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Punti di Vista
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Eleonora Capitani
Come in un film Il cinema come mezzo di espressione di sĂŠ
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Prima Edizione: 2014 ISBN 9788898037391 © 2014 Edizioni Psiconline - Francavilla al Mare Psiconline® Srl 66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/A Tel. 085 817699 - Fax 085 9432764 Sito web: www.edizioni-psiconline.it e-mail: redazione@edizioni-psiconline.it Psiconline - psicologia e psicologi in rete sito web: www.psiconline.it email: redazione@psiconline.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Finito di stampare nel mese di Gennaio 2014 in Italia da Universal Book srl - Rende (CS) per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl) Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
INDICE
1. Introduzione
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2. L’arte della sceneggiatura Informazioni tecniche generali Come si scrive concretamente una scena Esercizio di presentazione in cui si fornirà un’immagine di sé
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3. Il tempo e le emozioni Il tempo e le emozioni: passato, presente e futuro
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4. Il personaggio Le tre dimensioni del personaggio Teoria dei bisogni Analisi e superamento dei conflitti Superamento dei conflitti
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5. Colori, suoni, emozioni Teorie sui colori
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6. Inquadrature Inquadrature principali e loro utilizzo
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7. Conclusioni
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8. Riassunto esercizi
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9. Esempio di lavori svolti
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10. Bibliografia
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INTRODUZIONE
L’arte del cinema consiste nell’approcciarsi alla verità degli uomini, non di raccontare delle storie sempre più sorprendenti. Jean Renoir Durante l’elaborazione di questo corso ho cercato di mettere insieme due sfere della mia conoscenza: quella psicologica, in quanto sono psicologa, e quella cinematografica, essendo anche appassionata di cinema e di scrittura evocativa di immagini poetiche. L’idea di elaborare questo corso è nata in primo luogo da un’esperienza che ho avuto durante un tirocinio formativo per l’abilitazione alla professione di psicologo. Stavo seguendo Anna e un giorno mi è venuto in mente di chiederle di raccontarmi la sua vita, così da poterne un giorno fare un film. Abbiamo iniziato il lavoro quasi per gioco, poi mentre lei parlava ho notato che a poco a poco sul suo viso molte tensioni si dissolvevano: la sua espressione diventava sempre più rilassata e serena, come se il suo pesante bagaglio si fosse un pò alleggerito, per il solo fatto di averlo condiviso con qualcuno. Immaginare insieme il film della sua vita è stata per Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
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Anna un’esperienza davvero costruttiva e piacevole di cui mi ha ringraziato molte volte. Dopo questo evento ho pensato che tutti noi in realtà ci portiamo dietro un bagaglio di esperienze, chi più e chi meno pesante, e a tutti può far bene alleggerirsi un pò, lasciandosi aiutare da qualcuno che possa condividere con noi il peso di questo bagaglio. Normalmente, in contesti quotidiani non è facile fermarsi a riflettere su se stessi, sui propri vissuti e trovare la modalità giusta per condividere le proprie esperienze e dare un senso alla continuità del nostro essere, quindi l’idea è stata quella di creare uno spazio appositamente dedicato all’espressione profonda di sé con l’utilizzo degli strumenti audio visivi. La metodologia che ho pensato di utilizzare in questo corso è una metodologia a carattere pratico-esperenziale. Si parte da un’introduzione teorica generale su come si realizza un prodotto audio-video, a partire dall’idea iniziale fino alla messa in scena, ponendo molta attenzione, durante i vari passaggi, alla costruzione psicologica dei personaggi; si utilizzano esercitazioni pratiche in cui ogni partecipante costruisce il proprio personaggio e utilizza la scrittura creativa per esprimere i propri vissuti ed emozioni; si fanno gruppi di condivisione sulle esperienze pratiche effettuate e sui relativi vissuti emotivi associati. Per finire c’è la realizzazione di un cortometraggio in cui si mettono in scena i lavori prodotti durante il corso. Scopo principale di questo progetto è quello di fornire strumenti e applicarli per contribuire allo sviluppo delle capacità immaginative, espressive e creative 8
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dei partecipanti. Gli strumenti specifici forniti in questo contesto sono quelli utili alla realizzazioni di prodotti audio-visivi, che possono senz’altro essere un valido ausilio per la crescita personale, facilitando l’espressione dei sentimenti e la conoscenza profonda di se stessi e favorendo una maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità espressive. I partecipanti di questo corso hanno così la possibilità di mettersi in gioco in prima persona per realizzare un prodotto audio-video completo in cui potranno esprime simbolicamente parti di sé difficilmente esprimibili solo con le parole.
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L’ARTE DELLA SCENEGGIATURA
Il cinema è un occhio aperto sul mondo. Joseph Bédier Per iniziare vorrei fare un’introduzione generale sull’arte della sceneggiatura. Cos’è dunque la sceneggiatura? Ebbene la sceneggiatura è un testo destinato ad essere girato o filmato e a diventare quindi un film. Costituisce il primo e fondamentale passo nella realizzazione di tutte le opere cinematografiche. Nella sceneggiatura è possibile mettere un intero mondo interiore, la scenggiatura è una finestra sulla realtà, su un universo, su un punto di vista, in cui si intrecciano storie, emozioni, sensazioni. Dal mio punto di vista l’arte cinematografica è qualcosa di intimamente collegata con il concetto di tempo, con il nostro essere nel tempo e la nostra percezione del tempo. Possiamo nel cinema manipolare il tempo, cambiare la realtà delle cose, controllarle. Questo non è qualcosa che possiamo fare facilmente nella realtà quotidiana, ma è qualcosa che possiamo Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
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fare concretamente e sempre nel nostro mondo interiore, possiamo essere veramente i registi della nostra mente, scrivere e riscrivere le nostre storie, prenderne il controllo, dargli un significato profondo. Il tempo soggettivo è qualcosa che possiamo imparare a gestire e ad utilizzare per il nostro star bene. Inoltre ritengo che lavorare su noi stessi, sul nostro personaggio e sulla nostra storia, così come si lavora nel cinema, con una certa distanza che permette di essere più obiettivi, sia un efficace strumento di crescita personale. È possibile pervenire ad una scoperta di sé attraverso il racconto, possiamo considerare il racconto come la nostra dimensione interiore. Tutti noi abbiamo bisogno di essere riconosciuti, di sentire di esistere e attraverso le immagini è possibile arrivare ad un recupero di un’ immagine di sé che magari nel tempo si era persa. Possiamo imparare a guardare noi stessi con lenti di altri colori e scoprire potenzialità e risorse che spesso non pensavamo neanche di avere. Possiamo prendere contatto con parti della mente non facilmente raggiungibili, perchè difficilmente esprimibili nella vita di tutti i giorni, anche perchè spesso non ci troviamo nel contesto giusto per esprimerle, possiamo invece, con l’utilizzo della sceneggiatura, creare nuove possibilità per noi. La storia esistenziale di ciascuno di noi è importante, possiamo dare un significato profondo alle nostre esperienze, condividerle, utilizzarle per imparare a miglio12
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rarci. Questo non è un corso per diventare sceneggiatori, ma per utilizzare la tecnica utilizzata per la sceneggiatura per esplorare noi stessi più in profondità ed esprimere parti di noi difficilmente esprimibili nella vita di tutti i giorni, tuttavia non è detto che qualcuno di voi poi non diventi un grande sceneggiatore! Informazioni tecniche generali Per scrivere una sceneggiatura si segue in genere una tecnica che presuppone un ordine ben preciso di realizzazione. I passaggi da seguire sono: • • • •
soggetto scaletta trattamento sceneggiatura
Il soggetto è un’esposizione chiara e piuttosto breve della storia, in genere può andare da 1 a 5 pagine. Il trattamento è invece una narrazione più ampia, si va attorno alle 30 pagine, e può anche assomigliare ad un racconto letterario, con descrizioni di luoghi, motivazioni psicologiche dei personaggi e qualche indicazione di dialogo. La scaletta è la sequenza delle scene, il loro ordine cronologico nel film, con una brevissima descrizione di Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
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quanto accade in ognuna di esse; serve a mettere in evidenza il ritmo e la progressione della storia e per vedere se ci sono incongruenze nella continuità narrativa così che possano essere corrette. La sceneggiatura completa di un lungometraggio in genere è lunga tra le 90 e le 120 pagine e di un cortometraggio può andare da 1 a 20 pagine. La prima regola per uno sceneggiatore è scrivere ciò che conosce, iniziando con il narrare la storia di un personaggio con cui ha qualcosa in comune e che si muove in un ambiente simile a quello che gli è familiare. Tuttavia, anche se non seguiamo questa regola, il protagonista del nostro film, che lo vogliamo o no, avrà sempre qualcosa in comune con noi, perché siamo noi a dargli vita, a decidere cosa deve dire e cosa deve fare nelle varie situazioni. Nella parte iniziale del lavoro è importante cercare di dar libero sfogo alla propria fantasia, bisogna osservare tutte le idee che ci nuotano nella testa fino a che non abbiamo veramente l’impressione di aver pescato quella giusta. È bene iniziare con il fare un brainstorming con noi stessi, senza limitare la nostra creatività, senza far sì che essa sia bloccata dal nostro giudizio critico. Un altro punto molto importante da tenere presente quando si scrive una sceneggiatura è il tempo dei verbi, la sceneggiatura è sempre scritta al presente, la regola dice: scrivi quello che vedi mentre sta accadendo. Mentre scrivete una sceneggiatura, in qualche modo il film finito è già presente, dovete provare a chiudere Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
gli occhi e a descrivere le immagini che vedete e i suoni che sentite dentro di voi mentre guardate questo film dentro la vostra mente, grazie alla forza dell’immaginazione. Ricordatevi dunque che dovete sempre scrivere quello che vedete. Inoltre chiedetevi sempre se quello che scrivete sia traducibile in immagini. Questo tipo di attitudine la possiamo poi anche imparare ad utilizzare nella vita quotidiana, ad esempio: ci può aiutare ad imparare ad osservare la realtà delle cose senza sovraimporre idee preconcette che magari a volte non corrispondono a ciò che è la realtà di ciò che sta effettivamente accadendo in quel momento, ci aiuta ad essere più realisti e concreti, più in concordanza con la realtà. Procedendo con la scrittura della sceneggiatura è bene sapere che il modo migliore per dare un buon ritmo alla storia è dividere lo sviluppo dell’azione in tre parti, in tre capitoli: • un’introduzione, in cui vengono presentati i personaggi principali, si fa vedere l’ambiente in cui si muovono e si inizia a presentare il problema che dovranno affrontare durante il film; • una parte centrale, in cui questo problema si sviluppa, sconvolgendo la vita dei personaggi; • un finale, in cui i personaggi possono risolvere o meno la situazione che gli aveva creato un conflitto da risolvere. Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
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Come si scrive concretamente una scena Innanzitutto la scena deve cercare di evidenziare il carattere dei personaggi. Si inzia sempre con la scritta “FADE IN:” la quale significa che dal nero appare un’immagine, cioè la prima scena, ed è a questo punto che il film è iniziato. Gli elementi che caratterizzano una scena sono: interno (int.) /esterno (est.), location, illuminazione. Finché i tre elementi (int /est, location, illuminazione) restano immutati, la scena è la stessa. INT e EST si riferiscono alla posizione della macchina da presa. Se ad esempio vogliamo descrivere ciò che sta accadendo fuori dalla finestra, ma il nostro punto di vista è dall’interno, nell’intestazione della scena scriveremo int. Per quanto riguarda la location, bisogna cercare di usare sempre lo stesso nome ogni volta che ci riferiamo allo stesso luogo per evitare confusione e far sì che la narrazione scorra fluida. Per quanto riguarda la condizione della luce, le due opzioni principali sono GIORNO e NOTTE. Nelle descrizioni il nome di un personaggio va scritto in maiuscolo solo alla sua prima apparizione e mentre pronuncia le battute nei dialoghi, tutte le altre volte lo possiamo scrivere in minuscolo. Le battute di dialogo sono scritte al centro della pagina mentre le descrizione delle azioni sono scritte a tutta pagina. 16
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Il flashback, ovvero la rappresentazione di eventi passati, deve essere indicato nello script molto chiaramente. Questo perché, come abbiamo detto prima, nel cinema esiste solo il tempo presente e solamente leggendo le scene, senza specificare che si tratta di un flashback, potrebbe non essere chiaro se stiamo parlando di ciò che sta accadendo nel momento presente o di ciò che è già accaduto nel passato. Alla fine dell’ultima scena della vostra sceneggiatura dovete scrivere in basso a destra “FADE OUT:”, questo indica la fine del film. Procedendo nella realizzazione del prodotto audiovisivo, a questo punto, dalla sceneggiatura si fa la lista delle inquadrature in base a come vogliamo rappresentare e rendere visivamente le situazioni e in base a come vogliamo trasmettere le emozioni associate alle immagini. Di quest’ ultimo aspetto se ne occupa il regista che è il responsabile artistico dell’intero film. Nel corso degli incontri ogni partecipante procederà con la costruzione di un personaggio e la scrittura di un cortometraggio. Esercizio di presentazione in cui si fornirà un’immagine di sé Il tema del primo esercizio di questo corso è la presentazione di sé. Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
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So che non è facile dire chi siamo, questo perchè siamo sempre in continuo cambiamento, ci sono comunque delle caratteristiche che ci rendono delle persone uniche, che ci differenziano gli uni dagli altri, ma a volte ne siamo consapevoli e altre volte invece no. Abbiamo tutti un grande potenziale, ma spesso non lo lasciamo fluire e sviluppare, a volte siamo talmente tanto sopraffatti dalle esperienze del passato, dalle paure, dalle concettualizzazioni che rimaniamo bloccati e non lasciamo che il nostro potenziale si esprima liberamente. In questo esercizio proviamo subito a mettere in pratica le informazioni teoriche che ho fornito durante l’introduzione. Le indicazioni sono: provate a scrivere una breve sceneggiatura, al massimo due o tre scene. Descrivete una sequenza di azioni a partire dalla richiesta di una fotografia, da parte di una persona x, in una posa che sia rappresentativa di come vi sentite, una posa che vi rappresenti, una posa con cui potete presentare voi stessi a chi non vi conosce. In questa sequenza di azioni cercate di passare dalla richiesta della fotografia, attraverso la preparazione dello scatto, descrivendo in modo dettagliato lo scatto, fino ad arrivare ad una conclusione, che può essere, ad esempio, l’invio della foto. Non dimenticatevi di porre attenzione: • alla descrizione degli ambienti; 18
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• alla descrizione dei personaggi; • alla descrizione di azioni e avvenimenti. Provate infine a dare un titolo a quesa breve sceneggiatura di presentazione. Non soffermatevi troppo a pensare, scrivete liberamente ciò che vi viene in mente e non vi preoccupate del giudizio degli altri, cercate anche di sospendere il vostro giudizio, lasciate scorrere i vostri pensieri liberamente. Una volta finito potete condividere con gli altri il vostro lavoro per presentarvi al resto del gruppo, potete spiegare le motivazioni che vi hanno condotto alle vostre scelte, non è tuttavia obbligatorio, chi non se la sente può tenersi il lavoro per sé o condividere solo il titolo, a vostra completa discrezione, sentitevi liberi di fare ciò che è più congeniale alle vostre predisposizioni e al vostro carattere. Non c’è una cosa giusta e una sbagliata, ognuno deve fare semplicemente quello che sente. In ogni modo, la condivisione penso sia importante, perchè è spesso possibile ritrovare nelle parole di altri la voce alle proprie emozioni, permettendo di fare più chiarezza dentro di noi. ESERCIZIO 1. La presentazione di sé Per riflettere cerchiamo prima di tutto di rilassare mente e corpo. Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata
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Assumiamo una posizione confortevole, lasciamo andare tutte le preoccupazioni per il futuro, tutti i pensieri, cerchiamo di dimorare un pò qui nel presente con noi stessi, andando in profondità. Per aiutarci possiamo osservare i nostri respiri, osservare l’aria che entra e l’aria che esce dalle nostre narici oppure possiamo anche scegliere di osservare i movimenti dell’addome quando l’aria entra e quando l’aria esce. Prendetevi qualche minuto per rilassarvi. Adesso continuate a tenere gli occhi chiusi e immaginate un punto all’interno della vostra testa, sopra il naso, in mezzo agli occhi. Immaginate che in quel punto ci sia uno schermo bianco: ora lasciate che su quello schermo compaia qualsiasi immagine che vi viene in mente relativa a voi stessi... Adesso piano piano aprite gli occhi, ognuno con i propri tempi e poi appena vi sentite pronti scrivete una breve sceneggiatura in cui introducete voi stessi, l’immagine che vi descrive maggiormente in questo momento.
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