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Pesca Noli e i suoi cicciarelli Chiara Papotti
Noli e i suoi cicciarelli
di Chiara Papotti
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Arrivare dal mare è il modo migliore per innamorarsi subito di Noli1: il Mediterraneo ha plasmato la sua storia, la cultura, il carattere dei suoi abitanti. La pesca nel golfo offre uno spunto per immergersi in una insenatura elegante, orgogliosa e davvero misteriosa, che nasconde un nucleo antico di vicoli, odorosi di spezie, permeati di umori marini e velati da una sottile malinconia. Perché Noli è soprattutto un luogo di piccola pesca e, come tutti i piccoli porti, sa di nostalgia.
Il tranquillo scorrere della vita nel centro storico racconta molto dei Nolesi, dove la pesca è la più antica attività. Serrato tra i monti e il mare, è un labirinto dove perdersi con piacevole facilità, un groviglio di viuzze strette e tortuose che si intrecciano senza ordine apparente, annodate intorno al borgo.
A Noli può capitare di vedere delle barche sulla riva, piccoli gozzi a remi carichi di un paio di artigiani del mare che fi ssano l’orizzonte. Non è l’immagine di una cartolina dal passato, ma il lavoro di poche decine di pescatori che ancora oggi si dedicano alla pesca come si faceva un tempo. Un’attività che ha dominato per otto
Il presidio del Cicciarello di Noli è volto a sostenere l’economia locale puntando a favorire il consumo di una specie distinta sia dai bianchetti che dai rossetti. Chiamati anche lussi o lussotti, si pescano solo da novembre a maggio e quindi una rarità a tavola
I cicciarelli sono pesciolini argentati privi di squame e dotati di un corpo aff usolato. Nuotano in banchi e ciò li rende ben visibili agli occhi dei pescatori. La pesca dei cicciarelli è un’attività costiera. Una delle barche si posiziona sopra il banco di cicciarelli, l’altra lo circonda con la rete a sciabica.
secoli ed è oggi protetta da Slow Food, che ne ha fatto un presidio.
I pescatori appartengono a una cooperativa antichissima, fondata all’inizio del ‘900 come società di mutuo soccorso, e sono gli eredi di una grande tradizione. L’attuale “Cooperativa Luigi Defferrari fra i pescatori” costituisce, infatti, un raro esempio di reciproco aiuto concreto tra i soci. La pesca è fatica, forza, impegno. Ma è anche un mestiere dal fascino indiscusso, esempio di unicità, tradizione, arricchimento economico e sociale per questo angolo di Liguria. I “signori del mare” utilizzano reti diverse come tramagli, reti a imbrocco e incastellate, palamiti, nasse e sciabiche, reti antichissime di origine araba. La sera quelle da posta vengono disposte a semicerchio per intrappolare il pesce che arriva da ponente. A seconda della stagione il pescato varia: seppie e triglie in inverno, naselli, orate, polpi e piccolo pesce pelagico in estate ed in autunno sgombri e palamite. Ma Noli è, soprattutto, famosa per la pesca dei cicciarelli, piccoli pesci dal colore argenteo con corpo affusolato
I cicciarelli sono ottimi ingredienti per una frittura di pesce e sono gustosissimi se consumati in carpione.
e senza squame. Lunghi circa 10-15 cm, vivono in banchi e si nascondono sotto la sabbia fi no al sorgere del sole. Chiamati anche lussi o lussotti, i cicciarelli vengono pescati con rete a sciabica, un supporto formato da due parti: la manica, a forma di cono a maglie fi tte sul cui fondo si raccoglie il pescato, e due ali laterali a maglie più rade a cui si collegano i cavi di traino.
I cicciarelli sono poco conosciuti, basta allontanarsi un po’ lungo la riviera perché le persone non sappiano di cosa si sta parlando. La pesca è consentita solo da novembre a maggio e la loro stagionalità (corrispondente, tra l’altro, alla scarsità di turisti tipica del periodo) fa sì che si trovino poco in negozi e ristoranti. Ottimi per la frittura di pesce, possono dare grandi soddisfazioni anche se consumati in carpione.
I lussotti vengono venduti al mattino presto dagli stessi soci, presso il Mercato dei Pescatori, ma purtroppo a comprarli sono in pochi, perché il pescato rimane incostante. Il Presidio del Cicciarello di Noli, unico relativo al pescato in Liguria, è volto a sostenere l’economia locale puntando a favorire il consumo di una specie distinta tanto dai bianchetti quanto dai rossetti.
Oltre alla pesca, anche quello delle compere è un rito a Noli. Già dagli anni ‘60 gran parte delle donne nolesi lavorava nelle friggitorie: ne funzionavano sei, una in ogni quartiere, e iniziavano a friggere all’alba bughe, zerri, cicciarelli. Asciugati sui teli e sistemati in lattine circolari, partivano alle quattro del pomeriggio col treno per Torino e Mondovì.
Tra piccole botteghe artigiane e friggitorie storiche si può respirare il tipico profumo delle prelibatezze del mare; un trionfo di atmosfere medievali rese ancor più pittoresche dai caruggi e dagli antichi edifi ci, tra i quali si distinguono le vestigia di quattro delle settanta torri che un tempo vegliavano sul borgo.
La storia nel Golfo si respira soprattutto nei sapori, rimasti invariati nella più genuina cucina, fatta di piatti tradizionali e gusti semplici. Chi a Noli ci vive, si adegua ai ritmi del mare e dell’acqua, e si ingegna per proteggere e rendere produttiva la natura; chi, invece, arriva da queste parti spinto dalla curiosità per quest’angolo così riservato d’Italia, deve assuefarsi al silenzio, imparare a guardare, domandare per capire gli usi e i costumi di chi vive il mare. Senza trascurare la cultura in tavola, perché qui, in un fritto misto o in una grigliata di pesce, sono racchiusi secoli di saperi tramandati di padre in fi glio.
Chiara Papotti
Nota
1. Noli anticamente ha avuto il titolo di Repubblica Marinara: fu feudo dei marchesi Del Vasto di Savona fi no al 1187, anno in cui raggiunse l’autonomia. Arricchita dai traffi ci commerciali, si costituì Repubblica e nel 1202 si alleò a Genova. Nel 1239 divenne città e sede di diocesi e l’indipendenza durò fi no al 1797, quando subì l’invasione napoleonica.