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Pedavena e le sue vie

Paesi e città in controluce di Alice Vettorata

PEDAVENA E LE SUE VIE

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Solitamente in questa rubrica sono state trattate alcune biografie legate al comune di Feltre, e il frutto della loro connessione è stato narrato mediante le vie a loro dedicate. Nell’articolo di questo mese ci saranno alcune varianti, ma il principio rimane il medesimo. Raccontare storie di persone e territori. In questo caso ci spostiamo a Pedavena, comune confinante con quello feltrino il quale ha svolto un ruolo importante durante il corso della storia del territorio. Un luogo che si è dimostrato essere di rilievo sin dalla preistoria, grazie al ritrovamento di strumenti silicei appartenenti all’uomo di Neanderthal e successivamente a tracce del passaggio dell’Impero Romano. Per giungere poi a rilevamenti dei resti di castelli edificati nel corso del 1400. Solo nel 1866, anno in cui venne riconosciuta l’autonomia della cittadina ai piedi del monte Avena, si riscoprì come nucleo a sé stante. Questa serie di eventi ha consentito a Pedavena di giungere ai giorni nostri così come la conosciamo ora. Attualmente è una cittadina particolarmente nota grazie a più fattori. Pedavena e in fattispecie il Monte Avena sono parte integrante del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, motivo che attrae a sé numerosi visitatori ed escursionisti. Questi luoghi sono ideali anche per ospitare eventi di carattere sportivo di un certo calibro; basti pensare alle competizioni di parapendio a livello mondiale, come avvenuto nel 2016 e nazionale, verificatosi anche lo scorso giugno. Si aggiunge al ventaglio di offerte anche la Birreria Pedavena, un simbolo esportato internazionalmente. Proprio in questa porzione del comune, quella vicina alla Fabbrica della Birreria e annesso locale, si sviluppa la zona industriale che ospita un intreccio di strade interessanti per questa rubrica. Qui si intersecano tre vie, tre persone che hanno plasmato a fondo il mondo per come lo conosciamo. Si tratta di un piccolo quartiere, se si può definire tale, che omaggia tre scienziati fondamentali per la nostra storia. Basandoci sulla cronologia della nascita di queste personalità troviamo prima Galileo Galilei, nato nel 1564, grande conoscitore pisano che tutti ricordiamo come il padre della scienza moderna. Colui che introdusse il metodo scientifico e la sperimentazione in quanto elementi irrinunciabili della conoscenza. Galilei operò inizialmente presso lo Studio di Padova, luogo fulcro per la sua carriera dato che qui ottenne una cattedra di matematica presso l’Università, pubblicò un trattato e riuscì, tra le altre cose, a constatare la

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presenza delle macchie solari e degli anelli attorno al pianeta Saturno. Torniamo però a Pedavena. Perpendicolare a via Galilei si interseca la strada intitolata ad Alessandro Volta. Chimico, fisico e inventore comasco che come il suo predecessore visto poc'anzi, ha rivoluzionato il nostro modo di vivere. Volta nel 1776 nei pressi del Lago Maggiore scoprì l'aria infiammabile, nativa delle paludi, gas che oggi noi comunemente conosciamo con il nome di metano. Dopo alcuni embrionali studi realizzati sull’elettricità egli ottenne una cattedra di fisica sperimentale presso l'Università di Pavia, luogo che gli consentì, tramite i finanziamenti ottenuti dall’imperatore Giuseppe II, di disporre di un gabinetto di fisica contenente 150 strumenti scientifici. Gli studi sull’elettricità menzionati prima condussero Volta all'invenzione della pila, allora denominata come "apparato a colonna" o “organo elettrico artificiale” in riferimento a un organo elettrogeno presente nel pesce Raja Torpedine. Spaziando tra altre invenzioni e considerazioni filosofiche, Volta si affermò nell’olimpo degli scienziati e conoscitori più influenti. Concludendo il trittico scientifico, parallela a via Galilei è presente via Enrico Fermi. Il fisico romano nato nel 1901, dopo gli studi iniziali intrapresi negli ambiti fisico-matematici venne scelto per la prima cattedra di fisica teorica in Italia, a Roma. Anche Fermi si fece ispirare dal nome di una via romana, quella in cui risiedeva il Regio istituto di fisica dell’Università di Roma per dare un nome al gruppo di scienziati con cui collaborava. “I ragazzi di via Panisperna” compirono studi sulla radioattività artificiale indotta dai neutroni lenti, scoperta che condusse alla prima fissione nucleare. Nel 1938 Fermi per questi studi ottenne il premio Nobel per la fisica. Benché siano noti i gravi effetti collaterali avuti da questo approfondimento, ad oggi sono attive teorie e ulteriori studi per applicare le scoperte volte a fini positivi. Galilei, Volta, Fermi. Tre nomi di spessore appartenenti al settore scientifico che si affacciano spesso tra le vie delle città italiane e non solo, ma che in questo caso, così vicine tra loro, creano un piccolo quartiere scientifico.

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