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Per non dimenticare: la tragedia del Vajont
Per non dimenticare di Claudio Girardi
LA TRAGEDIA DEL VAJONT 9 ottobre, Ricorrenza del 59° Anniversario del disastro del Vajont Un anniversario che si proietta verso il 2023 per il 60° anniversario
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Erano le 22:45 del 9 ottobre 1963 quando dal monte Toc si staccò una frana che precipitò sul lago del Vajont riversando un volume d'acqua alto oltre 200 metri che scavalcò la diga (finita di costruire soli due anni prima) e cancellò i paesi di Longarone, Erto e Casso provocando migliaia di morti. Per molti è il più grande disastro avvenuto sul territorio italiano ed ancora oggi sulle cause rimangono molti misteri. Furono quasi 2000 i morti di questa sciagura che segno per sempre l’Italia ed il territorio bellunese
Con la "Giornata dei Superstiti", che si è tenuta a Longarone sabato 25 settembre, sono iniziate le iniziative programmate dalle Amministrazioni Comunali di Longarone Erto e Casso e Vajont e dalle associazioni locali, che saranno realizzate sotto l'egida della Fondazione Vajont, che nel 2004 ebbe ad ottenere l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Azeglio Ciampi. Le iniziative per il 59° sono state improntate alla sobrietà, ma non saranno prive dell'intensità emotiva che avvolge le comunità locali nelle quali, l'anniversario del 9 ottobre, resta un cardine nella storia della valle del Piave e del Vajont dove in pochissimi minuti si è compiuta un'immane tragedia per mano umana. Uno scempio che ha travolto la vita di queste comunità annichilite da un evento imprevedibile per loro, ma prevedibile dagli addetti ai lavori e i cui responsabili sono stati condannati per i reati di "esondazione, frana compresa, e omicidio" con pene lievi, che hanno deluso le aspettative dei superstiti ma che hanno,
in ogni caso, assegnato delle responsabilità chiare e ineludibili ai responsabili del disastro. Da quel lontano 1963, che rimarrà monito per le future generazioni, le Amministrazioni locali che si sono ritrovate a ricostruire le proprie comunità ed a restituirle una dignità umana violata da un atto criminoso, hanno dato prova di saper dare esempio virtuoso di ricostruzione sociale ed economica, riuscendo nell'intento di ripartire dai loro paesi devastati dal disastro che si è preso 1.910 persone, delle quali molte non ritrovate. Una tragedia umana dalla quale, in ogni caso, con estremo atto di volontà e determinazione, le comunità del Vajont, hanno saputo rinascere e con il sostegno della generosità espressa da tutto il mondo e con la lungimirante attività legislativa dell'epoca, anche, contribuire a produrre un moderno slancio economico alle Regione del Nord Est. Il Piano Industriale predisposto per la rinascita economica delle aree colpite dal disastro, infatti, è stato esteso al Veneto e al Friuli Venezia Giulia facendo, così, del Nord Est quella che nel gergo comune è stata definita la "locomotica economica italiana". Sono passati molti anni, ma niente è stato dimenticato. Il Vajont resterà nell'immaginario collettivo il più grave disastro della storia moderna del nostro Paese e per la determinazione e la costanza di queste popolazioni un monito perpetuo per le nuove generazioni. Ecco la ragione per cui le amministrazioni locali nel rinnovare l'ammonimento verso le attività umane invitano l'umanità ad essere più attenta ai valori della vita, attraverso il rispetto della natura e della vita del prossimo. Questo, ormai, prossimo anniversario si caratterizzerà con un programma "leggero" nelle iniziative ma potente nel messaggio come sempre sostenuto nel corso degli anni e soprattutto darà avvio alle commemorazioni a cifra tonda rappresentate dall'imminente alba del 60° anniversario per il quale la Fondazione Vajont, in coordinamento con i Sindaci dei Comuni della Valle del Piave e del Vajont è già pronta a mettere in campo un programma importante e di grande significato per la perorazione della Memoria della tragedia longaronese ed ertocassana del 1963.
Il Sindaco di Longarone, Roberto
Padrin, definisce il 60° anniversario "un'occasione di rilancio della Memoria quando i superstiti sono, purtroppo, sempre meno. E' vitale per la storia, non solo di Longarone e di
Erto e Casso, ma per tutto il pianeta
Terra, l'impegno ad anteporre in ogni obiettivo umano il valore e il rispetto della vita, attraverso la mitigazione dei rischi ambientali avendo ben chiara la linea off limits nelle attività industriali per la tutela della salute dei lavoratori e delle comunità che le ospitano". Il Direttore della Fondazione Vajont, Mauro Carazzai, subentrato allo storico Direttore, Giovanni De Lorenzi, e assieme al quale si è assunto anche l'impegno organizzativo per il 60° riferisce che "avendo ben presenti le difficoltà per il ruolo che mi sono assunto nell'accettare la funzione da parte del Consiglio di Amministrazione, affronterò questo percorso con serietà, e dedizione responsabile, nel solco di chi mi ha preceduto,
riconoscendo il valore storico ed umano del disastro e con la consapevolezza di doverlo rilanciare con il messaggio ampio che ne deriva". Sarà, proprio, con la presentazione del Logo del 60° anniversario del Vajont, opera dello studio grafico Nerodecò Creative for Change di Mondolfo (PU) , estesa agli organi di stampa, alle autorità e alle associazioni locali, che sarà dato avvio formale alle commemorazioni previste per il 60° anniversario del disastro, sabato 22 ottobre alle ore 10,30 al Centro Culturale di Longarone dove l'accesso sarà libero per tutti quanti avranno piacere di assistere all'apertura sul 2023. Sessant'anni dopo il Disastro.