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Non c’è più l’8 marzo di una volta

di Franco Zadra Speciale Pianeta Donna

Non c’è più l'8 marzo di una volta

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La Festa della donna ha origine dai movimenti politici femminili di rivendicazione dei diritti delle donne di inizio Novecento, ma delle sue puntuali motivazioni storiche è andata perduta la memoria. Era opinione diffusa e convinta, alimentata dalla connotazione fortemente politica dalla Giornata internazionale della donna dopo la seconda Guerra Mondiale, che l'8 marzo fosse stato scelto in memoria di una tragedia, in realtà mai accaduta, del 1908, che avrebbe avuto come protagoniste le operaie di un'industria tessile, la Cottons di New York, rimaste uccise da un incendio. In realtà, fu un altro incendio, quello della fabbrica Triangle, avvenuto a New York il 25 marzo 1911, che causò la morte di 146 persone (123 donne e 23 uomini), a riverberare una forte eco sociale e politico, e a seguito del quale vennero varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e crebbero di molto le adesioni alla International Ladies' Garment Workers' Union, oggi uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti. Ma non può essere neppure quest’ultimo all’origine della Festa della donna poiché questa celebrazione si tiene negli Stati Uniti a partire dal 1909, mentre in alcuni paesi europei dal 1911, anche se in Italia solo dal 1922. I fatti che hanno portato all'istituzione di questa festa sono probabilmente legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali soprattutto il diritto di voto. Durante il VII Congresso della II Internazionale socialista svoltosi a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, si portò sul tavolo la “questione femminile” e il voto alle donne, con l’impegno dei partiti socialisti di introdurre finalmente il suffragio universale. Appena tre giorni dopo, alla Conferenza internazionale delle donne socialiste, fu istituito l'Ufficio di informazione delle donne socialiste e Clara Zetkin ne divenne dirigente. Fu poi Corinne Brown, il 3 maggio 1908, a presiedere la conferenza del Partito socialista a Chicago, ribattezzata poi "Woman’s Day", durante la quale si parlò di sfruttamento delle operaie, di discriminazioni sessuali e diritto di voto. Alla fine del 1908 il Partito socialista americano decise di dedicare l'ultima domenica di febbraio all'organizzazione di una manifestazione per il voto alle donne. La prima "giornata della donna" negli Stati uniti si svolse quindi il 23 febbraio 1909. Nella seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, a Copenaghen il 26 e 27 agosto 1910, si decise di seguire l'iniziativa americana istituendo una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. In realtà per alcuni anni negli Stati Uniti e in vari Paesi europei la giornata delle donne si è svolta in giorni diversi. A San Pietroburgo, l'8 marzo 1917, le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra. In seguito, per ricordare questo evento, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste che si svolse a Mosca nel 1921 fu stabilito che l'8 marzo fosse la Giornata internazionale dell'operaia. In Italia la prima giornata della donna si è svolta nel 1922, ma il 12 marzo e non l'8. Nel settembre 1944 a Roma è stato istituito l’Udi, Unione Donne Italiane, e si è deciso di celebrare il successivo 8 marzo la giornata della donna nelle zone liberate dell'Italia. Dal 1946 è stata introdotta la mimosa come simbolo di questa giornata. L'8 marzo 1972 in Piazza Campo de Fiori a Roma, luogo del rogo di Giordano Bruno nel 1600, la festa della donna rivendicava tra altre cose, anche la legalizzazione dell'aborto. Oggi l’otto marzo, sotto un rametto di mimosa, è per lo più un’occasione per le donne di uscire con le amiche e concedersi qualche evasione dalla rutine, cosa che accade anche per il giorno della Befana.

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