Tonifica vene e capillari
Come prevenire e curare le varici. Eviti gli edemi, le gambe gonfie e anche la cellulite
RIZA
Tonifica vene e capillari
Editing: Stefania Conrieri Copertina: Roberta Marcante Immagine: Fotolia, 123rf Illustrazioni fitness: Angelo Siviglia
© 2015 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
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Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
Introduzione
Riattiva il microcircolo e rinforza i capillari: elimini varici ed edemi
Idisturbi della circolazione capillare riguardano, secondo le statistiche, il 40% della popolazione adulta in Europa e, di questa percentuale, il 55% è rappresentato dalle donne fra i 24 e i 55 anni. Nella donna, le patologie circolatorie sono causate e peggiorate, oltre che dal caldo estivo o dalla permanenza in ambienti surriscaldati, dagli sbalzi ormonali che, modulando la secrezione di estrogeni e progesterone, favoriscono la stasi capillare e la ritenzione: in particolare, gli edemi tendono ad aumentare prima del ciclo e a riassorbirsi con l’inizio del mestruo; e anche la menopausa, con il calo degli estrogeni e l’aumento del progesterone, spesso provoca ristagni del microcircolo, predisponendo a ritenzione idrica e alla comparsa o al peggioramento della cellulite. Tenendo in considerazione questi dati, l’obiettivo che vi proponiamo in questo libro è proprio quello di ridare sprint alla circolazione riparando e proteggendo i capillari e aiutando le vene a portare via le tossine.
Disturbi circolatori e cellulite
Un sistema circolatorio che non funziona correttamente predispone al sovrappeso, alla ritenzione idrica e alla cellulite. Da un lato, infatti, lo scarso ritorno venoso fa sì che i materiali di scarto anziché risalire verso gli organi che hanno il compito di espellerli stazionino nei distretti periferici. Inoltre fragilità dei vasi, soprattutto di quelli piccoli e piccolissimi, cioè i capillari, che non sono più in grado di lavorare normalmente, e permeabilità aprono la strada al travaso di liquidi dal circolo alle zone interstiziali. I capillari infatti non riescono a far arrivare sufficiente nutrimento, “lasciano uscire” liquidi e plasma che, accumulandosi nel tessuto adiposo, determinano un ristagno di tossine che innesca il processo infiammatorio; infine le vene non sono in grado di portar via le scorie, che diventano sempre più numerose. Di fronte a questa situazione di crisi, quando si rende conto che non riesce più a irrorare adeguatamente le aree periferiche del corpo, l’organismo fa la cosa più vantaggiosa per l’intero sistema: smette di occuparsene poiché il peggio che possa accadere è che si accumulino altre scorie e, appunto, si formi la cellulite. Non a caso, quando il problema è a un livello avanzato, le zone colpite dalla pelle a buccia d’arancia sono fredde al tatto.
Dieta e rimedi, le strategie d’azione
Per restituire alle nostre gambe vitalità e leggerezza possiamo sfruttare le proprietà di alcune piante come per esempio l’ippocastano, la centella, il rusco o la vite rossa che hanno tra le loro proprietà riconosciute quelle di essere flebotoniche, protettive dei vasi venosi e dei capillari. I fitoestratti che vi consi-
gliamo nelle prossime pagine sono indicati nei casi in cui la cellulite è già formata, ma possono anche essere usati come preventivo, soprattutto se si ha una “storia familiare” di vene varicose e problemi circolatori. Anche le abitudini alimentari rivestono grande importanza. Il modo in cui ci alimentiamo, infatti, può peggiorare la ritenzione idrica e l’accumulo di tossine. Al primo posto c’è un consumo eccessivo di sale. Ma anche troppo zucchero fa male poiché favorisce l’accumulo di grasso che a sua volta genera infiammazione e ritenzione. L’aumento dei livelli di insulina, generato da una dieta sbilanciata in carboidrati, può rendere difficile espellere il sodio. Per questa ragione dedichiamo un capitolo alle strategie di intervento che bisogna attuare a tavola per evitare o curare edemi, ristagni, ritenzione idrica e, più in generale, tutti i principali problemi circolatori.
Anche il movimento è fondamentale
Il sistema drenante venoso non ha una “forza propulsiva” come quello arterioso, ma deve appoggiarsi all’apparato muscolare e alla pompa rappresentata dai piedi per risalire le gambe. Chi ha problemi di capillari e vene varicose associate alla cellulite dovrebbe quindi avere tra le sue prime preoccupazioni anche l’attività fisica, evitando con cura il sovrappeso che aggrava, rendendo ancor più difficoltoso l’operato del sistema circolatorio, la cellulite. Per questa ragione vi proponiamo un programma di esercizi specifici, da eseguire in qualunque momento, al parco o anche a casa propria, per tonificare le gambe e stimolare la circolazione.
Come funziona la circolazione
Come un grande albero ramificato
I tessuti del nostro corpo, formati da centinaia di miliardi di cellule, devono essere continuamente nutriti con ossigeno e depurati dall’anidride carbonica e dagli altri materiali di scarto che producono. Questo scambio di sostanze è reso possibile dalla circolazione sanguigna che, dunque, è il sistema vitale e primario attraverso il quale l’organismo si alimenta e, al contempo, si depura. L’apparato circolatorio coinvolge il cuore, l’organo propulsore che spinge il sangue in tutti i distretti del corpo, i vasi sanguigni e quelli linfatici. Il sistema vascolare si suddivide in sistema arterioso e sistema venoso, ciascuno con i suoi vasi specifici, le arterie e le vene. Possiamo immaginarlo come un albero, sempre più ramificato e sottile man mano che ci si allontana dal tronco, costituito dal cuore e dai grandi vasi cardiaci che lo raggiungono.
La circolazione arteriosa coinvolge le arterie, vasi sanguigni incaricati di spingere il torrente del sangue dal cuore verso le cellule di tutto il corpo, e le vene, che hanno il compito di raccogliere il sangue, ricco di anidride carbonica e sostanze di scarto, e riportarlo ai polmoni e al cuore. Vene e arterie si distribuiscono in tutto l’organismo ma il sangue arriva alle cellule tramite i capillari, che sono dei vasi sanguigni molto sottili e molto permeabili, a livello dei quali avvengono gli scambi di ossigeno e di altre importanti sostanze nutritive.
La grande e la piccola circolazione - La grande circolazione inizia nel ventricolo sinistro del cuore, che si contrae spingendo il sangue, appena giunto dai polmoni e ricco di ossigeno, all’interno dell’aorta e poi nelle altre arterie, verso tutti i tessuti dell’organismo. Il sangue si sposta quindi nelle vene cave risalendo verso il centro del corpo, fino all’atrio destro del cuore. Qui inizia la piccola circolazione: dal ventricolo destro,
Come funziona la circolazione
infatti, il fiotto ematico viene spinto nei polmoni attraverso l’arteria polmonare, dove si arricchisce di ossigeno e rilascia l’anidride carbonica per poi essere ricondotto, tramite le vene polmonari, di nuovo nell’atrio e nel ventricolo sinistro del cuore.
Il sistema delle arterie, a livello dei tessuti, confluisce nel sistema microcircolatorio, costituito da una rete di piccole arterie che arrivano in tutte le zone dell’organismo per poi trasformarsi in un fitto sistema di vasi capillari e di venuzze dalle pareti molto sottili e permeabili, dove avvengono gli scambi con le cellule.
Nelle arterie il sangue scorre perché spinto dal muscolo cardiaco, che agisce come una pompa. Al contrario, nelle vene il sangue è sospinto da un sistema di valvole, che deve contrastare la forza di gravità.
Accanto al sistema cardiocircolatorio, scorre il sistema circolatorio linfatico, che serve per drenare i liquidi che si formano negli interstizi tra le cellule e riportarli al flusso sanguigno, evitando che si accumulino nei tessuti.
Se il sistema venoso, che ha il compito di riportare il sangue verso il cuore sfidando la forza di gravità, e quello linfatico, incaricato della rimozione dei liquidi, perdono la loro efficienza, il sangue rifluisce più lentamente, causando ristagni, gonfiori e pesantezza che, a lungo andare, sfociano in una serie di disturbi potenzialmente più seri.
Il sistema arterioso
Le arterie sono dei vasi circolari, costituiti da membrane, che trasportano il sangue ossigenato dal cuore verso tutti
i distretti corporei diramandosi in una rete di vasi minori che si trasformano in capillari. Tutte le arterie trasportano sangue ricco di ossigeno, eccetto l’arteria polmonare e quelle del cordone ombelicale.
Quando il cuore si contrae, spinge il sangue nelle arterie maggiori, fatte di tessuto elastico e muscolare. Le arterie accumulano energia elastica e la liberano lentamente, quando il ventricolo del cuore si rilassa, spostando così agevolmente il flusso di sangue.
Quando si invecchia oppure a seguito di stili di vita sbagliati e in caso di patologie come l’aterosclerosi, le arterie perdono la loro elasticità, diventano più rigide e fragili, con conseguenze anche gravi sul sistema cardiocircolatorio, che inizia a perdere la sua efficienza.
In condizioni normali, invece, i robusti vasi arteriosi hanno un’elevata capacità di contrarsi, rilassarsi, allargarsi o restringersi a seconda delle necessità.
Le arterie grandi, come l’aorta e le arterie polmonari, dal diametro superiore ai 7 mm, sono molto elastiche per poter sopportare l’elevata pressione del sangue, vicino al cuore. Le arterie che distribuiscono il sangue nei vari distretti del corpo, come le arterie renali e quelle coronarie, sono invece di medie dimensioni e mediamente elastiche. Le arterie più piccole, invece, sono meno elastiche, ma hanno una parete spessa che si contrae facilmente e sono molto innervate.
Le arteriole - Le arteriole periferiche, di dimensioni ancora minori, regolano il flusso sanguigno verso i tessuti e possono chiudersi, oppure aumentare di dimensioni per
Come funziona la circolazione
dirigere adeguatamente il flusso ematico. Quando si svolge esercizio fisico, per esempio, alcune arteriole si chiudono e altre, quelle che devono raggiungere le aree muscolari, invece si dilatano irrorando al meglio l’area muscolare interessata dallo sforzo.
In caso di grave ferita, si può capire facilmente se è stata coinvolta una vena o un’arteria. Quando è l’arteria a essere lesionata, il sangue fuoriesce a zampilli e in maniera discontinua, spinto dalla pompa cardiaca ed è di colore rosso brillante, a causa della presenza di ossigeno.
I capillari
I capillari sono piccoli vasi dalle pareti sottili, dal diametro di un capello (da cui il nome), percorsi da sangue che scorre a bassa velocità. Sono i vasi più piccoli dell’apparato circolatorio, ma anche quelli più importanti. Infatti, vene e arterie servono unicamente al passaggio del flusso sanguigno, mentre è proprio a livello dei capillari che avvengono gli scambi metabolici e respiratori tra le cellule di tutto il corpo e il sangue. A livello di questi piccolissimi condotti si svolgono gli scambi tra il sangue e il liquido intercellulare. Proprio qui i tessuti vengono riforniti di ossigeno e nutrienti, ma anche ormoni e anticorpi, e possono alleggerirsi dei cataboliti (cioè i prodotti di scarto).
I capillari sono dunque indispensabili per la sopravvivenza delle cellule perché consentono ai nutrienti di arrivare e, al contempo, provvedono ad asportare le scorie metabo-
liche nocive che finirebbero per intossicarle.
La superficie di scambio creata dai capillari, nonostante le loro piccole dimensioni (i globuli rossi devono passarvi in fila), è davvero notevole.
I capillari presenti nel corpo sono circa 2 miliardi, con una lunghezza di 80.000 km. Alcuni sono venosi, altri sono arteriosi. Nei tessuti questi microvasi si raccolgono in strutture a forma di rete che prendono il nome di letti capillari. Sono le particolari caratteristiche strutturali e fisiologiche dei capillari a consentire il passaggio dei nutrienti. Infatti, le loro pareti sono costituite da un unico strato di cellule endoteliali appiattite e ravvicinate, molto permeabili e prive di fibre muscolari.
Le piccole dimensioni fanno sì che il sangue transiti nei capillari a velocità e pressione molto ridotte. In questo modo gli scambi dei liquidi sono facilitati: l’ossigeno e i nutrienti vengono ceduti agevolmente alle cellule e i prodotti di scarto recuperati con facilità.
Il tipo di capillari più comune è quello a struttura continua, che si trova nel sistema nervoso, nei muscoli, nei polmoni e nella pelle. Ci sono anche capillari fenestrati e capillari sinusoidali. I primi si trovano nelle ghiandole endocrine, nel pancreas e nell’intestino; gli altri nel fegato, nella milza e nel midollo osseo e sono più permeabili. I capillari sono collocati di solito tra arterie e vene, connessi a esse da arteriole e venule; sono preceduti da un anello di fibre muscolari (sfintere precapillare) che regola il flusso di sangue, aprendo o chiudendo i vasi, e irrorando così il letto capillare di una certa area del corpo, oppure saltandolo completamente, a seconda delle necessità.
Come funziona la circolazione
La vasocostrizione e la vasodilatazione dipendono dallo stiramento dei vasi, oppure da segnali biochimici. Per esempio, quando abbiamo paura impallidiamo e i tessuti periferici vengono meno irrorati di sangue, mentre i muscoli lo sono di più per renderci più pronti fisicamente e meno predisposti alle perdite ematiche in caso di ferita. Quando i tessuti sono infiammati, i capillari si dilatano; infine, essi si sviluppano notevolmente ai margini di una ferita, per favorire la riparazione della pelle.
Esercizio fisico e vascolarizzazione - Il letto capillare è diverso da un organo all’altro rispetto a fittezza delle maglie, numero di vasi e permeabilità. La densità capillare aumenta dove è maggiore la richiesta di sangue e nutrienti. I tessuti più vascolarizzati, cioè più ricchi di piccoli vasi sanguigni, sono dunque quelli dove l’attività metabolica delle cellule è maggiore. È importante sottolineare che un costante esercizio fisico fa aumentare la vascolarizzazione di alcune aree del corpo, portando beneficio alla circolazione. Ecco perché è importante condurre una vita sana e attiva.
Il sistema venoso
Le vene formano un sistema di vasi convergente che dai capillari trasporta il sangue al cuore, passando dalle venuzze periferiche, a vasi di maggiori dimensioni, fino a giungere alle vene cave che arrivano all’atrio destro del cuore. Le vene scorrono sia in superficie, nel tessuto sottocutaneo e attorno ai muscoli (sono quelle visibili a occhio nudo),
che in profondità. Queste ultime passano sotto le fasce fibrose muscolari e nelle cavità. Le vene profonde, insieme ai nervi e alle arterie, costituiscono i fasci vascolo nervosi. Il sangue che giunge dalla parte superiore del corpo confluisce nella vena cava superiore, mentre quello che proviene dall’estremità inferiore arriva nella vena cava inferiore del muscolo cardiaco. Dall’atrio destro del cuore, il sangue raggiunge il ventricolo omolaterale e viene spinto poi nell’arteria polmonare, dove accumula ossigeno, per poi confluire di nuovo all’atrio sinistro, attraverso le vene polmonari. Il sangue trasportato dalle vene, dunque (eccetto che dalle vene polmonari) è sangue privo di ossigeno, che è stato depositato nelle cellule, e ricco di anidride carbonica, che le cellule hanno rilasciato.
Le pareti venose sono formate da tre strati, riescono a espandersi a sufficienza, tuttavia sono meno elastiche e più sottili rispetto alle arterie. Questo è il motivo per cui le vene che scorrono in superficie lasciano intravedere il loro contenuto di sangue scuro. Quando sono vuote, assumono una forma piatta, al contrario delle arterie che rimangono cilindriche. Il diametro delle vene è superiore rispetto a quello delle arterie perché, in questo modo, il sangue oppone una resistenza minore alla risalita verso la pompa cardiaca. La pressione sanguigna al loro interno è bassa, di conseguenza il rischio di lesioni è minore, anche se le pareti sono più sottili. All’interno delle vene si trova circa il 65% del sangue corporeo che, quando una vena è lesionata, fuoriesce a flusso continuo, ed è di colore più scuro di quello arterioso.