IMPARIAMO A VIVERE
a ciò che è stato ci costringe a vivere in un tempo che, di fatto, non esiste più; questo ci distrae dal presente, l’unico tempo davvero reale, l’unico in cui puoi essere felice.
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IL PASSATO NON CONTA
Ripensare di continuo
RAFFAELE
MORELLI IL PASSATO NON CONTA
Noi non siamo il prodotto della nostra storia. Non conta che cosa c’è stato in passato, che cosa l’ha causato o cosa progettiamo di fare, conta solamente ciò che stai facendo ora. Se sei fuori tempo, proiettato altrove con la mente, immerso nei tuoi problemi o nei tuoi obiettivi, ti perdi il momento che stai vivendo, l’unico che esista veramente, e quindi perdi tutto. Liberarsi dal passato e dai suoi vincoli è fondamentale per vivere pienamente quello che la vita sa offrirci giorno per giorno. Felicità è puntare lo sguardo su questo istante.
Se smetti di pensare alle cose che ti sono successe, si attivano capacità e talenti che non sapevi di avere
RAFFAELE MORELLI
Medico, psichiatra e psicoterapeuta, è presidente dell’Istituto Riza e della sua scuola di Psicoterapia. Dirige le riviste “Riza Psicosomatica” e “Dimagrire”. Con Edizioni Riza ha pubblicato numerosi libri, tra i quali La rinascita interiore (2003), Alle radici della felicità (2004), Curare il panico (con Vittorio Caprioglio, 2011), Realizzare se stessi (2012), Vincere i disagi (2012), L’arte di dimagrire (2013), Il cervello sa come curarti (2013), Pronto soccorso per le emozioni (2014), Le storie di chi ce l’ha fatta (2014), Fidati di te! (2015), Come guarire i disagi dell’anima (2015), Scelgo di stare bene (2015), Nessuno è più saggio di te (2015), Realizza la tua vera natura (2016), L’arte di essere felici (2016), Breve corso di autostima (2018), Il manuale della felicità (2018), Educhiamo i figli a essere se stessi (2019), Il mio manuale di autoguarigione (2020), Come superare le nostre paure (2020), Scopri le tue risorse interiori (2020).
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Il passato non conta Testi di Raffaele Morelli Con la collaborazione di Vittorio Caprioglio Immagine di copertina: Shutterstock © 2021 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.
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SOMMARIO Prefazione Impariamo a vivere .....................................................7 Introduzione La vita è solo adesso ...............................................11 Capitolo 1 Non siamo figli del passato .......................................15 Capitolo 2 Usa i ricordi per preparare il tuo futuro .......................41 Capitolo 3 Basta rimpianti, stai fiorendo in questo istante ........... 75 Capitolo 4 Dimenticare fa bene all’anima .................................103 Capitolo 5 L’unica cosa che conta accade ora ..........................123
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Capitolo 1
NON SEI IL PRODOTTO DELLA TUA STORIA Quando qualcuno viene da me e insiste nel volermi raccontare la sua storia, io chiarisco subito che non mi interessa sentirla. Quasi tutti mi dicono: «E allora di che cosa le parlo? Sono venuto da lei proprio per questo…». Parole che raccontano di un modo di stare con se stessi dominato dai ricordi, dalle cause che crediamo ci abbiano fatto diventare così, dall’idea che gli altri abbiano influito in modo decisivo sul nostro destino. I cabalisti, grandi studiosi dell’anima, dicono che voltarsi indietro ci fa perdere risorse, ci fa credere che siamo soltanto figli del passato. Invece siamo un percorso in movimento, una pianta che sta mettendo i fiori: a cosa ci serve pensare alle foglie che sono già cadute? Soprattutto pensare e ripensare alla nostra infanzia, a genitori che giudichiamo “sbagliati” ci allontana da quella sapienza originaria che sta creando il nostro essere, la nostra unicità. In realtà noi siamo stati creati dai nostri genitori, ma da quel "Nulla" che trasforma il seme in grano, l’uovo in pulcino, una cellula fecondata in un uomo o in una donna... In ogni papà è incarnato il padre del mondo e in ogni 16
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Non siamo figli del passato
mamma la maternità dell’universo. L’energia dei “genitori primordiali” è quella che ci crea incessantemente. Così avrebbero ragionato i taoisti, i Greci, i Romani. Non perdevano tempo a vedere i limiti della mamma o del papà che li avevano generati e cresciuti. Le nostre radici sono posizionate nel nulla eterno, dove ogni giorno si forma l’essere che siamo. A nostra insaputa le radici hanno ben chiara l’immagine del nostro volto, del nostro essere, e ci creano così come siamo. Nel buio, nella notte cosmica fanno di noi un essere unico, con i suoi desideri, le sue passioni, i suoi talenti, che dobbiamo nutrire. Pensare al passato, alla propria storia, indebolisce le radici. Cercare il nulla è invece un vero farmaco per l’anima. Nell’attimo in cui è finita la distruzione dell’uovo e prima che incominci il divenire del pulcino, è il nulla. In filosofia questo viene chiamato lo stato originario, che nessuno può afferrare; poiché è una forza che precede la creazione e si chiama caos. Lo stesso vale per il seme: germoglia quando si è disfatto nel terreno e la sua natura di seme viene distrutta, affinché arrivi al nulla, che è lo stadio prima della creazione. La famiglia è il campo in cui è stato gettato il nostro seme. Ma le radici sono nel buio e ci stanno formando secondo la nostra natura.
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Capitolo 1
ESERCIZIO
Non sei ciò che eri, sei sempre nuovo
N
on sei più la persona che ha subito un torto o un dispiacere in passato. Sei un’altra persona. Mettiti seduto davanti allo specchio e chiudi gli occhi. Ripercorri l’evento del passato che secondo te ha condizionato negativamente la tua vita. Prova a pensare che il “tu” che sei solito vedere - quello ferito dagli eventi e prigioniero di un destino sfortunato - è ormai un personaggio vuoto, ripetitivo, noioso. C’è un secondo “tu”, più nuovo, che istante per istante fa sgorgare novità interessanti, sensazioni, idee, desideri. Sei distratto dal primo, a cui dedichi tutte le tue attenzioni, e ignori il secondo... A occhi chiusi, immagina i due personaggi seduti davanti a te. Considera i vestiti, la postura, l’espressione. Uno grigio, curvo, col visto triste e amareggiato, l’altro con un bel vestito colorato, sorridente e pieno di vita. Non giudicarli, osservali. Sono entrambi parte di te. Immagina che le loro figure lentamente si avvicinino, si sovrappongano e infine si fondano una nell’altra, indistinguibili. Ora apri gli occhi e osserva la tua immagine allo specchio per qualche minuto, poi alzati e torna alle tue normali occupazioni. Questo esercizio favorisce un nuovo atteggiamento mentale, in grado di staccarti dal passato e di aprirti alla gioia del presente.
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Non siamo figli del passato
È INUTILE PARLARE DEI PROBLEMI Tutti pensano: «Se non avessi questo problema, sarei perfetto, avrei una vita stupenda». Si sbagliano. Non sanno che parlare dei loro disturbi, dei loro problemi, è la cosa peggiore che possono fare. Non fanno nient’altro che rinforzare la loro sofferenza. Una paziente è rimasta colpita quando è venuta in seduta da me. «L’altra volta con lei è stata una seduta strana. Dagli altri psichiatri io parlo sempre dei miei problemi: “non va bene questo, non va bene quello…”». La psicoterapia non è il luogo per spiegare attraverso il passato quello che sei adesso. Raccontiamo che i nostri disagi sono dovuti a un matrimonio che non funziona, un tradimento, liti in famiglia, un abbandono, un lavoro insoddisfacente, i genitori che non ci hanno amato, i torti subiti… Ma in realtà tutto questo non c’entra con ciò che proviamo ora. I disturbi vengono perché la nostra Unicità non sta facendo la sua strada. La psicoterapia è lo sguardo sulla Originalità. Come se ciascuno di noi Mentre il presente è il luogo delle emozioni, che si bruciano e si rinnovano istante per istante, il passato è il regno dei pensieri, che invece si incrostano, si cristallizzano, si invischiano al nostro essere, fino a farci credere che costituiscano la nostra sostanza principale
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Capitolo 1
avesse una luce propria, che è sì il riflesI grandi terapeuti so del sole, ma che sanno che parlare di deve prendere una quelli che il paziente sua destinazione e ha un suo sentiero ritiene essere i suoi da percorrere. Senproblemi, in realtà za questa originalità corrisponde soltanto ripetiamo parole già ad adeguarsi al suo sentite e mettiamo modo di vedere il in atto dei compormondo. tamenti da branco. Così la nostra luce perde la sua originalità e diventiamo sempre più stranieri a noi stessi. Si tratta di non disturbare quella luce che ci abita, quel “modo nuovo di vedere le cose”, che dovrebbe affacciarsi in ciascuno di noi giorno dopo giorno e che è invece soffocato dalla nostra identità collettiva, dal cercare di essere come tutti gli altri. Spesso la gente viene in psicoterapia credendo di avere problemi unici: invece sono parole già sentite, senza originalità. Chi vuole sconfiggere la gelosia, chi l’invidia, chi l’eccesso di rabbia, chi non vuole più essere sommerso dai rimpianti. Ciascuno di noi crede di essere speciale, mentre in realtà recita solo luoghi comuni. Il problema è che, andando avanti negli anni, le cose peggiorano. La coscienza si irrigidisce, si “pietrifica” sui problemi che ha identificato come suoi e così finisce per rinforzarli e tenerli in vita. 34
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Non siamo figli del passato
IL CASO
Il tuo passato serve per andare oltre
«M
i sono da poco separata da mio marito. Ogni giorno devo affrontare dubbi, paure e sofferenza. A cosa serve questo dolore? Sto provando a capirlo, ma non ci riesco proprio». Monica
C
ara Monica, quando dici: «Sto provando a capire», stai cercando un significato definitivo agli eventi, vuoi afferrare quelli che sono soltanto “lampi”, intuizioni e trasformarli in una visione permanente costruendovi sopra delle teorie, pescando dai ricordi passati per spiegare quello che accade adesso; tutto ciò non ha niente a che vedere con il linguaggio dell’anima, più simile a quello della natura: le radici non “vengono alla luce”, restano nel buio. I pezzi del nostro passato che vogliamo capire e definire tornano solo sotto forma di “flash” e come tali vanno trattati; dunque dovremmo dirci semplicemente: «Vivo ora questo ricordo, non so se mi servirà, non so dove mi porterà, ma comunque ha qualcosa da dirmi, adesso, e niente di più». Questo è il modo giusto di guardare al passato, senza cercare spiegazioni. 35
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Capitolo 1
IN SINTESI ■ Non sono gli eventi trascorsi a renderci infelici adesso, ma le opinioni sul passato che continuiamo a trascinarci dietro. ■ Collocare l’origine dei tuoi problemi nel passato significa renderli irrisolvibili, perché il passato non si può cambiare. ■ Lo sguardo ossessivo e indagatore su quello che abbiamo vissuto anni fa ci impedisce di andare oltre e di vedere le opportunità che abbiamo davanti a noi. ■ Ciò che siamo non è determinato da come ci hanno trattato i genitori ma da come noi stessi ci trattiamo, ovvero se lasciamo che il seme che è in noi produca i suoi frutti. ■ Niente di ciò che ci è successo ha intaccato il nostro nucleo, che conserva intatte tutte le sue potenzialità. Il nostro percorso è ancora davanti a noi, anzi dentro di noi. ■ Ciò che è accaduto non conta. Ciò che accade adesso è invece vitale, perché la crescita avviene ora. Tutte le possibilità sono qui. ■ Il passato è la parte “morta” di noi; ciò che sei adesso non è più quello che eri ieri. 38
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Non siamo figli del passato
I CONSIGLI ✱ Quando ti senti incatenato ai dolori del passato, prova a chiudere gli occhi, ad andare indietro nel tempo, a un momento della giovinezza in cui eri felice e senza pensieri. Osserva il tuo volto di allora, quel volto che rideva. Imprimitelo nella mente e porta con te ogni giorno questa immagine-guida; affidati a lei. Saprà risolvere i tuoi disagi. ✱ Ripetiti spesso: «Ciò che è accaduto è ormai passato, non esiste più». ✱ Non temere di lasciar andare ciò che è stato. ✱ Stai nelle cose. Stai in ciò che accade. Stai qui! ✱ Scegli di avere fiducia nella tua guida interiore. ✱ Abbandonati alle immagini, ai sogni e alle fantasie. ✱ Non giudicare le cose, lasciale come sono, e rimani a “vedere cosa succede”. ✱ Considera ogni evento un’opportunità. ✱ Dì a te stesso: «Non sono la stessa persona di un’ora fa, o di un anno fa».
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