilità. Una sensibilità etica evidente dagli oblò in cantina che catturano la luce del sole, all'abolizione del polistirolo e della plastica, all’attivazione dell’impianto fotovoltaico. Fino al riciclo dei tappi con i quali Diana realizza degli originali orecchini e all’istituzione di una borsa di studio annuale come strumento finalizzato alla diffusione della cultura del vino e del bere responsabile. «Dopo il passaggio di consegne – spiega Diana – porto avanti il progetto di famiglia conciliando il rispetto della tradizione con una sensibilità più moderna, che si traduce in maggiore dinamismo e spirito di squadra». A poche decine di chilometri da Barberino opera un altro giovane talento dell’imprenditoria vinicola italiana, Annabella Pascale (2), titolare della Tenuta di Artimino a Carmignano (PO), con la villa medicea Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco circondata da 732 ettari. È lei, insieme al cugino Francesco Spotorno Olmo, che manda avanti con eleganza, energia e praticità l’azienda acquistata dal nonno 30 anni fa: Annabella ha contribuito a valorizzare il borgo medievale e a sviluppare la ricettività e gli eventi nella tenuta, oltre alla produzione vinicola che sfiora le 400mila bottiglie annue. Tra le donne che hanno scritto la storia del vino italiano, inoltre, impossibile non annoverare Marilisa Allegrini, presidente del gruppo Allegrini, dinastia imprenditoriale a cavallo tra le colline della Valpolicella e quelle di Bolgheri, un gruppo vitivinicolo in grado di esprimere 4,5 milioni di bottiglie di pregio in Veneto e in Toscana. È stata la prima italiana a comparire sulla copertina di Wine Spectator, la più influente rivista del vino al mondo. Ma le donne del vino non fioriscono solo nelle regioni più tradizionalmente
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che esprimono tutto il patrimonio aromatico e gustativo delle uve locali. Il suo esempio ha portato sugli scudi le sorelle Carla e Laura Pacelli, con l’omonima tenuta sulle colline a nord di Cosenza, così come l’enologa e chef Caterina Ceraudo, una delle prime ad applicare in Calabria l’agricoltura bio, e la baronessa Alberta Nesci a Palizzi, sulla costa ionica. LF
FOOD & WINE di Gilda Ciaruffoli - a cura di
vdgmagazine.it
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AGENDA DEL GUSTO MARZO 2019
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Si accendono i riflettori sull’ingrediente fondamentale della cucina mediterranea a Olio Capitale, una delle più importanti fiere specializzate interamente dedicate all’extravergine di oliva. Corsi di assaggio, degustazioni e incontri con i produttori negli ambienti della Stazione Marittima, nel cuore di Trieste, dal 15 al 18 marzo. oliocapitale.it
Alla Stazione Leopolda dal 9 all’11 marzo è tempo di Pitti Taste, dove scoprire e assaggiare le proposte di 400 aziende ospiti e ascoltare approfondimenti legati all’universo pane, tema portante di questa edizione. La festa prosegue per le strade di Firenze con FuoriDiTaste e il suo calendario di appuntamenti off. fuoriditaste.com La rassegna diffusa Primavera del Prosecco è l’occasione giusta per scoprire le colline del Conegliano Valdobbiadene. Dal 16 marzo fino al 9 giugno (TV), infatti, la kermesse torna ad animare le località più caratteristiche e i siti più affascinanti della zona con un ricco calendario di mostre del vino e appuntamenti che uniscono gastronomia, cultura e natura. primaveradelprosecco.it
VINITALY E VINITALY AND THE CITY
A Fermo il festival Tipicità torna a raccontare le prelibatezze marchigiane con un occhio di riguardo alle specialità introvabili nei canali più comuni. Dal 9 all’11 marzo, produttori, chef e artigiani della provincia adriatica si riuniscono per mostrare il lato più caratteristico ma poco noto della loro terra. tipicita.it © Matt Dayka/AdobeStock
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L’acronimo Van sta per Vignaioli artigiani naturali, professionisti del vino uniti dall’adesione alle pratiche dell’agricoltura biologica e biodinamica. Il 9 e 10 marzo, la Città dell’Altra Economia a Roma ospita l’evento che ne racconta filosofia e attività attraverso la presenza di 50 aziende vinicole e oltre 250 vini naturali in degustazione. vignaioliartigianinaturali.it
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Nero Norcia è la storica rassegna che nei weekend del 2-3 e 9-10 marzo torna a promuovere le produzioni tipiche della Valnerina, cuore dell’Umbria. Grande protagonista il Tartufo nero pregiato, simbolo di questa terra, valorizzato attraverso piatti della tradizione e affiancato da salumi, formaggi e vini locali per un’esperienza enogastronomica a tutto tondo. nero-norcia.it
Appuntamento imperdibile per gli appassionati di alta cucina, Identità golose è il salone internazionale dove incontrare i migliori chef al mondo e scoprirne i segreti, grazie a un fitto calendario di interventi ospitati nelle sale del MiCo-Milano Congressi dal 23 al 25 marzo. Tema portante di quest’anno è Costruire nuove memorie. identitagolose.it
Durante le giornate del Vinitaly (7-10 aprile), che quest’anno presentano tra le novità un salone dedicato al design e uno alla produzione bio (Organic Hall), il centro storico di Verona si anima grazie agli appuntamenti di Vinitaly and the city, manifestazione diffusa che da venerdì 5 a domenica 7 porta calici, arte e intrattenimento tra le vie, le piazze e i palazzi storici della città scaligera. vinitaly.com 58
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musei del bargello
UAM Pass Un Anno ai Musei
UAM Pass Un anno ai Musei del Bargello Con UAM Pass potrai accedere per un anno e senza limitazioni ai cinque Musei del Bargello di Firenze.
Avrai prioritĂ di ingresso, potrai partecipare gratuitamente a visite guidate, conferenze, eventi, laboratori per famiglie e concerti e avrai diritto a uno sconto del 15% nei bookshop dei Musei.
Puoi acquistare UAM Pass nelle biglietterie del Museo del Bargello, delle Cappelle Medicee, di Palazzo Davanzati oppure online.
musei del bargello Museo Nazionale del Bargello Museo delle Cappelle Medicee Museo di Palazzo Davanzati Museo di Orsanmichele Museo di Casa Martelli
Via del Proconsolo, 4 - 50122 Firenze Telefono +39 055 0469440 Email: mn-bar@beniculturali.it www.bargellomusei.beniculturali.it @bargellomuseums
ARTE di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it
RISVEGLIO CULTURALE CON LA PRIMAVERA RIPARTE LA VOGLIA DI USCIRE PER CONOSCERE MEGLIO LA NOSTRA BELLA ITALIA. NE PARLIAMO CON TRE DIRETTRICI DI ALTRETTANTI POLI MUSEALI DEL MIBAC
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illa della Regina (1), sulle colline torinesi, fa parte dei tesori del Polo museale del Piemonte - Mibac e del sito Residenze Sabaude, riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 1997. «La villa deve il suo nome alle sue illustri padrone di casa. Per secoli fu infatti residenza di sovrane sabaude, a partire da Ludovica di Savoia, sposa a 13 anni dello zio Maurizio di Savoia: dopo la sua morte, nel 1657, la residenza passò alla giovane Ludovica, che la gestì per più di 30 anni, commissionando ampliamenti e interventi decorativi finché fu in vita», racconta Ilaria Ivaldi, direttrice del Polo museale. «Poi l’edificio passò in eredità ad Anna d’Orléans, nipote di Luigi XIV e sposa del duca, e poi re, Vittorio Amedeo II, alla quale si deve il nome della Villa. Con Anna e, in seguito, le altre reali consorti, la residenza venne ancora ampliata ed eletta a luogo di feste e divertimenti raffinati per tutto il XVIII secolo», prosegue. Visti i legami di Maurizio di Savoia con la cultura romana, la Villa fu concepita sul modello delle ville Aldobrandini a Frascati e d’Este a Tivoli. La visita unisce all’apprezzamento degli ambienti l’incanto dei suoi affacci su Torino e sulle Alpi. «Il giardino deve il suo fascino alla stessa
concatenazione dei suoi elementi: fontane, statue, aiuole disegnate, rampe curvilinee, terrazzamenti a emiciclo e grotte rivestite di pietre policrome e conchiglie. Al margine della corona boscata superiore, dal settecentesco Padiglione del Belvedere si gode il panorama più aereo sul paesaggio», conclude Ivaldi. Dal martedì al sabato, alle 11, gli educatori museali propongono una visita guidata inclusa nel costo del biglietto. Inoltre, sono previste iniziative per l’8 marzo, in occasione della Festa della donna, domenica 10 si svolge l’ultimo concerto della rassegna Le nuove musiche, in collaborazione con l’associazione Musicaviva di Torino, mentre domenica 17 l’ingresso è gratuito. Edith Gabrielli, appassionata direttrice del Polo museale del Lazio, ci parla invece del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma e della vasta collezione privata di Evan Gorga, qui raccolta in oltre 800 dei 3
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suoi tremila esemplari di varia epoca e provenienza, e della sede che la accoglie: «La palazzina Samoggia si trova in un luogo bello e importante della Città Eterna, un tessuto storico, artistico e archeologico che merita di essere valorizzato. Ciò detto, il primo posto va naturalmente al contenuto, ovvero agli strumenti musicali, quelli di Gorga ma anche di parecchi altri, che nel loro insieme formano una collezione rimarchevole, di livello internazionale». Tra gli esemplari è impossibile non ricordare l’arpa Barberini (2), realizzata per la famiglia Barberini ai primi del XVII secolo e poi suonata dal famoso cantore e compositore parmense Marco Marazzoli. Fu proprio grazie a Marazzoli che l’arpa venne ritratta da Giovanni Lanfranco, un altro grande parmense, in una tela oggi esposta alla Galleria Nazionale di Palazzo Barberini. «Il Museo è rimasto fermo per troppo tempo, come una bella addormentata», continua Gabrielli.
© Antonio Idini
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© R. Gonella
«Ora però siamo pronti al risveglio, con un progetto ideato e sostenuto dal Mibac - Polo museale del Lazio. Inoltre, sono in arrivo allestimento e percorsi nuovi, curati per la parte scientifica dal gruppo di ricerca del professor Franco Piperno. Suggerisco poi di completare la visita con un tour tra Porta Maggiore, l’Anfiteatro Castrense, la basilica di Santa Croce in Gerusalemme e il Museo Storico della Fanteria, tutti monumenti capaci di offrire ai romani e ai turisti opportunità davvero particolari». Anna Imponente, direttrice del Polo museale della Campania, invita i lettori a visitare l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere (3), il secondo in ordine di grandezza, dopo il Colosseo, tra questi tipi di monumenti antichi. «Costruito tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., è un edificio
grandioso realizzato per i giochi gladiatori. Gli archi monumentali erano decorati con busti di divinità di cui restano tracce nelle architetture. Per realizzare gli spettacoli veniva utilizzato un ingegnoso sistema di collegamento con i sotterranei. Macchinari, apparati scenici e animali per i combattimenti venivano elevati con una sorta di ascensori, che ci accingiamo a restaurare». L’antica Capua – oggi Santa Maria Capua Vetere – si contrappose politicamente a Roma, tanto da allearsi con Annibale. «Tito Livio narra, infatti, che gli ozi di Capua, con le sue attrattive e ricchezze, fiaccarono il temuto comandante e il suo esercito. Gli scavi hanno restituito testimonianza delle attività quotidiane, dei riti sacri legati all’aldilà e di opere come la
#IOVADOALMUSEO
statua di Nike che ornava la facciata dell’anfiteatro». Poco distante da quest’ultimo, il Mitreo è un luogo di grande fascinazione, scoperto negli anni ’20, «un ipogeo dedicato a un culto misterico di origine orientale che ebbe un’ampia diffusione tra il II e il III secolo d. C. Sulla parete di fondo si ammira l’immagine di Mitra che uccide il toro tra figure simboliche del Sole e della Luna in un’iconografia mitica e audace», conclude Anna Imponente. Insomma, una gradevolissima passeggiata di primavera in questo circuito archeologico, che il 21 marzo offre anche l’ingresso gratuito con tanto di iniziative dedicate a grandi e piccini. LF polomusealepiemonte.beniculturali.it museostrumentimusicali.beniculturali.it polomusealecampania.beniculturali.it
Venti giorni di ingresso libero ogni anno per visitare musei e siti archeologici, una settimana di fila gratis a marzo e biglietti a due euro per gli #under25. Sono queste le tre principali novità del pacchetto #iovadoalmuseo promosso dal Mibac. La settimana dedicata alla cultura prevede sei giorni di fila di ingressi gratuiti a musei e siti archeologici: si parte a marzo, dal 5 al 10, dopodiché i direttori di siti e musei hanno a disposizione un altro pacchetto di otto giorni a loro scelta, senza limiti di calendario. Pacchetto che potranno addirittura ampliare, su richiesta, aggiungendo ulteriori giornate o fasce orarie di gratuità. I ragazzi fino ai 18 anni continuano a non pagare, mentre quelli dai 18 ai 25 anni possono accedere a soli 2 euro nei giorni in cui non è previsto l’ingresso free per tutti. beniculturali.it iovadoalmuseo.it
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VENEZIA 76 12 4
ARTE
AL GIORNO
di Sandra Gesualdi
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SCATTI DI VERITÀ L
a ragnatela di rughe intorno agli occhi non smorza quello sguardo pieno di entusiasmo ed energia intelligente, incorniciato dalla storica frangetta rosa. Letizia Battaglia ha 84 anni, un velo di rossetto rosso indossato con disinvoltura e la sigaretta sempre accesa, manifesto
di un percorso lungo mezzo secolo nel segno dell'emancipazione, dell'autodeterminazione, dell'impegno e del lavoro intenso. Lei il mondo lo ha esplorato da dietro una macchina fotografica. Negli anni ’70 è stata tra le prime fotoreporter, iniziando a lavorare per un giornale di Palermo, dove non si è mai risparmiata nel denunciare la mafia e i suoi rapporti con la politica. Ha documentato con feroce realismo non solo i sanguinosi delitti ma anche tutto ciò che le dinamiche malavitose hanno rappresentato: lutti e intrecci con gli affari pubblici, fino all’eroica lotta di Falcone e Borsellino. E le donne sono da sempre le eroine delle sue istantanee. Per una vita ha tenuto occhi, obiettivo e riflessioni puntati e diretti su ciò che la circonda, riuscendo a concretizzare, in fotografie,
il quotidiano che si fa storia. Immagini forti, poetiche, politiche. Ma è la città, la sua città, che non riesce a lasciare, la vera protagonista degli scatti. Povera, polverosa, sempre in bianco e nero, abitata dalla umile gente, dai bambini che giocano in strada, dai profili di uomini, donne e animali. «Con Palermo c’è sempre stato un rapporto di rabbia e di dolcissima disperazione», ammette. Letizia Battaglia. Fotografia come scelta di vita, a cura di Francesca Alfano Miglietti, è la grande antologica che dal 20 marzo al 18 agosto la Casa dei Tre Oci di Venezia le dedica, ripercorrendo la sua intera carriera di intellettuale e artista controcorrente. «L’ho vissuta come salvezza e come verità»: così descrive la sua arte. LF treoci.org casa.dei.tre.oci
La bambina con il pallone (1980) © Letizia Battaglia
A VENEZIA TUTTA LA CARRIERA DI LETIZIA BATTAGLIA, TRA LE PIÙ IMPORTANTI PROTAGONISTE DELLA FOTOGRAFIA ITALIANA CONTEMPORANEA
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ALL ABOUT WOMEN
ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA UNA MOSTRA PER RIFLETTERE SULLA RAPPRESENTAZIONE FEMMINILE
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e donne devono essere nude per entrare nei musei?», si domandavano in maniera provocatoria le Guerrilla Girls, il collettivo di artiste newyorkesi diventate famose negli anni ’80-’90. In effetti nella storia dell’arte i più famosi pittori hanno avuto modelle senza veli al centro delle loro ricerche. Il nudo femminile è stato considerato, nei secoli, forma da studiare, prototipo di grazia e bellezza o, all’opposto, di sensualità e perdizione, oggetto da ammirare o maledire. Le modelle incorniciate come madri caste, streghe tentatrici, eroine, muse, angeli o iconiche Vergini. La mostra Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, allestita alla Galleria d’Arte Moderna di Roma fino al 13 ottobre, riflette su come i cambiamenti sociali ed estetici, di epoca in epoca, abbiano influito sulla rappresentazione femminile nelle varie correnti artistiche. Un lungo percorso espositivo con opere tra la fine dell’800 e il contemporaneo, scandito da sezioni tematiche e corredato da videoinstallazioni, proiezioni, documenti fotografici e filmici d’archivio, canzoni popolari e interviste. Un ruolo, quello della donna, sempre in bilico, e teso verso una progressiva ricerca d’identità: femme fatale dannunziana, moglie e genitrice o crocerossina disciplinata sotto il fascismo, interprete delle prime conquiste civili con il voto del ’46, contestatrice dei modelli patriarcali,
Giosetta Fioroni fotografata da Marco Delogu, L’altra ego, (2012)
dalla fine degli anni ’60. Nei ’70 si affermano anche le artiste di tutti i tempi e personaggi come Artemisia Gentileschi e Frida Kahlo sono recuperate dal buio storico e poste tra le grandi della pittura. Oggi, l’articolata ricerca di Giosetta Fioroni, truccata, vestita e travestita, nel progetto fotografico L’altra ego, 63
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mostra come le tante l’identità di certe autrici si siano imposte nella crescente consapevolezza di sé, contro ogni pregiudizio. «Ho voluto fare il pittore a tutti i costi, quando ero sola in mezzo agli uomini», ha dichiarato. «E così è stato». LF S.G. galleriaartemodernaroma.it museiincomune #donneGAM
ROMA AL GIORNO
ARTE di Giuliano Papalini - paepa2010@libero.it
IL SENSO DI CHRISTIE’S PER L’ARTE ITALIANA IL DIRETTORE DELLA FILIALE ITALIANA DELLA FAMOSA CASA D’ASTE, CRISTIANO DE LORENZO, FA IL PUNTO SUL MERCATO DELL’ARTE
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Cristiano De Lorenzo 64
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i chiama Cristiano De Lorenzo, ha 44 anni, una laurea in storia dell’arte ed è il direttore generale di Christie’s in Italia. Una carriera eterogenea la sua, che spazia dallo spettacolo ai musei e alle fondazioni private, ma anche dall’università al giornalismo. Da oltre un decennio nel mondo delle aste, ha iniziato da Christie’s a Londra come responsabile delle pubbliche relazioni per Italia, Svizzera e Spagna, per poi trasferirsi a Hong Kong come braccio destro del presidente dell’Asia. Dal 2016 è tornato in Italia per consolidare la presenza della famosa casa d’aste nel nostro Paese. In questa intervista esclusiva alla Freccia, dalla prestigiosa sede milanese di Palazzo Clerici, anticipa i suoi programmi e fa il punto sul mercato dell’arte. Quali sono i progetti in cima alla lista delle sue priorità? In quanto direttore e rappresentante legale di Christie’s in Italia, la mia priorità è quella di garantire il funzionamento impeccabile delle nostre attività, nel massimo rispetto delle complesse regole che governano l’affascinante mondo delle aste. Sento il dovere di mantenere alta la nostra reputazione, servendo i nostri clienti nel miglior modo possibile, ma anche collaborando con le principali istituzioni private e pubbliche. Infatti, nel corso di oltre 250 anni di storia, Christie’s ha spesso contribuito alla tutela del patrimonio artistico mondiale. Per esempio, abbiamo collaborato alla restituzione di alcuni reperti archeologici allo stato italiano, consegnati a febbraio al ministro Bonisoli nella residenza londinese del nostro ambasciatore. Qual è lo stato di salute del mercato dell’arte, in Italia e nel mondo? Il 2018 è stato un anno davvero eccezionale per Christie’s. Con un totale record di oltre sette miliardi di dollari (+6% rispetto al 2017), abbiamo raggiunto il risultato più elevato nella storia delle aste e riconfermato la nostra posizione di assoluta leadership globale del mercato dell’arte. Si tratta di un risultato impressionante, trainato dalla vendita di alcune straordinarie collezioni come quella Rockefeller, il cui ricavato, di oltre 835 milioni di dollari, non è soltanto un record per qualsiasi collezione, ma è stato donato in beneficenza per volere della famiglia. La nostra presenza in Italia rimane forte grazie agli uffici di Milano e Roma e alla rete di rappresentanti regionali che lavorano MAR2019
Lucio Fontana, Concetto spaziale (1960) L’opera sarà offerta nell’asta Thinking Italian Milan del 3 aprile con una stima di 350-500mila euro
incessantemente per assistere le folte schiere di collezionisti attivi anche nelle nostre sale d’asta straniere. Quali tendenze, secondo lei, caratterizzeranno i prossimi mesi? Stiamo vivendo un momento storico particolarmente complesso, caratterizzato da scenari politici e finanziari in costante evoluzione. Malgrado alcune incertezze, grazie alla forte domanda e alla partecipazione sempre crescente di collezionisti internazionali, rimaniamo fiduciosi. Questo anche in ragione dell’accurato lavoro di continua analisi del nostro mercato e della pianificazione svolta per presentare nel migliore dei modi importanti opere e collezioni nei prossimi mesi. In questo contesto, quali mercati sono più interessati all’arte italiana? L’arte italiana ha sempre goduto di grande successo nelle aste di Christie’s, fin dal ’700. Anche oggi, che si tratti di dipinti antichi o dell’800, di arte moderna o contemporanea, di gioielli o vini, l’Italia è ben rappresentata in quasi tutte le nostre vendite nel mondo. I principali collezionisti della nostra arte, a prescindere da epoca e tipologia, sono europei e americani, con un crescente interesse da parte di Russia e Asia. E gli artisti italiani più apprezzati nelle vostre aste internazionali? Sono tantissimi. Da Raffaello a Leonardo da Vinci, dai Carracci al Canaletto, da Boldini a Modigliani. Il nostro ’900 non è da meno, con Lucio Fontana, Burri e Manzoni ai primi posti, ma anche i più recenti Boetti, Paolini, Carol Rama e contemporanei come Cattelan. Riesce a fare un identikit di chi compra l’arte italiana? 65
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Uno degli aspetti più interessanti del nostro lavoro è proprio il rapporto con i più grandi collezionisti del mondo, e oserei dire che l’arte italiana non manca quasi mai nelle migliori raccolte. In generale, il lavoro degli artisti italiani è particolarmente stimato da collezionisti colti, che conoscono e apprezzano il Belpaese. Non deve dunque sorprendere se un dipinto ormai celeberrimo come il Salvator mundi (record assoluto a 450 milioni di dollari nel 2017) sia stato acquistato da un cliente mediorientale o se il famoso Nu couché di Modigliani (record a 170 milioni di dollari nel 2015) sia oggi esposto in un museo privato di Shanghai. All’inizio di aprile si tiene Thinking Italian Milan, l’unica asta di Christie’s in Italia. Quale spazio avranno i nostri grandi maestri? Ci sarà qualche bella sorpresa? Christie’s offre due importanti appuntamenti annuali interamente dedicati all’arte italiana del secolo scorso. Si tratta delle aste Thinking Italian, curate da Mariolina Bassetti, presidente europeo del dipartimento di Arte del dopoguerra e contemporanea, e dal suo eccezionale team. Organizzate a Londra durante la Frieze Week di ottobre e a Milano in aprile, a ridosso di MiArt, queste vendite sono pensate per soddisfare la crescente domanda internazionale della nostra produzione. Forti dei risultati straordinari ottenuti lo scorso anno, con un magnifico Manzoni aggiudicato per quasi tre milioni di euro (record d’asta nazionale per un’opera d’arte del dopoguerra), e il totale più elevato raggiunto da qualsiasi vendita organizzata in Italia nel 2018, anche questa primavera non mancheranno le sorprese. I nomi noti saranno tanti e la qualità delle opere selezionate non deluderà neppure i collezionisti più esigenti.
Domenichino, San Giovanni Evangelista (1621-1629 circa) Venduto per oltre 9 milioni di sterline da Christie’s a Londra, è ancora il record mondiale per l’artista MAR2019
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© Miha Matavz
di Andrea Radic
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LA CAMPIONESSA DI SNOWBOARD MICHELA MOIOLI SI RACCONTA. TRA VITTORIE, SPORT E FAMIGLIA
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oglio vincere sempre, in ogni cosa che faccio. Anche oggi giocando a carte con mia nonna». E chi ha vinto? «Io, ovviamente». Rende meglio quando si diverte, quando è carica e serena: «La mia famiglia è la mia forza, davanti al cancelletto di partenza penso a loro, che sono davanti alla televisione». Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pyeongchang nel 2018 e Argento ai mondiali di Feldberg nel febbraio scorso, Michela Moioli, campionessa di snowboard, si racconta. «Parto spesso
da Bergamo per Milano e poi con le Frecce per Roma, mi piace viaggiare in treno, mi rilassa, guardo un film o fuori dal finestrino». Accanto a lei, mentre ci parliamo, la mamma Fiorella, che le fece scoprire lo snowboard a otto anni: «A casa nostra si va in montagna e sciamo tutti». Michela, sei nella squadra dell’Esercito, come devo chiamarti? Primo caporal maggiore. Sono entrata nell’Esercito quando ho compiuto 18 anni, ed è stata una fortuna, lo snowboard è uno sport costoso e lo stipendio mensile mi ha permesso di mantenermi e continuare ad allenarmi e gareggiare. Fino a che non sono arrivati i primi sponsor, è stata davvero dura. La prima neve a che età l’hai vista? Sono nata a luglio e, già lo stesso inverno, i miei genitori mi portavano in montagna dentro lo zaino. Sono cresciuta sulla neve ho sempre avuto una vera passione per la montagna e ci andavo tutti i weekend. Quando nevica per me è sempre una magia, è il mio mondo. Sugli sci a tre anni, a otto lo snowboard: ed è stato subito amore. Come è iniziata l’avventura agonistica? Mi ha notata lo snowboard club di Colere vicino Bergamo e ho cominciato. Il loro motto è “divertirsi è meglio” ed è un principio che condivido, poi viene l’agonismo. Anche oggi, durante le gare, il primo obiettivo è il divertimento, quando lo raggiungo
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mi muovo meglio, sono più bella da vedere e arrivano i risultati. Se sono tesa e penso solo al risultato, ecco che non arriva. Ho capito che sarei potuta diventare tra le più forti atlete di snowboard cross del mondo quando vinsi la mia prima gara a 17 anni in Russia. Sei esigente con te stessa? Sì, perché ho imparato che per vincere non basta essere bravi sulla tavola, ma serve una preparazione atletica molto seria tutto l’anno, un impegno costante. I valori dello sport sono anche quelli della vita? Lo sport ci insegna molto e tanto può essere trasferito nella vita quotidiana, come il rispetto per gli avversari che equivale al rispetto per gli altri. Ci insegna anche a primeggiare, dando il meglio e arrivando più preparati in qualunque occasione. Una lezione che serve sempre. Chi sono le persone che ti danno la forza? La mia famiglia è da sempre il mio principale sostegno. Quando sono giù sto con loro, mi conoscono, sanno se c’è qualcosa che non va. E penso sempre a loro prima di ogni gara. Alla vigilia della partenza per i Mondiali, sono stata a casa e mi sono goduta la famiglia con mia nonna Adriana, che è famosa su Instagram perché la taggo sempre nelle mie stories. Pranzo da lei quasi ogni giorno, è lei che controlla la mia alimentazione, tanti grammi di pasta, verdure, carne... Ti togli mai qualche sfizio a tavola?
SPORT
Sono un essere umano anch’io e una buona forchetta. Certo, da atleta evito il cibo porcheria, però ogni tanto la Nutella me la mangio. Nel tuo sport ci sono differenze tra donne e uomini? Nello snowboard cross, le piste sulle quali gareggiamo noi donne sono le stesse degli atleti uomini. Questo dimostra che siamo capaci di fare come gli uomini e anche meglio. L’anno scorso, nelle qualifiche, ho fatto tempi migliori di molti di loro. Siamo forti noi donne! Mai avuto paura del successo? Ho sempre voluto arrivare in alto. Cominciare a vedere che le cose mi portavano in quella direzione non mi ha mai spaventata, anzi mi ha caricato ancora di più, una conferma che ero e sono sulla strada giusta. Sei sensibile o un maschiaccio? Sensibilissima e super emotiva, piango spesso anche per gli altri, come per alcune medaglie di miei compagni di squadra. Vivere la mia emotività credo sia una fortuna, perché riesco a emozionarmi, a godermi di più certe cose. Vai in montagna solo per divertirti? Certamente, a Colere dove ci sono
Michela Moioli con Andrea Radic alla stazione di Bergamo
le mie piste, i miei fuoripista, solo per il piacere di farlo. Non indosso la giacca della Nazionale, sono io e basta. Ti piacciono i fan? Mi piace chi vuole conoscermi, sapere che persona sono, sentire la mia storia. Posso trasmettere loro qualcosa. Chi cerca solo un selfie o l’autografo mi piace meno. Che gioia quando al ritorno dalle Olimpiadi, la mia città, Alzano Lombardo, mi ha accolto tra due ali di folla, strade bloccate, striscioni, fumogeni, un casino pazzesco. Poi in Comune con la mia famiglia, tutti i miei amici e i concittadini. Hanno avuto anche loro una grande parte per il mio successo. Qual è il profumo della tua infanzia? D’inverno un misto tra l’odore della neve e del grasso che cola dalle seggiovie. In estate il profumo dei boschi, delle passeggiate in famiglia. Il tuo luogo del cuore? Casa mia, il mio paese, le mie colline, il mio giardino, sono triste quando vado via e felice quando torno. Che messaggi vuoi trasmettere ai giovani che si affacciano allo sport? 68
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La nuova generazione, che non è la mia, si trova in una situazione abbastanza difficile, con modelli proposti, soprattutto dai social network, abbastanza irraggiungibili, molto costruiti, quasi finti. Ai giovani suggerisco invece di farsi ispirare da figure sane, vere, penso ad atlete come Lindsey Vonn, un personaggio pazzesco. Colpita da diversi infortuni, ha lottato senza mai mollare, caparbiamente, ed è riuscita, prima di ritirarsi, a vincere la medaglia di bronzo ai Mondiali, dimostrando come il cuore e la mente possano andare oltre il fisico. Dunque si può coltivare un sogno? Assolutamente sì, non c’è motore più grande per andare al massimo. Io punto a grandi risultati e alle Olimpiadi che nel 2026 mi auguro vivamente che saranno in Italia e in Lombardia, la candidatura è partita e ce la meritiamo, come Regione e come Paese. Cosa è per te la felicità? Non tanto raggiungere un risultato, ma il percorso che si fa per ottenerlo, tanti piccoli passaggi per costruire qualcosa che ci renda felici.
SPORT di Sandra Gesualdi
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SULLA MIA STRADA LA STORIA DI LONAH CHEMTAI SALPETER, STELLA DELL’ATLETICA ATTESA ALLA MEZZA MARATONA ROMA-OSTIA DOPO LE VITTORIE DEL 2018
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ambe da gazzella, esili ma potenti, una falcata determinata e mai scomposta dalla stanchezza, lunghe treccine che le danzano sulle spalle. Lonah Chemtai Salpeter non avrebbe mai pensato di diventare una stella dell’atletica quando giocava nelle strade sterrate dell’Africa. Nel 2018, anno in cui si è dedicata completamente all’agonismo, ha vinto i Campionati europei a Berlino nei
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10.000 metri, stabilito i record nazionali d’Israele (Stato per cui gareggia), su tutte le distanze lunghe e si è classificata tra le migliori al mondo. Prima al traguardo della Firenze Marathon, lo scorso novembre, e a Roma sulla stessa distanza a fine anno. Lonah quando corre ha lo sguardo alto e dritto davanti a sé, come se volesse agguantare la strada da percorrere e come se finalmente avesse trovato il suo ritmo vitale.
SPORT Chi è Lonah? Sono una giovane donna, un’atleta professionista e la mamma di un bambino di quattro anni. Mio marito è anche il mio allenatore, viviamo in Israele, ma io sono nata in un villaggio degli altopiani in Kenya. Affronto con il sorriso le fatiche quotidiane e questo mi rende sempre più forte. Non vedo l’ora di tornare in gara per sfidare me stessa, oltre che le mie avversarie. Cosa ti ricordi degli inizi? In Kenya, dove sono cresciuta, era normale correre con gli altri bambini fino al fiume per prendere l’acqua o per andare a scuola. La vita era vissuta giorno per giorno, senza alcuna certezza nel futuro e diventare una sportiva non era certo una priorità nella mia famiglia. Un anno rappresentai la scuola in una gara degli 800 metri, ma alla partenza mi accorsi che gli altri avevano le scarpe, mentre io ero scalza. Preferii non disputare la finale, mi sentivo inferiore Poi a 20 anni hai lasciato il Kenya. Non avevo grandi prospettive nel mio Paese e nel 2008 mi sono trasferita in Israele per fare la babysitter presso un diplomatico. Nel 2010, tramite l'ambasciata, partecipai a una gara a Tel Aviv, mi sentii così felice che da allora iniziai a correre da sola in un parco vicino casa dove mi notò un allenatore, e così entrai in una squadra. In Israele conobbi Dan Salpeter, anche lui mezzofondista. Galeotto fu il fisioterapista e la tua vita è cambiata... Sì, ma non fu amore a prima vista. All’inizio con Dan ci fu una bella amicizia, tra allenamenti e competizioni, fino al 2013 quando dovetti rimpatriare in Kenya, e allora ci accorgemmo di essere innamorati. Nei mesi di lontananza continuai ad allenarmi, mentre lui predispose la documentazione per farmi rientrare in Israele. Nella primavera del 2013 ci riuscii e iniziai a vincere qualche gara, allenata da Dan. Nel 2014 ci
sposammo in Kenya e nacque nostro figlio Roy, ma la cittadinanza israeliana mi venne concessa solo due anni dopo. Avere un marito-allenatore è complicato? No, entrambi rispettiamo il ruolo dell'altro, in pista lui è il coach, e la sua profonda conoscenza delle mie aspettative e dei miei punti deboli è un vantaggio. Alla base c’è un legame forte. Quando hai capito di essere diventata una professionista? Nel momento in cui ho avuto la certezza che correre fosse proprio la mia strada. Le mie prestazioni hanno continuato a migliorare, mi sono sentita bene, gli sforzi e l’energia impiegati hanno dato risultati. Cosa rappresenta per te questo sport? È la mia passione, lo adoro e mi rende felice e in equilibrio psico-fisico. A novembre hai vinto la Firenze Marathon. È stata la mia maratona migliore, un record sul percorso con 2h24’16” e un momento bellissimo tra l’arte della città. Ci sono arrivata dopo un mese trascorso al caldo sulle alture keniane e decine di chilometri al giorno, su strade polverose. Ho tagliato il traguardo in piazza Duomo saltando, ero davvero soddisfatta e motivata. ll 10 marzo sei attesissima alla RomaOstia. Aspettative? In questa mezza maratona punto al mio record personale e desidero testare lo stato di forma in questa fase. E poi amo Roma e i suoi monumenti antichi, è come salire sulla macchina del tempo e fare un viaggio nel passato. La tua giornata? Due sedute di allenamento, mattina e sera per coprire dai 20 ai 30 km quotidiani. Mai prima di una tazza di caffè, però, e sempre dopo aver accompagnato e ripreso da scuola mio figlio. Nelle lunghe sedute di running amo mixare sentieri sterrati nel bosco a strade asfaltate, mentre due volte la settimana vado in palestra. Insomma
MARATONE D'APRILE
una vita tra atletica e famiglia. Com'è la vita di una mamma atleta? Non è stata facile la vita da atleta nei primi anni di vita di mio figlio Roy, soprattutto durante l’allattamento quando ho ottenuto il tempo per partecipare alle Olimpiadi di Rio. Ma ho sempre pensato che sarei potuta essere un esempio per lui e che un giorno avrebbe trovato ispirazione da questa grande passione di sua mamma. Cosa vuol dire per una donna oggi essere una sportiva a questi livelli? Agonisticamente è più stimolante rispetto al passato, il livello delle performance e dell’impegno è cresciuto esattamente come quello degli atleti. Psicologicamente sento di avere una marcia in più, lo sport permette di consolidare autostima e disciplina, caratteristiche utili anche nello studio e nelle attività lavorative. Lo racconto alle bambine e ai bambini attraverso un libro illustrato sulla mia storia e do loro consigli. Lo sport forma e migliora. La vittoria più bella? I Campionati europei dei 10mila metri e la maratona di Firenze: ho veramente lavorato duro per prepararmi. Cosa fai nel tempo libero? Lo trascorro con la mia famiglia e gli amici. Poi viaggio e faccio tanti incontri nelle scuole. Che cos’è la fatica? La stanchezza è il momento in cui il tuo cervello dice stop e tu devi vincere la sfida. Come ti immagini tra 20 anni? In pensione, ma sempre a occuparmi di atletica, magari in ambito istituzionale. Chissà, forse come membro del Comitato nazionale olimpico o in una fondazione che si occupa dei più piccoli. Come hai raggiunto i tuoi risultati? Impegno quotidiano, obiettivi chiari e seguendo i principi in cui credo: lottare sempre, essere fieri ma giusti, rispettare gli altri e condividere lo sport. Lonah-Chemtai Salpeter
Il 7 aprile triplo appuntamento con le maratone di Roma e Milano e la mezza di Firenze, che si correranno nel cuore delle città. Partenza ore 9. Se alla sfida sportiva delle tre manifestazioni si vuole aggiungere quella solidale, i corridori possono partecipare a una raccolta fondi sul sito retedeldono.com. Si tratta di una colletta online in favore di varie associazioni, tra cui Sport senza frontiere, la onlus che, dal 2011, si occupa di educazione e benessere psicofisico di bambini e adolescenti svantaggiati. generalimilanomarathon.it maratonainternazionalediroma.it halfmarathonfirenze.it sportsenzafrontiere.it 70
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SPORT di Flavio Scheggi
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UNA FARFALL A
SUL RING
Irma Testa in una scena del film Butterfly
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DAL 21 MARZO AL CINEMA BUTTERFLY, LA STORIA DELLA PUGILE NAPOLETANA IRMA TESTA
ola come una farfalla, pungi come un’ape», diceva Cassius Clay. «Spesso di un atleta si conoscono solo le sue imprese, ma dietro ogni sportivo c’è una vita che a volte può essere difficile», dice Irma Testa, classe 1997, la prima pugile italiana ad aver partecipato alle Olimpiadi (Rio 2016). Il 21 marzo esce nelle sale Butterfly, il film documentario di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, che in 80 minuti racconta non solo la vita dell’atleta, ma anche quella di una semplice ragazza che affronta problemi familiari e adolescenziali. Abbiamo raggiunto la pugile di Torre Annunziata (NA), che gareggia per le Fiamme Oro, al centro federale di Assisi dove si trova in ritiro con la Nazionale. Ad attenderla nei prossimi mesi una serie di appuntamenti, tra campionati europei e mondiali, e un unico obiettivo: qualificarsi ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Come è nata l’idea del film? Per caso, non c’era niente di programmato. I registi vennero in palestra per fare un’intervista al maestro Lucio Zurlo. Si appassionarono alla mia storia, a prescindere dallo sport, e decisero di seguirmi con le telecamere. Perché il titolo Butterfly? Quando ho iniziato a fare pugilato mi muovevo sempre, non mi facevo mai prendere. Il mio allenatore mi definì una farfalla sul ring. È difficile recitare? All’inizio sì. Venivo seguita da una troupe di quattro persone, 71
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era una cosa strana per me. Poi, con il passare del tempo, è diventata parte della mia famiglia. Come ti sei avvicinata alla boxe? Non avevo mai pensato al pugilato. Ho seguito mia sorella che lo praticava, la passione è nata per gioco. I miei neppure volevano. Spesso dichiari che tra le corde ti senti rinchiusa… Sul ring sei da sola. Affronti il tuo avversario per tre riprese da tre minuti ciascuna, più il recupero. Quasi 12 minuti in cui non ci sono vie di uscita. Hai paura quando combatti? Sì, di perdere. Il timore è quello di fallire un campionato per cui ti sei preparato da mesi, non quello di prendere brutti colpi, che sono messi in conto. Durante la gara c’è talmente tanta adrenalina che neppure li senti. Il dolore arriva la sera. Cosa ti dà la boxe? La strada giusta da seguire, e mi protegge da tante cose. Oltre a un’indipendenza che mi permette di vivere con serenità il mondo del lavoro. A Rio non è andata come speravi. Volevo vincere una medaglia. Ho peccato di inesperienza e, forse, non ero pronta per salire sul podio. Quanto pensi alle Olimpiadi di Tokyo 2020? Tantissimo (ride, ndr). Ci dobbiamo allenare per farle diventare realtà. Questa, con una maturità diversa, potrebbe essere l’occasione per riscattare l’esperienza di Rio.
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TEATRO
UOMINI SOLI
di Bruno Ployer
MASSIMO POPOLIZIO PORTA IN SCENA IL CAPOLAVORO DI HENRIK IBSEN. TRA POTERE E RESPONSABILITÀ ETICA PER L’AMBIENTE
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«È
una grande commedia». Così Massimo Popolizio parla di Un nemico del popolo, di Henrik Ibsen, in scena al Teatro Argentina di Roma dal 20 marzo. È sia protagonista che regista del testo di fine ’800, anticipatore di tematiche sociali rilevanti, costruito su un crudo confronto tra integrità e interessi materiali. Tutto si svolge in due giorni in un paesino dove la costruzione di una stazione termale ha portato grande sviluppo economico. Il dottor Stockmann scopre che le acque sono pericolosamente inquinate dagli scarichi di una conceria ma, dopo la sua denuncia a tutela della salute pubblica, si ritrova nemico del popolo. Il giornale locale, le autorità e i concittadini infatti lo abbandonano e lo avversano, perché la chiusura anche temporanea delle terme comprometterebbe gli interessi economici della comunità. «Stockmann – commenta Popolizio – è un personaggio stupidamente ingenuo, che non sa cavalcare la comunicazione, come si direbbe oggi. Nel suo discorso ai concittadini si lascia sfuggire frasi che fanno precipitare la situazione, come quando dice che i nemici della società non sono solo quelli che cambiano la verità, ma anche la maggioranza, perché impedisce di dire le cose come stanno. È un paradosso della democrazia sollevato in una situazione dove in realtà non si vede bene quale sia la ragione e quale il torto. Se è vero che l’inquinamento va risanato è vero anche che, dal punto di vista del sindaco, l’occupazione vale quanto la salute. Ci teniamo lontani dalla retorica e dal dare lezioni. Quest’opera è un grande specchio: risale alla fine dell’800, ma può interessare anche adesso. Non è attuale, è fin troppo attuale». La sua regia, in questa produzione Teatro di Roma-Teatro Nazionale, evidenzia l’aspetto brillante o quello drammatico del testo di Ibsen? Una cosa non esclude l’altra. Guardi al finale: «Sono l’uomo più forte del mondo», esclama il dottore. E la moglie ribatte: «No, sei l’uomo più solo del mondo». E lui: «Sì, combattiamo per la verità, quindi siamo soli. I forti devono imparare a essere soli».
Non è un lieto fine, non trova? No, non lo è, ma non ti fa neanche sentire tanto solo. Perché alla fine possiamo dire che esistono tanti uomini soli, oltre la maggioranza. La messinscena è moderna? No, siamo nei primi del ’900, in un villaggio perso nel nulla. Come nel film Dogville di Lars Von Trier, tutti conoscono gli scheletri nell’armadio degli altri, tutti sono ricattabili. Nel testo ci sono anche altri temi molto forti, come l’ambiente e l’inquinamento. In piena rivoluzione industriale Ibsen già pensava a questo problema. Sì, è la prima volta che si parla di inquinamento. Mi sembra la genesi di tutti quei film che parlano di azioni legali contro le industrie che inquinano. Quelli però sono film americani, sociali, dove lo spettatore parteggia subito per l’eroe, che sia l’avvocato o il giornalista d’inchiesta. A teatro è molto più divertente mischiare le carte, cambiare i rapporti tra i personaggi, ognuno dei quali ha un motivo per cambiare idea o andare avanti. Si parla anche di libertà di stampa. La libertà di stampa dietro la grande retorica. Un tema fortissimo anche oggi e probabilmente nei prossimi anni: viene esaltata la famosa "pancia" della gente. La parola intellettuale è come bandita dal quotidiano citato in Un nemico del popolo: se sei un intellettuale sei classista. Da Ibsen ci aspettiamo analisi psicologiche profonde e impegnative, ma qui non ci sono. I caratteri sono semplici. Questo è uno dei suoi primi testi, dove Ibsen quasi anticipa Brecht. È curioso anche che abbia cominciato a scriverlo a Roma nel 1882. Si parla di un posto sconosciuto, ma guarda caso questo microcosmo sembra appartenerci. Maria Paiato recita con costumi maschili. È il fratello di Stockmann, cioè il sindaco. Perché questa scelta? La verità è che dovevo farlo con Umberto Orsini, molti anni fa. Poi abbiamo cambiato idea perché lo spettacolo era molto impegnativo. Allora mi sono detto: se non c’è Umberto, con la sua forza e la sua autorevolezza, Maria può costituire una stranezza per 73
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fare uno spettacolo più incredibile, ma anche più pericoloso. Vorrei che questa edizione assomigliasse a un film di Tim Burton, dove il riso è amaro, acido, cattivo. In Un nemico del popolo ci sono voltafaccia continui, spietatezza, falsità, tutti nascondono qualcosa. Popolizio, lei ha diretto uno dei più grandi successi teatrali degli ultimi anni, Ragazzi di vita, tratto dal romanzo di Pasolini. Uno spettacolo molto premiato, che ha riempito le sale. Eppure si dice che il teatro sia in crisi. Lei che ne pensa? Ci sono pochi soldi e c’è un’offerta di teatro che è aumentata vertiginosamente in spazi di tutti i tipi. Il vero nemico è il pubblico bombardato, che come un grande blob assorbe tutto e ha sempre meno capacità critica. Non dico che si debba leggere il testo prima di andare a teatro, ma che almeno si sappia decifrare uno spettacolo. Questo è sempre più difficile. Quindi non c’è una crisi del teatro, ma una crisi del pubblico? Credo che sia proprio così. Le piace essere definito un allievo di Luca Ronconi? Sì, allievo mi piace. Attore ronconiano, invece, sembra un’offesa. Con Ronconi ho fatto 35 spettacoli in quasi 25 anni. È stato il mio imprinting e da questo mi sono dovuto liberare. Non avrei mai avuto il coraggio di fare una regia se Luca fosse ancora vivo, perché ognuno di noi elegge dentro di sé un giudice. Ronconi è l’esempio che il teatro è una cosa che si scrive nella memoria di chi lo ha visto. Non è mai esistito un metodo di Ronconi, che anzi combatteva l’idea che ce ne fosse uno solo. Tuttavia c’è un filo che lega certi attori, scenografi, costumisti con i quali lui ha lavorato. È un filo che va su e giù per l’Italia, è invisibile, ma esiste. Una specie di accordo su come si possa intendere il teatro. Comprende tanti aspetti: dalla severità alla lettura del testo. C’è anche un po’ di ironia nel non prendere troppo seriamente le cose, perché in fondo facciamo solo teatro. Eppure ti puoi permettere di dirlo solo se fino a quel momento hai lavorato sodo. La leggerezza e la semplicità sono un punto di arrivo, non di partenza.
TEATRO di Francesca Ventre Una scena di Allarmi della compagnia ErosAntEros
A SCANDICCI IL TEATRO È DI CASA GRAZIE AL PROGRAMMA DI RESIDENZE ARTISTICHE, LA FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA SOSTIENE IL LAVORO DI QUATTRO COMPAGNIE. PER UN 2019 DI PERFORMANCE PARTECIPATE
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iovane energia creativa da sostenere e valorizzare. È questo l’impegno socioculturale della Fondazione Teatro della Toscana per Scandicci e del Teatro Studio Mila Pieralli. StudioTeatro è il titolo del programma di residenze artistiche con performance partecipate organizzate dall’Istituto. Grazie a questa iniziativa, gli attori rimangono per molto tempo a Scandicci (FI), avendo così la
possibilità di confrontarsi con i cittadini e di provare insieme a loro prima di esibirsi. Protagoniste sono quattro giovani compagnie selezionate tra 133 partecipanti da tutta Italia: Stivalaccio Teatro, ErosAntEros, Collettivo L’amalgama, Malmadur. A queste si aggiungono poi quattro laboratori: Teatro dell’Elce, Domesticalchimia, Batignani&Faloppa e Pilar Ternera, in collaborazione Gogmagog e Meridiano Zero. Entusiasmo e voglia di fare sono le motivazioni che guidano gli interpreti sul palco. L’intento è differenziarsi dalla maggior parte dei progetti che erogano finanziamenti, ma poi abbandonano gli artisti. In questo caso fa la differenza un attento tutoraggio professionale, organizzativo e tecnico. Secondo il calendario, dopo una fase di laboratorio dal 22 marzo al 4 aprile, il gruppo Domesticalchimia si esibisce dal 5 al 7 aprile con La banca dei sogni. La performance, tratta dall’omonimo libro di Jean Duvignaud e Jean Pierre Corbeau, lavora sull’importanza dell’immaginazione in un’epoca in cui produrre prende il sopravvento su tutto. 74
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Da segnalare, poi, Stivalaccio Teatro, che dal 17 al 19 maggio, dopo due periodi di residenza dal 7 al 13 gennaio e dal 13 al 16 maggio, presenta Sêmi, una storia ambientata nelle Isole Svalbard dove c’è il bunker Global Seeld Vault. Contenendo la scorta di tutte le sementi del mondo, è presidiato a turno anche dalla delegazione italiana della Nato. Da questo spunto parte un giallo surreale sul germe della follia e con la necessità di individuare il male. Infine, dal 13 al 15 dicembre, dopo le due ultime fasi di residenza dal 21 al 27 ottobre e dal 2 al 12 dicembre, Malmadur chiude il 2019 di TeatroStudio con il progetto 50 minuti di ritardo, nato da un’esperienza accaduta realmente su un aereo alla compagnia di artisti. A causa di due profughi che provocano un ritardo nella partenza, alcuni minuti strappati alla quotidianità diventano l’occasione per riflettere sull’immigrazione. Durante lo show, una pagina Facebook gestita dalla cabina di regia comunica direttamente con gli spettatori chiamandoli a intervenire. LF teatrodellatoscana.it ilteatrodellapergola teatrodellapergola
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FATHER’S DAY di Silvia Del Vecchio
IN VIAGGIO
CON PAPÀ
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LUOGHI E METE PER FESTEGGIARE IL 19 MARZO
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comodamente in treno e sfruttando le interessanti riduzioni skipass per ragazzi e bimbi piccoli. La montagna è active anche nei family hotel: piste di fondo e discesa, ciaspolate, gite in motoslitta e pattinate sul ghiaccio al Mirtillo Rosso di Alagna Valsesia (VC), adrenalina pura all’Hotel Miramonti di Frabosa Soprana (CN), che organizza voli in deltaplano in massima sicurezza dal Monte Malanotte. Il weekend diventa speciale anche a Gardaland (VR), che quest’anno celebra la magia con nuovi show e attrazioni come la Foresta incantata e il Sequoia Magic Loop, e stupisce con le proposte dell’Acquario Sea Life. Non mancano offerte speciali e riduzioni per famiglie. Domenica 31 marzo, inoltre, alla Rocca di Lonato del Garda (BS) c’è Cittadella in festa. Le vie dell’antico borgo si animano di artigiani, cavalieri e dame in costume, per rivivere atmosfere d’altri tempi fra botteghe fedelmente ricostruite e 1
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an Giuseppe, padre putativo di Gesù, si festeggia il 19 marzo e insieme a lui, dall’inizio del XX secolo in Italia e in altri Paesi di tradizione cattolica, anche tutti i papà. Quest’anno è un martedì, ma nulla vieta di organizzare un bel fine settimana per coccolarsi in famiglia. Un’idea simpatica è fare ritrovare papà tra banchi, sedie, lavagne, gessetti e cancellini. Prenotando, per esempio, al b&b La scuola, a Lusiana, sulle colline vicentine tra Bassano del Grappa e Asiago, un edificio scolastico degli anni ’20 oggi riadattato a struttura ricettiva. Gli amanti degli abissi possono invece programmare una visita al Galata Museo del Mare di Genova, che il 19 prevede sconti per adulti e ragazzi. Giovedì 28 marzo, inoltre, ospita il surfista portoghese Hugo Vau, che ha cavalcato Big Mama, un muro d'acqua di 35 metri, per raccontare cosa si prova e come si arriva a surfare l’onda più grande nella storia di questo sport. E che dire di un bel massaggio per papà (e mamma) alle Terme di Bormio (SO), mentre i ragazzi scivolano nelle piscine coperte attrezzate con giochi d’acqua? Se invece si cerca più movimento, dopo giorni sedentari in classe e in ufficio, l’ente Aree protette del Po Torinese promuove giornate di trekking come Un anticipo di primavera, sabato 16. Un’occasione per ammirare colori e profumi di stagione nei parchi Colonnetti e Miraflores, con visita guidata al Mausoleo della Bela Rosin. Oppure c'è Il sentiero dei parchi, camminata coi bastoncini organizzata il 6 aprile dal Walking Center Piemonte. Gli appassionati della neve possono raggiungere il punto più basso del cielo con Skyway Monte Bianco, una meraviglia ingegneristica che consente di avvicinarsi alla cima del Monte Bianco (AO), avvolti da un panorama mozzafiato a 3.466 metri. In più, alla stazione intermedia Pavillon - The Mountain la mostra Hangar 2173 documenta l’impresa che ha consentito la realizzazione di quest’opera visionaria. Sempre con gli sci ai piedi si può trascorrere una giornata o un weekend con papà a Limone Piemonte (CN), raggiungibile
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antichi mestieri. Con tanto di laboratori manuali per bambini, giochi medievali, spettacoli e balli d’epoca. Impossibile dimenticare, poi, i papà amanti del calcio. Se la fede è rossonera il tour perfetto è a Casa Milan, museo interattivo ricolmo di palloni d’oro, trofei, foto, figurine e gadget. Sempre a Milano, si prosegue la giornata al Museo di San Siro, allestito all’interno dello stadio e dedicato alle due squadre della città. Per i bianconeri la destinazione è Torino: lo Juventus Museum è disseminato di scudetti, medaglie, scarpini, guantoni e quant’altro, ma anche l’Allianz Stadium, considerato il più bello d’Italia, merita una visita. Stop a Coverciano (FI), invece, per ricordare i momenti iconici degli Azzurri al Museo del calcio, tra Mondiali sfumati, combattuti e vinti. Nel Lazio un piccolo borgo medievale, quasi sospeso nello spazio e nel tempo, stupisce visitatori di ogni età. È Civita di Bagnoregio, in provincia di
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maxizeppolone gigante. Più a Sud si va alla scoperta del Parco nazionale dell’Appennino Lucano, un territorio ricco di itinerari, biodiversità, cultura e storia. A Marsico Nuovo (PZ), il ranch dell’Agriturismo Vignola propone lezioni di equitazione tenute da professionisti qualificati e organizza rigeneranti escursioni a cavallo e passeggiate in zona. Anche in Puglia, nel Parco del Gargano, gli amanti della
mountain bike e dell’equitazione possono immergersi nella Foresta Umbra seguendo le indicazioni dei vari centri visita. Tra i percorsi, merita il Bosco parlante: appuntamento al bivio Monte Sant'Angelo - San Giovanni Rotondo e spostamento in auto fino all’agriturismo La Torre - Taronna, da dove comincia l’esplorazione. Al rientro, le fatiche vengono ripagate dal pranzo a base di prodotti tipici. LF
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Viterbo, raggiungibile da un lungo e stretto ponte pedonale. L’atmosfera è quella delle corti, soprattutto se si sceglie di alloggiare presso Corte della maestà, una struttura nata dalla passione per il bello e dall’amore per l’ospitalità dello psichiatra e scrittore Paolo Crepet, che di questo luogo si è innamorato. A Subiaco (RM) Vivere l’Aniene organizza per grandi e piccini escursioni e attività a contatto con la natura come rafting (1), canoa, kayak, canyoning arrampicate e nordic walking, nello scenario dei Monti Simbruini. Nella Capitale, invece, dopo il 20 marzo – perché a decidere la data precisa di apertura è la natura – per circa un mese si potrà dire papà ti voglio bene con i fiori del TuliPark (2). Il festival olandese porta a Roma, in 26mila m2 a via dei Gordiani, oltre 360mila coloratissimi tulipani, con tanto di mulini a vento, klompen, attrazioni e spettacoli tipici dei Paesi Bassi. Direzione Napoli per le famiglie che mettono i peccati di gola al primo posto, per un tour fra le pasticcerie che per San Giuseppe fanno a gara di zeppole. Come Giovanni Scaturchio, che le prepara tutto l’anno, e le Pasticcerie Leopoldo dal 1940 con le varianti al cioccolato, pistacchio, fragola e il
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FATHER’S DAY di Cecilia Morrico
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A GIFT FOR DADDY
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n regalo per ogni occasione, ma anche per ogni carattere. Super attivo, modaiolo o globetrotter, tra abbigliamento e accessori le proposte dei brand accontentano proprio tutti. Se il papà è sportivo, ma anche cool come David Beckham, una sneaker fa al caso suo. Il modello più ricercato? La Nike Air Force 1, prima in classifica del Lyst index 2018, la graduatoria trimestrale dei prodotti di moda per lui più desiderati su scala mondiale. Se invece la passione per il pallone è solo da tifoso, oltre a una visita a Casa Milan, una bella sorpresa potrebbe essere lo zaino Brief di Piquadro. Il marchio italiano di accessori e pelletteria è infatti Official Tech Travel Partner della squadra rossonera e la linea riporta elegantemente i colori del team. Se invece il papà in questione è del tipo super elegante, allora via libera a pullover in morbidi filati, cappelli modello fedora, portafogli e calze griffate. Gli amanti dei viaggi hanno poi l’imbarazzo della scelta tra giacche tecniche per la montagna, scarpe da trekking per le scampagnate e un comodo trolley per un weekend in una città d’arte. Non sono infine da dimenticare i grandi classici, come rasoio, profumo e cravatta. Forse non così originali, ma sempre utili. LF
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01//Zaino interamente in pelle, dotato di tecnologia Bagmotic, Piquadro 02//Modello Roberto in feltro di lapin rasato con cinta in gros grain, Doria 03//Trolley realizzato con il recupero di bottiglie di plastica, Emiliano Ponzi x Mandarina Duck 04//Girocollo a maniche lunghe realizzato in cashmere ultralight, Falconeri 05//Pochette Volga con tasca anteriore con zip e catenella in resina, Louis Vuitton 06//Stivaletto in vitello spazzolato con allacciatura trekking, Guardiani 07//L’iconica sneaker Air Force 1 con ricami a contrasto, Nike 08//Calza lunga in cotone con fantasia micro stampe barbiere, Gallo 09//Piumino tinta unita con cappuccio regolabile, Save The Duck
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etallari d’Italia unitevi! È l’8 maggio l’unica data nel Belpaese della band di James Hetfield e Lars Ulrich, i Metallica. L’Ippodromo del Galoppo Snai di San Siro di Milano è pronto a ospitare il gruppo che ha saputo rivoluzionare l’heavy metal con il proprio sound duro e iperveloce. Per chi non risiede
nella Città del Duomo le Frecce e gli altri treni nazionali di Trenitalia offrono un’ottima opportunità per raggiungere l’imperdibile show. Con l'offerta Speciale Concerti è possibile spostarsi sui Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity e Intercity Notte con sconti tra il 20 e il 50%, a seconda dell’anticipo della data di acquisto, 82
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i punti vendita Venezia Unica oppure scaricando l’app Avm Official e inserendo il codice del voucher per caricare il biglietto nello smartphone. In più, grazie all’accordo fra Trenitalia e Fondazione Musei Civici Veneziani, Museum Pass a tariffa ridotta (¤ 18 invece di 24) per visitare la fitta rete dei siti museali e ingresso ridotto alle mostre temporanee del circuito per i soci CartaFRECCIA e i possessori di biglietto delle Frecce e degli altri treni con destinazione Venezia. Un modo per vivere a tutto tondo, e risparmiando, la Città di Canaletto e Goldoni. trenitalia.com | actv.avmspa.it | visitmuve.it MAR2019
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TRAVEL INFO Informazioni in tempo reale su puntualità, fermate, coincidenze
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ISTRUZIONI PER L’ACCESSO Collegarsi alla rete WiFi di bordo (WiFi Frecciarossa, Frecciargento e WiFi Frecce). Lanciare il browser Internet. Digitando qualsiasi indirizzo si aprirà l’home page del portale (se non viene visualizzata digitare direttamente portalefrecce.it). Per accedere a Internet è necessario autenticarsi con credenziali personali da creare attraverso una veloce registrazione. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com. Il servizio di connessione Internet WiFi è offerto da TIM. Per assistenza è possibile contattare il numero verde Telecom Italia 800.287515 Opzione 1, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 22 85
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FOOD ON BOARD
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LA CUCINA POPOLARE ITALIANA
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marzo Itinere propone un percorso gastronomico deliziosamente made in Italy. Si comincia con la torta salata di salsiccia e friarielli, che racchiude tutto il carattere della cucina napoletana, e con il risotto ai funghi, un classico delle regioni del nord. Come secondo, polpette al pomodoro, un gustoso
piatto di origine contadina, e carciofi spadellati, che esaltano l’inconfondibile sapore dell’ortaggio originario della Sicilia. Per finire in dolcezza con la caprese al cioccolato dalla meravigliosa consistenza morbida, tipica dell’isola di Capri. Tutti i menù proposti a bordo treno si possono consultare sul sito itinere.it. 88
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© ufficio stampa skytv/Ansa
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SALMONE ALL’ARANCIA ROSSA DI SICILIA CON FINOCCHI Lista della spesa (per 4 persone) 4 tranci di salmone, 3 arance rosse di Sicilia, 3 finocchi, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale q.b. Preparazione Pulire i tranci di salmone dalle squame. Usando un coltellino fine, tagliare le scorze delle arance evitando la parte bianca. Spremere i frutti ricavandone il succo. Aromatizzare con le scorze l’acqua di una vaporiera e portare a ebollizione. Intanto, mondare e affettare i finocchi. Quando l’acqua bolle, adagiare 89
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in due diversi cestelli i tranci di salmone e i finocchi. Far cuocere per circa dieci minuti. Nel frattempo, fare sobbollire in un pentolino il succo delle arance e regolare di sale. Vino consigliato Falanghina del Sannio Doc, Campania Colore giallo paglierino, aroma floreale e fruttato con sentori minerali dovuti ai terreni di origine vulcanica in cui cresce il vitigno. Al naso ricorda la frutta matura.
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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA Nel pieno dei festeggiamenti del 500esimo anniversario di Leonardo da Vinci, Palazzo Strozzi celebra Andrea del Verrocchio, il maestro di Leonardo, dal 9 marzo al 14 luglio a Firenze. Oltre 120 opere, tra dipinti, sculture e disegni, per la prima retrospettiva mai dedicata all’artista fiorentino simbolo del Rinascimento, mostrando al contempo gli esordi di Da Vinci con sei sue opere, alcune delle quali per la prima volta in Italia. Un’esposizione straordinaria che offre uno sguardo sulla produzione fiorentina tra il 1460 e il 1490 circa, l’epoca di Lorenzo il Magnifico. La mostra si propone di illustrare l’inesauribile vena creativa del maestro in un intreccio profondo e continuo tra pittura e scultura, presentando la sua opera nel dialogo costante con allievi fuori dal comune, per i quali la sua bottega fu luogo di intensa sperimentazione e condivisione. Nella storia dell’arte solo Giotto, Donatello e Raffaello hanno dato origine a una scuola paragonabile a quella di Verrocchio. Tramite il suo insegnamento si formarono artisti che hanno diffuso, in Italia e all’estero, il gusto e il linguaggio figurativo fiorentino, come testimoniano capolavori quali il David, in prestito dal Museo nazionale del Bargello, uno dei simboli assoluti dell’arte del Rinascimento e della Città del Giglio, e il Putto col delfino, dal Museo di Palazzo Vecchio, opera capitale e modello di naturalezza. Alla scultura si affiancano dipinti supremi come la Madonna col Bambino della Gemäldegalerie di Berlino e la Madonna col Bambino e due angeli e l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo della National Gallery di Londra. Promozione 2x1 per i soci CartaFRECCIA in possesso di biglietto delle Frecce con destinazione Firenze. palazzostrozzi.org
Andrea del Verrocchio Madonna col Bambino (1475 circa) Tempera e olio su tavola Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie
IN CONVENZIONE ANCHE TORINO • Museo Nazionale del Cinema MILANO • Museo della Scienza • A visual protest. The Art of Banksy fino al 14 aprile al Mudec • Ingres dal 12 marzo al 23 giugno, Il meraviglioso mondo della Natura dal 13 marzo al 14 luglio e Antonello da Messina fino al 2 giugno a Palazzo Reale • Bob Krieger Imagine dall'8 marzo al 30 giugno a Palazzo Morando VENEZIA • Musei Civici Veneziani • Canaletto e Venezia fino al 9 giugno a Palazzo Ducale • Futuruins fino al 24 marzo a Palazzo Fortuny • Venezia e San Pietroburgo fino al 24 marzo al Centro Culturale Candiani VICENZA • Il trionfo del colore fino al 10 marzo a Palazzo Chiericati e Gallerie d’Italia FERRARA • Boldini e la moda fino al 2 giugno a Palazzo di Diamanti GENOVA • Paganini rockstar fino al 10 marzo a Palazzo Ducale PISA • Bosh, Brueghel, Arcimboldo fino al 26 maggio allo Spazio degli Arsenali Repubblicani FIRENZE • Van Gogh e i Maledetti fino al 31 marzo a Santo Stefano al Ponte Cattedrale dell’Immagine ANCONA • Robert Capa - Retrospective fino al 2 giugno alla Mole Vanvitelliana ROMA • Pollock e la scuola di New York fino al 24 febbraio al Complesso del Vittoriano • La strada. Dove si crea il mondo fino al 28 aprile al MAXXI • Dream fino al 5 maggio al Chiostro del Bramante NAPOLI • Escher fino al 22 aprile al Pan • Chagal. Sogno d'amore fino al 30 giugno nella basilica della Pietrasanta Info su trenitalia.com
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FIRENZE AL GIORNO
NETWORK / / ROUTES / / FLOTTA Val Gardena
Bolzano
Courmayeur Bergamo Aosta Milano
Cortina d’Ampezzo
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Madonna di Campiglio
Udine
Val di Fassa
Trento Verona
Vicenza
Treviso
Brescia
Trieste
Venezia Padova
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Torino Reggio Emilia AV
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Firenze
La Spezia
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Ancona NO STOP
Siena Pescara Roma Fiumicino Aeroporto
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Bari Lecce Taranto
Catanzaro Lido
Reggio di Calabria
LEGENDA:
Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su www.trenitalia.com Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com
OLTRE 280 FRECCE AL GIORNO 92
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NETWORK DI OLTRE 100 CITTÀ UN
COLLEGAMENTI GIORNALIERI E DURATA MINIMA DEL VIAGGIO
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FRECCIAROSSA
FRECCIAROSSA ETR 500 Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
1a
FRECCIARGENTO ETR 600 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
Milano-Roma 2h 55'
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Roma-Venezia1 3h 12'
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FRECCIARGENTO ETR 485 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
Roma-Verona 2h 52'
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Milano-Venezia 2h 1
I tempi minimi indicati si riferiscono alla soluzione di viaggio più veloce con una delle tre Frecce, dalle stazioni centrali dove non specificato. I collegamenti comprendono sia i servizi di andata che di ritorno. Sono previste variazioni nel fine settimana e in alcuni periodi dell’anno. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni su trenitalia.com 1
Durata riferita al collegamento con Venezia Mestre
FRECCIABIANCA Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 603 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA ETR 460 Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIAROSSA ETR 1000 Velocità max 400 km/h Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 WiFi Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità Fasciatoio
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LA CARTA CORPORATE CLUB APRE LE PORTE DELLA LOUNGE DI ISTANBUL E DEI CHECK-IN RISERVATI ALLA BUSINESS CLASS.
I possessori della carta Corporate Club possono utilizzare i banchi check-in riservati alla Business Class e beneficiare della Lounge di Istanbul anche viaggiando in classe Economica.
PRIMA DI SCENDERE//RACCONTO INEDITO di Luisella Urietti
CLAIRE, UNA STORIA D’AMORE «L’
amore non sta nell’altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo. Ma perché ciò accada, abbiamo bisogno dell’altro», scrive Paulo Coelho nel romanzo Undici minuti. È quasi primavera, Claire sente l’aria fresca che le sfiora il viso ma la sua attenzione è catturata da ben altro. È il giorno che aspetta da tantissimo tempo. È al binario, quello giusto, con il cuore a mille, la mano sul manico del trolley, si è fermata in un cono d’ombra fra viaggiatori sbrigativi e insofferenti che aspettano l’arrivo del treno. Stava succedendo proprio a lei. Eppure lo sapeva, Claire da otto anni sapeva che quel momento, se avesse voluto, sarebbe arrivato. Difficile discernere fra la moltitudine di sensazioni ed emozioni, l’eccitazione forse è la maggiore. Un’eccitazione infantile, totalizzante, come quando da bambini abbiamo voglia di un gelato: non esiste null’altro al mondo che quel gelato e noi lo vogliamo più di qualsiasi altra cosa. Come se il mondo finisse subito dopo e noi perdessimo così la nostra capacità di volere, perché l’abbiamo consumata tutta in quell’unico prezioso istante. L’altoparlante annuncia l’arrivo del treno al binario 1. Il cuore di Claire ha un sussulto, come se non battesse già abbastanza in fretta, come se non fosse già tutta un turbamento. Si gira, vede i fanali sbucare dalla galleria, è un regionale con pochi vagoni… non sarà difficile individuarlo, pensa. Il treno le passa davanti rallentando, mentre lei cerca con lo sguardo dietro ai finestrini. Un tuffo al cuore: e se non ci fosse? Una voce dentro le fa eco:
questo non è possibile. Non sente più il cuore, non sente più nulla, ha fatto mille chilometri per incontrare una persona che è entrata nella sua vita otto anni prima, con cui si è soltanto scritta, per otto lunghi anni. Manca pochissimo e ha paura... paura di qualcosa che non sa definire. Il tumulto del cuore all’improvviso si calma e lei pare ritrovare per un momento se stessa e risentire l’aria fresca sul viso. La gente inizia a scendere dal treno. Sente il nervosismo, la fretta, l’indifferenza di chi la sfiora passando, mentre lei vive sensazioni completamente diverse. Si sente stordita e in attesa… in attesa che lui compaia e lei possa fare quello che sogna da troppi anni: buttargli le braccia al collo e dimenticare il mondo. Cerca con lo sguardo la meta del suo lungo viaggio: Frank. Anche lui, emozionato e felice, ha un sussulto del cuore quando il treno entra in stazione. La sera prima le aveva scritto: «Ho quasi 50 anni e sono passato attraverso l’inferno, di cosa dovrei mai avere paura?», ma sapeva benissimo che questa era la risposta della testa. Certo che aveva paura. Paura di cosa sarebbe o non sarebbe successo, ma era troppo tardi: il momento è arrivato, l’emozione è palpabile, la sente scorrere nel sangue, non riesce a pensare, il battito del cuore copre i pensieri e impone il suo ritmo a tutto il corpo. Scende dal treno e cerca di nascondersi dietro agli altri passeggeri, ma è troppo alto. Sa di volere una cosa più di tutto: stringere Claire tra le braccia e farle sentire che l’ama, che l’ama da talmente tanto tempo che gli sembra di aver aspettato questo momento per tutta la vita. La sera 95
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prima le aveva chiesto: «Secondo te, cosa succederà domani?». Lei aveva risposto di getto. «Ci ameremo, in un modo o in diversi modi. Lasciamoci sorprendere…». Questa donna così lontana da lui, che oggi il treno ha reso vicinissima, quel sorriso che l’ha conquistato in foto anni prima, oggi è reale. Luminosa e intensa, bellissima in quella luce primaverile che le fa risplendere i capelli dorati e gli occhi dai riflessi verdi. Ecco, finalmente è abbastanza vicina per accoglierla a sé, e stringerla forte. È un momento talmente intenso da togliere il fiato. Un miracolo che il treno ha reso possibile. LF
Impremix Edizioni, pp. 160 ¤ 14 Le storie narrate sono vere e testimoniano una cosa sola: che è possibile cambiare e realizzare i nostri sogni. Qualsiasi essi siano. Qualsiasi età abbiamo. L’unica cosa importante è diventarne consapevoli, ritrovarli nel nostro cuore e realizzarli. Per farlo, avere a fianco un alleato è molto meglio che essere da soli, perché da soli si cammina veloci, ma insieme si va più lontano.
PRIMA DI SCENDERE//FUORI LUOGO
© Angelo Chiariello/AdobeStock
di Mario Tozzi MarioTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]
LA PRIMAVERA DI MARGHERITA
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uando arrivate a Margherita di Savoia (BT) avvertite il paese ben prima di poterlo scorgere a vista. Già da lontano monta forte l’odore del sale. Lo spettacolo migliore si mette in scena al tramonto, quando il rosso violaceo degli stagni salmastri carica di sfumature inusitate il cielo, contro cui si stagliano le colline e i cumuli di sale candido, unici elementi per distinguerlo dal mare.
Un tempo l’intero insediamento pugliese era costruito in funzione delle saline della regina. Gli edifici erano bassi e disposti per favorire l’evaporazione e strappare più sale possibile al mare. Finita l’era del monopolio, si è scoperto che qui passano e nidificano decine di migliaia di uccelli, dal Cavaliere d’Italia fino a duemila straordinari fenicotteri rosa che ormai fanno parte
SAPIENS
del paesaggio, neanche fossimo in Tanzania. Le saline oggi sono diventate una piattaforma di sopravivenza al centro del Mediterraneo e la vegetazione è in ripresa, comprese piante officinali, asfodeli, erba medica marina, liquirizia e perfino papavero da oppio. A Margherita, poi, c’è qualcosa in più: immergendosi nelle acque madri del sale si traggono svariati benefici. In qualsiasi stagione. LF
Dal 30 marzo su Rai3 il sabato in prima serata è dedicato alla divulgazione scientifica grazie al nuovo programma condotto da Mario Tozzi, Sapiens, un solo pianeta. Il noto geologo cercherà di capire se i Sapiens sono veramente sapiens, analizzando diverse esperienze, in Italia e nel mondo, e mettendo in evidenza l’altra faccia dell'evoluzione della specie. Un lato della medaglia che oggi non può più essere ignorato, soprattutto per quanto riguarda la compromissione dell'ambiente in cui viviamo. rai.it/rai3
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Preacquista comodamente il tuo “Pasto a Bordo” ad un prezzo speciale insieme al biglietto Frecciarossa
Il servizio “Pasto a bordo” è soggetto a disponibilità. È acquistabile per i treni in cui è previsto il servizio, con un risparmio di 2€, contestualmente al biglietto Frecciarossa, entro le ore 24 di due giorni prima della partenza del treno. Iniziativa soggetta a condizioni, non disponibile per acquisti tramite App e Self-Service. Maggiori informazioni su trenitalia.com e itinere.it
Realizzazione grafica : Sylvia Tournerie. © Hermès, Paris 2019.
INCONTRO CON GLI ARTIGIANI DI HERMÈS
8 - 16 MARZO 2019
#HermesArtisan
8 marzo apertura dalle ore 16.00 9-16 marzo dalle 12.00 alle 20.00 Chiuso il lunedì
Museo dell’Ara Pacis Lungotevere in Augusta Roma ingresso libero