LES JEUX SONT FAITS
di/par Dario Cirrincione dario-cirrincione
IL CORAGGIO LE COURAGE DI RISCHIARE DE PRENDRE
DES RISQUES
Ogni quattro anni il mondo si ferma per ammirare le imprese sportive di uomini e donne che incarnano lo spirito di sacrificio, la dedizione e la competizione sana. Le Olimpiadi non sono solo gare: sono un viaggio attraverso culture, tradizioni e storie di Paesi diversi che si incontrano.
Parigi sarà il cuore pulsante del più grande evento internazionale che sintetizza pienamente il legame tra sport, viaggi ed estate. Sulle piste di atletica, nelle vasche, negli stadi e nei palazzetti, infatti, non si celebrerà soltanto l’eccellenza, ma anche l’avventura e la scoperta. Elementi che accomunano i visitatori e le tifose, ma soprattutto gli atleti e le atlete che, per partecipare ai Giochi, viaggeranno verso luoghi lontani da casa, esploreranno nuove città e si immergeranno in culture diverse. Il loro sarà un percorso sia fisico sia emotivo che li porterà a superare i propri limiti e a raggiungere nuovi traguardi.
L’estate, stagione tipica delle Olimpiadi, aggiunge un ulteriore strato di magia all’evento. Le giornate lunghe e soleggiate permettono di godere appieno delle competizioni all’aperto, delle cerimonie spettacolari e delle celebrazioni che animano la città. Il turismo sportivo ha un impatto significativo sulle economie locali e il treno sarà tra i protagonisti degli spostamenti di atleti e appassionati. Pronti a gettarsi nella mischia e, ognuno a suo modo, a mettersi in gioco. Perché, come scrisse il Premio Nobel per la letteratura José Saramago, «arriva sempre un momento in cui non c’è altro da fare che rischiare».
Tous les quatre ans, le monde s'arrête pour admirer les exploits sportifs d'hommes et de femmes qui incarnent l'esprit de sacrifice, de dévouement et de saine compétition. Les Jeux olympiques ne sont pas seulement des compétitions : ils sont un voyage à travers les cultures, les traditions et les histoires de différents pays qui se rencontrent. Paris sera le cœur battant du plus grand événement international qui résume totalement le lien entre le sport, le voyage et l'été. Sur les pistes d'athlétisme, dans les piscines, les stades et les gymnases, ce n'est pas seulement l'excellence qui sera célébrée, mais aussi l'aventure et la découverte. Des éléments qui unissent les visiteurs et les supporters, mais surtout les athlètes qui, pour participer aux Jeux, voyageront loin de chez eux, exploreront de nouvelles villes et s'immergeront dans des cultures différentes. Leur parcours sera à la fois physique et émotionnel et les conduira à dépasser leurs limites et à atteindre de nouveaux objectifs. L'été, saison olympique par excellence, ajoute une touche de magie supplémentaire à l'événement. Les longues journées ensoleillées permettent de profiter pleinement des compétitions en plein air, des cérémonies grandioses et des célébrations qui animent la ville. Le tourisme sportif a un impact significatif sur les économies locales et le train sera l'un des principaux acteurs de la mobilité des athlètes et des supporters. Prêts à se jeter dans la mêlée et, chacun à leur manière, à s'engager. Parce que, comme l'a écrit le prix Nobel de littérature José Saramago, « il arrive toujours un moment où il n'y a rien d'autre à faire que de prendre des risques ».
6 LA FIAMMA DELLO SPORT LA FLAMME DU SPORT
NATURALMENTE VACANZA LES VACANCES, NATURELLEMENT PARIS 2024
12 VENTO D’ESTATE VENT D’ÉTÉ
18
I numeri di questo numero/Les chiffres de ce numéro
32 le discipline delle Olimpiadi di Parigi 2024 [pag. 10] les disciplines des Jeux olympiques de Paris 2024 [page 11]
4
le fabbriche produttrici dell'autentico sapone di Marsiglia in Francia [pag. 24]
les usines produisant l’authentique savon de Marseille en France [page 25]
90
le fotografie di Cristina Mittermeier in mostra a Torino [pag. 46]
les photographies de Cristina Mittermeier exposées à Turin [page 47]
SANS FRONTIÈRES
BIMESTRALE GRATUITO PER I VIAGGIATORI
40 BUSSOLE DEL PRESENTE LES BOUSSOLES DU PRÉSENT 44 MAESTOSA FRAGILITÀ FRAGILITÉ MAJESTUEUSE
BIMENSUEL GRATUIT POUR LES PASSAGERS
ANNO/ANNÉE III - NUMERO/NUMÉRO 3
LUGLIO-AGOSTO/JUILLET-AOÛT 2024
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA
ENREGISTREMENT TRIBUNAL DE ROME N° 28/2022 DEL/DU 23/02/2022
CHIUSO IN REDAZIONE IL CLÔTURE DE LA RÉDACTION LE 05/07/2024
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LA FIAMMA DELLO SPORT
DAL DESIGN DELLA FIACCOLA ALLE NUOVE DISCIPLINE, TUTTE LE CURIOSITÀ CHE CARATTERIZZANO I GIOCHI OLIMPICI DI PARIGI 2024
di/par Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it
LA FLAMME DU SPORT
DU DESIGN DE LA FLAMME AUX NOUVELLES DISCIPLINES, TOUTES LES CURIOSITÉS AUTOUR DES JEUX OLYMPIQUES DE PARIS 2024
Imuscoli tesi prima del salto, il respiro trattenuto durante un tuffo, occhi e cuore che partecipano
agli sforzi degli atleti e tengono il ritmo dei ginnasti. I Giochi olimpici regalano emozioni uniche non solo agli sportivi di professione, ma anche agli appassionati e a chi vuole regalarsi qualche ora di svago durante le giornate estive, magari con un caffè freddo bevuto in piedi davanti al televisore.
Quest’anno, per la prima volta dopo un secolo, si gareggia a Parigi, dove la cerimonia di apertura è prevista il 26 luglio. E le Olimpiadi del 2024 si preannunciano come un’edizione eccezionale: per la prima volta nella lunga storia della manifestazione, la cerimonia non si svolge infatti in uno stadio, ma nel cuore della città, lungo il fiume Senna. In questo modo, cittadini e visitatori hanno l’opportunità di assistere all’evento storico della sfilata senza doversi procurare un biglietto.
Obiettivo dichiarato di questa edizione è infatti portare lo sport tra la gente, fuori dagli stadi. Ogni delegazio -
ne percorre sei chilometri su una propria imbarcazione fino ai Giardini del Trocadéro, dove l’ultimo dei tedofori accende il calderone olimpico. È una tradizione antica quasi un secolo quella della staffetta olimpica, in cui la fiamma ha il compito, investito di sacralità, di rappresentare i valori positivi della pace e dell’amicizia tra i popoli.
LA FIACCOLA, TRA SIMBOLISMO E DESIGN
Partita il 16 aprile scorso dal sito storico di Olimpia, in Grecia, la fiaccola di Parigi 2024 è una vera e propria opera d’arte. È stata infatti creata dal designer francese Mathieu Lehanneur, la cui seconda passione è la scienza. E si vede: realizzata in acciaio senza carbonio, è stata tagliata al laser e assemblata da una ventina di operai in un processo durato nove mesi. L’eccezionale simmetria dell’oggetto non è solo una scelta estetica, ma un riferimento all’uguaglianza che caratterizza questa edizione dei Giochi: Olimpiadi e Paralimpiadi condividono infatti logo, mascotte e design della torcia. E, per la prima vol -
I cerchi olimpici davanti all’Hôtel de Ville, il municipio di Parigi/Les anneaux olympiques devant l'Hôtel de Ville de Paris
Les muscles tendus avant le saut, la respiration retenue lors d'un plongeon, les yeux et le cœur participant aux efforts des athlètes et suivant le rythme des gymnastes. Les Jeux olympiques procurent des sensations uniques non seulement aux sportifs professionnels, mais aussi aux passionnés et à ceux qui veulent s'offrir quelques heures de divertissement pendant les journées d'été, peut-être avec un café glacé siroté les pieds en éventail devant la télévision.
Cette année, pour la première fois depuis un siècle, ils se tiendront à Paris, où la cérémonie d'ouverture est prévue le 26 juillet. Et les JO de 2024 s'annoncent comme une édition exceptionnelle : pour la première fois dans la longue histoire de l'événement, la cérémonie ne se déroulera pas dans un stade, mais au cœur de la ville, le long de la Seine. Ainsi, les citoyens et les visiteurs auront la possibilité d'assister à l'événement historique qu'est la parade sans avoir à acheter de billet.
L'objectif annoncé de cette édition est en effet d'amener
le sport auprès de la population, en dehors des stades. Chaque délégation parcourt six kilomètres dans son propre bateau jusqu'aux jardins du Trocadéro, où le dernier des porteurs de la flamme allume le chaudron olympique. C'est une tradition presque centenaire que celle du relais olympique, où la flamme a pour mission, investie d'un caractère sacré, de représenter les valeurs positives de la paix et de l'amitié entre les peuples.
LA TORCHE, ENTRE SYMBOLISME ET DESIGN
Partie le 16 avril dernier du site historique d'Olympie, en Grèce, la torche de Paris 2024 est une véritable œuvre d'art. Elle a en effet été créée par le designer français Mathieu Lehanneur, dont la deuxième passion est la science. Et cela se voit : réalisée en acier sans carbone, elle a été découpée au laser et assemblée par une vingtaine d'ouvriers au cours d'un processus qui a duré neuf mois. La symétrie exceptionnelle de l'objet n'est pas seulement un choix esthétique, mais bel et bien une référence à l'égalité qui caractérise cette édition des Jeux :
ta nella storia, alle competizioni prende parte lo stesso numero di atleti e atlete. Il design ondulato della parte inferiore richiama invece le increspature del Mar Mediterraneo, da cui la torcia è partita, e degli oceani attraversati prima di concludere il suo percorso sul fiume di Parigi. Le linee dolci e affusolate rimandano al terzo tema di Parigi 2024: la pace. La ricerca di un’armoniosa convivenza tra i popoli non è però una novità nella storia delle Olimpiadi: sin dall’antica Grecia nei cinque giorni in cui si disputavano le competizioni doveva essere rispettata la cosiddetta tregua olimpica. Oggi non sono sufficienti gli incontri tra gli atleti per fermare le guerre, ma la pace continua a essere un valore fondamentale di ogni Olimpiade. Simbolicamente, è rappresentata anche dai cinque cerchi colorati – ognuno di un colore presente all’interno di almeno una bandiera nazionale – che, intersecandosi, diventano l’allegoria di un abbraccio tra i cinque continenti abitati.
LE GARE, DALLA BREAKING AL SURF
Tra le competizioni più attese quelle di breaking, la street dance che è stata ammessa solo quest’anno a partecipare ai Giochi. Mentre il surf torna a emozionare dopo l’edizione di Tokyo, ma questa volta in una location speciale. Dal 27 al 30 luglio, a ospitare gli atleti è Tahiti, e nello specifico il villaggio polinesiano di Teahupo’o, dove si forma una delle onde più difficili al mondo. A 15.700 chilometri di distanza da Parigi, è il luogo più lontano dalla città ospitante in cui siano mai state disputate delle gare. E poi ancora atletica e nuoto, taekwondo e pugilato, per un totale di 32 discipline e un susseguirsi di emozioni fino all’11 agosto, giorno della cerimonia di chiusura.
LE MEDAGLIE, UN PEZZO DI TORRE EIFFEL
A vincitori e vincitrici di ogni competizione è assegnata una medaglia, ma anche nella creazione di questo og -
getto nulla è stato lasciato al caso. Ogni dischetto contiene infatti 18 grammi di ferro proveniente dalla Torre Eiffel, raccolto dagli scarti ottenuti durante i lavori di restauro. Al centro c’è l’immagine di un esagono, che riprende la caratteristica figura formata dai confini francesi, mentre sul retro è incisa Nike, la dea greca della vittoria, con il Pantheon, la Torre Eiffel e lo Stadio Panathinaiko, simbolo dei Giochi di Atene. Le medaglie paralimpiche, invece, portano in braille la data di inizio e fine di Paris 2024. Stesso discorso vale per la mascotte Phryge, che si ispira ai cappelli frigi, i tradizionali berretti rossi simbolo della Rivoluzione francese. Vestita del tricolore, con il logo dorato di Parigi 2024 sul petto, rappresenta la libertà e l’inclusività, ma anche la forza e la determinazione nel sostenere le cause sociali in cui si crede. Tra il brivido di uno sprint in canoa e l’esultanza di un punto a pallamano, è bene ricordarsi quali sono i valori che si celano dietro le ali della dea Nike. Sono l’acqua come bene comune e la ricerca di pace, l’amicizia, l’uguaglianza e l’empatia. E la Francia, quest’anno, non fa che ribadirlo. olympics.com
en effet, les Jeux olympiques et paralympiques partagent le même logo, la même mascotte et la même flamme. Et, pour la première fois dans l'histoire, le même nombre d'athlètes masculins et féminins participent aux compétitions. Le design ondulé de la partie inférieure rappelle quant à lui les vagues de la mer Méditerranée, d'où est partie la torche, et des océans qu'elle a traversés avant de terminer son périple sur le fleuve parisien. Les lignes douces et fuselées font référence au troisième thème de Paris 2024 : la paix. La quête d'une coexistence harmonieuse entre les peuples n'est cependant pas nouvelle dans
l'histoire des Jeux olympiques : depuis la Grèce antique, la trêve dite olympique devait être respectée pendant les cinq jours où se déroulaient les compétitions. Aujourd'hui, les rencontres entre athlètes ne suffisent pas à arrêter les guerres, mais la paix reste une valeur fondamentale de tous les Jeux olympiques. Symboliquement, elle est aussi représentée par les cinq cercles colorés – chacun d'une couleur apparaissant dans au moins un drapeau national – qui, en se croisant, deviennent l'allégorie d'une étreinte entre les cinq continents habités.
LES ÉPREUVES, DU BREAKING JUSQU’AU SURF
Parmi les compétitions les plus attendues figuraient celles du breaking, la danse urbaine qui n'a été admise aux Jeux que cette année. Après l'édition de Tokyo, le surf revient pour susciter l'enthousiasme, mais cette fois-ci dans un lieu spécial. Du 27 au 30 juillet, l'hôte des athlètes est Tahiti, plus précisément le village polynésien de Teahupo'o, où se forme l'une des vagues les plus exigeantes au monde.
À 15 700 kilomètres de Paris, c'est l'endroit le plus éloigné de la ville hôte où des compétitions ont jamais eu lieu. Et puis aussi l'athlétisme et la natation, le taekwondo et la boxe, pour un total de 32 disciplines et une succession d'émotions jusqu'au 11 août, jour de la cérémonie de clôture.
LES MÉDAILLES, UN ÉLÉMENT DE LA TOUR EIFFEL
Les vainqueurs de chaque compétition reçoivent une médaille, mais même dans la création de cet objet, rien n'a été laissé au hasard. En effet, chaque disque contient 18 grammes de fer provenant de la Tour Eiffel, collectés à partir de chutes obtenues lors des travaux de restauration. Au centre, l'image d'un hexagone reprend le tracé caractéristique des frontières françaises, tandis qu'au dos est gravée Niké, la déesse grecque de la victoire, avec le Panthéon, la Tour Eiffel et le stade Panathinaiko, symbole des Jeux d'Athènes. Les médailles paralympiques, quant à elles, portent en braille les dates de début et de fin de Paris 2024.
Il en va de même pour la mascotte Phryge, qui s'inspire des bonnets phrygiens, ces couvre-chefs rouges traditionnels symbolisant la Révolution française. Vêtue du drapeau tricolore, avec le logo doré de Paris 2024 sur la poitrine, elle représente la liberté et l'inclusion, mais aussi la force et la détermination à soutenir les causes sociales auxquelles elle croit. Entre le frisson d'un sprint en canoë et l'exultation à l’occasion d’un point marqué au handball, il est bon de se rappeler les valeurs qui se cachent derrière les ailes de la déesse Niké. L'eau est un bien commun, comme la recherche de la paix, de l'amitié, de l'égalité et de l'empathie. Et la France, cette année, ne fait que le rappeler. olympics.com
Il passaggio della staffetta olimpica a Villafranca sul mare
Le passage du relais olympique à Villefranche-sur-Mer
D'ESTATE VENTO
ESCURSIONI, SPORT ACQUATICI
E
FESTE IN SPIAGGIA. UNA VACANZA DINAMICA TRA MARE E NATURA NEL GARGANO, LA PARTE PIÙ A NORD DELLA PUGLIA
di/par
una meta giovane, sempre più green e piace a chi in vacanza cerca divertimento ma anche relax. Il Gargano, nella parte settentrionale della Puglia, ultimamente si è fatto notare anche dal quotidiano britannico The Guardian che proprio allo Sperone d’Italia ha dedicato uno dei suoi reportage di viaggio. Si può prendere il sole sulle spiagge Bandiera blu ma ci si può anche lanciare alla ricerca di meraviglie in paesaggi verdeggianti e incontaminati, lontano dalla folla.
Planche à voile et kitesurf près de la plage de Scialmarino, Vieste (Foggia)
SNORKELING E DIVING ALLE ISOLE TREMITI
Un’immersione totale nella biodiversità è la magia che accoglie gli appassionati di e-bike e mountain-bike nella faggeta della Foresta Umbra, cuore del Parco nazionale del Gargano. Sulla costa invece, tra i laghi salati di Lesina e Varano, ci si può avventurare in un trekking lungo il sentiero che unisce Torre Mileto e Torre Calarossa, per abbracciare con lo sguardo, una volta a destinazione, le isole Tremiti. L’arcipelago, disteso nel mare cristallino, è il luogo ideale per praticare sport
D'ÉTÉ VENT
EXCURSIONS, SPORTS NAUTIQUES ET FÊTES SUR LA PLAGE. DES VACANCES DYNAMIQUES ENTRE MER ET NATURE DANS LE GARGANO, LA PARTIE LA PLUS SEPTENTRIONALE DES POUILLES
Il s'agit d'une destination jeune, de plus en plus verte, qui séduit les personnes en quête de divertissement mais aussi de détente pendant leurs vacances. Le Gargano, dans la partie nord des Pouilles, a aussi attiré récemment l'attention du journal britannique The Guardian, qui a justement consacré l'un de ses reportages de voyage au Sperone d’Italia (l'Éperon de l'Italie). Vous pouvez prendre le soleil sur les plages Pavillon Bleu, mais également partir à la recherche de merveilles dans des paysages verdoyants et préservés, loin de la foule.
SNORKELING ET PLONGÉE SOUS-MARINE DANS LES ÎLES
TREMITI
Une immersion totale dans la biodiversité, telle est la magie qui accueille les amateurs de vélo électrique et de VTT dans la forêt de hêtres de la Foresta Umbra, au cœur du parc national du Gargano. Sur la côte, en revanche, entre les lacs salés de Lesina et de Varano, on peut s'aventurer pour une randonnée qui relie Torre Mileto et Torre Calarossa,
afin d’embrasser du regard les îles Tremiti une fois arrivés à destination. L'archipel, qui s’étend sur une mer cristalline, est un lieu idéal pour les sports nautiques : sur l'île de San Nicola, il est possible de faire du snorkeling et de la plongée, tandis que l'île voisine de San Domino, avec ses criques et ses grottes, est parfaite pour une visite en bateau.
MOVIDA DANS LES RUELLES DE PESCHICI
À un jet de pierre de Vico del Gargano, caractéristique pour ses rues étroites et ses maisons colorées, la plage de Cento scalini (des cent marches) offre une vue panoramique sur le littoral entre Rodi Garganico et Peschici. Un point de vue extraordinaire, parmi les rares de l'Adriatique, où, une bonne partie de l'année, on peut voir le soleil se lever et se coucher sur la mer. Les noctambules trouveront à Peschici ce qu'ils recherchent : danse dans les bars lounge et les restoclubs, tandis que la movida se poursuit jusque tard dans la nuit, le long des ruelles creusées dans la roche, colorées par les nombreuses échoppes d'artisanat.
acquatici: sull’isola di San Nicola si fanno snorkeling e immersioni, mentre la vicina San Domino, con le sue insenature e grotte, è perfetta da visitare in barca.
MOVIDA TRA I VICOLI DI PESCHICI
A due passi da Vico del Gargano, caratteristico per le stradine e le case variopinte, la spiaggia dei Cento scalini regala una vista panoramica sul tratto di costa tra Rodi Garganico e Peschici. Un punto di osservazione straordinario, tra i pochissimi sull’Adriatico, dove per buona parte dell’anno il sole si lascia cogliere sul mare mentre sorge al mattino e poi al tramonto. Chi vuole godersi la notte trova a Peschici la risposta giusta: si balla nei lounge bar e nei ristoclub, mentre la movida va avanti fino a tardi lungo i vicoli scavati nella roccia, colorati dalle tante botteghe artigiane.
DJ SET E BEACH PARTY AL TRAMONTO
Dal borgo abbarbicato la festa arriva in riva al mare, alla baia Zaiana. Per raggiungerla bisogna percorrere un sentiero di scalini inerpicato su una ripida parete roc -
ciosa, tra due lingue di terra ricoperte di boschi. Al tramonto la caletta diventa location suggestiva per dj set e beach party, ma prima di vivere la notte in spiaggia è d’obbligo una fermata al Trabucco da Mimì a punta San Nicola, che invita ad assaporare l’ottimo pescato del giorno e naturalmente l’acquasale del Gargano, tipico piatto estivo qui in versione costiera con salicornia, uovo, verdure di campo, bottarga di cefalo e pane raffermo.
LA MAGIA DEI TRABUCCHI SULL’ADRIATICO
Antiche e scenografiche costruzioni in legno, indispensabili per pescare dalla costa anche quando il mare è in tempesta, i trabucchi sono un’attrazione da non perdere. Qui si possono provare le specialità della cucina locale ma anche vivere esperienze particolari, dalla pesca con apericena sul mare, alla notte in tenda sotto le stelle, con osservazione degli astri e yoga rigenerante all’alba.
Le strutture si incrociano anche lungo il sentiero dei tra -
DJ SET ET FÊTE SUR LA PLAGE AU COUCHER DU SOLEIL
Depuis le village perché, le festival atteint le bord de mer, pour arriver sur la baie de Zaiana. Pour y accéder, il faut emprunter un chemin de marches sur une paroi rocheuse abrupte, entre deux langues de terre couvertes de forêts. Au coucher du soleil, la crique devient un lieu suggestif pour les DJ sets et les fêtes au bord de la plage, mais avant de passer la nuit les pieds dans l’eau, un arrêt au Trabucco da Mimì à Punta San Nicola s'impose. Le restaurant vous invite à déguster l'excellente pêche du jour et, bien sûr, l'acquasale du Gargano, un plat typique de l'été ici dans une version côtière avec salicorne, œuf, légumes des champs, œufs de mulet et pain rassis.
LA MAGIE DES TRABUCCHI SUR L'ADRIATIQUE
Constructions anciennes et pittoresques en bois, indispensables pour pêcher depuis la côte même lorsque la mer est agitée, les trabucchi sont une attraction à ne pas manquer. On peut y goûter les spécialités de la cuisine locale, mais aussi vivre des expériences particulières, de la pêche avec l'apéritif sur la mer, à une nuit sous la tente à la belle étoile, avec observation des étoiles et yoga ressourçant à l'aube. Les structures se croisent également le long du chemin des trabucchi de Peschici à Vieste, un parcours de 30 kilomètres qui surplombe la mer avec d'anciennes tours de guet, encadrées par le maquis méditerranéen. L'itinéraire est difficile mais en vaut la peine.
SPORTS NAUTIQUES DANS UNE MER LÉGENDAIRE À VIESTE
Les amateurs de planche à voile et de kitesurf, de sup ou de
wing foil, une discipline qui permet de glisser sur l'eau avec une planche et une sorte d'aile, peuvent se déchaîner depuis les plages de Capo Vieste et de Scialmarino, où des écoles de voile et de sports nautiques organisent des cours pour tous les âges. L’îlot rocheux blanc Pizzomunno (morceau du monde), qui domine la plage de Scialara à Vieste, est le protagoniste d'une légende ancienne et romantique, mise en musique par le chanteur Max Gazzè et consacrée à l'amour malheureux entre le pêcheur Pizzomunno et la jeune Cristalda, entraînée au fond de la mer par les sirènes envieuses, qui étaient éprises du jeune homme. La fête continue la nuit dans le village et le long du littoral, avec de la musique house et commerciale dans les nombreux clubs de plage ou dans les bars à vins et à cocktails sophistiqués qui proposent tous les soirs des performances en live.
NAVIGATION DANS LA BAIE DES ZAGARE
Plus au sud, après une excursion en kayak jusqu'à la majestueuse arche de San Felice, on atteint Mattinata avec ses criques et ses falaises qui contrastent avec le bleu de l'eau. Sur cette partie du littoral se dresse l'enchanteresse baie de Zagare ou de Mergoli, qui figure parmi les dix plus belles plages du monde d'après National Geographic, appelée ainsi en raison du parfum des citronniers et des orangers en fleurs et des merles qui y nichent. Lieu idéal pour les excursions en bateau à la découverte des nombreuses grottes marines qui s'ouvrent sur la côte calcaire du Gargano, il s'agit d'un véritable théâtre naturel aux paysages inattendus.
Un trabucco a Peschici/Un trabucco à Peschici (Foggia)
bucchi da Peschici a Vieste, un percorso di 30 chilometri a picco sul mare con le antiche torri di avvistamento, incorniciate dalla macchia mediterranea. Il tragitto è impegnativo ma merita lo sforzo.
A VIESTE SPORT ACQUATICI IN UN MARE DA LEGGENDA
Chi ama wind e kitesurf, sup o wing foil, disciplina che consente di planare sull’acqua con una tavola e una specie di ala, può scatenarsi partendo dalle spiagge di Capo Vieste e di Scialmarino, dove scuole di vela e di sport acquatici organizzano corsi per tutte le età. Il bianco faraglione Pizzomunno (pezzo di mondo), che domina la spiaggia della Scialara a Vieste, è il protagonista di un’antica e romantica leggenda, messa in musica dal cantante Max Gazzè e dedicata allo sfortunato amore tra il pescatore Pizzomunno e la giovane Cristalda, trascinata in fondo al mare dalle sirene invidiose,
invaghite del ragazzo. Il divertimento continua la notte nel borgo e lungo il litorale con la musica house e commercial dei numerosi beach club o nei raffinati wine e cocktail bar che presentano ogni sera eventi live.
IN BARCA NELLA BAIA DELLE ZAGARE
Spingendosi più a sud, dopo un’escursione in kayak al maestoso arco di San Felice, si raggiunge Mattinata con le sue calette e la falesia a contrasto con l’azzurro dell’acqua. Su questo tratto di costa spicca l’incantevole baia delle Zagare o dei Mergoli, tra le dieci spiagge più belle del mondo secondo National Geographic, così chiamata per il profumo degli alberi di limone e di arancio in fiore e per la presenza dei merli che qui nidificano. Luogo ideale per escursioni in barca alla scoperta delle tante grotte marine che si aprono nella costa calcarea del Gargano, è un vero teatro naturale con scenari inaspettati.
SLOVENIA. PANORAMI UNICI A MODO MIO.
SLOVÉNIE.
DES
VUES UNIQUES À MA FAÇON.
#ifeelsLOVEnia #myway
NATURALMENTE
VACANZA
PERCORSI SENSORIALI NEI BOSCHI, ITINERARI TEMATICI PER CONOSCERE LA FAUNA LOCALE ED ESPERIENZE IN MALGA CON I PASTORI. LA VAL DI FASSA PUNTA SUL TURISMO SOSTENIBILE PER SALVAGUARDARE L’UNICITÀ DEL TERRITORIO
di/par Alex A. D’Orso - a.dorso@trenitalia.it
L’aria di montagna pizzica la pelle e le cime intorno promettono un contatto schietto con la natura. In Val di Fassa, nella provincia di Trento, gli ettari di area protetta corrispondono a quasi un quarto dell’intero territorio. Una zona ricca di biodiversità, in cui spicca la Marmolada, dove si sta diffondendo sempre di
più un turismo compatibile con la conservazione attiva degli ecosistemi. L’approccio è caro all’Azienda di promozione turistica locale che sta lavorando al progetto di sostenibilità Fassa (r)Evolution, anche per incentivare un modello di vacanza che rispetti la capacità del territorio e l’equilibrio tra essere umano e natura.
LES VACANCES,
NATURELLEMENT
SENTIERS SENSORIELS DANS LES FORÊTS, ITINÉRAIRES À THÈMES POUR DÉCOUVRIR LA FAUNE LOCALE ET EXPÉRIENCES DANS LES ALPAGES AVEC LES BERGERS. LE VAL DI FASSA MISE SUR LE TOURISME DURABLE POUR PRÉSERVER LE CARACTÈRE UNIQUE DE LA RÉGION
Des picotements sur la peau au contact de l’air de la montagne et les sommets environnants promettent un contact privilégié avec la nature. Dans le Val di Fassa, dans la province de Trente, les hectares de zone protégée correspondent à près d'un quart de l'ensemble du territoire. Une zone à la biodiversité riche, dans laquelle se dresse la Marmolada, où se développe de plus en plus un tourisme compatible avec la conservation active des écosystèmes. Cette approche est chère à l'office de tourisme local, qui travaille sur le projet de durabilité Fassa (r)Evolution, notamment pour promouvoir un modèle de vacances qui respecte la capacité du territoire et l'équilibre entre les êtres humains et la nature.
En ce sens, Moena représente un modèle à suivre. Porte d'entrée du Val di Fiemme, la Fée des Dolomites a reçu la certification environnementale européenne EMAS, qui atteste de sa gestion efficace des questions environnementales. En outre, depuis quelques années, elle fait partie des « Alpine Pearls », une association fondée par des stations alpines qui promeuvent un tourisme durable et de qualité.
On y circule beaucoup à vélo électrique et, pour décourager l'utilisation de la voiture par les visiteurs et les résidents, un petit train relie toutes les parties du village au centre. L'offre touristique répond également à cette sensibilité particulière, avec des itinéraires et des initiatives
Moena, in questo senso, rappresenta un modello da seguire. Porta d’ingresso dalla Val di Fiemme, la fata delle Dolomiti ha ricevuto la certificazione ambientale europea EMAS che ne attesta l’efficacia nella gestione delle tematiche green e, da qualche anno, è parte delle Alpine Pearls, un’associazione fondata da località alpine che promuovono un turismo sostenibile e di qualità. Qui ci si muove molto in e-bike e, per disincentivare l’uso della macchina tra ospiti e residenti, un trenino collega tutte le zone del paese al centro. Anche l’offerta turistica risponde a questa particolare sensibilità, con itinerari e iniziative che invitano a godere appieno della natura. Oltre ai tracciati del trekking classico, esistono infatti percorsi alternativi. Il Sentiero natura, perlopiù pianeggiante e adatto anche ai bambini, parte dallo Chalet Valbon e arriva all’area naturale di Colvere, attraverso prati e alpeggi. Per ricaricarsi lungo il cammino si può praticare il tree hugging, abbracciando gli alberi per entrare in connessione con l’ambiente, o provare il barefooting, togliendosi le scarpe e camminando scalzi. Il percorso sensoriale di Fango, raggiungibile a piedi da Moena, consente di fare la stessa esperienza nel bosco. Si posano i piedi su muschi, felci, sabbia, tronchi, sassi per stabilire una connessione emotiva con gli elementi incrociati e magari accordare, per un po’, il proprio ritmo a quello lento della foresta.
Anche a Vigo, frazione di San Giovanni di Fassa a pochi chilometri da Moena, è possibile avvicinarsi all’anima autentica della valle. Qui il turismo proposto è esperienziale e l’offerta estiva prevede un programma di iniziative origi-
nali. Fino a metà settembre, ogni martedì e sabato, l’escursione naturalistica Nella tana dello scoiattolo (Te coa de la schieràtola) porta i visitatori e le visitatrici nel bosco in zona Ciampedie per imparare a riconoscere la vegetazione tipica del luogo e l’habitat naturale del roditore. Più adrenalinica è la proposta di un gioco a squadre ispirato alla leggenda ladina delle Vivane, creature misteriose della Val di Fassa famose per le lanterne che ne annunciano l’arrivo. Divisi in team, sempre al Ciampedie, si riceve la missione da portare a termine e, armati di bussola, ci si sfida in una gara di orienteering alla ricerca delle lampade nascoste. La località diventa invece punto d’osservazione celeste il 12 agosto, quando il gruppo Astrofili della Val di Fiemme svelerà ai partecipanti i segreti della luna e dei satelliti. Con la funivia, eccezionalmente aperta dalle 20:30 alle 23, si sale nella conca del Catinaccio di notte e da lì si ammira il cielo a più di duemila metri d’altitudine. A luglio e agosto, di mattina, qui si può anche assistere al volo dei falchi, anticamente impiegati per la caccia. Dall’altopiano, i rapaci si alzano in volo e si esibiscono in una danza di picchiate e planate, guidati dai loro addestratori, a testimoniare il legame profondo tra essere umano e animale, tipico della valle. Scegliere un turismo sostenibile, infatti, significa anche entrare in contatto con chi abita i territori che si attraversano, conoscerne la storia e le tradizioni per stabilire una connessione genuina. Canazei, comune situato all’estremità settentrionale dell’area, si presta bene all’intento. Da qui partono, oltre alla pista ciclabile che costeggia le Dolomiti e arriva in Val di Fiemme, alcuni sentieri tematici perfetti per
qui invitent à profiter pleinement de la nature. Outre les pistes de randonnée classiques, il existe en effet des itinéraires alternatifs. Le Sentier nature, en grande partie plat et adapté aux enfants, part du Chalet Valbon et mène à la zone naturelle de Colvere, à travers des prairies et des alpages. Pour se ressourcer en chemin, il est possible de pratiquer le tree hugging, en étreignant des arbres pour se connecter à l'environnement, ou d’essayer le barefooting, en s’enlevant les chaussures pour marcher pieds nus. Le parcours sensoriel de Fango, accessible à pieds depuis Moena, permet de vivre la même expérience dans la forêt. On pose les pieds sur les mousses, les fougères, le sable, les troncs, les pierres pour établir un lien émotionnel avec les éléments que l’on croise et, peut-être, accorder son rythme à la lenteur de la forêt.
À Vigo aussi, petit hameau de San Giovanni di Fassa situé à quelques kilomètres de Moena, il est possible de s'approcher de l'âme authentique de la vallée. Ici, le tourisme proposé se fonde sur l’expérience et l'offre estivale comprend un programme d'initiatives originales.
Jusqu'à la mi-septembre, tous les mardis et samedis, la randonnée naturaliste Te coa de la schieràtola (Dans la tanière de l'écureuil) emmène les visiteurs dans la forêt de la région de Ciampedie pour leur apprendre à reconnaître la végétation typique de la région et l'habitat naturel du rongeur. La proposition d'un jeu d'équipe inspiré de la légende ladine des Vivane, créatures mystérieuses du Val di Fassa, célèbres pour leurs lanternes annonçant leur arrivée, est celle qui procure le plus d'adrénaline. Les participants répartis en équipes, toujours à la Ciampedie, se voient confier une mission à accomplir et, armés d'une boussole, se défient dans une course d'orientation à la recherche des lampes cachées.
Mais l'endroit devient un point d'observation céleste le 12 août, lorsque le groupe Astrofili della Val di Fiemme dévoilera aux participants les secrets de la lune et des satellites. Le téléphérique, exceptionnellement ouvert de 20 h 30 à 23 h 00, permet de monter dans le bassin du Catinaccio la nuit et d'admirer le ciel à plus de deux mille mètres d'altitude. En juillet et en août, le matin, on peut également assister au vol des faucons, autrefois utilisés pour la chasse. Depuis le haut plateau, les rapaces s'envolent et exécutent une danse de piqués et de vols planés, guidés par leurs dresseurs, témoignant du lien profond entre l'homme et l'animal, typique de la vallée.
Choisir un tourisme durable, en effet, c'est aussi entrer en contact avec les populations qui habitent les territoires traversés, connaître leur histoire et leurs traditions pour établir un lien authentique. Canazei, commune située à l'extrémité nord du territoire, se prête bien à cette intention. De là, outre la piste cyclable qui longe les Dolomites et pénètre dans le Val di Fiemme, il existe des sentiers thématiques qui sont parfaits pour ceux qui veulent essayer d'imaginer comment les gens vivaient autrefois dans ces montagnes. L'itinéraire prévoit une promenade à Pian, un hameau de la commune de Campitello di Fassa, l'une des plus anciennes localités
chi vuole provare a immaginare come si viveva un tempo tra queste montagne. Rientra nell’itinerario la passeggiata che conduce a Pian, frazione del comune di Campitello di Fassa, uno dei più antichi insediamenti della valle. Qui la vista sul Sassolungo è un plus non trascurabile ma la vera attrazione è l’agglomerato di fienili storici che domina il paese. Sono i tobiè, strutture in legno annesse alle abitazioni, in passato indispensabili nella vita agropastorale. L’ega te cuna, in ladino l’acqua nella culla, è invece un percorso didattico in 13 tappe che attraversa il bosco di Penìa seguendo da vicino il corso del torrente Avisio con sosta a La Sia, antica segheria idraulica la cui esistenza è documentata fin dal XVI secolo. Un restauro degli anni ‘80 l’ha resa utilizzabile all’occorrenza ed è anche visitabile, da luglio a settembre, in alcuni giorni della settimana. Altra
istituzione dei paesaggi alpini è la malga, struttura che nei mesi estivi ospita il ricovero delle mucche e dei pastori. Chi vuole conoscere da vicino questo presidio di montagna può partecipare all’iniziativa Albe in malga, a luglio e agosto in diverse strutture della zona. Dopo la notte al rifugio si assiste all’aurora rosa in quota per poi calarsi nella realtà dell’alpeggio: si mungono le mucche, si riassetta la stalla e si imparano i segreti della caseificazione. Per chiudere in bellezza l’immersione nella Val di Fassa rurale e folkloristica, bisogna aspettare la Gran festa da d’Istà, dal 6 all’8 settembre a Canazei. L’evento, che celebra la fine dell’estate, chiama a raccolta tantissime ladine e ladini, pronti a sfilare la domenica nei loro abiti tradizionali, accompagnati dalla musica popolare, tra i carri addobbati per l’occasione.
de la vallée. La vue sur le Sassolungo est un atout non négligeable, mais la véritable attraction est le groupe de granges historiques qui dominent le village. Il s'agit des tobiè, des structures en bois attenantes aux habitations, autrefois indispensables à la vie agropastorale. L'ega te cuna, qui signifie l'eau dans le berceau en ladin, est pour sa part un parcours didactique en 13 étapes qui traverse la forêt de Penìa, en suivant de près le cours du torrent Avisio, avec un arrêt à La Sia, une ancienne scierie hydraulique dont l'existence est documentée depuis le XVIe siècle. Une restauration dans les années 1980 l'a rendue utilisable en cas de besoin et elle peut également être visitée, de juillet à septembre, certains jours de la semaine. La malga, à savoir une structure qui abrite les vaches et les bergers pendant les mois d'été,
est une autre institution du paysage alpin. Ceux qui souhaitent connaître de près ce repaire de montagne peuvent participer à l'initiative Albe in malga, en juillet et en août, dans différentes structures de la région. Après une nuit au refuge, on assiste à l'aube rose en altitude, avant de s’immerger dans la réalité de l'alpage : traite des vaches, rangement de l'étable et apprentissage des secrets de la fabrication du fromage. Pour terminer en beauté l'immersion dans le Val di Fassa rural et folklorique, il faut attendre la Gran Festa da d'Istà, qui se tient du 6 au 8 septembre à Canazei. L'événement, qui célèbre la fin de l'été, rassemble de nombreux Ladins, hommes et femmes, prêts à défiler le dimanche dans leurs habits traditionnels, au son de la musique populaire, parmi les chars décorés pour l'occasion.
UNA STORIA PROFUMATA
LUNGO I BINARI DELL’ANTICA FERROVIA PARIGI–MARSIGLIA, PER SCOPRIRE LE ULTIME QUATTRO FABBRICHE CHE PRODUCONO L’AUTENTICO SAPONE SIMBOLO DELLA CITTÀ PROVENZALE
Il giallo ocra dei palazzi e il bianco delle barche a vela ormeggiate al Vieux Port vibrano sull’azzurro del Mediterraneo: a Marsiglia, crocevia di culture, dove antico e moderno si mescolano, si respira quell’intensità tipica delle città costiere, fatta di colori vivaci e aromi decisi. Uno tra tutti è il profumo del sapone simbolo della località: sa di pulito, di casa, di estati lente e assolate e porta con sé l’effetto madeleine tipico delle cose che sembrano esistere da sempre. In realtà, viene prodotto da 600 anni, quando il primo ufficiale mastro saponaio del posto riadattò la ricetta dell’antichissimo sapone di Aleppo, utilizzando le materie prime che la zona offriva: olio d’oliva della Provenza, sale e soda della Camargue.
Una tradizione affinata nei secoli fino a diventare patrimonio del saper fare locale e che la frenesia dei tempi contemporanei rischia di cancellare. Per evitare che questo accada, nel 2011 è nata l’Union des Professionnels du Sa-
von de Marseille (Upsm) sulla spinta delle ultime quattro fabbriche storiche della regione: Fer à Cheval, Le Sérail e La Savonnerie du Midi, a Marsiglia, e il saponificio Marius Fabre a Salon-de-Provence, a pochi chilometri dalla costa. La ricetta dell’autentico sapone di Marsiglia era stata inserita dalla casa reale di Luigi XIV nell’editto di Colbert del 1688, con l’intento di regolamentare la sua preparazione: veniva vietato l’utilizzo di grassi animali e si prescriveva di usare solo puro olio d’oliva. La legge garantì qualità al prodotto e ne tutelò l’origine, dando un forte impulso all’industria saponaia locale.
Oltre a Marsiglia, le fabbriche si diffusero in tutta la regione, da Arles a Salon-de-Provence. A fine ‘800 la produzione era ai suoi massimi storici, grazie anche all’arrivo della ferrovia in Provenza che facilitò il trasporto delle materie prime e il commercio. E proprio i binari fanno da traccia a un insolito itinerario tra le uniche quattro aziende storiche che
UNE HISTOIRE PARFUMÉE
LE LONG DES VOIES DE L'ANCIEN CHEMIN DE FER PARIS - MARSEILLE, À LA DÉCOUVERTE DES QUATRE DERNIÈRES
USINES PRODUISANT L'AUTHENTIQUE SAVON SYMBOLE DE LA CITÉ PROVENÇALE
Le jaune ocre des bâtisses et le blanc des voiliers amarrés au Vieux Port vibrent sur le bleu de la Méditerranée : à Marseille, carrefour des cultures, où se mêlent l'ancien et le moderne, on respire cette intensité propre aux villes côtières, faite de couleurs vives et d'arômes soutenus. L'un d'entre eux est le parfum du savon caractéristique de la ville : il sent le propre, la maison, les étés lents et ensoleillés et porte en lui l'effet madeleine typique des choses qui semblent avoir toujours existé. En fait, sa fabrication remonte à 600 ans, lorsque le premier maître savonnier local officiel a repris la recette de l'alors très ancien savon d'Alep, en utilisant les matières premières de la région : huile d'olive de Provence, sel et soude de Camargue.
Une tradition qui s'est affinée au fil des siècles au point de devenir un patrimoine de savoir-faire local que la frénésie de l'époque contemporaine risque d'effacer. Pour éviter cela, l'Union des Professionnels du Savon de Marseille (UPSM) a été créée en 2011 à l'initiative des quatre dernières usines historiques de la région : Fer à Cheval, Le Sérail et La Savonnerie du Midi, à Marseille, et la savonnerie Marius Fabre à Salon-deProvence, à quelques kilomètres de la côte.
La recette de l'authentique savon de Marseille a été intégrée par la maison royale de Louis XIV dans l'édit de Colbert de 1688, dans le but de réglementer sa préparation : l'utilisation de graisses animales a été interdite et seule l'huile d'olive pure a été prescrite. La loi garantissait la qualité du produit et protégeait son origine, donnant ainsi une forte impulsion à
l'industrie locale du savon. Outre Marseille, les usines s'étendent dans toute la région, d'Arles à Salon-de-Provence. À la fin du XIXe siècle, la production atteint un niveau record, notamment grâce à l'arrivée du chemin de fer en Provence, qui facilite le transport des matières premières et le commerce. Et ce sont précisément les voies qui permettent de suivre un itinéraire insolite parmi les quatre seules entreprises historiques qui produisent le véritable savon local, rigoureusement biodégradable, 100 % d’origine végétale, aux propriétés émollientes et détachantes, utilisé aussi bien pour l'hygiène corporelle que pour la lessive.
FER À CHEVAL, DE LA FABRIQUE DE BOUGIES À LA FABRIQUE DE SAVON
La Savonnerie Fer à Cheval est située à Marseille, à la limite des quartiers de Bon-Secours et de Saint Barthélemy où, quelques années avant sa fondation en 1856, une gare avait été inaugurée sur la ligne entre Paris et la Gare centrale de Marseille - Saint Charles. Le bleu des portes et le blanc aveuglant de la façade du bâtiment, monument industriel de la ville, contrastent avec le vert des cubes parfumés qui sont fabriqués à l'intérieur. Car la couleur originelle du savon pur de Marseille n'est pas blanche mais verte, justement, comme les olives dont il est issu : ce sont d'autres huiles végétales qui lui donnent sa teinte ivoire. Les parfums que l'on sent sont typiques de la Provence, en premier lieu l'incontournable lavande des plateaux. Le Fer à cheval, qui donne son nom à l'entreprise, est un symbole de chance : un signe du destin qui a conduit au succès d'une
producono il vero sapone locale, rigorosamente biodegra dabile, 100% di origine vegetale, dalle proprietà emollien ti e smacchianti, usato sia per l’igiene personale sia per il bucato.
FER À CHEVAL, DA FABBRICA DI CANDELE A SAPONIFICIO
La Savonnerie Fer à Cheval sorge a Marsiglia, al confine tra i quartieri Bon-Secours e Saint Barthélemy dove, pochi anni prima della sua fondazione nel 1856, era stata inau gurata la stazione ferroviaria sulla linea che da Parigi por tava alla centralissima Gare de Marseille - Saint Charles. L’azzurro dei cancelli e il bianco accecante della facciata dell’edificio, monumento industriale della città, contrasta no con il verde dei cubi profumati che vengono lavorati all’interno. Perché il colore originario del puro sapone di Marsiglia non è bianco ma verde, appunto, come le olive da cui deriva: sono altri oli vegetali a conferirgli la tonalità avorio. I profumi che si sentono sono quelli tipici della Pro venza, primo fra tutti l’inconfondibile lavanda d’altura. Fer à cheval, il ferro di cavallo che dà il nome all’azienda, è un simbolo di fortuna: un segno del destino che ha portato al successo una piccola fabbrica di candele della campagna marsigliese fondata nel 1850 e riconvertita in saponificio sei anni dopo. La consacrazione della Savonnerie è avvenuta nel 1900 con l’Esposizione Universale di Parigi, dove vinse la medaglia d’oro per la qualità dei suoi prodotti. Cinque sono le fasi ufficiali da rispettare durante la produzione che consentono a Fer à Cheval e agli altri tre saponifici storici
Salon-de-Provence
di poter apporre sulle saponette squadrate il marchio Savon de Marseille dell’Upsm, garanzia di qualità. Il processo, che può durare fino a dieci giorni, comincia con la saponificazione, ovvero con l’impasto di soda caustica e grassi di origine vegetale portato a ebollizione. Prosegue poi con la salatura, la cottura, il lavaggio e la liquefazione, che consentono al sapone di prendere la sua caratteristica forma ed essere pronto per il commercio.
petite fabrique de bougies de la campagne marseillaise fondée en 1850 et reconvertie en savonnerie six ans plus tard. La consécration de la Savonnerie intervient en 1900 lors de l'Exposition universelle de Paris, où elle remporte la médaille d'or pour la qualité de ses produits. Cinq étapes officielles à respecter lors de la fabrication permettent au Fer à Cheval et aux trois autres savonneries historiques d'apposer sur leurs savonnettes carrées la marque Savon de Marseille de l'UPSM, gage de qualité. Le processus, qui peut durer jusqu'à dix jours, commence par la saponification, c'est-à-dire le mélange de soude caustique et de graisses d’origine végétale porté à ébullition. Elle se poursuit par le salage, la cuisson, le lavage et la liquéfaction, qui permettent au savon de prendre sa forme caractéristique et d'être prêt à être commercialisé.
LE SÉRAIL, UNE OUVERTURE À CONTRE-COURANT
En remontant vers le nord du quartier Saint-Barthélemy, toujours à proximité de la voie ferrée Paris - Marseille, on arrive à la plus récente des quatre usines : Le Sérail. Les grilles vert olive indiquent explicitement la référence à la qualité produite par la savonnerie fondée en 1949. Une ouverture à contre-courant, puisqu'après la Seconde Guerre mondiale, les savonneries ont commencé à fermer les unes après les autres en raison de la concurrence des détergents industriels moins chers. Mais Vincent Boetto, revenu de déportation en Allemagne, décide de s'engager pour préserver une tradition séculaire : il achète une ferme dans la banlieue de Marseille et, récupérant les outils des maîtres savonniers ayant fermé
leurs portes, il se lance dans la production du véritable savon de Marseille à 72 % d'huile d'olive. Un pari gagné et repris par son fils Daniel, qui perpétue aujourd'hui le savoir-faire authentique de sa famille.
LA SAVONNERIE DU MIDI ET L'INNOVATION LIQUIDE
En suivant le tracé des quais vers le nord, on arrive dans le quartier des Aygalades. Le long du ruisseau du même nom, la Savonnerie du Midi a été fondée en 1894. La proximité de l'eau, nécessaire pour refroidir les chaudrons incandescents utilisés pour la cuisson traditionnelle du savon, et la présence du chemin de fer ont contribué au succès de l'entreprise, la première à commercialiser du savon de Marseille liquide en 1990. Dans le quartier vivant des arts, à deux pas des chutes du torrent, la Savonnerie a ouvert en 2018 un musée d'entreprise retraçant l'histoire du savon. La collection privée de Vittorio et Josette Quittard, deux Marseillais passionnés par ce produit, est exposée : photographies, savonnettes de toutes sortes, livres anciens, publicités et ustensiles traditionnels forment un parcours ad hoc à l'intérieur de la salle du chaudron, d'où partent les visites guidées de l'usine. En revenant vers le centre, depuis la gare de Marseille - Saint Charles, on prend le train au cœur de la Provence la plus authentique pour visiter la quatrième usine de la région.
MARIUS FABRE DANS LA VILLE DE NOSTRADAMUS
Salon-de-Provence, petite ville située à une cinquantaine de kilomètres de la capitale, est célèbre pour avoir accueilli l’illustre astrologue Nostradamus au XVIe siècle. Mais aussi parce que, quelques siècles plus tard, des dizaines de savonneries et de boutiques s'y sont installées, donnant naissance à un véritable quartier du savon. Non loin de la voie ferrée Avignon - Miramas, le tout jeune Marius Fabre a fondé en 1900 la savonnerie du même nom. La grande cour derrière les grilles vertes de l'entreprise est la même que celle où Fabre a installé les premiers chaudrons pour la cuisson du savon. Salon était le plus grand producteur d'huile d'olive de Provence, l'ingrédient principal du savon de Marseille, et le chemin de fer arrivé en ville en 1873 était l'allié idéal pour le développement de la nouvelle activité. Quelques années après l'ouverture de l'usine, Marius a été contraint de partir au front et sa femme Marie de reprendre la direction de l'usine. La Savonnerie Marius Fabre fait partie de ces entreprises familiales qui ont traversé le temps grâce à leur savoir-faire et à leur passion. Pour célébrer le 100e anniversaire de sa fondation, l'usine a ouvert ses portes aux visiteurs en 2000, créant un petit musée et organisant des visites guidées pour découvrir la production.
La visite des savonneries historiques de Provence n'est pas seulement un moyen de connaître de près un article de la vie quotidienne, c'est aussi un voyage qui nous rapproche de l'essence même de cette région. Avec la précision et la patience de leurs maîtres savonniers, Fer à Cheval, Le Sérail, la Savonnerie du Midi et Marius Fabre enseignent qu'à une époque où tout change vite, l'art du savoir-faire peut résister à l'épreuve du temps, en garantissant qualité, durabilité et respect des origines. Un rappel pour une vie quotidienne moins trépidante, renfermé dans un petit cube de savon. savon-de-marseille.com/pages/visiter-la-savonnerie savon-leserail.com | savonneriedumidi.fr | marius-fabre.com
LE SÉRAIL, UN’APERTURA IN CONTROTENDENZA
Spostandosi a nord del quartiere
Saint-Barthélemy, sempre a ridosso della ferrovia Parigi - Marsiglia, si arriva alla più recente delle quattro fabbriche: Le Sérail. I cancelli verde oliva dichiarano esplicitamente il riferimento alla qualità prodotta dalla savonnerie fondata nel 1949. Un’apertura in controtendenza, visto che nel secondo dopoguerra i saponifici iniziarono a chiudere uno dopo l’altro a causa della concorrenza dei meno costosi detergenti industriali. Ma Vincent Boetto, tornato dalla deportazione in Germania, decise di impegnarsi per preservare una tradizione centenaria: acquistò un’azienda agricola nella periferia marsigliese e, recuperando gli attrezzi dai mastri saponai che avevano chiuso, diede il via alla produzione del vero sapone di Marsiglia con il 72% di olio d’oliva. Una scommessa vinta e raccolta dal figlio Daniel che oggi porta avanti il saper fare autentico della sua famiglia. LA SAVONNERIE DU MIDI E L’INNOVAZIONE LIQUIDA
Seguendo la traccia dei binari verso nord, si arriva nel quartiere Les Aygalades. Lungo il corso dell’omonimo torrente, nel 1894 fu fondata la Savonnerie du Midi. La vicinanza con l’acqua, necessaria per raffreddare gli incandescenti calderoni usati per la cottura tradizionale del sapone, e la presenza della ferrovia contribuirono al successo dell’azienda, la prima a proporre sul mercato, nel 1990, il sapone di Marsiglia liquido. Nel vivace quartiere delle arti, a pochi passi dalle cascate del torrente, nel 2018 la Savonnerie ha aperto un museo aziendale che ripercorre la storia del sapone. In esposizione la collezione privata di Vittorio e Josette Quittard, due marsigliesi appassionati di questo prodotto, tra fotografie, saponette di ogni tipo, libri antichi, pubblicità e utensili della tradizione che costituiscono un percorso ad hoc all’interno della sala del calderone, da cui partono le visite guidate allo stabilimento. Tornando verso il centro, dalla stazione di Marseille - Saint Charles si prende il treno che porta nel cuore della Provenza più autentica per visitare la
quarta fabbrica della zona.
MARIUS FABRE NELLA CITTÀ DI NOSTRADAMUS
Salon-de-Provence, cittadina a circa 50 chilometri dal capoluogo, è nota per aver ospitato nel XVI secolo il famoso astrologo Nostradamus. Ma anche perché, qualche secolo più tardi, qui sorsero decine di fabbriche e negozi di sapone, tanto da dar vita a un vero e proprio quartiere dei saponificatori. A ridosso della ferrovia Avignone - Miramas, un giovanissimo Marius Fabre fondò nel 1900 l’omonima fabbrica di saponi. L’ampio cortile che si apre dietro ai verdi cancelli dell’azienda è lo stesso in cui Fabre installò i primi calderoni per cuocere il sapone. Salon era il maggior produttore di olio d’oliva della Provenza, l’ingrediente principale del sapone di Marsiglia, e la ferrovia arrivata in città nel 1873 fu l’alleata perfetta per lo sviluppo del nuovo business. Pochi anni dopo l’apertura della fabbrica, Marius fu costretto a partire per il fronte e la moglie Marie subentrò nella gestione dello stabilimento. La Savonnerie Marius Fabre è una di quelle aziende familiari che hanno resistito al tempo grazie alla competenza e alla passione. Per celebrare i cento anni dalla fondazione, nel 2000 la fabbrica ha aperto le porte ai visitatori, realizzando un piccolo museo e organizzando dei percorsi guidati alla scoperta della produzione. Visitare i saponifici storici della Provenza non è solo un modo per conoscere da vicino un articolo di uso quotidiano, ma è un viaggio che avvicina alla vera essenza di questa regione. Con la precisione e la pazienza dei loro mastri saponai, Fer à Cheval, Le Sérail, la Savonnerie du Midi e Marius Fabre insegnano che, in un’epoca in cui tutto cambia velocemente, l’arte del saper fare può resistere al tempo, garantendo qualità, sostenibilità e rispetto delle proprie origini. Un promemoria per una vita quotidiana meno frenetica, racchiuso in un piccolo cubo di sapone. savon-de-marseille.com/pages/visiter-la-savonnerie savon-leserail.com | savonneriedumidi.fr | marius-fabre.com
L’esterno della fabbrica Marius Fabre a Salon-de-Provence/L'extérieur de l'usine Marius Fabre à Salon-de-Provence
PARIS-LYON
EN MOINS DE2H*
UN MILIONE
DI AVVENTURE
A 700 ANNI DALLA MORTE DI MARCO POLO, UNA GRANDE MOSTRA A VENEZIA RACCONTA IL CELEBRE VIAGGIO DEL MERCANTE VERSO ORIENTE
di/par Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it
UN MILLION
D’AVENTURES
700 ANS APRÈS LA MORT DE MARCO POLO, UNE GRANDE
EXPOSITION À VENISE RETRACE LE CÉLÈBRE VOYAGE DU MARCHAND EN QUÊTE D'AVENTURE VERS L'EST
T«roverete qui tutte le immense meraviglie, tutte le grandi singolarità delle grandi contrade d’Oriente, della grande Armenia e della Persia e della Tartaria e dell’India e di cento altri Paesi… come le raccontò messer Marco Polo, detto Milione, savio e nobile cittadino di Venezia». Vengono presentate così le imprese di uno dei più noti commercianti e viaggiatori della storia, nel libro delle sue memorie raccolte da Rustichello da Pisa.
A 700 anni dalla morte, nella Serenissima, non poteva mancare una mostra che ne celebra la figura e il mito: I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento, a cura di Giovanni Curatola e Chiara Squarcina. A Palazzo Ducale, fino al 29 settembre, si ritorna indietro nel tempo, a quando due fratelli, Matteo e Niccolò, partirono per l’Oriente, nel 1260, con carichi di mercanzie preziose, per arrivare alla corte di Kublai Khan. Dopo una decina d’anni rientrarono per poco tempo a Venezia, dove Marco, figlio di Niccolò, aveva ormai 15 anni ed era pronto a partire con i suoi familiari. Per affrontare un viaggio lungo quasi 25 anni, dal 1271 al 1295, lasciò il palazzo dove era nato, nell’area di san Giovanni Crisostomo, “il sotoportego, corte seconda, ponte del Milion”: da questo particolare deriverebbe il nome del famoso libro in cui Rustichello da Pisa, negli anni successivi suo compagno di prigionia a Genova, raccolse il racconto di un’avventura straordinaria. Un viaggio lungo la Via della seta, dove si svolgeva il commercio del tes -
suto di lusso prodotto in Cina, conosciuto e apprezzato fin dall’epoca romana. Su quelle orme, secoli dopo, Marco Polo contribuì ad avvicinare il mondo orientale alle popolazioni dell’Occidente. L’esposizione immerge i visitatori in questo universo esotico per condividere le suggestioni raccontate dal viaggiatore, fonti inesauribili di ispirazione per studiosi ed esploratori di ogni epoca, tra cui anche Cristoforo Colombo. Nelle sale del Palazzo Ducale scorre davanti agli occhi uno straordinario resoconto geografico, storico, culturale, politico e umano dell’Europa, del Medio Oriente e dell’Asia. Un patrimonio di abitudini, usi, idee e costumi, anche religiosi, totalmente differenti tra loro, fonte di arricchimento per la florida Venezia del XIII secolo e per le culture successive. Si rievocano gli incontri avvenuti lungo i tanti Paesi visitati dai tre mercanti, attraverso più di 300 opere provenienti dalle collezioni civiche e dalle più importanti istituzioni italiane ed europee, oltre che dall’Armenia, dalla Cina e dal Qatar.
Il percorso parte dalla ricostruzione della zona dove abitava Marco, nell’area del Teatro Malibran, oggi sottoposta a scavi che hanno restituito inediti reperti e testimonianze. Si prosegue poi alla scoperta di una Venezia dal volto cosmopolita attraverso le carte geografiche nella Sala dello scudo, che riproducono i possedimenti della Repubblica nel ‘500 ma anche i mondi lontani verso i quali si spinse la famiglia Polo. Di Marco sono esposti il suo testamento, un lascito ma -
«Vous trouverez ici toutes les immenses merveilles, toutes les grandes singularités des grandes terres d'Orient, de la grande Arménie et de la Perse mais aussi de la Tartarie et de l'Inde et de cent autres pays... telles qu'elles ont été racontées par messire Marco Polo, connu sous le nom de Milione, un sage et noble citoyen de Venise. » C'est ainsi que les exploits de l'un des plus célèbres commerçants et voyageurs de l'histoire sont présentés dans ses mémoires recueillies par Rustichello da Pisa.
700 ans après sa mort, la Sérénissime se devait d’organiser une exposition célébrant sa figure et son mythe : I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento (Les mondes de Marco Polo. Le voyage d’un marchand vénitien du XIIIe siècle) sous le commissariat de Giovanni Curatola et Chiara Squarcina. Au Palais des Doges, jusqu'au 29 septembre, nous remontons le temps jusqu'à l'époque où deux frères, Matteo et Niccolò, partirent pour l'Orient en 1260, avec des cargaisons de marchandises précieuses pour rejoindre la cour de Kublai Khan. Après une dizaine d'années, ils rejoignirent brièvement Venise, où Marco, fils de Niccolò, alors âgé de 15 ans, était prêt à partir avec les
membres de sa famille. Pour affronter un voyage qui dura presque 25 ans, de 1271 à 1295, il quitta le palais où il était né, dans la région de San Giovanni Crisostomo, « le passage sotoportego, seconde cour, pont du Milion » : c'est de ce détail que tirerait son nom le célèbre livre dans lequel Rustichello da Pisa, plus tard son compagnon de geôle à Gênes, a recueilli le récit d'une aventure extraordinaire. Un voyage le long de la route de la soie, où s’organisait le commerce des étoffes de luxe produites en Chine, connues et appréciées depuis l'époque romaine. Sur ces traces, des siècles plus tard, Marco Polo a contribué à rapprocher le monde oriental des peuples occidentaux. L'exposition plonge le visiteur dans cet univers exotique pour lui faire partager les suggestions racontées par le voyageur, source inépuisable d'inspiration pour les savants et les explorateurs de tous âges, dont Christophe Colomb.
Dans les salles du Palais des Doges, c'est un extraordinaire récit géographique, historique, culturel, politique et humain de l'Europe, du Moyen-Orient et de l'Asie qui défile sous les yeux. Un patrimoine d'habitudes, de coutumes, d'idées et d'usages, y compris sur le plan religieux, totalement différents
teriale e morale, insieme ad alcuni oggetti personali, le monete di quell’epoca utilissime al mercante, tessuti, ceramiche e spezie. Poi si fa un salto nel mito e nella letteratura con la storia del Milione. Il testo, conosciuto anche come La descrizione del mondo oppure Le meraviglie del mondo, ha attraversato i secoli ed è stato tradotto in molte lingue. È servito da modello per altri capolavori che raccontano avventure vere e immaginarie, come Viaggio al centro della terra di Jules Verne e Le città invisibili di Italo Calvino. Innegabile, inoltre, l’influenza del diario di Polo sulle tante storie che raccontano terre lontane, proseguite nel XIX e XX secolo e fino ai giorni nostri in chiave pop, come rivelano le creazioni di artisti contemporanei in mostra. Infine, questo progetto espositivo dei Musei civici dà
risalto all’inclusività culturale attraverso il viaggio e l’apertura di orizzonti tramandata dal giovane Marco Polo e dalla sua voglia di conoscere, nel rispetto delle persone, delle culture e delle diverse fedi. Nelle sue pagine si legge di popolazioni cristiane di varie declinazioni, compresa la nestoriana, ma anche di cinesi confuciani, buddisti, taoisti e, certo, della religione islamica e dell’Induismo in India. E se al centro rimangono la curiosità e la voglia di conoscere, un messaggio ricco di grande valore educativo e divulgativo non può che essere diretto a ragazzi e bambini. La fama di Marco Polo e il suo fascino, infatti, sono protagonisti per tutto il 2024 a Venezia con esposizioni, momenti d’incontro e approfondimenti, in particolare dedicati alle scuole e alle famiglie. palazzoducale.visitmuve.it
les uns des autres, qui a été une source d'enrichissement pour la Venise florissante du XIIIe siècle et les cultures qui s’ensuivirent. Les rencontres à travers les nombreux pays visités par les trois marchands sont évoquées, à travers plus de 300 œuvres provenant de collections municipales et des plus importantes institutions italiennes et européennes, ainsi que d'Arménie, de Chine et du Qatar. La visite commence par une reconstitution du quartier où vivait Marco, dans la zone du théâtre Malibran, qui fait aujourd'hui l'objet de fouilles ayant permis de découvrir des objets et des témoignages inédits. On découvre ensuite une Venise au visage cosmopolite à travers les cartes de la Sala dello scudo, qui représentent les possessions de la République au XVIe siècle mais aussi les mondes lointains vers lesquels s'aventura la famille Polo. Sont exposés le testament de Marco, héritage matériel et moral, ainsi que des objets personnels, des pièces de monnaie de l'époque très utiles au marchand, mais aussi des étoffes, des céramiques et des épices. On fait ensuite un saut dans les mythes et la littérature avec l'histoire du Milione. Le texte, également connu sous le nom de La description du monde ou Les merveilles du monde, a traversé les siècles et a été traduit dans de nombreuses langues. Il a servi de modèle à d'autres chefs-d'œuvre racontant des aventures réelles ou
imaginaires, comme Le voyage au centre de la Terre de Jules Verne et Les villes invisibles d'Italo Calvino. L'influence du journal de Polo sur les nombreuses histoires qui racontent des pays lointains est également indéniable. Elle s'est poursuivie aux XIXe et XXe siècles et jusqu'à nos jours dans un style pop, comme le révèlent les créations d'artistes contemporains présentées dans l'exposition. Enfin, ce projet d'exposition des Musées civiques met l'accent sur l'inclusion culturelle par le voyage et l'ouverture d'horizons transmise par le jeune Marco Polo, ainsi que sa soif de connaître, tout en respectant les personnes, les cultures et les différentes croyances. La lecture de ses pages nous en apprend sur des populations chrétiennes de diverses déclinaisons, y compris nestoriennes, mais aussi des Chinois confucéens, des Bouddhistes, des Taoïstes et, bien sûr, la religion islamique et l'hindouisme d’Inde. Et si la curiosité et le désir de savoir restent centraux, ce message de grande valeur éducative et populaire ne peut que s'adresser aux jeunes et aux enfants. Tout au long de 2024, la renommée et la fascination de Marco Polo sont les protagonistes à Venise, avec des expositions, des rencontres et des études approfondies, spécialement dédiées aux écoles et aux familles. palazzoducale.visitmuve.it
IMPARARE A VEDERE
L’INTROSPEZIONE È FONDAMENTALE NEL PROCESSO CREATIVO DI PIERRE-LOUIS MASCIA, IL RE DELLE STAMPE GRAFICHE CHE HA
DEBUTTATO A FIRENZE CON LA SUA PRIMA SFILATA
Siamo un marchio adolescente che sta facendo il suo ingresso nell’età adulta». Con queste parole il designer francese Pierre-Louis Mascia ha annunciato la sua prima sfilata che si è svolta a Firenze durante Pitti Uomo, lo scorso 13 giugno
Ex illustratore di Tolosa, Mascia ha mosso i primi passi nella moda nel 2008 collaborando con i fratelli Uliassi, proprietari della stamperia serica Achille Pinto di Como. Ha cominciato con serie di sciarpe per poi arrivare a una vera e propria proposta di lifestyle che includeva abiti e accessori. Quest’anno, a 16 anni dall’ingresso nel mondo del fashion, ha azzardato il grande passo presentando la collezione Primavera Estate 2025 a Pitti Uomo, con un grande show nel Tepidarium Giacomo Roster, un’elegante serra di vetro in stile liberty immersa nel verde del Giardino dell’orticoltura. «Questo palazzo di cristallo rappresentava la cornice ideale per la nostra sfilata», spiega Mascia, «e la sinergia con Pinto ci ha consentito di esprimere al meglio le peculiarità della collezione speciale grazie al know-how dell’azienda». Il tema della collezione 2025, Le Cavalier Bleu, evoca il movimento tedesco Der Blaue Reiter, a cui apparteneva anche il pittore russo Vasilij Kandinskij. Come mai questa scelta? Per noi non si tratta di un’ispirazione estetica ma intellettuale. Questo gruppo di artisti di matrice espressionista traduceva la sua ricerca di libertà anche tramite la tinta blu, che rappresentava sia il distacco dalla realtà sia la propria spiritualità. In un mondo incentrato sulla dualità̀ – bianco e nero, sì e no, giusto e sbagliato – abbiamo concepito la collezione come la tavolozza di un pittore, un viag-
di/par Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili
gio interiore per dare vita a colori e forme puri. Le sfumature consentono di creare uno spazio di discussione pacifico in cui non ci sono rabbia o litigi. La declinazione delle nuance, però, è quasi secondaria rispetto a quella delle idee, che permette di raccontare le emozioni attraverso figure, materiali e stampe. È stata una passerella co-ed, in cui sono confluite sia le proposte per uomo sia quelle per donna. Qual è il punto d’incontro tra i due stili secondo Pierre-Louis Mascia? Abbiamo sempre avuto una visione abbastanza unisex delle collezioni. Forme e stampe accomunano tutti i sessi. Comunque, con le sue stampe e illustrazioni, lei si muove sempre al di sopra delle tendenze. Perché questa scelta controcorrente?
L’ispirazione viene dal modo in cui percepisco il mondo, le stampe sono sia il filtro che il rivelatore delle mie emozioni. Imparare a vedere è una professione. Tutto è fonte di ispirazione. Mi sembra come se, parlando proprio di creazione, le tendenze non abbiano mai a che fare con il rigore, la solitudine, l’introspezione e il lungo processo necessario per il lavoro di designer. Faccio appello alle tecniche, alla cultura e a una costante messa in discussione del mondo che mi circonda e del mio tempo. Cerco di interrogarmi e di scoprire chi sono in questo ambiente e come questo mi trasforma, per poter offrire con il maggiore distacco possibile un universo creativo originale, unico e personale. Che tipo di tecniche utilizza per questa collezione?
Uso tecniche digitali abbinate alla stampa serigrafica. Le stampe sono composte da una fusione eterogenea di archivi tessili, disegni, grafiche e oggetti. Le mie creazioni sono un’ode alle sfuma-
APPRENDRE À VOIR
L'INTROSPECTION EST FONDAMENTALE DANS LE PROCESSUS CRÉATIF DE PIERRE-LOUIS MASCIA, LE ROI DE L'IMPRIMÉ GRAPHIQUE QUI A FAIT SES DÉBUTS À FLORENCE AVEC SON PREMIER DÉFILÉ DE MODE
N«ous sommes une marque adolescente qui entre dans l'âge adulte. » C'est par ces mots que le créateur français Pierre-Louis Mascia a annoncé son premier défilé, qui s'est tenu à Florence lors du Pitti Uomo, le 13 juin dernier. Ancien illustrateur toulousain, Mascia a fait ses premiers pas dans la mode en 2008 en collaborant avec les frères Uliassi, propriétaires de l'atelier de sérigraphie Achille Pinto à Côme. Tout a commencé par une série de foulards, et a fini par devenir une proposition lifestyle à part entière, composée de vêtements et d’accessoires. Cette année, 16 ans après son entrée dans le monde de la mode, il a franchi le pas en présentant la collection Printemps-Été 2025 à Pitti Uomo, avec un grand défilé dans le Tepidarium Giacomo Roster, une élégante serre en verre de style Art nouveau, immergée dans le luxuriant Jardin de l'horticulture de Florence. « Ce palais de cristal était le cadre idéal pour notre défilé », explique Mascia, « et la synergie avec Pinto
LIFESTYLE
ture, abbiamo cercato costantemente una certa morbidezza nelle colorazioni, anche per le grafiche più sature.
Dalla nascita della sua maison, nel 2008, a oggi cosa è cambiato?
Il tempo ha fatto il suo corso, ha modificato la mia personalità, sono in continuo movimento come un orologio meccanico che conta i secondi. Tutto è diverso, ma grazie a questa consapevolezza guardo il passato e, ancora oggi, riconosco in me il bambino che ero un tempo. Ma in continuo cambiamento verso un’unica identità. Ci racconta il momento più bello di questi 16 anni?
C’è una certa continuità nel mio lavoro, un’idea fissa che ripeto costantemente e ripropongo instancabilmente come un mantra o una preghiera. E ci sono poi tutte le persone che mi sono state vicine e mi accompagnano in questo percorso, quelle con cui le cose sono possibili. Da solo non sono nessuno.
Lei nella moda rappresenta il tassello d’unione tra Italia e Francia, considerando che ha cominciato collaborando con i fratelli Uliassi di Como.
L’Italia e la Francia sono due sorelle eternamente affettuose. Come due familiari che convivono e litigano ma sono identici. Io sono legato a entrambe: queste due culture vivono dentro di me.
Dopo Pitti, quale sarà il suo prossimo passo?
Non penso di sfilare in ogni stagione, ma sto già lavorando alla prossima collezione invernale. E allo stesso tempo, con il mio gruppo, continuiamo a sviluppare la linea per la casa.
La cosa più importante è realizzare prodotti belli, significativi e che raccontino una storia.
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nous a permis d'exprimer au mieux les particularités de la collection spéciale grâce au savoir-faire de l'entreprise ».
Le thème de la collection 2025, Le Cavalier Bleu, évoque le mouvement allemand Der Blaue Reiter, auquel le peintre russe Vassily Kandinsky a également appartenu. Pourquoi ce choix ?
Pour nous, il ne s'agit pas d'une inspiration esthétique mais plutôt intellectuelle. Ce groupe d'artistes expressionnistes a également traduit sa quête de liberté par la couleur bleue, qui représente à la fois le détachement de la réalité et la spiritualité qui leur est propre. Dans un monde centré sur la dualité – noir et blanc, oui et non, bien et mal –, nous avons conçu la collection comme une palette de peintre, un voyage intérieur pour donner vie à des couleurs et des formes pures. Les nuances permettent de créer un espace de discussion pacifique, sans colère ni querelle. La déclinaison des nuances est cependant presque secondaire par rapport à celle des idées, ce qui permet de raconter des émotions à travers des figures, des matériaux et des empreintes.
Il s'agissait d'un défilé co-ed, où convergeaient les propositions homme et femme. Quel est le point de rencontre entre les deux styles selon Pierre-Louis Mascia ?
Nous avons toujours eu une vision assez unisexe des collections. Les formes et les imprimés rassemblent tous les sexes.
Cependant, avec vos imprimés et vos illustrations, vous vous placez toujours au-dessus des tendances. Pourquoi ce choix à contre-courant ?
L'inspiration vient de la façon dont je perçois le monde, les imprimés sont à la fois le filtre et le révélateur de mes émotions. Apprendre à voir est un métier. Tout est source d'inspiration. J'ai l'impression qu'en parlant précisément de création, les tendances n'ont jamais rien à voir avec la rigueur, la solitude, l'introspection et le long processus que nécessite le travail d'un styliste. Je fais appel aux techniques, à la culture et à un questionnement constant sur le monde qui m'entoure et sur mon époque. J'essaie de m’interroger et de découvrir qui je suis dans cet environnement et comment il me transforme, afin de pouvoir offrir un univers créatif original, unique et personnel avec le plus de détachement possible.
Quelles sont les techniques utilisées pour cette collection ? J'utilise des techniques numériques combinées à la sérigraphie. Les impressions sont composées d'une fusion hétérogène d'archives textiles, de dessins, de graphismes et d'objets. Mes créations sont une ode aux nuances. Nous n’avons eu cesse de rechercher une certaine douceur dans les couleurs, même pour les graphismes les plus saturés. De la naissance de votre Maison en 2008 à aujourd'hui, qu'est-ce qui a changé ?
Le temps a fait son œuvre, il a changé ma personnalité, je suis en perpétuel mouvement comme une montre mécanique qui compte les secondes. Tout est différent, mais grâce à cette prise de conscience, je regarde en arrière et, aujourd’hui encore, je reconnais l'enfant que j'étais autrefois. Mais en constante évolution vers une identité unique.
Pouvez-vous nous raconter le meilleur moment de ces 16 années ?
Il y a une certaine continuité dans mon travail, une idée fixe que je répète constamment et que je repropose inlassablement comme un mantra ou une prière. Et puis il y a toutes les personnes qui m'ont été proches et qui m'accompagnent dans ce voyage, celles avec qui tout est possible. Seul, je ne suis personne.
Vous représentez dans la mode le lien entre l'Italie et la France, puisque vous avez commencé par collaborer avec les frères Uliassi à Côme.
L'Italie et la France sont deux sœurs éternellement affectueuses. Comme deux membres d'une même famille qui vivent ensemble et se disputent, mais qui sont identiques. Je suis moi-même lié aux deux : ces deux cultures vivent en moi.
Après Pitti, quelle sera votre prochaine étape ?
Je n'ai pas l'intention de présenter des défilés chaque saison, mais je travaille déjà sur la prochaine collection d'hiver. Parallèlement, avec mon groupe, nous continuons à développer la ligne pour la maison. Le plus important est de fabriquer des produits qui soient beaux, significatifs et qui racontent une histoire.
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Sujata Setia
(How Many More Knots?)
dalla serie/de la série A thousand cuts
BUSSOLE DEL
IN MOSTRA A MILANO, FINO AL 29 SETTEMBRE, OLTRE 160 SCATTI DI 52 FOTOGRAFI PROVENIENTI DA OGNI ANGOLO DEL MONDO PREMIATI NEL CONCORSO SONY WORLD PHOTOGRAPHY AWARDS 2024
di/par Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.com
LES BOUSSOLES
DU PRÉSENT
EXPOSÉS À MILAN, JUSQU'AU 29 SEPTEMBRE, PLUS DE 160 CLICHÉS DE 52 PHOTOGRAPHES DES QUATRE COINS DU MONDE RÉCOMPENSÉS DANS LE CADRE DU CONCOURS SONY WORLD PHOTOGRAPHY AWARDS 2024
Èun mescolarsi di energie e di vite, di colori, storie e luoghi. Fino al 29 settembre al Museo diocesano Carlo Maria Martini di Milano, nei Chiostri di Sant’Eustorgio, sono amalgamate emozioni e sensazioni, dall’adrenalina alla sofferenza, dalla calma alla gioia. Succede attraverso una selezione delle foto che hanno partecipato alla 17esima edizione del concorso internazionale Sony World Photography Awards 2024, di cui la mostra porta il nome, e che sono state premiate nelle tre categorie Professional, Youth e Student e Open. Le oltre 160 immagini in mostra sono realizzate da 52 fotografi provenienti da ogni angolo del mondo e raccontano storie diverse. Come quella di Ismaila Samb, un giovane surfista senegalese che spera di ottenere riconoscimenti internazionali come sportivo. Nel Paese affacciato sull’Atlantico il surf sta vivendo un momento di crescita intensa, nonostante gli abitanti non abbiano facile accesso a una buona attrezzatura. Dopo essere stato ritratto dal fotografo italiano Tommaso Pardini, giunto al terzo posto nella se -
Federico Scarchilli
Chelidonium Majus dalla serie/de la série Flora
Pavy Una foto d’archivio di Anne Lise Albrectsen dalla serie/Une photo d'archive d'Anne Lise Albrectsen de la série Spiralkampagnen: Forced Contraception and Unintended Sterilisation of Greenlandic Women
zione Sport della categoria Professional, Ismaila ha preso parte ai World Surfing Games di El Salvador insieme alla sua Nazionale.
Meno felice è il racconto di Juliette Pavy, fotografa francese premiata con il titolo di Photographer of the Year per un lavoro documentario sulla campagna di controllo involontario delle nascite imposta dalle autorità danesi sui corpi delle donne Inuit tra gli anni ‘60 e ‘70. Attraverso immagini di archivio e ritratti delle sopravvissute, invita a riflettere sul trauma di una comunità intera.
E poi ancora gli splendidi scatti still life, tra fiori e farmaci in pillole, del fotografo documentarista italiano Federico Scarchilli, che con la serie Flora mette in luce il ruolo fondamentale delle piante nella medicina moderna. E i mille tagli realizzati sulle immagini di corpi femminili da Sujata Setia, artista londinese con origini indiane vincitrice della sezione Creative, che denunciano le situazioni di abuso nelle comunità del Sud asiatico.
Con gli occhi sempre puntati alla sostenibilità e all’uguaglianza, le artiste e gli artisti che si sono messi in gioco incoraggiano, secondo le parole della curatrice Barbara Silbe, «a immaginare futuri possibili, svolgendo una delle funzioni primarie del loro ruolo, quella di ricordarci che esiste la bellezza». Le immagini, variegate ma sempre toccanti, sono bussole grazie alle quali «possiamo orientarci nel tempo presente governato da guerre, crisi economiche e decadimento di valori» e «tornare a quel sentimento primario di meraviglia di fronte alla fragilità del mondo». Per imparare a rispettarlo. worldphoto.org chiostrisanteustorgio.it
N'Gore Boy dalla serie/ de la série Surf in Dakar (2024)
C’est un mélange d'énergies et de vies, de couleurs, d'histoires et de lieux. Jusqu'au 29 septembre prochain au Musée diocésain Carlo Maria Martini de Milan, dans les cloîtres de Sant'Eustorgio, émotions et sensations s'entremêlent, allant de l'adrénaline à la souffrance, en passant par le calme et la joie.
Cet entrelacement se déploie à travers une sélection de photos qui ont participé à la 17e édition du concours international Sony
Federico Scarchilli Hyoscine Butylbromide
World Photography Awards 2024, dont l'exposition porte le nom, et qui ont été récompensées dans les quatre catégories Professional, Youth, Student et Open.
Les plus de 160 images exposées ont été réalisées par 52 photographes des quatre coins du monde et racontent des histoires différentes. Comme celle d'Ismaila Samb, un jeune surfeur sénégalais qui espère remporter une reconnaissance internationale en tant que sportif. Dans le pays qui borde l'Atlantique, le surf connaît une croissance intense, malgré l’accès difficile à un bon équipement pour les habitants. Après que le photographe italien Tommaso Pardini, qui s'est classé troisième dans la section Sport de la catégorie Pro, ait réalisé son portrait, Ismaila a participé aux Jeux mondiaux de surf au Salvador avec son équipe nationale. L'histoire de Juliette Pavy, photographe française récompensée du titre de Photographe de l'année pour un travail documentaire sur la campagne de contrôle involontaire des naissances imposée par les autorités danoises sur le corps des femmes inuites entre les années 1960 et 1970, est en revanche moins heureuse. À travers des images d'archives et des portraits de survivantes, elle invite à une réflexion sur le traumatisme de toute une communauté. Et puis encore les splendides natures mortes, entre fleurs et médicaments en pilules, du photographe documentaire italien Federico Scarchilli, qui avec sa série Flora met en lumière le rôle fondamental des plantes dans la médecine moderne. Et les milliers de découpes effectuées sur des images de corps de femmes par Sujata Setia, artiste londonienne d'origine indienne qui a remporté la section « Création », dénonçant des situations d'abus dans les communautés d'Asie du Sud. Avec les yeux toujours rivés sur le développement durable et l'égalité, les artistes en lice encouragent, selon les mots de la commissaire Barbara Silbe, « à imaginer des futurs possibles, remplissant ainsi l'une des fonctions premières de leur rôle, à savoir de nous rappeler que la beauté existe ». Les images, variées mais toujours touchantes, sont des boussoles grâce auxquelles « nous pouvons nous orienter dans le temps présent régi par les guerres, les crises économiques et la décadence des valeurs » et « revenir à ce sentiment premier d'émerveillement devant la fragilité du monde ». Pour apprendre à le respecter. worldphoto.org chiostrisanteustorgio.it
MAESTOSA FRAGILITÀ
FINO AL 1° SETTEMBRE, A TORINO, GLI SCATTI DELLA
FOTOGRAFA E BIOLOGA MARINA CRISTINA MITTERMEIER INVITANO A RIFLETTERE SULLA NECESSITÀ DI RECUPERARE IL RISPETTO NEI CONFRONTI DEL PIANETA
di/par Irene Marrapodi - i.marrapodi@trenitalia.it foto/photos © Cristina Mittermeier
MAJESTUEUSE FRAGILITÉ
JUSQU'AU 1ER SEPTEMBRE, À TURIN, LES CLICHÉS DE LA PHOTOGRAPHE ET BIOLOGISTE MARINE CRISTINA
MITTERMEIER NOUS INVITENT À RÉFLÉCHIR SUR LA NÉCESSITÉ DE RETROUVER LE RESPECT DE LA PLANÈTE
Maestose balene, temibili squali e impenetrabili branchi di placide mante si muovono in oceani sconfinati. La magnificenza della natura nasconde però un’anima fragile. I paesaggi incontaminati, le culture aborigene e gli animali selvatici immortalati dalla fotografa e biologa marina messicana Cristina Goettsch Mittermeier sono realtà che rischiano di scomparire per sempre, minacciate ogni giorno da azioni sconsiderate e interventi umani invasivi.
Alle Gallerie d’Italia di Torino fino al 1° settembre, la mostra Cristina Mittermeier. La grande saggezza – curata da Lauren Johnston in collaborazione con National Geographic – è la testimonianza della bellezza del pianeta e allo stesso tempo un avvertimento su ciò che si rischia di perdere a causa dell’inadeguatezza delle politiche occidentali e dello scarso interesse nei confronti della tutela ambientale.
Le 90 immagini in mostra sono scattate da un’artista che da tempo si impegna nella sensibilizzazione sul tema. Mittermeier è infatti cofondatrice e presidente dell’associazione no profit SeaLegacy, nata nel 2014 dall’unio -
Provincia dello Yunnan, Cina /Province du Yunnan, Chine (2008)
ne di fotografi, registi e scrittori di fama internazionale impegnati nella difesa degli oceani. Scopo della mostra è promuovere la salvaguardia degli ecosistemi a rischio ed evidenziare come uomini e donne in ogni angolo del globo, con le loro diverse culture e tradizioni, siano strettamente connessi a ogni altro animale e a tutte le piante o rocce che dimorano sulla Terra. Dalle otarie delle isole Galapagos a una donna nella provincia cinese dello Yunnan, passando per le lastre di ghiaccio della penisola antartica e i giovani indigeni della valle del fiume Omo, in Etiopia, ogni elemento ha la stessa importanza e lo stesso valore.
Con un’attenzione specifica alle tradizioni antiche, l’esposizione di Torino invita anche a riflettere sulla grande saggezza che accomuna i rituali e i saperi arcaici, generalmente basati sulla protezione e il rispetto della natura.
Una sapienza a cui bisognerebbe sforzarsi di tornare. gallerieditalia.com
Des baleines majestueuses, des requins redoutables et des bancs impénétrables de raies manta placides parcourent les océans sans limites.
Cependant, la magnificence de la nature renferme une âme fragile. Les paysages préservés, les cultures autochtones et les animaux sauvages immortalisés par la photographe et biologiste marine mexicaine Cristina Goettsch Mittermeier sont des réalités qui risquent de disparaître à tout jamais, menacées chaque jour par des actions irréfléchies et des interventions humaines invasives. Aux Gallerie d’Italia de Turin, jusqu'au 1er septembre prochain, l'exposition Cristina Mittermeier. La grande saggezza – sous le commissariat de Lauren Johnston, en collaboration avec National Geographic – est un témoignage de la beauté de la planète et en même temps un avertissement de ce que nous risquons de perdre en raison des politiques occidentales inadéquates et du manque d'intérêt pour la protection de l'environnement.
Les 90 images exposées ont été réalisées par une artiste qui s'est engagée depuis longtemps à sensibiliser le public à cette question. En effet, Mittermeier est co-fondatrice
et présidente de l'ONG SeaLegacy, créée en 2014 par des photographes, cinéastes et écrivains de renommée internationale, engagés dans la défense des océans. L'exposition a pour but de promouvoir la préservation des écosystèmes menacés et de montrer comment les hommes et les femmes de toutes les régions du monde, avec leurs différentes cultures et traditions, sont étroitement liés avec tous les autres animaux et toutes les plantes et roches qui habitent sur Terre. Des lions de mer des îles Galápagos à une femme de la province chinoise du Yunnan, en passant par les couches de glace de la péninsule australe et les jeunes indigènes de la vallée de la rivière Omo en Éthiopie, chaque élément a la même importance et la même valeur.
En mettant l'accent sur les traditions anciennes, l'exposition de Turin nous invite également à réfléchir sur la grande sagesse des rituels et des connaissances archaïques, généralement fondés sur la protection et le respect de la nature. Une sagesse à laquelle il faudrait s'efforcer de revenir.
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POLICROMIE D’AUTORE
VOLTI FIERI, CORPI DIPINTI E DONNE IN ABITI TRADIZIONALI. IN MOSTRA A ROMA OLTRE 70 FOTOGRAFIE DI MARIO TESTINO SCATTATE IN 30 PAESI DIVERSI DAL PERÙ ALL’ESTREMO ORIENTE
di/par Francesca Ventre - fr.ventre@trenitalia.it
foto/photos © Mario Testino
POLYCHROMIES D’AUTEUR
DES VISAGES FIERS, DES CORPS PEINTS ET DES FEMMES EN COSTUME TRADITIONNEL. EXPOSITION À ROME DE PLUS DE 70 PHOTOGRAPHIES DE MARIO TESTINO PRISES DANS 30 PAYS DIFFÉRENTS, DU PÉROU À L'EXTRÊME-ORIENT
Riallacciare un filo lungo dieci anni. È questo il merito della mostra A Beautiful World, che riunisce a Palazzo Bonaparte decine di immagini scattate da Mario Testino. L’esposizione, aperta fino al 25 agosto, comprende gli scatti che il fotografo peruviano ha catturato in giro per il mondo, tra oltre 30 Paesi, dal 2017. Ma già dieci anni prima Testino aveva creato una relazione artistica con alcune popolazioni dalla salda identità culturale, ambientando nei loro luoghi d’origine i suoi servizi di moda. La fama internazionale del geniale fotografo, infatti, si è formata e accresciuta intorno all’universo del fashion. I suoi
scatti sono stati protagonisti su riviste come Vogue e Vanity Fair, diventando leggendari come i personaggi che ha ritratto, da Kate Moss a Madonna, da Naomi Campbell alla principessa Diana. Testino ha poi contribuito al successo di importanti case di moda, creando immagini per marchi come Gucci, Versace, Dolce & Gabbana. Poi ha deciso di immergersi nelle comunità del mondo, in luoghi solo lambiti dalla globalizzazione, e negli ultimi sette anni ha realizzato oltre 70 fotografie di grande formato esposte nella Capitale per la prima volta. Nelle sale della mostra si può osservare un’incredibile varietà di abiti e costumi indossa-
Remonter un fil vieux de dix ans. C'est le mérite de l'exposition A Beautiful World, qui réunit au Palazzo Bonaparte des dizaines d'images prises par Mario Testino. L'exposition, ouverte jusqu'au 25 août, comprend des clichés que le photographe péruvien a réalisés dans le monde entier, dans plus de 30 pays, depuis 2017. Mais déjà dix ans auparavant, Testino avait noué une relation artistique avec certaines populations à forte identité culturelle en réalisant ses shootings de mode dans leurs lieux d'origine.
La renommée internationale du brillant photographe s'est en effet formée et développée autour de l'univers de la mode. Ses clichés ont été publiés dans des magazines tels que Vogue et Vanity Fair, devenant aussi légendaires que les personnages qu'il a représentés, de Kate Moss à Madonna, en passant par Naomi Campbell et la princesse Lady Di. Testino a ensuite contribué au succès de grandes Maisons de couture, créant des images pour des marques telles que Gucci, Versace et Dolce & Gabbana.
Il a ensuite décidé de s'immerger dans les communautés du monde, dans des lieux que la mondialisation ne fait qu'effleurer, et a réalisé depuis sept ans plus de 70 photographies grand format exposées pour la première fois dans la capitale. Dans les salles d'exposition, on peut voir une incroyable variété de vêtements et de costumes fièrement portés par les populations locales qui continuent
à préserver leurs origines. Un groupe de guerriers kenyans autour d'une moto, couverts de tissus colorés et parés de bijoux voyants, est suivi d'une Péruvienne au regard fier, portant une robe claire et richement brodée. Dans l'objectif du photographe, des stries de couleurs vives se dessinent sur des corps humains parfaits, déroutant l'œil dans des superpositions multicolores. Entrer dans l'univers de Testino, c'est se perdre entre différents modes d'appartenance, entre individualité et conformisme, entre idées de soi et systèmes de croyance. « Au cours de mes voyages, je me suis rendu compte que lorsqu'un pays perd le lien entre son histoire et ses vêtements traditionnels, il perd quelque chose de vraiment précieux », explique M. Testino. Né au Pérou en 1954 dans une famille d'origine irlandaise et italienne, il s'est installé à Londres en 1976, d'où est née sa carrière exceptionnelle. Mais il a toujours gardé un lien profond avec son pays d'origine, à tel point qu'en 2014, il est devenu président du conseil d'administration du World Monuments Fund Peru, qui vise à préserver les sites d'importance culturelle et historique dans le pays. Son humanité l'a également conduit à nouer des partenariats avec des associations caritatives, dont Save the Children et CLIC Sargent, qui accordent toutes deux une attention particulière aux enfants. mostrepalazzobonaparte.it mariotestino mostrepalazzobonaparte
ti con orgoglio dalle popolazioni locali che continuano a preservare le loro origini. A un gruppo di guerrieri keniani, intorno a una motocicletta, ricoperti da tessuti variopinti e ornati da monili vistosi segue una donna peruviana dallo sguardo fiero che veste un abito chiaro ricamato fittamente. Nell’obiettivo del fotografo striature dai colori vivaci prendono forma su corpi umani perfetti, confondendo lo sguardo in sovrapposizioni variopinte. Entrare nel mondo di Testino è come perdersi tra diversi modi di appartenere, tra individualità e conformismo, idee del sé e sistemi di credenze.
«Nei miei viaggi mi sono reso conto che quando un Paese perde il legame tra la sua storia e il suo abito tradizionale, qualcosa di veramente prezioso è andato perduto»,
spiega Testino. Nato in Perù nel 1954 da una famiglia di origini irlandesi e italiane, nel 1976 si è trasferito a Londra, da dove è partita la sua carriera d’eccezione. Ma ha sempre mantenuto un profondo legame con il suo Paese d’origine, tanto che nel 2014 è diventato presidente del Consiglio di amministrazione del World Monuments Fund Peru, che punta a preservare siti di rilevanza storico-culturale del Paese.
La sua umanità, inoltre, lo ha portato a stringere alcune collaborazioni con realtà che hanno scopi benefici, tra cui Save the Children e CLIC Sargent, che rivolgono entrambe particolare attenzione ai bambini. mostrepalazzobonaparte.it mariotestino mostrepalazzobonaparte