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1914-1918, il Tesino e la Guerra

Ieri avvenne di Andrea Casna

La Valsugana, o meglio, in questo caso, la Bassa Valsugana, non era nuova alla guerra. Già dai tempi di Napoleone prima, e del Generale Medici poi (1866), gli abitanti della Valsugana erano “quasi” abituati alla guerra. Anzi, la Valsugana stessa, in quanto via di collegamento fra Trento e il Veneto, ha sempre visto, sin dall’antichità, il passaggio di truppe di ogni lingua e nazione. Ma quello che successe nell’estate del 1914 fu una novità, un’amara novità, per tutti. Con lo scoppio della Grande Guerra la maggior parte degli uomini fu chiamata alle armi. In Trentino si stima circa 60mila uomini arruolati: ne moriranno 11mila. Per quanto riguarda il Tesino, allo stato attuale, si parla di 124 caduti. (http://www.valsugana14-18.it/)

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LA GUERRA IN TESINO - Ma la guerra nel Tesino colpì anche la popolazione civile. Il 24 maggio l'Italia dichiarò guerra all'Austria, e il Trentino (Valsugana compresa) si trasformò in un grande campo di battaglia. Fra il 24 maggio e il 6 giugno 1915 gli italiani occuparono il Tesino e la Valsugana nel settore compreso fra il Primiero e Ospedaletto, iniziando subito a piegare il territorio alle proprie esigenze costruendo strade e postazioni per le artiglierie. Più a ovest, all'altezza di Levico-Caldonazzo, stavano gli austroungarici che già da qualche tempo si erano preparati alla guerra costruendo una linea trincerata che si appoggiava ai forti di Tenna, Benne e Busa Granda. PROFUGHI E SFOLLATI IN ITALIA - Le genti della Valsugana furono costrette, a causa delle ostilità, ad abbandonare le proprie case. Già prima del 24 maggio 1915 gli austroungarici avevano organizzato il trasferimento di alcuni gruppi di civili. Ma non tutti riuscirono ad andarsene. La popolazione civile del Tesino, con l'offensiva del maggio 1916, fu sfollata in Italia e, con i villaggi quasi disabitati, il Regio Esercito occupò le abitazioni abbandonate: le vecchie case furono usare come l'alloggio delle truppe o come magazzini. Lo sfollamento fu un dramma. A livello generale dal maggio 1915 al maggio 1916, 35.000 profughi trentini, delle Giudicarie Inferiori, Vallagarina, Vallarsa, Valsugana, del Tesino, del Vanoi, Cismon e dell’Ampezzano, furono portati in Italia. Il governo italiano, impreparato a gestire un numero così alto di profughi, decise di frazionare questi sfortunati in più di trecento comuni, dal Piemonte alla Sicilia, dislocati, come si legge nel saggio di Quinto Antonelli, Le ore di Trento (In Gli italiani in guerra: conflitti, identità, memorie dal Risorgimento ai nostri giorni. Vol. 3.2: La Grande Guerra: dall'intervento

Ieri avvenne

alla 'vittoria mutilata', a cura di Mario Isnenghi e Daniele Ceschin. Torino: Utet, 2008, pp. [688]-701), «senza riguardo al comune di provenienza e spesso neppure ai legami di famiglia, presso alloggi privati, ricoveri in comune, vecchi monasteri, ospizi, scuole, asili». CURIOSITÀ - Sfogliando i carteggi del Capitanato Distrettuale di Borgo, presso l'Archivio di Stato di Trento, si trovano una serie di documenti di un certo interesse. Si tratta di una documentazione relativa alle richieste di indennizzo - inoltrate dagli abitanti della Bassa Valsugana (in modo particolare di Castello Tesino) sfollati nelle regioni del Regno d'Italia - per l'utilizzo fatto dall'esercito. Oltre alle abitazioni private, il Regio Esercito prese anche in “affitto” alcuni edifici pubblici come per esempio il vecchio ospedale di Castello Tesino. A fini militari, inoltre, furono riutilizzati sempre dall'esercito lo stabilimento dell'ex birrificio (Castello Tesino) e la ex locanda al Broccon. Per esempio, nell'agosto del 1917, una certa Maria Braus, profuga a Passalacqua di Tortona (Provincia di Alessandria, Piemonte), fece richiesta di pagamento dell'affitto per l'utilizzo della propria abitazione da parte delle autorità militari italiane. Sono occupate dai militari anche l'abitazione di Giacomo Boso di Castel Tesino, profugo a Schiavone, provincia di Vicenza, e quella di Boso Battista Cecolo, numero civico 323 di Castel Tesino occupata dal Genio Divisionale ed Ospedaletto da Campo 108. Si parla poi dello sgombero della Fabbrica di Birra, da parte del Comando della 15° Divisione di Fanteria, Ufficio Stato Maggiore, 20 maggio 1917 (timbro del Commissariato Civile di Borgo), oggetto: Fabbrica di Birra di Castel Tesino «Si comunica a codesto Commissariato che l'Intendenza della 6° Armata ha stabilito che il materiale esistente nella Fabbrica di Birra in Castel Tesino, venga sgomberato, per essere impiegato per uso militare. Al riguardo un ufficiale della Commissione Recuperi è già venuto in Castel Tesino per stabilire modalità d'acquisto, e per regolare lo sgombero dei materiali stessi, sgombro che è già stato iniziato». Concludiamo questo breve viaggio con un contratto di locazione fra Barbieri Angelo (rappresentante del Commissario Civile del Distretto di Borgo) e Palumbo dott. Giuseppe (direttore dell'Ospedale da Campo 108, delegato a rappresentare l'Amministrazione Militare): “si da in affitto all'amministrazione militare i locali detti “l'antico ospedale civile” ad un costo di 60 lire mensili: era il 4 maggio 1917”.

Speciale Tesino Album fotografico

Castello Tesino - Fontana Piazza Trento Carlo Valentini Ed. Trento 1929 Chiesa di S. Giorgio - Ed Mass. Marchetto Trento - 30.08.1911

Località Piancavalli - Prem. Fotoedizioni 1930

Foto tratte dal libro “ Saluti dal Tesino 1890 -1960 Edito da Senza Barriere – ONLUS- Cooperativa sociale, a cura di Graziella Menato, Paola Zotta Zampiero e Fabrizio Zotta.– Patrocinio della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO

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