I manuali di RIZA

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Bimestrale Aprile/Maggio 2020 n. 20 € 4,90 Italia P.I. 7 aprile 2020

I manuali

di

RIZA

I PIÙ POTENTI ANTINFIAMMATORI NATURALI

Artiglio del diavolo e arnica montana

Vincono artriti, mal di schiena, cervicale Funzionano senza effetti collaterali SCOPRI ANCHE ALOE, RIBES NERO E CENTELLA Disinfiammano, depurano e risanano i tessuti. Si possono usare in gocce, in gel o in pomate

PRENDI CURCUMA E ZENZERO Le spezie che proteggono le articolazioni

In più: le cure verdi per ogni tipo di infiammazione COVER manuali atiglio del diavolo e arnica.indd 4

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I manuali

di

RIZA

SOMMARIO 6

ARTIGLIO DEL DIAVOLO il potente antinfiammatorio Gli estratti dalle radici di questa pianta originaria dell’Africa sono oggi tra i rimedi fitoterapici più usati, per le loro virtù antinfiammatorie e analgesiche. Si adoperano per curare tutti i tipi di dolori articolari ma anche mal di testa e disturbi muscolari. In più abbassano il colesterolo e l’acido urico.

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ARNICA il fiore che cura traumi e dolori I preparati a base di arnica sono la cura d’eccellenza in caso di traumi, botte e distorsioni. Infatti riducono l’infiammazione, fanno riassorbire le ecchimosi e velocizzano la guarigione. L’arnica è utile anche contro artrite e artrosi.

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ALTRI RIMEDI per spegnere le infiammazioni Presentiamo le erbe e le piante che sono efficaci per sanare le parti infiammate: articolazioni, muscoli, bocca, gola, stomaco, intestino e vie urinarie.

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Come evitare i focolai pericolosi CON I CIBI GIUSTI Una corretta alimentazione è necessaria per prevenire e curare stati infiammatori che possono dare il via a disturbi anche gravi. Ecco quindi quali sono i cibi da ridurre e quelli da preferire per non infiammare il corpo.

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Direttore responsabile Vittorio Caprioglio Direttore Scientifico Raffaele Morelli Direttore Generale Liliana Tieger Progetto grafico Roberta Marcante Comitato scientifico Raffaele Morelli, Vittorio Caprioglio, Daniela Marafante, Emilio Minelli Redazione Giuseppe Maffeis Immagini Fotolia, 123rf, ShutterStock Direttore pubblicità Doris Tieger Ufficio pubblicità Luisa Maruelli, Ugo Scarparo Responsabile amministrativo Danila Pezzali Segreteria di Direzione Daniela Tosarello Ufficio tecnico Sara Dognini Redazione, amministrazione: Edizioni Riza S.p.a. via L. Anelli 1, 20122 Milano tel. 02/5845961 r.a. - fax 02/58318162 www.riza.it - info@riza.it Pubblicità: Edizioni Riza S.p.a. via L. Anelli 1, 20122 Milano tel. 02/5845961 r.a. - fax 02/58318162 www.riza.it - advertising@riza.it Stampato in Italia da: Grafica Veneta Via Malcanton 2, Trebaseleghe (PD) Distribuzione per l’Italia: So.Di.P “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Una copia: Euro 4,90. Arretrati: Euro 9,80 Versamenti da effettuare sul C.C.P. n. 25847203, intestato a Edizioni Riza S.p.A., via L. Anelli, 1 20122 Milano. ISSN 1973-4417 Autorizzazione del tribunale di Milano n. 3 del 10/01/2017 Associato a:

“I Manuali di Riza” citano i nomi commerciali di prodotti fitoterapici, omeopatici o farmaci per completezza di informazione e per libera scelta della redazione. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il parere del medico di fiducia.

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Artiglio del diavolo

ARTIGLIO DEL DIAVOLO il potente antinfiammatorio È UNO DEI RIMEDI NATURALI PIÙ EFFICACI PER DOLORI ARTICOLARI E MUSCOLARI

L’

artiglio del diavolo, o Harpagophytum procumbens o arpagofito, è una pianta molto apprezzata in fitoterapia per le sue potenti qualità di antinfiammatorio, che si associano a doti analgesiche e spasmolitiche. L’artiglio del diavolo cresce in Africa, tra steppe e deserti, e deve il nome alla forma uncinata dei suoi frutti. È un arbusto strisciante che cresce da un tubero, dal quale si sviluppano radici secondarie, che contengono i principi attivi utili alla salute. Usato per molti secoli dalle tribù africane come rimedio multiuso, è approdato nella fitoterapia occidentale solo in anni relativamente recenti ed è ora uno dei rimedi fitoterapici più richiesti. In Europa è noto solo a partire dagli anni Cinquanta del

Novecento, quando fu importato da alcuni scienziati tedeschi, studiosi di medicina africana. È una pianta ricchissima di qualità benefiche per l’uomo, ed è anzi uno dei rimedi oggi più apprezzati, soprattutto per trattare i dolori muscolari, ossei e articolari. Contro gli stati infiammatori dei muscoli e delle ossa si adopera sia per via orale che applicato esternamente con impacchi dalle virtù antireumatiche. Ma l’artiglio del diavolo si usa anche per numerose altre funzioni utili alla salute. È infatti tra le piante più studiate e le sue proprietà sono confermate da molti studi scientifici. Oltre che per curare le articolazioni, si è dimostrato efficace per proteggere l’apparato digestivo, per regolare i livelli di colesterolo e per difendere il sistema cardiovascolare. Ultimamente l’uso dell’artiglio del diavolo è stato sperimentato anche per ridurre i sintomi della fibromialgia.

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Il frutto “che rapisce” Il nome suggestivo, e anche inquietante, di artiglio del diavolo deriva dall’aspetto contorto del suo frutto, che è legnoso, dotato di spine a uncino e simile, appunto, a un artiglio dall’aspetto sinistro. È chiamato “wood spider”, ossia “ragno di legno”, sempre a causa della forma singolare dei frutti, il nome Harpagophytum deriva invece dal verbo greco “harpazo”, che significa “ghermire”. Invece “procumbens”, il nome della specie, ha origine dal verbo latino “giacere disteso”, e descrive il suo portamento strisciante.

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Artiglio del diavolo

UN ARBUSTO STRISCIANTE CHE VIENE DALL’AFRICA Dal punto di vista botanico, l’artiglio del diavolo è un arbusto rampicante che appartiene alla famiglia delle Pedaliaceae, originario dell’Africa tropicale, che cresce in zone desertiche di questo continente, come la Namibia, il Kalahari e il Transvaal. Si tratta di una specie perenne, rampicante e tuberosa che arriva fino a due metri di altezza, con foglie erette, lobate e carnose, dotate di picciolo. L’arpagofito produce fiori singoli, di un colore lilla tendente al rosa. I frutti sono legnosi, lunghi fino a 20 cm, aderenti al terreno e muniti di artigli che si attaccano alle zampe degli animali che, in tal modo, li trasportano, diffondendo la pianta. Le radici si sviluppano a partire da un

tubero originario, dal quale si sviluppano radici lunghe 25 cm e larghe 6 cm circa che danno a loro volta tuberi secondari e nuove radici, diffondendosi intorno alla pianta, generalmente per un raggio di circa un metro e mezzo. Una volta raccolte, le radici vengono affettate a rondelle ed essiccate. Proprio questa, infatti, è la parte della pianta più ricca di principi attivi e quella tradizionalmente usata come droga. La radice è inodore, ricca di sostanze amare, che le danno il caratteristico sapore, non molto gradevole da consumare in tisana, ma assai benefico

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Molto usato nella medicina popolare La radice dell’artiglio del diavolo è inserita a pieno titolo tra i rimedi fitoterapici più utili per le proprietà antiflogistiche e antidolorifiche, confermate da numerose e accurate ricerche fitofarmacologiche. Tutte caratteristiche che la medicina tradizionale africana conosceva già da molto tempo. In molte zone del continente, infatti, si faceva e si fa largo uso dell’arpagofito, seguendo una tradizione empirica millenaria. In particolare, i guaritori lo impiegavano abitualmente per la cura dei dolori a muscoli, ossa e articolazioni, ma anche per le sue proprietà digestive. Le popolazioni indigene della Namibia lo utilizzavano, e lo utilizzano ancora, anche per contrastare le febbri (le infiammazioni per eccellenza) e come tonico, per migliorare la digestione e rinvigorire tutto il corpo. Tradizionalmente, poi, l’arpagofito si impiegava anche in caso di parti difficili.

contro i disturbi digestivi. La pianta prospera nei suoli ricchi di ossido di ferro, non teme l’arsura e cresce prevalentemente allo stato spontaneo, anche se negli ultimi anni si sta provando a coltivarla in piantagioni.

Le capacità scoperte nel Novecento L’arpagofito in realtà è già stato individuato e descritto botanicamente nel XIX secolo, ma le sue proprietà curative sono balzate all’attenzione occidentale solo un secolo dopo, a opera di un colono tedesco, di nome Mehnert. Durante una rivolta contro il protettorato tedesco in Africa sud occidentale, il colono aveva notato che i

guaritori africani usavano uno strano ed efficace rimedio vegetale per curare i contusi. Si trattava proprio dell’artiglio del diavolo. I malati trattati con questa radice potente guarivano in metà tempo, rispetto a quelli a cui venivano somministrati i rimedi occidentali consueti. Mehnert ne prelevò alcuni campioni e li spedì in Germania per farli analizzare, con ottimi risultati. Alla fine degli anni Cinquanta, l’artiglio del diavolo cominciò a essere studiato in laboratorio all’Università di Jena, rivelando i primi segreti della sua azione antiartritica e antinfiammatoria, che contribuiva in effetti a far regredire molti disturbi, e a evitarne la ricomparsa.

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Artiglio del diavolo

Le radici sono uno scrigno di proprietà benefiche

I

principi attivi dell’arpagofito sono racchiusi nelle radici secondarie che vengono raccolte, tagliate a rondelle e seccate in forno a 50 °C. Attualmente l’arpagofito è molto difficile da coltivare; quello che troviamo in erboristeria proviene pertanto dall’Africa, dove cresce allo stato

selvatico. La Namibia ne è il maggior esportatore: tuttavia, il grande aumento della richiesta mondiale di arpagofito rischia di mettere a rischio la sopravvivenza della specie anche perché, molto spesso, la sua raccolta avviene in modo non autorizzato. Gli studi clinici e le ricerche di laboratorio che spiegano e confermano l’efficacia di questa pianta sono ormai numerose. Dal 1989, il suo impiego è stato approvato dalla severa Commissione E tedesca per il trattamento di molti disturbi dei muscoli e delle ossa, primi tra tutti l’artrosi e la lombalgia. Pochi anni dopo, l’European Scientific Cooperative on Phytotherapy ne ha sostenuto l’azione benefica sull’artrosi e sui disturbi che coinvolgono i tendini. Questi rapporti concludono che l’artiglio del diavolo è un efficace coadiuvante nel trattamento delle patologie infiammatorie e può essere usato con successo per affiancare la terapia medica. I molti studi clinici condotti per indagare gli effetti di questa radice hanno evidenziato l’importanza dell’arpagofito per migliorare le condizioni di

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vita di chi soffre di dolori articolari e muscolari cronici e consente anche, in alcuni casi, di limitare in modo considerevole l’assunzione di farmaci antidolorifici e di antinfiammatori non steroidei. Inoltre ha azione protettiva anche sulle cartilagini, che vengono degradate in seguito a patologie come l’osteoartrite e l’artrite reumatoide, perché l’infiammazione causa il rilascio di enzimi che rovinano i tessuti delle giunture.

I suoi principi attivi L’effetto medicinale dell’artiglio del diavolo è dovuto a una serie di sostanze benefiche contenute nelle radici. Tra queste spiccano tre glicosidi: arpagoside, arpagide e procumbide, tipici e specifici di questa pianta. Tali composti sono molto efficaci come antinfiammatori, antireumatici e analgesici, tanto che la loro azione è stata paragonata a quella dei farmaci antinfiammatori di sintesi: inibendo la formazione delle prostaglandine (agenti infiammatori), placano il dolore in caso di mal di schiena, tendinite, contusioni, sciatica e torcicollo, con un’efficacia analoga a quella dei medicinali di sintesi chimica. L’arpagofito è ricco anche di principi amari, che stimolano succhi gastrici e bile, agendo beneficamente sulla digestione. Inoltre, è ipouricemizzante, ossia aiuta a ridurre gli accumuli di acido urico, risultando funzionale in caso di

Una diversa varietà Oltre alla “procumbens” è scoperta un’altra specie farmacologicamente utile: l’Harpagophytum zeyheri. Quest’ultimo, pur contenendo meno principi attivi, è più facilmente reperibile e consente di far fronte alle crescenti richieste di mercato per questa pianta dal grande potere.

malattie come la gotta. Al suo interno troviamo anche flavonoidi e fitofenoli, composti antiossidanti che coadiuvano l’attività antinfiammatoria dei glicosidi. Sono poi presenti alcuni tannini, dalla funzione astringente, e degli acidi aromatici (caffeico, cinnamico, clorogenico), dall’azione antinfiammatoria e diuretica. Infine, pare che l’artiglio del diavolo svolga anche un effetto benefico sull’attività dell’apparato cardiovascolare: studi farmacologici italiani, condotti sia su campioni animali che umani hanno evidenziato l’effetto ipotensivo e antiaritmico di questa radice. La validità antinfiammatoria non si deve a uno solo dei suoi componenti, ma alla loro azione sinergica che costituisce un mix antinfiammatorio davvero potente, anche se, il ruolo più attivo spetta forse all’arpagoside.

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Affdsfdsfdsfdfvdfdfdf Artiglio del diavolo

UN ANTINFIAMMATORIO E ANALGESICO DALLA NOTEVOLE EFFICACIA Le ricerche scientifiche hanno confermato l’azione antidolorifica e antinfiammatoria dell’artiglio del diavolo, in particolare contro le forme reumatiche e artritiche croniche. L’artiglio del diavolo è quindi uno dei rimedi per eccellenza nel trattamento

dell’artrite reumatoide, dei reumatismi, delle artrosi e di tutti i disturbi in genere delle articolazioni. Questo grazie all’azione antiflogistica e analgesica dei suoi principi attivi, gli arpagosidi. L’artiglio del diavolo, inoltre, protegge con efficacia le cartilagini grazie anche agli effetti inibitori su molti fattori di degradazione sulle articolazioni, come risulta da diverse analisi scientifiche.

Cura i dolori articolari e molti altri disturbi In particolare, i rimedi a base di arpagofito appaiono utili nella cura dell’artrosi: un trattamento di circa tre mesi a base di estratti di artiglio del diavolo riduce il dolore, aiutando a recuperare la funzionalità delle articolazioni e a contrastare la rigidità muscolare. Alcuni studi dimostrano che

Pomate e gel da applicare sulle Per uso esterno contro i dolori articolari, l’artiglio del diavolo si adopera sotto forma di pomate o di gel. Spesso in questi preparati l’estratto di arpagofito è abbinato ad altri antinfiammatori naturali, come ad esempio la

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l’assunzione regolare di artiglio del diavolo per 8-12 settimane è in grado di ridurre il dolore e migliorare le prestazioni fisiche nelle persone affette da osteoartriti, ovvero varie forme di artrosi. Uno studio di quattro mesi condotto su 122 persone colpite da questa patologia ha evidenziato che le persone che prendevano l’artiglio del diavolo invece dei medicinali convenzionali ottenevano risultati curativi analoghi, ma con molti meno effetti collaterali. In più, la maggior parte di loro dichiarava una diminuzione più consistente del dolore rispetto a quelli ottenuti dai farmaci. Altri studi clinici dimostrano che l’arpagofito ha una grande efficacia anche sui dolori del collo e della parte inferiore della schiena. È efficace in caso di cervicalgia, di sciatica e anche mal di testa. Molto utile anche per gli sportivi, per evitare infiammazioni articolari e tendiniti, o per farli assorbire alla prima comparsa. Si può assumere per uso interno, sistemico, o per uso esterno, topico.

I BeNefIcI per INtestINo e stoMaco Nella tradizione africana, l’artiglio del diavolo è sfruttato anche per la sua azione digestiva. E non a torto, come abbiamo già detto, infatti, le sostanze amare di cui questa radice è ricchissima sono benefiche per tutti i processi digestivi, perché migliorano la circolazione enteroepatica, stimolano la produzione di succhi gastrici e l’appetito, attenuano alcuni disturbi, in particolare dispepsia, meteorismo e difficoltà epatobiliari. L’arpagofito, inoltre, migliora la produzione di bile. È ottimo in caso di flatulenza, costipazione e diarrea. Chi è in sovrappeso, deve controllare i livelli di colesterolo nel sangue oppure presenta quadri lipidici ematici alterati può ottenere grandi benefici, perché la pianta svolge un’azione notevole anche nel controllo dei livelli di colesterolo.

per la salute Del cuore

are sulle parti doloranti curcuma o il peperoncino. Nell’uso di tali preparati è necessario seguire le indicazioni riportate sulla confezione, applicando il trattamento sulle parti interessate con un massaggio fino a completo assorbimento.

L’arpagofito esibisce effetti benefici anche per il sistema cardiovascolare, come alcuni ricercatori italiani hanno provato già a partire dagli anni Ottanta, attraverso studi su cavie. Il suo consumo, dunque, aiuterebbe a proteggere la salute dei vasi sanguigni e della valvola cardiaca. La sua azione anticolesterolo, inoltre, favorisce la pulizia delle arterie dagli accumuli di placche aterosclerotiche, che possono ostruirle.

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Artiglio del diavolo

I rimedi che si ricavano dall’artiglio del diavolo

L’

artiglio del diavolo è uno dei rimedi fitoterapici più diffusi, e si trova in commercio in varie forme. Le specie di arpagofito farmacologicamente attive sono l’Harpagophytum procumbens e l’Harpagophytum zeyheri. Quando si acquistano i prodotti ricavati da esse, bisogna considerare che l’efficacia è garantita solo dai preparati standardizzati e titolati, che contengono una quantità precisa e controllata di principi attivi (glicosidi iridoidi minimo 1,8% di cui almeno l’80% come arpagoside). Gli estratti secchi (che, per essere validi, devono contenere al minimo l’1,5% di arpagoside) sono probabilmente la soluzione migliore; ma esistono anche estratti liquidi ed estratti idrolacolici (tintura madre).

Come si trova in commercio e le dosi consigliate • Radice secca: le dosi suggerite sono di 1,5 g al giorno per stimolare l’appetito e la digestione; 4,5 g al giorno è invece la dose indicata per sfruttare l’azione antinfiammatoria della pianta. • Infuso: si prepara versando 1,4-4,5 g di radice secca tritata in 300 ml di acqua bollente e si lascia in infusione per 8 ore, in modo tale che la radice rilasci all’acqua tutti i suoi principi attivi. Poi si filtra e si assume in 3 dosi, durante tutto il giorno (sempre meglio

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a stomaco pieno). In alternativa, si possono versare 5 g di radice in 500 ml di acqua bollente e lasciare in infusione per 15 minuti. Si beve l’infuso distribuito in 3 dosi durante tutto il giorno. Infusi e tisane sono molto amari, e vanno corretti con erbe dal sapore più gradevole, come la stevia, il finocchio, la liquirizia o la menta. • Estratto secco: si trova anche in opercoli di estratto titolato e standardizzato in arpagoside all’80%: da prendere generalmente nelle dosi di 300-600 mg suddivise in 3-4 assunzioni durante il giorno. • Estratto liquido: se ne prendono 15 ml, suddivisi in tre dosi giornaliere. • Tintura madre: se ne prendono 50 gocce, da una a tre volte al giorno, sciogliendole in un bicchiere di acqua. Si tratta di un prodotto valido ma leggermente meno efficace rispetto alle tisane perché i principi attivi della radice si sciolgono con più difficoltà in alcol.

preNDIlo cosÌ L’artiglio del diavolo va assunto a stomaco pieno perché, in caso contrario, potrebbe avere effetti leggermente aggressivi sulla mucosa gastrica. Meglio, dunque, consumarlo sempre durante o dopo i pasti principali. Per i dolori e disturbi di lieve entità, il trattamento non dovrebbe essere prolungato per oltre un mese. Quando i dolori alle ossa o ai muscoli sono più intensi e duraturi, accompagnati da rossori, gonfiori e anche febbre, meglio sentire il parere di uno specialista, che deciderà se sia opportuno adottare i rimedi a base di artiglio del diavolo, in quali dosi e per quanto tempo.

precauZIoNI D’uso L’artiglio del diavolo presenta una tossicità molto bassa, ed è inserito dalla Farmacopea Italiana tra le piante sicure; tuttavia l’uso di estratti concentrati di artiglio del diavolo è sconsigliato in caso di ulcere gastriche e duodenali, ma anche di reflusso gastroesofageo, vista l’azione stimolante sui succhi gastrici. Inoltre andrebbe evitato in gravidanza ed è sconsigliato sotto i 14 anni. Particolari precauzioni sono opportune inoltre se si assumono farmaci anticoagulanti, oppure ipotensivanti e ipoglicemizzanti antiaritmici.

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