Sommario
RITROVA LA CALMA E L’EQUILIBRIO DAI SPAZIO ALLE EMOZIONI
PAG. 8
Elimina le tossine dello stress
PAG. 12
Se sei agitato, entra nel tuo rifugio... E lascia il mondo fuori
PAG. 16 Stai male? Impara a volare alto sui disagi
PAG. 20
Periodo no? Datti del tempo, ne uscirai
PAG. 26
Cura le tue angosce con la forza delle immagini
PAG. 30
Cerca il contatto con il lato di te dimenticato
PAG. 34
Fuori dalla tua comfort zone ma senza timori
PAG. 38
Fatichi a gestire la rabbia? Impara a esprimerla e poi dimentica
PAG. 42
Troppo controllato? Dai spazio alla spontaneità
ELIMINA L’ANSIA
PAG. 48 I disagi ti tormentano? In te c’è un’energia che vede oltre
PAG. 52 Manda via l’inquietudine contemplando una rosa
PAG. 56 L’angoscia se ne va in un battito d’ali
PAG. 60 Non farti bloccare dal timore della scelta
PAG. 64 Fatichi a dormire? La tua stanza dei sogni ti aspetta
PAG. 68 Agitazione prima di un appuntamento? Non lasciarle il controllo
RAFFORZA L’AUTOSTIMA
PAG. 74
Liberati dalla paura del giudizio degli altri
PAG. 78
La trasformazione è già in atto: non opporre resistenza
PAG. 82 Come attivare le risorse innate
PAG. 86
Trova la tua strada verso la felicità
PAG. 90 Prepara la tua mente a rifiorire
PAG. 94 Guarda il mondo con occhi diversi
Se sei agitato, ENTRA NEL TUO RIFUGIO… E LASCIA IL MONDO FUORI
COME LA TANA PER GLI ANIMALI, ANCHE TU PUOI TROVARE IL TUO GUSCIO PROTETTIVO, UN LUOGO IN CUI RIPOSARE E RICOSTRUIRE LA TRAMA PROFONDA DEL TUO ESSERE
Quando siamo tristi o agitati o quando ci capita qualcosa di spiacevole, non desideriamo altro che restare a casa lasciando il mondo fuori: come se sentissimo il bisogno di covare noi stessi nel nostro nido, per guarirci e per rigenerarci.
La casa, come la tana, spiega il fi losofo aston ac elard è un’espressione dell’archetipo della dimora, del rifugio, del luogo della stabilità, della pace, della tranquillità, del nascondimento e della segretezza.
LO SPAZIO DELLA QUIETE E DELLA SERENITÀ
La casa è il luogo della quiete, dell’intimità e del contatto con se stessi che risponde alla necessità universale di separarsi dall’esterno per prender-
si cura della propria essenza. Nei simboli e nelle immagini oniriche la casa rappresenta sempre il sognatore, il suo Sé, il suo mondo interiore, il suo luogo d’origine e la sua meta: ciò che accade nella casa riette le dinamic e profonde della psiche.
IL TUO NASCONDIGLIO INVIOLABILE E SICURO
La casa è il nostro spazio, inviolabile e inaccessibile, ci fa sentire che abbiamo un posto
nel mondo, che non siamo in balia delle intemperie, delle perturbazioni esterne, del caos. Parliamo a questo punto della casa non solo come luogo fisico, ma anche come immagine. n immagine salvifica e sacra alla quale possiamo tornare ogni volta che ne abbiamo bisogno: quando siamo colpiti dall’ansia, quando ci sembra di non riuscire a stare a galla nel mare di preoccupazioni e impegni o quando siamo in preda allo sconforto o allo stress.
COSÌ L’ANIMA RAGGIUNGE L’EQUILIBRIO
Ogni volta che ti senti sotto pressione, ogni volta che sei sopraffatto dagli impegni di tutti i giorni, puoi provare l’immaginata proposta nelle pagine seguenti. Ti aiuterà a raggiungere l’equilibrio psicofisico.
La casa è uno dei più potenti elementi di integrazione per i pensieri, i ricordi e i sogni dell’uomo. La casa travalica le contingenze: se mancasse, l’uomo sarebbe un essere disperso. Gaston Bachelard
Cura le tue angosce CON LA FORZA DELLE IMMAGINI
SPOSTARE LO SGUARDO DAL PROBLEMA È LA CHIAVE PER POTERLO SUPERARE E AFFRONTARE I MOMENTI DI SOFFERENZA, USCENDONE RINATI
Dove sono collocato, dove è collocata la mia mente? Questa è la domanda che dobbiamo farci quando vogliamo superare piccoli e grandi stati di disagio e di stress. Se sono seduto sulla superficie di me stesso, sui pensieri, sulle domande che l’Io si fa di continuo («Sarò all’altezza? E se non ci riesco? Cosa pensano gli altri di me? Devo migliorare, essere più forte?») è come se io fossi un frutto e pensassi
di essere solo la buccia, paragonandomi di continuo agli altri («Lui è più bello, lei è più sicura di sé, l’altra è più realizzata...»). Come se una mela volesse diventare un mandarino. Se però ci collochiamo più in profondità, nella polpa e nel seme, tutto questo lavorio superficiale sfuma e a iamo la possibilità di ritrovare la nostra essenza e di riposare assieme a lei, senza più dover lottare. a se in superficie ci sono i pensieri, cosa c’è più in pro-
VUOTO E SILENZIO: I RIMEDI
Uno dei miti più deleteri del nostro tempo è quello che mette in primo piano “comunicare” al posto di “essere” : “parlarne aiuta a risolvere i problemi”. Non è vero. Invece il mondo interiore proprio del senso di vuoto e solitudine ha bisogno quando dobbiamo “cambiare pelle”. Il senso di vuoto ci distacca dai luoghi comuni, da quella zona di comfort mentale in cui ci siamo fossilizzati, e il silenzio ci permette di ascoltare voci interne di cui abbiamo paura.
fondità? Le immagini. Qualcuno li ha chiamati “archetipi”: sono gli elementi con cui il cervello profondo articola i propri bisogni, in contatto diretto col corpo da una parte e con quella “impronta unica” che ci fa essere noi stessi, diversi da tutti gli altri, dall’altra. Ecco perché, nelle meditazioni, usiamo le immagini. Grazie a loro, in un semplice percorso di rilassamento, possiamo in ogni momento andare nelle nostre radici e sperimentare la serenità interiore, che non viene mai da inutili tentativi di auto-correzione, ma dalla possibilità di allargare lo sguardo su di s fino a vedere e comprendere tutto. Le immagini sono il linguaggio più profondo e primordiale del cervello, quello che ha sede nel cervello antico. Sono il ponte che unisce conscio e inconscio, la casa dei sogni notturni e degli archetipi che guidano il mondo interiore verso la nostra realizzazione.
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Le difficoltà e le tensioni della vita non arrivano per bloccarti, ma per dare una spinta alla tua crescita personale.
Ritrova subito la calma
Agitazione prima di un appuntamento? NON LASCIARLE IL CONTROLLO
UN ESAME, UN COLLOQUIO, UN INCONTRO: SONO TANTI GLI EVENTI CHE CI FANNO SENTIRE SOTTO PRESSIONE, FINO A METTERE IN DUBBIO LE NOSTRE CAPACITÀ. NON CEDERE! RIFUGIATI NELL’IMMAGINE DEL LUNA PARK...
Tutti abbiamo sperimentato la sensazione del cuore che batte all’impazzata prima di un colloquio, di un esame, di un appuntamento o di una chiamata importante, magari anche prima di una presentazione di lavoro davanti ai colleghi o di un evento pubblico. Certamente un po’ di agitazione, in queste situazioni, può essere normale: in un certo senso è anche utile perché, come un pungolo, ci mantiene vigili e “sul pezzo”. volte però l’ansia che proviamo prima di un evento importante diventa paralizzante: ci priva di lucidità e ingigantisce i nostri dubbi interiori, i “Non ce la farò” e i “Non sono all’altezza”. Più si avvicina
l’ora X, più cresce... Quando accade, c’è una cosa che puoi fare per riprendere il controllo: fermati e respira lentamente, a
occhi chiusi, e ascolta l’esercizio immaginativo pensato proprio per prepararsi a un evento importante che genera ansia.
NON IMMAGINARTI IL FUTURO, CONCENTRATI SUL QUI E ORA
Bisogna sviluppare la consapevolezza del presente, del “qui e ora”. Se restiamo ancorati saldamente al presente, anziché avere fretta di anticipare il momento futuro che provocherà paura, limitiamo il disagio al solo istante che la scatena, ad esempio al tempo di durata di un volo aereo. Dobbiamo dire a noi stessi che “ora” va tutto bene e quando sarà il momento di avere paura ce ne occuperemo. Anche perché se viviamo nel futuro non siamo nel presente, e se non siamo nel presente non ascoltiamo cosa ci dice il nostro corpo, dunque non siamo “consapevoli” di quel che accade.
Libera il tuo potenziale
Come attivare LE RISORSE INNATE
SE CI AFFIDIAMO AL NOSTRO SAPERE INNATO, A CIÒ CHE SAPPIAMO FARE SENZA AVERLO IMPARATO, TUTTO TORNA A FLUIRE IN MODO NATURALE E ANCHE AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ DELLA VITA DIVENTA PIÙ SEMPLICE
Avolte la vita ci costringe ad allontanarci dal gregge e a imboccare la nostra strada, ad assumerci la responsabilità della nostra esistenza. Quando la pecora ha perso il gregge ha dovuto smettere di seguire ciecamente il pastore e così ha dovuto imparare rapidamente a fare affidamento solo su di sé. Ha attivato le proprie risorse nascoste: è riuscita
a percorrere una distanza significativa senza perdersi, schivando i pericoli e le insidie del viaggio, ha trovato la strada di casa riuscendo a trarre in salvo se stessa e rimanendo illesa. Le crisi e le difficolt ci allontanano dagli altri, ci isolano, ci fanno sentire soli con le nostre paure e i nostri dolori di fronte alle sfide c e ci troviamo a dover affrontare. Allora potremmo vedere i disagi non come
SCOPRI IL TUO LATO UNICO
“Io sono io” significa: non c’è nessuno che somiglia a me perché se ci fosse un altro come me tanto varrebbe che io non ci fossi. Conoscersi non vuol dire conoscere l’idea mentale che ci siamo fatti di noi: sono troppo timido, sono troppo irascibile, sono troppo seria... Quell’idea è ciò che ci impedisce di essere felici, perché è sempre uguale ed è infarcita di modelli di perfezione. Conoscersi invece è osservarsi. È riconoscere che ci abita una diversità, cioè una serie di tendenze e attitudini nostre, un sapere nostro. Cosa c’è di nostro? È importante sapere cosa c’è di diverso. Se siamo uguali a tutti gli altri non siamo nessuno.
sfortune, ma come chiamate ad intraprendere la nostra strada, a riprendere il nostro viaggio verso la nostra casa interiore. Quando si presentano dovremmo dirci: “ecco, tocca a me, nessuno può farlo al posto mio”. Jung amava dire ai suoi pazienti c e i disagi e le difficoltà della vita altro non sono che prove iniziatiche che ci trasformano. Ecco una tecnica pratica e immaginativa che, come un antico rituale, ti aiuta a separarti dalle inutili finzioni e ti fa ritrovare la tua completezza. Sei venuto al mondo per essere ciò che sei, diverso da tutti gli altri. La tua unicità emerge quando lasci da parte l’idea che ti sei fatto di te e di quello che dovresti essere; ovvero quando smetti di fare confronti e di imitare dei modelli. Quand’è che vengono a trovarci i disagi? Quando una maschera che ci cuciamo addosso giorno dopo giorno prende il sopravvento su di noi, sul nostro volto più spontaneo e naturale.