Salute Naturale Extra

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RIZA

BIMESTRALE - APRILE/MAGGIO 2022 ISSN 2465-3470 (ON LINE)

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O G NI M E SE UN A CURA V IN CEN TE

SONO SEMPRE PIÙ DIFFUSI: ECCO COME PREVENIRLI

Alzheimer, Parkinson e Aterosclerosi I nuovi rimedi che mantengono il cervello sempre giovane GLI INTEGRATORI CHE FUNZIONANO

Le vitamine del gruppo B proteggono tutti i neuroni DORMIRE BENE

Il sonno attiva le cellule che spazzano via scorie e tossine dal cervello

CAMBIA STILE DI VITA

Dedica più tempo a te stesso, ai tuoi interessi e alle tue passioni

GLI ALIMENTI GIUSTI

Devi scegliere quelli ricchi di Omega 3 e di antiossidanti


Perché vengono Alzheimer, Parkinson e aterosclerosi?

→ pag. 14

SOMMARIO Aprile / Maggio 2022 - numero 146

Ecco i “segnali” da cogliere per intervenire in tempo.

→ pag. 16

3 L’editoriale

La salute del cervello è nei nostri comportamenti Una guida alla scoperta degli integratori che “salvano” il cervello. → pag. 23

6 Notizie dal mondo 10 Il tuo percorso di benessere Un sistema nervoso sempre giovane

14 Visti da vicino All’origine dei disturbi

16 I segnali Anche quello che metti in tavola può proteggere i neuroni.

I sintomi dell’Alzheimer → pag. 41

23 Gli alleati verdi per neuroni longevi Tutti i nutrienti per un cervello sano ■ Vitamina D - L’integratore che non deve mancare: il colecalciferolo ■ Ginkgo biloba - Dà una sferzata di energia alla mente stanca ■ Gli altri integratori - Le vitamine indispensabili

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Una corretta idratazione è fondamentale per la memoria.

→ pag. 47

Il movimento rallenta la progressione delle malattie neurodegenerative. → pag. 60

41 Il cervello si salva a tavola ■ ■ ■ ■

I flavonoidi sono antiage cerebrali Omega 3: i grassi che fanno bene I fermentati difendono i centri del ricordo I vegetali salva lucidità

55 Le buone abitudini di tutti i giorni ■ ■ ■ ■ ■ ■

Ascoltare musica mantiene giovane il cervello.

→ pag. 86

I consigli giusti per gestire al meglio il malato in difficoltà.

→ pag. 91

I benefici del sonno - Il riposo notturno pulisce il cervello dalle tossine Fare sport - L’attività fisica protegge l’encefalo Muoversi in musica - Ballare: la pratica che dona benessere alla testa e al corpo L’atteggiamento quotidiano - Le emozioni che mantengono la mente giovane Dall’Oriente - La meditazione è neuroprotettiva Mangiar meno - Il semi digiuno preserva la memoria

81 Prenderci cura di noi è la miglior prevenzione ■ ■

La giusta strategia - 3 consigli da seguire a ogni età Cosa fare e cosa evitare - I sì e i no suggeriti dalla scienza

91 Come affrontare la malattia ■

Il paziente - Gestire nel modo giusto una persona malata

96 Libri

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I SEGNALI

I sintomi dell’Alzheimer

Il morbo ha un andamento progressivo e nelle prime fasi può anche passare inosservato. Cogliere i primi segni può servire ad adottare le contromisure atte a rallentarne lo sviluppo

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l morbo di Alzheimer è una patologia progressiva, con un andamento che può essere più o meno veloce a seconda del caso singolo, ma di cui i medici riconoscono sette fasi clinicamente significative. Noi andiamo a descrivere la progressione della patologia nella sua storia naturale, cioè non trattata in alcun modo. In realtà è possibile, anche se non c’è una cura definitiva, rallentarne il decorso in modo da spostare più in là possibile le manifestazioni più gravi.

PRIMA FASE

LA PATOLOGIA È ANCORA SILENTE Non c’è nessun problema di memoria e la situazione rimane perfettamente compatibile con una vita normale. Il cervello è in grado di rimodellare i suoi percorsi di comunicazione bypassando gli ostacoli grazie alla sua naturale “plasticità”, cioè la capacità di riorganizzarsi.

mente colleghi, amici e addirittura famigliari possono sospettare un disturbo neurologico.

TERZA FASE

DECLINO COGNITIVO LIEVE Le manifestazioni cominciano a essere più evidenti ma, ciò nonostante, non sempre i test sono in grado di evidenziare in maniera chiara la perdita di facoltà. I disturbi maggiori si concentrano sulla difficoltà di trovare il giusto nome agli oggetti, a ricordare i nomi quando vengono presentate nuove persone, indecisione nello svolgere compiti di tipo lavorativo, non ricordare cose appena lette, smarrire oggetti di valore (affettivo o materiale) e in generale una crescente difficoltà nell’organizzare o programmare gli eventi e gli appuntamenti. In questa fase, comunque, amici, colleghi e famigliari iniziano a notare determinate stranezze nel comportamento.

L’età più a rischio è dopo i 65

Le indagini epidemiologiche hanno dimostrato che, in genere, la malattia di Alzheimer si manifesta dopo i 65 anni QUARTA FASE di età. Fino a quel momento i casi sono davvero molto rari e DECLINO COGNITIVO DECLINO COGNITIVO prendono il nome di “Alzheimer precoce” il quale, purtroppo, MOLTO LIEVE MODERATO tende ad avere un decorso più rapido, anche se non se ne Si tratta di una situazione I sintomi cominciano ad conosce il motivo. Più facile è, invece, comprendere come per cui il paziente accusa apparire con chiarezza e in mai il problema sia prevalentemente femminile: essendo occasionali vuoti di memoparticolare si possono manil’età anagrafica un fattore di rischio accertato, il fatto ria in relazione a nomi di uso festare complete dimenticanche le donne vivano mediamente più a lungo degli comune o in merito al corretto ze di eventi recenti, incapacità uomini fa sì che esse siano anche più esposte posizionamento degli oggetti di mantenere la concentrazione alla possibilità di andare incontro a quenel contesto quotidiano. In queeseguendo sottrazioni di sette sta patologia. sta fase il disagio è vissuto ancora unità per volta partendo da 100. La

SECONDA FASE

in modo molto soggettivo e difficil16

gestione delle finanze e della contabi-

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lità di casa diventa problematica e il rischio di commettere errori anche gravi sale. Inoltre, il comportamento può diventare bizzarro e problematico nelle occasioni sociali.

QUINTA FASE

DECLINO COGNITIVO MODERATAMENTE GRAVE Le dimenticanze diventano sempre più invalidanti anche nella gestione degli spostamenti quotidiani. Il soggetto può dimenticare l’indirizzo di casa, il numero di telefono e anche fatti importanti della propria vita. I calcoli aritmetici mentali diventano difficili, in particolare partendo da 40 per arrivare a zero sottraendo 4 unità alla volta (o da 20, per arrivare a zero sottraendo due unità alla volta). C’è una perdita dei riferimenti della stagio-

ne, così che il soggetto veste pesante in estate e, viceversa, potrebbe invece andare in giro poco coperto nei mesi più freddi.

SESTA FASE

DECLINO COGNITIVO GRAVE Il soggetto inizia a dimenticare la propria storia personale e avere difficoltà a coniugare volti e nomi, benché permanga la capacità di distinguere tra una persona nota e una ignota. Diventa necessaria una assistenza personalizzata per vestirsi e per l’igiene personale, anche dovuti a una crescente difficoltà a controllare gli stimoli. Da un punto di vista comportamentale iniziano le fissazioni (avere la sensazione che chi assiste voglia fare del male) e comportamenti ripetitivi. In questa fase è tipico scappare e smarrirsi.

SETTIMA FASE

DECLINO COGNITIVO MOLTO GRAVE Le relazioni interpersonali sono sostanzialmente assenti o episodiche e, comunque, mai significative. L’isolamento è tale da impedire al singolo di rispondere in maniera coerente agli stimoli ambientali e l’assistenza, quotidiana, deve essere costante per ogni attività. Si verificano anche problemi legati alla capacità di camminare e di deglutire correttamente. La rigidità muscolare diventa caratteristica, così come il disordine dei riflessi.

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DOSSIER

GINKGO BILOBA

Dà una sferzata di energia alla mente stanca

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Questo rimedio naturale trova ampie indicazioni di impiego in tutte quelle situazioni in cui il cervello ha bisogno di eliminare le tossine o migliorare l’ossigenazione. Può quindi essere di supporto anche nell’arteriosclerosi

l ginkgo biloba è un integratore naturale in grado di riattivare la vitalità cerebrale. Ha un potere energizzante che deriva soprattutto dalla sua capacità di stimolare il microcircolo e, conseguentemente, si ottiene un miglioramento complessivo dell’ossigenazione cerebrale, con una aumentata perfusione di sangue e nutrienti. Il ginkgo è indicato in quelle situazioni in cui, insieme alla stanchezza mentale e al senso di appannamento e offuscamento dei pensieri, si uniscono anche piccoli disturbi come vertigini, ronzii alle orecchie, formicolii agli arti e altre sofferenze di origine neurologica. 30

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LE CONFERME SCIENTIFICHE

Che l’uso di rimedi naturali sia di grande utilità per la correzione di molti stati di sofferenza cerebrale è oggi comunemente accettato anche dalla comunità scientifica. Secondo una ricerca condotta presso il dipartimento di scienze dello sport dell’Università di Birjand in Iran il Ginkgo Biloba possiederebbe persino una funzione rigenerativa a livello neuronale. Se confermata, questa ricerca potrebbe essere molto importante per ricostituire le "popolazione" di neuroni che va persa per colpa di tutte le malattie neurodegenerative.

procedere a una sorta di “sostegno della depurazione”. Una tisana a base di ginkgo biloba e rosmarino (5 grammi di ognuno in 500 ml di acqua bollente) è l’ideale per aiutarsi in questi momenti di affaticamento cerebrale e in generale per mantenere efficiente la circolazione e la depurazione a livello del sistema nervoso. La tisana va lasciata in infusione fino a che l’acqua non torna a temperatura ambiente e può essere consumata lungo tutta la giornata, a bicchierini.

LA TISANA È UTILE PER GLI SMEMORATI

Quante volte capita di dimenticare il motivo per cui si è entrati in una stanza, trovarsi lì e non ricordare più che cosa si stesse cercando oppure di non riuscire a recuperare dalla mente un nome che pure dovrebbe essere familiare? Questi “sintomi” rappresentano la testimonianza più chiara di come il cervello sia intossicato da sostanze di scarto del metabolismo cellulare e si debba, di conseguenza,

HA ANCHE UN’AZIONE ANSIOLITICA

Un altro vantaggio di questo rimedio naturale è legato al fatto che è in grado anche di agire sugli stati ansiosi. Dato che molto spesso i pazienti che soffrono di questi disturbi degenerativi possono subire anche importanti alterazioni del tono dell’umore, ecco che questa azione contribuisce a mantenere più stabile il vissuto emotivo. Ciò permette di controllare meglio la patologia, se è già emersa. Chiaramente non può essere considerata una cura a tutti gli effetti. È però un sostegno utile e naturale.

Le giuste dosi - Quanto ne serve L'azione benefica del Ginkgo biloba (che a livello cerebrale si esprime soprattutto a livello della circolazione) è dovuta a sostanze specifiche che si chiamano appunto ginkgolidi e bilobalide, oltre alla presenza di flavonoidi, che svolgono una potente azione antiossidante. Il dosaggio comunemente suggerito varia dai 120 a i 240 mg al giorno e alcuni studi (GuidAge e PAQUID, che sono studi condotti per lunghe unità di tempo, a livello internazionale e presso diversi centri di ricerca) hanno confermato l’efficacia di questo rimedio naturale nel rinforzare la memoria sia nei soggetti sani a scopo preventivo, sia in quelli che hanno già sviluppato malattie del sistema nervoso.

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ALIMENTAZIONE

I CIBI CHE SERVONO

I flavonoidi sono antiage cerebrali Queste sostanze antinvecchiamento servono a contrastare i danni causati dai radicali liberi. Vediamo quali sono gli alimenti che ne contengono di più e come inserirli nella nostra dieta

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e vogliamo mantenere il cervello in perfetta efficienza, salvaguardandolo quanto possibile da Alzheimer, Parkinson e danni vascolari, dobbiamo organizzare la nostra alimentazione in modo che essa sia ricca di nutrienti fondamentali, povera di zuccheri semplici e in grado di facilitare la sintesi di tutte quelle sostanze che proteggono l’organismo dai processi di invecchiamento precoce causato da un eccesso di radicali liberi, molecole di scarto derivanti dai processi metabolici, da ciò che mangiamo e dal nostro stile di vita.

LE SOSTANZE CHE PROTEGGONO I VASI SANGUIGNI

Le sostanze che servono a questo scopo sono per lo più contenute nei vegetali freschi e si tratta di flavono-

Queste sono le miniere naturali Se vuoi fare il pieno di queste preziose sostanze, hai solo l’imbarazzo della scelta, poiché se ne trovano in grandi quantità nei seguenti cibi. • uva • cacao • tè verde • agrumi • frutti di bosco (mirtilli) • finocchio e barbabietola 42

li (quercetina), flavanoni, flavoni, isoflavoni e antocianine, contenute (come accennato) in molti vegetali così come anche in bevande da essi ricavate come il tè o il vino. Queste sostanze si trovano principalmente negli alimenti che, allo stesso tempo, sono anche molto ricchi di vitamina C: insieme formano una struttura di antiossidanti forte e molto stabile, ottima per curare malattie infiammatorie e prevenire i disturbi cardiocircolatori. Anche il cioccolato, specialmente quello fondente, contiene i bioflavonoidi che derivano dai semi del cacao. Il resveratrolo, della famiglia dei polifenoli, è anch’esso un altro potente antiossidante; si trova soprattutto nella buccia dell’uva della vite rossa e nel suo succo. L’azione più spiccata è quella di protezione dei vasi sanguigni di dimensioni grandi e piccole.

PRIVILEGIA IL COLORE ROSSO

Un altro tipo di biofl avonoidi è costituito dalla famiglia degli antociani, che sono contenuti nei frutti di bosco, nelle ciliegie e nel cavolo rosso. Danno il coloro rosso-violetto ai vegetali che li contengono. Gli antociani svolgono una spiccata azione antiossidanti molto utile non solo per combattere

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Non dimenticare anche gli altri antiossidanti Anche altre sostanze contenute nei vegetali promuovono i geni che codificano la Sirt1 e favoriscono la protezione di tutte le cellule del corpo, neuroni inclusi; tra queste ricordiamo la quercetina (che si trova nelle mele, nelle cipolle, nel tè verde, nei frutti di bosco...) e la fisetina (presente nelle fragole, nei mirtilli e nei cetrioli).

Vai alla ricerca del resveratrolo

l’invecchiamento ma anche per normalizzare il tasso di grassi nel sangue. In questo modo diviene più semplice proteggersi dall’arteriosclerosi, perché si diminuisce il rischio che si creino depositi di grassi all’interno dei vasi sanguigni, potenzialmente capaci di rallentare il flusso del sangue e, quindi, impedire una perfetta ossigenazione cellulare. Questi alimenti dal colore rosso sono anche preziosi per mantenere l’elasticità dei piccoli vasi che, in questo modo, sopportano meglio gli sbalzi di pressione sanguigna e mantengono intatta la capacità di portare ossigeno e nutrimento anche nelle zone più remote del cervello. In questo modo si mantengono le connessioni tra neuroni e l’intero cervello svolge nel migliore dei modi il suo compito. Peraltro favorendo la circolazione, anche la depurazione dalle tossine metaboliche risulta più efficace.

Trai i bioflavonoidi si distingue in particolare il resveratrolo, un composto fitochimico dalle notevoli proprietà antiossidanti. È noto per i suoi effetti protettivi sul sistema cardiocircolatorio ma è anche efficace come antiage perché stimola la produzione di Sirt1, sostanza che difende dall’invecchiamento e ha anche un effetto dimagrante. Si tratta di un effetto secondario molto importante perché il grasso è fortemente pro infiammatorio e, come abbiamo detto nella parte dedicata alle vitamine, tende a sottrarre preziose sostanze liposolubili dal sangue, come il tocoferolo o il calcitriolo.

Le fonti che te ne assicurano di più

Nel momento in cui vuoi avere la sicurezza di avere introdotto buone quantità di questo super antiossidante, sappi che lo puoi trovare nell’uva e nel vino rosso (massimo un bicchiere a pasto: oltre questa quantità il danno dell’alcol etilico sui neuroni non viene compensato dalla presenza di resveratrolo), in lamponi, more di gelso, arachidi e frutta secca.

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STILE IL PAZIENTE DI VITA

Gestire nel modo giusto una persona malata C

Se siamo alle prese con una persona non più lucida, dobbiamo chiederle solo ciò che è in grado ancora di darci

hiudiamo questa nostra trattazione parlando di quale sia l’atteggiamento migliore nei confronti dei malati di Alzheimer (o di arteriosclerosi, o ancora di coloro che cominciano ad avere danni cognitivi dati dal Parkinson), che stanno lentamente perdendo la loro lucidità. Posto il fatto che nei casi

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Ogni loro azione ha un significato, dobbiamo imparare a conoscerlo

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gni grido, gesto, ogni movimento o azione da parte della persona malata mantiene una intenzione e un significato, in queste fasi della malattia. Dunque bisogna imparare per prova ed errore a entrare in relazione con queste manifestazioni, come se fosse un linguaggio nuovo.

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più gravi l’interazione è davvero difficile e la situazione può richiedere ricoveri in strutture specializzate, vediamo quali sono i suggerimenti degli esperti che consentono di creare un clima collaborativo con persone che sono comunque in grado di mantenere una forma di interazione, se ben indirizzate.

Leggiamo i messaggi del corpo

È

corretto dirottare la propria attenzione dalla comunicazione verbale a quella non verbale. Mano a mano che l’individuo perde la capacità di formulare frasi complesse ed esprimere esigenze in maniera esplicita, il linguaggio del corpo diventerà la forma primaria di comunicazione. Ignorare queste manifestazioni pensando che non abbiano senso significa generare rabbia e frustrazione. Dobbiamo spendere un po’ del nostro tempo per imparare questo tipo di linguaggio.

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Manteniamo gentilezza e sorriso

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anteniamo sempre una relazione con il malato, senza mai smettere di pensarlo come una identità, una persona. Il malato va salutato, rispettato, accolto con un sorriso ogni volta che ci avviciniamo a lui. Può darsi che non sia più in grado di esprimere compiutamente le sue emozioni, ma capiremo dalla sua calma che si sente ancora rispettato come individuo e il nostro affetto e rispetto avranno su di lui un potere rassicurante.

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Parliamo in modo semplice, senza essere incalzanti

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e vogliamo che le persone affette da demenza comunichino verbalmente con noi, non dobbiamo incalzarle o pretendere da loro ciò che non possono (più) dare. Meglio allora usare frasi molto brevi, elementari, dette con fermezza e la necessaria lentezza. Il discorso non deve essere protratto: alla fine di ogni sentenza ci si deve fermare e attendere che dall’altra parte ci sia un segno di comprensione o assenso. A volte in questo modo è possibile riuscire a intavolare persino brevi discorsi.

Creiamo una ritualità rassicurante

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on dimentichiamo la storia della persona che stiamo accudendo. Nonostante le difficoltà, ogni individuo non smette di essere se stesso. Dunque se amava la lettura, gradirà che gli vengano letti dei libri. Se gli piaceva la musica, apprezzerà il fatto di poterla ascoltare e così via. Cercare di creare attorno al malato una piccola ritualità lo farà sentire accudito e servirà a mantenere una certa calma in un ambiente che, si sa, è facilmente perturbabile.

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La loro rabbia dipende dalla frustrazione

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ormalmente le reazioni violente da parte di malati di forme di demenza (specialmente nell’Alzheimer) dipendono da desideri insoddisfatti e un senso di frustrazione. Posto che è sempre la situazione specifica a fare la differenza, possiamo dire che - in genere - un atteggiamento calmo, fermo, rassicurante e non oppositivo riesce nella maggioranza dei casi a far rientrare questi accessi d’ira. Si deve anche nel contempo trovare quale sia la causa della frustrazione proprio per prevenire o evitare quanto possibile queste manifestazioni violente, che nel lungo periodo rischiano di creare un clima di tensione e una impossibilità di relazione.

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