RIZA
RIZA
Depura il fegato e non ti ammali più
È L’ORGANO DELL’ENERGIA VITALE E DELLA SALUTE
Depura il fegato e non ti ammali più Fai la nuova dieta detox che funziona in 7 giorni COME RIGENERARLO Scopri tutti i rimedi verdi che prevengono le epatiti e la pericolosa steatosi
SPECIALE COLECISTI Ecco come prevenire la formazione dei calcoli grazie agli alimenti giusti e agli estratti naturali
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SOMMARIO
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Uno sguardo ANATOMICO Scopriamo insieme quali sono nel dettaglio le funzioni epatiche e perché quest’organo è così importante per il metabolismo umano. Lungi dall’avere “solo” un ruolo nella digestione, il fegato è la vera centrale chimica del corpo umano. E dunque va compresa tutta la sua complessità.
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Direttore Generale Liliana Tieger
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Immagini 123rf, Adobe Stock, ShutterStock Direttore pubblicità Doris Tieger Responsabile amministrativo Danila Pezzali
I SINTOMI del fegato in disordine
Segreteria di Direzione Daniela Tosarello Ufficio tecnico Sara Dognini
Vediamo quali sono i fastidi che possono annunciarci un affaticamento della ghiandola.
Redazione, amministrazione: Edizioni Riza S.p.a. via L. Anelli 1, 20122 Milano tel. 02/5845961 r.a. - fax 02/58318162 www.riza.it - info@riza.it
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Il pronto intervento per DISINTOSSICARE il fegato Dall’alimentazione ai rimedi verdi, dalla digitopressione alle tisane depurative ecco i consigli di pronto uso per ritrovare la salute epatica.
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Pubblicità: Edizioni Riza S.p.a. via L. Anelli 1, 20122 Milano tel. 02/5845961 r.a. - fax 02/58318162 www.riza.it - advertising@riza.it Stampato in Italia da: Caleidograf srl, Via Milano 45 23899 Robbiate (Lc) Distribuzione per l’Italia: So.Di.P “Angelo Patuzzi” S.p.A., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Associato a:
Questa pubblicazione cita i nomi commerciali di prodotti fitoterapici, omeopatici o farmaci per completezza di informazione e per libera scelta della redazione.
Come mantenere il FEGATO SANO Impariamo a “rispettare” la ghiandola epatica dandogli i cibi migliori ed evitando le abitudini più nocive, dall’alcol al fumo, all’insonnia.
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Le malattie EPATICHE Ecco una panoramica esauriente sulle malattie del fegato e dell’organo correlato, la cistifellea. Con tutti i rimedi, sia quelli farmacologici, sia quelli naturali.
Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il parere del medico di fiducia.
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Il rapporto con la PSICHE
La ghiandola epatica risente di emozioni e stati d’animo. Scopri come.
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Uno sguardo ANATOMICO
È LA PIÙ GRANDE GHIANDOLA DEL CORPO E SVOLGE PER NOI MOLTISSIMI COMPITI: CI AIUTA A METABOLIZZARE I CIBI, PURIFICA IL SANGUE DALLE TOSSINE E CI GARANTISCE ENERGIA
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uando pensiamo al corpo umano e dobbiamo trovare una similitudine, di solito riusciamo a riassumere la caratteristica principale di quell’organo specifico con una sola funzione. Facciamo degli esempi pratici: il cuore è la pompa che spinge il sangue nel corpo.
I polmoni? Sono il mantice che porta ossigeno alle cellule. Dei reni possiamo dire che sono il filtro che purifica il sangue. Se proviamo a fare questo “gioco” con il fegato, il tentativo di identificare un’azione preponderante diventa pressoché impossibile poiché ne possiede più di una. Ma nessuna di queste può essere compresa se prima non approfondiamo la sua struttura.
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Lobo destro
Iniziamo con il descrivere il suo aspetto. Il fegato è una ghiandola, la più grande del corpo umano, di colore rosso-bruno e dalla forma di un triangolo allungato con vertici arrotondati. È situato nel lato destro del corpo e le sue dimensioni sono di circa 25 cm di lunghezza per 15 di spessore, con un peso compreso tra il chilo e il chilo e mezzo. Tali dimensioni medie sono variabili poiché il fegato può diventare più voluminoso in proporzione alla corporatura del suo “proprietario”. Possiamo poi aggiungere che il fegato presenta due porzioni principali, chiamate lobi, i quali si suddividono in otto segmenti. Questi stessi segmenti sono a loro volta costituiti dalle più piccole unità funzionali del fegato, chiamate lobuli epatici. Con la locuzione “unità funzionali” si intendono le minime parti di un organo in grado di svolgere la funzione dell’organo intero e, per ogni segmento, ci sono almeno un migliaio di lobuli epatici. Questi ultimi sono dotati di un piccolo dotto, una sorta di tubicino, che converge verso un dotto più grande. I due lobi epatici più grandi sono suddivisi da un legamento, il legamento falciforme.
Le sue cellule si chiamano epatociti Proseguendo la nostra analisi alla scoperta delle strutture del fegato, andiamo a
Lobo sinistro
DIMENSIONI: 25 x 15 centimetri
PESO: 1-1,5 chilogrammi
vedere le unità cellulari che lo compongono; le cellule epatiche prendono il nome di “epatociti” e sono altamente specializzate, con una vita media di circa 150 giorni. Il turnover delle cellule del fegato è abbastanza rapido e ciò si spiega grazie al fatto che sono costantemente al lavoro e hanno bisogno di un veloce ricambio. Gli epatociti rappresentano circa l’80% delle cellule epatiche. Il restante 20% è costituito per lo più dalle cellule stellate o di Ito, che sono molto particolari e possiedono la capacità di rigenerare, almeno parzialmente, il tessuto epatico.
LO COMPLETA LA COLECISTI Anche se non si tratta del fegato nel senso stretto, è corretto citare nella descrizione anatomica di questa ghiandola anche la presenza della colecisti, dato che questo “sacchetto” è strettamente collegato al fegato stesso e ne Bile rappresenta una sorta di completamento. La colecisti, infatti, serve essenzialmente per raccogliere le secrezioni epatiche (la bile) e migliorare così una delle più importanti funzioni di questo organo, quella digestiva.
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Dotti biliari
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Introduzione
Un laboratorio al servizio della nostra salute
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opo avere visto per sommi capi come è fatto e dov’è posizionato il fegato, andiamo adesso alla scoperta di quelli che sono i suoi compiti principali. Si tratta di attività che coinvolgono molti apparati diversi, da quello digestivo a quello circolatorio, senza dimenticare le sue funzioni endocrine.
Un flusso ininterrotto di sostanze Il fegato è paragonabile a un laboratorio complesso nel quale avvengono molte reazioni chimiche. Esegue tale compito anche intercettando sostanze presenti nel flusso sanguigno ed elaborandole. Il fegato è infatti molto ricco di sangue (una delle sue funzioni è proprio il suo accumulo), che lo attraversa grazie all’arteria epatica e alla vena porta. Dalla prima prende il sangue ossigenato, per nutrire gli epatociti e svolgere l’insieme delle reazioni chimiche. Dalla vena porta, invece, riceve il sangue che proviene dalle vie digestive e qui intercetta le sostanze nutritive nel cibo. Il sangue passa poi alle vene sovraepatiche che a loro volta sboccano nella vena cava inferiore e giungono alla parte destra del cuore.
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PRODUCE LA BILE: COSÌ ASSIMILIAMO I GRASSI Trattandosi di una ghiandola, il fegato svolge anche azioni secretive. La prima che andiamo a citare è quella relativa alla bile, una soluzione acquosa che serve essenzialmente a favorire l’assorbimento dei grassi a livello intestinale. La bile, a contatto con essi, forma un’emulsione che permette l’assimilazione di questi nutrienti e anche delle vitamine liposolubili (che si sciolgono proprio con i grassi) come la vitamina A, la D, la E e la K. Tuttavia la bile non ha solo questa funzione: è anche utile per neutralizzare e favorire l’eliminazione di sostanze dannose. Infine, essendo capace di emulsionare i grassi, la bile è anche in grado di regolare la quantità di colesterolo circolante nel sangue.
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PRESIEDE AL METABOLISMO DEGLI ZUCCHERI Un’altra funzione fondamentale del fegato è quella relativa al metabolismo degli zuccheri. Il fegato infatti è anche il luogo in cui avviene la trasformazione degli zuccheri complessi nel glucosio (ovvero la forma zuccherina che può essere assorbita e utilizzata dalle cellule) e nel glicogeno. Il glicogeno rappresenta una sorta di riserva energetica, che può essere liberata nell’organismo in caso di aumentato fabbisogno, ovvero quando stiamo facendo fatica, quando dormiamo e abbiamo comunque bisogno di nutrire l’organismo e, banalmente, quando saltiamo i pasti e rischieremmo una eccessiva diminuzione della concentrazione glicemica nel sangue.
È LA FABBRICA DEL COLESTEROLO Il colesterolo, nonostante sia conosciuto più come un problema che come una risorsa, è in realtà una sostanza indispensabile per l’organismo, tanto è vero che esso si è evoluto per produrlo in modo autonomo. Serve infatti a mantenere integra la parete delle cellule, è una sostanza importante per la produzione di diversi ormoni e, quando si deposita sotto la cute e in seguito all’azione dei raggi ultravioletti, è la base di partenza per la sintesi della vitamina D. Il colesterolo è inoltre necessario alla produzione della bile.
Colesterolo
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RECUPERA IL FERRO DAI GLOBULI ROSSI Al termine del ciclo vitale i globuli rossi devono essere distrutti e metabolizzati dall’organismo e ciò avviene, appunto, a livello epatico. Il fegato ha tra i suoi compiti quello di recuperare il contenuto di ferro presente nell’emoglobina (la proteina di trasporto dell’ossigeno). Le sostanze di scarto dei globuli rossi non vengono semplicemente eliminate, ma prima sono utilizzate come pigmento per la bile, che abbiamo prima descritto come sostanza chiave per l’assorbimento dei grassi. Allo stesso modo il fegato è in grado di smaltire (per così dire) le altre sostanze proteiche contenute nel sangue che ha compiuto il suo ciclo vitale.
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I sintomi
I SINTOMI
del fegato in disordine PICCOLE AVVISAGLIE POSSONO AIUTARCI A COMPRENDERE CHE LA NOSTRA GHIANDOLA EPATICA È IN DIFFICOLTÀ. RICONOSCERE TALI SEGNALI AIUTA A CAMBIARE ROTTA E A RITROVARE IL BENESSERE
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bbiamo fatto cenno al fatto che il nostro fegato è un organo capace al tempo stesso di autodepurarsi e rigenerarsi (almeno parzialmente). Queste caratteristiche lo rendono molto resistente e capace di affrontare gli stress a cui lo
sottoponiamo a causa, spesso, dell’alimentazione scorretta, degli abusi di farmaci e di altre abitudini che non vanno d’accordo con la ghiandola epatica. Tuttavia ciò non significa che il fegato stesso non dia mai fastidi o segni della sua sofferenza e pertanto, nelle prossime pagine, analizzeremo quelli che sono i segni di un possibile affaticamento epatico.
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Di solito compaiono più disturbi contemporaneamente Una prima caratteristica importante che andiamo subito a presentare, nell’introdurre l’argomento dello stress epatico, è la seguente: se il fegato funziona un po’ a scartamento ridotto le manifestazioni non sono localizzate al distretto corporeo in cui il fegato è contenuto, ma possono avere ripercussioni in più zone dell’organismo. Ciò perché, come spiegato, il fegato presiede all’erogazione energetica, alla depurazione del sangue e alla produzione di numerosi enzimi. Quindi i disturbi potrebbero anche trarre in inganno e far sì che si incorra in un errore abbastanza comune: trattare i sintomi a valle senza comprendere che, in realtà, la causa prima del malessere è legata alla salute epatica. Possiamo dunque approfittare di quanto andremo a illustrare per eseguire una sorta di test sullo stato di salute del nostro fegato. Sarà il sommarsi progressivo di tutte le singole manifestazioni che andiamo a descrivere a rendere sempre più probabile l’autodiagnosi di affaticamento epatico. Se rispondi di sì ad almeno 3 delle prossime 5 domande, è possibile che la causa fondamentale dei tuoi disagi dipenda da una sofferenza della ghiandola epatica. spesso di prurito sulla pelle, 1 Soffri e tendi ad avere la forfora? spesso mal di testa, 2 Compare dopo gli eccessi alimentari? svegli mai con la percezione 3 Tidi avere la bocca amara? senti sempre stanca anche 4 Tise ritieni di avere dormito un numero sufficiente di ore? difficoltà digestive 5 Hai quando mangi cibi fritti
ATTENZIONE ANCHE AI “FALSI ALLARMI” Analogamente, impariamo anche a spazzare il campo da alcune false credenze che, al contrario, creano confusione nell’autodiagnosi.
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IL DOLORE AL FIANCO DESTRO È SEMPRE SINTOMO DI SOFFERENZA EPATICA: FALSO! Il dolore al fianco destro, in realtà, molto più spesso è espressione di un’infiammazione del colon.
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IL FEGATO FA MALE DOPO UNA BEVUTA O DOPO UNA MANGIATA ABBONDANTE: FALSO! Se compare un dolore addominale dopo mangiato è più probabile che si tratti di una colica derivante da gas che si sviluppa a livello gastrico o intestinale. In particolare può essere più spesso conseguente alla distensione del segmento destro del colon. La certezza di ciò si ha nel momento in cui il dolore scompare dopo essere andati in bagno e avere superato quindi una colica gassosa o avere evacuato la massa che, premendo sui visceri, ha provocato il dolore.
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IL FEGATO FA MALE QUANDO SI CORRE: FALSO! In realtà è più probabile che sia la milza o che vi sia una momentanea scarsità di ossigenazione a livello del diaframma, dovuta a un allenamento troppo intenso.
o molto conditi?
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I sintomi
I disturbi connessi alla fatica epatica
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ominciamo allora a presentare un lungo elenco di disturbi che possono essere correlati alla sofferenza del fegato, ben sapendo che è la somma di ognuno di essi a generare una maggiore probabilità, fino a diventare una evidenza (per quanto questa dovrebbe sempre essere certificata dal medico). Al contrario singole e transitorie manifestazioni non collegate tra loro nei tempi di insorgenza, rendono meno probabile che l’origine stessa dei disturbi sia da attribuire a un affaticamento del fegato.
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UNA STANCHEZZA CHE NON PASSA In generale la stanchezza è sempre indice di “qualcosa che non va”, in senso generale. Purtroppo molti ritengono che essere stanchi sia normale, scontato, e addossano questa condizione di sofferenza fisica e psichica allo stress della vita. In realtà la stanchezza è l’indice di un disagio che va compreso, per essere affrontato nel modo corretto. Ma come mai tale condizione può essere associata a una sofferenza epatica? Il motivo è presto detto: il fegato è un organo energizzante, considerato che contiene le riserve di glutatione. Una condizione di affaticamento epatico potrebbe compromettere almeno parzialmente questa funzione di “riserva energetica” e portare così a rapida consunzione la nostra capacità di resistenza alla fatica. Di conseguenza la facile affaticabilità può essere la manifestazione di una sofferenza epatica e come tale possiamo iniziare a interpretarla, specialmente se poi questa si manifesta insieme ad altri sintomi che andiamo subito a descrivere.
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IL LEGAME CON LA SONNOLENZA DIURNA Se la stanchezza è da intendere come una mancanza di energie, la sonnolenza è specificamente correlata all’alterazione della quantità e della qualità del sonno notturno. A perturbare il sonno, generando sofferenza epatica, può anche essere la dieta, come dimostra una ricerca
pubblicata su Hepatology da parte di due gruppi di ricerca, uno dell’Università di Padova e il secondo dell’Institute of Pharmacology and Toxicology di Zurigo, in Svizzera. I ricercatori hanno potuto dimostrare come la somministrazione di elevati quantitativi di proteine finisca con il determinare un aumento dei livelli circolanti di ammoniaca nell’organismo, quale prodotto di degradazione delle proteine stesse a livello epatico. Ebbene, l’iperammonemia determina importanti alterazioni del riposo notturno, come si è potuto evidenziare esaminando le modificazioni dell’elettroencefalogramma del sonno dopo avere assunto un pasto iperproteico. Vale allora la pena considerare il fatto che una ipersonnia diurna può essere il risultato di un affaticamento epatico dovuto a una dieta sbagliata, ricca di proteine, le quali inquinano “l’ambiente biologico”, fisico e cerebrale, dell’individuo.
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ATTENTI ANCHE ALLA CONFUSIONE MENTALE E ALLA SCARSA MEMORIA Il cervello è uno degli organi che più beneficiano del corretto funzionamento della ghiandola epatica. Cali di attenzione, confusione mentale, ma anche una costante fatica a concentrarsi sono più spesso segni di un fegato affaticato che dell’età. Questo perché quando quest’organo non funziona a dovere si accumulano sostanze tossiche, come ad esempio l’ammoniaca, che vanno a colpire proprio l’efficienza mentale. Una conseguenza dell’iperammonemia è infatti una maggiore difficoltà a preservare la memoria e le facoltà cognitive connesse al ragionamento. I clinici sanno molto bene che, soprattutto nei casi avanzati (e molto gravi) di sofferenza epatica, subentrano seri disturbi delle funzioni neurologiche dovute a una forte intossicazione da sostanze di scarto. In genere la situazione è più sfumata, tale da non pregiudicare le funzioni, ma da creare malessere. Ecco allora che una sofferenza epatica può essere scambiata per un disturbo di tipo depressivo.
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