Anteprima Riza Psicosomatica febbraio 2024

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www.riza.it FEBBRAIO 2024 n. 516 P E RI O D I C O M E N S I L E I S S N 2499- 0418 ( O N L I N E )

IL SEGRETO: IMPARA A PRENDERTI CURA DI TE

GUARIRE

I DISAGI DELL’ANIMA Ognuno possiede le risorse per superare paure, tristezza e conflitti interiori LE 4 REGOLE D’ORO Così elimini l’ansia una volta per tutte

L’EDITORIALE DI MORELLI Smetti di imitare gli altri: nessuno al mondo è come te

Riza psicosomatica è in edicola anche con:

SPECIALE CERVELLO I nuovi rimedi per memoria e concentrazione Febbraio 2024

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IL GIORNALE DELLE SOLUZIONI

VITA QUOTIDIANA

Via i rimpianti e ritrovi la

gioia di vivere Idealizzare ciò che è stato amori, lavori, relazioni - come un’età dell’oro significa svilire il presente. Un atteggiamento di fuga pericoloso. Impariamo a riconoscerlo e a liberarcene

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rmai sappiamo che “stare nel presente” è uno dei segreti per vivere bene: essere presenti a quel che c’è in te adesso è la premessa per cogliere le opportunità, essere lucidi quando conta, percepire le esigenze della propria natura, sciogliere i conflitti interiori, essere spontanei. Eppure molti pensano che non sia affatto semplice metterlo in pratica, non solo perché la mentalita razionale tipica dell’Occidente ci ostacola nel mollare l’esagerato controllo su ciò che viviamo, ma anche perché il presente viene spesso “occupato”. È assai diffuso, infatti, il brutto vizio di idealizzare ciò che è stato, al punto tale da far apparire inadeguato il momento attuale, anche quando invece contiene elementi di felicità, di serenità o di senso. Un vizio che fi nisce sempre per influenzare negativamente ciò che stiamo vivendo.

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Visione distorta Non stiamo parlando della no-

stalgia di un bel periodo ormai trascorso, che di per sé, non implica che il presente sia per forza carente, ma di una tendenza costante, quasi compulsiva, a rendere mitologico il passato, anche quando questo non è stato, in realtà, così bello e positivo. “Si stava meglio quando si stava peggio” è la frase popolare che esprime questo atteggiamento. Traduzione: poiché nel presente le cose non vanno bene, anche un passato in cui andavano male risulta più desiderabile, più comodo, meno ostico. Ma nel “vizio di idealizzare” c’è in realtà molto di più: è proprio il passato, quando viene idealizzato, a far andare male il presente, a farcelo percepire come non sufficiente. Ad esempio, una persona ha vissuto una relazione sentimentale intensa, ma qualitativamente pessima, piena di sofferenza e nella quale è stata anche lasciata e ripresa più volte, ed ora che è finita la sua mente la ammanta di mitologia positiva, vede solo le parti belle, ignora tutto il dolore e la frustrazione, attribuisce ad essa (e all’ex partner) qualità che non ci sono mai state.

Un totem mentale La persona si strugge nella convinzione che mai potrà vivere qualcosa di paragonabile, tanto che, mentre cerca nuovi incontri, continua a compararli con il “mito” - una sorta di totem mentale - che ha costruito dentro di sé: un paragone dal quale qualunque possibile nuovo


SUPERA LE IDEALIZZAZIONI

Accetta anche i tuoi chiaroscuri: solo così trovi l’autenticità

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lla radice della compulsione a idealizzare alcune parti del proprio passato c’è spesso la difficoltà ad accettare che la trama della propria vita contenga anche aspetti negativi e disturbanti. È come se si volesse ripulire il quadro d’insieme da tutti gli “scuri” per far emerge soltanto i “chiari”. Non è un processo conscio, ovviamente, ma deriva da paure ed esigenze profonde e inconsce, che agiscono in modo potente attraverso la mitizzazione. Tale tendenza di solito riguarda anche la concezione che la persona ha di sé: fa fatica ad accettare i cosiddetti “opposti che ci abitano”, non riesce a farli coesistere nell’esperienza quotidiana, non trova una visione unitaria che sappia accogliere questa compresenza. Il che spinge verso una concezione o tutta positiva o tutta negativa di se stessi, che ovviamente non può che far vivere la realtà in modo parziale e filtrato. In questi casi è necessario approfondire la conoscenza di sé, familiarizzare con la varietà della vita e ammorbidire il giudizio. Non esiste una vita senza chiaroscuri: è una legge di natura.

partner uscirà ovviamente perdente, impedendo così alla persona di vedere realmente chi ha davanti e di apprezzarlo. È così che il passato idealizzato invade il presente, annullando ogni possibilità di ripartire e lasciando la persona incastrata in un limbo in cui nulla di nuovo può davvero realizzarsi. Tale schema può verificarsi anche in altri

ambiti, come quello lavorativo: «Eh, sì! Quel posto lì era speciale, anche io ero considerato speciale, eravamo una famiglia; si lavorava tanto, certo, ma in armonia». In realtà la persona è stata sfruttata fi no all’ultimo minuto e poi liquidata male, ma l’idealizzazione ormai ha costruito una storia diversa, mitica, che fa perdere le forze e la fiducia C O N T IN U A

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IL TEMA DEL MESE

GUARIRE DAI DISAGI DELL’ANIMA Quando arrivano paure, tristezza, crisi, quando tutto appare faticoso e ci sentiamo smarriti, subito vorremmo sapere perché e vorremmo tornare “quelli di prima”. Ma proprio quei disagi ci indicano una via per risvegliare la nostra vera natura e scoprire cosa ci può rendere felici

A cura di Vittorio Caprioglio medico, psicoterapeuta Immagini: A. Ruggieri

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ECCO LE REGOLE PER USCIRE DA: Paure e ansie ..................... pag. 54 Azioni compulsive .......... pag. 58 Tristezza e rimpianti ..... pag. 62 Lotte interiori ................... pag. 66

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IL TEMA DEL MESE

GUARIRE DALLE AZIONI COMPULSIVE

Con un rito fai pace con gli istinti e superi i blocchi ACQUISTI COMPULSIVI, ABBUFFATE, SCATTI DI RABBIA, TERRORI INSPIEGABILI, PULIZIE OSSESSIVE: CERTI COMPORTAMENTI SONO “PIÙ FORTI DI NOI”, COME SE CI FOSSE UN ALTRO TE DENTRO TE CHE TI MUOVE COME UN BURATTINO. E SE FOSSE IL BISOGNO DI CONTROLLO CHE FA SCATTARE IL SUO CONTRARIO? C’È UNA CHIAVE ANTICHISSIMA PER SCOPRIRLO: I RITI

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organo del mistero non sta più funzionando, per questo la società è in crisi»: con queste parole profetiche lo storico delle religioni Karoly Kerényi ci indicava una perdita profonda che ha colpito la civiltà moderna. Ma cos’è questo “organo del mistero”? È una metafora per dire che una parte di noi è sempre connessa e rivolta verso lo sconosciuto che ci abita, verso le energie della vita. Oggi noi non siamo più in contatto con queste forze misteriose e segrete della natura e della psiche; abbiamo reso tutto razionale e logico, conosciuto e definito. Ma esse sono una parte essenziale dell’essere umano. Se non le riconosci, se non le ascolti, o peggio ancora se le giudichi e le boicotti, iniziano a produrre azioni fuori controllo, “più forti di te”: azioni apparentemente distruttive, ma che, in realtà, sono tentativi di autocura che cercano di riportarti in contatto con il mistero. Un femminile in gabbia Così è successo a Vittoria, che senza accorgersene aveva rinchiuso il suo femminile in una gabbia, da cui però riemergeva in modi C O N T I N U A A P A G . 60

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L’APPROFONDIMENTO

Da dove vengono quegli strani gesti che non controlli?

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orresti fare una cosa e ne fai un’altra; ti arrabbi proprio con “quella persona” con cui vorresti essere controllato; scappi invece di affrontare una prova; ti abbuffi invece di stare a dieta; compri invece di risparmiare; ti costringi a gesti propiziatori che tu stesso ritieni senza senso... Si affacciano a volte azioni fuori controllo, che vorremmo nascondere, reprimere, di cui ci vergognamo... Eppure questi “fuori programma”, distruggendo proprio quell’immagine di te sicura e controllata che vorresti dare agli altri e a te stesso, in un certo senso ti stanno curando: quell’immagine infatti è fasulla, parziale, preda del pensiero comune e dei modelli e ti fa perdere di vista la tua autenticità, fatta di luci e ombre. Le compulsioni e le azioni “fuori controllo”, nella loro ripetitività incomprensibile per la ragione, sono come dei rituali spontanei dell’inconscio, che provano a farti affacciare verso altre energie, altre forze misteriose che ti abitano: riconoscendoli porti finalmente a consapevolezza lati di te che hai messo a tacere e dai loro cittadinanza, permettendo così loro di affacciarsi alla conscienza, stavolta, senza bisogno di forzare il controllo con quei comportamenti estremi.

Vittoria cercava nei vestiti una bellezza interiore che gli eccessi di razionalità avevano cancellato. Grazie a un rituale ha permesso alle sue energie profonde, che credeva ostili, di uscire allo scoperto e di trasformarla Febbraio 2024

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LA MEDICINA NATURALE

CORPO E SALUTE

Memoria e concentrazione si alimentano così

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PREZIOSI OMEGA 3

Dal mare un aiuto fondamentale per assistere la funzionalità neuronale

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ondamentali alleati dei centri del ricordo sono gli acidi grassi Omega 3, che contribuiscono all’efficienza della funzionalità cerebrale soprattutto grazie alle loro proprietà antinfiammatorie e neurotrofiche. Mangiare due, tre porzioni settimanali di pesce grasso o azzurro, come il salmone, l’aringa, le alici, le sardine e lo sgombro, inserire nella dieta noci o semi di lino, girasole, canapa o chia, offre un importante supporto al mantenimento dell’attenzione e della memoria. In generale un regime alimentare a base di frutta e verdura, legumi, cereali integrali, olio d’oliva, pesce e pollame si associa a una funzionalità cognitiva efficiente in età avanzata e a una ridotta possibilità di sviluppare demenza. È possibile assumere Omega 3 in capsule, anche per cicli lunghi. Nell’integratore cerca la presenza di DHA ed EPA, i due tipi di Omega 3 meglio assimilabili. Ricorda che il consumo frequente di carni rosse o trattate, dolci, latticini con alti contenuti di grassi, fritti e cibo raffinato è controproducente per il cervello.

A qualsiasi età è importante mantenere in forma il cervello, l’organo che racchiude il nucleo di tutta la nostra persona. Possiamo farlo con i rimedi naturali e con pratiche di buona salute mentale. Ecco come procedere

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l cervello non è un computer: il pc che hai sul tavolo tra pochi anni sarà superato e lo dovrai cambiare. Invece il cervello è elastico, si modella, si adatta, si modifica continuamente. Se lo tratti nel modo giusto, lui lascia andare l’inutile e si concentra sempre di più, col passare degli anni, sul nucleo delle tue priorità, quelle che dipendono dalle tue tendenze innate, dal tuo carattere. Il segreto, dunque, è la buona manutenzione, che non consiste in un allenamente intensivo: il benessere del cervello non si misura quantitativamente, ma qualitativamente. La qualità della tua vità, la tua gioia di vivere, la tua capacità di essere flessibile e imparare anche dai momenti no: questi sono gli indicatori di efficienza che servono. Per stare in forma, per ricordare, per essere efficiente, il cervello ha bisogno anche di alcune sostanze che ne garantiscono il corretto funzionamento e che possono derivare da un’alimentazione bilanciata, la quale, a sua volta, può essere arricchita da integratori alimentari a base di piante medicinali che hanno effetti antiage sul cervello.

L’aiuto esterno Il mantenimento delle funzioni

cerebrali può risultare più complesso nei momenti di superlavoro o di particolare stress psicofisico. Ecco perché, a fronte di un consumo di risorse, può diventare utile assumere qualche rimedio naturale che, per esempio, può aiutare a conciliare il sonno notturno e quindi il riposo ristoratore. Oppure dare

quella marcia in più perché magari, dopo un malanno di stagione, dobbiamo smaltire una grande quantità di radicali liberi che non appesantiscono solo il corpo, ma anche la mente. Insomma, i motivi per cui potrebbe essere necessaria un’integrazione “verde” sono davvero molti, ma tale aiuto deve essere considerato per ciò che è: l’occasione di ricostituire un’unità sinergica positiva tra mente e corpo, per ritrovare il benessere che ci ha momentaneamente abbandonato.

Serve la meditazione Tra le pratiche rigeneranti

inseriamo anche quelle di tipo mentale e meditativo: gli studi scientifici hanno dimostrato come siano in grado di agire direttamente sull’attività elettrica cerebrale. E non solo: in alcuni casi sono persino in grado di stimolare la neurogenesi, cioè la rigenerazione di cellule cerebrali. È importante, all’interno di questo ventaglio di proposte, riuscire a interpretare correttamente i segnali che giungono dal proprio corpo, in modo da non procedere per tentativi ma riuscire a individuare da subito il rimedio giusto per noi. Ognuno di questi potrà essere usato non solo per recuperare la miglior “forma mentale” dopo un periodo stressante, ma anche a scopo preventivo, quando sappiamo (per scadenze, impegni o semplice alternanza stagionale, se siamo sensibili) che potremmo avere bisogno di un aiuto per limitare stanchezze, fastidi, cali del tono dell’umore e periodi di annebbiamento.

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La visione psicosomatica di Marta Monciotti psicologa e psicoterapeuta

COLITE

Riprendi il contatto con le zone d’ombra Federica è tutta alla luce del sole: nessun segreto o colpo di testa, mai sopra le righe, sempre misurata... Ma la colite e sogni irriferibili sporcano il quadretto. E così scopre che in lei c’è molto di più...


ASPETTI SIMBOLICI DEL DISTURBO

La colite denuncia una morale troppo rigida e unilaterale

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er gli alchimisti “ciò che è in alto è anche in basso” e nel corpo questa analogia è evidente quando paragoniamo cervello e intestino. Qualcosa in basso, con la colite, crea dolore e disagio e deve essere espulso radicalmente... Allo stesso modo, in alto, una serie di sensazioni, emozioni, pulsioni e pensieri, creano disagio e devono essere banditi, negati, eliminati. In qualche modo è l’intestino a prendersi in carico tutta la faccenda e, con la colite, cerca di fare una pulizia simbolica sia del corpo, sia della psiche. Spesso chi soffre di colite ha un sistema morale e di regole molto rigido, mentre tutta una serie di aspetti vengono considerati, più o meno consapevolmente, sbagliati e sporchi: l’aggressività, la sessualità, gli istinti più animali, le bassezze dello spirito sono visti come inaccettabili, vergognosi e relegati nell’ombra. Solo prendendo contatto con questi aspetti naturali che appartengono ad ogni essere umano è possibile liberare l’intestino dall’ingrato compito di dover costantemente eliminare o nascondere parti di noi.

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i sono momenti nella vita in cui una serie di eventi esterni e interni, che sembrano coincidenze, ci portano a prendere contatto con questioni che da sempre evitiamo: per Federica è stato proprio così. Quando la incontro la prima volta il problema che la disturba è una sensazione continua e diffusa di ansia, che però si amplifica in particolari momenti in cui diventa un fastidioso e doloroso movimento di pancia. Federica racconta di sentire la pancia turbolenta, poi la

sensazione urgente di dover andare in bagno. Non sempre è davvero necessario, ma la paura di trovarsi in situazioni in cui non può scappare via la fa vivere con una preoccupazione costante. Un sogno inatteso Quando la rivedo a distanza di una settimana è sconvolta: la notte successiva al primo incontro ha fatto «un sogno orribile, che mi ha svegliata e fatta alzare». Mentre andava in cucina per bere dell’acqua ha visto il portatile del marito e qualcosa l’ha spinta ad accenderlo. «Quella notte è stato un incubo, uno schifo: ho visto le ricerche che aveva fatto su internet, cose erotiche, cose che mai avrei pensato potesse desiderare, sporche... come il mio incubo, orribile». Anche se con vergogna, Federica racconta allora il suo sogno, ha bisogno di espellere tutto: «Sono in un bagno, è tutto pulito e devo fare i miei bisogni. Credo sia tutto a posto ma poi mi accorgo che dal mio corpo sono usciti centinaia di orribili vermiciattoli. Una visione disgustosa che mi ha svegliata di colpo». Ansia da pulizia Quella notte ha messo Federica in contatto con tutto ciò che di solito per lei è inaccettabile: sporcizia fisica, esseri disgustosi, comportamenti immorali… Quegli eventi sono strettamente connessi con il suo sintomo e con il suo modo troppo “pulito” di vivere se stessa e la vita. Quasi come se il suo inconscio stesse aspettando il momento buono per farle sperimentare quelle zone d’ombra che lei teme e trattiene, con i dolori di pancia, o tenta di eliminare velocemente. Eppure in quell’ombra non c’è solo lo schifo, anzi, c’è qualcosa di essenziale perché, come ci ricorda Joseph Campbell, “ la caverna in cui hai paura a entrare, contiene il tesoro che cerchi”. Perduta gioventù Nelle ore di psicoterapia, Federica si rende conto di avere un atteggiamento C O N T IN U A

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