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IL TUNNEL DEL DIALOGO
Ponti e tunnel sono simboli di unione, di relazioni e condivisioni. Bucano e rompono quei confini che da sempre sono motivo di dissidi e guerre. Avvicinano e non dividono. Non vogliamo farla facile, ma di ponti e tunnel, di Paesi e continenti più coesi ce n’è sempre più bisogno. Non vogliamo farla facile, perché insieme alle infrastrutture fisiche e materiali occorrono ponti culturali, accettazione dell’altro e comprensione della diversità come ricchezza, disinnescando, con il dialogo e il rispetto delle idee e della dignità altrui, ogni forma di intolleranza. Non vogliamo farla facile perché la storia non è stata, non è e non sarà mai un’inarrestabile e diretta marcia verso il “sol dell’avvenir”. Infatti, nei giorni in cui mandiamo alle stampe questo numero della Freccia Sans Frontières la cronaca racconta le rivolte e le violenze giovanili nelle banlieue e le ronde identitarie che vi si contrappongono, racconta di valori fondanti per la Francia, ma in assoluto per tutti noi, quale quelli della fratellanza e dell’uguaglianza, messi di nuovo in discussione. Non dobbiamo accettarlo, non possiamo permetterlo. Mentre l’Italia e l’Europa, in queste settimane, lanciano imponenti gare per portare a compimento un’opera colossale e dalla forte connotazione simbolica come il tunnel e la nuova linea Torino-Lione, noi siamo fieri di aver scelto, quale sottotitolo a questa rivista, il motto Sans Frontières, che è quello di chi viaggia per conoscere e capire, offrendo e ricevendo rispetto come fosse, ovunque, a casa sua. Chiudendo infine questa riflessione, vogliamo rendere anche noi omaggio all’architetto Mario Virano, direttore generale di Telt, la società italo-francese incaricata di costruire e gestire la sezione transfrontaliera della Torino-Lione, deceduto a fine giugno. Un uomo che alla realizzazione di quell’opera, scrive la stessa Telt, «ha dedicato la sua vita […] promuovendo il dialogo e il confronto all’interno e all’esterno della società». Dialogo e confronto, appunto.