o che correggi con mille sforzi i tuoi difetti. Al contrario, l’insicurezza svanisce in un attimo quando dai spazio alla tua autenticità e alla tua vera natura, con tutte le sue luci e le sue ombre
Come ritrovare la fiducia in se stessi
non serve che diventi più forte
Come ritrovare
la fiducia in se stessi
MICHAEL MORELLI
Per avere fiducia in te stesso
MICHAEL MORELLI
Vincere l’insicurezza è più facile di quello che normalmente si crede.
RIZA Cover Come ritrovare la fiducia in se stessi_OK.indd 1
RIZA
Ecco le regole d’oro per farcela Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it
RIZA 14/02/22 11:56
Come ritrovare la fiducia in se stessi Testi di Michael Morelli Immagine di copertina: Alberto Ruggieri © 2022 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore.
001-007 Introduzione.indd 4
11/02/22 14:13
Sommario Introduzione Il viaggio migliore è quello verso di te............................................... 6 Capitolo 1 Fiducia in se stessi e autorealizzazione.............................................. 9 Capitolo 2 “Conosci te stesso”........................................................................... 23 Capitolo 3 I pericoli dello sguardo esterno........................................................ 39 Capitolo 4 I difetti e le emozioni che non accettiamo....................................... 53 Capitolo 5 La forza dell’insicurezza.................................................................. 69 Capitolo 6 Sogni, crisi e cambiamenti............................................................... 77 Capitolo 7 Le relazioni e la fiducia in se stessi................................................... 89 Capitolo 8 Amore e autostima......................................................................... 105 Capitolo 9 La creatività è il motore dell’autostima......................................... 113 Capitolo 10 Realizzarsi nell’ambito professionale............................................ 133 Conclusioni Alla fine del cammino.................................................................... 142 Bibliografia....................................................................................... 143
001-007 Introduzione.indd 5
14/02/22 17:13
008-021 Capitolo 1.indd 8
11/02/22 14:15
Capitolo 1
Fiducia in se stessi e autorealizzazione Non serve a niente dirti che sei forte o cercare di migliorarti, occorre invece fare spazio alle tue caratteristiche innate, a ciò che sai fare da sempre
008-021 Capitolo 1.indd 9
14/02/22 11:46
Capitolo 1
L’importanza dell’autostima L’autostima è la capacità di stare bene e di avere un buon rapporto con se stessi, un sentimento di rispetto, di amore e di benevolenza verso la propria persona. È la sensazione che la propria vita ha un significato, la percezione di un’armonia e di una sintonia con ciò che siamo e con ciò che facciamo. C’è un’espressione nella lingua francese che illustra molto bene il vissuto emotivo associato all’autostima: être bien dans sa peau, che potremmo tradurre letteralmente “stare bene nella propria pelle” e che significa sentirsi soddisfatti e a proprio agio con se stessi. L’autostima è uno stato interiore imprescindibile per il benessere sia psichico che fisico. Apprezzarsi, avere fiducia in se stessi, riconoscere il proprio valore vuol dire vivere bene, sentirsi realizzati e gioiosi, a prescindere da ciò che capita nella nostra vita. Al contrario, non stimarsi significa essere condannati a convivere con un permanente senso di frustrazione, di insoddisfazione, di incompletezza che porta a sentirsi distanti da sé, tristi e vuoti. Ognuno cerca di colmare questo vuoto a modo suo: lamentandosi, per esempio, o concedendosi soddisfazioni e appagamenti effimeri, cercando continue conferme, perseguendo, come sirene, desideri illusori che, una volta appagati, lasceranno una voragine ancora più profonda.
La disistima è un’abitudine mentale
Il non piacersi, il non andarsi mai bene, il non sentirsi mai all’altezza è purtroppo una condizione comune a moltissime 10
008-021 Capitolo 1.indd 10
11/02/22 14:15
Fiducia in se stessi e autorealizzazione
persone. A chi non è capitato almeno una volta di ritenersi sbagliato, incapace, colpevole o di essere scontento dell’esistenza che conduce? La disistima, che solitamente genera stati emotivi quali frustrazione, tristezza, rabbia e vergogna, può avere molti e differenti volti. Qualcuno non si sente realizzato o si sente privo di talenti e di capacità o non riesce ad esprimere se stesso, le proprie opinioni, a far valere le proprie idee e si percepisce come inferiore agli altri. Qualcuno non si piace perché non è abbastanza ricco, abbastanza bello, abbastanza famoso, perché non è stato capace di realizzare i propri sogni, perché non è riuscito ad avere il successo che sperava. Spesso si vorrebbe essere diversi da ciò che si è ed essere un po’ più simili agli altri, un po’ più “normali”. A volte invece non ci si sente rispettati e apprezzati sul luogo di lavoro o ci si sente incompiuti, o magari non si riesce a prendere una decisione nei momenti importanti. Ci sono poi persone che hanno la sensazione di non riuscire a trovare e a percorrere la propria strada, di vivere una vita che non fa per loro e che le fa sentire in trappola. C’è chi sta male perché viene perseguitato dai sensi di colpa, dai rimorsi, dai rimpianti e dalle inquietudini legate a errori, reali o presunti, commessi nel passato. In certi casi la disistima può derivare magari da un eccesso di senso del dovere. Un’altra fonte di vero e proprio disprezzo verso se stessi sono le emozioni considerate “sporche” e sbagliate e i sentimenti spiacevoli che ci fanno vergognare. Anche le paure possono dare luogo a tensioni interiori non trascurabili: la paura del futuro incerto, di restare soli o di invecchiare. Queste sono alcune delle condizioni che generalmente sono associate alle autocritiche e ai sentimenti di autosvalutazione che caratterizzano la disistima. Via via, senza che ce ne accorgiamo, i giudizi negativi rivolti contro noi stessi diventano un’abitudine mentale. Pensiamo 11
008-021 Capitolo 1.indd 11
11/02/22 14:15
Capitolo 1
di essere condannati a stare male perché siamo imperfetti, perché abbiamo delle lacune: abbiamo fatto le scelte sbagliate, abbiamo subito dei traumi, non avevamo un buon rapporto con i nostri genitori, non abbiamo potuto studiare, ecc. Queste convinzioni sono pericolose: ci portano a credere che la scarsa fiducia in noi stessi sia una condizione permanente e immodificabile dovuta a certi nostri modi di essere disfunzionali, a difetti strutturali della nostra personalità. E così la sfiducia diventa uno stato cronico che finirà per renderci profondamente infelici.
L’autocritica rischia di farci ammalare
Le persone particolarmente autocritiche fanno generalmente esperienza di stati d’ansia molto intensi. I sensi di colpa, i rimorsi, il sentirsi falliti e indegni di essere felici possono arrivare ad innescare spirali depressive. Questo è il pericolo maggiore che corre chi ha verso di sé un atteggiamento severo e ostile. I conflitti interiori, i giudizi, le autocritiche hanno conseguenze nefaste sia sulla sfera psichica che su quella corporea. I sensi di colpa, i sentimenti di inadeguatezza, di incapacità flettono il tono dell’umore, intossicano il cervello e abbassano le difese immunitarie. Quando la nostra attività cognitiva è interamente orientata verso le nostre mancanze, i nostri errori, il nostro scarso valore o il fatto che in alcune situazioni avremmo dovuto agire in modo diverso, generiamo in noi uno stato di stress intenso e prolungato che, come dimostrano le ultime ricerche, ha un impatto molto negativo sulla salute: accende focolai infiammatori in tutto il corpo che aumentano il rischio di tumori, di malattie cardiovascolari, di sovrappeso e obesità. Si possono anche manifestare sintomi quali coliti e diarree: sono l’analogia corporea del tentativo mentale di ripulirsi, 12
008-021 Capitolo 1.indd 12
14/02/22 11:47
Fiducia in se stessi e autorealizzazione
di depurarsi delle parti indesiderabili di sé, da ciò che viene ritenuto basso e indegno. Emicranie frequenti invece possono derivare dal costante rimuginare, dal continuo pensare e ripensare agli errori commessi e alle proprie debolezze. I mal di testa sono la voce dell’inconscio che si ribella a un aguzzino che lo accusa ininterrottamente e che gli dice che non va mai bene.
L’autostima non nasce da uno sforzo
Si pensa, generalmente, che per conquistare la fiducia in se stessi sia necessario cambiare, trasformarsi, correggere i propri difetti, diventare diversi da come si è e somigliare sempre di più ai propri modelli e al proprio ideale di sé. “Diventare la versione migliore di se stessi”: è uno degli slogan di molti coach che operano nel campo del Self Empowerment, della crescita personale, del pensiero positivo, della PNL. Le loro tecniche si basano sul convincersi che si è forti, che si è all’altezza delle proprie ambizioni e sull’acquisizione di tutti quegli strumenti atti a raggiungere i propri obiettivi. Questo tipo di approccio nasce dall’idea che l’autostima dipenda dalla capacità di essere ciò che vogliamo essere e di realizzare ciò che desideriamo realizzare. E per incrementare la fiducia in se stessi vengono impiegate alcune specifiche tecniche mentali: i coach consigliano per esempio di ripetersi più volte nel corso della giornata che si è in gamba, di sorridere e ridere anche nei momenti tristi per condizionare la propria emotività o di sottoporsi a piccole prove da superare per dimostrare a se stessi di essere forti. Una delle tecniche più famose è quella denominata “Fake it till you make it,” uno slogan anglosassone che significa “fai finta finché non ci riesci” e che consiste nell’iniziare a comportarsi come se si avesse fiducia in se stessi, come se si fosse 13
008-021 Capitolo 1.indd 13
11/02/22 14:15
Capitolo 1
la persona che si vorrebbe essere, fino a che non lo si diventa. Ma, in genere, questi metodi non funzionano. Possono dare inizialmente qualche apparente beneficio, illuderci di essere più sicuri, più decisi; poi, però, finiscono per generare stati ancor più profondi di sfiducia, di tensione interiore, di disistima. Infatti, via via si instaura una discrepanza sempre maggiore e sempre più profonda fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere e, conseguentemente, nasce un profondo conflitto che ci allontanerà dal nostro obiettivo iniziale: piacerci, sentirci a nostro agio, stare bene con noi stessi, essere felici. Perseguire un modello, un’immagine di noi che - così crediamo - ci porterà a realizzare i nostri sogni e ad essere felici vuol dire creare una frattura fra ciò che siamo in modo spontaneo e naturale, e ciò che recitiamo, che fingiamo di essere in modo artificiale. Jung, che conosceva molto bene i processi e le dinamiche profonde della psiche, sapeva che una delle leggi fondamentali del mondo interno è quella dell’enantiodromia: quando si assume un atteggiamento cosciente unilaterale, l’inconscio genera una corrente opposta per correggere il disequilibrio e per ristabilire una condizione di equilibrio e di stabilità omeostatica. Così, più ci ripetiamo che siamo forti e che siamo bravi, più l’inconscio ci indebolisce, ci rende fragili e insicuri: ecco la disistima. Non si può essere sempre forti, non si può essere sempre vincenti. La psiche, come il cervello e il corpo, è elastica, fluida e mutevole.
Rinunciare al piacere significa perdere la stima di sé
Se si osserva la vita di chi ha scarsa stima di sé ci si accorge che si tratta quasi sempre di persone che hanno rinunciato al piacere e alle passioni, che hanno perso l’entusiasmo: le loro giornate si sono ridotte alla routine, alle responsabilità, 14
008-021 Capitolo 1.indd 14
11/02/22 14:15
Fiducia in se stessi e autorealizzazione
agli obblighi sociali o familiari, ad azioni ripetitive che vengono svolte in modo meccanico ed automatico. Se ci priviamo di ciò che accende la nostra vitalità e che ci riempie di gioia rischiamo di inaridirci, di spegnerci, di sentirci estranei a noi stessi. Se nella nostra vita viene a mancare il piacere, se le nostre giornate si riducono a una serie di doveri e di abitudini e il piacere, l’entusiasmo, il divertimento non trovano spazio, finiremo inevitabilmente per perdere la fiducia in noi stessi. Quando l’autostima viene meno la reazione più comune è quella di mettersi a fare esercizi in palestra per tenersi in forma o affidarsi a coach, consulenti, esperti o ancora lavorare su se stessi per cercare di acquisire capacità, competenze, per imparare a gestire le emozioni, per superare le paure, le fragilità e lottare per raggiungere la felicità. Ma tutti gli sforzi sono vani perché in realtà ciò che manca è il divertimento, il coinvolgimento fisico ed emotivo, la passione. La gioia di fare ciò che amiamo fare è ciò che mette in moto la nostra vitalità e che alimenta la nostra vita. Quando la routine, la monotonia, gli obblighi e gli impegni rendono la vita faticosa, impegnativa, la cura preferibile è ritrovare il piacere, che migliora le prestazioni, che moltiplica le energie e che nutre la creatività.
Alla base c’è la percezione della propria unicità
L’autostima viene spesso confusa con l’orgoglio personale, l’autocompiacimento e l’accrescimento del proprio Ego. Ma è un errore. Credere in se stessi non vuol dire nutrire l’Io, soddisfare brame e aspirazioni o ottenere l’approvazione e la stima degli altri per sentirci apprezzati e ammirati. La psicoanalisi insegna che la salute, il benessere e l’equilibrio psichico di un individuo nascono dalla sua capacità 15
008-021 Capitolo 1.indd 15
11/02/22 14:15