La magia dimagrante del mini digiuno
Così attivi il tuo potere bruciagrassi
Il cibo, simbolo di nutrimento della nostra anima
I danni dell’eccesso alimentare nella società moderna
Anche per gli antichi era una medicina Sciogli tutti i tuoi dubbi prima di iniziare
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I vantaggi per la linea
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I principali benefici del digiuno sul peso forma
Si limita il potere ingrassante dell’insulina
Ripulisce tutto il corpo dalle scorie
Stomaco e intestino migliorano l’equilibrio Si alleggerisce anche il fegato Sblocca subito la ritenzione
I vari tipi di digiuno Serve il giusto atteggiamento mentale
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Ci sono tante forme di astensione dal cibo
Cosa si intende per digiuno intermittente
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Le altre opzioni per ridurre le calorie
Lo stop fino a 72 ore
Usa il mima-digiuno come modello da adottare sempre
Con la dieta liquida riequilibri stomaco e colon
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La mente rema contro? Ecco i suggerimenti per farcela
“Digiuna” anche dalle parole e dal superfluo
L’aiuto in più: l’immaginata che ti fa incontrare la tua parte più autentica
COSÌ ATTIVI IL TUO POTERE BRUCIAGRASSI
PROVA IL DIGIUNO INTERMITTENTE PER ALMENO 2 SETTIMANE: TI AIUTA A PERDERE PESO SENZA STRESSVoglia di rimettersi in forma e di buttare giù finalmente quei chili di troppo che appesantiscono la silhouette? Sì, ma in che modo? Seguendo per un breve periodo di due settimane la formula del cosiddetto digiuno intermittente, un modello molto semplice ed efficace per dimagrire. Gli abitanti di Okinawa, in Giappone, sono noti per essere magri e in salute e per vivere una vita lunga e sana seguendo la filosofia nota come “hara hachi bu” che significa “mangia fino all’80% della tua capienza”. Il segreto della loro linea è proprio la riduzione calorica, un principio che in modi diversi possiamo applicare anche alla nostra alimentazione. Nessun grosso sacrificio. Si tratta semplicemente di alternare intervalli di tempo nell’arco della giornata in cui non si mangia (o si mangia meno) ad altri in cui si ritorna alla propria normalità. Stiamo parlando di poche ore o di pochi giorni, come vedremo più avanti quando esporremo nel dettaglio le diverse forme di semidigiuno utili per perdere peso. Quindi periodi molto brevi che possono essere affrontati facilmente da chiunque.
Digiuno
● Riduce i livelli di insulina, così possiamo accedere alle riserve di grasso. Questa è la magia del “digiuno pulito”.
● Il tasso metabolico aumenta.
● Il tessuto muscolare non diminuisce. Anzi aumenta grazie a livelli più alti di ormone della crescita.
Diete ipocaloriche tradizionali
● Più pasti in una giornata inducono un rilascio frequente di insulina nel sangue, impedendo di bruciare i grassi in maniera efficiente.
● Il metabolismo rallenta.
● Il corpo inizia a usare la massa muscolare come carburante, dal momento che il grasso diventa inaccessibile a causa degli alti livelli di insulina nel sangue.
Gli effetti sull’organismo
1Una variazione del profilo ormonale con netta riduzione della insulina (ormone dell’accumulo di grasso e della sensazione di fame continua).
2La riduzione di insulina permette l’attivazione dell’ormone del digiuno, il glucagone, che libera la riserva di glucosio custodito negli epatociti. Il glucagone cioè compie una azione primaria per dimagrire: “scarica” il fegato dall’eccesso dei carboidrati per garantire un adeguato e continuo rifornimento di glucosio al cervello, senza cadere in chetosi, ovvero in carestia! Il glucagone fa uscire gli acidi grassi dall’interno degli adipociti, cellule della massa grassa, svuotandoli, e così si dimagrisce!
Uno stile di vita
Il concetto di “digiuno” non deve spaventare: in realtà tutti noi digiuniamo, tra un pasto e l’altro ma soprattutto di notte, per almeno 8 ore se non di più. Prolungare di qualche ora l’astinenza dal cibo, secondo gli studi più recenti, garantisce svariati benefici, che vanno da alcune risposte ormonali al rafforzamento del sistema immunitario. Ma soprattutto si dà un segnale di discontinuità al metabolismo, che viene percepito proprio come una sveglia. Ora che hai compreso il perché sia importante seguire il digiuno, non vedrai l’ora di scoprire come metterlo in pratica. Innanzitutto devi considerare che il digiuno intermittente non è una dieta ma uno stile di vita, e per questo, una volta che lo fai tuo, lo puoi poi adottare per sempre.
3Il corpo si libera dalle tossine. Il riposo dato in particolare all’intestino consente di rigenerare le mucose, riducendo così il gonfiore addominale; si modifica in senso positivo anche la composizione della flora intestinale.
4La riduzione della insulina elimina l’effetto del sodio sulla ritenzione idrica, aumentando la diuresi.
Cosa succede nel corpo
Durante il digiuno il corpo riduce la secrezione di insulina abbassandone i livelli. Il fegato, grazie all’attivazione dell’ormone del digiuno, il glucagone, rilascia il glicogeno accumulato negli epatociti sotto forma di energia, soprattutto per il cervello. Così facendo il fegato viene scaricato dall’eccesso di carboidrati. Il glucagone fa uscire gli acidi grassi dagli adipociti e permette di perdere peso. Una volta che abbiamo consumato quell’energia, l’avere poca insulina nel sangue significa che il corpo può accedere alle riserve di grasso e trasformarle in benzina, creando i corpi chetonici che soddisfano il bisogno energetico cerebrale. Il corpo percepisce di avere comunque molto carburante immagazzinato e non rallenta il metabolismo.
metabolismo
RISULTATI IMMEDIATI e duraturi nel tempo
IL CERVELLO CAPISCE CHE PUÒ STARE BENE ANCHE MANGIANDO POCO E COSÌ SI SPEZZA LA DIPENDENZA DAL CIBO
L’abbondanza di cibo e la frequenza dei pasti ci ha fatto perdere la percezione del valore, sia reale che simbolico, del mangiare. Il risultato più importante che si ottiene con la pratica del digiuno intermittente è l’acquisizione di un buon rapporto con il cibo e di tutte le funzioni che rappresenta. Il digiuno allena il cervello a capire che si può raggiungere uno stato di benessere anche mangiando poco spezzando così la dipendenza dal cibo. A differenza delle normali diete ipocaloriche, che spesso risultano difficili da mantenere nel tempo col rischio di creare in chi le pratica una vera e propria ossessione per il cibo, nel digiuno questo rischio non si corre. Anzi si fa pace con ciò che ci nutre ristabilendo con esso un rapporto più equilibrato. L’astensio-
Diminuisce la fame
Astenersi dal cibo con le modalità previste dal digiuno intermittente riequilibra gli ormoni della fame riducendo la voglia di mangiare non motivata da reali necessità fi siologiche. Inoltre il digiuno, anche temporaneo, favorisce la sintesi di ormoni che stimolano la lipolisi, ovvero l’utilizzo del grasso contenuto nelle cellule adipose.
ne dal cibo rende più attenti e consapevoli. Dopo un periodo di depurazione, infatti, non ci sentiamo più tanto attratti da quei cibi troppo dolci, grassi, conditi o salati. Via via che la pratica diventerà abituale ci si accorgerà di come nei giorni di digiuno aumenti la sensazione di benessere, leggerezza e lucidità mentale.
I cambiamenti nel corpo
I cambiamenti che vengono innescati dal digiuno, anche di breve durata, ma ripetuto, sono molto profondi. Ecco alcuni dei più rilevanti.
● Si riducono i processi infiammatori a carico dell’intero organismo e vi è una rigenerazione cellulare profonda.
● Il corpo si libera dalle tossine. Il riposo dato in particolare all’intestino consente di rigenerare le mucose, riducendo così il gonfi ore addominale; si modifi ca in senso positivo anche la composizione della flora intestinale.
● Viene stimolata la sintesi di ormoni che portano alla mobilizzazione degli acidi grassi dal tessuto adiposo, in modo che vengano bruciati.
● Si previene l’accumulo di grassi nel fegato, sostenendo la funzionalità di quest’organo che è fondamentale per la salute dell’organismo, poiché è uno dei nostri “fi ltri” più effi cienti.
● Si riduce lo stress ossidativo, la quantità dei radicali liberi in circolazione e quindi anche l’invecchiamento cutaneo.
Si tiene in equilibrio la glicemia
Digiunando per un numero adeguato di ore durante la giornata l’intero apparato digerente riposa, poiché non è costantemente impegnato nel lungo e dispendioso (dal punto di vista energetico) processo di digestione e metabolizzazione degli alimenti. Ma soprattutto la produzione di insulina, l’ormone considerato il maggior responsabile dell’accumulo di grasso, viene limitata a un intervallo di tempo specifico: si innescano così i processi di scioglimento degli strati adiposi e di depurazione. Inoltre, durante le ore di riposo dal cibo, si viene a creare una sorta di “riposo insulinico” del quale beneficiano tutti gli organi. L’astensione temporanea dal mangiare consente di limitare la produzione di scorie metaboliche e permette quindi di “disintossicare” gli apparati corporei.
IL CIBO, SIMBOLO DI NUTRIMENTO DELLA NOSTRA ANIMA
MANGIARE È ANCHE UN’ESIGENZA DELLA NOSTRA PSICHE E SPESSO “RIEMPIE” L’ASSENZA DI AFFETTI ED EMOZIONI
Mangiare non è solo un’esigenza dell’organismo, ma lo è anche della nostra psiche. Per molte persone rappresenta anche il tentativo di colmare l’assenza di affetti, emozioni e sentimenti. Provare la rinuncia al cibo ci fa riscoprire il suo senso più vero. La medicina del XX secolo ha portato tanti benefi ci ma ha anche mostrato di avere dei limiti. Il primo è quello di curare il corpo senza considerare l’importanza che la psiche ha sulla salute. Il nostro inconscio, quel nostro mondo interiore di cui, in genere, non ci accorgiamo se non per frammenti, è strettamente connesso al corpo.
Colma dei vuoti affettivi
È proprio questo aspetto che Groddeck, il padre della medicina psicosomatica, criticava della medicina moderna, con queste parole: «Il pensiero medico si è mosso per molti decenni all’interno di un sistema in cui i processi venivano ordinati in due sfere, una organica e una psichica». Groddeck aveva ben compreso la stretta relazione che esiste tra i processi psichici e la materia organica, quanto questi due mondi siano connessi l’uno all’altro. Secondo l’ISTAT, 3 persone su 4 vanno dal medico per la prima volta per parlare di un problema psicosomatico o per lo stress. Nutrizionisti e dietologi trattano il cibo solo come fonte di calorie ed elementi nutritivi. Ma di nuovo Groddeck scrive: «... purtroppo ci si comporta come se il ventre esistesse solo per digerire. Sarebbe una bella cosa se ci si decidesse a studiare, con eguale cura, l’azione e l’influsso dell’anima sul ventre e se si applicassero nella prassi medica i risultati di queste ricerche». L’idea che ci siamo fatti del cibo è arida, mangiare è diventato un
atto superfi ciale e privo di signifi cato, come introdurre del carburante in una macchina, e così ha perso il valore rituale, simbolico e affettivo che ha sempre avuto nella storia dell’uomo e del mondo. Mangiamo per colmare un vuoto affettivo e, spesso, senza avere fame.
Un atto rituale
Mangiare è sempre stato un gesto profondamente legato alla ritualità: legava gli uomini alle energie primordiali della vita. Il cibo è in grado di agire profondamente sulla nostra interiorità. Mangiando portiamo dentro di noi il mondo esterno, le sue forme, i suoi colori. Ogni cibo è uno stato di coscienza, entra nel corpo e nella psiche. Inoltre l’alimentazione è legata all’universo del piacere e alla sensorialità: come il sesso, un cibo non ci appaga solo perché lo ingurgitiamo, ma ci dà piacere annusandolo, guardandolo, toccandolo o assaporandolo, tutte azioni che sono il fulcro della relazione erotica. Cibo e sesso stimolano nel cervello gli stessi centri arcaici e attivano processi simili. La neurofi siologia ci spiega che nel cervello esiste un’area, il “nucleo accumbens”, preposta a mantenere costante il livello di dopamina, il mediatore che produce la sensazione di benessere. La dose di dopamina di cui necessita il corpo non è trattabile, non può diminuire, e se il piacere non glielo procuriamo noi, se lo procura l’organismo stesso. Ecco perché, quando nella nostra vita manca il piacere, scende in campo il desiderio di cibo, per compensare tale carenza. Il cibo è diventato uno sfogo superficiale: offre la possibilità di soddisfazione immediata. È il principale svago collettivo e non a caso quasi tutte le occasioni di ritrovo sono legate al cibo: andare al ristorante o fare un aperitivo sono occasioni in cui cerchiamo “qualcosa” che spezzi la routine.
Lascia spazio all’essenziale
La cosa fondamentale nella propria vita, anche per perdere peso, è capire che cosa corrisponde alle nostre esigenze primarie, e poi lasciare da parte tutto il superfluo. Il digiuno ci fa capire che in fondo il cibo essenziale per il nostro corpo è davvero poco. Tutto il resto è un di più, che forse appaga il gusto e i bisogni emotivi, ma di certo ci sovraccarica di sostanze inutili e anche dannose per la salute. Ridurre al minimo e semplificare non vuol dire svuotare la propria vita, ma riempirla di ciò che conta davvero. Nel caso dell’alimentazione sono i cibi più sani, naturali e genuini che servono a mantenerci in salute. Per arrivare a quelle che sono le nostre esigenze fondamentali, al nostro nucleo naturale, dobbiamo togliere e non aggiungere, come hanno sempre sostenuto pensatori, filosofi e artisti del passato.
È diventato l’antidoto alla tristezza
Ogni volta che proviamo emozioni che ci disturbano, ogni volta che siamo tristi, ansiosi, stressati o arrabbiati con qualcuno, mangiando ci sentiamo meglio. Attraverso il cibo, modificando la chimica cerebrale, cambiamo i nostri stati d’animo, regalandoci momenti di appagamento. Per molte persone il cibo è diventato la principale, e a volte l’unica, fonte di piacere. Basta questo a spiegare perché mangiamo così tanto, anche se sappiamo che ci fa male? È suffi ciente a chiarire il fatto che viviamo per mangiare? A dimostrarcelo non basta la presenza massiva del cibo, né il ruolo così invasivo della pubblicità dedicata all’alimentazione, come non può farlo solo l’elevata appetibilità dei prodotti o la ricerca di piacere. Forse questo bisogno di cibo non vuole soddisfare solo le dinamiche legate all’appagamento, ma anche gli aspetti più profondi della società.