La felicità arriva senza lottare

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IMPARIAMO A VIVERE MORELLIRAFFAELE RIZA LA FELICITÀ ARRIVA SENZA LOTTARE Vive dentro di te un’energia naturale che ti porta spontaneamente verso la tua realizzazione. Ecco come farla scendere in campo

RIZA RAFFAELEMORELLI IMPARIAMO A VIVERE LA FELICITÀ ARRIVA SENZA LOTTARE

La felicità arriva senza lottare Testi di Raffaele Morelli Con la collaborazione di Vittorio Caprioglio Immagine di copertina: Adobe Stock © 2022 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.

Capitolo 1 Niente sforzi, lascia che la vita ti porti..............................................7 Capitolo 2 Wu Wei, l’arte di non interferire, è la vera cura ...........................................................47 Capitolo 3 Forza di volontà non è sforzo, ma essere ciò che sei ..............................................79 Capitolo 4 Resta in attesa, senza prevedere cosa arriveràSOMMARIO..........................................................111

La felicità non è figlia della fatica o dello sforzo. Più ti dai da fare per conquistarla, più ti sfugge. Mentre ti affanni inseguendo mete sbagliate, in te c'è un’energia silenziosa che sa condurti dove devi andare. Assecondala. Le piante fioriscono senza sforzo perché, a differenza nostra, non ostacolano il progetto che la natura ha tracciato per loro. Nella vita occorre cedere, non interferire con il corso naturale delle cose. Quando arriva un disagio non lottare, arrenditi; lascia che svolga il suo compito e poi esca di scena niente sforzi, lascia che la vita ti porti capitolo 1

Dobbiamo toglierci dalla testa l’idea che le cose si realizzino con sforzo e facendo fatica; la fatica arriva solo perché stiamo facendo resistenza. La fatica non produce niente… Fa fatica un fiore a sviluppare i petali e le foglie? No, nel fiore è presente un’energia “silenziosa” che ne determina la fioritura. Non è il fiore a decidere di sé, né serve opporsi a quello che gli accade: se è una rosa fiorirà come una rosa. L’intelligenza del seme opera allo stesso modo anche in te. Sei un progetto della natura, che già si sta svolgendo, senza che serva il tuo permesso. Se perdi di vista il processo che si sta svolgendo proverai una grande fatica nel vivere. Martin Buber, filosofo e studioso della cultura chassidica, vede la vita come un processo che deve poter dispiegarsi fluidamente e in libertà, e paragona l’uo mo a un albero che si sviluppa senza sforzo: «L’uomo è come un albero. Se ti metti di fronte a un albero e lo guardi incessantemente per vedere se cresce e di quanto sia cresciuto, non vedrai nulla. Ma curalo in ogni momento, liberalo dal superfluo e tienilo pulito da parassiti e insetti dannosi, ed esso, a tempo debito,

Capitolo 1 SE8 FAI TROPPA FATICA VUOL DIRE CHE SEI FUORI STRADA

«NELLA VITA CI CHIEDONO DI LOTTARE, NON CEDERE MAI...» «Caro dottor Morelli - mi scrive Matilde, 31 anni - vor rei sottoporle un quesito per me urgente. Conosco e leggo Riza Psicosomatica da tanto tempo, ho letto de cine e decine di libri sulle filosofie orientali, pratico la meditazione e, soprattutto, cerco di applicare alla vita di tutti i giorni gli insegnamenti che queste letture mi hanno dato. Sono riuscita a superare i miei problemi più gravi e oggi sto abbastanza bene. Nel lavoro invece ho grandi difficoltà, che neanche tutto il mio cammino interiore è riuscito a scalfire. Sono una promotrice fi nanziaria: negli incontri di formazione si parla sempre di lotta, di “tener duro”, di non cedere mai, di avere

Niente sforzi, lascia che la vita ti porti9comincerà a crescere. Lo stesso vale anche per l’uo mo: l’unica cosa che gli serve è superare lacci e im pedimenti, e non mancherà di svilupparsi e crescere». La forza con cui ti ostini a progettare, a cambiare, a programmare, impedisce che emerga quello che sei veramente. Se invece usi meno forza, le cose che ti competono e ti caratterizzano affiorano spontaneamente dal tuo profondo e ti aiutano nella vita di tutti i giorni. Non a caso Franz Kafka scrisse che la forza che si oppone al destino è in realtà una debolezza. Perciò chiediti: quanta forza ho messo oggi nelle mie azioni? Beh, domani ne impiegherò un po’ meno. Quanta forza ho messo oggi nella mia vita? Domani un po’ meno. In modo da togliere forza ogni giorno un po’ di più. Ogni giorno un po’ meno forza.

Per rispondere a Matilde mi riferisco alla mia esperienza personale. Sapete che cosa ho imparato più di tutto in questi anni? A ridurre lo sforzo, la fatica. Quando faccio qualcosa, quando mangio, quando guido, quando scrivo, quando sono in aereo, in treno, non sempre, ma a volte mi soffermo sulla mia presenza interiore; la ascolto, la osservo, la percepisco. E così mi accorgo se sto facendo fatica, se sto lottando. Se avverto che mi sto sforzando per compiere le mie azioni, allora rallento… Mi dico: «Raffaele, stai facendo troppo sforzo!». Tutto qua.

Capitolo 1 obiettivi10 sempre e comunque più ambiziosi, di considerarsi al di sopra degli altri… Tutto questo è agli antipodi rispetto a quello che insegnano il Buddha, il Tao, e ogni altro Saggio del passato, ma è anche in contrasto con i consigli di Riza sull’essere cedevoli e non lottare. Io mi sento divisa dentro: da una parte questi insegnamenti che mi sono consoni, e che hanno dato sollievo alla mia angoscia, dall’altra la crudezza della realtà, l’impellenza del dover lavorare e guadagnare!

Non riuscirò mai a essere un “bravo venditore” come la società pretende da me, e mi chiedo: c’è in questo caso una via di mezzo, una soluzione intermedia, o qualcos’altro che non conosco? Si può vivere in questa società materialista e consumista, coltivando il vuoto, la cedevolezza e meditando? Per poter essere “cedevole”, devo necessariamente rinunciare a un certo tipo di lavoro? Un manager può essere zen? Il problema è ampio e molto diffuso, mi creda. La prego di rispondermi, perché tengo molto a quello che lei può pensare al riguardo».

Quando facciamo quello che ci piace per davvero non siamo affatto confusi, anche se il mon do ci contrasta e altri non sono d’accordo, sentiamo una forza che ci spinge a svolgere il nostro compito, a seguire la nostra strada. se vogliamo sapere se nella vita andiamo nella direzione giusta, lo capiamo dal fat to che tutto accade senza alcuna fatica, senza alcuno sforzo, senza alcuna lotta.

Niente sforzi, lascia che la vita ti porti11

Quello che insegui altrove si trova proprio dove sei sempre a proposito dell'inutilità di molti sforzi che noi facciamo, lo stesso Martin Buber sottolinea, citando il Maestro rabbi Bunam: «noi ci sforziamo sempre, in un modo o nell’altro, di trovare da qualche parte quel lo che ci manca. lo cerchiamo in una zona qualsiasi del mondo o dello spirito, ovunque tranne che là dove siamo, là dove siamo stati posti: ma è proprio là, e da nessun’altra parte, che si trova il tesoro. nell’ambien te che avverto come il mio ambiente naturale, nella situazione che mi è toccata in sorte, in quella che mi capita giorno per giorno, in quella che la vita quotidia na mi porta: proprio in questo risiede il mio compi to essenziale, lì si trova il compimento dell’esistenza messo alla mia portata». ecco che cosa mi scrive Mauro a proposito del lotta re e dell'impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi: «tutte le mie più grandi vittorie le ho ottenute con tenacia e determinazione. Ma questo come si concilia con il lasciarsi andare e cedere - a cui lei spesso allu de - senza farsi sopraffare dalla passività? sono molto confuso».

Capitolo 1 Platone12 cita a proposito un detto del drammaturgo greco Euripide: «Ciascuno brilla in una cosa e a questa è portato, dedicando ad essa la maggior parte del giorno, perché in essa si trova ad essere superiore a se Avraimedesimo».notatoche ci sono gesti che ti riescono facili fin da quando eri bambino. Si tratta di attività piccole o grandi: ad esempio a qualcuno riesce facile cucinare, a qualcun altro esibirsi in pubblico... Ciascuna di queste attività nasconde un segreto, una chiave per realizzare la tua essenza. Portala in primo piano, “frequentala” di più, usala anche in campi per te insoliti. E osservati in quello stato. La capacità che ti caratterizza si espanderà, crescerà, darà frutti. Diventerà decisiva ogni qual volta sceglierai un amico, un lavoro, quando ti innamorerai... Il segreto è non allontanarti mai dalle tue inclinazioni naturali e non illuderti che sforzandoti potrai diventare qualcun altro: una rosa non sarà mai un geranio. È questa la migliore porta d’accesso a ciò che gli antichi saggi cinesi avevano chiamato Wu Wei, uno stato interiore di contemplazione attiva che non conosce identità, uno stato silenzioso dell’essere che è dotato di un grande potere creativo. Il tuo compito è solo quello di percepirlo, senza sforzo.

QUANTE LOTTE INUTILI!

Con tenacia e fatica, lottando e sforzandoci, otteniamo in genere solo quello che in fondo non ci interessa. Nella vita capita molte volte che ci si convinca di voler diventare un personaggio che, in realtà, non vogliamo

Per realizzare la bellezza umana dobbiamo imparare da come il bocciolo produce il fiore: senza fretta, senza sforzo, col ritmo giusto, al momento opportuno. La nostra cultura dovrebbe essere almeno tanto naturale quanto lo è la natura del fiore. (Raimon Panikkar) affatto essere. Scrive William Shakespeare: «Desideri e destini vanno in senso contrario, tanto che i nostri calcoli sono sempre rovesciati: nostri sono i progetti ma non i risultati». Quante battaglie abbiamo fatto inutilmente per far durare amori sbagliati, per tenere in vita relazioni infruttuose, per affermarci in lavori che non ci interessavano! Se un paziente mi racconta che sta facendo tanta fatica per cercare di laurearsi, ma non ci riesce, gli chiedo perché non decide di cambiare strada. «Per non deludere i miei genitori» è la risposta che mi sento dare di solito. Ma non è la vita dei suoi genitori, è la sua Quandovita.non riesci a raggiungere un obiettivo, nonostante tutto l'impegno che ci metti, chiediti se in realtà qualcosa dentro di te sta remando in senso contrario, perché quella non è la meta adatta a te, quella che ti consente di mettere a frutto tutte le tue potenzialità.

Qualcosa ti sta guidando a fare ciò per cui sei portato.

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14L’azione senza sforzo scorre più L’ESERCIZIOfluida

Non ci rendiamo conto della forza superflua che applichiamo alle nostre azioni. Ecco un esercizio per abituarti a ridurre gli sforzi inutili. Chiudi gli occhi e immaginati mentre stai compiendo un'azione, qualcosa di semplice e comune: bere il caffè, telefonare, scrivere, camminare… Sei totalmente immerso in ciò che stai facendo… Ti sembra che tutto scorra senza fatica, ma se porti ancora meglio l’attenzione sull’azione, ti accorgi che c’è una rimanenza di sforzo. Togli lo sforzo, sempre di più. Qualsiasi cosa tu stia facendo, riduci sempre di più lo sforzo, ancora di più… L’azione comincia ad essere completamente fluida. È come se venisse da dentro, da sé. Tutto è molto morbido, flessibile, come se il corpo non incontrasse alcuna resistenza. Ogni gesto ha il ritmo del respiro, naturale e inconsapevole. Ora l’azione che avevi in mente è più facile, più naturale. Percepisci questa leggerezza e riapri gli occhi. Ricorda che non c’è sforzo da fare, c’è da essere presenti all’azione. Più siamo presenti e più la fatica si riduce. Più la fatica si riduce e più sarà facile che la tua realizzazione si svolga, perché non sei tu a realizzarti, ma è la tua natura che si realizza attraverso di te. Per questo chiudere gli occhi è essenziale: ti aiuta a spostare l’attenzione dal fuori al dentro, da ciò che hai in mente a quello che sei realmente.

Capitolo 1

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