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www.riza.it
DICEMBRE 2024 n. 526
PERIODICO MENSILE
ISSN 2499-0418 (ONLINE)
LE MOSSE VINCENTI PER SUPERARE I DISAGI
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DICEMBRE 2024 n. 526
PERIODICO MENSILE
ISSN 2499-0418 (ONLINE)
LE MOSSE VINCENTI PER SUPERARE I DISAGI
Il tuo benessere non dipende da grandi cambiamenti, ma da come affronti la vita ogni giorno
L’EDITORIALE DI MORELLI
Ansia e depressione:
basta ricadute se fai spazio a una nuova mentalità
IMPARA A NON SOTTOVALUTARTI
In te c’è molto di più di quello che credi
MEDICINA NATURALE
Cibi e rimedi verdi che ripuliscono il sangue
Riza psicosomatica è in edicola anche con:
Saper ascoltare l’ansia, invece di impegnarsi a combatterla, non solo la fa passare prima, ma ci permette di interpretare i suoi preziosi messaggi e migliorare la nostra vita
Usare l’ansia per vivere meglio. È questo che la psicosomatica insegna: trasformare un sintomo in una preziosa guida per muoversi nella vita di ogni giorno e negli snodi dell’esistenza. Sembra qualcosa di inverosimile, soprattutto se lo si proprone a qualcuno che, in quel periodo, soffre di ansia molto intensa e frequente. Ma se, in un momento di serenità, riusciamo a ragionarci sopra, vedremo che è possibile. Pensiamo, ad esempio, all’ansia che prende un giovane che si iscrive a una facoltà universitaria: pensava gli sarebbe piaciuta ma, a un certo punto, comincia a diventare così ansioso da non riuscire neanche più a studiare e a dare esami. In realtà quell’ansia è un’epifania, un’apparizione che arriva da un’intuizione inconscia della persona: «C’è qualcosa che non va», dice l’inconscio mediante l’attacco. Sta emergendo dalla sua interiorità qualcosa di fondamentale di cui tenere conto.
Verità nascoste L’ansia non dice “cosa”, ma dice che “c’è qualcosa”. Potrebbe essere che non gli interessi più ma non abbia il coraggio di ammetterlo; o che tema di deludere genitori e parenti; o che stia inseguendo un perfezionismo che gli toglie serenità e piacere nello studio; o altro ancora. Se vorrà uscirne egli dovrà ascoltare l’ansia e, se necessario, prendersi del tempo per far emergere
il suo vero senso. Ma questa non è una società che lascia il tempo per pensare: «Guarda gli altri, sono già più avanti di te! A quanti anni vuoi laurearti? Vuoi andare fuori corso e pagare altre rette?», dicono i genitori (e dice anche la sua stessa mente). Perché così raramente diamo retta all’ansia? È il nostro cervello, nella sua antica sapienza, che la produce. L’ansia viene per un motivo; e se ne va - a meno che non venga ammutolita dagli psicofarmaci! - se il motivo scompare. Quindi soffrire d’ansia non è mai “sbagliato”, non signi ca che la persona abbia qualcosa che non va. Quel che non va è nella sua vita e l’ansia è lì per farglielo notare. Solo che bisogna volerla “leggere” e seguire.
di
Certo l’ansia chiede coraggio: quando ci dice che, intimamente, vogliamo cambiare strada o scelta, dobbiamo fare i conti con le nostre aspettative, con quelle degli altri, con l’attaccamento alla vita già intrapresa... Quando ci dice che stanno emergendo nuovi lati della personalità, che però nessuno intorno sia aspetta e che potrebbero risultare scomodi, ci vuole coraggio per farli vivere. Del resto l’ansia è una forma di paura intensa, e, da sempre, è strettamente connessa - anche nella mitologia - con il coraggio dell’eroe che cerca e afferma se stesso. Dovremmo abituarci a considerare l’ansia come una sorta di veggente,
L’ansia segnala che ci sono energie vitali cui non diamo spazio. Ma chiedono di vivere!
Quando arriva, non trattarla subito come un’intrusa
Quando l’ansia si presenta le prime volte, non deve essere subito “patologizzata”, non si deve pensare di avere qualcosa che non va. Anzi: signifi ca che il nostro sistema nervoso preserva intatto il suo “impianto di allarme” per segnalarci un pericolo nel presente, nascosto o, in prospettiva, sul nostro cammino. Ricordiamoci che nasce da zone cerebrali profonde, dette “nuclei della base”, ed è quindi espressione di una verità profonda, del nostro sentire più autentico. Per questo motivo, se appare, c’è un motivo. Un motivo che, soprattutto all’inizio, è molto più rintracciabile rispetto a quando, ignorata e lasciata a se stessa, può complicarsi e assumere le forme di un vero e proprio disturbo psichico, come panico, fobie, disturbo ossessivo. Per questo bisogna essere pronti a percepirla e ascoltarla “adesso”, appena si presenta. Non parliamo, ovviamente, delle piccole ansie giornaliere, sporadiche e naturali, dovute a singoli episodi, ma di quella che inizia a presentarsi con intensità e persistenza, e che, fi n da subito, influenza negativamente il nostro pensare e agire.
Il tuo benessere psichico non dipende da grandi cambiamenti, ma da come affronti la vita di ogni giorno.
Esplora il mondo interno ......................... pag. 56
Ferma i “perché” .........................................pag. 60 Dai spazio alle immagini .........................pag. 64 Non fissarti sui problemi .........................pag. 68 Cerca azioni incantate ..............................pag. 68
eppure non sta affatto bene: compaiono macchie di vitiligine su mani e viso, e certe azioni rituali, che ha sempre fatto, ora diventano ossessive: deve tenere un ordine preciso sulla scrivania, chiudere e controllare più volte la porta, spazzolarsi in continuazione con le mani la giacca... Pur non essendo praticante, inizia ad andare in chiesa quando non c’è nessuno per calmare l’ansia che spesso viene a trovarlo: ha la sensazione di doversi purificare e lavarsi la coscienza per gli errori commessi. In terapia subito emerge come il suo linguaggio sia significativo: da una parte ci sono “ombre”, “neo”, “torbido”, “sporco”; dall’altro “chiaro”, “limpido”, “trasparente”, “lavare”, “purificare”.
Viva le contraddizioni Questi lati estremi, tenuti così separati, creano una spaccatura in Filippo. Per uscire dal suo circolo vizioso è fondamentale incontrare l’oscuro che tanto disprez-
sotto
L’idea che le cose siano solo bianche o solo nere non si applica al mondo interno: qui tutto è sfumato e duplice
Vivo meno nel contraddizioni!
». E anche sfumare...
za e teme, e ammettere nella sua vita e nella sua coscienza anche delle sfumature. Altrimenti arriveranno sotto forma di relazioni torbide e ossessioni. Ad aiutarlo arriva un sogno: un’ombra lo insegue e lui scappa terrorizzato. In terapia associa a quell’ombra sensazioni e immagini, inizia a familiarizzare con loro e scrive una favola sull’Ombra. A volte immagina di averla accanto a sé nella vita reale, una presenza che nessuno può vedere, ai margini del suo campo visivo: oscura, furba, maliziosa, primordiale. Più entra in relazione con questa energia e più sente cambiare qualcosa dentro di lui: « controllo, nelle azioni compulsive, nell’ansia di fare le cose giuste. Mi sento oscillare tra luce e buio, mi rendo conto che voglio una relazione ma al contempo non la voglio, che sono pieno di contraddizioni! E qualsiasi pensiero mi arriva, anche il più brutto, lo accetto come il pensiero della mia Ombra i sintomi iniziano a sfumare...
Non cercare di cambiare o correggere il tuo carattere ma inizia a osservarlo come un panorama
Se ti soffermi a osservare un panorama naturale noterai che contiene infinite sfumature diverse: nulla in ciò che hai di fronte è giusto o sbagliato, tutto è come deve essere, naturale e spontaneo. Allo stesso modo tu sei un essere naturale e nella tua natura sono presenti molte sfumature diverse. Il tuo carattere, il tuo modo di essere, i tuoi stati d’animo mutevoli e contraddittori sono espressione della tua natura e della tua unicità. Allora impara a rispettare ogni cosa che ti appartiene: osserva senza commenti, spiegazioni, giudizi, intenzioni, convinzioni, moralismi. Il tuo compito non è esprimere un parere sui tuoi stati interiori, devi solo guardare. Esattamente come fai davanti ad un panorama, non devi correggere o migliorare, ma osservare: cosa c’è adesso dentro di me? Se c’è il giudizio, non ci sei “tu”. Se c’è la percezione, invece, l’anima ti porta il benessere.
appartiene: osserva senza commenti, spiegazioni, giudizi, intenzioni, convinzioni,
Le parti di te che rifiuti
riemergeranno sotto forma di disagi, emozioni dolorose, comportamenti incontrollati. Ma attento: sono preziose e se ora ostacolano i tuoi piani è solo perché vogliono regalarti nuove possibilità
Sensazioni, immagini, fastidi: porta l’attenzione su ciò che di solito non consideri importante di te
Se ci fai caso, mentre sei immerso nelle tue normali occupazioni o quando devi fare una scelta, emergono a volte cose inaspettate: un fastidio improvviso, un pensiero inatteso, un ricordo brutto o piacevole, una sensazione particolare... Ombre che passano veloci e che spesso ignori oppure analizzi con la razionalità. Prova invece a farci caso, a riconoscerne la presenza senza etichettarle, senza commentarle e soprattutto senza mandarle via. Devi immaginare che siano presenze fugaci che si muovono, come scintille, ai margini del tuo campo visivo. Mentre sei focalizzato su qualcosa, queste interferenze ti ricordano che c’è altro dentro di te. Allora fai così: prova a scrivere di quelle sensazioni, oppure disegnale, trasformale in un racconto... Falle vivere come storie parallele a quella che consideri la tua unica e sola vita reale. In questo modo ti accorgerai delle molte sfumature che ti abitano e che vivono contemporaneamente dentro di te.
LColpisce in maggioranza le donne e può diventare ricorrente. Molto dolorosa e fastidiosa, può essere affrontata anche con i rimedi naturali. Scopriamo come
a cistite è un’infezione della vescica che si manifesta con il bisogno continuo di urinare, con minzioni dolorose, con senso di peso nella regione sovra pubica e talvolta anche con la presenza di sangue nelle urine. Si tratta di un disturbo che colpisce le donne con maggior frequenza, anche in virtù della particolare conformazione anatomica dei genitali femminili che rende più facili le infezioni.
Quando è recidivante Le cistiti possono essere circoscritte a episodi sporadici o essere ricorrenti. In quest’ultimo caso, quando cioè si hanno più di tre episodi l’anno, è bene indagare, approfondendo non solo lo stato di salute della vescica, ma anche quello di altri organi. In particolare dell’intestino. È qui infatti che spesso risiede l’origine delle infezioni alle vie urinarie, soprattutto se recidivanti. La presenza di problematiche in ammatorie non diagnosticate dell’intestino, in particolare della sua parte terminale - ossia colon discendente, sigma e retto - possono determinare un’in ammazione a carico della mucosa intestinale con conseguente riduzione della permeabilità dell’intestino. Questo fa sì che i batteri intestinali migrino in organi come la vescica scatenando episodi di cistite batterica. Se soffri di cistite o infezioni ricorrenti o anche a scopo preventivo, af dati alle proprietà delle piante, che vantano spesso proprietà diuretiche, disinfettanti e depurative, preziose per combattere infezioni e in ammazioni alle vie urinarie ma anche calcoli e la cosiddetta “renella” o sabbia renale localizzati nelle stesse zone. Vediamo le erbe più utili a questo scopo.
Dolore e bruciore durante la minzione sono i campanelli d’allarme più caratteristici sia delle cistiti batteriche, sia di quelle non infettive. In generale la sintomatologia è la seguente:
• fastidio e dolore a urinare
• senso di mancato svuotamento della vescica
• sensazione di peso al basso ventre
• urgenza frequente a urinare con emissione di piccole quantità di urina
• presenza di sangue nelle urine (nei casi di cistite acuta).
Idratati con regolarità: bevi due litri d’acqua a piccoli sorsi nell’arco di tutta la giornata. La disidratazione favorisce la formazione di un ambiente più alcalino e si crea un habitat ideale per la proliferazione di
• Mantieni una regolare funzionalità batteri nella vescica. intestinale.
• Non devi trattenere l’urina, in quanto ciò facilita la risalita dei batteri lungo l’uretra.
• Non indossare pantaloni troppo stretti e privilegia intimo di cotone.
Un intestino che funziona bene è fondamentale per evitare il rischio di cistiti. Quindi in primo luogo va curata la regolarità intestinale consumando in abbondanza fibre (attraverso frutta e verdura di stagione ma anche cereali integrali). Al contrario vanno evitati quei cibi che favoriscono l’infiammazione, sia
Tra questi:
• caffè,
• cioccolato
a scopo preventivo, sia in caso di cistite in corso.
• latte e derivati.
• spezie (come il peperoncino)
• bevande zuccherate
di Marta Monciotti psicologa e psicoterapeuta
Francesca è una donna decisa, ma ora che vuole un figlio le cose
non vanno come sperato. Anzi, deve addentrarsi tra paure e tristezze che le erano
estranee. Ma così impara che solo affidandosi può creare
«Sono sempre stata un maschiaccio, n da bambina mi piacevano di più i giochi dei maschi: arrampicarmi sugli alberi, correre, giocare a pallone. Le bambole che mi regalavano nivano nel dimenticatoio, mai usate. Ero la cocca di mio padre, la glia femmina che però era come un maschio». Effettivamente Francesca, anche ora, mostra dei tratti maschili: nel modo di vestire, nei tatuaggi, nel piglio sicuro, negli sport che pratica. Si è sempre considerata “semplice come un uomo”, libera e leggera. Ha un lavoro che le piace, ma soprattutto le lascia tanto tempo libero per fare quello che vuole; ha una relazione con un compagno con cui convive e sta bene: si sono sempre divertiti insieme, senza troppi progetti. Solo che ora tutto è diventato pesante e lei è piena di pensieri, da quando hanno deciso di provare ad avere un glio. Francesca racconta di essere rimasta incinta
e poi di aver avuto un aborto spontaneo. «Al di là del dispiacere per averlo perso, quello che mi sconvolge è come ero diventata mentre ero incinta!».
Statua di marmo In quelle settimane Francesca era come fuori di sé: se ne stava immobile, rigida, attenta a qualsiasi segnale del suo corpo, «dura e fredda come una statua di marmo» e piena di pensieri. Nel riprendere la sua vita di prima, si rende conto che qualcosa è cambiato: si sente più fragile, piange spesso senza un motivo, è più sensibile e desidera spesso stare da sola. In terapia si lascia andare a queste emozioni del tutto nuove e il blocco di marmo comincia a sciogliersi un po’. Si prende del tempo, si concede di fare le cose in modo diverso: va a nuotare, senza fare la competitiva come al solito; sta al sole a leggere, senza dover per forza essere attiva, inizia a fare un po’ di cose da sola, allontanandosi dalle solite relazioni. Mentre esplora queste sensazioni, Francesca resta di nuovo incinta. Questa volta sa di non
volersi pietri care e complice l’estate passa ore in acqua, si muove, «fa come se niente fosse». Nel giro di poco, però, arriva il secondo aborto.
L’animale e il Dio Quando mi racconta di ciò che prova si percepisce uno smarrimento: «Questa volta ho fatto meglio, non sono andata in palla, non ho fatto la statua... Eppure…». Francesca sembra quasi sentirsi colpevole o responsabile per l’esito delle gravidanze: come se credesse di poterle governare, decidere, indirizzare. Il suo voler avere sempre il controllo la rende cieca di fronte alla natura misteriosa delle cose: «Se non posso fare niente, controllare niente, che posso fare?». Quando pronuncio la parola “af darsi” è ancora più confusa: non capisce, mi chiede
I l mondo della razionalità, della “testa”, ha una sua funzione: ci permette di organizzarci, di svolgere i nostri compiti, di pianifi care un lavoro, di progettare una vacanza… Ma questo lato lineare, semplice, logico e razionale non può esserci utile per le cose del profondo. Spesso oggi si sente parlare di infertilità, di diffi coltà di concepimento o di poliabortività (quando una donna ha due o più aborti spontanei entro la ventesima settimana), anche senza che ci siano problematiche fi siche rilevanti o evidenti. Altrettanto spesso, fare un fi glio è diventato un compito, un obiettivo, un programma, qualcosa da pianifi care e controllare. Ed ecco che la natura si oppone: il concepimento e la gravidanza appartengono al regno del mistero, sono una manifestazione concreta di qualcosa di invisibile e non controllabile, che avviene da sé. “Affi darsi” è la parola chiave da seguire: mollare i pensieri e i ragionamenti, mollare il controllo e la programmazione e affi dare il desiderio a qualcosa di più grande e misterioso.