Ieri avvenne di Andrea Casna
Valsugana in guerra (1915-1918) Quando gli alpini cercarono di prendere alle spalle forte Busa Verle Il racconto di Giovanni Strobele
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ell’agosto del 1915, mentre sull’altopiano del Vezzena infuriavano gli scontri, gli italiani erano in Valsugana, all’altezza di Ospedaletto e in Val di Sella. Ad ovest, all’altezza di Levico gli austriaci avevano già predisposto una linea difensiva di sbarramento. Era lo sbarramento di Tenna: una lunga linea difensiva che da Caldonazzo, attraverso il Monte Sommo, si collegava ai Forti di Tenna e delle Benne, per risalire fino alla Busa Granda. Nel corso dell’estate del 1915, esattamente nel mese di agosto, i reparti
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italiani tentarono di aggirare le forze austroungariche sull’Altopiano con lo scopo di prendere alle spalle Forte Busa Verle. Un’operazione che viene raccontata nel diario di Giovanni Strobele: un trentino, originario della Valsugana, arruolato volontario nell’esercito italiano. Strobele fu uno dei quasi novecento trentini che decisero, nel 1915, di “morire per l’Italia”. Quasi mille, quindi, i trentini che si sono arruolati volontari nell’esercito di Vittorio Emanuele per coronare un sogno: vedere Trento diventare una città italiana. Un sogno che si avverò nel novembre del 1918 quando le truppe italiane entrarono vittoriose in una Trento stremata e messa alla fame dopo quattro anni di guerra. Fra questi novecento “irredentisti” troviamo, come detto sopra, anche il valsuganotto Giovanni Strobele. Esattamente era nato il 19 giugno 1895, a Strigno da Alberto e Rosina Osti. (morirà nel 1976). Prima della guerra era impiegato presso la Banca Cooperativa di Trento e si arruolò vo-
lontario il 28 maggio del 1915 nell’esercito italiano, nel sesto e settimo reggimento alpini per poi, nel primo dopoguerra, partecipare anche alle campagne militari in Africa. Fu anche un alpinista e uno scrittore di guide e articoli di montagna. Già nei primi mesi di guerra viene inviato in Valsugana. Lo storico Luca Girotto, nel suo lavoro dal titolo «La lunga trincea. 1915-1918. Cronache della Grande Guerra dalla Valsugana alla Val di Fiemme» (Gino Rossato Editore), riporta un estratto molto interessante proveniente proprio dal diario di Giovanni Strobele (Guerra mondiale 1915-1918, depositato presso l’archivio della Fondazione Museo Storico del Trentino). Si tratta, nel dettaglio, di un tentativo italiano di prendere il Monte Persico (Levico) per risalire verso il Pizzo di Levico. Nel dettaglio, come scrive Girotto, il piano prevedeva la discesa degli alpini nella zona del Sella, attraversare il vallone di Barco, superare Monte Persico per costeggiare le pendici settentrionali del Pizzo per poi prendere l’antico sentiero del Menador fino al monte Calmo per raggiungere lo Spiazzo della Volpe al fine di attaccare alle spalle Busa Verle. Il tentativo fallì a causa dell’intervento da parte degli standchützen e delle artiglierie posizionate sulla collina di Tenna. Qui un estratto del racconto di Giovanni Strobele: «Scendiamo in silenzio da Porta