Pro Recco Waterpolo 1913

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Anno I - n° 2

editoriale Brindiamo a un anno difficile e per questo più bello E tuffiamoci nel futuro con fiducia

Prima di tutto voglio fare gli auguri di Natale e di Capodanno a tutti quelli che vogliono bene alla Pro Recco. E – vi assicuro – sono tanti. Sono i collaboratori e i dipendenti di una società gloriosa e solida, i nostri giocatori e gli allenatori, i giovani e giovanissimi, le persone che ogni giorno stanno vicine alla società, quelli che operano nel sociale e che credono che lo sport sia prima di tutto un’occasione di miglioramento della nostra qualità della vita e ancor più di quella dei nostri figli. Il 2012 che si sta per chiudere è stato un anno già eccezionale dal punto di vista dei risultati agonistici. La Pro Recco, una squadra di grandi campioni in vasca e di veri uomini nella vita di tutti i giorni, ha vinto tantissimo. Spesso contro avversari che non erano solo quelli in calottina. Sappiamo anche che è stato un anno complesso, abbiamo vissuto con dolore il disimpegno della famiglia Volpi. E’ stata dura proseguire senza di loro. Ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo deciso di proseguire nel solco che Gabriele Volpi aveva tracciato quando decise di tornare nella “sua” Recco per regalarci un sogno. Abbiamo continuato a puntare sulla serietà, la consapevolezza dell’importanza di offrire ai giovani un futuro di sport, sul binomio indissolubile tra sport e sociale. Oggi posso dire che siamo riusciti nell’intento e questo è merito di tutti quanti hanno creduto in questo percorso. Tra qualche giorno, dopo i festeggiamenti per l’anno nuovo, entreremo nel 2013, che per Recco significa la celebrazione dei cent’anni di sport. Noi vogliamo celebrare con il massimo degli sforzi questa ricorrenza storica. Cercando di bissare i successi e continuando a dare grande peso alle giovanili, cui abbiamo dedicato un originale albero di Natale che vi invito a vedere sfogliando il nostro giornalino. Abbiamo anche un sogno: quello di vedere iniziare i lavori per la rinascita della piscina. Oggi sono più ottimista che ciò possa accadere. La Pro Recco è pronta a fare la sua parte, che come è tradizione è sempre quella più rilevante. Spero che anche gli altri attori della vicenda siano altrettanto disponibili. Noi vogliamo festeggiare il prossimo Natale, quello 2013, nella nostra casa… cioè a Punta Sant’Anna. Auguri a tutti Angiolino Barreca, amministratore delegato

Un secolo di sport e di successi per la Pro Recco Tra una settimana inizia l’anno del centenario. I ricordi, la Recco antica, un futuro glorioso e qualche curiosità: quando la pallanuoto era il gioco dei bagni penali.

Era un giorno indefinito di un mese altret- nuoto, che un giornalista specializzato con cotanto indefinito del 1913 quando nasceva a noscenze internazionali, fa derivare dalla praRecco la locale Società Polisportiva. La me- tica di un gioco con la palla nelle basse acque moria ci è stata tramandata precisa e puntua- che contornavano i bagni penali delle tante le, almeno per l’anno, dai ricordi di Giuseppe colonie inglesi dov’erano rinchiusi i delinquenDe Barbieri, mitico medico recchese fino agli ti più pericolosi. Quei poveri diavoli giocavano anni del dopoguerra, quando i più anziani di con le catene che ne limitavano i movimenti noi lo ricordano andare a fare le visite in casa tanto ai piedi che alle mani. Soprattutto non dei pazienti a cavalcioni di una motovespa potevano nuotare ed allontanarsi dalla vista sulla quale prendeva posto, sul sellino poste- dei guardiani. riore, la moglie quando si spostava dalla sua In Europa la prima pallanuoto si giocava in residenza di Mulinetti verso il centro di Recco mare, esclusivamente nei mesi estivi. A Recco il campo da gioco veniva steso nello specper andare a fare la spesa. Quel medico è stato un grande sportivo. Negli chio d’acqua davanti alla spiaggia principale e anni giovanili aveva praticato la ginnastica e la davanti agli stabilimenti balneari con l’arbitro corsa, e d’estate, come ogni bravo recchelino sistemato su un gozzo prestato per la circoanche il nuoto. Era stato fervente propugna- stanza. Sotto la guida del Pio Ansaldo prese vita la prima squatore e poi testimone dra di pallanuoto personale della nache aveva tra i scita della Polisporsuoi assi i genovetiva Pro Recco in si Piero e Angelo quel 1913 quando Silva e Giulio Nosotto un unico coorseda cui si affiandinamento vennero carono da subito riunite le società i dei recchelini encui associati pratitusiasti della novicavano sport semtà costituita da un plici quali la ginnagioco del pallone stica nella palestra praticato in acqua, della scuola di paragazzi di Camogli lazzo Massone, e di altri paesi del raso al suolo nel La Pro Recco del 1959, l’anno del primo scudetto litorale i quali fudopoguerra. Allora la corsa dei 100 e 200, 400, 800 e 1500 metri rono una sorta di missionari della pallanuoto piani si faceva lungo via Roma, la marcia nelle fino alle due estremità della Liguria. Anche strade del centro, il nuoto e la vela nei mesi quello sport, tipico dei centri che si affacciano estivi. Primo presidente della Polisportiva fu sul mare, riprese vigore nel dopoguerra con il notaio Marana, tragicamente scomparso sul una squadra di giovani “allievi” che iniziando finire del secondo conflitto mondiale. La Po- dalle divisioni minori sono saliti alla massima lisportiva Pro Recco ebbe la sua prima sede serie, guadagnando una messe di allori senza nel palazzo del Banco di Chiavari lungo la via uguali per i colori della Pro Recco e portando Aurelia, dove, sopra il bar dei fratelli Cavassa, sull’Olimpo dello sport campioni quali Eraldo alcuni locali divennero negli anni 1960 la sede Pizzo, Marietto Cevasco, Franco Lavoratori, Lino Maraschi, Eugenio Merello e tanti altri della Pro Recco Nuoto. Negli anni 1920 prese vita la Pro Recco Nuoto che nel corso di un lungo periodo hanno afil cui atleta Nuna Kratochwila, figlio di un uffi- fiancato i campioni locali per rafforzarne la ciale dello zar fuggito dalla Russia, vinse nel squadra. Da allora finisce la storia e inizia la 1924 la famosa Coppa Scarioni. Negli stessi leggenda… Sandro Pellegrini anni si iniziò a giocare anche da noi la palla-


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«Recco? E’ la mia scelta di vita. Ma ora dateci la piscina»

Intervista a Riccardo Tempestini, il direttore generale di una Pro Recco che resta favorita anche in quest’anno di crisi Ragionatore, tranquillo ma pronto a farsi sentire quando serve, toscanaccio atipico, ma innamorato della sua Firenze come di Recco. Campione in piscina per trent’anni, ma capace di calarsi nei panni dell’allenatore manager. Pronto a rischiare quando crede in quello che fa, come è avvenuto l’estate scorsa dopo il disimpegno della famiglia Volpi. Riccardo Tempestini, 51 anni compiti lo scorso 9 ottobre, rappresenta perfettamente la nuova anima della Pro Recco: una squadra che non è più “marziana” come è avvenuto negli ultimi anni; ma che resta la favorita: «Soprattutto dopo la vittoria con il Savona, che considero una sorta di spartiacque per la nostra stagione» - dice durante una lunga intervista a “cuore aperto”, in cui traspare una sorta di identificazione dello stile Pro Recco con il suo direttore generale. «Sappiamo di essere forti; ma senza appartenere a un altro pianeta dal punto di vista pallanuotistico – dice – restiamo i favoriti, ma ce la dobbiamo giocare fino all’ultimo secondo di ogni incontro. Il fatto di essere meno marziani, ha fatto bene a tutti. Anche a noi che siamo diventati più simpatici, rispetto ai tempi in cui venivamo visto come un’anomalia, perché praticamente imbattibili». Come dire che il disimpegno della famiglia Volpi e la successiva inevitabile “spending review” alla fine sono stati quasi positivi: «Questo non si-

gnifica che anch’io abbia vissuto come tutti un momento non facile quando se n’è andato Volpi. Abbiamo temuto di trovarci improvvisamente deboli. Invece i fatti hanno dimostrato che le cose stanno diversamente e con l’amministratore delegato, Angiolino Barreca, ci capiamo al volo». Per Tempestini decidere di continuare la sua avventura a Recco, con il ruolo di direttore generale, è stata una scelta di vita: «Sì, è vero. Amo questo sport e di conseguenza amo Recco e la Pro Recco. Qui la vita è a misura d’uomo, sento il legame con le persone, senza avere stress. Riesco a lavorare molto bene e capisco che questa è una società che ha voglia di futuro». Il rifermento è ai giovani: «In questo momento di crisi globale, che coinvolge l’intera società italiana e l’occidente, è sui giovani che bisogna investire. Noi nel nostro piccolo lo stiamo facendo. Non è facile, ma dà grandi soddisfazioni». Con un unico cruccio, che rischia di diventare un refrain: «Sì, lo sappiamo tutti che il problema da risolvere è quello della piscina. Vogliamo avere una vasca a Recco. Perché così non si può andare avanti». E sul punto, Riccardo Tempestini tira fuori una metafora perfetta: «A Recco si respira l’aria della pallanuoto da sempre e restare senza piscina è come non avere più l’ossigeno. Il ritorno a Punta Sant’Anna è un obiettivo primario e la politica deve fare la sua parte».

Un invito a fare presto, nella consapevolezza che Recco sta per celebrare una data importante, come i cent’anni di sport e di pallanuoto. Tornando al suo ruolo di allenatore, Tempestini si definisce un “democratico”: «Non sono un allenatore despota, non alzo quasi mai la voce e sono sempre pronto a discutere le scelte con i miei giocatori. Ovviamente, come è giusto che sia, le scelte alla fine le faccio io, perché mia è la responsabilità. Ma nella mia carriera di allenatore, così come quando giocavo, non ho mai alzato il tono. Non fa parte del mio carattere». Poi, rispetto all’attuale compagine: «I miei ragazzi sono tutti in gamba. Ma, al di là dei risultati, sono contento dello spessore umano. Sono tutte persone serie, che amano lo sport. Anche per questo guardo con ottimismo al futuro». Tanto da poter sognare un nuovo tricolore? «Io non mi nascondo di certo. Credo che restiamo favoriti, dovendocela giocare con tre o quattro squadre».

Un palmares da campione Da giocatore, Riccardo Tempestini, è stato campione d’Italia nel 1980. In nazionale è arrivato a 220 presenze. Partecipando a 3 Campionati Europei, 3 Coppe del Mondo Fina cup (a Berlino nell’89 con medaglia d’argento), 2 Campionati mondiali (a Madrid nell’86 medaglia d’argento), 1 Olimpiade (a Seoul ‘88). Da allenatore, dal ‘94 al 2005 alla Rari Nantes Florentia con una vittoria in Coppa delle Coppe, 2 finali scudetto. Dal 2005 al 2008, 3 stagioni alla Leonessa Brescia con una vittoria in Coppa Len nel 2006. Dal 2009 al 2011 consigliere della Rari Nantes Florentia. Nel 2001 a Pechino ha allenato la squadra universitaria (medaglia d’oro). Con la GMG Pro Recco ha vinto la stagione passata la Women Champions Cup, la Supercoppa Europea e il Campionato Italiano.


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Ecco l’ambulatorio “della Pro Recco” La definizione è del presidente regionale Claudio Burlando, che ha inaugurato il nuovo ospedale e l’ambulatorio di medicina sportiva «Questo è l’ambulatorio della Pro Recco? Sì deve essere proprio lui» - sono le parole di Claudio Burlando, il presidente della Regione che qualche giorno fa ha inaugurato la nuova piastra ambulatoriale del levante, che ha trovato posto nell’ex ospedale Sant’Antonio, rispondendo alle esigenze di una popolazione che va dal golfo Paradiso al levante di Genova. Uno dei gioiellini, quello più nuovo, è appunto il centro di medicina dello sport. “L’ambulatorio della Pro Recco” – come l’ha definito Burlando e come da sempre lo chiamano in città. Posto al piano terreno dell’edificio, sarà a disposizione di tutti coloro che fanno sport, ma anche di chi ha bisogno di far riabilitazione, degli anziani che devono fare controlli sotto sforzo. Insomma, qualcosa che non c’era e che oggi c’è, grazie appunto alla Pro Recco. «Quando funziona la collaborazione tra pubblico e privato, allora si ottengono i risultati» - prosegue il presidente della Regione, aggiungendo un commento particolarmente gradito: «Adesso che noi abbiamo riaperto il Sant’Antonio, spero che il Comune riesca a riaprire la piscina di Punta Sant’Anna»; quasi una melodia per le orecchie degli sportivi e dell’amministratore delegato della società, Angiolino Barreca, anche lui presente all’inaugurazione. «E’ una giornata importante per la città e per il golfo Paradiso. Ed è anche una conferma della serietà del nostro progetto per lo sport. Non solo successi in piscina e nei campionati, ma anche e soprattutto attività sociali e per i giovani». Proprio i giovani fino ai 18 anni

(e le loro famiglie) avranno il vantaggio non irrilevante di fare le visite sportive in loco e senza pagare. A gestire il nuovo centro di medicina dello sport, è Alfredo Del Pino, medico specialista e responsabile per la Asl 3 del nuovo servizio. Del Pino ha spiegato l’importanza e il ruolo comprensoriale che avrà il centro: «Noi ci rivogliamo soprattutto ai giovani, perché il compito della medicina sportiva è seguire l’atleta passo dopo passo, dall’infanzia all’età adulta – dice – il servizio servirà a tutto il comprensorio e anche a chi vive nel territorio della Asl 4, a levante di Recco. Io sono doppiamente soddisfatto perché vivo a Testana di Avegno, anzi in zona Arbora, e ho uno studio a Rapallo. Insomma è un ritorno a casa». Il centro di Medicina dello Sport di Recco sarà, naturalmente, inserito nell’ambito della nuova piastra ambulatoriale che si sta per inaugurare in città. Non è riservato solo agli sportivi. Vi lavoreranno esperti di riabilitazione, medici dello sport, cardiologi, laureati in scienze motorie, che opereranno con moderne apparecchiature biomediche lavoreranno nel nuovo polo, che sarà dotato di una palestra attrezzata nella quale si pratica attività motoria personalizzata, quale mezzo preventivo e terapeutico da inserire nello “stile di vita” a ogni età. Sarà importante anche il servizio dietologico. Come detto, il polo lavorerà in stretto contatto con la Pro Recco, impegnata nel rilancio delle giovanili: «La città di Recco ha dato tanto alla pallanuoto e la Pro Recco vuole ricambiare. Confermo la volontà di proseguire l’impegno sociale della Pro Recco a favore dei giovanissimi. Adesso pensiamo alla costituzione di un centro per la corretta alimentazione e per il giusto impiego dell’attività motoria».

Andrea Fondelli è campione del mondo A proposito di giovani in gamba, qualche giorno fa l’Italia di capitan Andrea Fondelli, giovane di spicco della Ferla Pro Recco è diventata campione del Mondo della categoria under 18 per nati ‘94 e successivi. La squadra di mister Amedeo Pomilio ha battuto questa mattina alle 10 (ore 17 a Perth in Australia) i pari età dell’ Ungheria per 10 a 8 dopo aver battuto la Croazia in semifinale che poi ha perso anche la finalina del terzo posto dalla Serbia per 8 a 7. Oltre ad Andrea Fondelli della Pro Recco, capitano della squadra, completano la compagine che ha conquistato la prima edizione di questo torneo: Alesiani (Savona) Busilacchi (Como) Foti, Bruni,Viola e Cupido (Camogli) Esposito e Velotto (Canottieri Napoli) Dolce ( Salerno) Foglio e Cuccovillo (Posillipo). L’anno si chiude benissimo per i colori azzurri dopo l’argento olimpico e l’oro continentale under 19 dei ragazzi di Nando Pesci a Canet en Roussillon. E ancora una volta la Pro Recco ha lasciato un segno molto biancoceleste sullo sfondo azzurro della nazionale.


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BUONE

La social foundation

Recco e la Sport Fundation sono stati protagonisti al “World forum for child welfare”, che per l’edizione 2012 si è svolto a Napoli. L’ex patron della Pro Recco è stato tra gli ospiti dell’appuntamento perché – come si legge nel comunicato - ha voluto che tra le sue aziende operanti esclusivamente all’estero nascesse la Social Sport Foundation, attraverso la quale sono state sviluppate attività per favorire la pratica sportiva di molti giovani, in Nigeria, in Croazia e in Italia. Una bella soddisfazione! All’evento, hanno preso parte inviati da tutto il mondo, esperti e governanti di diverse nazionalità, che pongono al centro della loro missione il benessere delle giovani generazioni. Presente l’amministratore delegato Angiolino Barreca, in qualità di membro del Comitato scientifico per l’educazione. Nel corso dell’evento si è discusso dello stato dell’infanzia nelle varie regioni del mondo e si sono elencati gli errori del passato che sono alla base delle odierne problematiche. Ad esempio è stato detto che di fronte alla

crisi economica-occupazionale odierna, non può cambiare l’adulto già ottimamente inserito nel mondo scientifico e produttivo, altrimenti verrebbe a destabilizzarsi anche la fascia di età degli anziani, lasciando passivi e cristallizzati i giovani. Un altro tema interessante è stato quello riguardante l’analisi delle utopie e dello scontro con le nuove realtà. E’ stato detto che la grande utopia del secolo scorso è stata espressa dicendo che “lo studio per tutti avrebbe comportato automaticamente il benessere per tutti”, ma poi è venuta questa crisi e si è notato che generalmente “le persone benestanti” hanno avuto “la realtà favorevole dalla loro parte”, nel raggiungimento delle alte professionalità e, ad esempio, nelle carriere universitarie. Il Forum ha comunque toccato tutte le corde del cuore umano, riguardo alle problematiche dello sviluppo infantile, visto in funzione della civiltà del benessere e della cooperazione mondiale, con gli interventi sulla necessità del mentoring, affinché ogni bambino ed ogni uomo possa avere nella vita un mentore, una guida fidata, un consigliere, cui rivolgersi. E a proposito di impegno a favore dei bambini, anche quest’anno la Pro Recco ha fatto visita ai piccolo degenti dell’ospedale pediatrico Gaslini. è accaduto martedì 18 dicembre e come sempre l’abbraccio tra i campioni e i bimbi che si trovano nei reparti è stato sincero e ha ottenuto l’obiettivo primario: strappare qualche sorriso, trasmettere gioia e voglia di guardare con spiù serenità al futureo. A pensarci bene, è stato come vincere uno scudetto: quello del cuore.


FESTE

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Il sindaco che vuole la piscina

è Simone Albarello Idee chiare, sorriso vispo, grande simpatia. Se i giovani di Recco sono come Simone Albarello, classe terza D delle scuole secondarie (le ex medie), da qualche settimana eletto sindaco dei ragazzi, la città può guardare con fiducia al futuro. Simone è stato eletto con 6 voti dal Consiglio comunale dei ragazzi, formato da molte classi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Succede a Davide Lombardo Manerba. «Spero di cambiare al meglio questa città e la scuola - ha detto Simone al termine della cerimonia di investitura – Recco è una città bella da viverci, ma per i giovani bisogna fare di più». Già durante il consiglio comunale baby, i ragazzi hanno fatto capire di evere idee chiare e legittime pretese: hanno chiesto una sala cinema (anche piccola), una palestra per ragazzi e anziani, un centro di aggregazione (il tutto magari nell’ex area Iml), più pulizia delle spiagge, delle strade, del

fiume, dei tombini, dei bagni pubblici e dell’area giochi in passeggiata. Ma soprattutto (indovinate un po’?) «Vogliamo che riapra la piscina – hanno detto in coro i giovanissimi e lo

stesso Albarello – così non può andare. Quello spazio serve a noi ragazzi che così abbiamo un posto dove fare sport o passare il tempo libero». Albarello, come prima visita ufficiale, con tanto di fascia tricolore, ha partecipato all’inaugurazione del nuovo polo sanitario. Anche qui, dopo Aver visitato il nuovo reparto e il nuovo centro di medicina dello sport, ha ribadito lo stesso concetto: «Sì, la piscina va riaperta. Noi giovanissimi ci chiediamo perché si continua a rinviare. Ma è nostro diritto chiedere con forza che si superi questa situazione assurda». Tornando al programma di governo dei consiglieri baby, hanno anche ribadito l’invito a sistemare i marciapiedi e a creare rampe per i disabili, a pensare ad una pista ciclabile, ad eliminare i posteggi sulla passeggiata a mare che creano disagio a chi va a giocarci, a ristrutturare il campetto da basket in piazzale Olimpia, ad organizzare manifestazioni per raccogliere fondi a favore dell’Unicef, a riaprire l’ospedale. Sul fronte scuola si chiede maggior pulizia della palestra e l’aggiunta di attrezzi, la sostituzione di banchi e sedie, una biblioteca più fornita, la riparazione di alcuni infissi, un’aula multimediale, lavagne pentagrammate per le lezioni di musica, un maggior utilizzo del giardino e bidoncini in ogni classe per la raccolta differenziata di rifiuti.


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a recco non servono tapulli ma un vero impianto

Intervista ad Augusto Marchesi, presidente della Polisportiva e medico. Una rinascita per i cent’anni dello sport Medico che ha dato un forte impulso al salvataggio della sanità pubblica, presidente della Polisportiva di Recco, che riunisce quasi tutte le principali società sportive della città. Ma soprattutto attento osservatore di quanto avviene sul territorio: «Perché fondamentalmente amo Recco, che è la mia città». Eccolo Augusto Marchesi, scelto come guida del “parlamentino” dello sport per la sua saggezza e il suo impegno. Sarà inevitabilmente uno dei protagonisti del 2013, anno del centenario dello sport a Recco. Intanto conosce i problemi dell’impiantistica sportiva a mena dito e sa bene che senza soldi non è mai facile mantenere un elevato standard qualitativo degli impianti. Il caso

della piscina di Punta Sant’Anna è, naturalmente, al centro delle sue attenzioni: «Non voglio entrare nel merito della trattativa in corso tra Pro Recco e Comune, ma posso però dire una cosa che in città pensano tutti: l’impianto va aperto. Io posso aggiungere che non va però aperto andando avanti a soluzioni sbagliate, a tappulli, come si è fatto in questi anni. La vasca della squadra più forte d’Italia deve essere degna della storia della Pro Recco. Punto e basta». Anche perché, andando avanti di questo passo, l’unica soluzione per la vasca che ha fatto la storia della città è il suo abbandono: «E noi non possiamo permettercelo. Sarebbe un suicidio» - aggiunge Marchesi. Rispetto al mondo

dello sport cittadino, ha le idee chiare e la consapevolezza delle difficoltà: «Serve una palestra da duecento o trecento posti che risolverebbero problemi di molte società come ginnastica e arti marziali. Ci sono alcuni finanziamenti regionali cui attingere e con il nuovo assessore comunale, Senarega, ci stiamo già muovendo. Quando c’è la volontà le cose si fanno – aggiunge –guardate il caso del centro di medicina sportiva: siamo riusciti a “rubare” l’ambulatorio a via Bainsizza e abbiamo un medico in gamba come Del Pino».

Quelli che la piscina ce l’hanno Mantenere una piscina non è facile. Ma almeno loro ce l’hanno. Si parla di Luca Pastorino e Luigino Castagnola, rispettivamente sindaci di Bogliasco e Sori. Anche loro, l’estate scorsa, hanno risposto positivamente all’appello di unire le forze per l’impiantistica comprensoriale. Oggi fanno gli auguri a Recco e alla Pro Recco di poter presto superare l’impasse che dura da troppo tempo. E parlano della loro esperienza e della fatica a fare andare gli impianti, come non nasconde lo stesso sindaco Luca Pastorino: «Le piscine costano molto e i Comuni hanno sempre meno risorse. Sono d’accordo anche io sulla necessità di avere un partner come la Regione e nel ragionare per una gestione comune e unitaria sul fronte dei costi». Parole che fanno eco a quelle di Luigi Castagnola, sindaco di Sori che da campione olimpico di pallanuoto (Montreal) e vincitori di scudetti (con la Pro Recco) sa bene che senza una strategia unitaria i rischi sono quelli di fare la fine del Nervi, che ha chiuso la piscina per mancanza di soldi: «Si deve ragionare senza campanilismi e con la consapevolezza che in gioco c’è uno sport tanto importante per la Liguria come la pallanuoto». Tra l’altro il recente addio del tycoon della Pro Recco, Gabriele Volpi, ha suscitato più di una preoccupazione. «L’obiettivo della Pro Recco a livello impiantistico è quello di permettere alla squadra di giocare a Recco, nella nostra città – continua a ripetere Angiolino Barreca, amministratore delegato della squadra – credo che sia un obiettivo legittimo e perseguibile. Ma è chiaro che di fronte alle difficoltà che devono affrontare le società, con i costi aumentati e la crisi

della finanza pubblica locale, occorre ragionare per comparti e lavorare insieme». Poi rispetto al futuro: «Dobbiamo sempre tenere a mente che le piscine hanno una finalità sociale ed educativa, prima ancora che agonistica. Per questo vanno salvate a tutti i costi».

Luigino Castagnola

Luca Pastorino

Il curioso e inquietante caso della vasca a mare di Sori Dopo anni di chiusura e di inattività, a Sori hanno deciso di trasformare la piscina a mare in un campo di calcio. Un fatto curioso e unico, che ha fatto suonare più di un campanello d’allarme anche a Recco, dove la piscina di Punta Sant’Anna si trova nella stessa situazione: chiusa, sul mare, inutilizzata. La differenza tra le due realtà, è che Sori ha costruito un nuovo impianto e lo ha inaugurato nel 2008. Mentre a Recco di vasche disponibili non ce ne sono e le squadre devono giocare e allenarsi altrove (indovinate un po’? Proprio a Sori). Tornando al caso della vasca diventata campetto, il colpo d’occhio è davvero curioso. «Da quando a Sori funziona il nuovo palazzetto dello sport coperto, la piscina a mare veniva svuotata durante i mesi invernali e restava desolatamente vuota e inutilizzata. Solamente verso giugno, in prossimità della stagione estiva, tornava a riempirsi d’acqua e di bagnanti. Un vero e proprio

spreco, cui abbiamo voluto porre fine» - racconta Marco Sanna, uno dei gestori. Con una buona dose di fantasia e un altrettanto notevole spirito di iniziativa, si è pensato di mantenere in esercizio l’impianto anche in inverno e adibirlo a campo da calcetto. Presentato il progetto, il Comune ha deciso di farsi promotore dell’iniziativa a seguito della proposta di concederne l’uso gratuito alle scuole di Sori per le attività in orario scolastico, proposta accolta dalla direzione didattica. Rimossa la pedana estiva, che sarà rimontata a maggio, è stato posato il manto sintetico sul fondo di cemento armato. I primi incontri a cinque sono già stati effettuati e a quanto pare il terreno di gioco è perfetto. Un notevole vantaggio offrono le pareti, che rendono praticamente impossibile al pallone di finire fuori campo. A Recco sperano che il caso in questione resti una pura curiosità e non diventi, invece, un obiettivo da imitare…


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Nicolò Scialfa: «Recco deve riavere la sua piscina»

Intervista al nuovo assessore regionale allo Sport: «La pallanuoto è il fiore all’occhiello dello sport ligure» «Non esistono sport minori, ma solo discipline e società che danno tanto alla nostra Regione. Non esistono risorse che non si possono trovare, se si vogliono coinvolgere imprenditori come Gabriele Volpi o Riccardo Garrone, pronti a investire. E soprattutto non devono più esistere impianti chiusi come la storica piscina di Recco o quella di Nervi». Così dice Nicolò Scialfa, vice presidente della Regione e assessore regionale allo sport, che accetta volentieri di parlare di obiettivi da raggiungere. Lo fa con una notevole dose di ottimismo, che – dice lui - «Fa parte del mio carattere, ma in questo caso è strettamente legato alla realtà». E, restando con i piedi per terra, Scialfa dice che «Per l’impiantistica sportiva sono a bilancio due milioni di euro su otto disponibili, che non è roba da poco in questo periodo. Ma, al di là delle possibilità di investimento diretto da parte della Regione, c’è tutto un percorso di idee e progetti che possono fare da volano». Certo i problemi non mancano, neppure a levante: «Ma lo sport ha la fortuna di chiedere poco e di dare molto – aggiunge Scialfa – dobbiamo usare bene le risorse ed evitare doppioni. Penso, ad esempio, che sia assurdo lasciare sotto utilizzate tante palestre scolastiche. Io sono stato preside (al famoso liceo classico Doria di Genova, ndr) e posso capire che a volte ci sia un po’ di distacco tra il mondo della scuola e quello dello sport. Ma oggi è un errore. Vorrei vedere le palestre scolastiche aperte fino a mezzanotte, con programmi e offerte che possono fare entrare soldi utili alle casse degli istituti scolastico, rispondendo allo stesso tempo alle richieste del mercato». C’è poi il caso delle piscine chiuse (Nervi e in particolare Recco) e di quelle in difficoltà gestionale (quasi tutte): «Voglio dire subito

che la Pro Recco deve tornare a giocare a Recco e io mi impegnerò al riguardo. Incontrerò presto i dirigenti della società». Poi, rispetto all’ex patron recchese, Gabriele Volpi: «E’ uno di quegli imprenditori illuminati con i quali è giusto parlare, cercare di agevolare nella loro opera, quando si muovono con finalità sociali». Il riferimento è a quanto ha fatto per la Spezia (costruzione del nuovo centro sportivo Ferdeghini) e a quanto

avrebbe potuto fare per Recco: «Parliamoci chiaro, quando si hanno a disposizione personaggi come Volpi, pronto a investire nel mondo dello sport, o come Riccardo Garrone, per quanto riguarda lo stadio alla Fiera di Genova, non vanno lasciati andare via – dice ancora il vice presidente regionale – bisogna coinvolgere questi imprenditori perché oggi il pubblico senza l’aiuto del privato non va da nessuna parte». Poi, rispetto alle città dello sport del levante: «Complimenti a Rapallo, che ha ben operato e che la Regione ha sostenuto» – dice ancora Scialfa, presente a Bruxelles al momento in cui la città è stata insignita del titolo di Città Europea dello Sport per il 2014. «Ma in tutto il Tigullio e nel golfo Paradiso esistono grandi e piccole società che fanno un lavoro eccezionale: a loro dico che sono disponibile sempre – aggiunge – il problema è sostenere le amministrazioni, le società sportive e offrire ai giovani vere alternative».

franco Senarega: voglio Recco capitale dello Sport Nel tourbillon politico d’autunno, che ha visto cambiare deleghe a quattro assessori nella giunta recchese, dal cilindro della politica è spuntato il nome di Franco Senarega per lo sport. Leghista, già impegnato nell’ambiente e attualmente responsabile anche della delega al turismo e lo spettacolo, il neo assessore ha preso con entusiasmo il nuovo incarico. Consapevole che sport a Recco è una parola di peso. Anche se la città si è fatta soffiare il titolo di città più sportiva da Rapallo. Senarega sa anche che in città c’è una grande squadra che vince gli scudetti e una piscina chiusa: «E’ un problema importante, che conosco bene e che dobbiamo risolvere, anche se non sarà facile». La

Pro Recco, da parte sua, ha presentato un progetto e avrebbe voglia di iniziare i lavori anche domani: «Dobbiamo verificare se sia il caso di fare un bando pubblico di project financing. Personalmente vorrei che si risolvesse la questione trattando direttamente con la Pro Recco». Tra il dire e il fare, però… «Questa volta di mezzo ci sono gli avvocati che si devono mettere d’accordo. E c’è lo Stato che deve dare il via libera, visto che la piscina è demaniale». Certo che avere una squadra di serie A che vince gli scudetti e gioca in un altro paese è il colmo: «Sì, è il colmo e come assessore mi impegno a superare questo paradosso». Speriamo che alle parole seguano i fatti.


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NONNA ANDREINA, A 83 ANNI BATTE IL CUORE PRO RECCO” vinto e io ero felice». Da allora, nonna Andreina non si è persa una partita. E neppure si perderà quelle del 2013.

Ecco nonna Figari con Angiolino Barreca

Claudia e Ingrid due tifose biancocelesti

il tifoso GIANNI CARBONE Se “scià” Figari è la nonna della Pro recco, Gianni Carbone, patron della Manuelina, già sindaco di recco e presidente della Pro Recco, non si offenderà se lo definiamo il nonno. Anche lui sempre in tribuna e sempre pronto ad accendersi quando c’è da festeggiare (vedi foto). Carbone ricorda volentieri di aver tentato di giocare: «Il fisico c’era e il galleggiamento era una dote. Ma il mio problema è che non ero bravo nel tirare. Mi mancava la mano –

Gianni Carbone, dopo la vittoria a Savona

ricorda – così mi sono accontentato di fare qualche partitella da giovane. Tifoso, però, lo sono sempre stato. E alla grande». Carbone, che si può tranquillamente definire l’inventore della focaccia col formaggio e uno dei grandi big della ristorazione ligure e nazionale, ha rivestito nella società praticamente tutti i ruoli dirigenziali. Fino a diventare presidente in un momento critico per la società, quando insieme a qualche altro volenteroso ha permesso alla squadra di tirare avanti e superare i problemi. «Ho sempre amato questi colori e da recchelino convinto sono consapevole che il legame con la pallanuoto è qualcosa di insuperabile. Per questo sono dispiaciuto anche io che non si possa aprire la piscina. Spero molto nei prossimi tempi». Di sicuro quando si vogliono vedere tutti i giocatori insieme, con i dirigenti e spesso le giovanili, non c’è che da andare direttamente al ristorante Manuelina: è quio che si svolgono cene, feste, momenti conviviali e premiazioni. In attesa che si aprano le porte di Punta Sant’Anna, la casa recchelina della squadra resta lo storico ristorante centenario di via Roma.

Anno I - n° 2 - dicembre 2012 - Direttore responsabile: Edoardo Meoli - Stampa: Tipografia ME.CA, Recco - Editore: Pro Recco Waterpolo 1913 - In attesa di registrazione

Recco. Toglieteci tutto, ma lasciateci nonna Andreina. Perché una partita della Pro Recco senza di lei è come un film senza il finale o una focaccia col formaggio senza crescenza tanto per rimanere alle metafore reccheline. Nonna Andreina è la signora Figari, 83 anni, che da quando di anni ne aveva una dozzina segue ogni incontro della squadra. In città e soprattutto sugli spalti la conoscono come la supertifosa. Ma anche i supporter delle altre squadre la conoscono bene. Perché nonna Andreina ha un “vizietto” che la rende unica e che confessa senza remore: «Io gli incontri della Pro Recco li vedo sempre sedendomi tra le gradinate dei nostri avversari – racconta – lo so che li faccio arrabbiare e che rischio qualche insulto. Ma è più forte di me. Il voglio sostenere la squadra giocando in casa del “nemico”. E devo dire che questa cosa mi diverte moltissimo». Figli, nipoti, nuore, gli altri tifosi: tutti hanno cercato di convincerla a cambiare strategia, ma non c’è stato nulla da fare: «Sono birichina? E’ vero. Ma alla mia età mi sarà pur concesso qualche vizio? E poi cosa vuole che succeda a una nonnetta come me». Il ruolo di portafortuna e di spina nel fianco degli avversari le piace moltissimo: «Infatti non mi perdo una partita. Quelli del Savona, poi, si arrabbiano moltissimo e qualche parolaccia me lo sono beccata. Ma le sembra possibile? Insultare una signora come me? Ai miei tempi queste cose non succedevano». Come quando, una cinquantina abbandonante di anni fa era finita nell’Arno: «Ah che storia! Giocavamo contro il Firenze e a quei tempi le partite si facevano nel fiume, come da noi si facevano in mare. A un certo punto sono scivolata e finita in Arno. E’ stato uno spesso, anche se l’acqua era un bel po’ fredda. Ricordo che mi aveva tirato su Giancarlo Demarchi (storico avvocato recchese scomparso qualche anno fa, ndr). Avevo in tasca tutte un po’ di banconote delle vecchie lire e dopo il bagno imprevisto non ho potuto fare altro che buttarle via. Ma avevamo


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