RIZA
RIZA LA TRANQUILLITÀ RIGENERA IL CERVELLO
LA MENTE CALMA È LA MIGLIOR CURA LA MENTE CALMA È LA MIGLIOR CURA
Come superare le tempeste della vita senza farsi travolgere LE TECNICHE ANTI ANSIA Gli esercizi indispensabili per evitare che lo stress logori il corpo e la psiche
IMPARIAMO A NON FARCI PIÙ SOPRAFFARE DALLE EMOZIONI Scopri l’atteggiamento mentale che ti fa ritrovare il tuo equilibrio interiore. È più facile di quello che si pensa!
BASTANO 10 MINUTI AL GIORNO PER RILASSARSI copertina singola 7,1 MORELLI.indd 1
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SOMMARIO
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La vera fonte della quiete
Elimina i pesi mentali
LA CALMA INTERIORE NON È CONSEGUENTE
L’AGITAZIONE CHE NON CI DÀ TREGUA
A QUALCHE SITUAZIONE ESTERNA (PERCHÉ
NASCE DAI PENSIERI E DALLE ASPETTATIVE
È “ANDATO BENE” QUALCOSA), MA È
CHE CONTINUIAMO A COLTIVARE
UNA CONDIZIONE DI PACE E BENESSERE
SENZA TENERE CONTO DELLE NOSTRE
CHE NASCE DA DENTRO DI NOI
VERE ESIGENZE
è dentro di te
e alleggerisci la tua vita
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Le tecniche più efficaci
Gli alleati verdi ci rasserenano
VARIE DISCIPLINE, ANTICHE E MODERNE,
QUANDO SIAMO IN PREDA ALL’AGITAZIONE
per il rilassamento
e cancellano lo stress
SPENGONO L’ANSIA ATTRAVERSO
SPESSO FACCIAMO RICORSO A FARMACI PER
LA RESPIRAZIONE, LA MEDITAZIONE,
INDURRE LA CALMA, MENTRE POTREMMO
IL FLUSSO DELLE IMMAGINI
SFRUTTARE LE PROPRIETÀ DI PIANTE, ERBE,
E LE GINNASTICHE DOLCI
OLI ESSENZIALI E FIORI DI BACH
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La vera fonte della quiete
è dentro di te
la Calma interiore non è Conseguente a qualChe situazione esterna (perChÉ è “andato Bene” qualCosa), ma è una Condizione di paCe e Benessere Che nasCe da dentro di noi
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i dice che al centro di un tornado ci sia un punto nel quale regna una calma assoluta. È un’immagine che ci conduce a un tema che riguarda tutti noi, presi nella bufera della vita. È possibile sentirsi in pace, in quiete, pur nel pieno delle faccende quotidiane e dello stress, o è necessario aspettare che intorno a noi tutto si calmi? Secondo la cultura dominante, basata sulla razionalità, perché possiamo sentirci tranquilli dobbiamo aspettare che al di fuori
di noi non succeda niente che possa agitarci. Ma il rischio, in questo modo di pensare, è di scrutare sempre fuori di noi, nell’attesa che tutto si plachi. Ma è un’attesa vana, perché nelle nostre giornate sono sempre in agguato impegni, doveri e imprevisti che ci trascinano nel vortice delle cose e quindi della tensione. Questo vuol dire che non potremo mai trovare la calma interiore? No, significa che la quiete non può venirci dall’esterno, ma nasce dentro di noi.
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La calma non è evitare le emozioni
Perché corri? Concediti pause,
Impara l’arte dell’attesa:
ma saperle navigare
impara a rallentare
cogli il tempo giusto
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La calma non è evitare le emozioni
ma saperle navigare Cercare la tranquillità non significa anestetizzare i propri sentimenti; vuol dire essere in grado di trovare la pace anche nelle tempeste
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iamo immersi in una cultura sbagliata, nella quale “essere calmi” è considerato sinonimo di “essere controllati”: essere in grado, cioè, di far tacere le ondate emotive. Allora ecco tutto un fiorire di tecniche di autocontrollo, per il dominio di sé, per correggersi, per migliorarsi. Ma è la via giusta? La calma interiore di cui abbiamo tutti un gran bisogno non è autocontrollo, non è impassibilità, non è imparare a non arrabbiarsi, non
è “saper gestire” la paura o l’ira. Il mito dell’equilibrio a tutti i costi inteso come dominio sulle emozioni si traduce in un addestramento che rende artificiali come animali ammaestrati, perché parte dall’idea che interi lati della persona siano “un problema da risolvere”, o almeno da tenere a freno. Ma una volta riportati sotto il controllo dell’io e resi “presentabili”, quei lati riemergeranno, prima o poi, e stavolta sotto forma di disagi, disturbi, crisi. L’autocon-
trollo è una malattia, non è la cura. Il nostro cervello non è statico, è attivo, operativo e le emozioni sono un meraviglioso mare in continuo movimento. La vera calma, allora, è stare accanto al centro di se stessi, alla fonte di tutti gli stati interiori, dalla rabbia alla paura, dalla gioia al desiderio, dalla passione al distacco, osservandoli tutti senza giudicarne nessuno. È stare tra le onde delle emozioni imparando finalmente a navigarle.
«Trova un luogo di quiete dentro te stesso, e lasciati scivolare addosso le preoccupazioni terrene senza permettere loro di trascinarti via». (Christofer Paolini)
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non sappiamo stare tranquilli, neanChe nel tempo liBero
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i sono tanti modi per perdere la calma e ognuno di noi conosce il proprio. Chi si sveglia in preda all’ansia per la giornata che l’aspetta, chi nel traffico si sente un leone in gabbia e urla di rabbia per qualsiasi sciocchezza. A volte è l’insofferenza per una frase del partner, o il panico che prende quando ci si sente addosso lo sguardo degli altri. Ma ci sono dei periodi particolari in cui la nostra esistenza sembra una corsa infinita e incessante, fra impegni, scadenze, obblighi vari. La tensione, l’agitazione e lo stress diventano una compagnia
costante e logorante della nostra vita. Sembra impossibile liberarcene, perché siamo pressati dalle mille richieste che ci vengono dall’esterno, ma anche da quelle che noi stessi ci rivolgiamo continuamente: raggiungere certi
«tempo libero vuol dire tempo libero privo di ansietà. qualsiasi tempo libero non ossessionato dalla preoccupazione può diventare un mezzo di vita migliore».
obiettivi, diventare migliori, corrispondere ai modelli imposti dalla mentalità comune. Di fronte a tutte queste pressioni e agli impegni che ne derivano, è naturale che molti di noi siano in preda a un’ansia generalizzata, spesso senza una ragione precisa. Per questo una delle aspirazioni più diffuse tra le persone è quella di riuscire a conquistare la calma interiore, a sentire una quiete naturale dentro di sé. Si vorrebbe scappare, trovare un rifugio, un posto tranquillo dove le preoccupazioni non riescano ad entrare. Questi tentativi falliscono spesso, perché an-
(ezra pound)
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che in vacanza, in viaggio e nelle attività ricreative ci portiamo dietro la nostra mentalità iperproduttiva, che spinge a occupare ogni istante della vita. Riempiamo il tempo libero di impegni e così lo facciamo diventare “tempo occupato”, lo trasformiamo in un motivo di ulteriore stress. sei sempre in tensione, anche ora Così viviamo in una situazione di agitazione continua. Siamo sempre contratti, anche ora. Prova a fare questo esperimento: chiudi gli occhi e passa in rassegna i muscoli, di schiena, spalle, collo, braccia, mani, addome, volto... Ti accorgerai che molti di essi sono tesi. Alcuni stanno compiendo uno sforzo per sostenerti, ma altri sono contratti solo per abitudine. La tensione che spinge a contrarre i muscoli è il riflesso di quella che ci colpisce a livello psicologico ed emotivo. E viceversa. Sono due fenomeni collegati, che si influenzano reciprocamente. Così, se ho il corpo contratto, alla mente arriva uno stato di allerta e viceversa, se la mente è in allarme, anche il corpo automaticamente tenderà a
stare sulle difensive, tendendosi per essere pronto alla reazione immediata. Ecco perché, se impariamo a “sciogliere” queste tensioni dal corpo, automaticamente, anche quelle nella mente si allenteranno; e se ripuliamo dalle scorie lo spazio mentale, anche il corpo attenuerà le sue contratture. serve un aLtro atteggiamento mentaLe Per trovare realmente la calma occorre rivolgere lo sguardo in un’altra direzione, dentro di noi, affidarci all’interiorità e all’immaginazione. Così possiamo andare ovunque, ed essere chiunque: immaginare non è perdersi dietro a fantasie sterili, ma attivare potenti risorse terapeutiche che trop-
po spesso dimentichiamo. Per prima cosa è necessario modificare il nostro atteggiamento mentale. Bisogna imparare a spegnere il brusio mentale, a fare spazio alla calma dentro di noi, perché la tensione e lo stress sono dovuti solo in parte alle situazioni in cui ci troviamo, ma in gran parte al nostro modo di pensarli e di viverli. L’incapacità di trovare quiete non è una prerogativa del nostro tempo. Già nel Seicento il filosofo francese Blaise Pascal scriveva così: «Ho scoperto che tutta l’infelicità degli esseri umani deriva da una sola cosa e cioè dal non saper restarsene tranquilli in una stanza...». Questa osservazione è ancora più valida oggi, non riusciamo a stare fermi e senza pensieri.
La burrasca è in superficie, neL profondo c’è La quiete Quando il mare è in tempesta, violente ondate agitano la sua superficie e scuotono tutto ciò che vi si trova; ma scendendo in profondità le acque sono sempre più calme, e le creature marine si muovono tranquille. Così è anche per il nostro modo di ragionare: se ci fermiamo alla superficie, la mente è agitata e inquieta; se scendiamo più in profondità in noi stessi, troviamo il nucleo calmo e inviolabile che c’è in ciascuno di noi. Puoi trovarlo anche se intorno a te c’è la burrasca, perché arrivarci dipende solo da te.
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Lo stress logora il corpo e la mente
l nostro corpo è in grado di adattarsi in maniera straordinaria a una gamma infinita di situazioni esterne, che a volte lo mettono a dura prova. Qualsiasi fattore che destabilizza il suo equilibrio e rischia di sopraffarlo è chiamato genericamente “stressor”, perché provoca una sorta di iper-attivazione sul piano sia fisico che psichico, così da stimolare la risposta più adeguata a farvi fronte. Così entriamo nella fase di stress, ovvero il nostro organismo si mette sulla difensiva, obbedendo a un meccanismo antichissimo e progettato per dare una risposta pronta a eventi pericolosi ancestrali (di natura ben diversa da quelli che ci preoccupano oggigiorno), come l’attacco di un pre-
datore, una gelata improvvisa, una calamità da cui fuggire. Ciò che oggi ci stressa con un’allerta costante è, piuttosto, il sovrapporsi degli impegni, la gestione complicata delle nostre relazioni lavorative, sociali, affettive, la burocrazia, la quantità di mail a cui rispondere... La reazione del corpo, tuttavia, non è cambiata molto: si
innesca subito uno stato di tensione, perché tutti i muscoli siano pronti a reagire all’istante e al meglio, per portarci fuori dai guai. Tutte risposte funzionali a una reazione immediata, veloce, di attacco o di fuga, che non sono fatte per protrarsi a lungo nel nostro organismo. Se gli input di stress, però, tendono a essere ripetitivi, seriali e di lunga durata, noi non riusciamo mai ad abbandonare del tutto tale stato di attivazione, e questo innesca contratture e rigidità, sul piano sia fisico che psichico, amplificando ansie, tensioni e paure. Ecco perché, se non si sa dire “basta”, mettere un freno a questa iperstimolazione, si rischia una sorta di esaurimento.
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La tensione è nemica della salute C’è bisogno di diventare consapevoli dei segnali che il nostro organismo ci lancia quando sta raggiungendo un limite di tensione oltre il quale rischia di andare incontro a un vero e proprio esaurimento psicofisico, di sviluppare disturbi e perfino di ammalarsi. Spesso, però, trascuriamo i campanelli d’allarme e reagiamo allo stress che ci opprime in modo dannoso per il nostro equilibrio psicofisico, per esempio, ripiegando sul cibo e cedendo ad abbuffate di origine emotiva, deleterie per salute e linea. Oppure, tendiamo a isolarci in noi stessi, a ripiegare magari sul mondo virtuale dei social e di internet, ma in tal modo la tensione spesso non fa che aumentare. Ancora peggio, poi, se cerchiamo di tamponare i sintomi con psicofarmaci assunti al di fuori del controllo medico, di cui in breve non riusciamo più a fare a meno. Si tratta di reazioni distruttive, che non fanno che peggiorare il nervosismo e tutto il suo corollario di sintomi.
respirazione è profonda, l’apparato digerente è più efficiente e anche il sistema immunitario più attivo. Ma soprattutto la mente non è più agitata dal turbinio di pensieri, dalla smania di svolgere tutti i compiti che ritiene necessari. Con la mente calma non solo ci sentiamo meglio, ma sfruttiamo meglio anche le nostre capacità cerebrali e la memoria. Non sempre, però, nella nostra vita quotidiana è facile godere di questo stato di rilassamento e, nelle nostre giornate, sono sempre pronti ad affacciarsi ansie e stress, che creano tensioni psicofisiche e, alla lunga, possono
deteriorare notevolmente la qualità della nostra intera esistenza. Quello attuale è un mondo in cui tutti corrono, in cui molti aspetti della vita, che prima erano relegati alla lentezza, come le comunicazioni o gli spostamenti, oggi viaggiano velocissimi, e noi siamo sovrastimolati da continui input, che possono generare un senso costante di oppressione. Non a caso, agitazione, ansia, tensione e stress sono ormai parole entrate a far parte del nostro vocabolario comune e riguardano da vicino un po’ tutti. Ecco perché è davvero importante imparare a farvi fronte nel modo giusto.
«Ogni stress lascia una cicatrice indelebile, e l’organismo risente le conseguenze di una lunga situazione stressante, diventando un po’ più vecchio di prima». (Hans Selye)
Stop all’inutile agitazione Ottenere la calma interiore significa uscire dalla condizione di stress e tensione. Un corpo disteso e rilassato, una mente calma, sono la fonte principale del benessere. Quando siamo liberi dalle tensioni, infatti, la pressione sanguigna è regolare, il cuore batte al suo giusto ritmo, la 13
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Perché corri? Concediti pause,
impara a rallentare andiamo sempre di fretta, per paura di non riusCire a fare CiÒ Che vorremmo; Così viviamo a un ritmo innaturale, Che Ci fa essere Continuamente stanChi e delusi. rallenta, vivi al tuo ritmo spontaneo, solo Così potrai essere te stesso
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e vogliamo stare bene dobbiamo eliminare dalla mente uno dei più insidiosi peccati che ci abitano: la fretta, l’impazienza. Kafka diceva che questo è il vero grande peccato, da cui derivano tutti gli altri. Non bisogna pensare di realizzare noi stessi di corsa: più fretta ci metti, più dimentichi che per sviluppare ciò che sei oggi è occorso molto tempo e ne servirà ancora altro per completare la tua crescita. Per avere questo viso, questo corpo, questo volto, ci sono volu-
ti anni; e servirà altro per svil u p p a re a n c o ra l a t u a personalità, la tua diversità rispetto agli altri. Sono due i nemici dell’anima e della nostra identità più profonda: rinunciare alle nostre caratteristiche e avere fretta di raggiungere ciò che ci proponiamo. Le persone che lo hanno fatto o lo fanno, sono condannate a una vita frenetica, ansiosa e insoddisfatta. Talvolta avremmo la possibilità di rallentare il ritmo della nostra vita, ma facciamo fatica a coglierla.
Siamo così abituati a riempire tutto il tempo disponibile, che sembra assurdo passarne un po’ senza fare nulla di preciso, semplicemente concedendoci un po’ di calma. La nostra vita non prevede quasi mai dei veri vuoti, delle pause, perché in realtà anche quello che chiamiamo tempo libero è sovraccarico di impegni. In apparenza dovrebbe essere un momento di vuoto e di relax, ma in verità diventa pieno di programmi e attività, colmo della tensione che caratterizza la nostra quotidianità.
«mai avere fretta; fai tutto con calma e in uno spirito calmo. non perdere la pace interiore per qualsiasi cosa, anche se il mondo intero sembra turbato». (francesco di sales)
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se vai alla tua andatura puoi fare di più e meglio
iustifichiamo la nostra fretta abituale con la necessità di dover fare molte cose e di far fronte a numerosi impegni. Se a una persona che è sempre agitata e frettolosa suggeriamo di agire con calma ci risponderà che non è possibile: per poter fare tutto è necessario correre di continuo in uno slalom di incombenze varie da svolgere ogni giorno. La prima, fondamentale cosa da fare è che la mente mantenga il baricentro in se stessa e che non insegua le cose, che non si perda in esse. Per
farlo è necessario rinunciare alla fretta, alla smania, alla corsa contro il tempo. “Ma le cose da fare sono tante”, si potrebbe replicare. È vero, lo sono, ma non sarà la fretta ad aiutarci. Anzi, lo stress aumenterà e ne faremo meno e male. Eliminare la fretta significa dire a se stessi: “Io farò quel che c’è da fare, ma alla velocità che dico io”. Cambiare atteggiamento mentale e porre un freno alla fretta inconcludente serve a stabilire una propria velocità di azione, in cui si riesce a essere sempre consapevoli di
ciò che si sta facendo, in cui siamo presenti a noi stessi e non rapiti dalle cose. Occorre diventare padroni del proprio tempo, anche se il tempo è poco; anzi, proprio perché è poco va gestito con calma e abilità. Questo è il passo determinante. Non serve cancellare uno o due impegni dalla propria giornata, se poi la fretta rimane. È la fretta che va abolita, imponendo alle azioni il proprio ritmo. All’inizio imporsi di fare le stesse cose ma a una velocità mentale più personale e calma rispetto a quella solita può creare sensi di colpa ma in breve si può provare il gusto di uscire dall’automatismo collettivo e seguire la propria andatura. Cerchiamo questo piacere e, in breve, la nostra fatica si ridurrà e le cose fatte aumenteranno. L’incubo deLL’oroLogio Molti di noi hanno sviluppato una vera e propria “ansia dell’orologio”: lo consultano ossessivamente perché temono di non riuscire a rispettare i propri impegni. Non esiste un attimo di pausa nella giornata, scandita dal ritmo delle lancette. Ecco cosa ha scritto Martina, 35 anni, alla redazione di Riza: «Ho fatto un sogno particolare; ho sognato un grande orologio, bello e maestoso, che nello stesso tem-
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Scopri se vivi al ritmo sbagliato Vivi con fretta eccessiva, o stai seguendo un ritmo di vita naturale, consono al tuo modo di essere? Per scoprirlo rispondi alle domande. • Sei spesso ansioso e l’ansia aumenta se ti prepari ad affrontare un impegno, un imprevisto o le incombenze quotidiane? • Hai di frequente questi sintomi: cefalea, dolori muscolari, mal di stomaco, colite, insonnia? • Sei facilmente nervoso e irritabile; le tue reazioni sono spesso sproporzionate rispetto agli eventi? • Fai fatica a rilassarti e a svuotare la mente nei momenti liberi, come ad esempio la sera? • È quasi scomparsa in te la voglia di partire e l’entusiasmo all’idea di fare un viaggio? Se hai risposto almeno tre “sì” significa che non stai vivendo le tue giornate con il ritmo giusto per te.
po mi incuteva paura. Poi andavo in un’altra stanza e l’orologio scompariva. Quando mi sono svegliata avevo la sensazione che il sogno volesse dirmi che era arrivata la mia ora». Martina racconta anche di soffrire di attacchi di panico che arrivano improvvisamente, fino a paralizzarla nelle riunioni, sul lavoro e con gli amici. Eppure ha cominciato una brillante carriera lavorativa e, nonostante la
giovane età, dirige molti uomini, anche più anziani di lei. Martina sta correndo verso il successo, è molto attiva, odia perdere tempo e non ha paura di niente, ma gli attacchi di panico non smettono… L’orologio apparso in sogno non voleva dirle, come pensava, che fosse arrivata la sua ora, che il suo tempo era finito. No, l’inconscio segnalava la necessità di uscire dal tempo delle lancette, dalle ore
assillanti in cui viveva. Sì, era arrivata l’ora di Martina, ma l’ora di cambiare mentalità, stile di vita, di modificare quel suo modo frettoloso di essere nel mondo, quel correre da una parte all’altra, senza portarsi dietro la sua essenza. I sogni arrivano come fulmini a ciel sereno; sono il modo più rapido per dirci con le immagini: “Adesso cambia vita”. O meglio: “Cambia il modo di stare con te stessa”. 17
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