Riza Psicosomatica - Ottobre 2024

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ECCO COME CONQUISTARE LA VERA AUTOSTIMA

Via i pesi mentali così realizzi te stesso

Possiedi qualità uniche: scopri come farle emergere. Solo così arriva la felicità

IL TEST

Stai seguendo i tuoi sogni o li hai chiusi nel cassetto?

MEDICINA NATURALE

Autunno: è il momento di rinforzare il sistema immunitario

L’EDITORIALE

DI MORELLI

Anche quando ti senti perso puoi trovare la tua strada

Riza psicosomatica è in edicola anche con:

PSICHE E BENESSERE

Resistere troppo ci fa ammalare

Tener duro, ostinarsi, resistere a ogni costo in situazioni poco appaganti non è un comportamento eroico, ma incosciente.

Imparare a cedere è la vera via del cambiamento

Un matrimonio ormai nito fa ristagnare i due partner in uno stato di insopportabile limbo, eppure entrambi resistono tenacemente al malessere anche per anni. Un ambiente lavorativo, dapprima armonioso, è da tempo diventato tossico per una persona che vi dedica gran parte del giorno, eppure lei resiste a testa bassa a quell’atmosfera svilente senza cercare altre possibilità. La vita quotidiana, per molte persone, è così piena di impegni e doveri da essere ormai da tempo insostenibile sicamente, eppure resistono a ogni costo, senza cercare qualche cambiamento. Sono solo tre esempi, ma potremmo farne altri, tutti fondati sulla dinamica della resistenza a oltranza. Resistenza psichica, mentale, emotiva, sica, secondo i casi. Può sembrare strano che sia ancora così, in un mondo in cui la tecnologia sembrava aver indebolito lo spirito di sacri cio, la capacità di attesa e anche la cosiddetta “forza dell’io”. E invece questa tendenza a tener duro anche quando ci sarebbe da mollare o da cercare soluzioni alternative, è molto diffusa e porta con sé notevoli rischi per la salute psico sica.

Non mollano mai Sia chiaro: saper resistere, in sé, è una funzione importante n dagli albori dell’umanità. Resistere alle avversità climatiche, agli attacchi dei nemici, alla fame, alle malattie, alla

paura del buio, furono i cardini della sopravvivenza e dell’evoluzione. Ma lo furono nella misura in cui, accanto al resistere, si sviluppò la corrispondente capacità di cambiamento, di invenzione, di adattamento, di difesa. L’atteggiamento di resistenza di cui parliamo qui, dunque, è quello di chi si pone frontalmente davanti a una crisi o a un’avversità, senza associare alcuna istanza di cambiamento. Si tratta di persone che “tengono duro”. Il loro io, evidentemente molto forte e stabile, si fa carico di ogni avversità e sopporta. Hanno la sensazione di non farcela proprio più, sicamente e mentalmente, e che il limite sia stato superato? Ebbene, resistono anche oltre il limite. I motivi di questo atteggiamento possono essere diversi e l’uno non esclude gli altri. Il primo è l’orgoglio: cedere, per loro, signi ca scon tta, debolezza, perdita, per cui entrano in atteggiamento di s da con ciò che la realtà mette loro davanti. Il secondo è la negazione: resistono perché non vogliono ammettere che c’è un problema.

L’allarme dei sintomi Il terzo motivo è la comodità. Affrontare davvero una crisi o un problema implica notevole impegno, magari anche prolungato, e la persona non ne ha voglia. Il suo resistere contiene una sorta di pensiero magico: «Se resisto, prima o poi passerà». Non si cerca, cioè, di piegare la realtà al

NO AL VITTIMISMO

Il segreto è saper passare da resistenza a resilienza

Saper resistere a situazioni difficili è importante, ma in molti casi non basta, perché nel solo resistere c’è attrito, stringere i denti, e quindi perdita di energia e di finalità costruttive. Nello sport, ad esempio, la differenza tra un campione e un buon atleta risiede nel fatto che, nel momento in cui il campione è in crisi e sembra perdente, mentre resiste ai colpi dell’avversario, sta in realtà pensando a “come vincere”: il buon atleta cerca solo di resistere sperando che l’avversario si stanchi, si distragga o si ritiri. Il passaggio mentale, lo scatto verso un modo costruttivo di resistere si chiama - parola molto in uso - resilienza: la capacità di afffrontare lo stress e le avversità uscendone non come reduci stanchi e logori, ma addirittura rafforzati nelle capacità, nella determinazione, in un nuovo e migliore modo di organizzarsi di fronte a una difficoltà. Si tratta quindi di usare le avversità per sviluppare e affinare nuovi strumenti per vivere, per volgere a proprio favore quella che sembra essere una sconfitta o uno scacco matto della vita. Per farlo bisogna rinunciare fin da subito al vittimismo, che indebolisce e ci fa essere passivi, all’orgoglio, che ci rende meno elastici, e alla testardaggine, che ci impedisce di ragionare.

DISTURBI D’ANSIA

Ipocondria: com’è cambiata e come superarla

Grazie anche alla diffusione delle diagnosi “fai da te” l’ipocondria si sta diffondendo sempre più. Come individuarla e cosa significa la paura delle malattie

MEGLIO DEGLI PSICOFARMACI

Riconosci

cosa ti

piace

veramente

e mettilo al centro della vita

Èfondamentale mantenere una percentuale significativa di piaceri, nella vita. Sono le passioni, il divertimento, il ridere, le soddisfazioni, a dare alla nostra esistenza una forma vitale appagante, facendoci uscire dall’essere solo funzionali. Molti tra coloro che soffrono di ipocondria, infatti, non sanno che cosa piace loro, a cosa potersi appassionare. Hanno imboccato una strada di studio e di lavoro che li ha portati lontano da ciò che sono veramente, dalla propria natura, e ora quel vuoto di senso è riempito dalle paure dei sintomi. Tra chi è ipocondriaco ci sono, infatti, molte persone che fanno un lavoro che in realtà detestano o che proprio non gli interessa; molti che hanno bandito il principio del piacere dalle proprie attività; molti che non sanno come divertirsi o dove trovare soddisfazione. Ma se vogliamo sconfiggere l’ipocondria dobbiamo impegnarci per scoprire cosa ci piace e, nei limite del possibile, perseguirlo, riportarlo da protagonista nella nostra vita. Nessuno psicofarmaco potrà avere un effetto così potente. Anzi: gli psicofarmaci, riducendo l’ansia, rendono tollerabile l’ipocondria, ma, in questo modo, la rendono cronica, senza poterne sfruttare il messaggio profondo.

L’ipocondria è cambiata. È come se si fosse evoluta insieme ai cambiamenti collettivi e oggi ha molte più chance di quache decennio fa di diventare un problema invalidante e soprattutto diffuso. Oggi abbiamo a disposizione molte più fonti di informazione di un tempo, possiamo farci una pseudo-cultura medica che un tempo era impensabile e possiamo trovare sul web informazioni che possono creare veri e propri fantasmi di malattia. Non dimentichiamo, poi, che la divulgazione scienti ca attraverso i media ha di certo un effetto di consapevolezza e di serena prevenzione su chi non soffre di questo problema, ma offre spunti e ragionamenti angoscianti per chi ne soffre. L’ipocondria è la paura irragionevole di avere una patologia grave o mortale, anche se visite, esami, diagnosi e medici evidenziano che la malattia non c’è. È una paura così irragionevole che la persona pensa siano i medici e gli strumenti diagnostici a sbagliare, e si sottopone di conseguenza ad altre

visite ed esami. E quando non trova proprio nulla, la sua mente si ssa su un’altra patologia, a volte basandosi su un piccolo sintomo transitorio (ad esempio un lieve mal di stomaco) a volte basandosi sul nulla (la patologia che “c’è ma non si vede ancora”).

Le passioni proteggono Per spiegare come sia possibile che una persona sana possa stare così male ed essere così ossessionata da bloccare la propria vita nell’angoscia e in in niti pellegrinaggi diagnostici, partiamo da un’osservazione che non si può smentire: una persona innamorata e corrisposta, che può vivere pienamente la sua passione erotico-sentimentale, non sviluppa quasi mai un disturbo ipocondriaco (a meno che non venga lasciata!). Lo stesso vale per chi è innamorato o appassionato a un progetto di vita, a un interesse che può seguire con gioia, a chi si diverte spesso e vive il piacere nelle sue varie forme e che, nel fare questo, si sente vivo. Sembrano osservazioni

COSÌ REA Via i pesi mentali

TE STESSO

Il tuo vero essere è ancora tutto

da scoprire: impara a farlo emergere, così fai di te un capolavoro

QUESTO MESE

PARLIAMO DI:

❶ Cambia il tuo racconto .............................. pag. 54

❷ Non lottare con te stesso ...................... pag. 58

❸ Fai spazio a un lato che non vedi ...... pag. 62

❹ Coltiva le tue passioni .............................. pag. 66

LIZZI

“La forma è già nel marmo, io non devo far altro che eliminare l’inutile”
M ICHELANGELO
di Vittorio
Caprioglio
psicoterapeuta
Immagini: Alberto Ruggieri

LA MEDICINA NATURALE

Previeni subito la sinusite: ecco i rimedi giusti

«In previsione della stagione fredda, vorrei sapere se posso fare qualcosa per la sinusite che, ogni anno, mi crea non pochi problemi. Quali rimedi naturali potrei assumere per prevenire mal di testa, raffreddori e tutto il malessere che ne deriva?».

Graziella

Lasinusite è un’in ammazione della mucosa, che determina la secrezione di muco che ostruisce i seni frontali e mascellari. Si può prevenire evitando luoghi inquinati, nebbiosi, e interrompendo la stagione fredda con soggiorni invernali al caldo. Un’antica quanto tipica cura italiana è quella di recarsi alle terme salsobromoiodiche o sulfuree; se è impossibile recarsi sul luogo, si possono usare inalatori con acque termali imbottigliate, disponibili nelle farmacie.

I rimedi

Echinacea, estratto secco, 3 compresse da 300 mg al dì nei mesi freddi. Manganese e Rame + Oro e Argento, oligoelementi, il contenuto della fiala sotto la lingua la mattina a digiuno, alternando i due mix 6 giorni la settimana per 3-6 mesi.

Un’ottima prevenzione si può attuare grazie ai sali minerali o in oligoelementi; in particolare, Manganese e Rame assicurano un’azione antin ammatoria e antisettica, da abbinare a Oro e Argento, che disinfettano e stimolano il surrene a secernere cortisolo endogeno, dal notevole effetto antin ammatorio. Assumi gli oligoelementi ponendo il contenuto della ala sotto la lingua la mattina a digiuno, alternando i due mix di oligoelementi e continuando 6 giorni la settimana per 3-6 mesi. Per potenziare le difese, oltre ai minerali si può utilizzare un estratto naturale dall’azione antin ammatoria molto utile nel trattamento di forme infettive e virali: l’echinacea. Si assume per tutti i mesi freddi in estratto secco, nella dose di 3 compresse da 300 mg al dì. Non va usata nei casi di patologie autoimmuni.

La betulla disintossica, drena e tonifica

«Vi scrivo perché ho smesso di allattare il mio bimbo da un paio di mesi ma continuo a sentirmi appesantita, ho spesso la pancia gonfia, la mia pelle è spenta e impura. Posso fare qualcosa per aiutare il mio fisico in questo periodo così particolare?». Silvia

Gentile Silvia, probabilmente il tuo corpo sta risentendo del “super lavoro”’ a cui è sottoposto per via dell’allattamento e del tuo nuovo ruolo di mamma. Sarà quindi certamente di aiuto stimolare un’azione generale drenante e disintossicante dell’intero organismo: ti servirà per spazzare via le scorie siche, ma anche emotive, che sono rimaste in circolo dopo la gravidanza e il parto, e per ritrovare una nuova leggerezza. Può essere utile un ciclo di cura con il macerato glicerico (1 DH) di Betula pubescens, di cui diluire in poca acqua 40 gocce, da assumere due volte al giorno per almeno tre settimane consecutive.

Le dosi

Betula pubescens, macerato glicerico (1 DH), 40 gocce da diluire in poca acqua, due volte al giorno per almeno tre settimane.

Salice e boswellia per i dolori muscolari

«D a un po’ di tempo soffro di un dolore intenso al gluteo destro, nel quadrante laterale esterno, che si fa vivo quando cammino e che mi blocca. Si scatena dopo che ho camminato a lungo o se alzo dei pesi, cosa posso fare?». Maria

Ildolore che accusi, cara Maria, sembra di origine muscolare, ma è bene accertarsene tramite esami appositi, in quanto potrebbe essere causato da ernie delle prime vertebre lombari. Sicuramente utile sarà praticare attività di rilassamento psicosico, come training autogeno, yoga, agopuntura, da abbinare ad alcuni analgesici di tipo naturale. La terapia in questi casi prevede l’impiego di sostanze miorilassanti da scegliere tra l’artiglio del diavolo, la boswellia o il salice. Assumi 1 capsula da 300 mg di estratto secco della pianta prescelta, due o tre volte al giorno, a stomaco pieno, per 10-15 giorni al mese. ■

I rimedi

Artiglio del diavolo, oppure boswellia, oppure salice, estratto secco, 1 capsula da 300 mg due o tre volte al giorno, a stomaco pieno, per 10-15 giorni al mese.

COSMESI VERDE

e ringiovanisci la Via le macchie

Il sole è importante, anzi è indispensabile. Solo lui può ad esempio farci produrre la vitamina D che ci rinforza le ossa. Ma per la pelle può rivelarsi come un nemico. L’azione dei raggi ultravioletti può causare un danno cutaneo che viene de nito dagli esperti con il nome inglese di photoaging: si tratta di una forma di invecchiamento della pelle dovuta all’esposizione solare, maggiormente evidente sul viso e sul décolleté. Si formano rughe sottili ai lati degli occhi e della bocca, sulla pelle possono comparire macchie e l’epidermide risulta essere sottile e poco tonica. È qui che intervengono i gemmoderivati. La presenza di antiossidanti nelle gemme e la loro capacità di stimolare la rigenerazione cutanea sono ciò che le rende il rimedio indicato per questo tipo di problemi.

Vuoi togliere dieci anni alla tua pelle e attenuare le macchie dovute all’età? Ecco un programma fatto per te, con gemme e interventi dolci

AUTO-TEST

I segnali da non sottovautare

La pelle disidratata manifesta questa sua condizione con segnali ben evidenti. Hai bisogno di intervenire se:

• sono presenti rughette e screpolature;

• tende a squamarsi;

• la pelle “tira” ed è tesa;

• ha un aspetto sottile;

• sono presenti macchie cutanee;

• può insorgere un senso di prurito.

pelle

I

germogli di

Il

tè bianco restituiscono tono e vigore

tè bianco è ottenuto solo dai germogli più freschi, è il tè più puro, quello che subisce meno trasformazioni di tutti, che conserva quindi un’elevata quantità di polifenoli, flavonoidi e altri elementi preziosi. Le foglioline apicali vengono raccolte solo in due giorni dell’anno, sempre ammesso che le condizioni climatiche lo permettano. Vengono prelevate solo le prime due foglie all’apice del fusto della pianta (quelle più giovani) e per le varietà più pregiate addirittura solo il germoglio. Da questo prezioso elemento, che puoi trovare in erboristeria o nei negozi specializzati, puoi ricavare un tè leggero con il quale poi fare una maschera, applicandola tra due garze sulla pelle. Puoi ripeterla due o tre volte alla settimana. È utile anche contro le ustioni: racchiudi i germogli in una bustina, mettila in infusione, lascia raffreddare e applica sulla parte scottata.

PERCHÉ FUNZIONA

Alcuni studi hanno dimostrato che il tè bianco è ricco di antiossidanti capaci di contrastare l’invecchiamento della pelle dovuto ad agenti esterni. Risulta essere in questo molto più efficace rispetto all’aloe e al tè verde. Il Tè bianco è anche ricco di alfaidrossiacido e zinco, la chiave per avere una pelle sana.

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