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Lettera al direttore

Da parte di una gentile lettrice riceviamo e volentieri pubblichiamo

CONTINUITÀ CON LA TRADIZIONE

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Parlare di Alfonso Fratteggiani Bianchi per me è un grande piacere. Nato e cresciuto in Umbria viene scoperto dal noto collezionista Giuseppe Panza. Noto per i suoi monocromi, Fratteggiani Bianchi si concentra sul colore allo stato puro. La peculiarità delle opere dell'artista Umbro è la ricerca del colore. E' stato un lungo cammino che alla fine ha trovato una soluzione ottimale: il colore posto direttamente su di un supporto in pietra senza l'uso di collanti che ne alteri l'intensità cromatica. Era necessario avere la superficie di un materiale che nelle sue piccolissime cavità trattenesse in modo stabile i finissimi granuli (Kremer Pigmente) puntiformi del pigmento. Superficie ideale che l'artista ha individuato nella pietra serena, tipica della sua Umbria, utilizzata nel Rinascimento da Brunelleschi nell'architettura e nell' edilizia. L'artista non adopera pennelli o altri strumenti. Il colore è steso con un dito della mano destra. Per farlo aderire alla superficie liscia della pietra è necessaria una pressione molto delicata per fare penetrare il colore. Sono stati necessari 3000 anni di storia dell'arte per fare maturare le condizioni che rendono possibile

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questa arte, che per la prima volta ha dato al colore la possibilità di esprimere tutta la sua potente bellezza.

L'IMPACCHETTAMENTO

Le grandiose opere di Land art, pensate per anni, diventano spettacolari scenari effimeri per pochi giorni: anche il ricordo e la memoria fanno parte dell'opera d'arte ambientale. Christo fa galoppare la fantasia del pubblico e dello spettatore,siamo portatori a dare un valore maggiore alle stesse cose che abitualmente vede con occhio differente. Il velo che spesso ci offusca la visuale che dalla mente raggiunge il campo visivo.

SIAMO TUTTI FIGLI DI DUCHAMP

Ed infine partiamo sempre da Duchamp, passando per il coraggio di un Manzoni, di Klein e di un Fontana. Alla mozzarella in carrozza, di De Dominicis, alle sgocciolature di Pollock e a tutte le stramberie di Warhol, per poi arrivare alla banana di Cattelan. Una banana e un pezzo di scotch . Lui la banana ce l'ha ed è andato ovunque. Maurizio Cattelan è un artista internazionale. Ma scusa una banana attaccata al muro? Per carità! " Non è arte perché non mi emoziona". Ciò che conta è il gesto, l'idea. Maurizio dice sempre che le sue opere devono poter essere riassumibili in una frase, in una telefonata, in pochi secondi. "Non pensare di fare arte, falla e basta, lascia che siano gli altri a decidere se è buona o cattiva se gli piace o se gli faccia schifo. Intanto mentre gli altri sono lì a decidere tu fai ancora più arte".

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