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Aziende Prosciutto di Carpegna DOP: il prosciutto marchigiano eccellenza italiana

In Toscana (25 milioni di euro), Sicilia (15 milioni di euro) e Puglia (9 milioni di euro) si concentra circa il 70% del valore totale della categoria degli oli certifi cati. Le prime cinque fi liere per valore sono Toscano IGP, Terra di Bari DOP, Sicilia IGP, Val di Mazara DOP e Riviera Ligure DOP, che in totale valgono 47 milioni di euro. (photo © stock.adobe.com).

6% del comparto Cibo DOP-IGP. I dati sono complessivamente in crescita, grazie soprattutto all’incremento produttivo e di valore delle principali categorie del comparto che sono: mele (214 milioni di euro, +44%), frutta a guscio (44 milioni di euro, +31%), agrumi (39 milioni di euro, +25%) e frutta estiva (30 milioni di euro, +17%). Le esportazioni interessano il 27% della produzione certifi cata e valgono 178 milioni di euro, con una crescita del +32,8%.

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Oli di oliva

La categoria degli oli di oliva conta 49 denominazioni e 23.160 operatori che generano un valore di 71 milioni di euro alla produzione (–14,0%), pari all’1% del comparto Cibo DOP-IGP. L’export vale 52 milioni di euro e interessa il 38% della produzione certifi cata a denominazione.

Paste alimentari / Panetteria e pasticceria

Le Paste alimentari si affermano come 5a categoria in assoluto per valore alla produzione con 240 milioni di euro, grazie alla Pasta di Gragnano IGP, 9o prodotto del comparto Cibo IG. Bene la categoria Panetteria e pasticceria con 82 milioni di euro trainata da Piadina Romagnola IGP (50 milioni di euro) e Cantuccini Toscani IGP (24 milioni di euro) a cui si aggiungono segnali positivi dai pani DOP.

Altre categorie

Fra le altre categorie (9 milioni di euro) bene soprattutto Cioccolato e Pesci e molluschi.

DOP economy, un modello effi cace di sviluppo dei territori

Non nasconde la sua soddisfazione il Ministro delle Politiche Agricole STEFANO PATUANELLI, che sottolinea come i dati del Rapporto presentato il 14 febbraio scorso a Roma confermino la distintività e la tradizione delle nostre produzioni, pur oggi messe in pericolo da una politica europea che rischia di farne perdere il senso reale (vedi esempi di Aceto Balsamico e Prosecco). Ma proprio per il grande valore che la DOP economy rappresenta è necessario salvaguardare e tutelare l’intero sistema produttivo dai rischi che possono generare l’omologazione alimentare, i sistemi di etichettatura fuorvianti come il Nutriscore, le fake news, i tentativi di imitazione sia sui mercati comunitari, che su quelli terzi. «Il PNRR, con i Contratti di fi liera e di distretto, gli incentivi all’innovazione, la digitalizzazione, rappresenta una grande occasione per la crescita delle fi liere DOP IGP, e come MIPAAF ci impegniamo già da subito ad accompagnare le imprese in questo delicato momento, con la volontà di metterle nelle migliori condizioni per intercettarne le opportunità e compiere un ulteriore salto di qualità nel mondo e in Europa» ha dichiarato il Ministro.

ANGELO FRASCARELLI, presidente ISMEA, ha ribadito che la differenziazione, insieme a innovazione e organizzazione, sia la leva del successo dell’agroalimentare italiano. Il nostro è un modello produttivo fortemente orientato alla qualità, al legame territoriale e a una differenziazione multilivello. Ma in prospettiva è necessario che la fi liera agroalimentare affronti la questione con ancora più impegno rispetto al passato, orientando i propri sforzi per uscire dalla logica delle commodity e fare della distintività l’elemento cardine delle strategie produttive e commerciali.

CESARE MAZZETTI, presidente Fondazione Qualivita, ha sottolineato come la DOP economy rappresenti un modello effi cace di sviluppo dei territori. La coesione delle fi liere, la garanzia di sicurezza per i consumatori e la capacità di dialogo con le istituzioni hanno rappresentato punti di forza per la tenuta del settore in risposta alle diffi coltà emerse durante la prima fase della pandemia.

I numeri delle analisi Qualivita-Ismea sono il frutto del lavoro congiunto di operatori, Consorzi di tutela, enti e istituzioni in tutta Italia. La Fondazione Qualivita continuerà a supportare il sistema attraverso l’analisi del settore, proponendo elementi utili a defi nire una nuova visione strategica sulla qualità in risposta ai mutamenti in atto e ai nuovi obiettivi della transizione ecologica.

Sebastiano Corona

Gorgonzola: al 5o posto tra le DOP italiane e 3o tra i formaggi vaccini

Il XIX Rapporto Ismea-Qualivita colloca il Gorgonzola al quinto posto tra l’insieme dei prodotti certifi cati DOP dell’agroalimentare italiano grazie ad un aumento del 6,9% del valore economico nel 2020 rispetto al 2019. Con oltre 5 milioni e 250.000 forme prodotte e un volume d’affari al consumo di circa 800 milioni di euro, il Gorgonzola si conferma, inoltre, terzo formaggio di latte vaccino tra le DOP casearie italiane, che conta complessivamente 56 denominazioni.

La produzione di Gorgonzola, che si divide tra Lombardia e Piemonte, traina il comparto delle due regioni, rispettivamente terza e quarta per valore economico complessivo di DOP e IGP. In particolare in Piemonte, dove si concentra la produzione (3 milioni e 700.000 forme circa prodotte nel 2021), il Gorgonzola guida la compagine degli 82 prodotti certifi cati capaci di generare, col solo food, un valore di 361 milioni di euro. In Lombardia, dove la produzione si attesta su poco meno di 1 milione e 530.000 forme, il Gorgonzola si colloca al quarto posto tra i prodotti DOP.

>> Link: www.gorgonzola.com

PROSCIUTTO DI CARPEGNA DOP:

IL PROSCIUTTO MARCHIGIANO, ECCELLENZA ITALIANA

Origini e tradizioni secolari, un patrimonio immenso fatto di gusto, profumo e soffi cità uniche

Il territorio in cui nasce il Prosciutto di Carpegna DOP è il Montefeltro, caratteristico panorama marchigiano in cui dolci valli boscose si alternano a colline e promontori sino ad arricchirsi di profi li appenninici. Qui l’aria è asciutta e le correnti portano con loro il profumo dell’Adriatico, generando un microclima estremamente particolare che contribuisce alla straordinarietà di questo protagonista indiscusso della salumeria italiana. Percorrendo a ritroso la storia della sua lavorazione — artigianale e tramandata da generazioni — si arriva al 1400. In quegli anni si effettuava un processo di trattamento e stagionatura delle carni suine giunto integro fi no ai giorni nostri che ha permesso al Prosciutto di Carpegna DOP di presenziare sulle tavole attraverso i secoli.

La qualità

Elevatissima e preservata da un Disciplinare ferreo che defi nisce ogni passaggio della produzione del Carpegna DOP, così da offrire al consumatore fi nale un prodotto tutelato e garantito.

La geografi a

La provenienza d’origine della materia prima comprende solo tre regioni: Lombardia, Emilia-Romagna e Marche.

La lavorazione

Riprende fedelmente la tradizione: dal massaggio alla salagione fi no ad arrivare alla stuccatura, passaggio, quest’ultimo, che contribuisce all’unicità del Prosciutto di Carpegna DOP. Lo stucco del Carpegna, infatti, è un composto rigorosamente applicato a mano costituito da strutto, farina di riso, aromi naturali ed un mix segreto di spezie, tra cui si riconoscono pepe e paprika che ne caratterizzano il gusto intenso e aromatico. In condizioni ambientali costantemente monitorate il prosciutto viene legato e appeso alle scalere mediante corda “a strozzo” e stipato nelle cantine per proseguire la stagionatura. Un ulteriore passaggio di controllo è quello olfattivo, mediante la spillatura, che viene fatta in precisi punti delle cosce con un osso affi lato. Se la coscia raggiunge gli standard qualitativi espressi nel Disciplinare si procede alla marchiatura a fuoco, che sigilla a vista la garanzia di un prodotto di elevata qualità. Il processo di selezione e lavorazione che porta il Prosciutto di Carpegna DOP al banco della salumeria e sulle nostre tavole è ricco di passaggi preziosi e fatto anche di numeri: • 160 kg, il peso minimo che deve avere il suino; • 12 kg, il peso minimo della singola coscia fresca rifi lata; • 15 °C e 20 °C, la temperatura di stagionatura, in un ambiente dove penetra l’aria pura e salubre qualitativamente riconosciuta dalla

Bandiera trasparente ricevuta dal comune di Carpegna; • 13, i mesi minimi di stagionatura del Prosciutto di Carpegna DOP.

Le caratteristiche

Dopo questo prezioso lavoro, il Prosciutto di Carpegna DOP arriva sulle nostre tavole dove può sprigionare tutta la sua pregevole soffi cità e la sua fragranza aromatica. Un vero tributo alla gastronomia italiana. Il pane lo esalta nella sua purezza e il colore, leggermente ambrato, sollecita ogni senso. Ma il Prosciutto di Carpegna DOP è perfetto anche per arricchire piatti e stuzzichini grazie alla sua nota sapida e inconfondibile.

In alto: stabilimento di produzione a Carpegna. In basso: la stagionatura dei prosciutti.

>> Link: consorzioprosciuttodicarpegna.it

Nota

Photo © P. Savino.

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