Patologia della coppia. Relazioni e dintorni

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Virginia Maloni

Patologia della coppia Relazioni e dintorni

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Prima Edizione: 2013

ISBN 9788898037322 © 2013 Edizioni Psiconline - Francavilla al Mare Psiconline® Srl 66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/A Tel. 085 817699 - Fax 085 9432764 Sito web: www.edizioni-psiconline.it e-mail: redazione@edizioni-psiconline.it Psiconline - psicologia e psicologi in rete sito web: www.psiconline.it email: redazione@psiconline.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Finito di stampare nel mese di Novembre 2013 in Italia da Universal Book srl - Rende (CS) per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl) Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata


INDICE

Introduzione

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Capitolo I Trasformazioni dei ‘dintorni tradizionali’ del legame di coppia nel passaggio alla società moderna

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Capitolo II Il labile confine di passaggio: il legame nella post-modernità

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Capitolo III Casi Clinici

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Capitolo IV Patologia del legame in post-modernità

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Capitolo V Perché tanti conflitti? Cosa accade nelle nostre famiglie e quali sono le nuove spinte della società?

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Conclusioni

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Bibliografia

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INTRODUZIONE

Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti Charles Robert Darwin

Considerando l’attuale tessuto socio-culturale in cui siamo immersi, possiamo osservare di vivere in un’epoca dell’agìto, un agìto che non lascia spazio ad emozioni e parole. Ci troviamo di fronte a relazioni liquide senza un’esperienza dell’esserci autentico. Si parla di ‘crollo’ della coppia e di conseguenza della famiglia mettendo in luce la maggiore fragilità della vita a due, sempre più soggetta a crisi e rotture1. La vita di coppia si trova a vivere un conflitto, un dilemma, una dissonanza tra il soddisfacimento di bisogni personali (aspetto positivo) dello stare insieme e la sensazione di una diminuzione, di un blocco della propria individualità (aspetto critico). Come stabiliamo oggi le nostre relazioni? Partendo dalla teoria dell’attaccamento di Bowlby2 si desume come il motore che spinge l’individuo alla ricerca di una relazione è il senso di sicurezza individuale di un 1 Castellano R., Velotti P., Zavattini G.C., Cosa ci fa restare insieme, Aspetti della Psicologia, il Mulino, Bologna, 2010. 2 Bowlby J., Una base sicura, Milano, Cortina, 1989.

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legame emozionale. Ora, partendo da come ci rappresentiamo le nostre relazioni di attaccamento e di come queste ci orientano nella scelta dell’altro, cos’è che oggi ci tiene uniti, cos’è che trascende tale legge e giustifica e legittima l’esistenza di un legame relazionale duraturo e autentico nel tempo? L’incontro tra due persone, che tipo di incontro è e in esso cosa si verifica e che cosa non si verifica più? Credo che oltre ai correlati neurobiologici dell’attaccamento di coppia, che considerano l’attaccamento come stato biocomportamentale i cui molteplici sistemi (fisiologici e comportamentali) sono organizzati per fornire all’individuo un senso di sicurezza ed intimità ed oltre la considerazione che i rapporti tra esperienze passate e presenti sono importanti nel determinare le scelte, le percezioni e i sentimenti nella relazione a due, dovremmo interrogarci sui dintorni della coppia. Il sociologo Zygmunt Bauman3 indica come la fine delle ideologie, dei grandi racconti e delle cronache del Novecento, sia stato il punto d’inizio, nel capitalismo plasmabile del terzo millennio, di tante contrastanti verità, di diversificati e opposti giudizi di valore, che hanno portato ad uno sfrenato individualismo. Mi hanno colpito alcune parole espresse dalla sociologa Mirella Giovene che a mio avviso raggruppano il momento corrente che stiamo vivendo e dal quale vorrei partire per poter considerare l’attuale contesto in cui la coppia oggi si trova: “oggi più che mai rispetto al passato viviamo in molteplici contesti sociali ed in tanti ambiti lavorativi con una 3 Zigmunt B., Liquid Modernity, Polity Press, Cambrige 200, trad. It. Modernità Liquida, Laterza, Roma-Bari, 2002.

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sensazione profonda di smarrimento e di incertezza che non riguarda soltanto i personali percorsi esistenziali, ma anche quei riferimenti istituzionali che da sempre hanno prodotto garanzie solide in ciascun soggetto pur nell’osservanza vincolante di norme e regole”4. Sono innumerevoli le rotture e le disconnessioni che portano i due membri della coppia a non incontrarsi sul piano affettivo e mentale. Quali sono le capacità di riparare a tali rotture oggi? Proverò ad esplorare, come si sono trasformati i codici di rappresentazione soggettivi e sociali della struttura socio-relazionale della coppia post-moderna ripercorrendo le difficoltà, i piaceri, il loro tortuoso lega-me mettendo insieme storia ed esperienza clinica. Oggi, rispetto al passato, c’è una maggiore libertà di viversi le relazioni ma diminuisce l’importanza assoluta attribuita alla famiglia come valore e istituzione, percepita come ultimo obiettivo rispetto ai propri bisogni. Faccio riferimento allo schema5 del libro “Cosa ci fa restare insieme?” per capire cosa è cambiato nella sequenza temporale che porta alla costituzione del legame di coppia, come legame di attaccamento, dall’antichità alla post-modernità. Fase 1: attrazione-corteggiamento-flirt o fase di preattaccamento, in cui sono presenti le componenti del sistema motivazionale sessuale; 4 Giovene M., Intervista, Giornale di Caserta: Per un mondo migliore, giovedì 25 ottobre 2007, intervista a Mirella Giovene, docente di Sociologia presso l’Università Federico II di Napoli, www.ugofrasca.it/Giovene.pdf 5 Castellano R., Velotti P., Zavattini G.C., Cosa ci fa restare insieme, Aspetti della Psicologia, Bologna, 2010, il Mulino, pp. 16.

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fase 2: innamoramento, in cui la relazione diviene più intima, c’è un aumento di comportamenti che hanno una finalità rassicurante ed il partner tende ad essere preferito rispetto ad altre persona significative, come fonte di conforto e riduzione dell’ansia; fase 3: amore, in cui la coppia funziona come risorsa emotiva per i partner e questo transito segna il passaggio dall’eccitamento al conforto, dalla passione all’intimità; fase 4: post-romantica, in cui vi è una profonda interdipendenza emozionale ed il legame è finalizzato al mantenimento e alla regolazione della vicinanza psichica, che conferisce al partner un ruolo primario inerente la garanzia di benessere psicologico.

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CAPITOLO I Trasformazioni dei ‘dintorni tradizionali’ del legame di coppia nel passaggio alla società moderna

Dagli studi storico-antropologici sappiamo che nelle società del passato le unioni fondate sull’amore passionale non appartenevano per niente al dominio della coniugalità, quanto piuttosto ad un registro assolutamente diverso di unione intrinsecamente contrario alla stabilità6. In alcune civiltà (i greci, latini, semiti, indù, arabi, giapponesi) l’amore coniugale rappresentava una pericolosa perturbazione dei legami familiari7. I legami familiari andavano protetti in ogni modo in quanto presiedevano alla formazione delle generazioni future. Il mito familiare che ogni civiltà antica ha costruito intorno all’unione coniugale finalizzata alla generatività rappresenta una difesa socio-antropologica a protezione della stabilità delle istituzioni. Il mondo antico, le esperienze filosofiche, politiche e spirituali, culturali delle civiltà classiche hanno inciso come poche altre sulla struttura 6 D’Elia L., La Coppia che non si forma e che non continua (Parte 1) Posted on July 9, 2010, Number of View: 70, http://luigidelia.it. 7 Menarini R., Amaro C., Piacentini A., Amore e odio nella cultura di gruppo, Psicoterapia e Istituzioni, La biblioteca, Bari, 2003.

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di quella che oggi viene definita “civiltà occidentale”8. Cosa è accaduto nella nostra civiltà tale per cui ciò che prima rendeva instabile la coppia (l’amore perturbante) oggi è rappresentato da ognuno come il prerequisito essenziale di una unione ma che in qualche modo sembra un coagulante non abbastanza efficace e duraturo nel tempo? A differenza di un passato non lontano, in cui le esigenze individuali venivano appannate da quelle comunitarie, oggi il bisogno di affermarsi, di rendersi visibile, di distinguersi, di essere riconosciuto nella propria unicità, pare sia divenuto un elemento costante, quasi una ossessione dell’uomo occidentale. L’individualità soggettiva con l’età moderna si impone definitivamente a tutto il mondo occidentale. I segni dell’individualismo moderno li ritroviamo nell’esaltazione del progresso e del metodo scientifico tipici della cultura positivista del XIX secolo, nell’antropologia di ispirazione darwiniana, nella teoria del principio di piacere di Freud . Per il padre della Psicoanalisi il disagio mentale viene a galla dalla negazione delle istanze individuali da parte della società e delle sue istituzioni, in cui l’uomo è immerso e quindi costretto ad un doloroso compromesso che provoca in lui coartazione e sofferenza. Per ottenere sicurezza e stabilità sociale, egli è costretto a controllare le proprie pulsioni sessuali e aggressive, limitando così la piena espressione di sé. La nascita della civiltà ha come prezzo insopprimibile un disagio, che preclude ogni via alla felicità e alla piena 8 Mazzarino S., La fine del modo antico, Rizzoli Editore, Milano 1995, pp. 33-44.

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autorealizzazione9. Per capire la natura del disagio contemporaneo dobbiamo volgerci ai cambiamenti riguardanti le modalità di produzione degli spazi di costruzione sociale dei valori: siamo in un’epoca di radicali trasformazioni che mettono in discussione, rendono sempre più incerto e difficile, il modo in cui un progetto di vita privato e/o individuale si inscrive e viene riconosciuto come valido nello spazio pubblico e sociale. Una generalizzata mancanza di norme va a configurare il disorientamento del legame sociale e del conseguente disagio del contemporaneo. In quale rapporto di circolatoria ambivalenza entrano autonomia e dipendenza, all’interno del passaggio dal moderno al post-moderno? Zygmunt Bauman definisce, come si produrrebbe il disagio della post-modernità partendo dal disagio della civiltà di Freud. Secondo Freud, come è noto, la civiltà imponeva per la sua costituzione un sacrificio pulsionale. Una certa sicurezza sociale veniva ottenuta a spese, quindi, della piena realizzazione individuale del principio del piacere. Tutto ciò rendeva inevitabile, secondo Freud, la produzione di un disagio di fondo e di una insoddisfazione psicologica ineliminabile una volta per tutte,causata da quello che potremmo definire come il tratto chiave della modernità e cioè un “eccesso di ordine e disciplina”. Questa forma gerarchica, dei rapporti sociali si troverebbe oggi, secondo l’interpretazione di Bauman, ad essere rovesciata e quindi rimodel9 Freud S., Il Disagio della Civiltà, Saggi Psicologia, Bollati Boringhieri, Torino, 2003 (1971).

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lata secondo nuovi paradigmi del controllo sociale. Così il sociologo polacco argomenta testualmente: “settantacinque anni dopo la stesura e la pubblicazione de ‘Il disagio della civiltà’, la libertà individuale regna incontrastata”. Una pseudolibertà, che legittima socialmente una sorta di economia psicologica del godimento ad ogni costo che diventa, il principio cardine della costituzione stessa del soggetto post-moderno10”. Una tale organizzazione prospettica degli spazi di riconoscimento sociale causa, in primis, quella che potremmo designare con Ernesto De Martino la crisi della presenza, la difficoltà del soggetto contemporaneo a tradurre i suoi progetti personali in percorsi sociali di riconoscimento; “il soggetto è, infatti, autonomo solo se è contemporaneamente legato e separato dall’Altro11-12”. Fino a che punto i percorsi dell’autorealizzazione, che spingono l’individuo verso l’estrema autonomia e alla totale libertà da ogni vincolo esterno, non consegnano poi l’uomo al dramma della solitudine e dell’incomunicabilità? Fino a quale misura può avere ancora significato l’esercizio dell’autodeterminazione e dell’asserzione della propria unicità al di fuori di un contesto di appartenenza e di condivisione13?

10 Bauman Z., Il disagio della postmodernità, Bruno Mondadori, Milano, 2000; pp. 21. 11 De Martino E., Angoscia territoriale e riscatto culturale nel mito Achilpa delle origini, in: Studi e Materiali di Storia delle religioni, vol. XXIII, 1951- ‘ 52. 12 De Martino E., Il mondo magico, Bollati Boringhieri, Torino, 1997. 13 Psychology and Communion, La persona in relazione: quale modello di riferimento?

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Legame come relazione significativa Il legame sociale (inteso come relazione di attaccamento primaria con il care-giver) è necessario per fondare il sé, ma questo è un legame diverso da quello che riguarda l’attrazione tra due individui e che li porta a dare inizio ad un rapporto di scambio tra di loro. Il legame tra adulti (rispetto all’esplorazione di senso degli adolescenti) deve essere duraturo e non transitorio. In virtù di questo legame permanente, oggi la coppia può rimanere insieme anche in una situazione molto conflittuale, proprio per il significato vitale che tale legame rappresenta. Secondo Castellano, Velotti e Zavattini, i problemi di “disconnessione” (venire meno della funzione regolatrice della coppia tra accudimento, attaccamento e sessualità) tra i partner possono condurre ad una difficoltà nel bilanciare nella coppia “quell’intersoggettività ottimale” per cui si pende o troppo sul versante della distanza emotiva o troppo sul versante della prossimità. La qualità della reciprocità tra i partner è da leggersi all’interno dell’incontro di coppia: bisogna vedere come i modelli rappresentazionali d’attaccamento dei partner si incastrano tra loro favorendone una nuova forma attraverso la loro revisione14. Lo stesso Bowlby aveva parlato della relazione di coppia come di un nuovo ambiente di accudimento che poteva portare allo sviluppo di una rappresentazione di attaccamento differente da quella infantile. Mi chiedo, oggi questi 14 Castellano R., Velotti P., Zavattini G.C., Cosa ci fa restare insieme, Aspetti della Psicologia, Bologna, 2010, il Mulino, pp. 43.

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nuovi ambienti quanti sono, quali sono i loro confini e in che modo influenzano la coppia? Lo studio degli aspetti che caratterizzano un rapporto di coppia implica inevitabilmente la valutazione di molteplici dimensioni e sistemi motivazionali che, interagendo tra loro, creano complesse combinazioni. Tali combinazioni emergono anche dal contesto attuale, in cui siamo circondati da nuove idealizzazioni, ideologie liquide, valori antichi che non tengono nell’attualità e allora la coppia è malata, in una società liquida i cui dintorni sono labili e senza confini. Dunque, nella liquidità, nell’imprevedibilità maggiore che viviamo, nell’epoca in cui è importante apparire in qualsiasi modo, il senso di inadeguatezza aumenta e anche la dimensione sessuale diviene sempre più una forma per affermare e gestire sentimenti personali spiacevoli15. Per provare la propria attrattiva fisica o desiderabilità sessuale, per esorcizzare l’età che avanza, il sesso servirebbe principalmente ad alleviare sentimenti spiacevoli derivanti da un senso di inadeguatezza personale. In una coppia equilibrata ci si aspetta la presenza di due sé separati e autonomi che vogliono stabilire un contatto e allo stesso tempo vogliono preservare le loro differenze. C’è una sempre più presente dissonanza tra una propria strategia di regolazione emotiva personalmente egosintonica ma che può risultare disadattiva e disfunzionale nel momento in cui entra in contatto con la strategia dell’altro. È importante un senso di sintonia sottostante l’intimità, legato alla capacità di 15 Castellano R., Velotti P., Zavattini G.C., Cosa ci fa restare insieme, Aspetti della Psicologia, Bologna, 2010, il Mulino, pp. 77.

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entrare in contatto con gli stati affettivi dell’altro per poter riparare alle inevitabili rotture relazionali16.

Costumi tradizionali ed emancipazione sessuale Nella società italiana fine anni sessanta entrano in contrasto i comportamenti legati all’emancipazione sessuale ed i costumi tradizionali e mi viene in mente un film già citato da altri come rappresentativo di tale momento che si intitola ‘Brucia Ragazzo, Brucia’. Si tratta della storia di una signora borghese che, durante una vacanza estiva al mare in compagnia della figlia e della zia, prova una attrazione per un bagnino più giovane con il quale per la prima volta nella sua vita prova un orgasmo. La signora confessa l’accaduto al marito e gli chiede per quale motivo con lui non era mai accaduto. Il marito le risponde che alla donna non è concessa la prerogativa di provare piacere poiché questo è naturale solo per gli uomini ma non lo è per le donne. Inoltre le afferma che l’assenza di orgasmi era colpa del suo controllo. L’uomo furioso, la tratta da ‘donna di facili costumi’ affermando la propria volontà di lasciarla e portare la figlia con sé. La donna disperata decide di farla finita ingoiando delle pastiglie. Una volta tornato in casa, l’uomo invece di salvarla decide di uscire nuovamente abbandonandola a morte certa. Da questo scorcio di film si evince l’evidente contrasto tra il risveglio sessuale femminile (la donna rivendica 16 Op. Cit., pp. 123.

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il diritto di godere) e le resistenze che questo incontra all’interno di una cultura e di una tradizione nella quale il maschio occupa indisturbato una posizione di dominio incontrastato. La questione si avvicina molto a uno dei temi che il filosofo Simone Regazzoni affronta nel suo saggio Pornosofia17: secondo l’autore qualsiasi donna, nel momento stesso in cui esibisce pubblicamente la propria sessualità, contribuisce a consolidare una certa concezione maschilista della donna come oggetto poiché non si tiene in considerazione la volontà della donna che invece potrebbe sceglierlo come ricerca di soddisfazione personale. Posta la questione relativa all’assoggettamento della femminilità ad una mentalità maschilista, un’ipotetica soppressione dell’industria porno non andrebbe a modificare le sue condizioni concrete: tutti elementi inaccettabili all’interno di una cultura nella quale l’uomo voglia mantenere il controllo sulla donna, nella quale il successo al di fuori delle mura domestiche deve essere scoraggiato perché rappresenterebbe una minaccia al suo potere ed alla sua autorità.

La coppia occidentale e la sua ragion d’essere Nelle società del passato in cui, in tutte le classi sociali, il matrimonio era un’alleanza tra famiglie e i sentimenti degli individui erano del tutto irrilevanti, la stabilità matrimoniale era garantita dagli interessi economici e di potere. In passato dunque l’unione per17 Ragazzoni S., “Pornosofia”, Filosofia del pop porno, Saggi, Ponte alle Grazie, 2010.

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manente finalizzata alla formazione di una famiglia orientava decisamente le tipologie di scelte, decisioni e parametri per le quali il coinvolgimento sentimentale dei futuri coniugi non appariva per niente essenziale. Del tutto impensabile oggi per gli individui di una coppia occidentale immaginare di escludere il fattore ‘amore’ nella scelta del partner. “Certo, anche oggi esistono le unioni fondate su interesse e calcolo o le unioni fondate su altri bisogni primari, come la fine della solitudine, la libertà, la fame, etc. ma, a parte queste eccezioni, nell’immaginario collettivo di ognuno l’innamoramento e l’amore sono l’indispensabile cemento senza il quale non può aver luogo alcun discorso di coppia18”. Nella storia dell’umanità, considerando le prime due fasi dello schema iniziale (attrazione-innamoramento), queste non hanno quasi mai costituito, il fattore indispensabile della costruzione delle coppie. L’amore romantico diventa ingrediente sempre più centrale per la formazione delle coppie solo dal XIX secolo in poi prima nelle classi alte della società, e diventa cultura diffusa solo nel corso del XX secolo ed in special modo dall’ultimo dopoguerra fino ad oggi19. Il progressivo avanzamento del mondo del lavoro e ciò che questo richiedeva soprattutto alle donne (in termini di cambiamento) ha necessitato una ri-contrattazione all’interno delle coppie su diversi piani, sia simbolici che pratici. 18 D’Elia L., La Coppia che non si forma e che non continua (Parte 1)Posted on July 9, 2010, Number of View: 70, http://luigidelia.it. 19 D’Elia L., La Coppia che non si forma e che non continua (Parte 1)Posted on July 9, 2010, Number of View: 70, http://luigidelia.it.

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Le coppie contemporanee sono costrette a riconfigurare radicalmente i loro itinerari e le loro rappresentazioni della vita insieme. Cambiano di conseguenza anche ruoli e funzioni (sociali e psichiche) maschili, con tutto il portato di crisi della virilità di cui si parla tanto ovunque. Cambia dunque l’orizzonte generale di regole relazionali dentro il quale la coppia si muove obbligando gli uomini ad accettare la parità della donna e a condividere tutte le incombenze inerenti la conduzione quotidiana – economica, logistica, morale – di coppia e famiglia. In questa ri-negoziazione tra sessi, la coppia e i suoi individui non possono far riferimento a modelli relazionali precedenti. Ma anche la donna oggi da sola non ce la fa, è orgogliosa e non lo dice per non sentirsi recriminare la propria autonomia e gli uomini non sanno come prenderle, a volte il loro ruolo non si sa bene qual è e la donna non sa che farsene dell’uomo che non si sa bene cos’è. Quindi quello a cui una relazione può andare incontro si articola su diversi livelli.

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