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Antropologia forense
L'Antropologia Forense di Monica Argenta
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Quando un corpo viene ritrovato sono molte le figure professionali che si mettono al servizio delle autorità giudiziarie per poter ricostruire quanto è accaduto e fra queste, e lo sanno bene gli appassionati della serie tv Bones, c'è l'antropologo forense. Ma chi è esattamente e cosa fa un antropologo forense? Questo mese ne ho parlato con Cristina Martinez Labarga, Professoressa all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Professoressa, che differenza c'è tra un medico legale e un antropologo forense? Il medico legale si occupa di accertare le cause della morte e di identificare un cadavere. Ma a volte, se lo stato di decomposizione è troppo avanzato o solo alcune parti del cadavere sono state rinvenute, allora è necessario procedere con delle tecniche identificative che sono proprie della disciplina dell'antropologia fisica. L'antropologia fisica è una branca delle scienze biologiche che studia l’evoluzione e la diversità di 'Homo sapiens, include pertanto anche i suoi antenati fossili e tutti i primati non umani. L'antropologo forense è dunque un biologo che usa le basi dell'antropologia fisica per identificare una vittima e, in alcuni casi, anche l'autore, partendo da resti umani e tracce biologiche – ma non solo. A esempio, l'antropologo forense può essere interpellato dalle autorità per poter stabilire se le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza in modo non sempre chiaro sono attribuibili o meno a un indagato. Professoressa, può spiegarmi meglio le tecniche tipiche di questa disciplina? La disciplina è relativamente giovane, ufficialmente nata attorno agli anni '70 e quindi è in continua evoluzione. Tipicamente, ci si concentrava su dati macroscopici riguardanti le ossa dello scheletro: la lunghezza degli arti, la forma del bacino, lo stato dei denti o la forma del cranio. Già queste informazioni sono sufficienti per darci molte indicazioni sull'identità di una persona, ovvero il suo sesso, età stimata, il suo stato di salute. Negli ultimi anni però grazie all'avanzamento delle tecniche molecolari e lo studio del DNA possiamo andare ben oltre a questi processi identificativi macroscopici. Prenda il caso del ritrovamento di uno scheletro di un bambino: dall'analisi delle sue ossa era difficile stabilirne il sesso, ora invece con le tecniche molecolari non si possono avere dubbi. Una tecnica relativamente nuova ma oramai collaudata è anche l'analisi degli isotopi dello stronzio ed ossigeno sullo smalto dei denti che può rivelare dove l'individuo ha trascorso i primi anni della sua vita e questo è molto utile per capire gli eventuali spostamenti di quell'individuo. Particolari marcatori genetici aiutano a ricostruire la così detta “ancestralità”, la provenienza di un individuo e a tal proposito ricordiamo infatti che in
L'Antropologia Forense
biologia umana non si può parlare di razze perché la variabilità tra popolazioni mostra un andamento continuo e non è sufficiente per giustificare questo termine. L'antropologia forense è quindi una disciplina che oltre ad occuparsi di cadaveri può essere utile anche all'individuazione di soggetti ancora in vita? Certo, come dicevo anche prima un esempio è dato dall'aiuto che possiamo fornire nelle stime delle immagini poco chiare delle telecamere di sorveglianza. L'analisi molecolare serve poi a stabilire il possibile grado di parentela tra individui ed è quindi molto utile nei casi di rapimenti di bambini e il loro eventuale ritrovamento dopo decenni. Inoltre, grazie a nuovi softwares siamo in grado di stimare in modo sempre più preciso quale sarebbe il volto di un adulto partendo dai dati forniti da una fotografia di un bambino, o stimare il processo di invecchiamento e questo è molto utile nelle indagini. L'antropologia forense, dunque, ha molteplici applicazioni ma a volte ho come l'impressione che sia più presente nei telefilms americani che nella nostra realtà, lei che ne pensa? In effetti, in Italia è ancora una disciplina poco diffusa anche se al Labanof di Milano stanno lavorando molto nell’identificazione dei cadaveri dei naufragi nel Mediterraneo. In generale, posso dire che l'antropologia forense gode di un maggiore impiego in Sud America, in Spagna o nell'Europa dell'Est dove la presenza di un elevato numero di fosse comuni ha favorito l'impiego di specialisti. Per quel che riguarda i telefilm americani ,hanno comunque divulgato anche in Italia almeno la curiosità sulla disciplina e avvicinato qualche studente ai nostri corsi di Laurea. Certo, spesso fanno una gran confusione tra medici legali, antropologi e criminologi ma questa è una altra storia.