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Ricordo di un grande: Ennio Morricone

In ricordo di un “Grande” di Katia Cont

Ennio Morricone Musica, disciplina e ...amore.

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“A mia moglie Maria il più doloroso addio”

Compositore, musicista, direttore d’orchestra e arrangiatore, ha regalato al mondo più di 500 colonne sonore per il cinema, da Per qualche dollaro in più a Mission. Cinque nomination e due premi Oscar: il primo alla Carriera, nel 2007 e l’altro nel 2016 per la partitura del film The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Una stella, la numero 2574, sulla Walk of Fame di Hollywood. Era difficile non considerarlo un genio, ma Ennio Morricone teorizzava che tutto quello che aveva realizzato nasceva unicamente dall’abnegazione e dal lavoro: “l’ispirazione non esiste” ripeteva, “c’è solo il lavoro quotidiano, sodo e preciso.” Un uomo riservato, a volte sfuggente e durissimo, quasi spietato. Non è mai stato una persona conciliante, severo e critico nei confronti di tutto quello che lo allontanava dalla sua idea di perfezione. Un uomo incredibilmente prolifico che è stato in grado di musicare anche 10 film l’anno per 20 anni di seguito, una macchina melodica che non ha mai avuto battute d’arresto. Ma non solo film, ha anche realizzato circa un centinaio di brani di musica classica e musica commerciale eseguendo gli arrangiamenti di capolavori come Sapore di sale di Gino Paoli e Se telefonando. Il grande compositore, appena scomparso all’età di 91 anni è stato un infaticabile lavoratore rivoluzionario e sperimentatore. Nelle sue colonne sonore si affacciarono per la prima volta nella storia della musica i “rumori”, le sue armonie iniziarono a mescolarsi con suoni e discontinuità rumorose come urla, colpi di frusta, sassi rotolanti, suoni che ora siamo abituati a sentire nei film western. Morricone, ha condiviso tutto con la donna che ha sposato nel 1956: «Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E, certo, la fedeltà», Ennio Morricone e Maria Travia sono una bellissima storia d’amore, un solo grande amore. Maria, 89 anni, è stata al suo fianco fino alla fine, dopo il ricovero in ospedale a seguito di una caduta. “Lucido fino alla fine, ha salutato l’amata moglie Maria che lo ha accompagnato con dedizione in ogni istante della sua vita umana e professionale e gli è stata accanto fino all’estremo respiro”, così recita il comunicato stampa inviato dalla famiglia. A lei Morricone aveva voluto dedicare, sul palco del Dolby Theatre, il premio più importante: l’Oscar per la colonna sonora di The Hateful Eight nel 2016. Con voce tremante aveva alzato la statuetta verso la donna della sua vita: «Lo dedico a mia moglie Maria, mio mentore». Morricone, ha sempre voluto metterlo in chiaro: gran parte del merito è di Maria. «È stata bravissima lei a sopportare me. È vero, qualche volta sono stato io a sopportarla. Ma vivere con uno che fa il mio mestiere non è facile. Attenzione militare. Orari rigorosi. Giornate intere senza vedere nessuno. Sono un tipo duro, innanzitutto con me stesso e di conseguenza con chi mi sta attorno». Maria è sempre stata la prima ad ascoltare la sua musica: «È lei che giudica prima di tutti» un privilegio raro. “A mia moglie Maria il più doloroso addio” l’amore che prevale sulla sua razionalità espressa nell’ennesimo gesto rivoluzionario del necrologio che egli stesso ha voluto scrivere, lasciando questa volta alle parole il ruolo che lui ha sempre affidato alla sua musica.

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