ma servono a comunicare e a creare rapporti. La nostra vista è profondamente influenzata dalle emozioni, dai sentimenti e dalle paure. Per evitare di farci vedere aspetti della vita che potrebbero turbarci, la mente nasconde parte di ciò che viene riflesso sulla retina. I difetti visivi sono in molti casi un effetto dell’atteggiamento mentale o un’autodifesa per proteggerci dai timori o dall’ansia. Nel libro spieghiamo il legame tra stati d’animo e modo di vedere, con l’interpretazione psicosomatica dell’occhio e dei disturbi alla vista. In più elenchiamo gli esercizi, anche psicologici, che servono per migliorare la capacità visiva.
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gli occhi RIZA
Edizioni Riza - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
La lettura psicosomatica degli organi
non si limitano a riflettere la realtà,
La lettura psicosomatica degli organi
Gli occhi sono il tramite tra noi e il mondo;
La lettura psicosomatica degli organi
RIZA miopia • astigmatismo • presbiopia • congiuntivite
La salute degli occhi I problemi della vista dipendono anche dal nostro atteggiamento mentale
• Se reprimi le lacrime aumenta il rischio di colite, ulcera, cefalea, asma... • Congiuntiviti: molto spesso dipendono dallo stress
• Il miope ha paura del futuro • Il presbite si controlla troppo • L’astigmatico scappa via dalle emozioni
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LA SALUTE DEGLI OCCHI I problemi della vista dipendono anche dal nostro atteggiamento mentale
RIZA
La salute degli occhi Testi a cura di Annalisa Sgoifo Editing: Giuseppe Maffeis Grafica di copertina: Roberta Marcante Immagine di copertina: Alberto Ruggieri Foto: 123rf, Fotolia © 2016 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
Sommario Capitolo 1 L’occhio crea il mondo intorno a noi .............................................................. 7 Capitolo 2 L’occhio: com’è come funziona e i possibili difetti ..................... 23 Capitolo 3 I disturbi visivi: significato ed esercizi utili .................................. 57 Capitolo 4 I miti insegnano un altro modo di guardare ................................ 127
Capitolo 1
L’occhio crea il mondo intorno a noi L’organo della vista non è solo uno specchio che si limita a riflettere ciò che ci sta davanti poiché anche la psiche e le emozioni influenzano il nostro modo di vedere. I difetti visivi, secondo la psicosomatica, possono essere collegati allo sforzo di nascondere aspetti che ci disturbano
Capitolo 1
Vedere significa dare forma alla realtà L’occhio è un organo affascinante quanto complesso e delicato. È la porta attraverso cui il mondo esterno si riflette dentro di noi, ma è anche un modo di comunicare perché con lo sguardo dialoghiamo con gli altri. L’occhio dà forma alla realtà e stabilisce le nostre relazioni col mondo; non si limita a riflettere ciò che c’è intorno a noi, ma in realtà lo crea. Vedere equivale a generare; la nostra retina viene “fecondata” dai raggi di luce provenienti dall’esterno e così dà vita agli oggetti e alle persone che si formano nella nostra mente come immagini. La realtà non esiste fino a quando noi non la vediamo e noi stessi non possiamo prendere coscienza di esistere se non ci confrontiamo con ciò che l’occhio ci mostra come esistente al di fuori di noi.
Non è una macchina - Siamo abituati a immaginare il nostro occhio come una macchina, un insieme di lenti, specchi e muscoli che trasmette al cervello tutto ciò che gli passa davanti. In realtà la nostra vista ha capacità molto più creative di quello che pensiamo. La realtà vista attraverso gli occhi di un individuo è diversa da quella vista da un’altra persona; la mente fa una selezione tra tutti i dati che arrivano alla retina, cancellando o ignorando tutto ciò che considera superfluo o irrilevante, ma anche gli aspetti che possono risultare fastidiosi o disturbanti per il nostro animo. 8
L’occhio crea il mondo intorno a noi
Gli occhi ci mostrano la realtà non come effettivamente è ma come vorremmo che fosse. È stato dimostrato che la nostra psiche, i sentimenti e le emozioni hanno un’influenza diretta su quello che vediamo o che non vediamo. Quindi possono avere un ruolo centrale nel determinare eventuali difetti visivi. L’approccio psicosomatico ci dice che ogni sintomo che colpisce l’occhio è in stretta analogia con l’atteggiamento mentale adottato per mettere a fuoco noi stessi e il mondo. I disturbi della visione, in particolare la miopia, sono in vertiginoso aumento nel mondo contemporaneo, che sappiamo essere una società basata proprio sulle immagini. Le notizie, le informazioni e anche le vicende personali scorrono incessantemente davanti ai nostri occhi sotto forma di fotografie, video, illustrazioni. Il testo scritto lascia sempre più spazio a emoticon, infografici e simboli visivi che sostituiscono l’uso delle parole. Il nostro occhio dunque è superstimolato dall’uso costante degli strumenti di lavoro e di comunicazione, che sottopongono a uno sforzo eccessivo la visione da vicino. Questo impegno può essere all’origine della miopia e di altri disturbi oculari, come l’affaticamento, la cefalea, la sindrome dell’occhio secco, la congiuntivite. Nella cura di questi sintomi si ricorre solitamente solo alle lenti correttive e ai medicinali, dimenticando l’approccio psicosomatico; eppure questo è fondamentale, perché la vista (cioè il modo di vedere il mondo) è condizionato da ciò che proviamo, e da come ci atteggiamo di fronte al mondo. 9
Capitolo 1
All’origine dei difetti visivi L’occhio non è uno strumento imparziale e oggettivo: non tutto ciò che arriva alla retina arriva anche alla coscienza. Alcuni dettagli visivi devono necessariamente essere eliminati, perché altrimenti il quadro complessivo sarebbe troppo caotico e ricco, ma altri vengono esclusi volontariamente per un meccanismo psicologico di difesa: cancelliamo dalla vista ciò che non vogliamo vedere. L’espressione estrema di questo sistema di autodifesa si riscontra negli episodi di cecità temporanea di origine psicogena: la persona non vuole vedere ciò che accade e “blocca” i meccanismi della visione. Ma anche senza arrivare a questi casi clamorosi, è normale che la nostra vista “ritocchi” il mondo, quando quello che l’occhio vede ci crea disturbo. Già Georg Groddeck, uno dei padri della psicosomatica, sosteneva che l’atto visivo non consiste solo nel vedere ciò che è visibile, ma anche nel non voler vedere ciò che è visibile, cioè nella rimozione di ciò che potrebbe essere visto. Lo stesso Groddeck diceva che i disturbi visivi sono un ausilio mediante cui la nostra mente inconscia opera una rimozione di qualche aspetto della realtà quando non bastano i normali mezzi di rimozione, che sono: non osservare, non ricordarsi, volgere lo sguardo altrove. Quando la visione del mondo è deformata dai nostri atteggiamenti mentali e dalle nostre emozioni, tale deformazione si riflette anche sui difetti visivi. Dal punto di vista fisiologico questo si spiega con il fatto 10
L’occhio crea il mondo intorno a noi
che l’occhio risente della tensione psicologica in atto, la quale si ripercuote sull’azione dei muscoli che permettono la messa a fuoco e la visione ottimale. In questo meccanismo è possibile trovare l’origine e la causa di molti difetti visivi, non solo la miopia o la presbiopia, ma anche l’astigmatismo, la stanchezza oculare, lo strabismo...
La mente vuole avere il controllo - I disturbi visivi si presentano soprattutto quando l’atteggiamento mentale cosciente e controllante diventa molto forte, per il bisogno di nascondere alla coscienza particolari aspetti della realtà che non ci piacciono oppure per celare desideri e istinti che metterebbero a rischio il pieno controllo razionale. Il difetto visivo può nascere anche dallo sforzo di vedere tutto, di fare meglio, di eccellere. Questo provoca una tensione oculare che annulla la visione spontanea e la rende difettosa nel mettere a fuoco correttamente. Allo stesso tempo è il segno di una razionalità eccessiva a cui sfuggono aspetti inconsci e profondi che emergono spontaneamente solo senza la riflessione razionale e in assenza di sforzo e costrizione. Simbolicamente, la psicosomatica individua nell’occhio sinistro e nell’occhio destro le due diverse modalità di visione, quella razionale e quella istintiva, che compongono, se integrate, uno sguardo equilibrato e una visione psicologica completa. L’occhio destro è visto come simbolo del maschile, della chiarezza, dell’analisi e della razionalità. L’occhio sinistro sarà invece il simbolo della visione interiore, 11
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che accoglie immagini e stati d’animo che vengono dal profondo, insieme alle spinte pulsionali inconsce. Queste energie interiori spesso si contrappongono alla coscienza e alla logica razionale, ma vanno ascoltate come “messaggeri dell’anima”, ovvero della parte più profonda dell’essere umano, che ci guidano a esprimere la nostra vera natura.
La vista dall’esterno e quella dall’interno - L’immagine del mondo che ci viene dall’esterno attraverso l’occhio è condizionata dall’immagine che viene dall’interno, suggerita dalle nostre emozioni. Lo sguardo può essere rivolto sia all’esterno che all’interno di noi stessi. Mentre la vista esteriore ci permette di acquisire informazioni sul mondo al di fuori di noi, con la visione interiore possiamo relazionarci con gli stati d’animo più intimi, emozioni, sogni e desideri. Essi sono la voce della nostra anima e si manifestano non sotto forma di pensieri, ma di immagini. Questi due sguardi si influenzano tra loro e si compensano reciprocamente, per puntare a un equilibrio che sia utile per il nostro benessere.
Effetti dello stress e di emozioni trattenute - Anche i sintomi legati all’esterno dell’occhio, come orzaioli, congiuntiviti, infezioni e altre infiammazioni possono essere interpretati come il segno di un occhio indifeso in cui le difese immunitarie non riescono a far fronte all’attacco esterno, perché rese più fragili da un conflitto o uno squilibrio interiore in atto. Questi disturbi presentano, quindi, una forte compo12
L’occhio crea il mondo intorno a noi
nente psicosomatica, legata allo stress, all’ansia, alla difficoltà di accettare gli eventi; essi in queste condizioni sono l’unica possibilità di esprimere emozioni trattenute. La necessità di prendere in considerazione anche l’aspetto psicosomatico nella cura dei disturbi oculari è quindi fondamentale al fine di curare davvero l’occhio e gli aspetti psicologici sottostanti piuttosto che limitarsi ad alleviarne i sintomi.
Le lenti non risolvono il problema Oggi i disturbi visivi si curano attraverso l’uso di occhiali che correggono la visione deformata. Dal punto di vista psicosomatico questa però non è la soluzione al problema messo in luce dal disturbo visivo. Se la visione è distorta, ciò può essere dovuto non semplicemente a un’alterazione del meccanismo visivo, ma ad atteggiamenti mentali o tensioni emotive che si riflettono anche sulle funzioni visive. La soluzione è dunque intervenire a monte rimuovendo questi squilibri e queste tensioni. Il ricorso agli occhiali non risolve del tutto la situazione dal momento che, come dice Groddeck, quando guardiamo con gli occhiali vediamo con occhi estranei, non abbiamo una visione nostra, bensì corretta. «L’occhio miope - precisa Groddeck - non è meno efficiente dell’occhio cosiddetto normale, semplicemente opera in modo diverso; limita l’orizzonte, alleggerisce quindi l’attività di rimozione operata dalla vista. La miopia dimostra l’esistenza di difficili e faticosi con13
Capitolo 1
flitti interni fra la visione personale del miope e le convenzioni di pensiero del suo tempo. Il miope prende troppo sul serio tali convenzioni e la moralità corrente, tanto da sacrificare a essa il suo sentire e il suo pensare simbolici e per questo danneggia la vista».
Tecniche alternative per curare gli occhi - Per correggere le capacità visive esistono dei metodi diversi rispetto al semplice ricorso agli occhiali. Il più noto tra questi è il metodo del dottor William Bates, che descriveremo dettagliatamente nel libro. Bates suggerisce esercizi che si sono dimostrati validi per recuperare la capacità visiva, naturalmente a patto che non siano presenti delle lesioni profonde degli organi della vista. Anche Aldus Huxley, noto scrittore e pensatore, sostenne la validità del metodo Bates, estendendolo con altri esercizi. Indicò una serie di suggerimenti per rilassare lo sguardo, placare le tensione e stimolare le capacità della visione inconscia. Sui difetti visivi, inoltre, prese posizione Alexander Lowen, il fondatore della bioenergetica. Egli analizzò i difetti visivi come espressione di diversi tipi di personalità e pose in atto degli esercizi per sbloccare le tensioni e le paure che a suo parere provocano i disturbi alla vista. In questo libro, l’occhio e la visione vengono descritti sia dal punto di vista fisiologico che simbolico; poi verranno analizzati i disturbi oculari con un approccio psicosomatico, individuando gli aspetti principali legati a ogni sintomo e suggerendo come affrontarli con esercizi oculari e consigli psicologici pratici. 14
L’occhio crea il mondo intorno a noi
L’occhio è anche un mezzo di relazione e di dialogo L’occhio non è solo uno strumento di visione ma anche di relazione e di comunicazione. Infatti l’occhio nasce dalla stesse cellule con cui si forma la pelle e svolge funzioni simili. I fotorecettori della retina hanno un’origine comune con le cellule epiteliali perché nello sviluppo embrionale, il foglietto germinale più esterno, chiamato ectodermico, dà origine a quegli organi e a quelle strutture che mettono in contatto l’uomo con il mondo: il sistema nervoso centrale, il sistema nervoso periferico, l’epitelio sensoriale dell’orecchio, del naso e dell’occhio, la cute, i peli e le unghie, l’ipofisi, le mammelle, le ghiandole sudoripare e lo smalto dei denti.
Tocca il mondo con lo sguardo - L’occhio, quindi, è sensibile al tocco della luce, è come se la tastasse, e allo stesso tempo “tocca” il mondo con lo sguardo. La retina, in fondo, è una pelle che trasmette la luce. E questa diventa, a livello cerebrale, conoscenza e consapevolezza della realtà esterna. Così gli oggetti del mondo che vediamo entrano, attraverso gli occhi, nella coscienza. Gli stimoli luminosi si “incarnano” nel nostro corpo, attraverso l’occhio che è quindi un trasmettitore di luce all’interno, così che lo sguardo illumina la mente. All’inverso, l’occhio produce visivamente le immagini 15
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provenienti dall’interno, quelle del sogno e dell’immaginazione. Durante i sogni, per esempio, si attivano delle particolari frequenze cerebrali, che sono caratterizzate da rapidi movimenti oculari.
Lo sguardo che crea empatia - Quando rivolgiamo lo sguardo verso un’altra persona, solitamente in direzione del suo volto, ma non solo, realizziamo un contatto che ha valore di riconoscimento, ossia l’altra persona inizia a esistere grazie ai nostri occhi nei quali viene riflessa e si sente esistere proprio perché viene riconosciuta in quello sguardo. Che poi lo sguardo si possa colorare di ogni sorta di emozione (dall’odio all’amore) è un passo successivo; prima di tutto lo sguardo stabilisce un contatto; quindi dona attenzione riconoscendo l’esistenza di ciò su cui si posa. Lo sguardo permette, perciò, di stabilire un contatto molto sottile con l’altra persona. Quando è rivolto con attenzione e considerazione è per chi lo riceve un segno di riconoscimento della propria esistenza e del proprio stato di interlocutore. Ricevere attenzione permette di avere la percezione di esistere e di essere interessante per qualcuno. A proposito dello “scambio emotivo” reso possibile attraverso lo sguardo, è importante accennare all’effetto prodotto dai “neuroni specchio”, di cui parleremo più avanti. Questi neuroni si attivano quando osserviamo una persona e attivano in noi gli stessi sentimenti che vediamo manifestarsi nel suo volto e nel suo atteggiamento. A essi viene dunque attribuita la capacità di creare un rapporto empatico con gli altri. 16
L’occhio crea il mondo intorno a noi
Il linguaggio degli occhi Gli animali usano lo sguardo per comunicare; per esempio, fissare con gli occhi un altro animale ha un significato di minaccia, mentre evitare il contatto visivo ha il valore di un’offerta di pace. L’occhio è, inoltre, riprodotto e utilizzato in natura con la funzione di attrarre l’attenzione o di minacciare. È il caso di alcune farfalle dotate, sulle ali, di disegni simili a occhi colorati, che servono da ammonimento protettivo verso i predatori. Anche alcuni pesci hanno sul corpo chiazze a forma di occhio, che si allargano quando l’animale viene attaccato. Invece il pavone maschio, dall’inconfondibile coda decorata da molteplici occhi, durante il corteggiamento fa la ruota e abbassa il becco come per mangiare, così da spingere la femmina ad avvicinarsi per beccare l’ipotetico cibo e facendola ritrovare al centro degli sguardi disegnati nel piumaggio del suo corteggiatore. Gli occhi in natura, quindi, possiedono esplicitamente una duplice funzione: sono organi di visione e contemporaneamente di comunicazione. Anche negli esseri umani gli occhi sono strumento di comunicazione non verbale perché in essi è possibile leggere lo stato d’animo, le emozioni e le intenzioni altrui.
Una forma di comunicazione - Il linguaggio non verbale è una forma di comunicazione che esprime, con sincerità, lo stato interiore psicologico ed emotivo, sfuggendo spesso al controllo cosciente. Ecco perché rivela dettagli dell’altro che altrimenti sfuggirebbero 17
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alla nostra conoscenza. In questo senso, acquista valore il modo di dire che l’occhio rappresenta “lo specchio dell’anima” poiché riflette in maniera immediata emozioni, paure e i nostri desideri più intimi. Dall’occhio e dallo sguardo si ha accesso diretto a una dimensione privata. “Guardami negli occhi!” diciamo quando vogliamo dare o ottenere prova di sincerità. Si dice, poi, che uno sguardo valga più di mille parole poiché ci permette di esprimere le opinioni e rivelare il nostro carattere. Ecco allora che la direzione dello sguardo, la sua intensità, i suoi movimenti diventano significativi per chi li sa cogliere. Vediamo ora quale comunicazione è possibile attraverso lo sguardo.
Lo sguardo che fulmina - Fin da bambini lo sguardo di un genitore può da solo rappresentare una minaccia, una punizione, un incoraggiamento o un’approvazione. Ecco, allora, perché un’occhiata intensa ci fa sentire sotto esame anche da adulti.
Occhi bassi - Abbassiamo lo sguardo quando siamo imbarazzati o abbiamo paura, in cerca di un “rifugio” o di un’improbabile via di fuga. Importante è distinguere se questo capita solo in determinate circostanze o se è un atteggiamento ricorrente.
Occhi negli occhi - Fissare dritto negli occhi chi ci sta di fronte senza mai distogliere lo sguardo, appare il più delle volte come un atteggiamento di sfida. Oppure può essere una forzatura finalizzata a maschera18
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re la propria timidezza. Quando questo atteggiamento è accompagnato da un respiro calmo e da un leggera inclinazione della testa può indicare interesse e attenzione rispetto all’interlocutore. In alcuni casi, non si staccano gli occhi da quelli degli altri per testimoniare attrazione e desiderio di sedurre.
Occhi sfuggenti - In caso di eccessiva tensione, staccare lo sguardo ha lo stesso valore di un’offerta di pace. Uno sguardo sfuggente indica invece che si è preda di una forte emozione e che il giudizio altrui ha colpito ma che… non lo si vuol far notare. Invece, evitare del tutto di rivolgere lo sguardo all’altro può essere interpretato come un segnale di disprezzo, ma anche di profonda insicurezza e scarsa autostima.
Sbattere le palpebre - Se è incessante, lo sbattere le palpebre indica la necessità di “vederci chiaro” e quindi, chiudendoli o aprendoli di continuo, di detergerli rendendo la visione più nitida.
Sguardo all’orizzonte - Una persona che lancia spesso lo sguardo lontano, verso l’orizzonte, vuole prendere le distanze dalla situazione in cui si trova e sta cercando di non lasciarsi imprigionare dal discorso e dalla compagnia.
Occhi in continuo movimento - Chi muove gli occhi con grande rapidità mantenendo uno sguardo vigile e attento è una persona agile e vivace, che sembra distratta ma cui raramente sfugge qualcosa. 19