Vittorio Caprioglio
Vittorio Caprioglio La felicità si impara
La felicità è più vicina di quanto ci immaginiamo: è già qui con noi, ma non ce ne accorgiamo, perché la vediamo come una meta lontana, collocata nel futuro, da raggiungere a fatica. Invece è un dono naturale che tutti possiamo avere, già ora, se smettiamo di inseguire gli obiettivi fasulli che ci siamo messi in testa. Quando ci sentiamo felici? Quando siamo calati nelle azioni del presente e agiamo in modo fluido, senza farci condizionare dalla razionalità. Non dobbiamo cambiare nulla in noi, ma solo ascoltare le sensazioni che vengono dalle nostre risorse interiori e lasciarci guidare a fare ciò che ci viene più naturale. Allora la felicità sboccia spontanea, perché stiamo facendo fiorire il progetto contenuto nel nostro seme.
La felicità si impara
Non servono sforzi o fatica per raggiungerla: è già vicino a te, se la sai cogliere
RIZA Cover la felicità si impara.indd 1
RIZA
Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
RIZA 07/06/17 16:14
VITTORIO CAPRIOGLIO
La felicità si impara
Non servono sforzi o fatica per raggiungerla: è già vicino a te, se la sai cogliere
RIZA
La felicità si impara Testi a cura di Vittorio Caprioglio Editing: Giuseppe Maffeis Grafica di copertina: Roberta Marcante Illustrazione di Alberto Ruggieri © 2017 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.
Indice INTRODUZIONE La felicità arriva quando non la cerchi.......................7 CAPITOLO 1 Hai già tutto ciò che ti serve per essere felice.............11 CAPITOLO 2 Lascia da parte le convinzioni che ti sei creato ..........21 CAPITOLO 3 Stai bene quando fai quello per cui sei nato...............39 CAPITOLO 4 Libera la mente e così ritrovi la gioia di vivere ........57 CAPITOLO 5
Come si arriva all’isola della felicità? .......................79
INTRODUZIONE
La felicità arriva quando non la cerchi
L
a felicità è come il sole, è uno stato “luminoso” dell’anima che spazza via tutte le nubi delle false convinzioni che offuscano il nostro atteggiamento mentale. Per raggiungere la felicità non ci sono decisioni da prendere o ragionamenti da fare: una pianta va spontaneamente verso il sole, senza chiedersi se fa bene o male. Invece spesso ci diamo da fare nella convinzione che la felicità dipenda da qualcosa che è al di fuori di noi: trovare il partner ideale, crearsi una famiglia, avere i soldi, un buon lavoro, il successo. È tutto sbagliato: la felicità dipende solo da noi. Viene dalla capacità di stare nel presente, nelle cose così come sono, nelle azioni che facciamo. Perché ci sia il piacere bisogna che tu sia lì, coinvolto e presente, senza altro pensiero che non quello di essere lì. Tant’è vero che il punto più alto del piacere, l’orgasmo, arriva sempre nella più totale assenza di ragionamenti. Felicità infatti fa rima con spontaneità, ed è uno stato naturale, che il nostro seme tende a produrre incessante7
Introduzione
mente, se non lo disturbiamo inseguendo falsi obiettivi, dettati dai luoghi comuni. I sogni, le svolte dell’esistenza, si realizzano proprio quando smettiamo di fare sforzi, di perseguire gli scopi che ci siamo messi in testa. Succede quando lasciamo che da dentro di noi, da una parte misteriosa e oscura, sgorghino le intuizioni che ci portano spontaneamente verso la realizzazione di noi stessi. In ogni istante, infatti, mentre noi rincorriamo pensieri, progetti e obiettivi, il cervello mantiene attive le centraline del piacere e della gratificazione, che secernono endorfine e neurotrasmettitori, tali da attivare in noi uno stato di benessere e felicità. Sbagliamo profondamente quindi quando pensiamo che la felicità richieda sforzi e che dobbiamo meritarcela, puntando a migliorare noi stessi. Tutte le volte in cui ci accusiamo e ci critichiamo, ci stiamo allontanando dalla felicità naturale, proprio perché, correggendoci, non accettiamo quel che realmente e spontaneamente siamo. Ma ce ne allontaniamo anche quando ragioniamo troppo sulla nostra vita, sulla nostra storia, sul passato.
Solo nel presente puoi vivere la gioia Il segreto della felicità è non rimpiangerla mai dal passato e non rimandarla mai al futuro. Solo adesso possiamo essere felici. È un errore cercare di riprodurre gli istanti magici che abbiamo già vissuto. La gioia formato deja-vu è sempre deludente. Chi vive nel rimpianto di un tempo ormai morto, così 8
La felicità arriva quando non la cerchi
come chi attende l’arrivo di persone e occasioni in un domani ipotetico, si trova a rincorrere inutilmente chimere che sono fuori dal tempo presente. Ciò impedisce di godere i frutti che già ci sono, e quindi fa rinunciare in partenza alla felicità possibile. La felicità è stupore: nasce dal nuovo e detesta le minestre riscaldate, i progetti, le costruzioni e gli artifici. Una vita felice è piena di cose inaspettate. Ma per colmarla di sorprese occorre avere un occhio aperto e pronto: non è vero che le novità non accadono, piuttosto siamo noi a essere incapaci di vederle. Il nostro sguardo interiore si è adattato a una gamma di cose che la mente comune ritiene importanti e mette a fuoco solo quelle, lasciando sullo sfondo tutto il resto. Vediamo solo il mondo che siamo abituati a vedere: un mondo ristretto. Cambiare sguardo, allora, è il passo fondamentale per incontrare la felicità. È importante allenarsi a notare ogni giorno della vita le novità che continuamente accadono. Impara a chiederti sempre: cosa è accaduto di nuovo oggi? Quali sorprese sono venute a visitarmi? Sì, bisogna spostare l’occhio dal suo consueto angolo di visuale. In questo modo pensi di meno ai soliti problemi. Questa è la condizione essenziale per far nascere le soluzioni migliori e aprire le porte alla felicità. La gioia non dipende da qualcosa o da qualcuno; nessuno ce la può regalare, perché viene da dentro. Imparare la felicità significa dunque imparare a percepire e accogliere le forze innate che ci conducono in quella direzione.
9
1. Hai già tutto ciò che ti serve per essere felice La felicità non richiede sforzi e fatica: non c’è da cercare altro fuori da noi, non bisogna meritarla o migliorare se stessi, dobbiamo solo lasciarle spazio e viverla
Capitolo 1
La gioia sboccia spontaneamente
Q
ual è l’opinione comune sulla felicità? Possiamo sintetizzarla così: «La felicità è un mito, una leggenda: tutti ne parlano, ma pochi l’hanno davvero conosciuta, e pochissimi sono così fortunati da assaporarla a lungo...». In pratica si pensa che la felicità sia un po’ una chimera, che debba essere ricercata, ma che raramente questa caccia vada a buon fine. E se fosse tutto sbagliato? Proviamo a pensare che la felicità non sia un premio o un trofeo da conquistare o meritare. Gli studi scientifici dimostrano che il nostro cervello è programmato per produrla continuamente. In ogni istante, infatti, mentre noi rincorriamo pensieri, progetti, obiettivi, il cervello sta producendo felicità, ossia si sta predisponendo a creare una condizione di pienezza e di soddisfazione, che non dipende dalle circostanze esterne e non ha “scadenza” temporale. Il cervello tende all’equilibrio mantenendo sempre attive le centraline del piacere e della gratificazione, secernendo endorfine e neuro-trasmettitori, in particolare la serotonina, responsabili del nostro stato di benessere. Ma allora perché la felicità sembra tanto rara? Nonostante il cervello sia sempre pronto a generare la felicità, nell’esperienza di molte persone sono soprattutto gli stati d’animo negativi ad avere la meglio: molto 12
Hai già tutto ciò che ti serve per essere felice
spesso ci facciamo invadere dai brutti pensieri, da preoccupazioni e ansie che mettono le radici e “infestano”, come erbacce, la nostra mente. Se vogliamo sfruttare appieno il potenziale di felicità che il nostro cervello secerne, occorre aiutarlo con l’atteggiamento giusto.
Falla fiorire in modo naturale La felicità è quindi una condizione naturale del cervello e si produce spontaneamente se agiamo nel modo giusto. Si tratta di uno stato “luminoso” dell’anima che spazza via qualsiasi disagio: ce lo ricordano i bambini, con le loro manifestazioni di gioia improvvisa e irrefrenabile, senza un vero perché. Felicità fa rima con spontaneità: tutte le volte in cui ci auto-accusiamo, ci critichiamo, non ci andiamo bene, ci stiamo allontanando dalla felicità naturale, proprio perché, volendo correggerci, non accettiamo quel che realmente e spontaneamente siamo. Ma ce ne allontaniamo anche quando ragioniamo troppo sulla nostra vita, sulla nostra storia, sul passato. La felicità detesta “le decisioni da prendere”: una pianta va spontaneamente verso il sole, senza chiedersi se fa bene o male a farlo. Non c’è nulla da decidere per raggiungere la felicità, l’anima decide da sola. Per questo la felicità (e allo stesso modo l’infelicità) non dipende mai da un motivo “esterno”: si tratta di una convinzione errata. La felicità nasce dalla capacità di stare nel presente, nelle cose così come sono, senza 13
Capitolo 1
alcuna volontà di cambiarle, ma essendo presente alle cose che accadono. Allora, essa sorgerà spontaneamente e senza alcuno sforzo. Lasciale spazio - La felicità si allontana quando la mente è piena di pensieri. Ciò accade perché utilizziamo nel modo sbagliato le nostre risorse naturali. Ogni volta che ci fissiamo su un problema, non solo non troviamo la soluzione, ma ci allontaniamo sempre più dalla felicità, senza considerare che è proprio uno stato di serenità naturale a farci trovare la soluzione giusta. La stessa cosa vale per le emozioni: più ci identifichiamo in una di esse, per esempio la rabbia o la tristezza, più finiamo col credere che quello stato sia permanente. Ma il potere di un’emozione dipende “da dove la osserviamo”: da molto vicino io divento la mia tristezza. Da un po’ più da lontano, le cose cambiano: a distanza è più facile comprendere che io non sono “solo” la mia tristezza. Io sono anche tante altre emozioni, felicità compresa. Prova a osservare il tuo stato emotivo come fossi uno spettatore esterno, soffermandoti su particolari che prima non avevi notato: dove ti trovi, come sei vestito... Passa poi a cercare la tua rabbia o la tristezza nel corpo: in che punto di esso si condensa, come si muove, se martella, se pulsa, se è sorda. Continua a osservare, guardando l’evento da lontano, sempre più lontano. L’emozione che provi si trasforma in uno stato che vive in un punto di te, ma che non ti riassume. C’è posto quindi anche per la felicità. 14
Hai già tutto ciò che ti serve per essere felice
La trovi in ciò che ti sembra inutile - È opinione comune che per ottenere la felicità si debba fare qualcosa. Questa mentalità non tiene conto degli ingredienti essenziali di tale condizione: la spontaneità, l’assenza di finalità, il vivere nel presente. Rifletti: le cose che fai sono sempre in qualche modo utili a qualcosa? E se non sono utili ti senti strano, quasi in colpa perché stai facendo qualcosa che magari ti dà felicità, ma “non serve”? È importante che tu introduca ogni giorno nel tuo tempo una o più azioni che non contengano alcuna forma di finalità. Qualcosa che ti piace fare, ma che non fai mai proprio perché ti pare inutile. Invece il cervello ne ha bisogno per liberarsi dalla zavorra dell’utilitarismo e produrre spontaneamente la felicità. Questo sentimento non dipende da qualcosa o qualcuno, nessuno ce lo può regalare, è qualcosa che viene da dentro, dal profondo. Servono occhi nuovi - Bisogna quindi attivare uno sguardo diverso per trovare la felicità; occorre cioè familiarizzare nel nostro quotidiano con un approccio contemplativo. Ogni volta che da dentro emerge uno stato d’animo, invece di cercare spiegazioni e soluzioni, impariamo a osservare con partecipazione. Solo questo sguardo - che non giudica, non cerca cause e non vuole subito risolvere le cose a modo suo - ci mette nello stato migliore per accogliere ciò che la vita ci sta portando: allora possiamo trovare azioni più efficaci, spontanee e naturali, perché nascono dal profondo, e non dalle nostre idee di superficie. Farlo non 15
Capitolo 1
è difficile, è sufficiente aumentare il grado di consapevolezza dei singoli stati. In questo modo, per esempio, potremo scoprire che quella frase del partner non ci ha davvero ferito, ma ha solo mandato in frantumi il castello di modelli in cui ci eravamo rinchiusi. E che le ferite dell’io fanno male, perché sono ferite dell’orgoglio, ma spesso sono necessarie per evolvere.
Le convinzioni che ci ostacolano Sono i luoghi comuni e i modi di pensare abituali che ci impediscono di vivere quotidianamente i momenti felici che di continuo sono a nostra portata di mano. Ecco le opinioni che spesso ci condizionano. «La felicità dipende dall’esterno» - Ti dici così e la cerchi dove non c’è. Spesso si guarda con diffidenza alle persone che pur avendo davvero poco, si dicono felici. Si pensa che siano ingenue, di poche pretese... In realtà siamo noi ad esserlo quando ci facciamo convincere dall’idea che non si può essere felici quando si è soli, o con pochi mezzi, senza una bella casa, un lavoro gratificante... Sono le condizioni che poniamo alla felicità a renderci insoddisfatti: siamo sempre alla ricerca di qualcosa, della speranza che si realizzi un progetto, che si presenti un evento appagante che possa finalmente farci sentire felici. «È molto rara, eccezionale» - Per questo ignori tutti i piccoli momenti felici. Quanti sono i mo16
Hai già tutto ciò che ti serve per essere felice
menti davvero felici nella vita? L’opinione comune è che si contino sulle dita di una mano e corrispondano a eventi eccezionali: il matrimonio, il primo amore, la laurea, la firma di un buon contratto, una vacanza memorabile, la nascita di un figlio... E nella vita di tutti i giorni? Non ce ne accorgiamo più, assuefatti come siamo alla routine e alle abitudini. Invece la vita è cosparsa di istanti felici, basta non soffocarli con i pensieri rivolti ossessivamente al passato. «Bisogna meritarsela» - Perciò la trasformi in qualcosa che arriva solo lottando. Per esserne degni dobbiamo sottoporci a un duro lavoro, a un grande impegno, a rinunce e sacrifici. Occorre migliorare se stessi, smussare difetti e limiti, raggiungere obiettivi professionali. Bisogna sforzarsi, lottare con noi stessi e col mondo, ottenere successi. Ma così, se per caso ne raggiungiamo un pezzetto, subito andiamo in ansia perché la sentiamo minacciata e finiamo per non godercela nemmeno. È una via sbagliata: gioia e dolore sono stati interiori che convivono nel cervello in ogni istante, perché sono prodotti dal cervello stesso, non dal mondo esterno. Non c’è da fare alcuno sforzo pratico o morale, non c’è da meritarsi la felicità: c’è da lasciarle spazio dentro di noi. «È un ideale» - Ma se diventa un’utopia non la raggiungi più. Se pensiamo che la felicità sia il frutto di condizioni ideali, se pensiamo cioè che saremo felici solo quando avremo realizzato quel tal obiettivo, o avremo raggiunto quella determinata meta personale, 17
Capitolo 1
stiamo rimandando la felicità a un futuro utopico che potrebbe non arrivare mai. Non esiste da nessuna parte un mondo perfetto senza conflitti, problemi, difficoltà; in cui ogni nostro bisogno e desiderio viene appagato. Si tratta di un mondo talmente ideale, da essere inesistente. Ma se la felicità diventa un’utopia, l’infelicità diviene la norma, che si sopporta, magari in vista di un fine superiore. Non bisogna mai opporre la realtà di oggi ai sogni di domani: la realtà deve essere il nostro sogno, oggi, qui.
Stai a contatto con le risorse interiori I sogni, le vere svolte dell’esistenza, si realizzano proprio quando smettiamo di fare sforzi, di perseguire scopi che ci siamo messi in testa. Quando smettiamo di pensarci, in genere le soluzioni impensate saltano fuori da sole. Quando lasciamo che da dentro, da una parte di noi misteriosa e oscura, sgorghino le intuizioni più azzeccate, la vita ci porta spontaneamente verso la realizzazione di noi stessi. Proprio il contrario di una recita e di tante decisioni scontate. Il nostro io, che vede le cose in modo limitato e filtrato dai pensieri, a volte non se ne accorge neppure, ma sotto di lui scorre un fiume di energia. Quando ci abbandoniamo al desiderio è come se ci immergessimo in uno stato di ardore, nel quale ciò che siamo si realizza da sé. È un’energia che sa dove andare e non sbaglia mai. Per questo l’eccesso di sforzi e di fatica è il sintomo che qualcosa non va: quando facciamo ciò che davvero ci piace, ciò che ci realiz18
Hai già tutto ciò che ti serve per essere felice
za, non facciamo fatica. Certo, ci stanchiamo, ma è una stanchezza che ci rigenera dentro. Proprio come il bambino, che può stare ore perso nel suo gioco preferito e dimenticarsi persino di mangiare. Se ci allontaniamo da questa energia, se teniamo a distanza il fuoco che ci anima e ci guida, di noi rimane solo un residuo, la cenere: l’io e i suoi dubbi, i suoi pensieri, le sue abitudini. E la felicità si allontana.
Comincia subito a essere felice Concentrarsi sul presente per rendere speciale ogni giorno è il primo passo per vedere con occhi nuovi fortune e opportunità che spesso diamo per scontate, il cui valore, in molti casi, ci appare chiaro solo se, per qualche ragione, ne veniamo privati. Ecco come fare. • Impara a valorizzare gli aspetti positivi di ogni singola esperienza, incontro e occasione. • Coltiva il piacere delle piccole cose quotidiane: un giorno di sole, la vista di un tramonto, una coincidenza favorevole e inaspettata. • Apri la mente a nuovi pensieri e punti di vista insoliti, soprattutto a quelli che sono in controtendenza rispetto a certezze e modalità consolidate. Mettere a tacere la mente razionale per ridare voce alle pulsioni più autentiche, poco alla volta, consentirà di riscoprire interessi e desideri non omologati, figli soltanto della propria natura. Seguili sempre, non esiste altra strada per raggiungere la felicità. 19