ANNO XIV | NUMERO 6 | GIUGNO 2022 | www.fsitaliane.it | ISSN 2785-4175
PER CHI AMA VIAGGIARE
YOUNG PER GLI UNDER 30 FINO AL 50% DI SCONTO CON CARTAFRECCIA Per viaggiare su Frecce, Intercity ed Intercity Notte Offerta a posti limitati e variabili, riservata ai clienti CartaFRECCIA che non hanno compiuto 30 anni, acquistabile fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta prevede sconti variabili dal 20% al 50% rispetto al prezzo Base. Maggiori informazioni su www.trenitalia.com
EDITORIALE
UN TEMPO NUOVO
U © JenkoAtaman/AdobeStock
n tempo nuovo è il claim della campagna istituzionale promossa dal Gruppo Ferrovie dello Stato con la presentazione del proprio piano industriale. Sulla Freccia di questo mese ne potete vedere alcuni frame, già in co-
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pertina. Il piano, presentato lo scorso 16 maggio, ha dilatato i tempi di pianificazione strategica del Gruppo dai canonici tre-cinque anni a dieci. È un arco temporale abbastanza ampio da accompagnare l’intero percorso realizzativo di una nuova infrastruttura,
dalla progettazione alla sua esecuzione, dare maggiori certezze a tutti gli stakeholder interessati a crearvi un indotto e calmierare rischiose volatilità ed estemporaneità. Insomma, una programmazione che non pensi soltanto a risultati di breve respiro e
talvolta effimeri, ma abbia uno sguardo lungo su fabbisogni finanziari e professionali e su un mondo della mobilità chiamato a cambiare, per il mutare dei costumi di vita e di quelli lavorativi, per i progressi tecnologici e, soprattutto, per oggettive esigenze di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Certo “un tempo nuovo” potrebbe sembrare, a prima vista, un claim pretenzioso, anche se formulasse soltanto un auspicio o un obiettivo. E non basterebbe il pur rilevante cambio di paradigma temporale del piano a giustificarlo. Ma c’è ben altro. Ci sono l’assunzione di persone e la rivoluzione digitale come veri cardini sui quali far ruotare il piano e i suoi obiettivi, non tanto e soltanto industriali. C’è la volontà di umanizzare la tecnologia, creare o potenziare connettività fisiche e digitali tra persone e territori, elevare i principi della sostenibilità e i valori etici a bussole di ogni azione. E arricchire il nostro e vostro tempo di stimoli e contenuti, come senza presunzione tenta di fare anche questa rivista. E siccome proprio con il tempo siamo abituati a lavorare, ne conosciamo il valore. Che
si tratti di misurare o pesare la qualità di quello impiegato per un viaggio (e giustifico ogni ironia sulla non sempre brillante puntualità), o quello per realizzare o mantenere in efficienza e sicurezza un’opera. Perché, accanto al flusso regolato da orologi e calendari, c’è quello percepito ed elaborato, come individui e comunità, contrassegnato da situazioni piacevoli o dolorose, interessanti o noiose, ordinarie o rivoluzionarie: che durino minuti, ore o anni, caratterizzano interi periodi di vita o addirittura epoche della storia, alle quali, proprio per una loro seppur semplificatoria connotazione, conferiamo un’etichetta e un nome. Noi tutti veniamo da oltre due anni di pandemia e da oltre tre mesi di guerra, scoppiata ancora una volta a pochi chilometri da noi. Non imporci attente riflessioni su quanto ci è accaduto e può accaderci sarebbe un atto di pericolosa ignavia. Non ridare al tempo, a ogni minuto della nostra vita, una pienezza di senso, qualunque sia il modo con cui intendiamo viverlo, sarebbe colpa grave. È proprio la percezione del tempo che scorre e
dell’uso che ne stiamo facendo e ne potremmo fare a rendere nuovo questo tempo. Non certo una novità assoluta, ma un fondamentale recupero di qualcosa che avevamo perso. E che può renderci capaci di umanizzare il nostro tempo e quella tecnologia digitale che ci ha permesso di restare vicini quando non potevamo esserlo. Di recuperare tempo per noi e i nostri affetti, non perdendo di efficienza, anzi, recuperandola. Una lezione che non dobbiamo disperdere, come donne e uomini che lavorano per vivere e rendere migliore l’azienda e il mondo in cui vivono. Come aziende che operano per far crescere il proprio Paese valorizzando i talenti e le diversità, non escludendo nessuno, e guardando oltre i propri confini per competere e cooperare con lealtà e impegno. Ecco, così il nostro tempo attuale non sarà mai definitivamente perduto, e la nostra personale recherche – dovessimo mai un giorno intraprenderla – non avrà bisogno delle briciole di una madeleine inzuppate di tè per farci riassaporare, con soddisfazione, il senso, il gusto e la passione di questo nostro tempo nuovo.
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SOMMARIO GIUGNO 2022
IN COPERTINA UN TEMPO NUOVO
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UN TRENO DI LIBRI
LA SCELTA DEL CORAGGIO
Nell’Invito alla lettura di questo mese La Freccia propone il nuovo romanzo di Sally Rooney, Dove sei, mondo bello
54 pag.
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UN IDEALISTA CONCRETO
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UN CAMMINO PER TUTTI
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FUGA NEL PASSATO Il Castello Chigi di Castel Fusano, la Serra moresca nella Capitale e il Villino Morani ad Arsoli. Tre luoghi da scoprire a Roma e provincia
RAILWAY HEART
VACANZE NEL VERDE
66
INTRECCI DI TRADIZIONE
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TRACCE DI UMANITÀ
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ESTATE A TUTTO LIVE
INNOVATION
24 ITALIA CHE FA IMPRESA
The Chemical Brothers, Muse, Placebo, Blanco e i Maneskin. Da giugno i festival rock riaccendono le piazze d’Italia con i grandi nomi internazionali
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OGNI STORIA È UNA VITA
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IL GUSTO DI PEDALARE
81
DONNE IN GIRO
63
28
84
AGENDA
IL RESTAURO DEL FUTURO
32
OSTINATAMENTE PITTRICE
89
GUSTA & DEGUSTA
92
ESTATE A TUTTO LIVE
34
96
WHAT’S UP
EFFETTO FESTIVAL
98
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L’ISOLA DEL FASHION
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103
LATTE A COLORI
104
IMMAGINI DA ASCOLTARE
109
CAPOLAVORI DELL’ISTANTE
125
PRIMA DI SCENDERE LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO
111 SCOPRI TRA LE PAGINE LE PROMOZIONI E LA FLOTTA DELLE FRECCE i vantaggi del programma CartaFRECCIA e le novità del Portale FRECCE
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I numeri di questo numero
Tra le firme del mese
PER CHI AMA VIAGGIARE
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XIV - NUMERO 6 - GIUGNO 2022 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 24/05/2022
190 miliardi
gli investimenti del Gruppo FS per il Piano industriale 2022-2031 [pag. 8]
Foto e illustrazioni Archivio FS Italiane Adobestock Copertina: © Federica Valabrega per Allucinazione Agenzia creativa Hdrà Adv, Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore
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CESARE BIASINI SELVAGGI
le cicliste del Giro donne 2022 [pag. 82]
Da marzo 2017 è direttore editoriale di Exibart.com ed Exibart on paper. Manager culturale per diverse fondazioni italiane, svolge anche un’intensa attività di consulenza di comunicazione strategica d’impresa e per l’internazionalizzazione del made in Italy
i brand presenti all’edizione estiva di Pitti Uomo a Firenze [pag. 99]
640
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT Info su creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it
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EDITORE
le foto selezionate per la World Press Photo Exhibition 2022 [pag. 105]
Communication Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma fsitaliane.it Contatti di redazione Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it
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MATTEO FAVERO Dopo gli studi in Scienze internazionali e diplomatiche, è stato consulente del ministero degli Affari Esteri per la cooperazione italiana allo sviluppo e del Formez. Ora si occupa di sostenibilità e anima le attività dell’Associazione nazionale per il clima Globe Italia
Direttore Responsabile Responsabile Prodotti Editoriali Caporedattrice Coordinamento Editoriale
FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale
In redazione Segreteria di redazione Coordinamento creativo Ricerca immagini e photo editing Hanno collaborato a questo numero
Marco Mancini Davide Falcetelli Michela Gentili Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre Gaspare Baglio, Angela Alexandra D’Orso, Irene Marrapodi Francesca Ventre Giovanna Di Napoli Claudio Romussi Gerardo Adinolfi, Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Peppone Calabrese, Claudia Cichetti, Alessandra Coppa, Matteo Favero, Francesca Fabiana Ferrandi, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Alessio Giobbi, Sandra Jacopucci, Valentina Lo Surdo, Luca Mattei, Filippo Nassetti, Michela Passarin, Enrico Procentese, Andrea Radic, Elisabetta Reale, Gabriele Romani, Davide Rondoni, Floriana Schiano Moriello, Flavio Scheggi, Mario Tozzi, Fabiola Zanetti
REALIZZAZIONE E STAMPA
FRANCESCA FABIANA FERRANDI Nata a Roma nel 1994, si è laureata in Lettere con indirizzo italianistica. Dal 2017 è caporedattrice della rivista letteraria Nuovi argomenti. Collabora con l’Accademia Molly Bloom, con Mondadori e con quotidiani e riviste culturali
Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa
PROGETTO CREATIVO
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli
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VALENTINA LO SURDO Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica con anima rock, presentatrice, speaker, attrice. Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino
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PER CHI AMA VIAGG IARE
PER CHI AMA
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FRECCIA COVER
L’impresa ferroviaria in miniatura. Courtesy Hzero © Juri Ciani
LA FERROVIA IN MINIATURA di Flavio Scheggi
Questa è la storia di un sogno iniziato negli anni ‘70, quando il marchese Giuseppe di San Giuliano entra in un negozio di giocattoli, a Firenze, per acquistare il modellino di un’automobile. Qui la sua attenzione viene rapita da un treno dell’azienda tedesca Märklin. Proprio questo diventerà il primo elemento di un plastico ferroviario che non ha mai smesso di crescere. Dopo pochi anni, la ferrovia in miniatura raggiunge i 150 m2. Nel 1985, per motivi di spazio, viene trasferita nel fienile della casa colonica di famiglia, in Val d’Arno. Ma presto anche questa soluzione finisce per non essere più adeguata e così, dal 2000, l’opera viene rilocata in un hangar alle porte di Firenze. Dallo scorso 29 maggio, grazie all’impegno dei figli dell’ideatore, la creazione è esposta all’interno di Hzero, un progetto museale aperto a Firenze in piazza degli Ottaviani, a
mescoupsdecoeur
due passi dalla stazione di Santa Maria Novella. Il plastico, che ha ormai raggiunto i 280 m2 di superficie, può essere ammirato nella sua totalità da appassionati, bambini e sognatori. Realizzato in scala 1/87, dimensione ottimale per garantire dettagli e visione di insieme, riproduce scenari realistici e fantasiosi, dove i paesaggi montani delle Dolomiti incontrano le architetture di Berlino e le coste dell’Isola d’Elba. Tra i più grandi in Europa, il plastico di San Giuliano si distingue per la creatività dell’ideazione, l’estrema cura nel dettaglio e la resa delle ambientazioni. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione di molteplici appassionati che, nel tempo, hanno partecipato alla sua realizzazione. hzero.com hzero_museum 7
RAILWAY heART
© Archivio FS Italiane
COSTRUIRE
GUARDA AL 2031 IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DEL GRUPPO FS: 190 MILIARDI PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DI INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ A SERVIZIO DEL PAESE di Gerardo Adinolfi 8
© Archivio Anas
IL FUTURO
«Quello che vogliamo fare in questi dieci anni con il nostro Piano industriale è rendere molto più integrato il sistema delle infrastrutture, della logistica, degli spazi urbani e della mobilità», ha spiegato la presidente Nicoletta Giadrossi. «Sono certo», ha continuato l’amministratore delegato Luigi Ferraris, «che le nostre persone, oggi come ieri, sapranno trasformare questo piano in realtà, mostrandosi all’altezza delle sfide che ci aspettano. Inizia per tutti un tempo nuovo». Gli investimenti del Piano sono ambiziosi. Quando le opere ferroviarie oggi in corso di realizzazione o progettazione verranno completate, le distanze saranno ancora più corte: si potrà viaggiare da Napoli a Bari in due ore invece che in tre ore e 35 minuti, collegare Torino, Milano e Genova tra loro in un’ora, andare da Palermo a Catania in due ore e da Milano a Trieste in tre ore e 50, invece delle quattro ore e 20 attuali. Ma, soprattutto, la sinergia tra ferrovia e strada sarà massima, già nella fase di progettazione delle nuove infrastrutture.
Nell’arco di un decennio, il Piano punta anche ad aumentare la quota di passeggeri che si spostano in treno, con investimenti in convogli sempre più green ed efficienti, nella tecnologia – con una piattaforma unica per la pianificazione di viaggi e biglietti – e nel digitale per migliorare la connettività a bordo dell’Alta Velocità e del trasporto regionale. Punta poi a raddoppiare le merci trasportate dall’11% al 30%, come previsto dall’Agenda 2030 dell’Onu, a riqualificare i tessuti urbani, a rendere le stazioni hub dell’intermodalità ma anche centri di utili servizi e funzioni, a consolidare la presenza internazionale diventando una multidomestic company in Europa. Tra le novità, anche la creazione di impianti di energia elettrica da fonti rinnovabili, per coprire almeno il 40% del fabbisogno aziendale e ridurre le emissioni di CO². Entro il 2040, infatti, il Gruppo FS ha l’obiettivo di diventare carbon neutral. fsitaliane.it FSitaliane fsitaliane
L’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris e la presidente Nicoletta Giadrossi
© Archivio FS Italiane
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n tempo nuovo per la mobilità di persone e merci, le infrastrutture, lo sviluppo sostenibile del Paese. Un tempo nuovo in cui connettività, innovazione, valorizzazione delle persone sono parole d’uso comune, fattori abilitanti per trasformare una visione strategica e industriale in concretezza e certezza. Il tempo nuovo del Gruppo FS è iniziato: si propaga giorno dopo giorno lungo binari e strade d’Italia e d’Europa, nelle officine e negli uffici, nelle stazioni e a bordo di treni, bus, navi. Ovunque si parli di mobilità, ovunque si metta in pratica la mobilità, integrata, green, interconnessa, caratteristiche necessarie per convincere sempre più persone a lasciare l’auto a casa e spostarsi in treno, mezzo ecologico per eccellenza. Il nuovo Piano industriale del Gruppo FS parte da una realtà composta da più di 82mila dipendenti, oltre 10mila treni al giorno, un miliardo di presenze annuali su treni e bus e 45 milioni di tonnellate di merci l’anno trasportate. Un piano che inizia nel 2022, anno in cui le conseguenze della guerra in Ucraina si intersecano con la coda pandemica, e guarda al futuro, al 2031. Nel mezzo ci sono dieci anni in cui i 190 miliardi di investimenti previsti serviranno a favorire il trasporto collettivo multimodale rispetto al trasporto privato, dare certezza di esecuzione alle opere infrastrutturali, incrementare, fino a raddoppiare rispetto al 2019, il trasporto merci su ferro, rendere le infrastrutture ferroviarie e stradali più sostenibili, accessibili, integrate efficacemente fra loro, aumentare il grado di autonomia energetica del Gruppo attraverso fonti rinnovabili e contribuire, in questo modo, alla transizione ecologica. Con l’obiettivo di rendere l’Italia un Paese più moderno, contribuendo a ridurre il gap infrastrutturale tra Nord e Sud del Paese e connettere il Meridione con l’Europa. Per riuscirci, e valorizzare tutte le società del Gruppo, è emersa l’esigenza di ridefinire la governance, dando vita a quattro poli di business (Infrastrutture, Passeggeri, Logistica, Urbano), ognuno con chiari obiettivi strategici. La parola d’ordine è integrazione.
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LA SOLIDITÀ DELLA
LEGGEREZZA OSSERVARE IL MONDO CON OCCHI DIVERSI. PER COGLIERE CON FIDUCIA LE OPPORTUNITÀ DEL FUTURO. QUESTO IL FOCUS DELLA CAMPAGNA ISTITUZIONALE CHE ACCOMPAGNA IL PIANO INDUSTRIALE 2022-2031 DEL GRUPPO FS A cura della Redazione
In queste pagine, immagini tratte dal backstage e dal film istituzionale del Gruppo FS Un tempo nuovo, realizzato dall’agenzia creativa Hdrà Adv 10
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mmaginare diversamente noi stessi e le relazioni con gli altri. Osservare ciò che ci accade da nuove angolazioni. Tutto questo è Un tempo nuovo, il film istituzionale del Gruppo FS che accompagna il Piano industriale 2022-2031. Una campagna nata per sottolineare l’importanza del momento storico che stiamo vivendo, in un mondo che ha bisogno di reagire e tenere insieme percorsi ed esigenze diverse, per guardare con fiducia alle opportunità del futuro. Una conquista di leggerezza, che può avvenire solo con strumenti solidi. Ad accettare la sfida di raccontare per immagini questo messaggio è stato il regista Paolo Genovese. Che, parlando dell’Italia e degli italiani,
ha impresso sulla pellicola le esperienze più positive e innovative degli ultimi anni, guardando a quelli che ci aspettano. Il film istituzionale, prodotto da Cattleya e realizzato dall’agenzia Hdrà ADV, è stato pianificato sulle maggiori emittenti tv nazionali, le testate online e i canali social.
Nella campagna stampa di Un tempo nuovo, illustrata nelle pagine 1418, il focus rimane sempre sulle persone: i colori e le sfumature di ogni soggetto creano un vero e proprio format fotografico, che contribuisce nella narrazione della nuova fase del Gruppo FS.
Con questo QR code puoi guardare il film istituzionale del Gruppo FS Un tempo nuovo
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15 © Agenzia creativa Hdrà Adv
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A TU PER TU di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it
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arlo Inglese lavora come capotreno nella Direzione Business Regionale nel Lazio. E concilia la sua esperienza professionale in Trenitalia con quella artistica, dividendosi tra l’ambiente delle ferrovie e quello della street art. Quando hai cominciato a lavorare nel Gruppo FS? Il mio viaggio nel mondo dei treni è cominciato durante il militare nel Genio ferrovieri, un reparto specializzato dell’Esercito. Qui ho potuto seguire un percorso di formazione ferroviaria a 360 gradi, prima a Torino e poi in altre città italiane, che nel 2001 mi ha consentito di entrare in Trenitalia con il ruolo di capotreno. Le tappe del tuo percorso? Dopo circa 15 anni trascorsi in Veneto mi sono trasferito a Roma per lavorare nel trasporto regionale del Lazio. In questo modo, ho potuto seguire l’evoluzione dei treni regionali fino ai nuovi convogli di ultima generazione, Rock, Pop e Jazz. Fai il lavoro che sognavi? In realtà, quando ho terminato gli studi da geometra e la facoltà di architettura, volevo intraprendere la carriera artistica, passione che mi ha sempre accompagnato, sin da giovanissimo. Ma sono comunque riuscito a conciliare i due mondi nel migliore dei modi, a volte riuscendo anche a farli incontrare. Raccontaci quest’altro aspetto della tua vita. Nutro un forte interesse per la street art e mi piacciono i contesti urbani in cui poter esprimere la creatività. Da qualche anno ho ripreso a dipingere, come facevo da studente, a sviluppare nuove idee da autodidatta e a organizzare piccole mostre. Ora questa attività è parte integrante della mia vita. Utilizzo la tecnica urbana ma non dipingo sui muri: anziché lasciare la mia impronta sulla strada porto l’universo street e i suoi elementi sulle mie tele. Mi districo tra colori vivaci e contrasti di chiaroscuro e utilizzo vari tipi di materiale che cerco di accostare con armonia per raggiungere una maggiore forza espressiva. Come può contribuire il tuo lavoro all’arte? Non di rado il contesto ferroviario è stato fonte di ispirazione per questo genere espressivo. Attraverso alcuni contest organizzati dal Gruppo FS, molti artisti sono stati contattati per riqualificare certe aree ferroviarie. In alcune di queste esperienze, come il ripristino e la valorizzazione del sottopassaggio della stazione di Milano Porta Garibaldi, sono stato coinvolto in prima persona. Insomma, il connubio tra hub e street art è più vivo che mai. Un tuo progetto artistico? Di recente ho riflettuto sul tema della censura partendo dai volti di 15 personaggi emblematici, tra cui il grande campione di ciclismo Marco Pantani. Ne è nata un’esposizione alla galleria Noa-Nuova officina delle arti di Roma in cui ho approfondito argomenti come la repressione sociale e culturale, la delegittimazione delle idee e la demonizzazione di persone considerate scomode, dall’esistenza travagliata e per certi aspetti avvolta dal mistero. Ho usato le tecniche del décollage e della combustione. La mostra, dal titolo Parla Piano, di silenzi e di censure, resta aperta fino a metà luglio.
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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE
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arco Fossati, professionista nel mondo del fashion a Milano, utilizza spesso il treno per lavoro e ci racconta la sua esperienza di viaggio tra nord e centro Italia. Di cosa ti occupi? Sono uno stilista di abiti per l’alta moda, soprattutto femminile. Lavoro a Milano, capitale delle sfilate, dove si anticipano le nuove tendenze nazionali e internazionali del settore. Mi ha sempre colpito l’eleganza nel vestire, oltre all’accurata scelta del dettaglio, così ho scelto di intraprendere la professione di style designer, che coniugo con quella di assistente nell’organizzazione di eventi. Come è comiciato il tuo percorso professionale? Fin da giovane ho sentito la necessità di conoscere nuove realtà. Dopo il liceo mi sono trasferito a Londra per intraprendere gli studi in fashion design, con l’idea di tornare poi a Milano, e così è stato. Ho cominciato a lavorare in proprio e per conto terzi, sia con privati che con aziende, muovendomi spesso in treno per seguire iniziative e coltivare rapporti professionali, soprattutto tra Venezia e Firenze, le mete predilette per il mio lavoro. Che tipo di viaggiatore sei? Assiduo. Il treno è un mezzo di trasporto a cui sin da piccolo, quando non avevo ancora la patente, ho sempre legato un senso di libertà, scoperta ed emancipazione. Utilizzare le Frecce per lavoro, poi, mi consente di seguire più appuntamenti nel corso di una giornata, in diverse città. Spesso mi sposto da Milano a Roma, dove partecipo a eventi sportivi di pattinaggio sul ghiaccio e nuoto sincronizzato. Uso il treno con frequenza, più volte alla settimana tra primavera e autunno, programmando i viaggi con largo anticipo. A volte viaggio con i miei collaboratori e le attrezzature di lavoro al seguito, trovando sempre il massimo comfort anche negli spazi a disposizione. Un servizio che apprezzi particolarmente? Quando disponibile prediligo l’area del silenzio, dove è bandito l’utilizzo del cellulare. È un’opzione molto apprezzata da chi vuole lavorare e concentrarsi senza dover parlare al telefono. Il personale di bordo è sempre attento a far rispettare questa regola, che per molti passeggeri fa la differenza e rende il viaggio più confortevole, specie nelle fasce della mattina presto e in tarda serata, le mie preferite. Cosa apprezzi di più del tuo lavoro? Come consulente di immagine mi piace trovare spunti creativi sempre nuovi e studiare i dettagli importanti, ma metto molta attenzione anche nell’organizzare eventi. Tutto questo mi spinge ad approfondire continuamente i temi legati alla mia professione, non solo per arricchire la parte stilistica, ma anche per capire l’ambiente e il contesto in cui opero. La stessa cura che metto nel mio lavoro la ritrovo quando viaggio sulle Frecce, sia nella disponibilità del personale di bordo, sia nell’eleganza della loro divisa, caratteristiche del brand Frecciarossa in qualunque livello di servizio. Un ottimo esempio di quanto la forma sia anche sostanza.
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INNOVATION
© Paulista/AdobeStock
LA SCIENZA PER LE DONNE
IN OCCASIONE DELLA RACE FOR THE CURE, IL GRUPPO FS PREMIA DUE RICERCATRICI DEL POLICLINICO GEMELLI DI ROMA PER UN INNOVATIVO STRUMENTO DI INDAGINE SUI TUMORI FEMMINILI di Michela Passarin
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nnovazione in campo medico per la lotta ai tumori femminili. È questa la motivazione che ha consentito ad Alba Di Leone e
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Chiara Naro, studiose del Policlinico universitario Gemelli di Roma, di ricevere il Premio FS per la ricerca scientifica.
L’occasione è stata la prima tappa della 23esima Race for the Cure, la grande manifestazione internazionale per la lotta ai tumori del seno organizzata dall’associazione Komen Italia in partnership con il Gruppo FS. Le due ricercatrici hanno portato avanti una vera e propria sfida terapeutica contro i tumori detti “triplo-negativi”, un tipo di carcinoma mammario particolarmente aggressivo che non risponde a cure standard.
Lo studio che hanno condotto, premiato da FS, propone di utilizzare, nell’ambito della medicina di precisione, un innovativo strumento di indagine in grado di identificare nuove strategie di trattamenti personalizzati e affidabili per contrastare questo male. «Chiara si concentra sul microscopio e sulle analisi, mentre io guardo negli occhi le donne che mi raccontano delle loro vite, dei figli, mi fanno domande sul futuro e vogliono sapere se li vedranno crescere», spiega Di Leone, chirurgo del Centro integrato di senologia del Gemelli di Roma, parlando della sua collega, biologa della Fondazione dello stesso Policlinico. «Quello ricevuto dal Gruppo FS è stato un riconoscimento inaspettato», commenta Naro, «che va a tutta la squa-
dra con cui lavoriamo quotidianamente, in particolare la dottoressa Eleonora Cesari, il professor Riccardo Masetti, il professor Claudio Sette e tutti i nostri colleghi». Il Villaggio della salute al Circo Massimo ha fatto da sfondo alla premiazione, che ha dato alle due studiose la possibilità di uscire da una “bolla” fatta di laboratori e ospedali. «Si è aperta una finestra attraverso la quale siamo potute entrare in contatto con tante donne e invitarle a non dimenticare gli screening, in un contesto informale che contribuisce a mettere le persone a loro agio e aiuta a vincere la paura dei controlli». In occasione dell’appuntamento capitolino di Race for the Cure, infatti, sono state organizzate tante iniziati-
ve legate allo sport e al fitness, alla sana alimentazione, al benessere psicologico e soprattutto alla prevenzione, con esami diagnostici gratuiti. Un momento di condivisione costellato da testimonianze di donne che stanno affrontando o hanno affrontato e vinto la lotta contro il tumore al seno. Roma, Bari e Napoli sono state le prime tappe della manifestazione, che prosegue dopo l’estate anche a Bologna (16-18 settembre), Brescia (23-25 settembre), Matera (30 settembre-2 ottobre) e Pescara (7-9 ottobre). Per mantenere alta l’attenzione sulla ricerca scientifica e sull’importanza di prendersi cura di sé. raceforthecure.it
© Archivio FS Italiane
Le ricercatrici Alba Di Leone e Chiara Naro con il Chief Communication Officer del Gruppo FS, Luca Torchia, durante la premiazione a Roma, il 5 maggio scorso
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L’ITALIA che fa IMPRESA
VIA COL NASCE BELEOLICO, IL PRIMO PARCO EOLICO MARINO DEL MEDITERRANEO. IN GRADO DI GENERARE PIÙ ENERGIA RISPETTO AGLI IMPIANTI SULLA TERRAFERMA di Matteo Favero Foto © Renexia
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a un lato ci sono le coscienze che guardano con sempre più attenzione alla sostenibilità ambientale, dall’altro una situazione internazionale che impone l’inderogabile cambiamento delle politiche di approvvigionamento energetico. In mezzo, un progetto che punta a rappresentare una risposta, simbolica e concreta, a questi due enormi e complessi interrogativi. Inaugurato il 21 aprile nelle acque di fronte a Taranto, Beleolico è il primo parco eolico marino non solo d’Italia ma di tutto il Mediterraneo. «Ci sentia-
mo un po’ dei pionieri», dice Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, società del Gruppo Toto attiva nelle rinnovabili che è riuscita, prima tra tutti, a trasformare in realtà un progetto di tale portata. Che cos’ha di speciale un impianto eolico sul mare? Sfrutta la maggiore potenza del vento, è meno impattante visivamente e ha a disposizione spazi enormi per poter essere sviluppato. Noi crediamo che sull’eolico offshore si possa costruire una filiera industriale di primo livello. Le nostre esperienze negli Stati Uniti
In questa pagina e nella successiva, il parco eolico marino Beleolico
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ce lo insegnano. E poi si tratta di una tecnologia che rappresenta una concreta alternativa alle centrali che impattano sull’ambiente, contribuendo così alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, nel rispetto delle direttive europee. Come è strutturato Beleolico? L’impianto comprende dieci pale per una capacità complessiva di 30 MW e assicurerà una produzione di oltre 58 mila MWh, pari al fabbisogno annuo di 60mila famiglie. In termini ambientali vuol dire che, nell’arco dei 25 anni di vita prevista, consentirà di
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Paese. Che tipo di vantaggi può portare all’Italia? L’opera è il nostro contributo per muovere i primi passi significativi nel cammino verso la transizione energetica e calibrare così un energy mix che ponga al centro le fonti rinnovabili. Puntare a una crescente autonomia energetica che sia sostenibile, nel rispetto delle norme europee sulla decarbonizzazione, è un obiettivo prioritario che l’attuale situazione internazionale ha portato alla ribalta. E siamo orgogliosi di esserne parte. Perché avete scelto Taranto? Innanzitutto, per le caratteristiche del territorio, a cominciare dalla forza del vento, che qui può garantire una costanza non indifferente. Simbolicamente, poi, è bello che l’energia pulita nasca proprio di fronte al polo industriale di Taranto, un segno dell’inversione di tendenza, in senso sostenibile, del sistema produttivo italiano. Inoltre, nell’arco dei 25 anni della concessione del parco, contiamo di avviare una filiera industriale specializzata, con Taranto che potrebbe diventare un punto di riferimento per un settore in forte crescita come quello dell’eolico offshore. In questa città bisogna sempre tenere in considerazione il porto… L’Autorità di sistema portuale del Mar Jonio ci ha molto aiutati in questi mesi,
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risparmiare circa 730mila tonnellate di anidride carbonica. Voglio aggiungere che si tratta di un progetto “verde” anche perché, completato il ciclo, l’impianto può essere totalmente smontato e tutti i materiali, acciaio compreso, sono riciclabili. E mi piace sottolineare che il progetto ha avuto il favore delle principali associazioni ambientaliste italiane. Quanto è costato e con quali fondi è stato finanziato? In totale, sono stati investiti circa 80 milioni di euro, tutti di provenienza privata. Da questo punto di vista è stato molto importante l’apporto della banca d’affari francese Natixis e dell’advisor tedesco Fichtner. Ci abbiamo davvero tutti creduto. È stato difficile realizzarlo? Per raggiungere il traguardo ci abbiamo messo 14 anni, che non sono pochi. Ma parliamo di una prima assoluta per l’Italia anche per ciò che riguarda i percorsi amministrativi e tecnici, oltre che per la burocrazia. È stato davvero difficile mettere assieme i pezzi. Sfide complicate e inedite, che abbiamo superato perché abbiamo continuato a crederci. Oggi, quando guardiamo le pale entrare in funzione, ci sentiamo orgogliosi. E ci auguriamo che per altri progetti simili sulle rinnovabili, in tutta Italia, ci voglia meno tempo e ci siano meno difficoltà. Ne gioverebbe tutto il
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L’ITALIA che fa IMPRESA
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anche se si è trovata alle prese con un lavoro inedito che ha coinvolto mezzi e operazioni speciali. Abbiamo firmato un accordo che prevede la cessione di almeno il 10% dell’energia da noi prodotta, pari a 220 MWh annui, per consentire l’elettrificazione del porto. Questo comporterà lo spegnimento dei motori delle navi all’ancoraggio, con riduzione elevata dell’inquinamento e delle emissioni. In prospettiva, elettrificare completamente i porti è fondamentale per un Paese come l’Italia, con una tradizione marittima e una posizione strategica nel Mediterraneo, soprattutto in un momento in cui si stanno ristrutturando i traffici commerciali internazionali. renexia.it
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AGENDA a cura di Luca Mattei ellemme1 lucamattei1 - l.mattei@fsitaliane.it e Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it
save GIUGNO the date 2022 ROMA 16 GIUGNO >3 SETTEMBRE Sull’Isola Tiberina, nel cuore di Roma, prende il via la 28esima edizione di una delle più note kermesse dedicate al cinema. Ottanta giorni di programmazione, per immergersi nel mondo della finzione del grande schermo, tra proiezioni, mostre, eventi speciali, masterclass e incontri con ospiti italiani e internazionali. L’estate romana torna con un evento amato tanto dai romani, quanto da turisti e viaggiatori. Un’edizione che si arricchisce di una veste nuova, con esperienze e performance di arti digitali, musica, teatro, letteratura, fotografia, e proposte food. Ma che vede protagonista assoluta sempre la migliore cinematografia contemporanea e di repertorio, attraverso incontri con critici e professionisti. Le due sponde sul fiume Tevere sono pronte ad accogliere due sale en plein air. L’Arena, che dà verso il ponte Fabricio, è riservata alla programmazione principale con i suoi 500 posti, con accesso a 6 € (ridotto a 5). Il Cinelab, rivolto verso Trastevere, con accesso gratuito, ospita il cinema indipendente e documentari. Il 2022 segna un’altra novità: un gemellaggio con Parigi porta
© Luca Dammicco
ISOLA DEL CINEMA
La sala Arena, in una delle passate edizioni
la Nouvelle Vague a Roma, mentre nella Ville Lumière sbarca Dolcevita-Sur-Seine. Sull’Isola Tiberina, inoltre, viene ricordato Pier Paolo Pasolini a 100 anni dalla nascita. Omaggi speciali anche a tre grandi del passato: l’attrice Monica Vitti, il regista Federico Fellini, il compositore Ennio Morricone. isoladelcinema.com
Le Grotte di Catullo sul Lago di Garda 28
STRAVAGANZE IMPERIALI SIRMIONE (BS) 2 GIUGNO>30 LUGLIO L’arte contemporanea approda sul Lago di Garda, alle Grotte di Catullo. L’area archeologica, che conserva i resti della più grande e lussuosa residenza privata romana dell’Italia settentrionale, ospita per 36 serate maxi-installazioni luminose multimediali dell’artista Vera Uberti e un trittico digitale del fotografo David LaChapelle. La mostra trasforma in un museo a cielo aperto il luogo dove sembra abbia soggiornato il poeta latino, che definiva Sirmione gioiello tra tutte le isole e penisole dei mari e dei laghi. Le visite serali, dalle 20:45 a mezzanotte, creano un’atmosfera che accomuna in un’unica esperienza visiva ed emotiva la bellezza dell’antico e del contemporaneo. maimuseum.it
JOHN MADU. THE YEAR OF THE MASQUE MILANO 10 GIUGNO>8 LUGLIO La Fondazione Mudima ospita per la prima volta in Italia uno dei rappresentanti più significativi della nuova avanguardia contemporanea in Africa occidentale. Il nigeriano John Madu è un pittore noto per il figurativismo simbolico delle sue tele di notevoli dimensioni, come le 16 in mostra. Attraverso un linguaggio innovativo e un’ampia gamma di tecniche, tra cui il collage, le vernici acriliche e spray, vuole denunciare le difficoltà economiche e politiche derivanti dalla decolonizzazione, le leadership corrotte e inefficaci, la brutalità della polizia e il tribalismo. In apparenza questioni di politica interna, in realtà conseguenze dell’ambiguità con cui l’Occidente ha portato avanti il cosiddetto processo di indipendenza di quest’area africana. mudima.net
John Madu, If only life was a circus (2022) © Studio Rémi Villaggi-Metz
CROSS FESTIVAL VERBANIA, AMENO E ORTA SAN GIULIO 8 GIUGNO>2 LUGLIO La rassegna internazionale di arti performative sul Lago Maggiore spegne dieci candeline, con un’edizione nel segno della sostenibilità ambientale ed economica. Il payoff dell’evento, Be the change, è un invito a rappresentare in prima persona il cambiamento. Quest’anno il festival si sdoppia: dall’8 al 12 giugno va in scena a Verbania e poi, dal 17 giugno al 2 luglio, si sposta sul lago D’Orta, tra Ameno e Orta San Giulio (NO). L’animo green della kermesse viene evidenziato già dal primo grande evento in programma: il 10 giugno il teatro Maggiore ospita Botanica, spettacolo di musica e scienza dedicato a madre Terra, realizzato dal collettivo Deproducers con un frontman d’eccezione, il filosofo Telmo Pievani. crossproject.it
Il collettivo di musicisti Deproducers
GENOVA SESSANTA GENOVA FINO AL 31 LUGLIO La rivoluzione degli anni ‘60 nel capoluogo ligure viene raccontata in una mostra al Teatro del Falcone, negli spazi di Palazzo Reale, attraverso varie espressioni creative, dall’architettura al design, passando per la fotografia. In quel decennio, infatti, le arti visive hanno subito un’accelerazione produttiva, grazie a stimoli culturali rinnovati e nuovi linguaggi, cambiamenti economici e sociali. L’esposizione è un viaggio in quel fermento, attraverso opere di autori genovesi o attivi nella città in quel periodo: dagli scatti di Lisetta Carmi e Giorgio Bergami a dipinti e sculture di artisti come Lucio Fontana, Andy Warhol, Mimmo Rotella e Gio Ponti, oltre a disegni, arredi, grafica pubblicitaria, oggetti industriali. palazzorealegenova.beniculturali.it Lisetta Carmi, Genova-Porto (1964) Courtesy Archivio Lisetta Carmi © Lisetta Carmi Martini & Ronchetti
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AGENDA
SAYURI ICHIDA: FUMIKO BOLOGNA FINO AL 22 LUGLIO L’idea della personale della fotografa Sayuri Ichida, al PhMuseum Lab, nasce da una scatola di biscotti trovata dall’artista nella casa dei nonni. Conteneva una serie di fotografie, scattate dall’infanzia all’età adulta, della madre Fumiko, scomparsa a 47 anni per un tumore ai polmoni. Grazie a questa scoperta, Ichida comprende che gli ultimi mesi di sofferenza vissuti dalla mamma erano solo una piccola parte di un’esistenza molto più ampia e felice. Instantanee che raccontano i viaggi, la gravidanza o le giornate in famiglia riempiono così un vuoto e generano un nuovo ricordo. La mostra aggiunge alle immagini di repertorio scatti più recenti, dando vita a una narrazione visiva che fa riflettere sul destino, la memoria e l’accettazione della morte. phmuseumlab.it
MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA PESARO 18>25 GIUGNO La 58esima edizione del festival, ospitato nella città Capitale italiana della cultura 2024, vede protagonista il grande cinema con la proiezione in apertura del film cult E.T. l’extra-terrestre e momenti dedicati a Mario Martone. Il regista, reduce dalle riprese di Nostalgia con Pierfrancesco Favino, viene omaggiato con una retrospettiva, la pubblicazione di una monografia e una tavola rotonda aperta al pubblico. Le proiezioni della kermesse sono ad accesso gratuito su prenotazione. Nell’occasione saranno annunciati i vincitori del concorso di critica cinematografica rivolto ai giovani e del primo concorso italiano di video saggi rivolto agli studenti di cinema di tutto il mondo. pesarofilmfest.it
© Luigi Angelucci
© Sayuri Ichida/Fumiko
Una serata di proiezioni dell’edizione 2020
CORRENTI DEL NERA FESTIVAL UMBRIA 11 GIUGNO>3 LUGLIO Spoleto, Ferentillo, Vallo di Nera, Scheggino, Montefranco, Polino, Sant’Anatolia di Narco, Arrone e Norcia, i principali comuni della Valnerina, zona compresa tra i fiumi Nera e Velino, sono la location dei concerti promossi dalla Filarmonica umbra per far ritornare il pubblico nelle zone colpite dal sisma del 2016. Si parte l’11 giugno da Scheggino, con Musica da ripostiglio, si chiude il 3 luglio a Montefranco con Valnerina project, album sull’antica vita locale, fatta di racconti al focolare, superstizioni, partenze e ritorni. filarmonica-umbra.com
Scheggino (PG) 30
ARCHEOLOGIA DA SPIAGGIA NAPOLI FINO AL 31 LUGLIO L’artista Maurizio Finotto ha dedicato la sua ricerca decennale a recuperare oggetti di plastica abbandonati sugli arenili per farne opere contemporanee. Nel Museo nazionale archeologico di Napoli sono esposte 13 sue creazioni che dialogano, anche ironicamente, con una decina di testimonianze del passato tirate fuori dai depositi per l’occasione. Un galeone sintetico del XXI secolo è affiancato alla riproduzione di un’imbarcazione antica. Un canopo, tipico vaso egizio che contiene le viscere del defunto, in alabastro, bicchieri, tazze e coppette in terra vesuviana fanno mostra di sé mentre vasi canopi in plastica rappresentano le nuove divinità della società dei consumi. Nelle vetrine anche Astro robot, moderno dio del Sole, o Nelsen, testa a forma di pipa dall’origine misteriosa. mann-napoli.it Maurizio Finotto davanti a una vetrina della mostra
CVTÀ STREET FEST CIVITACAMPOMARANO (CB) 23>26 GIUGNO La piccola Italia del Sud che resiste offre i suoi muri agli artisti di tutto il mondo. Il borgo molisano accoglie anche nel 2022 uno dei più grandi festival italiani di street art. L’edizione numero sette vede come protagonisti altrettanti talenti internazionali e un programma di eventi gratuiti, tra musica dal vivo, dj set e proiezioni di film. In questa occasione il paese, che conta 400 abitanti, si riempie di 23mila presenze, tra amanti dell’arte urbana, turisti e viaggiatori. A grande richiesta ritornano anche le passeggiate e le visite guidate gratuite, alla scoperta delle oltre 50 opere realizzate lì negli anni da autori come Thiago Mazza, David de la Mano e Martin Whatson. cvtastreetfest.it Un’opera di Thiago Mazza
GLI ARTISTI DI TERRA D’OTRANTO LECCE FINO AL 24 LUGLIO La mostra, allestita dalla Banca popolare pugliese nel Museo storico città di Lecce (Must), consente di gettare uno sguardo sulla cultura regionale del ‘900. Più di 40 le tele scelte, firmate da artisti che hanno descritto usanze e costumi della Puglia. In esposizione una parte della collezione raccolta negli anni dall’istituto di credito, che con il suo impegno ha sostenuto gli artisti. Si possono ammirare opere come le vedute immersive di Vincenzo Ciardo e le raffigurazioni di rituali sacri create da Giovanni Stano, le architetture fantasmagoriche di Tonino Caputo e i paesaggi pop di Fernando De Filippi. mustlecce.it
Giovanni Stano, La processione (1943?) 31
GUSTA & DEGUSTA
di Andrea Radic
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SAN DOMENICO PALACE A TAORMINA: NUOVA STAGIONE TRA ARTE E ALTA CUCINA
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Il chiostro del San Domenico Palace
ntico convento del XIV secolo, il San Domenico Palace a Taormina ha ospitato reali, artisti e star di Hollywood che lì hanno vissuto momenti meravigliosi. Le stesse sensazioni che l’hotel firmato Four Seasons trasmette oggi grazie alla bellezza degli ambienti, i giardini a terrazze con vista sul golfo e l’intimo chiostro. Il direttore Lorenzo Maraviglia ha valorizzato gli interni con il restauro delle opere antiche e la presenza di pezzi d’arte contemporanea: un mix davvero elegante. Principe Cerami è la tavola gourmet e Anciovi il fascinoso ristorante a bordo piscina. Lo chef Massimo Mantarro disegna specialità con ingredienti locali, cotture perfette e ghiotti sapori, una cucina che soddisfa sguardo e palato. Pasta maritata, pesci di scoglio e verdure di primavera è il piatto firma del menù. Al Bar & Chiostro si esprime il talento di Juri Romano, interprete di una mixology fatta di fantasia e rigore. Al San Domenico la prima colazione è puro spettacolo: terrazza affacciata sul golfo, ricercati formaggi locali, una carta delle uova e l’arte della pasticceria siciliana in tutto il suo splendore grazie al pastry chef Vincenzo Abagnale. Per iniziare la giornata: granita di mandorle e brioche con il tuppo. Infine, lo staff del San Domenico propone originali escursioni alla scoperta delle grotte vulcaniche e degustazioni dei vini dell’Etna. fourseasons.com/taormina
CASCINA DEL COLLE: ABRUZZO VINICOLO PASSIONE DI FAMIGLIA
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n anfiteatro naturale delimitato dalla Maiella, dalla città di Chieti con il Gran Sasso alle spalle e dal mare. Questo è Villamagna, piccolo antico borgo dove il vino è una cosa seria. È il nonno di Alessio e Gianluca D’Onofrio che, alla fine degli anni ’50, impianta i primi vigneti. La cantina nasce nel 1997 e, fin da subito, presenta una forte identità. Vini che consentono di gustare l’eccellente qualità delle uve e di leggere con chiarezza a ogni sorso l’identità del territorio e le robuste escursioni termiche, riconoscendo la passione dei produttori. Dal Montepulciano d’Abruzzo con il possente ed elegante Negus – 24 mesi di affinamento in legno francese e americano – al Trebbiano Duca Minimo, come amava appellarsi Gabriele D’Annunzio, abruzzese verace, che presenta raffinati sentori agrumati e una beva di bella sapidità e immediata freschezza. Fino al Villamagna Riserva: al naso spezie, cuoio e balsamicità con la frutta sullo sfondo, 32
La famiglia D’Onofrio
intenso e diretto, di bel carattere. Al palato è di struttura con adeguato spettro tannico. Persevera nella lunghezza con nota identitaria e territoriale. Da provare anche la linea bio di Cascina del Colle e i notevoli rosati. In attesa di nuove esperienze che possono nascere dalla passione di famiglia. lacascinadelcolle.it
PIETRAMARE NATURAL FOOD: ELEGANTE ESPRESSIONE DELLA PROFONDA ANIMA CALABRESE
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Da sinistra: Raffaele Vitale a capo del team, lo chef Nicola Annunziata, il botanico Carmine Lupia
iamo sulla splendida costa della Calabria, a Praialonga, poco distante da Crotone. Qui sorge il Praia Art Resort, dove la cura del dettaglio è totale e l’arte delle architetture e degli arredi si unisce a servizi dedicati che fanno sentire l’ospite come a casa. Spiaggia privata e pineta sono oasi del relax in questo luogo magico realizzato dall’imprenditore Raffaele Vrenna, che crede profondamente nelle potenzialità della sua terra e le sviluppa al meglio. Un piccolo paradiso in cui lo chef Nicola Annunziata esalta i prodotti del luogo, dal pesce alle carni e patate della Sila, dai vegetali dell’orto agli agrumi, fino ai profumi come il lentisco. Una cucina di prossimità che segue i ritmi della natura e utilizza le materie prime di piccoli produttori selezionati nel tempo. Un respiro contemporaneo che si basa sulla tradizione della terra calabrese e, con tecniche attuali e stile, ne trae i sapori più veri. Spaghetto spezzato in zuppa ionica, pesto rosso e polvere di olive nere oppure Linguine alle vongole veraci, acqua di prosciutto dell’Aspromonte e lievito di birra sono piatti con i quali Annunziata può permettersi di osare, in un crescendo di abbinamenti perfettamente equilibrati quanto originali. Le camere, le suite e le ville sono anch’esse meritevoli della stella Michelin che premia il ristorante. praiaartresort.com
GRAND HOTEL FASANO: CUCINA GOURMET E LUSSO NATURALE SUL LAGO DI GARDA
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esidenza di caccia realizzata per la famiglia imperiale austriaca nel 1888, il Grand Hotel Fasano, da tre generazioni di proprietà della famiglia Mayr, affascina con le sue architetture neoclassiche, il parco secolare, la contemporaneità e il comfort di servizi che diventano coccole per gli ospiti. Tra questi l’Aqua Spa, con due piscine, una coperta e una all’aperto, unite da un suggestivo tunnel d’acqua. Due gli chef che operano sull’elegante palcoscenico del Fasano, entrambi nuovi ingressi: Maurizio Bufi alla guida del ristorante Il Fagiano e Pasquale Tozzi alla guida del Magnolia e del Pescatore. Raffinato nelle sue creazioni, Bufi unisce prodotti del territorio e tecnica con grande talento come nella Cartellata di luccio, patata affumicata, capperi e olive o in Karota, esegesi del vegetale. Il maître e sommelier Nicola Filippello guida una sala di alto livello. Chef Tozzi porta invece al Magnolia una cucina italiana concreta e intelligente con piatti ghiotti come i Bigoli con sarde di lago, aneto e briciole croccanti. Al Pescatore protagonista è ovviamente il pesce, in abito elegante e creativo. Goloso esempio lo Scampo, vitello e foie gras. Il bar e la Gin lounge sono il regno di Rama Redzepi, vero artista del cocktail. ghf.it
I giardini sul lago del Grand Hotel Fasano 33
© Leo Aversa
WHAT’S UP
LE PORTE DEL
CAMBIAMENTO 34
LA CANTAUTRICE BRASILIANA MARISA MONTE SI PREPARA A GIRARE L’EUROPA CON IL DISCO DI INEDITI PORTAS. PRIMA TAPPA A MILANO, IL 16 GIUGNO di Gaspare Baglio
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l concerto sarà composto da canzoni che riassumono tutte le fasi della mia carriera, da quelle del primo album fino ai brani di Portas. Al mio fianco c’è una band impeccabile. Inoltre, la comunicazione con il pubblico è rafforzata da immagini ed effetti visuali». Con queste parole la cantautrice, musicista e producer brasiliana Marisa Monte, vincitrice di quattro Latin Grammy Award, presenta i live legati al nuovo disco Portas, che fonde in un melting pot di stili musicali, pezzi essenziali e acustici, tracce più vibranti e complesse. La prima tappa del tour europeo è al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 16 giugno. Due giorni dopo sale sul palco del Teatro Massimo, a Cagliari, mentre il 9 luglio illumina Umbria Jazz. Una voce unica, per uno spettacolo intimo e coinvolgente. Da non perdere. Perché ha fatto passare dieci anni prima di tornare? Ho messo in piedi alcune collaborazioni con diversi artisti, un tipo di dialogo che mi piace molto, ma che durante i tour non riesco a realizzare per mancanza di tempo: il progetto Samba Noize al Bam di New York, una serie di live con Paulinho da Viola, un lavoro di inediti, un album dal vivo e una tournée internazionale con i Tribalistas. A un certo punto era arrivato il momento di dedicare tempo a me stessa, sentivo la mancanza della mia espressività in solitaria. Stavo per entrare in studio quando è scoppiata la pandemia. Quanto è cambiata la sua musica in questi anni? Dai vari incontri hanno cominciato a venir fuori inedite interazioni e diverse canzoni. Questo repertorio è il risultato di quello che sono oggi e del rapporto con nuovi e vecchi collaboratori.
gasparebaglio
Cosa vuole esprimere con Portas? Le porte sono un elemento molto simbolico e hanno dentro vari significati: passaggio, trasformazione, scelta, opzione, apertura, chiusura, cambiamento. Possono essere esterne o interne. Ho voluto proporre quest’idea attraverso l’arte dell’immaginario e della creatività. La musica è di certo una risorsa trascendentale ed esistenziale. Come descriverebbe il risultato finale? Il principale riferimento dell’album è la cultura in cui sono nata e cresciuta. La musica e la cultura del Brasile sono fatte di diversità, varietà e mistura. È un Paese molto grande, con tanti generi rappresentativi differenti fra loro che si mescolano creandone di nuovi e originali. Questa diversità è stata sempre molto naturale e intuitiva. Dove vorrebbe andare tramite queste porte? Verso le sensazioni, l’arte, la cultura, la diversità, il femminile, l’ideale e il sogno. Un campo esistenziale ludico e poetico dove poter cercare un equilibrio con la dura realtà del quotidiano. Come ha vissuto la pandemia? È stato un momento difficile, fatto di incertezza, paura, insicurezza. Da un altro punto di vista, avendo sempre viaggiato molto, ho avuto il privilegio di stare a casa con la mia famiglia per molto tempo. Penso sia stata una fase di trasformazione che ha segnato persone di ogni età e professione. Nessuno si dimenticherà mai di questa esperienza. Cosa ha fatto in quel periodo? Il primo momento è stato di paralisi totale. E ho approfittato del tempo in eccesso per comporre molte canzoni, pur dovendo rimodellare i piani iniziali. È stata una grande sfida: abbiamo
adattato il nostro modo di produrre a un sistema ibrido, un po’ in presenza e un po’ in remoto. Abbiamo sperimentato incisioni a distanza che non avremmo mai provato se le circostanze non ci avessero limitato così tanto. Sorprendentemente ha funzionato e, alla fine, ho registrato diversi pezzi con i miei collaboratori da New York, Los Angeles, Lisbona, Madrid e Barcellona. Tutto senza uscire di casa. Ho potuto contare sulle partecipazioni internazionali senza mai varcare i confini brasiliani. Emerge il potere del collettivo e della sincronia in un momento in cui nessuno si poteva incontrare, ma nel quale desideravamo intensamente stare insieme. Come ha scelto i collaboratori di questo disco? A partire dall’ammirazione reciproca e dal desiderio di scambiarsi idee. Si è trattato di grandi incontri resi eterni dalla forma di una canzone. Una scelta intuitiva e amorosa. Quali sono le tracce a cui tiene di più e perché? Mi piace molto la title track e anche A lingua dos animais che racconta il dialogo intimo con noi stessi. Ha avuto modo di ascoltare i nuovi cantanti italiani? So che la vostra musica è cambiata molto. Tra gli artisti che mi piacciono di più – e fanno parte degli ultimi 20 anni – ci sono Jovanotti, Tosca, Samuele Bersani, Mannarino, Elisa e Musica Nuda. Cosa mi dice dello spettro della guerra? Sono pacifista, conto sul dialogo e sull’amore. Per me è incomprensibile che nel XXI secolo gli esseri umani siano ancora in conflitto fra loro e coltivino la violenza. marisamonte.com.br marisamonte
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© Mirko Neri/webaze.biz
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A TUTTO SWING
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IL CANTAUTORE E SHOWMAN PAOLO BELLI LANCIA IL NUOVO ALBUM LA MUSICA CHE GIRA INTORNO. E SCALDA I MOTORI PER I CONCERTI ESTIVI di Gaspare Baglio
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er festeggiare i 60 anni, il cantautore e showman Paolo Belli ha deciso di fare al suo pubblico un regalo speciale: La musica che ci gira intorno, nuovo album con versioni latin, swing e jazz di celebri hit che vanno dagli anni ‘60 ai ‘90. Si passa da La prima cosa bella dei Ricchi e Poveri con Nicola Di Bari a Vorrei incontrarti fra cent’anni di Ron, passando per L’anno che verrà di Lucio Dalla. Non mancano duetti prestigiosi con la cantante Arisa, l’attore Stefano Fresi e il polistrumentista cubano Juan Carlos Albelo Zamora. E poi un live tour che porta la musica di Belli e della sua Big Band a “girare intorno” per tutto lo Stivale. Com’è nata l’idea di questo disco? Volevo far uscire un album di inediti, rivisitando anche miei vecchi brani per le nuove generazioni. Molti ragazzi, quando vengono ai miei concerti mi chiedono meravigliati: «Ah, ma sei tu che suonavi quel pezzo?». Sto parlando di Ladri di biciclette, Sotto questo sole, Signorina Mambo e Ho voglia di ballare. Poi però è arrivato il lockdown. E cosa ha comportato? Ho compreso che i miei ragazzi, quelli della Big Band, si trovavano in grandissima difficoltà e non solo economica: erano psicologicamente provati. Siamo stati 30 anni in giro per il mondo e all’improvviso ci siamo dovuti fermare. Così ho pensato di fare qualcosa per tenerli impegnati, smontando e rimontando hit del nostro percorso di crescita artistica e umana. In pratica come è andata? Mandavo loro un tema su una can-
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zone e ognuno la rivisitava come gli pareva. E quando il lockdown è finito? Sono consapevole che, senza i miei ragazzi, non sono nessuno. Non posso dimenticare che hanno mutui, figli, famiglie e vanno protetti. Così, quando sono andato in studio, invece di registrare inediti ho deciso avremmo lavorato su questo disco. Forse è stato qualcuno dall’alto che ci ha lanciato quest’idea. L’album di pezzi nuovi e storici è quasi finito, ma nel cassetto ho già altri due progetti pronti. L’estate sarà a tutto live, quindi. Mi preme rispettare la musica e il pubblico. Sono 33 anni che mi permettono di fare il mestiere più bello del mondo. Ci sono genitori che portano i figli ai miei concerti per farli appassionare. Realizzeremo anche un vinile perché penso che la gente si sia stancata di ascoltare il suono solo su un determinato tipo di prodotto: con questo supporto è tutta un’altra cosa. Non vai a Sanremo dal 2009... Non ti nascondo che mi piacerebbe, ma solo con il pezzo giusto. Anzi, lancio una richiesta ai lettori della Freccia: se qualcuno ha un progetto di inedito se ne può parlare. Sono anni che affianchi Milly Carlucci nel programma cult di Rai1 Ballando con le stelle. C’è un progetto che ti piacerebbe portare in tv? Sì, vorrei fare uno show con persone che, nella vita, si sono riscattate. Sempre con un tono leggero e con tanta musica. Ti rivedi in questo tipo di persone? Ho passato momenti duri. Gianni Morandi mi ha detto una cosa che
ho fatto mia: ho avuto la fortuna di avere successo e poi di ritornare ad averlo. Non mi sono lasciato andare e mi sono rimesso a studiare. Anche perché nella carriera mi sono sempre rapportato con artisti preparatissimi come Milly Carlucci, Carlo Conti, Raffaella Carrà, Giorgia. Il momento più duro? Quando ho lasciato i Ladri di biciclette, al primo posto in classifica, per seguire il sogno dello swing con la grande orchestra. Il telefono non squillava più, ma la mia fortuna è stata il passaparola. È venuto a vedermi Giorgio Panariello, che poi mi ha chiamato nel cast fisso del varietà Torno sabato. Ti piace prendere il treno? Ho il privilegio di avere la stazione di Carpi, nel modenese, proprio davanti casa. L’Alta Velocità si ferma anche qui. Prendo il Frecciarossa delle 6:31 verso Roma e torno con quello delle 19:25. In carrozza mi coccolano, sanno già che tipo di caffè voglio. Io salgo, mi metto sul web e ascolto la musica. Sono diventato amico di tutti i capitreno. Viaggiare è uno dei motivi per cui ho cominciato questo lavoro. Non mi interessa dove arrivo, l’importante è il percorso. Anche mia moglie la vede come me e spesso partiamo senza una meta precisa insieme ai nostri cani e ci fermiamo solo dove li accettano. Il tuo viaggio personale, invece, come ti fa sentire? L’uomo più fortunato del mondo. paolobelliswing paolobelli_official
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UN TRENO DI LIBRI
Invito alla lettura
di Francesca Fabiana Ferrandi [caporedattrice della rivista letteraria Nuovi Argomenti, collabora con l’Accademia Molly Bloom*]
DOVE SEI, MONDO BELLO LE VITE DI QUATTRO RAGAZZI IRLANDESI NELL’ULTIMO ROMANZO DI SALLY ROONEY. ISTANTANEA DI UNA GENERAZIONE IN BILICO TRA SOLITUDINE E PRECARIETÀ, QUELLA DEI TRENTENNI
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chi le chiede da dove tragga la materia narrativa per i suoi romanzi, Sally Rooney risponde semplicemente: «Attingo alla mia esperienza di vita». Che il racconto dell’ordinario le sia valso l’etichetta di Salinger della Snapchat generation, ma anche di Jane Austen del precariato e, più in generale, di voce dei millennial, creando attorno alla sua figura un vero e proprio culto letterario, ci dà un’idea del talento di questa scrittrice irlandese, di soli 31 anni. Dove sei, mondo bello è il suo terzo romanzo, portato quest’anno in Italia da Einaudi con la traduzione di Maurizia Balmelli, e ha il grande pregio di riuscire a recuperare gli elementi più riusciti dei suoi precedenti lavori: Parlarne tra amici (2018) e Persone normali (2019). Il risultato è un’opera forse priva di una trama avvincente ma di certo ricca di vita e di verità sui meccanismi che regolano i rapporti umani tutti, quello con sé e quello con l’altro. A essere raccontata è la storia di quattro ragazzi irlandesi le cui vite si intersecano, si legano, si scontrano: Alice, una scrittrice di grande fama – alter ego, in parte, della stessa autrice – Eileen, assistente editoriale di una rivista letteraria, Simon, consigliere politico e Felix, un magazziniere. Sulla soglia dei 30 anni, o poco più, i protagonisti sono tutti in una fase di transizione della
loro vita, costellata di angosce, fragilità, ambizioni e interrogativi esistenziali a cui cercano, invano, di dare una risposta. Si muovono a passo lento e incerto, alla ricerca di una piccola felicità personale che sembra a loro preclusa da una società che li vuole precari e solitari. E che, ancor più spesso, sono stati proprio loro a precludersi, con le loro non scelte. A tenere insieme il racconto, e a scandirne i tempi, c’è un fitto scambio epistolare (via mail, sia chiaro: dimenticati francobolli e postini) tra le due protagoniste femminili, in cui si ragiona dello scorrere del tempo, della lotta di classe, dell’editoria contemporanea, del crollo delle civiltà antiche, di Dio, ma anche e soprattutto di bellezza, sessualità, amore. «Per cui ecco che nel bel mezzo di tutto», scrive Alice in una delle sue lettere a Eileen, «con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere?». Tutto concorre a creare l’istantanea di una generazione, quella dei trentenni degli anni '20 di questo secolo, che trova poco spazio nel panorama editoriale e comunque assai raramente è al centro di un racconto così puntuale, profondo e veritiero. Non che questo – e sia chiaro – escluda una fetta di pub-
blico dalla lettura del romanzo: Rooney è una grande scrittrice, e non solo una grande scrittrice millennial. Lo è grazie al suo sguardo profondo, che arriva fin dentro le pieghe dell’animo umano, grazie alla sua prosa pulita, grazie alla sua sapiente costruzione di personaggi credibili e riconoscibili, di dialoghi concreti, di una narrazione finalmente calata nella contemporaneità.
Einaudi, pp. 312 € 20
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UN TRENO DI LIBRI
BRANI TRATTI DA DOVE SEI, MONDO BELLO
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Può darsi […] Dev’esserci un bel panorama qui, di giorno, disse. Alice era ancora in piedi sulla porta. Sì, splendido, disse. Di sera è ancora meglio, in realtà. Lui distolse lo sguardo dalla finestra e, sotto gli occhi di Alice, soppesò il resto della stanza. Molto bella, concluse. Gran bella camera. Scriverai un libro mentre stai qui? Magari ci provo. E di cosa parlano, i tuoi libri? Oh, non so, disse lei. Delle persone. È un po’ vago. Di che tipo di persone scrivi, persone come te? Lei lo guardò placidamente, come per dirgli qualcosa: che aveva capi-
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to il suo gioco, forse, e che l’avrebbe perfino lasciato vincere, purché giocasse con garbo. Che tipo di persona credi che sia? chiese. Qualcosa nella pacata imperturbabilità del suo sguardo sembrò destabilizzarlo, e Felix produsse una breve, uggiolante risata. Be’, disse. Ti ho incontrato solo un paio d’ore fa, non mi sono ancora fatto un’idea precisa. Quando te la sarai fatta me lo dirai, spero. Può darsi. […] Un’altra mail […] Già che ci sono, tanto vale che ti dica che ieri sera io e Felix siamo andati a letto insieme. In tutta onestà non ero sicura di volertelo dire, ma penso che sarebbe stato strano non farlo. Non che la cosa mi imbarazzi – o forse sì, ma non per lui. È più l’idea
di preoccuparmi di ciò che qualcun altro pensa di me, quando in realtà questa è esattamente la cosa di cui non mi preoccupo, e di cui sono bravissima a non preoccuparmi. Per me non è facile, davvero. Penso che siamo stati bene insieme – vale a dire che io sono stata bene, e che lui non so mai come si sente. Nonostante le nostre vite siano state diverse praticamente sotto ogni punto di vista, ho la curiosa sensazione che abbiamo seguito strade diverse per approdare a qualcosa di simile, e per molti aspetti ci riconosciamo l’uno nell’altra. Non hai idea di quanto ci abbia messo a scrivere questo paragrafo. Ho talmente paura di rimanere scottata… non tanto della sofferenza, che so di saper gestire, quanto dell’umiliazione della sofferenza, dell’umiliazione di esserci esposta. Sono cot-
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Un assaggio di lettura
ta persa e a ogni sua attenzione mi eccito un sacco e rincoglionisco. Per cui ecco che nel bel mezzo di tutto, con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere? […] Qualcosa di squisito […] All’epoca avevo l’impressione di limitarmi ad assorbire la vita, e a fine giornata non dovevo mai sforzarmi per ritrovare qualcosa di buono che avevo visto o sentito. Mi veniva in mente così, insieme alle parole per dirlo, perché il mio unico scopo era fissare l’immagine in modo chiaro e semplice, così che in seguito potessi ricordarmi cos’avevo provato. E adesso, leggendo quelle annotazioni, quello che ho provato me lo ricordo eccome, o se non altro ricordo quello che ho visto, sentito, notato. Andando in giro, anche nelle giornate storte, vedevo delle cose – le cose che mi trovavo davanti, voglio dire. Le facce della gente, il tempo, il traffico. L’odore di benzina dell’autorimessa, la sensazione di essere zuppa di pioggia, cose del tutto ordi-
narie. E in questo modo anche quelle storte diventavano giornate buone, perché le vivevo e ricordavo di averle vissute. Vivere in questo modo aveva qualcosa di squisito – come se fossi uno strumento e il mondo mi toccasse e mi risuonasse dentro. […] Dal finestrino del taxi […] Un paio di sere fa, ho preso un taxi da sola per tornare a casa dalla presentazione di un libro. Le strade erano buie e silenziose, l’aria stranamente calda e immobile, e sul lungofiume, nei palazzi, gli uffici erano tutti illuminati, e vuoti, e sotto ogni cosa, sotto la superficie di tutto, ho iniziato a sentirla di nuovo – la prossimità, la possibilità della bellezza, come una luce soffusa che emanava da dietro il mondo visibile, illuminando ogni cosa. Non appena mi sono resa conto di quello che sentivo, ho cercato mentalmente di avvicinarmici, di protendermi e toccarla, ma quella sensazione si limitava a raffreddarsi o a sottrarsi, o a sgattaiolarmi via davanti. Le luci negli uffici vuoti mi avevano rammentato qualcosa, e avevo pensato a te, cercato di immaginare la tua casa, credo, e mi sono ricor-
data che mi avevi scritto una mail, e al tempo stesso pensavo a Simon, al suo mistero, e per qualche motivo, guardando fuori dal finestrino del taxi, ho iniziato a pensare alla sua presenza fisica nella città, a pensare che da qualche parte nella struttura della città, in piedi o seduto, con le braccia in un modo o nell’altro, vestito o svestito, lui era presente, e Dublino era come un calendario dell’avvento che lo nascondeva dietro una dei suoi milioni di finestre, e la qualità dell’aria, la temperatura, erano infuse della sua presenza, e della tua mail, e di questo messaggio di risposta che già ti stavo scrivendo nella mia testa. Il mondo sembrava capace di includere queste cose, e i miei occhi, il mio cervello erano capaci di accoglierle e capirle. Era tardi, ero stanca, seduta mezzo addormentata sul sedile posteriore di un taxi, e curiosamente ricordavo che dovunque vada tu sei con me, e anche lui, e che finché voi due sarete in vita il mondo per me sarà bello. […] Che cosa vuoi? […] Non sono arrabbiata, rispose lei. Lui spostò gli occhi sulla strada da41
UN TRENO DI LIBRI
Un assaggio di lettura
vanti a loro. Seguirono alcuni secondi di silenzio, con loro che camminavano e le auto che gli passavano accanto sulla strada. Poi Simon disse: Sai quando a febbraio ti ho chiesto di uscire con me? Mi hai detto che volevi che fossimo amici. Non hai mai – e non sto cercando di accusarti, ti sto solo spiegando il mio punto di vista – non hai mai dimostrato nessun interesse nei miei confronti finché non ti ho detto che mi vedevo con qualcun altro. Correggimi se sbaglio. Eileen aveva la testa china, il lungo collo che spuntava dal colletto della
giacca, gli occhi al marciapiede. Non disse niente. Lui proseguì: E quando hai scoperto che mi vedevo con una ti sei messa in testa di flirtare con me e chiamarmi al telefono la sera, e va bene, poi decidi di presentarti quando io sono a letto e pasticciamo, o chiamalo come vuoi – benissimo, niente in contrario. Per come la vedo io sono stato molto chiaro con te: c’è un’altra, ma non è una cosa esclusiva, per cui se vuoi fermarti a dormire non c’è problema. Non ti sto facendo pressione perché tu decida cosa c’è tra noi, sono con-
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Uno scorcio di Dublino
tento di passare semplicemente del tempo con te e vedere come vanno le cose. Da tutto quello che dicevi, ho dedotto che era quello che volevi. Ed è stato davvero bello, almeno per me. Capisco benissimo che per te possa essere complicato sentire i nostri amici che parlano di una con cui mi sto vedendo, ma non puoi certo dire che non lo sapevi. Mentre Simon parlava, Eileen si portò una mano alla faccia e si scostò brutalmente i capelli dalla fronte, con un’evidente tensione che traspariva dalle spalle, dal collo, dai movimenti bruschi, quasi spasmodici delle dita. Gesù, ripeté. Quanta carità cristiana. In che senso? chiese lui. Lei fece una risata che sembrava quasi di spavento e disse: Non posso credere di essere stata così cretina. Si erano fermati davanti all’entrata di un condominio, sotto un lampione. Lui la guardava preoccupato. No, disse. Non sei stata cretina. E mi spiace se ti ho fatta star male. È l’ultima cosa che volevo, credimi. Questa settimana Caroline non l’ho nemmeno vista. Se ti ho dato l’impressione che fosse finita mi dispiace davvero. Lei adesso si era coperta la faccia, si sfregava gli occhi con le mani e quando parlò lo fece con una voce soffocata e indistinta. Oh Dio, mormorò. Io pensavo solo… No, non so nemmeno cosa pensavo. Eileen, che cosa vuoi? Perché se davvero vuoi che stiamo insieme, con Caroline posso chiudere in qualunque momento. E ne sarei felice, più che felice. Ma se non lo vuoi, se non è niente di serio e ci stiamo solo divertendo, allora, sai. Non posso rimanere single per il resto dei miei giorni perché a te sta meglio così. Dovrò… prima o poi devo farmene una ragione. Mi segui? Sto solo cercando di capire cosa vuoi. Lei chiuse gli occhi e per un po’ non disse niente. Poi, con voce calma e sommessa, disse: Voglio andare a casa. […]
ACCADEMIA MOLLY BLOOM* La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business. mollybloom.it 42
Lo scaffale della Freccia a cura di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi LE NOSTRE ASSENZE Sacha Naspini Edizioni e/o, pp. 336 € 18 L’adolescenza in arrivo, le corse in bici dopo la scuola e un tesoro da svelare. Due ragazzini si imbattono, per caso, in una tomba etrusca e decidono di riportarne alla luce i segreti. Si mettono a scavare a mani nude, con il cuore in gola, tra la paura di essere scoperti e l’eccitazione di trovare qualcosa di speciale. Ma a emergere dalla terra non è solo un reperto di millenni: salgono a galla anche tanti misteri e tutti quei sentimenti incandescenti di un’età in fieri.
LA ROSA ARMATA Costanza Durante, Elisa Menini Minimum Fax, pp. 189 € 18 Langhe, 1944. Rosa è poco più che una bambina quando la guerra la allontana dal padre e dal fratello. Inizia così il suo viaggio per salvarsi insieme all’amica Gisella e alla creatura che porta in grembo. A strapparle da una fine certa sono altre donne che vivono nei boschi: imbracciano i fucili, combattono i fascisti e tutti coloro che tentano di domarle. Un racconto per immagini che parla del secondo conflitto mondiale dal punto di vista delle partigiane che l’hanno vissuto.
MORSI DA LUOGHI LONTANI Marco Peano Giovanni Agnoloni, Carlo Cuppini, Sandra Salvato Bompiani, pp. 240 € 17 Arkadia, pp. 144 € 15 «Fu quello il momento in cui Nove racconti, di tre diversi autori, ebbe un’intuizione che l’avrebbe tenuti stretti dal desiderio di indagare accompagnata per sempre: conoscere e mappare fasi e luoghi della propria il nome delle cose significa salvarsi». esistenza. Un pot-pourri narrativo Dopo un violento episodio che ha composto da segreti d’infanzia, coinvolto la sua scuola, Sonia decide labirinti dell’età adulta, misteri di trascorrere in anticipo le vacanze della fine e vuoti dell’assenza. Si di Natale con la severa e silenziosa viaggia tra pezzi di memoria, ricordi nonna. Sullo sfondo, le montagne sopra tenuti al caldo e territori attraversati Torino. Un romanzo al tempo stesso realmente: da Urbino a Venezia, dalla duro e soffice come la neve, dove i più Croazia all'entroterra toscano, fino piccoli imparano a cavarsela nel mondo all’Australia e alle lontananze siderali. doloroso degli adulti. Attraversate su un’astronave.
VOLVER Silena Santoni Giunti, pp. 372 € 18 Martina, poco più che ventenne con una vita da universitaria agiata, un giorno sparisce nel nulla. La sua scomparsa fa intrecciare il destino di diversi personaggi: uno studente che abbraccia la lotta clandestina, una madre in cerca della figlia scomparsa, un console che sfida il regime, un ragazzo senza identità e un tanghero di strada. Sullo sfondo, una Buenos Aires di fine anni ‘70 piegata dalla violenza della dittatura militare e dei suoi orrori perpetuati in silenzio.
QUEL MAGNIFICO ELETTROTRENO Vincenzo Foti Ibn, pp. 148 € 18,05 Un saggio per appassionati del settore che ripercorre le tappe fondamentali del progresso tecnologico nelle ferrovie, dai primi esperimenti fino alle ultime e innovative tecnologie. Riportando le esperienze di chi quei treni li ha usati, vissuti nel quotidiano e anche costruiti. Si scopre così come l'Alta Velocità, in Italia, abbia origini antiche e non rappresenti una trovata esclusiva del nuovo millennio. 43
Lo scaffale ragazzi a cura di Claudia Cichetti QUESTA NOTTE NON TORNO Antonella Sbuelz Feltrinelli, pp. 265 € 15 (da 12 anni) Due ragazzi si incontrano una notte per caso: Mattia è scappato di casa, mentre Aziz, dopo un lungo viaggio, è arrivato in Italia dall’Afghanistan e dorme vicino a una siepe, solo e affamato. Si raccontano le loro vite e Mattia condivide cibo e rifugio con Aziz, prendendosi cura di lui. La scoperta più emozionante di questa narrazione, con un finale inatteso e tanti colpi di scena, è quella dell'amicizia, dell'amore, dell'umanità.
TI VOGLIO BENE, BLU Stephane Barroux Babalibri, pp. 40 € 13 (da 4 anni) Durante una tempesta, la balena Blu porta in salvo Jonas, il guardiano del faro. E, da questo incontro, nasce un rapporto di amicizia intenso. Blu ha inghiottito, scambiandoli per meduse, sacchetti e oggetti di plastica che erano stati dispersi in mare. Jonas ripulisce la sua pancia e la mette in guardia dalle insidie delle acque, invase dai rifiuti degli umani. Una toccante storia di alleanza e solidarietà che racconta la necessità di salvare i nostri oceani e i loro abitanti. A.A.D. 44
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LA MAGICA PENNA DI JOANNE Marina Lenti, illustrazioni Miriam Serafin Edizioni corsare, pp. 54 € 14 (da 6 anni) «Ora lo so: da grande farò la scrittrice». Joanne ha sei anni quando decide che scrivere è la cosa che le piace di più al mondo. Molti anni dopo, durante una lunga sosta su un treno, le appare una folla di personaggi che le raccontano una storia straordinaria. Così, Joanne diventa J. K. Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter. Il treno fa da sfondo alle sue avventure: leggendario il binario nove e tre quarti che, da luogo di fantasia, è oggi una tappa cult nella stazione di King’s Cross, a Londra.
LA SCATOLA DEI SOGNI Guido Quarzo, Anna Vivarelli Editoriale scienza, pp. 160 € 9,90 (da 11 anni) La nascita del cinema raccontata da un giovane talentuoso e visionario, Marcel, apprendista giardiniere al servizio dei fratelli Lumière. Una narrazione coinvolgente e ritmata, dove le avventure del protagonista si intrecciano, alla fine del ‘900, ai primi esperimenti filmici, tra scienza, crimini e fughe d’amore. Con tanti accenni alle prime tecniche del grande schermo: la ripresa del movimento, i tentativi di montaggio, le prime sale di proiezione e la creazione delle gag.
GILGAMESH LA LUNA DI KIEV Annamaria Gozzi, illustrazioni Andrea Antinori Gianni Rodari, illustrazioni Beatrice Alemagna Topipittori, pp. 48 € 18 (da 10 anni) Einaudi ragazzi, pp. 32 € 8 (da 3 anni) In poche righe, il celebre scrittore per Gilgamesh, re di una città d’oro, è l’infanzia spiega ai più piccoli concetti giovane e forte. Eppure, davanti alla complessi come l’eguaglianza tra le persone morte del suo migliore amico mostra e l’assurdità della violenza. La poesia, tratta per intero la sua parte umana. Si dalla raccolta degli dispera perché vorrebbe conoscere anni ‘60 Filastrocche in cielo e in terra, è ciò che ai mortali non è dato sapere: tornata alla ribalta dopo lo scoppio della che cosa c’è dall’altra parte? Per guerra in Ucraina, diventando il simbolo trovare una risposta, intraprende un della richiesta di pace. Estratta dal libro, viaggio verso i confini del mondo. Il è stata rieditata in un albo illustrato il più antico poema epico raggiunge cui ricavato viene interamente devoluto i lettori più piccoli in veste di albo alla Croce rossa italiana, in sostegno alla con una riscrittura delicata, illustrata, popolazione ucraina. I.M. piena di ironia e profondità. A.A.D.
UN TRENO DI LIBRI
LA SCELTA DEL
Giovanni Falcone con la sua scorta
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C O R AG G I O ROBERTO SAVIANO RACCONTA IL SUO ULTIMO ROMANZO DEDICATO AL MAGISTRATO E ALL’UOMO GIOVANNI FALCONE. A 30 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI di Filippo Nassetti
è solo una riflessione post accadimento un po’ eccessiva, ma certo quei due avvenimenti cambiarono lo sguardo di quel ragazzino sulla realtà che lo circondava. Che ruolo ha avuto la figura di Falcone nella tua formazione? Fondamentale, per il suo approccio metodologico e il suo modo di osservare le cose. Ma soprattutto la sua morte ha lasciato, in me adolescente, una traccia indelebile sulla possibilità concreta di poter cambiare le cose. Lo so che è paradossale, ma questo è stato il lascito di Capaci, per me e per moltissimi altri giovani di allora. Hai mai avuto la tentazione di fare il magistrato? No, ho sempre pensato di fare lo scrittore. Come ti sei avvicinato alla sua vita per questo tuo ultimo lavoro?
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i sono delle date, nella storia delle nazioni, che rappresentano fratture. Spartiacque. Punti di non ritorno. Il 23 maggio 1992, per l'Italia, è una di quelle. Un taglio impresso sul tessuto civile che, anche a distanza di 30 anni, lascia in vista i faticosi rammendi. In occasione della ricorrenza della strage di Capaci – dove, sul tratto autostradale poco lontano da Palermo, persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro – lo scrittore Roberto Saviano ha scelto di rendere omaggio all’icona della lotta alla mafia con il libro Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo. «Sono nato nel ‘79, quel giorno avevo solo 12 anni, quasi 13. Ricordo mia madre e mia zia davanti alla televisione con le mani sul volto. Iniziavano i primi caldi e, dalle finestre aperte del quartiere, sentivo che le trasmissioni erano state interrotte da edizioni straordinarie del telegiornale. Percepivo che era successo qualcosa di grave, avvertivo un senso di ansia, ma non chiesi nulla. Mi fu spiegato tutto solo in un secondo momento». Cosa ha rappresentato il 23 maggio 1992 per te? Potrei dire che lì finisce la mia infanzia, collegando Capaci all’omicidio di don Peppe Diana due anni dopo, a Casal di Principe, nel Casertano, territorio dove sono cresciuto. Forse
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Con un senso di gratitudine. Volevo ricostruire la sua storia, per questo ho scelto la forma del romanzo. Non mi interessava comunicare delle informazioni. Il mio obiettivo era avvicinarlo alle persone attraverso il racconto del suo quotidiano, cercando di essere più rigoroso possibile. Che metodo di lavoro hai seguito per scavare dentro una vita già così scandagliata? Ho provato a dipanare storie complesse per renderle accessibili. A raccontare il rapporto con i suoi maestri, la moglie, gli amici, i sentimenti, il senso di solitudine e la scelta del coraggio. Perché il coraggio è una scelta, non è qualcosa di connaturato alla nostra nascita. Sì, è vero, la figura di Falcone la conoscono tutti, ma in realtà la maggior parte delle persone ne conosce solo i fatti salienti: il maxiprocesso e l’epilogo di Capaci. Non si ha idea della storia incredibile e inedita che c’è dietro. Da quanto tempo lavoravi su questo libro? Cinque anni fa ha iniziato a prendere corpo l’idea di dare una linearità narrativa a una vita così complessa. Poi mi sono accorto che non sarei riuscito a chiuderlo in breve tempo e, alla fine, mi sono dato come scadenza il trentennale. Nella tua ricerca hai ritrovato un’im-
magine aderente a quella che già avevi? Sì, sicuramente. Il Falcone che ho indagato risponde all’idea che mi ero fatto di lui, anche se ho scoperto degli aspetti sorprendenti, come alcuni tratti di ingenuità, se vogliamo chiamarla così. Era convinto, per esempio, che da Roma avrebbe potuto guidare l’assalto finale alla criminalità mafiosa e alle alleanze politiche. Pensava fermamente che glielo avrebbero lasciato fare, lontano da Palermo, che sarebbe bastato il suo rigore come prova oggettiva. Del resto, se non fosse stato ammazzato, molti che oggi lo piangano probabilmente avrebbero insinuato su di lui e sul suo operato. Ti chiedi mai quale piega avrebbe preso la storia d’Italia se fosse stato sventato l’attentato? Continuamente. Temo che il fango che già gli avevano gettato addosso avrebbe finito per sommergerlo. Ma almeno sarebbe stato vivo e avrebbe potuto reagire. Trent’anni dopo, quali sono le posizioni in campo tra mafia e Stato, rispetto al ‘92? È mutato tutto. Cosa nostra è un’organizzazione profondamente in crisi, mentre ‘ndrangheta, camorra, e mafia foggiana sono più forti di allora. Sono cambiate le leggi e c’è una consapevolezza del fenomeno che all’epoca non c’era. Purtroppo, va detto
anche che il tema della criminalità è scomparso dal dibattito pubblico. E la mafia resta l’economia più florida del Paese. C’è la possibilità di un’evoluzione del testo in un reading teatrale? Ci sto pensando, me lo stanno chiedendo in molti. Vediamo. E Roberto Saviano, 15 anni dopo Gomorra, come immagina il suo futuro? Libero. E a Napoli. robertosaviano_official robertosaviano
Bompiani, pp. 512 € 24
TRAME DI LEGALITÀ di Elisabetta Reale
Dibattiti, incontri e percorsi di legalità e diritto. A Lamezia Terme (CZ), dal 22 al 26 giugno, si svolge l’11esima edizione di Trame. Festival dei libri sulle mafie. Il tema di quest’anno è: Novantadue. L’Italia di oggi trent’anni dopo le stragi di mafia. Un percorso che ricostruisce luoghi, date, volti, colpe e colpevoli, verità storiche e giuridiche. Il festival, appuntamento ormai consolidato in un territorio che la malavita l’ha conosciuta e la subisce ancora, ospita libri, confronti e racconti degli ultimi tre decenni, su organizzazioni criminali e antimafia. «È un viaggio nel passato della storia d’Italia per cercare di comprendere a che punto sia oggi la lotta alle mafie e quanto il 1992 abbia cambiato le sorti del nostro Paese. Mi riempie d’orgoglio che questo ragionamento sull’Italia si faccia in Calabria, a Lamezia», ha dichiarato il direttore artistico Giovanni Tizian. L’evento culturale è promosso dalla Fondazione Trame, dall’Associazione antiracket Lamezia onlus e dalla rete Mani libere in Calabria, sostenuto dal ministero dell’Interno e sponsorizzato da FS Italiane. tramefestival.it tramefestival 48
Il mio futuro nella comunicazione è già iniziato Bianca, 19 anni Corso in Comunicazione, media e pubblicità
open day triennali 7 luglio iulm.it/openday
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UN IDEALISTA
CONCRETO MASSIMILIANO OSSINI SI PREPARA A CONDURRE UNOMATTINA ESTATE PORTANDO SUL PICCOLO SCHERMO LE SUE GRANDI PASSIONI: AGRICOLTURA E AMBIENTE di Andrea Radic Andrea_Radic
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andrearadic2019
n televisione non si è costruito un personaggio, ma consegna al pubblico se stesso e i valori in cui crede, profondamente e con slancio. Il mondo, fatto di luoghi speciali. Il tempo, necessario per capire e approfondire. Le persone, da scoprire per ciò che hanno da trasmettere agli altri. Ma anche i lunghi silenzi e gli spazi sconfinati. Nella conduzione di Unomattina Estate, su Rai1 da giugno, ci sarà la sua impronta: «Una luce diversa, meno pressati dai tempi dell’attualità e con collegamenti esterni che metteranno in luce moltissime belle cose che ci sono in Italia». Massimiliano Ossini è un idealista concreto e con i piedi ben piantati a terra, anzi nella terra. La sua passione, infatti, è l’azienda agricola Mulini&Pastifici 1875, che conduce personalmente ad Ascoli Piceno con un amico e socio: coltivano ulivi e grano e producono pasta e birra. «Pochi giorni fa, ho piantato 250 piante di diverse specie insieme a mio figlio. Ha
14 anni e sono felice che cominci a capire quanto lavoro e impegno c’è dietro a ciò che giunge in tavola». Ma non è tutto. Ossini detiene anche un brevetto europeo per utilizzare la paglia al posto del polistirolo e realizzare packaging totalmente compostabile. Portare in televisione le proprie passioni è un privilegio? In tv ho avuto l’opportunità di occuparmi di temi molto diversi tra loro, dai programmi per ragazzi su Disney Channel fino all’economia e al green sulla Rai. Ho fatto la cosiddetta gavetta, conducevo un programma, ma mi capitava di montare da solo i miei pezzi e di curarne l’audio. Da tutto questo, piano piano, sono nate le mie passioni per l’agricoltura e l’ambiente. Quando ci troviamo in un bosco, al mare o in montagna il nostro approccio alle cose è più riflessivo, siamo portati a rallentare, ma quando si rientra in città tutto ritorna veloce. Ecco, io cerco di portare in televisione questo concetto: rallentare per poter avere uno sguardo diverso e più profondo sulle cose. Il miglior modo per farlo è immergersi nella natura. Sei un idealista? Sì, molto. La crisi ambientale è preoccupante, tra il surriscaldamento del pianeta e i ghiacciai che si stanno sciogliendo. Con questa prospettiva, i ragazzi dovrebbero vedere solo nero e invece si creano opportunità per nuove professioni, più attuali. Come il ritorno dei giovani verso l’agricoltura? Sì, e mi fa molto piacere, perché io amo la terra: la cerco nel momento in cui stacco dal lavoro, che sia per una passeggiata nei boschi, per controllare le piante o raccogliere le olive con mio figlio. Un modo per rendersi con-
to personalmente e direttamente di quanto sia prezioso ciò che abbiamo intorno. Quando sono in televisione questa convinzione diventa un mantra e, in tutte le mie trasmissioni, accendo i riflettori sulle belle realtà italiane che vanno tutelate, non per dire alle persone quello che devono o non devono fare, ma perché siano più consapevoli, per diffondere modelli positivi insomma. Un’estate in diretta televisiva: senti l’adrenalina del rapporto quotidiano con il pubblico? Sono contento di alternare un programma di narrazione, dove puoi rifare qualcosa o decidere di cambiare il racconto a seconda del momento e del luogo in cui ti trovi, a una trasmissione in studio con lo stimolo della diretta e delle news. La sfida è quella di far conoscere il mio modo di proporre gli argomenti, portando all’interno delle case una luce diversa, che consenta un’informazione calma, senza lo stress della velocità ma con più spazio per il racconto. Tre righe lette velocemente sui social network non rappresentano una notizia né tantomeno un approfondimento, che necessita di tempo. A Unomattina Estate cercherò di dare maggior respiro ai fatti e alle immagini. Ti piace muoverti in treno? Sì, molto. Da una parte è importante avere treni sempre più veloci per ridurre il tempo di spostamento su tratte come la Milano-Roma. Ma mi diverto anche a viaggiare sui convogli storici di Fondazione FS Italiane, come la cosiddetta Transiberiana d’Italia che collega l'Abruzzo con il Molise. Un modo di muoversi diverso, che mi consente di guardare fuori dal finestrino e veder scorrere lentamente il 51
IN VIAGGIO CON tura lì accanto: basta camminare due minuti e cercarne un altro. Si dice che chi vive in luoghi aperti come la montagna sia più saggio di chi sta in città. È vero? Sì, perché in quei luoghi hai il tempo per ragionare, per ascoltarti e ascoltare ciò che hai intorno. Studi scientifici dimostrano che è meglio anche per la salute. È la differenza tra stare fermo in un tunnel nel traffico o essere libero di muoverti. A chi vive in città suggerisco di frequentare i parchi, i fiumi, le aree verdi. Se tornassi bambino, quale sarebbe il profumo della tua infanzia? Quello della bicicletta con cui correvamo dentro le vigne e mangiavamo l’uva, con il timore che il proprietario potesse spararci con proiettili di sale. Massimiliano Ossini durante un'escursione in montagna
mondo intorno. All’inizio della carriera viaggiavo spesso tra Roma e Milano e mi piaceva molto poter creare un rapporto con le persone, parlare con chi avevo accanto o di fronte, magari trovare una fidanzata. Ti è capitato? Diciamo che ho conosciuto molte persone. Ma in realtà in treno sono nate soprattutto amicizie, che mi hanno aiutato quando ero a Milano e vanno avanti tuttora. Oggi non accade più, ognuno si isola: cuffie nelle orecchie e occhi sui social. Da allora a oggi, c’è qualcosa che avresti fatto diversamente? Direi di no. Il mio è stato un percorso lento e importante, con cui mi sono costruito pian piano. Nei quattro anni di Linea Verde mi sono formato: mentre lavoravo studiavo con professori di enologia e di agronomia. Uno dei miei migliori amici era un agronomo ed entomologo. Bravo, bello, studioso e rispettoso dell’ambiente. Ma il lato oscuro di Ossini? (Ride, ndr). Diciamo che provo a fare del mio meglio, ma non è detto che ci riesca. Se devo ammettere un difetto è quello, a volte, di cercare la solitudine andando a camminare in montagna. E poi sono estremamente disordinato, mi dimentico le cose e sono negato per la cucina, non so neppure cuocere un uovo. 52
La qualità che apprezzi di più nelle persone e il difetto che non sopporti? Una volta un direttore di rete doveva farmi fuori ma me lo disse in tempo perché io potessi trovare un altro lavoro. La chiamo lealtà e l’apprezzo molto, anche in situazioni negative. Amo la gentilezza, anche di un singolo gesto, come un ragazzo che cede il posto a sedere a una signora. Bellissimo. Ciò che non sopporto è il menefreghismo verso la propria casa, le persone, l’ambiente dove si vive. Quello di chi si lamenta ma non fa nulla per migliorare. Se un cassonetto è pieno non abbandoniamo la spazza-
Non ho mai saputo se in realtà lo facesse realmente: a me non capitò mai. Eravamo a Roma, nella zona di Morena, in via Publio Elio, dove ho frequentato le scuole elementari e medie. Ci sono tornato un po’ di tempo fa, sull’onda dei ricordi, e ho visto che quella vigna non esiste più. Intorno ci sono solo costruzioni. Che tristezza. In televisione conta più lo share, il talento o le conoscenze? Sarò sincero: serve un poco di tutti e tre. Hai un tuo luogo del cuore? Ho la fortuna di essere felice ovunque. massimilianotv massimilianoossini
Ossini con il giornalista Andrea Radic nella stazione di Roma Termini
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© CastelFusano Foto di Mario Martignetti
FUGA NEL
Veduta del Castello Chigi a Castel Fusano
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eraviglia e relax da godere a primavera inoltrata. Roma e la sua provincia possono nascondere posti poco conosciuti o addirittura mai aperti al pubblico. Tra questi ci sono ville, castelli, edifici appartenuti a nobili e artisti, o tuttora di loro proprietà. Luoghi magici, in cui è facile respirare un’atmosfera d’altri tempi o immaginare di ritrovarsi a passeggiare con un principe al fianco.
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BENVENUTI A CASTELLO CHIGI È Flavio Chigi Della Rovere in persona ad aprire le porte ai visitatori che arrivano nella dimora di Castel Fusano, a pochissimi chilometri dalla Capitale. Grande sorriso e molto entusiasmo da parte dell’ultimo discendente del Castello Chigi, dove vive ancora oggi suo padre Mario con la moglie Donatella. A far parte della famiglia allargata c’è anche la studiosa Ivana Corsetti,
esperta d’arte e dell’archivio nobiliare. È lei a introdurre nel giardino gli ospiti che arrivano da ogni parte d’Italia e del mondo, incuriositi dalla possibilità di visitare il castello. Da lì, si prosegue all'interno dell’edificio, costruito nel XVII secolo, su due piani, alla scoperta di chicche storiche e artistiche. Tra tanti mo-
PASSATO IL CASTELLO CHIGI DI CASTEL FUSANO, LA SERRA MORESCA NELLA CAPITALE E IL VILLINO MORANI AD ARSOLI. TRE LUOGHI DA SCOPRIRE A ROMA E PROVINCIA di Francesca Ventre – f.ventre@fsitaliane.it
bili e oggetti di a rre d a m e nto spuntano foto di più generazioni e dalle finestre si ammira una bella vista che dal parco arriva fino al mare. In fondo, al piano terra, c’è la cappella: le pareti sono state
affrescate da un giovanissimo Pietro da Cortona con scene tratte da episodi del Vangelo, come la nascita di Gesù, la samaritana al pozzo, la chiamata degli apostoli Pietro e Andrea sul lago di Tiberiade. Proprio queste opere, valorizzate dalla famiglia Sacchetti, precedente proprietaria del castello, fanno esplodere la fama dell’artista e segnano la nascita del Barocco a Roma.
Al secondo piano, dove si arriva con una scala stretta che sa anche questa di storia, ecco un’altra meraviglia. Sempre a firma di Pietro da Cortona, si ammira una galleria dipinta tra il 1627 e il 1631 con carte geografiche e affreschi che rappresentano il mondo dalle origini mitiche alla storia romana, inserita nel ciclo delle stagioni e degli elementi.
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La Galleria delle carte geografiche, nel Castello Chigi
In un ambiente più piccolo non sfugge, poi, un ritratto dipinto da Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccio, che raffigura papa Alessandro VII, al secolo Fabio Chigi, in abiti di velluto. Dal 2019, il castello non è più solo una dimora nobiliare, ma è aperto anche alle visite e all’organizzazione di eventi privati con la possibilità di far giocare i bambini nella Fattoria degli animali, immersa nella pineta. Inoltre, dall’11 giugno al 10 settembre, si possono ascoltare piacevoli arie in occasione dei sette concerti estivi della rassegna Castel Fusano Melodica. Le note si diffondono nel giardino di 33 ettari, che un tempo ne contava 2500, dove era compresa anche una tenuta di caccia, come dimostrano le teste di cervo esposte alle pareti, da notare, mentre si esce. Già con nostalgia. TRACCE ESOTICHE NELLA SERRA Si respira un’atmosfera esotica, invece, nel complesso della Serra moresca, una delizia conservata all’interno di Villa Torlonia. Nel cuore del quartiere nomentano, a Roma, ha aperto per la prima volta al pubblico da pochi mesi, dopo importanti e lunghi
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lavori di restauro. Già esternamente si nota un’architettura arabeggiante dalle forme curve, con vetrate dai colori sgargianti. Una volta all’interno un grande padiglione, la serra vera e
propria, appare inondato dalla luce dei finestroni e ricco di piante, tra cui palme, agavi, ananas e aloe. Si tratta di un progetto estroso, ideato tra il 1839 e il 1840 dall’architetto ve-
L’interno del padiglione nella Serra moresca di Villa Torlonia
© Gelico
neto Giuseppe Jappelli, su indicazione di Alessandro Torlonia che aveva commissionato allo stesso anche la Casina delle Civette, a pochissima distanza da qui, sempre all’interno della villa. Una volta usciti ci si ritrova in un giardino con la Grotta artificiale, un’area con zampilli e laghetti per dare sollievo dalla calura. Su tutto si impone la Torre, una costruzione svettante, dove ancora non si può accedere, che ha in cima ampie finestre, con la stessa foggia dei finestroni del padiglione, in ghisa e vetri colorati, decorate internamente da stucchi policromi. Qui al centro, una volta, era posizionato un divano che veniva sollevato in occasione di simposi e banchetti per fare spazio a una tavola imbandita proveniente dalla cucina sottostante, accendendo lo stupore tra gli ospiti del principe. ARSOLI: FERMATA DELL’ARTE Ad Arsoli, cittadina nella Valle dell’Aniene, in provincia di Roma, basta scendere dal treno per conoscere Alessandro Morani, raffigurato in grandi e colorati murales sulla facciata della stazione ferroviaria. Pittore accademico, era proprietario di una villa omonima, a poca distanza dai binari, rimasta agli eredi. Il villino, sua residenza estiva dal 1902, conserva molte opere e documenti del suo talento poliedrico. Testimonianze che provano lo stretto rapporto che intratteneva, insieme alla moglie Lili Helbig, con importanti uomini di cul-
Uno dei murales nella stazione di Arsoli (RM)
tura del tempo. Frequentavano questi spazi, che all’interno contavano 400 m² e all’esterno 2500 di giardini, anche i compositori Franz Listz e Richard Wagner, lo scrittore Lev Tolstoj e lo storico Theodor Mommsen. E, non ultimi per importanza, erano ospiti in questo ameno luogo di riposo e ispirazione la divina Eleonora Duse e il vate Gabriele D’Annunzio, legato al proprietario della villa da una lunga e profonda amicizia, unita alla stima professionale, di cui rimangono come prova molte lettere qui esposte. Morani fu uno degli artisti che, nella se-
conda metà del 1800, modificarono la percezione della pittura paesaggistica, fino a esprimersi in uno straordinario stile simbolista. Un patrimonio, curato oggi dall’associazione Liberi nell’arte che, nel 2020, fu dichiarato d'interesse culturale, storico e artistico. E l’anno dopo è entrato a far parte della rete delle Dimore e giardini storici della Regione Lazio. castelfusano.org castelfusano Castellochigi museivillatorlonia.it villamorani.it
Il giardino del Villino Morani
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© Roberta Rota
UN CAMMINO PER TUTTI
Claudio Filipazzi in cammino
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di Valentina Lo Surdo ilmondodiabha.it
valentina.losurdo.3
ValuLoSurdo
ilmondodiabha
«L
e barriere più grandi sono quelle della mente». Così si legge sulla home page del sito di Free Wheels, l'organizzazione di volontariato che da dieci anni si occupa di cammini condivisi nel nome dell’accessibilità. Affinché l’esperienza di un itinerario a piedi possa diventare sempre più sinonimo di «viaggio lento come stile di vita e opportunità di crescita, per l’indipendenza sociale e fisica di ognuno di noi», spiega Pietro Scidurlo, co-fondatore di Free Wheels e pioniere nel mondo dei cammini accessibili in Italia che, con il suo gruppo di colleghi e volontari, ha tracciato e mappato una rete di percorsi adatti a persone con esigenze specifiche. Perfetti per chi si muove in carrozzina o handbike, al pari di andar a piedi o in bicicletta, ma anche semplicemente per chi «ha gli stessi desideri di quando aveva 40 anni, ma capacità ridotte dall’avanzare dell’età». Un progetto capace di trovare la soluzione migliore per chi Pietro Scidurlo, fondatore di Free Wheels
© Progetto aruotalibera.eu
L'ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO FREE WHEELS SI OCCUPA DI MAPPARE LA GEOGRAFIA DEI PERCORSI ACCESSIBILI IN EUROPA. PER ABBATTERE LE BARRIERE E AIUTARE CHIUNQUE AD AFFRONTARE I PROPRI LIMITI
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© Michele Celebrin
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Michele Celebrin, viaggiatore, in cima alla funivia Lagazoui
viaggia con bambini al seguito, ha intolleranze alimentari, deve sottoporsi a dialisi, oppure, più semplicemente, «ha bisogno di un ottico perché ha rotto gli occhiali mentre camminava nel bosco». Attraverso Free Wheels, Scidurlo prende in considerazione «persone con esigenze specifiche, non necessariamente speciali o particolari»: cittadini che potrebbero trovarsi in difficoltà per varie ragioni legate al percorso – scalini, passerelle, strettoie, cancelletti, salite o discese eccessivamente pendenti e tortuose – ma anche per via dell’offerta gastronomica poco inclusiva dei ristoranti lungo gli itinerari. «Si tratta oltretutto di un mercato enorme che, per quel che riguarda le persone con disabilità, interessa 10 milioni di italiani, 127 milioni di europei e che potrebbe dare lavoro a 4 milioni di persone, dati Istat alla mano», precisa. «In fondo, se faccio tutto questo, non è certo solo per me e per quelli come me: i primi destinatari sono coloro che finora hanno camminato attraverso i racconti di viaggio degli altri. In generale, punto ad aprire la vista su nuove prospettive, sociali, professionali ed economiche». Prima di analizzare la realtà, ancora 60
poco sconosciuta, dei cammini italiani inclusivi, vale la pena soffermarsi sulla storia di Scidurlo, classe 1978, originario di Somma Lombardo, in provincia di Varese. Nato paraplegico per un errore medico, a 33 anni raggiunge per la prima volta con la sua handbike Santiago de Compostela, in Spagna, destinazione finale del Cammino per eccellenza. Lì decide di cambiare vita e intraprende un percorso poi dettagliatamente raccontato nel libro autobiografico Per chi vuole non c’è destino, pubblicato da Terre di mezzo. Da allora, la sua esistenza è totalmente focalizzata su un sogno: «rendere il mondo a misura di tutti». In qualità di presidente dell'odv Free Wheels, si occupa principalmente di mappare i cammini europei accessibili insieme a una quarantina di straordinari compagni di viaggio. «Il nostro obiettivo è aiutare chiunque ad affrontare i propri limiti, promuovendo il reale abbattimento delle barriere fisiche e mentali», racconta Pietro a pochi giorni dall’inizio della sua ultima avventura, Klick’s on ways, 250 chilometri attraverso l’Emilia-Romagna, da percorrere insieme ad altri compagni che, come lui, viaggiano su gomma. «Oltre a mappare i principali percorsi europei», prosegue, «Free Wheels si
occupa di mettere a disposizione accompagnatori e ausili a chi non vuole intraprendere un cammino da solo. Organizziamo anche seminari di sensibilizzazione rivolti ai giovani e abbiamo creato una community di viaggiatori che vogliono compiere un pezzo di strada insieme. Ma non si tratta solo di un lavoro tecnico: l’aspetto più rilevante è aiutare migliaia di persone ad affrontare le loro paure e la vita». Nasce così, dalla penna di Scidurlo, Santiago per tutti: prima guida europea destinata a persone con esigenze specifiche, edita sempre da Terre di mezzo, perché tutti, in un modo o nell’altro, hanno le proprie necessità. «Un aiuto può servire a me, che sono in questa posizione, ma anche a una madre con un passeggino o a un anziano che ha bisogno del supporto di un bastone». Il lavoro di Free Wheels consiste nel rendere accessibili percorsi di solito non inclusivi, per estendere il concetto di accessibilità a quante più persone possibili. Per possedere questo requisito, il cammino deve fondamentalmente disporre di strade, strutture ricettive, servizi di appoggio al viaggiatore adatti a tutte le categorie di viaggiatori ed esigenze. È quindi necessario un continuo lavo-
ro di monitoraggio e rendicontazione, affinché tutti possano trovare esattamente ciò di cui hanno bisogno. «Per questo, stiamo sviluppando anche una pwa (progressive web app) che dia la possibilità agli utenti di scovare il cammino più adatto a loro utilizzando dei filtri di ricerca specifici». Free Wheels ha restituito finora ai viaggiatori ben 3mila km di percorsi accessibili. «Va detto che ci sono zone d’Italia all’avanguardia in termini di inclusione, come il Trentino-Alto Adige e altre rimaste indietro». Senza dubbio, il grande modello straniero è il Cammino francese in direzione Santiago de Compostela e il suo proseguimento verso Finisterre e Muxía, sempre in Spagna. Ma le cose stanno rapidamente migliorando anche da noi. «È importante, però, comprendere che dobbiamo essere flessibili perché è molto difficile immaginare un percorso interamente accessibile. Il modello più praticabile è costruire porzioni di cammino adatte a tutti». Per esempio, lungo la Via Francigena del nord, specialmente in Valle d’Aosta, ci sono
alcuni tratti ideali per persone cieche, mentre persiste qualche criticità nelle accoglienze municipali e religiose di Toscana e Liguria. Risulta buona, invece, la situazione nel Lazio. Free Wheels ha trovato il modo per rendere fruibili a tutti anche la Via Francisca del Lucomagno, la Via di Francesco nella tratta da Firenze ad Assisi, il Cammino di San Benedetto (Umbria e Lazio), oltre a percorsi naturalistici come il Grande Anello della Valnerina. Numerose sono le possibilità presenti e dettagliatamente illustrate sul sito dell’organizzazione Free Wheels, oltre a molti altri percorsi di più breve durata, come la Ciclovia dell’acquedotto pugliese o altri in Trentino-Alto Adige, consultabili su visitdolomites.com nella sezione Dolomiti accessibili. «Fortunatamente siamo sempre più numerosi, sia in termini di iniziative collettive che individuali. Tra i tanti testimonial penso ad Andrea Stella, co-fondatore di Klaxon Mobility, che ha prodotto un propulsore elettrico dallo stesso nome. Con lui abbiamo dato vita al progetto Klick’s on Ways, che ogni anno porta persone con
lesioni midollari a intraprendere un cammino in una diversa regione italiana, offrendo loro anche l’opportunità di entrare nelle Unità Spinali per condividere che esiste la possibilità del Cammino anche una volta usciti da lì. Perché se trovi il coraggio di uscire dalla porta di casa, tante inesplorate possibilità ti aspettano». E così, quest’anno, Scidurlo cammina da Fidenza (PR) a Imola (BO) insieme a Michele, Pietro, Emanuele, Ignazio, Manuel e, per alcune tappe, anche a Marta e Andrea. «Sul fronte associativo le proposte sono sempre più numerose. Come quelle di NoisyVision dedicate ai viaggiatori non vedenti e ipovedenti, o di associazioni che del cammino inclusivo hanno fatto la propria mission, come On, impegnata a valorizzare il Parco delle cinque vette, in provincia di Varese, e Sentieri di felicità, che opera in Toscana. Perché il cammino condiviso è quello che auguro a tutti di compiere». freewheelsonlus.com freewheelsonlus free_wheels_odv free_wheels_
© Free Wheels
Bartolomeo, Giancarlo, Roberto, Pino e Pietro di Free Wheels in cammino tra Radicofani (SI) e Proceno (VT)
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IL PAESE DEI MILLE PAESI di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia]
VACANZE NEL VERDE GLI AGRITURISMI SI CONFERMANO LA SCELTA MIGLIORE PER CHI DESIDERA UNA PAUSA RELAX A CONTATTO CON LA NATURA. DALLA LOMBARDIA ALLA SICILIA, TRE STRUTTURE ORIGINALI PER RITROVARE PROFUMI E SAPORI DELLA CAMPAGNA
La Cascina Le Preseglie, Desenzano del Garda (BS)
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vdgmagazine.it
© Società tarquiniense d'arte e storia
a cura di
Civita di Bagnoregio (VT)
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itrovarsi nel verde, per un turismo sostenibile e un’ecologia dell’anima. È questo il segreto per riconciliarsi con l’ambiente e migliorare il proprio stato psicofisico. I nostri progenitori avevano già compreso che il solo contatto con la natura avrebbe reso gli individui più sereni. E questo stile di vita ha continuato nei secoli successivi a trovare conferma nelle anime più sensibili di artisti e letterati ma anche di asceti e filosofi. Oggi, grazie alla ricerca scientifica, sappiamo che il verde fa davvero bene alla salute. Gli esperti ci dicono che nelle megalopoli, dove vive più del 50% del genere umano, gli individui sono perennemente sotto stress a causa delle condizioni ambientali. Per questo c’è un settore che negli ultimi anni sta registrando un vero e proprio boom, soprattutto in Italia: l’agriturismo. A spingere la formula è il desiderio di vivere una vacanza nel cuore della natura, tra i profumi e i ritrovati sapori della campagna. «L’offerta delle 24mila imprese del settore consente di riscoprire le campagne, i paesini, i borghi e le strade meno battute: un vero patrimonio che può costituire la leva per la ripartenza dell’intero comparto turistico. Si tratta
di una formula di vacanza in crescita costante, con quasi 14 milioni di presenze all’anno e 100mila addetti», ha dichiarato il presidente nazionale di Agriturist, Augusto Congionti. L’associazione nazionale che riunisce gli agriturismi della Confartigianato, insieme a Confagricoltura, ne ha scelti tre rappresentativi per il Nord, il Centro e il Sud Italia. Tutti con un minimo comun denominatore: la presenza di un’azienda agricola. Con l’aggiunta di caratteristiche specifiche che li rendono particolarmente originali, come l’attenzione alla sostenibilità, la presenza di attività didattiche e l’offerta di trattamenti di benessere. VINO E BENESSERE SUL GARDA Tra i tanti in elenco, immersa nei vigneti del Lugana, a due passi da Sirmione e Desenzano del Garda (BS), si trova la Cascina Le Preseglie. Ricavata dalla ristrutturazione di un casale del 1800, nel rispetto dell'architettura rurale, sorge nelle immediate vicinanze della torre monumentale di San Martino della Battaglia. L’agriturismo, a conduzione familiare, offre ospitalità in appartamenti indipendenti dotati di ogni comfort e arredati secondo il gusto e lo stile country provenzale. Il panorama è splendido, con vista sul Lago di Garda, e la struttura punta
a offrire una pausa di benessere ai clienti sempre più attenti al salutismo. Anche la cantina, dove si organizzano visite con degustazioni, produce un vino sano e genuino. A disposizione degli ospiti: trattamenti ayurvedici, sessioni di osteopatia e shiatsu, applicazioni di omeopatia e naturopatia, una scuola di yoga, un Termarium e un Vitarium con aromaterapia, cromoterapia e musicoterapia. NEL LAZIO, TRA NATURA E ARTE Scendendo nel centro Italia, a Bagnoregio (VT), l’agriturismo Buonasera è una struttura ricettiva a gestione familiare situata nelle immediate vicinanze della celebre Civita, uno dei borghi più belli d’Italia, e del Lago di Bolsena. Ospitato in un casale integro del ‘400, offre una ristorazione con specialità del territorio. La cucina è quella della campagna viterbese ed è possibile acquistare i prodotti dell’azienda agricola tra cui olio extravergine di oliva, farro perlato, legumi, pasta di farro, confetture. A disposizione dei clienti una splendida piscina e, per i più piccoli, il bioparco con animali da cortile dove poter vivere esperienze legate alla natura e all’arte: escursioni accompagnate da guide ambientali, visite ai borghi, corsi di pittura con colori derivati dalle piante. Per alcune 63
IL PAESE DEI MILLE PAESI
nomia di un antico maniero immerso in campi di olivi e aranci. Offre una fattoria didattica, dispone di piscina e di un piccolo zoo. Qui è possibile gustare ottimo cibo, mentre si trascorrono splendide giornate nella natura beneficiando della proverbiale ospitalità̀ siciliana. Il cibo, biologico e a chilometro zero, è cucinato con semplicità̀ rispettando la qualità del prodotto e ha il sapore della bellezza dei luoghi che lo circondano. Insalata, pomodori, melanzane e
zucchine arrivano in tavola direttamente dalla terra e i prodotti, come l’ottima marmellata d’arance, hanno sapori genuini. Infine, c’è la possibilità̀ di adottare animali a distanza, partecipare alle attività̀ degli orti comuni, comprare al mercatino biologico, vivere indimenticabili cooking experience. agriturist.it lepreseglie.it agribuonasera.it tenutagiarretta.com
© Ivan Pinieri
settimane estive, è previsto anche un English Summer Camp dove imparare una lingua nuova facendo sport, corsi di cucina e altre attività all’insegna del divertimento, avvolti da una natura incontaminata e con un team esclusivamente madrelingua. UN’OASI BIO IN SICILIA Alle pendici dell’Etna, non lontano dalla storica città di Belpasso (CT), si trova l’Agriresort Tenuta Giarretta. Caratterizzato dalla presenza di 15 ettari di verde, la struttura ha la fisio-
Agriresort Tenuta Giarretta, Belpasso (CT)
ZUPPA DI FARRO PERLATO BIOLOGICO CON SALSICCIA VITERBESE di Sandra Jacopucci
Già apprezzato dagli Etruschi e poi dai Romani, il farro veniva spesso aromatizzato, nelle zone vicine al mare, con il finocchietto selvatico tipico della macchia mediterranea che, una volta, serviva a coprire un eventuale deterioramento delle carni impiegate nelle ricette (da qui, infatti, nasce il termine “infinocchiare”). Con la chef Stella Augugliaro dell’Agriturismo Buonasera a Bagnoregio, abbiamo preparato una ricetta tipica della Tuscia viterbese. A un leggero soffritto di sedano, carota e cipolla tritati finemente a coltello si aggiunge il farro crudo e si fa tostare per tre o quattro minuti. Poi bisogna incorporare il brodo vegetale preparato in precedenza e, prima di ultimare la cottura (circa 40 minuti), insaporire con fiori di finocchietto selvatico, impropriamente chiamati semi, alloro, rosmarino, sale, un pizzico di pepe e peperoncino. Per finire, un giro di buonissimo olio evo. 64
GENIUS LOCI di Peppone Calabrese PepponeCalabrese [Conduttore Rai1, oste e gastronomo]
peppone_calabrese
🤣INTRECCI DI TRADIZIONE TRA I VICOLI DI ORVIETO CON LA FAMIGLIA COTARELLA, PER CONOSCERE UNA STORIA CHE INCROCIA SAPERI DEL VINO E ARTE DELL’OSPITALITÀ
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o appuntamento nella città vecchia di Orvieto, l’urbs vetus da cui deriva il nome del borgo medievale in provincia di Terni,
© Stroujko/AdobeStock
Il centro storico di Orvieto (TR)
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per una colazione con Riccardo Cotarella, enologo che tutto il mondo del vino ci invidia. Lo vedo seduto al tavolo di un bar nei pressi del Duomo, simbo-
lo della località e una delle più belle cattedrali d’Italia e del mondo. Magnifica costruzione, che accorpa diversi stili architettonici, è un mirabile e poetico
© Claudio/AdobeStock
Il pozzo di San Patrizio a Orvieto (TR)
esempio di equilibri e commistioni tra gotico e romanico. Affascinato da tanta bellezza, mi incanto a guardarlo e, a un certo punto, mi sento chiamare. Il signor Riccardo è già seduto e non ha ancora ordinato nulla, proprio un uomo d’altri tempi. Mi siedo accanto a lui e iniziamo a ordinare. Per lui un caffè, per me cappuccino e cornetto. Nell’attesa che ci portino la consumazione richiesta si palesa una ragazza, dà un bacio sulla fronte a Riccardo e si siede insieme a noi. «Piacere, Dominga, papà parla benissimo di te ma io guardo poco la tv». La sua sincerità mi fa sorridere. «So che sei appassionato di cibo, vieni con me, ti devo far assaggiare una cosa», continua. Poi si alza, mi prende per mano, saluta il padre e sparisce con me tra i vicoli della città. Non ho avuto neanche il tempo di parlare, ho solo incrociato lo sguardo sorridente e rassegnato di Riccardo. Dominga è davanti a me, siamo in salita: «Dai, Peppone, muoviti, forza!». La sua chioma di capelli biondi si agita disordinatamente e io rimango indietro di almeno trenta passi a chiedermi perché un incontro così movimentato sia capitato proprio a me, che sono venuto a Orvieto in cerca di una “città slow”. Passiamo davanti al pozzo di San Patrizio e Dominga, continuando a camminare, mi racconta che l’accesso a questo capolavoro di ingegneria voluto da papa Clemente VII è garantito da due rampe elicoidali a senso unico. Due percorsi completamente autonomi e
serviti da due diverse porte che consentivano di trasportare con i muli l'acqua estratta senza incorrere in ostacoli: «Insomma, chi scende non incontra mai chi sale, e ora muoviti!», chiosa. Cotarella junior sembra non accusare la stanchezza. Finalmente rallenta e si ferma davanti a un forno, entriamo e ordina una cinquantina di lumachelle orvietane, rustici salati a forma di chiocciola dal colore ambrato e dalla consistenza fragrante. Provo a dirle che mi sembrano davvero troppe, ma vengo tempestivamente interrotto: «Fai fare a me, fìdati!». Nate come “cibo da tasca” per i contadini che lavoravano nei campi, hanno un impasto simile a quello del pane insaporito da pecorino e prosciutto o dagli ingredienti messi a disposizione dalla stagione. Ci sediamo su un muretto e iniziamo a mangiarle, una tira l’altra e spero non finiscano mai. Dominga mi guarda soddisfatta e dice: «Ecco, io vorrei che tutti potessero conoscere le lumachelle. Mi piacerebbe che nei ristoranti ci fosse personale in grado di spiegare quanto è importante non tradire le tradizioni, capaci di trattare i clienti con il garbo che contraddistingue lo stile del territorio». Penso tra me e me che, anche se non guarda la televisione, è in perfetta linea con quello che dico sempre nella trasmissione Linea verde. Ha un’energia coinvolgente, sorride al mondo grata di poter fare quello che le piace. Le chiedo che bambina era e mi ri-
sponde: «La mia è un po’ come la storia del brutto anatroccolo. Da piccola ero timida e alle elementari mi dissero che non avrei superato le medie. Ma io dentro di me sapevo che sarebbe arrivato il mio momento e, prima o poi, la trasformazione in cigno sarebbe avvenuta. In terzo liceo i sei in pagella si sono trasformati in dieci e, nel 2015, insieme alle mie sorelle abbiamo capito che, lavorando con tenacia e passione, avremmo potuto lasciare un segno. Ogni giorno dico ai miei figli e a tutti i giovani che ho la fortuna di incontrare di non essere superficiali. Al di là dei talenti con i quali ognuno di noi nasce, occorre andare in profondità, senza trascurare i dettagli. Studiare, applicarsi e puntare in alto». Le chiedo delle sorelle e mi risponde che in realtà sono cugine, figlie del fratello del padre. E continua: «La nostra famiglia, originaria di Orvieto, nasce dal mondo del vino. Quando abbiamo iniziato a pensare al passaggio generazionale, con Marta ed Enrica abbiamo sentito l’esigenza di metterci alla prova come imprenditrici e di allargare il nostro mondo al di fuori dell’enologia e della viticoltura in senso stretto, pur rimanendo legate a questo ambito». All’epoca, Dominga si occupava principalmente del settore commerciale e aveva l’opportunità di parlare quotidianamente con maître e sommelier: «Lamentavano una grave carenza di professionalità nel servizio di sala, per67
GENIUS LOCI
L’Accademia di alta formazione di sala Intrecci, a Castiglione in Teverina (VT)
cepito come un lavoro di passaggio o che comunque non richiedeva particolari competenze. Così, interpretando questo bisogno, nel 2017 abbiamo dato vita all’Accademia di alta formazione di sala Intrecci, a Castiglione in Teverina, in provincia di Viterbo». La scuola ha l’obiettivo di formare personale qualificato per l’accoglienza, la ristorazione e l’ospitalità. «Le tre c nascoste nel nome (in-tre-cci, ndr) si riferiscono a noi, le tre Cotarella, ma anche alle tre parole chiave alla base del progetto: coraggio, cultura e curiosità. Per arrivare poi a quelle di classe, carattere e calore, tratti distintivi dell’ospitalità ideale. Quando abbiamo comunicato l’intenzione di creare quest’accademia, in pochi ci hanno creduto e sostenuto. Oggi, invece, Intrecci è riconosciuta come un’accademia di valore unico, sinonimo di alta formazione di sala»,
© rbdesign+ roberto befani designer
Marta, Dominga ed Enrica Cotarella
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prosegue. Un sogno che si è realizzato con tanto lavoro, coerenza e perseveranza. «Abbiamo scelto di avere solo 25 ragazzi per ogni anno accademico, in modo da poter seguire ogni studente in modo sartoriale. Il percorso si articola in due fasi: sei mesi di lezione con formula residenziale, nel nostro campus, con attività teoriche, pratiche, laboratori in esterna e viaggi didattici. Poi, a seguire, sei mesi di stage nei migliori ristoranti e hotel italiani e stranieri». E aggiunge: «La scuola è stata realizzata nella struttura che un tempo ospitava l’oleificio del paese. Inizialmente avevamo pensato di crearla all’interno di un nostro casale, ma quando siamo venute a conoscenza della disponibilità di questo edificio, in gestione al Comune di Castiglione in Teverina, ci siamo affrettate a effettuare il sopral-
luogo. Abbiamo capito a prima vista che era la sede ideale, accogliente e spaziosa. In questo luogo magico la nostra famiglia ha mosso i suoi primi passi nel mondo del vino e poi nella formazione». È nato così un progetto dedicato esclusivamente al personale di sala e agli addetti all’accoglienza con la formula del campus: gli studenti hanno a disposizione alloggi, mensa, spazi ricreativi e di studio forniti di attrezzature didattiche digitali e tradizionali. «Vengono insegnate materie come viticoltura ed enologia, fondamentali per proporre al meglio quello che viene servito. Si insiste sull’importanza di una dizione corretta e sull’attenzione ai minimi dettagli della tavola, dalla conoscenza approfondita di prodotti e lavorazioni, alla spiegazione di ogni singolo ingrediente che viene servito in un piatto. Inoltre, si insegnano teatro, galateo, tecniche del suono e illuminazione degli ambienti, soft skill, psicologia del cliente». L’obiettivo, conclude Dominga, «è formare futuri manager della ristorazione, maître e personale di sala che sappiano contribuire a rendere l’esperienza dell’ospite completa e indimenticabile. Il nostro scopo è potenziare le loro capacità e valorizzare i loro talenti». Nel frattempo, le lumachelle sono finite. Mi sento stordito ma si tratta di una confusione positiva, vivace, fresca. Sono persuaso dalla visione ben precisa di chi sa che per avere buoni risultati bisogna formarsi e perseverare. intreccialtaformazione.com
BUON VIAGGIO BRAVA GENTE
di Padre Enzo Fortunato
padre.enzo.fortunato
padrenzo
padreenzofortunato
[Giornalista e scrittore]
TRACCE DI UMANITÀ © Rasstock/GettyImages
Una madre e la sua bambina guardano una costruzione distrutta di Mariupol
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© Padre Enzo Fortunato
DALL’ITALIA A KIEV PER PORTARE AIUTO AL POPOLO UCRAINO COLPITO DALLA GUERRA. TRA LE FERITE DEI BAMBINI, LA SPERANZA DELLE MADRI, L’INDIGNAZIONE DEI PADRI
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uesto mese non andremo a conoscere luoghi incontaminati della nostra Penisola, posti carichi di spiritualità. Stavolta varchiamo i confini e andiamo verso l’Ucraina, dove da oltre tre mesi si sta perpetrando un «massacro insensato», come in più occasioni lo ha definito papa Francesco. Nei giorni che hanno preceduto la partenza, insieme alla cooperativa sociale Auxilium e all’associazione Croce di Sant’Andrea di Amalfi, abbiamo lavorato moltissimo per raccogliere aiuti umanitari: medicinali, coperte ma anche telefoni cellulari, fondamentali per mantenere i contatti tra le persone. L’ultima offerta ricevuta proviene da una signora che mi ha consegnato una busta, con questa raccomandazione: «Sono i risparmi della nostra famiglia». Il tir che ci accompagna, insomma, è carico di umanità. Il 30 aprile la missione umanitaria a cui ho preso parte è partita verso la capitale Kiev. Insieme a me, il fondatore della cooperativa Auxilium Angelo Chiorazzo, la direttrice del Tg3 Simona Sala, la giornalista Lucia Annunziata e la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, che ha guidato la delegazione. Poco prima, il segretario di Stato vaticano, il cardinale Piero Parolin, mi ha detto: «Portate la vicinanza e l’incoraggiamento del Papa al popolo che soffre, vi accompagnerò con la preghiera». Diretti verso Leopoli, varchiamo i
Kiev, scorcio della città
confini dell’Ucraina. I controlli sono serrati, la tensione palpabile. Il viaggio dura tutta la notte, attraversiamo la Slovenia e l’Ungheria, costeggiando Budapest. E anche se le prime luci del giorno ci accolgono, so che la notte è soltanto iniziata. Nel varcare il confine, bacio questa terra, questo corpo martoriato. A Leopoli, il primo incontro è con frate Nicolas. In Ucraina ci sono circa 200 francescani e una rete di solidarietà silenziosa. «Le chiese sono diventate rifugi, suore e preti fanno da tassisti per spostare, portare e proteggere i civili». Ci racconta i drammi, le ferite, la catastrofe di un popolo. E l’incubo delle sirene: quando suonano, c’è chi trova riparo negli scantinati e chi sceglie di rimanere nei rifugi. Juri, responsabi-
le della comunità di Sant’Egidio in Ucraina, ci mostra un ristorante storico di Leopoli diventato un centro di smistamento di aiuti e pratiche utili per cercare parenti e amici di cui non si hanno più notizie. Partigiani ucraini si rendono disponibili ad accompagnarci nella seconda parte del viaggio. Mentre Alexey, 36enne di Kiev, mi dice che il peggio deve ancora arrivare. Le prossime tappe saranno Terebovlja e Ternopil', città a poche ore dalla capitale ormai diventate campi profughi. Affidiamo ai frati una prima parte degli aiuti umanitari, mentre ci prepariamo a ripartire. Il viaggio al termine della notte è soltanto iniziato. Riusciamo a raggiungere Kiev. A svegliarci è il suono delle sirene: 71
BUON VIAGGIO BRAVA GENTE
alle 2 la prima, alle 5 la seconda. Trascorro la giornata con alcuni volontari nei centri di accoglienza profughi. Uno di questi prima era una vecchia scuola e ora ospita circa 250 persone in condizioni igieniche al limite del sopportabile. Ci sono camere con un frigo, un tavolino, piccoli fornelli e un letto di fortuna dove dormono in quattro in compagnia di cani e gatti. Ad accoglierci i sopravvissuti di Kiev: il sorriso dei bambini, la dignità delle madri, l’indignazione dei padri. Bambini che stavano iniziando a incontrare il Dio della vita e che, invece, hanno trovato la violenza e la morte: il nunzio apostolico a Kiev ci mostra una Bibbia recuperata nella stanza dei ragazzi di una casa de-
vastata a Irpin', insieme a un’altra copia annerita dalle bombe, oggetti che dicono tanto di questa guerra assurda e lasciano storditi. «Dei piccoli non c’è più nessuna traccia», racconta monsignor Visvaldas Kulbokas. Durante l’incontro con la nostra missione umanitaria il nunzio spiega di aver ricevuto quegli oggetti da un colonnello dell’esercito ucraino, che li ha consegnati dicendo: «Meno male che i preti non possono arruolarsi, altrimenti anche loro avrebbero imbracciato il fucile davanti a tanta violenza». Le strade sono presidiate da continui check point con soldati muniti di kalashnikov. Ci fermano, i controlli sono severi e intimoriscono. Purtroppo, l’appello di papa Francesco
a deporre le armi è rimasto inascoltato. Una madre, Alexia, ci chiede di non abbandonarli, soprattutto quando la guerra sarà finita. Un uomo di trentasei anni, Nikolaj, promette di combattere a ogni costo, senza un segno di incertezza. Alle storie di chi ha perso tutto a causa del conflitto, si affiancano quelle degli ultimi, i poveri tra i poveri. Vagabondi e clochard, uomini e donne senza nome che vengono accuditi, vestiti e portati in luoghi sicuri. La giornalista Annunziata mi ha incalzato più volte durante il viaggio: «Possono bastare le invocazioni alla pace o è tempo di agire?». Anche qui, lacerato dentro, non ho saputo dare risposta. Faccio fatica a rintracciare l’umanità sotto le mi-
© Mariia Symchych-Navrotska/EyeEm/GettyImages
Un papà ucraino, con i suoi bambini in un rifugio antiaereo, guarda le ultime notizie sull’invasione russa
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© Bloomberg/GettyImages
metiche dei soldati russi che si sono macchiati di tante stragi. Anche il ritorno in Italia è nel cuore della notte. Il camion ora è vuoto, ma la mente è piena di domande. Perché la guerra e non la pace? Per un lembo di terra, per il potere? Varchiamo i confini quando ci arriva la notizia dei bombardamenti nella regione di Leopoli. Il pensiero va ai frati di Sant’Antonio, alle famiglie incontrate. Forse hanno ragione i frati: questo conflitto sarà ancora lungo. Nella tarda mattinata, arrivo ad Assisi: dalla città delle bombe alla città della pace. È necessario imparare tutto nuovamente, abbiamo dimenticato l’umanità. Dobbiamo riscrivere un dizionario contro la guerra, le cui parole saranno: inclusività, sostenibilità energetica e umana, transizione ecologica, equità e giustizia, integrazione, costruzione e ricostruzione delle infrastrutture e del tessuto sociale.
© Padre Enzo Fortunato
Un soccorritore si prende cura del cane di una donna ucraina in fuga, dopo il superamento del confine verso Siret, in Romania
Bibbie ritrovate nelle case bruciate dai soldati russi a Bucha, ora custodite nella Nunziatura di Kiev
Per sostenere i frati in Ucraina e la popolazione che soffre, si può donare chiamando o inviando un sms al 45515 73
INCLUSION
OGNI STORIA È UNA VITA NELL’ULTIMO ANNO, 100 MILIONI DI PERSONE SONO STATE COSTRETTE A LASCIARE LA PROPRIA TERRA PER SALVARSI. IL 20 GIUGNO, CON LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO, SI CELEBRA IL LORO DIRITTO ALL’ACCOGLIENZA
© Unhcr/ Xavier Bourgois
di Fabiola Zanetti
Profughi sopravvissuti all'attacco del villaggio di Rann, in Nigeria, e sfollati in Camerun
«A
priamo il nostro cuore ai rifugiati, facciamo nostre le loro tristezze, le loro gioie, impariamo dalla loro coraggiosa resilienza. Così tutti insieme faremo crescere una comunità più umana, una sola grande famiglia». Questo l’appello
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di papa Francesco in occasione dell’ultimo World Refugee Day, la Giornata mondiale del rifugiato indetta dalle Nazione Unite per il 20 giugno di ogni anno allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della protezione internazionale e delle migrazioni
forzate. Da allora, guerre, persecuzioni e violenze hanno costretto altri 100 milioni di persone a lasciare la propria terra per cercare salvezza altrove. «Quella dei rifugiati e degli sfollati è una crisi globale. Sono ormai più di dieci anni che assistiamo a una cre-
© Daniele Leoni
scita continua e costante del numero di esseri umani in fuga dentro e fuori dal loro Paese», spiega Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – nel mondo United Nations High Commissioner for Refugees (Unhcr) – associazione impegnata in prima linea a salvare vite umane, tutelarne i diritti e aiutare milioni di persone a ricostruirsi un futuro migliore. Nata nel 1950 con il compito di assistere i cittadini europei fuggiti dalle proprie case a causa della Seconda guerra mondiale, l’Unhcr lavora oggi in oltre 130 paesi e, con l’emergenza in Ucraina, è tornata a operare nel cuore dell’Europa. «Dall’inizio dell’invasione russa, lo scorso 24 febbraio, sono usciti dal Paese quasi 6 milioni di ucraini (dato aggiornato al 10 maggio 2022 ndr). All’interno ci sono altri 7,7 milioni di sfollati e almeno 13 milioni di vite bloccate o in estremo bisogno umanitario. Il 90% di chi fugge è rappresentato da donne, bambini, anziani e disabili. Secondo le nostre pianificazioni operative, entro dicembre saranno 8 milioni i cittadini ucraini che lasceranno la loro nazione», racconta Sami. Oltre all’Ucraina, l’Unhcr opera costantemente in molte altre zone di crisi nel mondo. «Siamo in Afghanistan, accanto al popolo Rohingya tra Birmania e Bangladesh, in molti Paesi africani dove è in corso un conflitto, come l’area del Sahel sottoposta alla violenza jihadista, senza dimenticare poi Yemen e Siria». Quest’anno, per la Giornata mondiale del rifugiato, con lo slogan “Chiunque, ovunque, sempre. Ogni persona ha il diritto di cercare protezione”, l’Unhcr vuole focalizzare l’attenzione sul fatto che chiunque fugga da conflitti, discriminazioni e sofferenze ha diritto all’asilo, all’accoglienza e a vivere in un luogo che gli dia sicurezza. Il motto sembra risuonare anche nelle stazioni, che rappresentano una delle principali mete da raggiungere per chi fugge da una guerra. Ad affrontare il fenomeno dell’emarginazione sociale negli scali ferroviari, dove spesso si concentrano forme di disagio e povertà, ci sono gli Help center, coordinati dall’Osservatorio nazionale della solidarietà nelle stazioni italiane (Onds).
Il centro Binario 95 all'interno del Polo sociale dell'Help center di Roma Termini
Sportelli di ascolto che hanno l’obiettivo di intercettare e prendere in carico le persone più fragili, non solo tra i migranti, indirizzandoli verso percorsi di reinserimento. Nel 2002, con l’attivazione del primo centro a Roma Termini, prende il via questo modello di welfare che vede impegnati il Gruppo FS, le istituzioni e le associazioni del terzo settore in un vero e proprio network della solidarietà. Dal 2016 al 2020, 107mila persone si sono rivolte alla rete dei 18 Help center presenti nelle principali stazioni d’Italia, tra cui Milano, Bologna, Torino, Genova, Firenze, Napoli, Foggia, Reggio Calabria e Messina, e gli interventi effettuati sono stati circa 2 milioni e 400mila, con supporti per l’igiene personale e la distribuzione di beni primari come pasti, abiti e coperte. È prevista anche un’assistenza medica e legale, oltre a percorsi di orientamento per la ricerca di un lavoro. In media circa 20mila persone all’anno si rivolgono a questi centri: il 50% sono “nuovi”, cioè non sono mai passati prima per uno sportello di stazione, il 75% stranieri, tra richiedenti asilo, rifugiati politici o migranti economici. «Il centro di Roma sta collaborando con la task force del Comune dedicata all’emergenza in Ucraina per gestire un numero verde che riceve migliaia
di chiamate», spiega Alessandro Radicchi, direttore dell’Onds. «Passano diverse ore dal momento in cui una persona arriva nelle stazioni di Termini o Tiburtina fino a quando viene inserita nel circuito dell’accoglienza. Il nostro centro di ascolto diventa un punto di riferimento fondamentale per favorire questa connessione». Centinaia sono le storie dei giovani che, grazie alla rete degli Help center, hanno ritrovato fiducia in loro stessi. Ewan è stata aiutata a valorizzare la laurea conseguita nello Zimbabwe e ora è dottoranda con una borsa di studio in Scienze agrarie, alimentari e ambientali all’Università di Ancona. Jasmine, di origine sudafricana, e Vasile, dalla Romania, non si sono scoraggiati e sono riusciti a trovare un posto di lavoro. Ogni storia è una vita e ogni vita è un bene prezioso che va curato con la massima attenzione. Perché il valore dell’inclusione diventi un principio fondamentale della nostra società. unhcr.org onds.it I numeri d’emergenza di Unhcr Antiviolenza e stalking 1522 Anti-tratta 800 290 290
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SPORT
IL GUSTO DI
PEDALARE IN SELLA A BICI D’EPOCA, TRA COLLINE, STRADE BIANCHE E SAPORI TOSCANI. IL 25 E 26 GIUGNO, NEL SENESE, APPUNTAMENTO CON LA NOVA EROICA, CICLOTURISTICA STORICA NON COMPETITIVA di Filippo Nassetti Foto di Paolo Penni Martelli
Nel servizio, i partecipanti di Nova Eroica 2021 nei colori della Val d'Orcia e della Val d'Arbia (SI)
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SPORT
C
olline e cipressi, vigneti e oliveti, borghi e campanili. Tutti da ammirare al ritmo della pedalata, con un lento andamento su strade bianche sterrate. L’Eroica, leggendaria cicloturistica storica, è ormai un’icona di quell’Italia genuina e originale che ogni anno si può rivivere in sella a biciclette d’epoca, in una gara non competitiva, indossando vecchie maglie di lana, abbracciati da camere d’aria a tracolla. “La bellezza della fatica e il gusto dell’impresa” è il suggestivo sottotitolo coniato da Giancarlo Brocci, medico, giornalista e scrittore, che con un gruppo di amici, 25 anni fa, ebbe la felice intuizione di coniugare la voglia di riassaporare i colori e le emozioni delle sfide leggendarie tra Fausto Coppi e Gino Bartali con i sapori dell’enogastronomia toscana, in un set unico al mondo. Un salto indietro nel tempo visto che, in quei giorni, non è inusuale incontrare partecipanti o semplici appassionati con costumi di inizio ‘900, giacche di tweed o baffoni in stile austroungarico. Ma non è solo nostalgia di una tradizione, c’è un richiamo a quello sport di un tempo, feroce ma cavalleresco, i cui valori fondanti riportano al senso della fatica di un
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traguardo e ai legami con gli altri corridori, con cui condividere la durezza della prova e il sorriso di un arrivo imperlato di sudore e polvere. Nata sulle colline del Chianti, nelle campagne intorno a Gaiole (SI), l’Eroica ha riscontrato un successo crescente, richiamando persone da tutte le parti del mondo. Tanto che la manifestazione originale ne ha figliate una quindicina in Italia – tra le altre, a Castel del Monte (AQ), sulle colline di Conegliano Valdobbiadene (TV) e a San Candido (BZ) – e all’estero, in Sud Africa, Inghilterra, Germania, Olanda, Spagna, Giappone e California. Tutte con la stessa impostazione di un ciclismo da percorrere fuori dal traffico delle macchine o dei monopattini, con lunghi tratti non asfaltati, dove l’antico imprevisto di una foratura non è così insolito. Il 25 e 26 giugno a Buonconvento, sempre nel Senese, l’appuntamento è con la Nova Eroica, la versione contemporanea della manifestazione, dove sono ammesse anche le biciclette moderne e le prestazioni vengono cronometrate. Ogni chilometro merita un’istantanea da cartolina. Il sabato alle 8 partono tre competizioni, con una scala di difficoltà crescente. Il percorso Val d’Arbia, lungo 62 chilometri, è indicato a chi vuole
godersi la pedalata ammirando il panorama, senza il pensiero del cronometro, con un dislivello di circa mille metri in totale. L’itinerario di difficoltà media è Crete senesi, che si snoda per 85 chilometri e un dislivello di 1500 metri. Infine, il più impegnativo, Terra di Siena, che si srotola su 130 chilometri, con 2300 metri di dislivello, unici al mondo. La domenica, invece, è dedicata alla pedalata amatoriale per le famiglie, dove sono ammesse anche le biciclette elettriche. Due i percorsi a disposizione, entrambi non impegnativi: la Valle dell'Ombrone, di 14 chilometri, e i Castelli di Buonconvento, di 28. Le aree di sosta dell’Eroica, poi, richiamano quelle dei viandanti pellegrini che raggiungevano Roma lungo la Via Francigena. Veri punti di ristoro per rifocillarsi con gusto, tra una ribollita e una bruschetta con olio toscano, accompagnate da un buon bicchiere di Brunello. L’Eroica, alla fine, non è solo una manifestazione sportiva, ma un vero e proprio stile di vita, che pratica la lentezza dell’incedere, per assaporare bellezza e bontà. eroica.cc/it Eroica Eroica_Official eroica.cc
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ROMA
BARI
SPORT
DONNE IN GIRO DALLA SARDEGNA AL VENETO, IN DIECI TAPPE, PER OLTRE 900 CHILOMETRI. IL MEGLIO DEL CICLISMO FEMMINILE MONDIALE ATTRAVERSA L’ITALIA di Floriana Schiano Moriello Foto di Tommaso Pelagalli per Bettini Photo
In questa e nella pagina seguente, alcuni scatti del Giro donne 2021
È
Cagliari, la città del bastione di Saint Remy e dei fenicotteri rosa, a inaugurare il Giro donne 2022, competizione a tappe di ciclismo femminile. Si parte dal capoluogo sardo il 30 giugno per poi decretare la vincitrice a Padova, dieci giorni dopo. La 33esima edizione del grande evento torna nel circuito dell’Unione ciclistica internazionale Uci Women’s World
Tour con l’obiettivo di valorizzare il binomio donna e sport, combinandolo con la promozione territoriale del Paese e l’attenzione all’ambiente. Il percorso di oltre 900 chilometri si snoda dalla Sardegna al Veneto, attraverso Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino-Alto Adige, in dieci tappe che vedono protagoniste le 24 migliori squadre provenienti da ogni angolo
del globo. In totale 144 atlete, di cui tre italiane: Elisa Balsamo, Marta Cavalli ed Elisa Longo Borghini. Le cicliste si sfidano lungo un percorso di grande valore tecnico, storico e naturalistico accarezzando con il loro passaggio le tante sfumature di un’Italia sempre diversa e affascinante tra mare, montagne, laghi, fiumi e città d’arte. 81
SPORT
Partenza dalla solare Cagliari con una cronometro individuale di 4,8 km, per poi risalire l’intrigante e aspra costa orientale dell’isola, prima con una tappa mossa di 108,8 km, da Villasimius (CA) a Tortolì (NU), per chiudere con una adatta alle velociste lunga 113,4 km, da Dorgali (NU) a Olbia (OT). Concluse le sfide isolane, le 144 cicliste si trasferiscono sulla terraferma, dove le pedalate potenti riprendono il 4 luglio tra i verdeggianti paesaggi dell’Emilia-Romagna, in un lungo tratto ondulato di 120,9 km, con Cesena come punto di partenza e di arrivo, che consente di conquistare tre Gran Premi della Montagna. Il Giro donne prosegue poi con una tappa per sprinter di 126,1 km da Carpi (MO) a Reggio Emilia, lambendo anche le morbide colline alle pendici degli Appennini. Nelle sfide successive si gode l’azzurro del Lago di Iseo, a Sarnico (BG), con un tratto a curve
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di 114,7 km per spostarsi poi nel cuore del borgo antico di Bergamo Alta e giungere, infine, nel centro della città. A seguire, le atlete sono impegnate con la prova di resistenza di 112,9 km che inizia nel piccolo comune di Prevalle (BS), a 190 metri dal livello del mare, entra nella città di Brescia e si inerpica sulle Alpi fino ad arrivare al Passo del Maniva, a 1.742 metri di altezza, punto più elevato raggiunto da questa edizione. Lasciata la regione lombarda seguono le due sfide nella provincia di Trento, dove la prima battuta è ancora tra tornanti di 104,7 km lungo il fiume Adige, da Rovereto ad Aldeno. La seconda passa da San Michele all’Adige a San Lorenzo Dorsino, con vedute mozzafiato sulle pendici orientali delle Dolomiti di Brenta, per un altro percorso che richiede il massimo impegno: una scalata in salita di 112,8 km. Momento da celebrare, in questa oc-
casione, è il passaggio per la famosa Cima Coppi, tra i tornanti del panoramicissimo Passo Daone, con scenari mozzafiato e ben noti agli amanti del ciclismo e della natura incontaminata. Questa punta rappresenta il punto più alto raggiunto dai ciclisti professionisti durante ciascun Giro d'Italia, e fu intitolata nel 1965 al campione Fausto Coppi a cinque anni dalla sua morte. Gran finale il 10 luglio, in Veneto, con partenza da Abano Terme (PD), su e giù per i Colli Euganei di foscoliana memoria, tra ville, parchi sontuosi e vigneti, fino all’arrivo in Prato della Valle, la piazza ellittica simbolo di Padova. L’ultimo tragitto valorizza soprattutto le doti delle velociste: la carovana delle due ruote pedala per 90,8 km fino al traguardo finale dove viene indossata la tanto ambita Maglia rosa del Giro donne 2022. giroditaliadonne.it giro_donne
GIORGIO MORANDI Il tempo sospeso
30.04.2022
02.07.2022
ARTE
IL RESTAURO DEL FUTURO APRE ALLE PORTE DI MILANO UN GRANDE DISTRETTO DI FORMAZIONE E RICERCA. PER NUOVI PROFESSIONISTI CAPACI DI RIPORTARE ALLA VITA ANCHE OPERE D’ARTE CONTEMPORANEA E PEZZI DI DESIGN di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com
È
una sfida. Anzi, un atto d’amore verso il proprio Paese. In un certo senso, quella del restauratore è una vocazione e, allo stesso tempo, una professione che
permette di lavorare a stretto contatto con la bellezza e l’arte. E offre opportunità di impiego internazionali, in prestigiose istituzioni, dal momento che i nostri professionisti del settore sono
Il Milano Innovation District, nell’area che ospitò Expo Milano 2015
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riconosciuti come i migliori al mondo. In una nazione come l’Italia, un museo a cielo aperto con un patrimonio culturale vasto e di qualità, che rappresenta una risorsa e al tempo stesso una
terie simili. Il terzo corso forma invece professionisti in grado di intervenire su materiali tessili, arazzi, tessuti e tappeti, a cui si aggiungono cuoio, pelle e materiali etnoantropologici. In futuro, prevediamo di ampliare la nostra offerta con master, corsi di specializzazione e seminari legati a questo settore e, più in generale, all’arte. In quali ambiti la vostra offerta formativa sarà distintiva rispetto al mondo del lavoro? Puntiamo a progettare percorsi che possano rispondere in modo efficace alle esigenze di un mercato, e di una professione, in costante mutamento e aggiornamento. Pensiamo all’arte moderna e contemporanea in cui, dalle avanguardie in poi, si producono opere d’arte destinate a sparire e si utilizzano materiali spesso facilmente deperibili. Per quanto riguarda il restauro del design, abbiamo stretto una
© New Fly Zone
Technopole, a cui si aggiungono il network del terzo settore Fondazione Triulza, l’acceleratore dell’università di Berkeley, l’ospedale Galeazzi e La Statale di Milano, che trasferirà a Mind entro due anni tutte le facoltà scientifiche». Con quali corsi aprirete e, a regime, quale sarà l’offerta didattica? Proponiamo tre corsi quinquennali al termine dei quali si acquisisce un titolo equipollente alla laurea magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali. Il primo corso è specifico per il rifacimento di dipinti murali, affreschi e superfici decorate, nonché dei materiali litoidi (pietre) naturali e artificiali. Il secondo è per il restauro, la conservazione e manutenzione dei dipinti su legno, tela, arredi e strutture lignee, a cui si aggiunge l’interessantissimo ambito delle opere d’arte contemporanee, cioè del polimaterico, plastiche e ma-
© Walter Capelli
responsabilità verso le generazioni future, diviene sempre più centrale la formazione dei restauratori del futuro. Qui entra in gioco dal prossimo autunno Valore Italia, un’impresa sociale con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo della storica Scuola di restauro di Botticino attraverso le tecnologie e metodologie didattiche più all’avanguardia nel mondo. «Stiamo parlando di un futuro che si avvera», esordisce il direttore scientifico Angelo Crespi. «Abbiamo portato l’istituto di Botticino, fondato nel 1974 nell’omonimo paese in provincia di Brescia, nel terzo millennio. Da quest’anno, la scuola si sposta a Milano con due sedi: nel distretto di Bovisa, ormai celebre per il design e l’architettura, e a Mind, il Milano Innovation District sorto nell’area che ospitò Expo Milano 2015. Siamo nel cuore del polo dell’innovazione, a fianco dell’istituto di ricerca Human
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© Fud/Ddlab
ARTE
Uno scorcio del distretto Mind a Milano
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ancora oggi non ha trovato la sua centralità nel sistema dei beni culturali. Spesso è un anello debole della catena della valorizzazione, ma è ovvio che, aumentando la quantità di tecnologia al servizio del mestiere, il restauratore qualificato sia destinato a essere una figura sempre più importante ed essenziale. Ci sono poi ambiti ulteriori che già prevedono la sua presenza. Per esempio, nella fase di allestimento delle mostre d’arte oppure come perito per i broker e le assicurazioni che operano nel mondo dei beni culturali. E, ancora, all’interno di musei pubblici e privati. È il caso del registrar, una sorta di project manager che si occupa Una restauratrice all’opera
© Scuola restauro di Botticino
partnership con Triennale Milano, una delle nostre più importanti istituzioni culturali a livello internazionale, di cui ospiteremo i laboratori nella nuova sede di Mind. Per l’alto artigianato, poi, abbiamo sottoscritto un protocollo con la Fondazione Cologni che si occupa dei mestieri d’arte ed è leader in Italia nel settore. Da un lato ci vantiamo del made in Italy ma, dall’altro, a parte le scuole pubbliche, resta poco di “italiano” in un settore strategico come la formazione nell’ambito dell’arte, del design e della moda. Non le sembra un paradosso? Sì, indubbiamente. Quasi tutte le accademie private del Paese sono state acquisite da grandi gruppi internazionali o da fondi stranieri che hanno deciso di investire sulla formazione. Valore Italia, al contrario, può vantarsi di essere italiana al 100% avendo tra i suoi soci la Fondazione Enaip, Ente nazionale impresa sociale emanazione delle Acli, e il gruppo Umana di Venezia, attraverso la partecipata Umana forma, società di formazione. Per un giovane restauratore, quali sono i principali sbocchi nel mondo del lavoro? Nonostante la vastità del nostro patrimonio artistico e la sua rilevanza in chiave identitaria, poiché noi ci sentiamo italiani in quanto eredi di un grande passato, un professionista del settore
della movimentazione delle opere. Come pensate di facilitare ai vostri studenti l’accesso al mercato? Stiamo immaginando di costruire un hub dove intercettare opportunità e fornire soluzioni e servizi agli studenti alla fine del percorso formativo. Con il supporto dei soci fondatori di Valore Italia, Umana Forma e Fondazione Enaip, abbiamo l’obiettivo di progettare uno spazio multifunzionale, un luogo di incontro e crocevia di talenti dove mettere al centro il lavoro. valoreitalia-is.it ItaliaValore valore_italia
SAINT-VINCENT VALLE D’AOSTA
ARTE
OSTINATAMENTE PITTRICE Bice Lazzari, ritratto nello studio, anni ‘20 Courtesy Archivio Bice Lazzari
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ARTE
Bice Lazzari L/30 (1945) Courtesy Archivio Bice Lazzari
A VENEZIA, UNA MOSTRA SU BICE LAZZARI NE INDAGA IL PASSAGGIO DALL’INFORMALE AL MINIMALISMO ASTRATTO FRA GLI ANNI ‘60 E ‘70 di Sandra Gesualdi
S
sandragesu
ilenziosa, tenace, informale e ricercatrice. Capace di andare oltre gli schemi accademici, le convenzioni sociali e le lusinghe delle nuove avanguardie che all’inizio del ‘900 si fecero spazio nel mondo dell’arte italiana. Beatrice, detta Bice, Lazzari è stata la pittrice che ha voluto essere: autonoma, poetica, astratta e materica. Una donna e artista «nata libera», come lei stessa si definisce, in grado di percorrere quasi l’intero ‘900 con i propri ritmi. Spesso in solitaria, dribblando quegli asfittici contesti in cui per una donna era difficile esprimersi in piena ed
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emancipata creatività. Agli esordi della carriera, durante il periodo fascista, deve impegnare il suo talento nelle arti applicate e nel design, pur dipingendo paesaggi e figure, perché per «una signorina di buona famiglia» non era ancora il tempo di andare per il mondo con una tela sottobraccio. Disegna borse, cinture, stoffe e arredi con cui si mantiene economicamente, senza mai smettere di indagare stili e studiare gli orientamenti espressivi delle arti moderne, prediligendo tendenze geometriche estratte e collaborando coi maggiori architetti degli anni ‘30. Nel dopoguerra, poco prima degli anni ’50, riprende in mano i pennelli, ma questa volta lo fa da artista, in maniera totalizzante, slegata da ogni vincolo di committenza. Ostinatamente dipinge, con tratti corposi e consistenti, grazie all’uso sperimentale di materiali come colle, sabbie e tempere miste. La pittura di questa fase è materica, strabordante di colore come una necessità da urlare al mondo. Vent’anni dopo, i tratti delle sue pen-
nellate si sciolgono e fluidificano in acrilici con cui esplora l’astratto composto da segni ripetuti, tele monocrome, partiture di linee rette e curve, cerchi e quadrati. In queste opere della maturità raggiunge proporzioni formali e scandisce lo spazio della tela al ritmo di una partitura. In una stretta relazione fra spazio, tempo e misura. Ovvero nell’armonia dell’equilibrio che si raggiunge solo quando si fa caparbiamente ciò che si è. «L'arte è un segno d'amore, un impegno morale che richiede una dedizione totale alla scoperta di nuove strade e nuovi modi di esprimersi», scrive Bice. A Ca’ Pesaro, nella sua Venezia, fino al 23 ottobre è allestita una mostra per conoscerla meglio: Bice Lazzari. Fra spazio e misura, a cura di Paola Ugolini. Una piccola ma rara perlustrazione della sua opera nel periodo di passaggio dall’informale al minimalismo astratto, fra la metà degli anni ‘60 e la fine degli anni ’70, con tele e disegni usciti dall’archivio a lei intestato. I suoi quadri ostinati. capesaro.visitmuve.it CaPesaroVe
MUSICA & SPETTACOLO
ESTATE A TUTTO LIVE THE CHEMICAL BROTHERS, MUSE, PLACEBO, BLANCO E I MANESKIN. DA GIUGNO, E PER TUTTA L’ESTATE, I FESTIVAL ROCK RIACCENDONO LE PIAZZE D’ITALIA CON I GRANDI NOMI INTERNAZIONALI. APRE IL BOLOGNA SONIC PARK di Irene Marrapodi
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e lunghe attese sotto il sole estivo, le bandane e i cappelli come riparo, le chiacchiere e le bibite fresche. E poi le luci, le urla stonate e quel senso di appartenenza che solo una grande esperienza condivisa sa donare. Il rock internazionale
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torna finalmente a suonare nelle piazze e nelle arene italiane, lasciando riaffiorare bellissime emozioni sopite. Da giugno a settembre, in tutta Italia, sono in programma numerosi festival musicali, in un susseguirsi di date e città che ospitano artisti storici e gio-
vani nomi dello spettacolo. Il primo appuntamento è il 4 giugno nel capoluogo emiliano, con il concerto del gruppo di alternative rock americano My Chemical Romance, nell’ambito del Bologna Sonic Park, manifestazione che si chiuderà il 9 luglio con il
Tra i nomi italiani, a cantautori della scena indie come Brunori Sas e Gazzelle si alternano l’eclettico Achille Lauro e artisti del mondo rap tra cui Caparezza e Willie Peyote. A chiudere il festival, con due serate consecutive, è Blanco, la giovanissima promessa della musica pop italiana. Anche nel centro Italia, a giugno e luglio i live incalzano. Solamente nel capoluogo toscano sono due le rassegne che portano in città persone da tutta Italia: il Firenze Rocks, alla Visarno Arena dal 16 al 19 giugno, e il MusArt in piazza Santissima Annunziata, pieno centro storico, dal 13 al 23 luglio. Oltre ai Green Day, che volano a Firenze subito dopo la chiusura degli I-Days milanesi, calcano il palco del Visarno anche il gruppo alternative rock statunitense Muse, i britannici Placebo e la coinvolgente band losangelina Red Hot Chili Peppers. La line-up del MusArt si concentrerà invece sulle commistioni musicali della cantautrice statunitense LP e, a seguire, su quelle del compositore bosniaco Goran Bregović. Come di consueto, la manifestazione è inaugurata dall’étoile Roberto Bolle e il suo gala
di danza. Sempre in Toscana, dal 25 giugno e per tutto il mese di luglio, si svolge il Lucca Summer Festival. Tra le voci internazionali il gruppo di Leicester Kasabian e l’ex frontman degli Oasis Liam Gallagher, ma anche il romantico John Legend nella sua unica data italiana. La “cantantessa” Carmen Consoli condividerà le scene del 14 luglio con il duo formato da Robert Plant e Alison Krauss, mentre lo show di Justin Bieber, il cantante canadese adorato dalle giovanissime, sarà aperto da Rkomi e dalla cantante romana Mara Sattei che porta in tour il suo album di debutto. Anche nella capitale, per tutti i mesi estivi, tornano a suonare gli artisti più amati dal grande pubblico: al Rock in Roma 2022, da giugno a settembre, sono presenti il post-rock irlandese di God is an astronaut, le note impetuose di Skunk Anansie e i ritmi ambient pop dei Cigarettes after sex. Tra i più attesi, i Maneskin che fanno tappa nella loro città dopo il tour mondiale, e ancora, il popolare duo La Rappresentante di Lista, la giovane e fluida Madame e gli stori-
© Sergione Infuso - Corbis/GettyImages
live elettronico del duo britannico The Chemical Brothers. La manifestazione riporta in Italia anche il gruppo hard rock inglese Deep Purple (3 luglio) e la storica band metal degli Iron Maiden (7 luglio). Salendo più a nord, dal 9 al 15 giugno, si svolgono gli I-Days di Milano, una settimana all’insegna dell’indie rock aperta dal concerto dei Greta Van Fleet e chiusa da una serata-show che vede insieme sul palco i Green Day, band simbolo degli anni ‘90, i Weezer, gruppo alternative rock/emo e gli australiani Amyl and the sniffers. Unico italiano della rassegna è il giovane rapper milanese Rkomi, in concerto l’11 giugno prima degli Imagine Dragons, formazione indie rock di Las Vegas. Sempre nella capitale meneghina, ricomincia all’ippodromo Snai San Siro l’attesissimo Milano Summer Festival. I concerti si aprono il 7 giugno con l’unica data italiana dei Korn, gruppo simbolo del nu metal, e proseguono con grandi star internazionali come lo statunitense Alice Cooper, il belga Stromae e il progetto Tame Impala dell’australiano Kevin Parker.
Il pubblico del Milano Summer Festival all’ippodromo Snai San Siro in una delle passate edizioni
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© Roberto Finizio/GettyImages
MUSICA & SPETTACOLO
Blanco si esibisce in occasione del Blu Celeste Tour 2022
ci Litfiba. Nella serata del 27 luglio, rispettivamente all’Ippodromo delle Capannelle e all’auditorium Parco della musica, si esibiranno Blanco, in una delle date del suo tour estivo, e la sacerdotessa del rock Patti Smith. A loro si aggiungono i grandi nomi del Roma Summer Fest, all'Auditorium Parco della Musica, che non hanno bisogno di presentazioni: Paolo Nutini ed Elisa, solo per citarne alcuni. In questa estate di ripartenze, anche al sud torna la voglia di ballare
sotto il palco: in Puglia, il 18 giugno si accende il Locus festival, con tappe in diverse zone del Barese, tra piazze e masserie. La manifestazione si apre con il concerto avanguardista degli Alt-J al porto di Bari, e prosegue con le note soft dei Kings of Convenience nella tenuta vinicola Bocca di lupo. La cantautrice e musicista statunitense Joan as Police Woman è attesa, invece, nella piazza centrale di Locorotondo (BA) con uno spettacolo live in assolo.
© Luca Brunetti
La vista su piazza della Santissima Annunziata durante il MusArt festival di Firenze (2021)
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Da nord a sud, tra ritorni tanto attesi e freschissime novità, non manca dunque occasione di fare festa: basta scegliere una data, una band e correre a divertirsi sulle note del rock. bolognasonicpark.com idays.it milanosummerfestival.it firenzerocks.it luccasummerfestival.it rockinroma.com auditorium.com locusfestival.it
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MUSICA & SPETTACOLO
EFFETTO FESTIVAL TEATRO, DANZA, LETTERATURA. DA VERONA A TAORMINA, PASSANDO PER SPOLETO E NAPOLI, SONO TANTE LE RASSEGNE IN PARTENZA A GIUGNO. PER RITROVARE L’ENTUSIASMO DELLA CONDIVISIONE
© Dajana Lothert
di Angela Alexandra D’Orso
Lo spettacolo WEG, al Festival dei due mondi di Spoleto 96
© Musacchio Ianniello Pasqualini
Il festival Taobuk 2021
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uella del 2022 è un’estate di ripartenza. E i festival in programma in Italia da giugno ne sono la prova. Da Nord a Sud, sono tante le rassegne che animano le città e riportano il pubblico negli antichi luoghi della cultura, dopo un lungo periodo di restrizioni e capienze limitate. Se il tema della rinascita è il filo conduttore che attraversa la maggior parte dei cartelloni, l’approccio multidisciplinare contraddistingue, dichiaratamente, l’intera offerta artistica. I due aspetti collimano: l’energia che si muove tra le arti è la stessa che torna a scuotere anima e corpi, creando comunità. DUE MONDI SI INCONTRANO A SPOLETO Esperienze performative a livello internazionale all’interno di teatri, spazi all’aperto e luoghi non convenzionali sono il carburante del Festival dei due mondi di Spoleto, in provincia di Perugia, che accende i motori dal 24 giugno al 10 luglio. La 65esima edizione tesse una tela di relazioni tra le singole arti e segue tre linee programmatiche: le melodie dei due mondi – l'Europa e l'America – la voce delle donne e i nuovi modi di raccontare la musica. Ad aprire la manifestazione un concerto della Budapest festival orchestra accompa-
gnata dal direttore Iván Fischer a cui si aggiunge il coro dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, nel segno della collaborazione tra le due istituzioni. Oltre alla musica, le altre sezioni – danza, teatro, mostre – raccolgono alcune delle proposte più innovative del panorama nazionale e internazionale, come quella della coreografa spagnola Blanca Li che mette in scena per tutta la durata del festival uno spettacolo immersivo in realtà aumentata. A VERONA TRA SHAKESPEARE E JAZZ Il Teatro romano, il Forte Gisella, il Teatro Camploy e la Terrazza di Giulietta ospitano invece la 74esima edizione dell’Estate teatrale veronese, dal 22 giugno al 15 settembre. Tre rassegne musicali, Verona Jazz, Rumors Festival e Venerazioni, portano sul palco artisti nazionali e internazionali come il trombettista Paolo Fresu, il duo statunitense Black Pumas e la cantante pop Annalisa. A queste si affianca il Festival shakespeariano, nucleo centrale della programmazione, che propone interpretazioni classiche e riletture delle opere scritte dal drammaturgo inglese. Il cartellone della danza è all’insegna della sperimentazione, con performance itineranti e creazioni site-specific. LA CAMPANIA PUNTA SUL TEATRO Più a sud, la 15esima edizione del
Campania teatro festival, dal 10 giugno al 12 luglio, si articola in nove sezioni, dalla musica alla danza, passando per la letteratura. La kermesse, che ha per sede principale il Museo e Real bosco di Capodimonte, punta tutto sulla programmazione teatrale in cui spiccano i nomi degli artisti italiani Filippo Timi, Lina Sastri e Lello Arena. Quest’anno la sensibilità dell’evento al tema ambientale si traduce in un impegno concreto che va dall’utilizzo di materiali riciclabili per i supporti promozionali alla graduale eliminazione della plastica. A TAORMINA SONO PROTAGONISTI I LIBRI In Sicilia largo spazio ai libri con il Taobuk - Taormina international book festival. Dal 16 al 20 giugno, la 12esima edizione della rassegna celebra la letteratura in relazione con arti e scienze. Scrittrici, musicisti, medici e giuristi riflettono sul concetto di verità, tema di quest’anno. Sabato 18, il Nobel per la fisica Giorgio Parisi e gli autori Paul Auster e Michel Houellebecq ricevono il Taobuk award, che viene assegnato ogni anno a personalità di alto profilo del mondo letterario, artistico e civile. festivaldispoleto.com estateteatraleveronese.it campaniateatrofestival.it taobuk.it 97
MODA
L’ISOLA DEL
FASHION
UNA TERRA VISIONARIA DI INCONTRO E CONFRONTO. QUESTO È PITTI IMMAGINE, CHE DAL 14 GIUGNO TORNA A FIRENZE CON TRE FIERE INDIPENDENTI DEDICATE A UOMO, BAMBINI E FILATI di Cecilia Morrico
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MorriCecili
morricocecili
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essun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto». Se il poeta inglese John Donne invitava a non chiudersi in un atollo isolato, la manifestazione Pitti Immagine punta sul concetto di isola come luogo di incontro e di confronto. Uno spazio laboratorio dove sperimentare, diversificare, amplificare. Una terra visionaria, di scoperte ed esplorazioni, dove potersi allontanare dalle cose per poterle individuare
Il tema Pitti Island ai Saloni di giugno 2022
meglio. Un’isola che non si isola, ma che si rapporta con la terraferma in uno scambio continuo. Una realtà allo stesso tempo esotica e urbana, selvatica e magica, dove intrattenersi e meravigliarsi ancora. Pitti Island è il tema che accomuna le kermesse Uomo (dal 14 al 17 giugno), Bimbo (dal 22 al 24) e Filati (dal 29 al 1° luglio) previste alla Fortezza da Basso di Firenze. Dopo le fiere virtuali e l’accorpamento di menswear e kidswear nelle stesse date che ha contraddistinto gli ultimi due anni, finalmente i tre appuntamenti tornano a dividersi. Un grande passo capace di far tornare la Città del Giglio protagonista del fashion system per l’intero mese di giugno. E far rifiorire l’economia dando libero sfogo a creatività e nuovi linguaggi espressivi, in un’ottica sempre più internazionale. E infatti la guest designer per l’uomo in questa edizione è Grace Wales Bonner, stilista di origini anglo-giamaicane che presenta in anteprima la nuova collezione Spring-Summer 2023 del brand omonimo, Wales Bonner, con una sfilata il 14 giugno. Un modo per esplorare nuove geografie, scoprire nuove isole con sinfonie e culture diverse capaci di far riflettere sul concetto del lusso. Il marchio, infatti, fonde l’heritage europeo di alta sartorialità allo spirito afro-atlantico, aggiungendo elementi presi dallo sportwear. Non manca l’attenzione all’ambiente: mercoledì 15 Pitti Uomo ospita Soulland, brand di Copenaghen guidato da Silas Oda Adler. Una moda uomo senza tempo, ma profondamente legata a un approccio green, per un futuro socialmente giusto e responsabile dal punto di vista ambientale, con una visione aperta e un business trasparente. Tra le installazioni da tenere d’occhio c’è quella di Sapio che, all’interno dello spazio Discovery nella Fortezza da Basso, realizza una specie di baule-contenitore dove poter ammirare la sua collezione: pochi pezzi unisex estremamente curati sia per il taglio sia per i dettagli. Alla Stazione Leopolda, mercoledì 15, va in scena il progetto speciale di Ann Demeulemeester. La stilista belga por-
Silas Oda Adler fondatore di Soulland
ta a Firenze i suoi capi d’archivio per immergere i visitatori nel suo mondo fatto di piume e capi fluidi. Pitti Immagine si conferma anche l’occasione migliore per spegnere le candeline: Roy Roger’s, primo brand italiano di denim, festeggia i suoi 70 anni con un evento dove viene presentato un mini movie appositamente realizzato dal fotografo Bruce Weber, regista d’eccezione per il marchio. Anche Wp Lavori in corso compie 40 anni e partecipa alla manifestazione proponendo la nuova collezione del brand inglese Baracuta. L’azienda, fondata nel 1982 da Giuseppe e Cristina Calori con solide fondamenta, è stata capace di crescere continuamente nel tempo, fino a diventare un punto di riferimento nella moda, negli accessori e nel lifestyle. E tra i 640 marchi esposti c’è da segnalare Incotex Blue Division che presenta a Pitti Uomo la linea Denim Meets Sartorial, realizzata in partnership con Giada, big del denimwe-
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ar italiano, e il designer Pierre-Louis Mascia: una capsule ispirata al mondo dello sport che prevede anche il lancio in esclusiva di una sneaker in collaborazione con Diadora, marchio storico le cui silhouette hanno segnato lo stile casual negli anni ‘80 e ‘90. Chiusa la manifestazione menswear, l’universo Pitti non si ferma e continua con il Bimbo, da mercoledì 22 a venerdì 24, che amplia gli spazi espositivi, aumentando i progetti speciali e le presenze di brand internazionali che fanno del Salone una voce autorevole nel mondo del kidswear. Sono oltre 194, infatti, i marchi confermati e di questi circa il 70% proviene dall’estero. Infine i Filati, evento di riferimento per il mondo della maglieria, dal 29 giugno al 1° luglio porta alla Fortezza da Basso le collezioni delle più importanti filature italiane e internazionali, le nuove proposte maglieria dell’area Knitclub e le tendenze del domani raccontate nello Spazio Ricerca con le speciali installazioni di Angelo Figus e Nicola Miller. pittimmagine.com PittiImmagineUomo pittiuomo_official
Campagna Pitti Bimbo 2022
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© Malick Bodian
MODA
Wales Bonner, Spring-Summer 2022
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MODA
LATTE A COLORI Damiana Spoto con una delle sue creazioni
DALLA STORIA ITALIANA RIEMERGE UNA FIBRA SOSTENIBILE TRATTA DALLA CASEINA. CHE IL BRAND LE4UADRE DI DAMIANA SPOTO TRASFORMA IN UN MORBIDO TESSUTO DA TINGERE DI MILLE NUANCE di Cecilia Morrico
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er fare innovazione bisogna guardare al passato. Lo sa bene Damiana Spoto, anima creatrice del brand made in italy Le4uadre urban poetry, dalle stampe esclusive e i colori avvolgenti, che durante la pandemia ha saputo reinvenLatte di scarto per il riuso in fibra Lanital
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tarsi nei materiali. Perché è davanti alle emergenze che si vede la forza e la creatività italiana. Ristudiando vecchi testi sulla storia della moda, Damiana ha riscoperto una fibra autarchica tratta dalla caseina, la proteina del latte. «Viene inventata in Italia dall’imprenditore Antonio Ferretti nel 1935 e messa a punto due anni dopo, in piena campagna espansionistica coloniale», spiega la stilista. «Con l’attacco all’Etiopia, il nostro Paese infrange lo Statuto delle Nazioni Unite e viene condannato a pesanti dazi doganali sui beni di importazione, tra cui la lana. Da qui nasce il bisogno di trovare alternative valide: così Ferretti mette a punto il Lanital, che poi andò in disuso con il diffondersi delle fibre derivate dal petrolio». Un filato italiano, quindi, e per di più sostenibile: «Per realizzarlo si utilizza latte scaduto, che andrebbe buttato, inoltre, essendo già in forma liquida non ha bisogno dell’aggiunta di acqua ed è anche compostabile». Ma l’aspetto green non è la sola virtù di
questo materiale: «È idratante, antibatterico e termoregolatore. La composizione proteica lo rende simile alla lana per il calore che trasmette ed è morbido quanto il cashmere. Alcuni produttori lo usano per i capi per i bambini, io lo utilizzo per gli adulti, stampandolo con disegni e grafiche». E veniamo alle creazioni di Le4uadre: «La novità è che tingiamo il Latinal con il colore, che per me è ritmo, vibrazione e soprattutto gioia. Ed è quello che voglio trasmettere a chi indossa un mio capo. Le forme e le nuance di stole e borse provengono dai miei viaggi: si ispirano ai boschi della Basilicata, la mia terra d’adozione, o ai rosoni delle chiese italiane, in particolare della Sicilia, dove sono nata. A ogni suggestione corrisponde un colore o una forma. Sta poi a noi farli risuonare dentro, perché sono scariche elettriche, lucciole che vivono e pulsano accanto a te». lequadre.com le4uadre le4uadrebags.scarves 103
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IMMAGINI DA ASCOLTARE Amber Bracken Kamloops Residential School (2021), Canada © Amber Bracken
RACCONTANO IL VALORE DELLA DIVERSITÀ E L’IMPATTO DELL’UOMO SU STORIA E AMBIENTE. A TORINO, ROMA, LUCCA E AOSTA GLI SCATTI DELLA WORLD PRESS PHOTO EXHIBITION 2022 di Irene Marrapodi 104
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alvolta è difficile raccontare a parole l’impatto dell’uomo sulla natura e lo scorrere degli eventi. In certi casi, è più semplice farlo con un’immagine, testimone silenzioso, che non giudica e non cerca colpevoli. Come riesce a fare la foto vincitrice
Matthew Abbott Salvare le foreste con il fuoco (2021), Australia © Matthew Abbott
del World Press Photo 2022, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, scattata dalla canadese Amber Bracken per il New York Times. L’autrice ci trasporta sul terreno della Kamloops Indian Residential School, uno degli istituti nordamericani di rieducazione in cui i piccoli indigeni venivano deportati nel periodo coloniale. Nella zona, che oggi appare calma e silenziosa, sono state ritrovate circa 215 tombe. Quello dello scatto – sintetizza la fotografa azera Rena Effendi, presidente della giuria globale – è un «momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo». L’incontro tra culture diverse, nelle sue sfaccettature, è protagonista di molte delle 134 opere selezionate e in mostra alla World Press Photo Exhibition 2022, allestita in 70 sedi
di 30 Paesi tra cui la Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino, che la ospita fino al 18 settembre. L’edizione di quest’anno riserva un occhio di riguardo al tema dell’intercultura, dando spazio anche a realtà spesso marginali nella percezione comune. Per questo sono stati modificati anche i criteri di selezione delle fotografie in gara: i finalisti sono stati scelti da una giuria regionale formata da professionisti esperti della zona geografica in questione, mentre a stabilire i vincitori è stata una giuria globale, composta dai presidenti di ciascuna commissione regionale. Ciò ha permesso di dare voce a storie meno note al grande pubblico, ma ugualmente significative. Come quella di Antonella, la giovane studentessa di Buenos Aires che nel lasciarsi crescere i capelli ha trovato la sua identità duran-
te la pandemia. O di raccontare pratiche antiche come quella del popolo indigeno Nawarddeken, in Australia, che da decine di migliaia di anni utilizza il fuoco come strumento per proteggere la propria terra, bruciando il sottobosco così da impedire l’esplosione di incendi più grandi. Sono molte le narrazioni provenienti da ogni parte del mondo che, dense di significati, meritano di essere “ascoltate” attraverso le immagini. In Italia, oltre a Torino, gli scatti possono essere ammirati al Palazzo delle esposizioni di Roma e nel sotterraneo del Baluardo San Colombano, a Lucca, fino al 12 giugno. Fino al 3 luglio, sono esposti anche negli spazi del Forte di Bard, in provincia di Aosta. worldpressphoto.org WorldPressPhoto worldpressphoto 105
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Irina Werning The promise (2021), Argentina © Irina Werning
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Lalo de Almeida Distopia amazzonica (2021), Brasile © Lalo de Almeida
Nanna Heitmann As Frozen Land Burns (2021), Russia © Nanna Heitmann
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CAPOLAVORI DELL’ ISTANTE DA HENRI CARTIER-BRESSON A ROBERT DOISNEAU, DA MAN RAY A ROBERT CAPA. ESPOSTE A BOLOGNA LE IMMAGINI DELLA COLLEZIONE JULIÁN CASTILLA SCATTATE DAI PIÙ GRANDI FOTOGRAFI DEL ‘900 di Alessandra Coppa
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n viaggio nella storia della fotografia attraverso oltre 70 opere di grandi maestri internazionali, con scatti memorabili entrati nell’immaginario collettivo come fermo-immagine dello scorso secolo. La collezione Julián Castilla, uno dei più importanti archivi privati d’Europa, arriva per la prima volta in Italia con la mostra Photos! I capolavori della Collezione Julián Castilla: Cartier-Bresson, Doisneau, Capa, Man Ray e i più grandi fotografi del ‘900, ospitata fino al 4 settembre a Bologna, negli spazi di Palazzo Albergati. Filo conduttore dell’esposizione è la fotografia come arte autonoma in grado di trasformare e catturare i cambiamenti nel mondo. La mostra scorre come una narrazione, che inizia con gli scatti dei grandi interpreti delle avanguardie degli anni ‘20 a Parigi e New York e arriva all’evoluzione moderna e contemporanea di quest’arte. Si possono ammirare le opere degli esponenti di Magnum Photos, l’agen-
zia internazionale che ha coperto gli eventi storici più salienti del XX secolo, le immagini emblematiche e commoventi della Spagna nella prima metà del ‘900, fino alla fotografia di moda, passata da piccola nicchia di mercato a industria globale. Fra le foto esposte, la celebre Morte di un miliziano, scattata nel 1936 da Robert Capa e simbolo dell’atrocità della guerra, Guerrigliero eroico, il ritratto più famoso di Che Guevara realizzato dal cubano Alberto Korda e Bacio soffiato, Barbara Mullen, realizzata nel 1958 da Lillian Bassman, che ha saputo trasportare l’eleganza della pittura classica negli scatti di moda. Al termine del percorso, una selezione di immagini con cui raccontare le sfide dell’era digitale del XXI secolo, molte ancora sconosciute, e le infinite modalità di reinventare il mondo offerte dalle nuove tecnologie. Con l’invito a chiederci se in questa nuova era sia in gioco o meno il futuro della fotografia storica, impressa su carta. palazzoalbergati.com
Lillian Bassman Bacio soffiato, Barbara Mullen (1958) Stampa ai sali d'argento Collezione Julián Castilla © Proprietà di Lillian Bassman
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OFFERTE E SERVIZI
LA SUMMER EXPERIENCE DI TRENITALIA OLTRE 240 FRECCE AL GIORNO CON IL 100% DEI POSTI DISPONIBILI
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MARE E MONTAGNA CON LE FRECCE L’Italia sempre più vicina con Trenitalia. Nuovi Frecciarossa e Frecciargento accorciano le distanze e portano direttamente nel luogo di villeggiatura: • tra Milano e Ancona due Frecciargento in più al giorno • tra Bolzano e Ancona due Frecciargento in più il sabato e la domenica • tra Milano e Bolzano due Frecciarossa in più il sabato e la domenica • da Milano a Napoli verso il Cilento (Agropoli, Vallo, Pisciotta-Palinuro, Centola e Sapri) due prolungamenti Frecciarossa in più il venerdì, sabato e domenica • da Napoli, Roma, Firenze, Reggio Emilia AV e Milano per Oulx e Bardonecchia due prolungamenti Frecciarossa in più il venerdì, sabato e domenica In più, tante le fermate addizionali dedicate all’estate lungo tutta la costa dello Stivale: dalla Liguria alla Toscana, dal Cilento alla costa lucana e calabra, dalla riviera romagnola al Salento, passando da Marche, Molise e Abruzzo. Inoltre, tante le Frecce a disposizione per raggiungere le località turistiche del Sud Italia: • tra Milano e la Calabria 6 Frecciarossa • tra Venezia, Padova e la Calabria 2 Frecciarossa • tra Torino, Milano, Venezia e la Costa Adriatica 30 Frecciarossa e Frecciargento • tra Roma e la Calabria 16 Frecciarossa e Frecciargento • tra Roma e la Puglia fino a 13 Frecciarossa e Frecciargento Infine tanti posti in più, nelle giornate a più alta mobilità, grazie all’utilizzo di Frecciargento duplex tra Roma e la Puglia e tra Roma e la Calabria. FRECCIALINK, IL VIAGGIO OLTRE LE FRECCE Tante le fermate FRECCIALink per raggiungere le località di mare e di montagna o le città d’arte. In estate, per gli amanti della spiaggia, il network arriva a Sorrento, con fermatte intermedia anche a Pompei, Piombino e Cecina, Vieste e Peschici. Per chi preferisce la montagna, invece, tornano le fermate a Cortina d’Ampezzo e nel Cadore, a Courmayeur e Aosta, a Madonna di Campiglio, Val Gardena e Val di Fassa. Infine, confermati anche gli attuali FRECCIALink per Assisi e Perugia e per Matera e Potenza.
Informazioni aggiornate al 24 maggio 2022
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OFFERTE E SERVIZI
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© Melinda Nagy/AdobeStock
recciarossa è il treno ufficiale dei concerti estivi dei più grandi artisti nazionali e internazionali. Gli appassionati di musica possono raggiungere con l’Alta Velocità i live di Vasco Rossi (in tutte le date di giugno) e Cesare Cremonini (tutte le date di giugno e il concerto evento del 2 luglio a Imola), Elton John (Milano, 4 giugno), The Rolling Stone (Milano, 21 giugno), Maluma (Assago, 29 giugno), Alessandra Amoroso (Milano, 13 luglio), più gli I-Days (Milano, 9, 11 e 15 giugno), Firenze Rocks (Firenze, 16-19 giugno) e il festival La Prima Estate (Lido di Camaiore, 21-26 giugno). Chi arriva ai concerti in treno può usufruire dell’offerta Speciale Eventi per viaggiare in Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca con sconti fino al 50% sul prezzo Base del biglietto, inserendo in fase di acquisto i rispettivi codici VASCO, CREMONINI, ELTON, ROLLINGSTONES, MALUMA, AMOROSO, IDAYS, FIRENZE, LAPRIMAESTATE. Offerte a disponibilità limitata, maggiori informazioni su trenitalia.com
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DESTINAZIONE ESTATE CON TRENITALIA+SNAV L
e meravigliose isole del Golfo di Napoli e le isole Eolie si tingono dei colori dell’estate. Per ammirarle, quest’anno basta acquistare un biglietto combinato Trenitalia e Snav: con le Frecce, Intercity, Intercity Notte e Regionali si possono raggiungere facilmente queste destinazioni dai principali centri italiani. Con le unità navali veloci Snav è possibile imbarcarsi dal molo Beverello di Napoli per Capri, Ischia, Procida e dal Molo Mergellina per le isole Eolie. Per usufruire del servizio Snav Link è sufficiente acquistare un biglietto nominativo su qualsiasi canale di vendita Trenitalia almeno due giorni prima della partenza. Con Trenitalia+Snav visitare le isole del Golfo di Napoli e le isole Eolie è facile e conveniente, per una vacanza all’insegna della bellezza. Maggiori informazioni su trenitalia.com
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© WinWin/AdobeStock
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BASE
ECONOMY
LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione, gratuitamente, un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.
CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del giorno precedente il viaggio. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.
SUPER ECONOMY MASSIMO RISPARMIO Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del quinto giorno precedente il viaggio. Il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti.
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A/R WEEKEND
NOTE LEGALI 1. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile fino alla partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Si può scegliere di effettuare il viaggio di andata in una classe o livello di servizio differente rispetto a quella del viaggio di ritorno. Il rimborso non è consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi. 2. I componenti del gruppo che non siano bambini/ragazzi pagano il biglietto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. 3. Il Carnet consente di effettuare 15, 10 o 5 viaggi in entrambi i sensi di marcia di una specifica tratta, scelta al momento dell’acquisto e non modificabile per i viaggi successivi. Le prenotazioni dei biglietti devono essere effettuate entro 180 giorni dalla data di emissione del Carnet entro i limiti di prenotabilità dei treni. L’offerta non è cumulabile con altre promozioni. Il cambio della singola prenotazione ha tempi e condizioni uguali a quelli del biglietto Base. Cambio biglietto non consentito e rimborso soggetto a restrizioni. 4. L’offerta Notte&AV è disponibile per i posti a sedere e le sistemazioni in cuccetta e vagoni letto (ad eccezione delle vetture Excelsior) sui treni Notte e per la seconda classe, o livello di servizio Standard, sui treni Frecciarossa o Frecciargento. L’offerta non è soggetta a limitazione dei posti. Il biglietto è nominativo e personale. 5. L’offerta è a posti limitati, acquistabile fino alle ore 24 del quinto giorno precedente la partenza del treno e non è cumulabile con altre riduzioni, compresa quella per i ragazzi. È valida per viaggi A/R con partenza il sabato e ritorno la domenica, sulla medesima relazione, categoria di treno e classe (o livello di servizio), effettuati durante lo stesso weekend. Il cambio dell’ora di partenza è consentito una sola volta per ciascun biglietto (di andata e di ritorno), fino alla partenza del treno. Il cambio delle date dei viaggi e del biglietto, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti. 6. Acquistabile entro le ore 24 del giorno precedente la partenza. Il numero dei posti disponibili è limitato e varia in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. La percentuale di sconto varia dal 20% al 50% e si applica al prezzo Base. È possibile cambiare esclusivamente la data o l’ora di partenza, una sola volta e fino alla partenza del treno, scegliendo un viaggio con la stessa categoria di treno o tipologia di servizio e pagando la differenza rispetto al corrispondente prezzo Base intero. Il Rimborso e accesso ad altro treno non sono ammessi. Al momento dell’acquisto il sistema propone sempre il prezzo più vantaggioso. A bordo è necessario esibire la CartaFRECCIA insieme a un documento d’identità. 7. Offerta a posti limitati e variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio scelto ed è acquistabile entro le ore 24 del giorno precedente la partenza del treno. La percentuale di sconto varia dal 20% al 50%. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentite. 8. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. La percentuale di sconto varia dal 35% al 50% e si applica al prezzo Base. Lo sconto non è cumulabile con altre riduzioni fatta eccezione per quella prevista in favore dei ragazzi fino a 15 anni. La promozione è acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Il cambio e il rimborso non sono consentiti.
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FOOD ON BOARD Il viaggio nel viaggio
MOMENTI DI GUSTO AD ALTA VELOCITÀ
Il FRECCIABistrò ti aspetta per una pausa di gusto. Nel servizio bar, presente su tutti i Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca*, si possono acquistare deliziosi prodotti e menù pensati per ogni momento della giornata. Un’ampia selezione che comprende snack dolci e salati, panini e tramezzini, primi piatti caldi e freddi, insalate e taglieri, bevande alcoliche e analcoliche. L’offerta prevede anche opzioni vegetariane e gluten free ed è arricchita dalle note di gusto del caffè espresso Illy. Il servizio è previsto anche per i clienti dei treni Eurocity nelle tratte sul territorio italiano e svizzero. *Sui Frecciabianca nella tratta Palermo-Messina e viceversa il bar al momento non è attivo 118
PORTALE FRECCE
WWW.PORTALEFRECCE.IT INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE Il portale FRECCE rende più piacevole il viaggio grazie ai numerosi servizi gratuiti disponibili a bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com
SCELTI PER VOI
The Call of the Wild
CINEMA
Deadpool 2
Fantastic Beasts
Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children
Sex and the City 2
GLI ALTRI SERVIZI DISPONIBILI
GIOCHI
Azione, sport, logica e tanto altro a disposizione di grandi e piccoli viaggiatori
EffettoVIOLATM
Innovativa tecnologia audio che aiuta a ridurre lo stress e ritrovare il buonumore
EDICOLA DIGITALE
Quotidiani e riviste nazionali e internazionali
NEWS
Notizie Ansa sui principali fatti quotidiani aggiornate ogni ora
INTERNET WIFI
SERIE E PROGRAMMI TV
Una selezione di serie e programmi tv
MUSICA
Il meglio della musica contemporanea italiana e straniera
Connessione a Internet tramite WiFi di bordo
BAMBINI
AUDIOLIBRI
Cartoni e programmi per i piccoli viaggiatori
Audiolibri di vario genere anche per bambini
CORSI
LIBRI E GUIDE
Cura la tua formazione con i corsi audio e video
Circa 200 contenuti tra libri ed estratti di guide turistiche
INFO DI VIAGGIO
Informazioni in tempo reale su puntualità, fermate, coincidenze
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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO
PER I CLIENTI TRENITALIA E I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA Al Castello di Rivoli di Torino è in programma fino al 25 settembre la mostra collettiva Espressioni con frazioni. Pittori, scultori e performer si incontrano con gli esponenti della nuova arte digitale NFT, come Beeple a Julie Mehretu e Richard Bell. L’esposizione indaga le molteplici forme di espressività che attraversano la storia dell’arte, dai dipinti alle installazioni sonore, dalla fotogra-
fia ai collage, passando per sculture, video e progetti di arte digitale. Ingresso a metà prezzo riservato ai possessori di un biglietto delle Frecce con destinazione Torino in una data antecedente al massimo di tre giorni da quella della visita. In più, è previsto il 10% di sconto al bookshop della mostra. castellodirivoli.org
Julie Mehretu Orient (after D. Cherry, post Irma and summer) (2017- 2020) Inchiostro e acrilico su tela Courtesy l’artista e Marian Goodman Gallery © Julie Mehretu Foto Tom Powel Imaging
IN CONVENZIONE ANCHE JOAQUIN SOROLLA PITTORE DI LUCE Fino al 26 giugno a Palazzo Reale di Milano mostrasorolla.it GUSTO! GLI ITALIANI A TAVOLA 1970-2050 Fino al 25 settembre al M9, il Museo del ‘900 di Venezia Mestre m9museum.it DONATELLO, IL RINASCIMENTO Fino al 31 luglio a Palazzo Strozzi di Firenze palazzostrozzi.org PROGETTO SUPERBAROCCO A Roma e a Genova, fino al 10 luglio, due esposizioni rendono omaggio al dinamismo della corrente barocca, in Italia e all’estero. Le Scuderie del Quirinale, nella Capitale, ospitano le opere internazionali provenienti dalla National Gallery of Art di Washington e da collezioni private statunitensi, mentre a Palazzo Ducale sono esposte le opere locali del barocco genovese. Biglietto d’ingresso a prezzo ridotto per i clienti Trenitalia che raggiungono le due città con Frecce, Intercity e Regionali. scuderiequirinale.it palazzoducale.genova.it
Sir Anthony van Dyck Maddalena Cattaneo (1623) Olio su tela NationalGallery of Art_Washington_Widener Collection Esposta a Palazzo Ducale di Genova
Maggiori informazioni su trenitalia.com 121
NETWORK // ROUTES // FLOTTA
Parigi
Bolzano
Brescia
Milano Chambéry
Torino
Udine
Treviso Trento Vicenza
Bergamo Lione
Trieste Venezia
Verona Reggio Emilia AV
Padova
Mantova
Modena Bologna
Genova
Firenze
La Spezia
Rimini Assisi
Pisa NO STOP
Ravenna
Perugia
Cecina
Ancona
Piombino Piombino Marittima
Pescara Peschici
Roma Fiumicino Aeroporto
Vieste
Caserta
Foggia
Napoli Afragola Napoli
Bari
Matera
Pompei Sorrento
Salerno
Potenza
Lecce Taranto
Sibari Paola Lamezia Terme
Reggio di Calabria LEGENDA:
Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com.
Collegamenti validi dal 12 giugno, ultimo aggiornamento al 24 maggio 2022
FRECCIAROSSA ETR 1000 Velocità max 400 km/h Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze 122
Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 WiFi
Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità Fasciatoio
FRECCIAROSSA
FRECCIAROSSA ETR 500
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIARGENTO ETR 700
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500 WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
1a
FRECCIARGENTO ETR 600
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIARGENTO ETR 485
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 603 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio
FRECCIABIANCA ETR 460
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio 123
PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS
IN GITA SUL LAGO
© Archivio Fondazione FS Italiane
TRE NUOVI ITINERARI IN TRENO STORICO PER SCOPRIRE LA PROVINCIA LOMBARDA, TRA LECCO, COLICO E MORTARA
Il Lario express attraversa il Lago di Como
N
uovi treni storici per scoprire la provincia lombarda. Il programma turistico di Fondazione FS Italiane per la stagione 2022 si arricchisce di tre nuovi itinerari che partono da Milano e raggiungono Lecco, Colico (LC) e Mortara (PV). Percorsi emozionanti, pianificati in collaborazione con la Regione Lombardia, per visitare un territorio ricco di bellezze culturali e naturali, oltre che di specialità enogastronomiche. A bordo di convogli d’epoca si può assaporare un
viaggio lento, scandito dall’inconfondibile ritmo del treno, lasciandosi accarezzare dall’aria fresca che invade il vagone attraverso i finestrini abbassati. Tra le proposte spiccano le destinazioni lacustri, dove è previsto un servizio di imbarcazioni in coincidenza con l’arrivo del treno. La relazione tra binari e navigazione è un’antica particolarità della zona: a Paratico (BS), era presente un imbarcadero dove i carri ferroviari venivano caricati su chiatte a motore, per raggiungere l’acciaieria sul lato op-
posto del Lago d’Iseo. All’epoca, spostarsi via acqua per circa due ore era economicamente più vantaggioso di un trasporto terrestre, finché la tecnologia non ha permesso di abbreviare le percorrenze. Oggi, è prevista la realizzazione di un chilometro di binari, dalla stazione di Paratico fino all’imbarcadero, da dove su un nuovo pontile i vagoni potranno tornare a solcare le acque del lago. fondazionefs.it fondazionefsitaliane
SAVE THE DATE//TRENI STORICI GIUGNO
2, 15 2 4, 11, 18, 25 4, 5, 11, 12, 18, 19, 25, 26 5, 12, 19, 26 5, 26 5 5 5, 26 12
Ferrovia Subappennina Italica Treno natura: storia e paesaggio delle Crete senesi Ferrovia dei parchi: l’alto Molise Treno di Dante Ferrovia dei parchi: l’alto Sangro Lario express TrEno: torneo dei Tre Borghi a Neive Ferrovia del Tanaro La Ferrovia del Centro Italia TrEno: Corsa delle botti e Monferrato in tavola, a Nizza Monferrato; Sebino express; Treno del Sacro Monte 19 Laveno express; TrEno: Canelli e le Cattedrali sotterranee; TrEno: su e giù per i sentieri pavesiani 26 TrEno: picnic in vigna a Canelli
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PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO
di Mario Tozzi mariotozziofficial
mariotozziofficial
OfficialTozzi
[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]
SFUMATURE DI CALANCHI C
hi ama Carlo Levi si sarà senz’altro domandato come mai abbia deciso di fermare Cristo a Eboli (SA), in Campania. La domanda acquista maggiore significato se si pensa che Levi non si è mai fermato a Eboli, bensì molto più a sud, precisamente ad Aliano (MT), in Basilicata. Levi dipinse i suoi quadri da una delle ultime case del paese, guardando uno dei più straordinari
© Simone Gilioli/AdobeStock
I calanchi di Aliano (MT)
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panorami dell’Italia meridionale: i calanchi della valle del fiume Agri. Sono quadri intensi, che ci raccontano quel paesaggio aspro e variopinto come e meglio di molte fotografie. Aliano è l’ultimo avamposto dell’Appennino prima dell’immensità piatta delle Murge. Le argille sono le vere protagoniste, rocce tenere e talmente erodibili che vengono dilavate dalle piogge in forme caratteristiche
chiamate calanchi, la cui esatta origine non è ancora chiara. Prendono in faccia direttamente il vento di mare che arriva da Oriente e scarica le sue piogge a impastare le argille. Durante l’estate si crepano sotto il sole feroce, in una campagna dall’aspetto incolto, ma ricca ancora oggi di susini e albicocchi selvatici. E il fiume Agri permette a un ecosistema ricco di flora e fauna di resistere alla modernità.
PRIMA DI SCENDERE l
di Davide Rondoni DavideRondoniAutore [Poeta e scrittore]
©
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STAZIONE POESIA
daviderondoni
Daviderond
VISIONE VENEZIANA Oh sì, la mia strada hai segnato in piacevoli luoghi, E la bellezza di questa tua Venezia m’hai rivelata Che la sua grazia è divenuta in me una cosa di lacrime. O Dio, quale grande gesto di bontà abbiamo fatto in passato, e dimenticato, Che tu ci doni questa meraviglia, O Dio delle acque? O Dio della notte, Quale grande dolore Viene verso di noi, Che tu ce ne compensi così Prima del tempo? O Dio del silenzio Purifiez nos coeurs, Purifiez nos coeurs, Poiché abbiamo visto La gloria dell’ombra della Immagine della tua ancella, Sì la gloria dell’ombra della tua Bellezza ha camminato
Sull’ombra delle acque In questa tua Venezia. E dinnanzi alla santità Dell’ombra della tua ancella Mi sono coperto gli occhi, O Dio delle acque. O Dio del silenzio, Purifiez nos coeurs, Purifiez nos coeurs, O Dio delle acque, illimpidiscici il cuore Poiché ho visto L’ombra di questa tua Venezia Fluttuare sulle acque, E le tue stelle Hanno visto questa cosa, da loro corso remoto Hanno visto questa cosa O Dio delle acque, Come le tue stelle A noi son mute nella loro corsa remota, Così il mio cuore in me è divenuto silenzioso. Purifiez nos coeurs, O Dio del silenzio, Purifiez nos coeurs, O Dio delle acque.
© eyetronic/AdobeStock
O Dieu, purifiez nos coeurs! Purifiez nos coeurs!
[Ezra Pound, Litania notturna a Venezia, dal libro A lume spento (1908)]
A
giugno la luce d’Italia impazzisce e canta. Ovunque, la quasi estate fa battere il sangue nelle vene dei ragazzi e tremare gli alberi sui litorali e nelle pinete. In questa stagione, ci sono mille ragioni per viaggiare nello spettacolo di colori che diventa il Paese, non più troppo piovoso, non torrido ancora. E, tra le mete, certo mille motivi spingono ad andare a Venezia. Lui, il poeta americano geniale e vi-
sionario, ci andò di notte, mormorando qualche verso dantesco («A lume spento»). E ne ebbe la visione. Questa litania è una poesia che lega il tema della visione a quello della rivelazione del cuore e della sua purificazione. Una domanda tremenda si incastra nel testo: la bellezza di Venezia, questo “miracolo”, ci viene incontro perché abbiamo fatto qualcosa di meritevole in passato e ce ne siamo dimenticati o perché ci at-
tende una sventura e ne siamo consolati in anticipo? Il poeta geniale e visionario coglie il punto e ci indica un metodo per riconoscere la vera esperienza della bellezza: quando uno stupore ci domina e ci fa sentire una sorta di sproporzione dinanzi a qualcosa, a un’opera o a una realtà, e ci domandiamo se davvero la meritiamo e perché. Quanto rispetto si lega a tale ammirazione. Quanta purificazione del cuore. 127
PRIMA DI SCENDERE FOTO DEL MESE
di Angela Alexandra D’Orso
Quattro uomini, in abiti tradizionali, sono in posa davanti all’obiettivo fotografico. Seduta tra loro, la cantautrice e attivista Concha Michel suona la chitarra. Siamo nel Messico degli anni ‘20 eppure lei sembra lontana dal contesto in cui è immortalata. Protagonista della scena, la cantante è metafora di modernità, ambasciatrice di un tempo nuovo. Lo scatto fa parte della mostra Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà, a cura di Biba Giacchetti, in programma al Palazzo Ducale di Genova fino al 9 ottobre. L’esposizione raccoglie circa 100 fotografie dell’artista italiana vissuta a lungo in America Latina, stampe degli anni ‘70 realizzate a partire dai negativi originali. Il percorso è impreziosito da lettere e video storici che avvicinano il pubblico a questo poliedrico personaggio, raccontandone l’esperienza di militanza umana e politica. Quello di Modotti è un occhio scientifico a servizio degli ultimi e dei diseredati, che si avvale di un’inconfondibile lente creativa. Le immagini custodiscono il suo spirito indomito e ne documentano la ricerca espressiva attraverso i gesti, i volti e i corpi di chi, in Messico, ne incrociò lo sguardo. Fotografa, attrice, femminista, Modotti interpretò l’avanguardia artistica del ‘900 con uno stile mai banale e un linguaggio tagliente. La sua vita, durata solo 45 anni, è manifesto di emancipazione, impegno sociale e di quella rivoluzione incarnata di cui c’è ancora tanto bisogno. palazzoducale.genova.it PalazzoDucaleFondazioneperlaCultura palazzoducalegenova
Tina Modotti Concha Michel suona la chitarra, Messico (1928) © Tina Modotti
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INSIEME VIAGGIA IN GRUPPI DA 3 A 5 PERSONE CON SCONTI FINO AL 50% Per viaggiare su Frecce, Intercity ed Intercity Notte Offerta a posti limitati e variabili, riservata a gruppi da 3 a 5 persone, acquistabile fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta prevede sconti variabili dal 35% al 50% rispetto al prezzo Base. Maggiori informazioni su www.trenitalia.com.
AVIS QUICKPASS IL NUOVO CHECK-IN ONLINE Vuoi vivere un’esperienza di noleggio facile, veloce e sicura? Scegli Avis QuickPass: digita online tutti i dettagli per completare il contratto di noleggio prima del tuo arrivo e ritira la tua auto senza code e attese. Puoi farlo non appena completata la prenotazione o fino a due ore prima dell’orario previsto di arrivo. Ma non è tutto: Avis ti riserva fino al 20% di sconto sul noleggio auto, chilometri illimitati e, il navigatore satellitare TomTom, il supplemento Young Driver e il conducente aggiuntivo sono gratuiti. AV I S A U T O N O L E G G I O . I T/AV I S - P E R -T E /AV I S - C H E C K - I N - O N L I N E
2 punti CartaFRECCIA per ogni euro speso e fino al 20% di sconto sul noleggio. Offerta non cumulabile con altre promozioni in corso e riservata ai passeggeri delle Frecce, Intercity, Intercity notte, Eurocity ed Euronight. L’offerta e i punti CartaFRECCIA saranno riconosciuti esclusivamente presentando, al momento del ritiro dell’auto, il codice PNR del biglietto ferroviario e il numero della CartaFRECCIA. Per informazioni e prenotazioni: www.avisautonoleggio.it/trenitalia · Call Center Avis 800.867.196